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james

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Messaggi pubblicato da james

  1. L'avventura in Florida l'ho trovata bellissima, ricca di situazioni, personaggi, atmosfere realistiche. In una parola magnifica. E poi trovo veramente geniale la conclusione della storia, che è in grado di fornire una motivazione in più, forse quella decisiva, per il destino futuro di Tex. Aggiungo che un personaggio come l'agente Carswell sarebbe un peccato che non comparisse più.... 

  2. Non capisco tutte queste obiezioni e preoccupazioni circa l'incontro tra Tex e Zagor. Inverosimiglianza? beh, questa è connaturata ad entrambi. Certo Zagor agisce in un mondo ancora più immaginario, che con qualche forzatura si può collocare negli anni 40 dell'Ottocento. Ma che problema ci sarebbe a mostrarlo alla fine degli anni 50? Forse che a 50 o 60 anni, dovrebbe essere fuori gioco? Non potrebbe essere ancora attivo come Kit Carson?

  3. On 8/9/2020 at 19:12, Letizia dice:

    Visto che hanno fatto una serie Tex Willer giovane, aspetto che facciano ora una serie Kit Willer maturo, sposato con una Navajo bella e tosta come Lilyth e un paio di figli discoli (che magari partecipino alla prima guerra mondiale).

    Io la comprerò sicuramente.

    Come cinquantenne, magari ufficiale, potrebbe benissimo parteciparvi lo stesso Kit Willer

  4. Fra poco compio 60 anni, dunque ho superato Kit Carson ...

    Ebbene, non sono molto lontano, anagraficamente, dai pensionati, però trovo godibile ed entusiasmante sia la serie regolare sia la serie Tex Willer. E' evidente che vi si rispecchino i nuovi gusti (in entrambe), ma va bene così... Le storie ora sono scritte tenendo conto di un patrimonio di conoscenze storiche e iconografiche, un tempo impensabili o, comunque, molto rare.

     

    • +1 1
  5. Mah, che ciò dipenda dall'età dei lettori, mi pare una spiegazione molto forzata. Intanto, va detto che il giovane Tex non ha nulla dell'ingenuità fanciullesca dei "ragazzini" del west in voga negli anni 50 e 60. Inoltre, le storie della serie Tex Willer - che personalmente trovo, finora, magnifiche sia come soggetti sia come disegni - presentano tematiche, situazioni e personaggi (comprimari, antagonisti, comparse) "adulti", maturi. Del resto, per un lettore pensionato di 65 o 70 anni, anche Tex e Carson della serie regolare potrebbero apparire dei "ragazzi".

    Credo che la spiegazione stia nella vischiosità delle abitudini e anche, forse soprattutto, nello scarso numero di pagine (secondo lo standard della serie regolare).

    Comunque, per me l'importante è che entrambe godano di buona salute!

    • +1 1
  6. Borden, ho letto che è in previsione l'entrata in scena di Arkansas Joe in una delle prossime avventure della serie Tex Willer. Immagino che sarà senza la partecipazione di Tex. Lo dico perché ricordo benissimo che, nel numero 10 (Il tranello), dalle parole che si scambiano Carson e Tex, è chiaro che questi non ha più incontrato Arkansas Joe dopo la prima presentazione.

  7. <span style="color:red;">23 minuti fa</span>, borden dice:

    L'unico duello storico del West che risponde ad alcuni criteri  fu quello tra Wild Bill e un certo Tutt. Ma non credo che fosse stato previsto. I dissidi tra i due erano arrivati al punto di rottura, si  incontrarono e si spararono, tutto qui. Invece nella vecchia Europa i classici duelli con secondi, scelta delle armi ecc. furono, per secoli, MIGLIAIA. 

