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I Capolavori Grafici Di Tex


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I capolavori grafici di Tex



Aurelio Galleppini





Se Tex e' il fumetto piu' conosciuto e venduto d'Italia, se' e' ancora presente nell'edicole vivo e in buona salute, lo si deve, oltre che per le belle storie che ci hanno accompagnate nel corso degli anni, anche per tutti quei capolavori grafici, che al di la' della qualita' delle storie, ci hanno illuminato gli occhi attraverso le splendide tavole che i disegnatori di Tex ci hanno regalato in tanti albi.

Non e' un segreto che tutti i migliori artisti italiani e non, sono stati chiamati e rubati da altre testate per disegnare Tex. E come ha affermato recentemente in un intervista il maestro Civitelli, per un disegnatore di fumetti esser chiamato nel difficile compito di illustrare le storie di Tex e' come quando un calciatore viene chiamato per giocare in nazionale.

Possiamo quindi, dire benissimo che su Tex abbiamo sempre avuto i migliori artisti disponibile sulla piazza.

In questo topic cercheremo di individuare tutte quelle vignette tratte da tutte quelle storie dove gli artisti hanno dato il meglio di se' nel corso della serie.

E' doveroso iniziare col creatore grafico del ranger, ovvero, il grande Aurelio Galleppini.

Sono tante le opere di Galep degne di essere nominate dei veri e propri capolavori grafici del fumetto. ma e' all'inizio degli anni '70 che il papa' di Tex raggiunge vette poi mai raggiunte in seguito.

E' il caso di menzionare due storie di quel periodo(1971) dove Galep nell'ormai consolidato formato bonelli puo' dare libero sfogo a tutta la sua arte e soprattutto, e grazie ad uno staff di disegnatori venuti in aiuto alla serie, puo' curare con maggiore calma e minor ansia le sue tavole.

Le due storie che considero dei veri e propri capolavori grafici sono senza dubbio "Il figlio di Mefisto" e "Gli Sterminatori"(breve storia apparsa nell'albo "Condor Pass")


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E' solo una delle vignette che compongono delle tavole a dir poco eccezionali, dove l'atmosfera di magia nera che si respira in tutta la storia e' ottimamente resa da un Galep al massimo del suo splendore.

La massima forma dell'artista la si puo' trovare anche qualche mese dopo, con una breve storia caratterizzata dal massacro di una mandria di bisonti compiuta da alcuni loschi individui, dal titolo "Gli sterminatori". Pensata inizialmente per essere una storia fuoriserie,Galep offre per la prima volta in assoluto nella serie, uno stile grafico completamente diverso, con vignette dalle dimensioni irregolari, molto simili allo stile dei fumetti americani. Ma non e' solo questa caratteristica a rendere le tavole di questa breve avventura semplicemente superbe. E' anche la perfezione nei disegni di ogni singola vignetta. Una gioia per gli occhi, e la dimostrazione piu' lampante che quando Galep non era costretto a fare gli straordinari per pubblicare in tempo la sua storia, poteva essere considerato come uno dei migliori disegnatore di fumetti in Italia a quell'epoca, e non e' un esagerazione dire, che con questi due lavori abbia raggiunto la sua perfezione stilistica.


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La vignetta sopra, con quella mandria di bisonti spaventata dagli indiani, e' piu' di una fotografia della storia del West. Ma non e' solo questa splendida illustrazione che rende questa storia un capolavoro grafico, ma anche la resa perfetta di cowboys, indiani e dei tre pards presenti.


Tra qualche giorno continueremo la nostra lunga ricerca a caccia di altri capolavori grafici presenti nella saga di Tex, trattando questa volta un altro grande artista che corrisponde al nome Giovanni Ticci.

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Giovanni Ticci




Di capolavori grafici di Ticci c'e' ne sono davvero tanti, ed e' un impresa sceglierne solo alcuni in oltre 40 anni di carriera su Tex.

Del Ticci della prima ora non si puo' non annoverare tra le sue opere migliori due storie/capolavoro della saga di Tex, e non solo dal punto di vista grafico:"Sulle piste del Nord" e "Terra promessa".

