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Pallino

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Messaggi pubblicato da Pallino

  1. Sergio Bonelli era la casa editrice. Tex non sarà più lo stesso senza di lui, per quanto saranno bravi i collaboratori che lo sostituiranno. E' così non giriamoci attorno. La SBE non è solo un'azienda e chi ne parla in questi termini non solo non ha capito nulla di Sergio Bonelli ma non ha capito nulla neanche di Tex.


    Un giudizio più che un opinione...

    No, un dato di fatto..


    Spiega allora..

  2. Sergio Bonelli era la casa editrice. Tex non sarà più lo stesso senza di lui, per quanto saranno bravi i collaboratori che lo sostituiranno. E' così non giriamoci attorno. La SBE non è solo un'azienda e chi ne parla in questi termini non solo non ha capito nulla di Sergio Bonelli ma non ha capito nulla neanche di Tex.


    Un giudizio più che un opinione...

  3. Sicuramente bisogna tenere presente alcune cose che concorrono in una situazione come quella che si presenta oggi. Un azienda è un azienda, per cui nella maggior parte dei casi, la continuit? è legata all'utile ricavato dall'attività. Non conosco le cifre della SBE, ma sicuramente in questi anni un fattore che ha concorso in modo notevole alla continuit? è stata la passione per il fumetto in quanto tale. Con la morte del grande Sergio, un uomo certamente permeato di passione per i fumetti,(anche a questa età divorava albi su albi in modo vorace), viene un p? a mancare questa carica passionale per il fumetto. Spero vivamente che non sia così e spero che il figlio Davide raccolga la passione paaterna, ma è anche vero che in un periodo come questo pervaso dalla crisi economica, più di una azienda si pone il problema che può essere quello della riduzione o famosi tagli, o quello più serio del rimanere sul mercato. Il mio sogno è comunque quello di continuare a leggere il nostro amato ranger, non solo per l'avventura che ci regala, ma anche perchè quando lo leggo riesco ad immergermi in un mondo diverso da questo, che non è proprio un bel vivere.

  4. A me il primo color Tex è piaciuto molto, sarà che magari mi accontento, però in merito al colore e sopratutto alla carta preferisco quella degli albi regolari, come non mi piace quella dei Tex di Repubblica. In ogni caso l'nica cosa che rende il primo color Tex per niente speciale è la cover, anonima e già vista, come se non si fosse avuto il tempo per vararne una adatta all'evento. Un albo speciale io me lo ricordo non solo per la storia, tra l'altro piacevole, ma per la cover e qu? Bonelli ha toppato di brutto.

  5. E' vero che questo è il forum di Tex e scusatemi se esco un atimo fuori binario, e se così fosse, cancellate pure il post, ma non potevo fare a meno di complimentarmi con Corrado per le sue splendide cover degli albi di Magico Vento, che ho raccolto con molto piacere. Delle vere pitture artistiche, peccato solo la fine della serie. Complimenti sinceri Corrado.

  6. Bellissima avventura nulla da eccepire, superbi i disegni di Ticci e meravigliosa la trama, sarà anche perchè le storie ambientate nel nord sono tra le mie preferite, considerando che non è facile realizzare una bella storia in un solo numero, anche questa l'ho letta di filato appena ho finito il Maxi "La belva umana", che dire un voto di eccellenza al 600esimo numero della serie e una speranza di rivedere il nostro Ticci con un avventura lunga e interessante, magari che inizia con una di quelle lunghe conversazioni tra Tex,Carson e il comandante di un forte sperduto... tradizionale ma affascinante.

  7. Bella storia e senza dilungarmi in considerazioni di cui non sono capace, devo giustificare il voto ottimo che ho dato dal fatto che l'ho letta dall'inizio alla fine in una sola volta e senza interruzioni, bella l'ambientazione coinvolgente al punto che la considero più incisiva della stessa trama che dopotutto vede il nostro Tex contro il solito cattivone di turno, anche se questo proprio non ha nessun pelo sullo stomaco. I disegni di Diso li ho apprezzati molto anche se lo preferisco in versione Mister No (sarà l'abitudine).

  8. Scusa Pallino, ma non riesco a capire il nesso tra "storia che mi è piaciuta a metà" (che potrebbe far pensare almeno almeno ad una sufficienza risicata) e voto super negativo, una delle più brutte storie degli ultimi tempi". Allora non ti è piaciuta a metà e nemmeno per un quarto, no?