    Mi hai preceduto, Mauro. In effetti stavo per richiamare il duello tra Wild Bill e Dave Tutt (mi pare a Springfield), che costituisce un po' il prototipo del duello poi esaltato fino alle versioni quasi caricaturali degli spaghetti western. La realtà è stata già ben descritta, ad esempio dalle opere di Rosa: 1) nell'età dei cosiddetti gunfighter gli esperti tiratori davano più importanza al sangue freddo e alla precisione che alla velocità (la "mistica" della velocità nell'estrarre è soprattutto cinematografica); 2) spesso gli scontri non erano affatto leali (nel senso che si sparava alle spalle o si cercava di cogliere l'avversario impreparato).

    Però, detto tutto questo, e ammesso che certo non si costruisce una storia su un duello - nè per Tex e nè per Carson - resto nella speranza che ogni tanto sia Kit Carson ad essere sfidato dal vilain di turno. E che non si cada più nelle assurdità, ad esempio di storie come La sconfitta, in cui per quasi tutto l'albo Carson dà sfoggio della sua abilità di tiratore, affrontando molti avvversari insieme a Tex e, poi, improvvisamente, nel finale l'unico degno delle attenzioni di Ruby Scott è Tex. Lo sconfigge (slealmente) e nè Ruby pensa di dover affrontare Carson, nè quest'ultimo prende in considerazione l'idea di affrontare Ruby. Insomma: basta con il monopolio "texiano" del duello. :)

  8. Un tempo scrissi anch'io alal redazione lamentando il fatto che Carson, pur mostrando capacità combattive quasi al livello di Tex (mi piace pensare che il quasi dipenda solo dalla differenza di età...), non era mai stato protagonista di un duello classico. Ricordo che lo feci presente all'indomani della storia Il passato di Carson, dicendo che mi aveva entusiasmato, che quello era il Carson che avrei voluto sempre vedere, ma che lo avrei voluto vedere affrontare in duello Rodelo, per colmare la lacuna che diceva Ymalpas. Boselli rispose, diplomaticamente, che quel tipo di duello non gli andava a genio, lo trovava noioso e che, comunque, vedere Carson ammazzare Rodelo (giovanissimo), non sarebbe stato edificante. 

    Ora, a parte il fu Rodelo, mi associo alla richiesta di Ymalpas: Carson ha una sua fama, una sua reputazione come gunfighter, dunque non si vede perché non lo si debba vedere sfidato o sfidante di avversari. Beninteso, avversari coi controfiocchi. Rubare la scena a Tex? ma no, perché? cosa diamine c'entra? Carson è presentato come un eroe, un maestro per il giovane Tex. Spero, anzi, che la nuova serie, consenta all'ottimo Boselli di rimediare all'assurdità dei primi numeri storici, in cui il Tex bonelliano appare come già perfetto, espertissimo, leader, pur avendo poco più di vent'anni, relegando immediatamente Carson, trentenne e già famoso ranger, al ruolo di spalla. Del resto, abbiamo già visto Carson in situazioni addirittura ancora più estreme del duello classico, affrontando da solo 5, 6 o 7 avversari (Maria Pilar o l'altra avventura del Magazine a colori), a quando il salto?

     

  9. Completamente d'accordo. Ora a Tex è stata data un anno ufficiale di nascita: il 1858. Vissto che le storie del presente texiano sono successive sicuramente di alcuni anni al 1876 (Little Big Horn, uccisione di Wild Bill), è logico collocarle (salvo anacronismi del passato) nei primi anni 80. Dunque, Tex ha tra i 42 e i 45 anni. Crason una decina di più. Se ne ne può dedurre sia nato nel 1828.

  10. Esatto, era un'avventura a San Francisco. Aggiungo che, con quella scenetta, la differenza di età tra i due fu decisamente aumentata rispetto alla tradizionale "decina (come da vari riferimenti nel corso della saga). Boselli ha poi rimesso le cose a posto nel romanzo di Tex e anche in diverse storie del passato, riportando la differenza di età alla decina d'anni.