Nella prima storia, datata 1970, i pennelli dell'artista senese, specie nella seconda parte di questa avventura ambientata nelle grandi foreste del Saskatchewan, danno il meglio di se' nella resa dei paesaggi:


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Tra le tante splendide vignette che compongono questa storia, ho scelto proprio questa per i simpatici e piacevoli particolari che Ticci inserisce nel cuore della foresta. Infatti quei piccoli e innocui abitanti del luogo ben si contrastano alla malvagita' degli indiani nordici che si apprestano a sconvolgere la loro vita tranquilla addentrandosi minacciosamente in quella ammasso di vegetazione e di grandi alberi.


La seconda storia(1972) caratterizzata da molte scene epiche, come le lunghe file di carovane in marcia verso le terre promesse, e' pane per i denti di un Ticci gia' grande nel riprodurre dei dettagli molto fedeli alla realta' storica, come i fucili, il vestiario del gruppo dei quaccheri, l'empori, i saloon etc.


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Ma cio' che rende questa lunga avventura di tre albi e mezzo un capolavoro grafico sono senza dubbio le tante scene, come quella sopra. Quelle grandi colline calpestate da tante carovane in viaggio verso la speranza sono degne di un classico film western hollywoodiano, e Ticci, con le sue splendide illustrazioni, ha il potere di trasportare emotivamente il lettore in una dimensione che va' al di la del semplice fumetto. Guardando queste vignette si ha la sensazione di sentire il rumore dei cavalli che trainano i conestoga e le urla di incitamento dei cowboys.



Ma se il maestro Ticci e' stato un fenomeno nel riprodurre scenari come quelli delle foreste del grande nord o le sterminate pianure dello Utah, lo e' ancor di piu' quando c'e' da illustrare delle locations in puro stile western, dove l'artista non ha rivali. A questo proposito e' il caso di ricordare una piccola storia, sicuramente meno epica e ambiziosa delle due menzionate sopra, ma che rappresenta un piccolo capolavoro dal punto di vista grafico."Assalto al treno" e' un gioiellino ticciano caratterizzato da tavole che piu' western non si puo'.


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L'interno di un saloon polveroso e abbandonato di una ghostown, nella vignetta sopra, e' qualcosa di eccezionale. Massima cura per ogni piccolo dettaglio. Un disegno su cui soffermarsi e guardare attentamente. Sembra quasi di sentire l'odore di polvere e di chiuso uscire dalla vignetta, e di udire lo scricchiolio che i passi di Tex provocano nel pavimento fatto di legni traballanti.


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Lo stile ancor piu' western di un Ticci targato 1975, e' messo in evidenza in questa vignetta tratta sempre dalla stessa storia, dove l'esterno del villaggio fantasma, caratterizzato dalla facciata del saloon in rovina, da botte mezze coperte dalla polvere e dai tumbleweed sospinti dal vento, danno un tocco di realismo da far paura. Una fotografia del West vero e proprio.



Essendo Giovanni Ticci un artista che nel corso degli anni ha cambiato diversi stili, tratteremo la seconda parte di tutti i suoi capolavori grafici nei prossimi giorni.

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Continuiamo, esaminando le storie del maestro Ticci che potrebbero essere descritti come dei veri e propri capolavori grafici.

Correvano gli anni '80, e lo stile del disegnatore e' leggermente diverso da quello del decennio passato. E' piu' definito, piu' marcato e sembra che Ticci abbia finalmente ottenuto, nei volti dei quattro pards, quel tratto definitivo. Nel'85, per la prima volta insieme,Nizzi e Ticci regalano ai lettori un storia da brividi, dalla trama molto articolata e piena di colpi di scena:"Fuga da Anderville". Ma se questa storia ha ottenuto un largo consenso tra i lettori di Tex definendola una delle piu' avvincenti storie di quel decennio, lo e' grazie anche ad un Ticci in splendida forma, abilissimo nel ricreare l'atmosfera giusta di tensione e di attesa, e soprattutto bravissimo nell'illustrare tutte quelle locations che ci portano negli Stati del sud, e piu' precisamente a Richmond in Virginia. Una delle caratteristiche di quel territorio sono sicuramente tutti quei campi di cotone, simbolo della schiavitu' di quegli stati.