    Allora Cheyenne forse non sè spiegarmi, ma è colpa mia, mi è piaciuta a metà fino a che ho letto solo "Oltre il fiume", poi completando la storia con "Il ponte di roccia" e mettendo assieme il complessivo non posso che cofermare il mio giudizio negativo, ma è solo il mio libero giudizio, io la penso così, diciamo piaciuta a metà "provvisoriamnete" tenendo conto solo del primo albo,... fino a che non ho letto anche il secondo. Spero sia chiaro così e non pretendo certo che sia condiviso.
  9. Storia che mi è piaciuta a metà, trama molto classica che dava una speranza di mistero e aggiungeva qualcosa in più anche grazie alla presenza dello stregone Navajo che affianca Cane Giallo, le premesse perchè fosse interessante c'erano tutte... almeno fino a che non ho letto "Il ponte di roccia", sembra quasi che la conclusione della storia limitata ai 2 albi, abbia subito fatto precipitare tutta la buona volont? del primo. Tutto l'interesse creatosi attorno all'arma segreta di Cane Giallo,Ukasi si risolve in un unica scena che termina in modo alquanto ridicolo con quella pistola nascosta sotto la testa del coyote del bastone dello stregone. La grande aspettativa di un piano ben congegnato, per giustificare e far meritare un ritorno di Cane Giallo, si è risolta con una comune scaramuccia intorno al ponte di roccia, quasi si trattasse di uno scontro casuale, e visto come sono andate le cose non c'era bisogno di scomodare i Navajos, sarebbero bastati i 4 pards e basta. Un merito v? ai disegni di Josè Ortiz che sempre a parere personale restano tra i migliori, e che diminuiscono un attimo la bruttezza della storia. La fortuna vuole ed anche la probabile mancanza di idee future, che Cane Giallo sia morto, non c'è lo avrei visto proprio dopo una simile storia tornare redivivo per la 3 volta!!Voto super negativo, una delle più brutte storie degli ultimi tempi.

  10. Il Tex di Suarez è stupendamente vissuto così come Montales, a me la cosa non dispiace affatto, sarebbe abbastanza ripetitivo vedre un Tex sempre dai lineamenti bloccati sulla quarantina a vita....., per i disegni confermo che sono degli ottimi disegni con una personalit? tutta loro, anche se all'inizio anche io in una vignetta della tavola in anteprima, avevo visto una assomigliana con il tratto di Diso, ma che è sparita quando ho letto, carta alla mano questo bellissimo Texone. Montales poi così fatto è l'esempio di vita vissuta, che in fondo giustifica in modo reale lo scorrere del tempo... bravo Suarez, sarebbe bella una storia sulla serie regolare!!

  11. Anche io ho letto l'ultimo Texone "I ribelli di Cuba", cosa dire in sintesi, disegni eccezionali mi ricordano non nello stile ma nel grande risalto di particolari,"La storia del west" di Gino D'Antonio, poi ho notato un Tex più duro sia nelle espressioni sia nei testi e poco avezzo alle battute, anzi molta ironia con Montales, i guanti neri che indossa aumentano ancora di più la sua fama di pistolero infallibile. La storia è un denso di azione e si f? leggere tutta di un fiato, anche se per un vecchietto come me di fronte a cotanto bei disegni densi, servirebbe una pausa di lettura almeno da dividere in due tempi. Bello, veramente, unica nota un p? stonata, la cover secondo me si poteva fare di più...

  12. Il mio primo Tex che ho letto è stato "Attacco notturno", comprato in edicola proprio quando usc? era il Luglio del 1978, se non erro,? una vita che non rileggo quella storia, era disegnato dal grande Letteri, da allora prima ho recuperato il numero 212 "Tucson" e poi ho proseguito comprando tutti i mesi l'inedito e da allora non mi sono più fermato, recuperando contemporaneamente i numeri dal 212 a quelli precedenti.. un amore che dura da 32 anni!!

  13. Anzi.... da buon lettore di Tex devo dire che non solo apprezzo le abitudini e a volte il ripetersi delle situazioni che fanno del west il west,... insomma per non riprendere ciò che voi ragazzi avete esposto in modo esauriente, vorrei solo ricordare che per il sottoscritto al limite mi mancano un p? quelle situazioni in cui il "pestato" di turno dopo aver naturalmente vuotato il sacco, veniva lasciato andare via con la promessa di prendere la strada opposta a quella dei nostri eroi e di non farsi mai più incrociare da loro. Questa nel tempo è stata una piacevole abitudine che si è parecchio persa... peccato... lol

  14. Il caro Galep di sicuro una cosa che lo ha spinto a realizzare, anche se non con il suo stile più storico, le storie in cui si denota un evidente cambio del suo tratti grafico,? senza dubbio proprio nel suo caso quella famosa "simbiosi" che si era creata nel corso dei decenni con il suo personaggio. Secndo me era ben conscio di non avere più l'abilità di un tempo e ne ha voluto comunque trasmettere il significato tramite il suo disegno anche se non era più quello dei tempi d'oro. Simbiosi che si esplicava sia nei periodi più esaltanti che in quelli cagionati dalle sue condizioni di salute. La sua ultima copertina di Tex 400 rimarr? sempre nel mio cuore, e quando ripasso la mia collezione è una di quelle che voglio sempre rivedere, anche se ogni volta mi viene un groppo alla gola pensando a lui e a quel saluto pieno di significato che il nostro/suo Tex ci dava mentre cavalcava via per la sua ultima volta.

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