  11. <span style="color:red;">1 ora fa</span>, borden dice:

    Le frasi attribuite a Lincoln sono tutte estrapolate dai suoi discorsi... Dire che Lincoln era razzista è del tutto fuori luogo e inesatto, per l'uomo che ha LIBERATO gli afroamericani. Fai tuo  un discorso -forse non te ne rendi conto- REVISIONISTA. Ai suoi tempi i  razzisti erano ben altri. Certo era lontano dal politicamente corretto di oggi, ma la sua moderazione e la sua apparente lentezza erano esclusivamente politiche e tattiche. Fin dal principio, infatti, Lincoln era per l'emancipazione, gli uguali diritti e il diritto di voto, e sarebbe stato contrarissimo alla segregazione, anche se, naturalmente, riteneva difficile la convivenza e improbabile se non impossibile l'integrazione. Come dargli torto?

    Certo Borden, appunto "ai suoi tempi". Lincoln era convinto della superiorità bianca, e la cosa non mi scandalizza affatto: era un'opinione largamente maggioritaria, anche tra chi si commuoveva leggendo Harriet Beecher Stowe e tra chi indossava la divisa blu. Non si possono applicare al passato modi di pensare di oggi. Dicendo razzista, intendevo dire che chiunque sostenesse oggi idee simili, verrebbe considerato tale.

    Ripeto, però, che ritengo Lincoln, una delle figure maggiori della storia americana.

  12. Gran bel finale, degna conclusione di una storia che, definire western sarebbe riduttivo (e non solo perché si svolge nel Mid West), dato che mi ricorda atmosfere e intrecci da romanzo d'avventura classico. Spero che si possa rivedere la bella Kate in una prossima avventura del passato, così come vorrei davvero rivedere QUESTO Steve Dickart e QUESTA Lilly ..... finalmente è iniziata l' "umanizzazione" di Mefisto! e quanto a Lily, in questa occasione sembra ancora su un crinale tra il bene e il male, che non ha ancora varcato del tutto (non credo che avrebbe davvero buttato dal treno l'esanime Kate...). Quanto a Lincoln, indubbiamente una delle figure più importanti e carismatiche della storia americana, non ci si poteva certo aspettare una rievocazione "completa", nel senso di fedele rappresentazione di luci ed ombre. Lincoln era convinto dell'inferiorità dei negri (nel loro complesso, chiaramente), pur essendo contrario alla schiavitù (soprattutto alla sua estensione nei territori dell'Ovest, che avrebbe ostacolato e ridotto le opportunità delle centinaia di migliaia di bianchi poveri dell'Est e dell'Europa, in cerca di terra e opportunità). Del resto, si può benissimo essere razzisti (verso una o più etnie) e purtuttavia essere antischiavisti. E probabilmente Lincoln lo era: razzista (come la stragrande maggioranza dei suoi contemporanei) e abolizionista. Sarebbe ridicolo incorrere negli anacronismi consueti nelle rievocazioni cinematografiche dei personaggi storici. In fin dei conti, nonostante nel tratteggiare Lincoln non ci si discosti dall'agiografia consueta ... ben venga! Il personaggio mi ispira comunque simpatia e ammirazione e vederlo impegnato a sferrare cazzotti e "remate", è uno degli aspetti più gustosi della storia.

  13. Io, per ora, sono ..... ENTUSIASTA!!!! La storia con Mefisto è magistrale! siamo al di sopra dei generi (western, poliziesco, spy story....). Mi piace anche la caratterizzazione - o, meglio, la definizione - di Steve Dickart. E' un po' diverso dal tipo simil Basil Rathbone delle vignette di Galep, ma va benissimo. Anzi, dico che, se mai in futuro si volesse raccontare gli inizi della carriere criminale di Mefisto, andando anche alla sua prima giovinezza, ben venga....

    Pochi giorni fa ho riletto la storia del ritorno di Mefisto, disegnata da Villa, e mi sono convito che il soggetto era interessante, pieno di aspetti originali (Parigi, Lily, il marito di lei), però - strano a dirsi, trattandosi del maestro Villa - ciò che mi è piaciuto di meno è la rappresentazione di Mefisto: caricaturale, una sorta di mummia malefica incartapecorita (ma non dovrebbe avere appena 65 anni?). 