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Durante lo svolgimento della storia, quel viale che porta alla tenuta del signor Walcott, circondato da quei campi di cotone, e' spesso magnificamente accennato in diverse vignette, diventando cosi', uno dei simboli di riconoscimento di quell'avventura in cui Tex fu' uno dei protagonisti ventanni prima. Rivedendoli, dopo il suo ritorno a Richmond, sono una delle poche cose rimaste fisse nel tempo, dopo molti anni.
Ma non e' solo nelle locations che Ticci si supera, ma anche per quanto riguarda la caratterizzazione del ranger. Un Tex fantastico, dall'espressione dura e ironica allo stesso tempo, ma soprattutto il Tex di Ticci per eccellenza, lontano da quel Tex invecchiato e un po' tirato via dei primi piani del Ticci odierno, e altrettanto lontano dal quello giolittiano dei suoi primi lavori.


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Siamo appena arrivati negli anni '90 ed esce un altra storia firmata da Nizzi e Ticci ("Sioux"), e malgrado l'artista dia i primi timidi accenni di quella stilizzazione che poi lo avrebbe portato negli anni successivi a modificare ancora una volta il suo tratto, riesce a confezionare delle tavole che sembrano dei veri e propri dipinti, come la vignetta sotto.


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Questa ennesima storia filoindiana e' un invito a nozze per l'artista nell'illustrare i Sioux di Nuvola Bianca che sembrano usciti da un film di John Ford. Il disegno sopra, con quei pellerossa fermi in cima alla collina, sembra veramente un quadro o una foto d'epoca.
Ma l'avventura e' caratterizzata dagli splendidi scenari naturali delle Colline del Vento, nel Montana, in pieno territorio Sioux, e solo un Ticci sfiorato da una mano divina poteva realizzare con tanta brillantezza e maestria. La vignetta sotto e' solo uno dei tanti luoghi da favola che si possono ammirare in tutta la storia. Davanti a capolavori cosi', non ci rimane altro che di ringraziare il maestro Giovanni Ticci per tutti i suoi capolavori per Tex che ci ha regalato per molti anni.


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Nei prossimi giorni stavolta, ricercheremo le "perle" di Villa.

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CLAUDIO VILLA





Parlare di capolavori grafici texiani e non accennare il nome di Claudio Villa sarebbe un eresia.

Arruolato nella serie di Tex quando il personaggio si apprestava a festeggiare i suoi quarantanni di vita editoriale, si e' subito contraddistinto per il suo tratto prettamente realistico, con una predilizione per tutte quelle scene d'azione con un taglio cinematografico e con un interpretazione di Tex e dei pards da lasciare senza parole. Un artista sempre in continua ricerca, e' riuscito a conquistare sin da subito il favore sia della critica e sia dei lettori, tanto da prendere in consegna da Galep il difficile compito di disegnare le copertine della serie inedita dal 1994, anche se il suo stile e' molto diverso dal creatore grafico di Tex. Tra i suoi meriti, c'e' senz'altro la volonta' di dare ai quattro pards un immagine piu' moderna e piu' realistica possibile. Uno su tutti, la figura di Tiger Jack, dove l'artista comasco riesce ad ottenere per la prima volta un navajo dai tratti somatici molto fedeli alla realta' storica.
Escludendo la sua prima storia/pilota ("Il ranch degli uomini perduti"),Villa e' impiegato, nei suoi primi lavori per Tex, in tutte quelle avventure dall'ambientazioni e dalle trame piu' disparate, che hanno poco a che fare con le classiche tematiche western.

Si puo' benissimo considerare un capolavoro grafico una storia come "Gli spiriti del deserto" (1988), prima collaborazione tra Nizzi & Villa. Un avventura circondata da un alone di mistero e caratterizzata da un atmosfera di tensione e di paura, che Villa riesce benissimo a rendere attraverso i suoi disegni con molte tavole di ambientazione notturna e con un efficace gioco di chiaroscuri. Ma e' in tutte le vignette di questa fantastica avventura che Villa puo' dare prova del suo sconfinato talento e del suo stile iperealista, offrendo ai lettori di Tex una storia memorabile, sia a livello di sceneggiatura e soprattutto a livello grafico.
E' il caso di soffermarsi in due splendide vignette, dove l'artista riesce a disegnare due scenari naturali da brivido:


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E' impressionante la qualita' del disegno qui sopra, con quella valle caratterizzata da un ruscello, da campi coltivati, da alberelli, da pareti rocciose e da quella pagoda posta al centro. Un luogo da favola, di apparente pace e tranquillita', dove il tempo sembra essersi fermato.


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Altrettanto d'effetto e' il vignettone sopra, con quel fiume sotteraneo che va ad immettersi in un vortice turbolento di acqua, dove Tex e Carson sembrano davvero destinati a rimetterci la pelle. La tecnica utilizzata da Villa per descrivere quel tremendo vortice rasenta la perfezione, considerando che l'acqua e' stata ed e' sempre uno degli elementi piu' difficile da disegnare.


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"La congiura", altra collaborazione tra Nizzi & Villa, puo' considerarsi a tutti gli effetti un altro capolavoro grafico della serie. Una storia ad ampissimo respiro, dove l'artista riesce perfettamente a ricostruire la San Francisco di fine '800, mettendo in risalto tutte le caratteristiche di quella grande citta', soprattutto la nebbia che avvolge al calar della serie la famosa baia di Frisco, dove da lontano sia Tex e Carson potevano intravedere le spettrali mura del famigerato carcere di Alcatraz:


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Villa e' stato assolutamente fenomenale nel rendere quell'atmosfera di desolazione e di inquietudine che si prova nell'osservare l'isola di Alcatraz avvolta nella nebbia.
La bellissima descrizione di Verger a proposito del carcere di Alcatraz qui ci sta tutta:
"Si ergeva tetro e cupo su di un piccolo isolotto al largo della baia di San Francisco. Fra le sue turrite mura la penombra si riempiva del rumore di serrature, di cigolii di porte, di sospiri, di gemiti e del rimbombare di pesanti scarponi nei lugubri corridoi. Qui gli uomini erano ridotti a ruderi sull'orlo della follia, in preda ad un delirio depressivo suicida. Era una discesa agli inferi in cui non c'era possibilita' di ritorno se non attraverso le scorciatoie della pazzia e della morte. Alcatraz, luogo da cui nessuno poteva fuggire!Eppure qualcuno un giorno ci riusci':due diavoli scatenati chiamati Tex Willer e Kit Carson per liberare l'amico Barbanera nel corso di una rocambolesca evasione che e' rimasta impressa nella nostra memoria!"

Ma se Villa e' un genio nel rendere le atmosfere giuste di una storia e' altrettanto bravissimo nel far recitare i suoi personaggi. E' il caso di Barbanera alias il capitano Drake:


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Personaggio che fa' la differenza in questa storia, e' una miriade di espressioni che Villa gli conferisce magistralmente in ogni vignetta. Uno spettacolo.
E come dice il solito Verger, nel suo volto si potevano leggere le tempeste di mari lontani e sconosciuti, i venti impetuosi che flaggellano le scogliere, il moto tumultuoso delle acque. Aveva l'avventura nel cuore capitan Drake.

Altra scena che mette nell'olimpo dei capolavori grafici di Tex questa avventura mozzafiato, e' senza dubbio l'ormai famosa caccia alla balena a cui partecipano anche i nostri due satanassi:


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Un vignettone che lascia senza parole, dove ogni commento sarebbe inadeguato.