    • Mi piace (+1) 1
  14. Un grande inizio per una storia che sarà certamente memorabile. Sottoscrivo tutte le considerazioni fatte da Dario 63 e Juanraza85. Ambientazione perfetta. Disegni magistrali. Come già detto, l'asso nella manica di questa serie, è il poter mostrare un Tex "meno perfetto", senza contare la possibilità di colmare lacune, integrare e sviluppare fatti appena accennati da GL Bonelli.

    Avrei solo da ridire sulla copertina. Se Mefisto, nel presente ha circa 70 anni (portati maluccio), qua ci sposta nel passato di circa 25 anni. Dovrebbe essere sui 45 anni. la sorella appare essere una ragazza, molto giovane. Forse 25 anni. In fondo, due fratelli potrebbero avere una grande differenza di età... Comunque, la rappresentazione in copertina, fa apparire Mefisto in costume, con un fisico da supererore, come una sorta di culturista. 

    Un dubbio, ma vederemo in questa storia il giovane Carson?

    Infine, un invito: creare storie in cui agiscono, indipendentemente e senza incontrarsi, personaggi della saga, destinati a conoscersi e incontarsi/scontrasi solo in altre circostanze, è uno stratagemma ottimo e spero che vena utilizzato anche in altre occasioni. Ad esempio, Tex e Carson nella guerra civile ... oppure negli scontri precedenti in Kansas e Missouri ...

  15. Ma che altro avrebbero potuto fare Tex & C.? sbaragliare il nutrito reparto di cavalleggeri statunitensi? iniziare di punto in bianco la solita guerriglia, con Tex-volpe e le giacche azzurre-tonte? Comunque, la storia, nel complesso mi era molto piaciuta, nonostante i disegni di Giolitti (lo so, una bestemmia, però io non li ho mai apprezzati). Una peculiarità di questa avventura, secondo me, è che ad un certo punto, dopo il massacro del campo indiano, si assiste ad un vero e proprio scontro verbale tra Tex e Carson, che pare addirittura sul punto di trascendere. Si badi, non il solito battibecco o le battute/punzecchiature reciproche cameratesche. No, qua c'è - e, a mia memoria, non ne rammento altre nell'intera saga (salvo che in Cruzado, versione pubblicata) - una vera lite su una questione seria e drammatica.

  16. Piccola, insignificante incongruenza: la bambinaia negra Sophie viene dapprima qualificata (da Doc) come "più giovane", mentre in seguito vien detto (dal sadico amico di Doc) che è un po' più grande di loro....

     

    Ad ogni buon conto: grande lavoro Boselli! magari tutte le partecipazioni di personaggi storici (e, in un modo o nell'altro, leggendari) fossero di questo tenore! Lo so che mi ripeto, ma la mia mente va inevitabilmente all'indigesta (per me) La sfida, in cui si consumò una esagerata, gratuita e - tutto sommato - ingenua umiliazione del povero William F. Cody....

    Stavolta, invece, ciò non avviene, nonostante Doc Holliday non fosse un gunfighter del livello di Wild Bill. Si afferma, è vero, che non è all'altezza di Carson o di Tex, ma sotto tono, en passant.

  17. Magistrale fusione di storia e finzione, resa perfetta dei personaggi e ottimi i disegni! Il riferimento di pag. 42 ad un precedente incontro di Tex e Carson con Doc Holliday, ma fa pensare che, prima o poi vedremo una nuova avventura  con il dentista pistolero....

  18. Assolutamente d'accordo con tutti quelli che, come Condor senza meta, stigmatizzano la rappresentazione di Carson in questa storia (che, per i disegni e l'ambientazione, avrebbe potuto essere memorabile...). Ricordo ancora la "doccia fredda" che ha rappresentato, dopo il Passato di Carson.

    Strano a dirsi, ma una situazione simile la si era già vista in una storia di Nizzi disegnata da Civitelli (solo leggermente meno umiliante, perché in quel caso, Carson viene sì atterrato da un robusto bullo da saloon, ma si rialza, pronto ad affrontare l'energumo). 