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Altro splendido lavoro di Villa e' senza dubbio "L'uomo senza passato", una storia altamente drammatica a tratti anche psicologica, piena d'azione, ma soprattutto un avventura caratterizzata da una splendida recitazione dei personaggi, dove l'artista, in molte occasioni, riesce ad infondere nei volti disegnati delle espressioni cosi' reali da lasciare il lettore sbalordito:


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E' il caso della vignetta sopra, dove la maschera di un Tiger legato e torturato poco prima, alla vista dell'amico Kit Willer la dice lunga sull'abilita' di Villa. E' il volto di un uomo sofferente, pallido, dalle labbra aride e che a malapena riesce ad alzare la testa, cercando inutilmente con un timido sorriso, di nascondere lo stato di patimento in cui perversa a causa del supplizio subito.


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Altra espressione da incorniciare e' quella di Kit Carson sopra. In un bivacco notturno,Tex prima di dormire, afferma di sentire che suo figlio e' ancora vivo. Il vecchio Carson lo guarda ma non fa' nessun commento, ma dall'espressione che gli conferisce Villa, il lettore immagina il pensiero dell'inseparabile amico. E' anch'esso preoccupato per le sorti del suo figlioccio, forse e' meno ottimista di Tex, ma stavolta non esprime il suo pessimismo, per solidarieta' nei confronti dell'amico non volendo infierire ulteriormente sul suo stato d'animo turbato.


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L'illustrazione sopra non riguarda stavolta un espressione, ma la riproduzione perfetta e meravigliosamente realistica di un indiano, in questo caso di Naso Piatto, il capo villaggio Ute. E' uno splendido ritratto e un esempio dello stile iperealista di Villa, riproducendo fedelmente i lineamenti somatici degli indiani d'America. Piu' che un disegno e una vera e propria effigie.



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  • 4 mesi dopo...

Altro capolavoro di Villa sotto il profilo grafico ?, senza dubbio,?La Tigre Nera?. è il Luglio del 1992, quando arriva in edicola questo nuovo personaggio, nato dalla penna di Nizzi, e della matita, naturalmente, del disegnatore comasco. Il cattivo di turno, appunto la Tigre Nera, alias il Principe Sumankan, viene rappresentato magnificamente da Claudio Villa:

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Come si può vedere da questa vignetta, Villa è riuscito a dare questo aspetto sinistro, misterioso, a questo personaggio. Sono da brividi le orecchie a punta e gli occhi. Gli occhi, soprattutto, che non fanno trasparire emozioni di nessun tipo, contribuiscono a rendere la Tigre Nera un personaggio spietato e privo di qualsiasi sentimento.

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Ed eccoci arrivati a questa scena da brividi, oserei dire horror, di cui mostrer? la vignetta più significativa. Infatti, Villa dimostra tutta la sua bravura nel rappresentare le emozioni e gli stati d'animo dei personaggi. Ed, in questo caso, è bravissimo a rappresentare la disperazione che prova Jean Morel, perchè, in un certo senso, avverte che la sua ora è arrivata, che si è andato a cacciare in un vicolo cieco, da dove ormai non può più uscire. Questo vicolo cieco ha un solo nome: ?La Tigre Nera?!
Ed ecco, infatti, dopo sole quattro vignette, Jean, si ritrova faccia a faccia con il suo incubo, ed è così che Villa, in un particolare stato di grazia, ci mostra la faccia di Morel, letteralmente disperato:

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Qui, in questa vignetta, in questo intenso primo piano, ci sono tutti i particolari, i quali, messi insieme, danno un'espressione perfetta: gli occhi spalancati, il leggero allargamento delle narici, le sopracciglia che si alzano, e i muscoli della testa in tensione, ci mostrano un Morel che è arrivato ad un livello di paura e di disperazione estremi, perchè sa che ormai, per lui, non c'è più niente da fare.



Ma non solo le espressioni, rendono questa storia un capolavoro grafico. Infatti contribuiscono anche le ottime caratterizzazioni degli ambienti da parte di Claudio Villa. Ed, in particolare, è degna di nota ?la reggia? (come la definisce lo stesso Tex) del Principe Sumankan.

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Il pavimento lucido, i bracieri, e il trono, rendono il covo della setta un luogo misterioso, degno di un cattivo come La Tigre Nera.

Questi disegni di Villa possono avere un solo voto: 10 e lode!
Grazie, Claudio?

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