  19. Ottima storia e bellissimi i disegni, ma soprattutto ... finalmente si inizia ad esplorare ciò che non è MAI stato raccontato, ovvero il periodo in cui Carson è stato il leader, il "maestro" di Tex (come lui stesso ammetterà ne I sette assassini). I pochi squarci su quel periodo - quello della serie originale - sono in realtà quanto di più distante ci possa essere da un rapporto del genere. Il Tex di GL Bonelli è una sorta di strano ventenne esperto, infallibile, smaliziato, nei cui confronti Carson appare subito una "spalla". esempi? basta pensare ai primi 10 albi della serie gigante (con una parziale, timida, concessione a Carson, in Due contro cento). Niente di graduale, progressivo. Finalmente si inizia a raccontare in un modo un più verosimile il rapporto tra una leggenda del West ed un "novizio". In questa storia ho visto ciò che avrei voluto vedere in quelle storie e che, comunque, mi aspetto di vedere ancora man mano che si recuperano gli "anni perduti".

    • +1 1
  20. Patagonia è una delle migliori storie di Boselli. Tra l'altro, serve anche a ricordare che gli scontri coi nativi, nell'Ottocento, non erano confinati nel Nord America. Ho trovato molto interessante il colonnello Mendoza, soprattutto per le luci e le ombre della sua condotta. Chissà se lo si rivedrà ...

  21. <span style="color:red;">11 minuti fa</span>, Letizia dice:

    Il mio è solo un parere personale.

    La SBE dovrebbe infischiarsene della censura.

    Non si dovrebbe curar di bigotti e ipocriti, ma guardar e passare.

    Dovrebbe dare importanza zero alle critiche di chi si scandalizza.

    Dovrebbe ignorare le persone in malafede.

    C'è una sola regola ed è talmente ovvia che ho quasi vergogna a estrinsecarla: cum grano salis.

    Tex è quello che è.

    Se la SBE utilizza intelligentemente certi argomenti, su una collana ma non su un'altra, sa quello che fa.

    Se si utilizza l'argomento dell'omosessualità perché è richiesto da un'ottima storia, perché no?

    Sarei contraria solo se fosse fatto soprattutto per dimostrare di essere contro l'omofobia.

    Condivido tutto. Massima libertà per gli autori. Ma libertà vera, cioè senza orecchiare o sentirsi in dovere di rispettare vere o presunte sensibilità settoriali. Illuminante, im particolare, "Se si utilizza l'argomento dell'omosessualità perché è richiesto da un'ottima storia, perché no? Sarei contraria solo se fosse fatto soprattutto per dimostrare di essere contro l'omofobia". E' la demolizione della correttezza politica, con le sue regole e regolette (contrarie alla libertà di espressione e che rappresentano una subdola forma di censura ancora più pervasiva di quella, se mi passata il termine, un po' ingenuotta degli anni '50). 

     

    Ymalpas: naturalmente il mio "Ben vengano nudità e scene di sesso"  non va inteso alla lettera. Voglio dire che se per tali si intendono le vignette apparse sulla storia breve a colori col giovane Carson e la bella locandiera, beh .... allora evviva, non mi disturbano affatto. Non volevo certo auspicare la trasformazione di Tex in un fumetto porno.

     

     

  22. Ben vengano nudità e scene di sesso. Però non mi si dica che l'abbigliamento di Tesah (così come le sue fattezze, del resto) sia storicamente verosimile! Eppure, le fotografie, i disegni e i dipinti del tempo non mancano. Sia chiaro: non è una critica. E' una constatazione. Si è scelta una mise tipo Vartan... Okay, però lasciamo stare la realtà storica, per favore, che offriva ben pochi esempi di squaw avvenenti (secondo gli odierni canoni estetici) e nessun esempio di "minigonne". Visto che, comunque, è un piacere per gli occhi, bravo Boselli!

     

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