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Il Quinto Centinaio In Pillole


ymalpas
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L'ORO DI KLAATU


Marzo 1994. Il n° 401 della serie regolare costa 2500 delle vecchie lire, vende circa 340.000 copie e apre all'insegna del rinnovamento. Due sono principalmente le novità. La prima, che è anche la più evidente, è rappresentata dal nuovo copertinista Claudio Villa, che sentendo tutta la responsabilità dell' impegno, esordisce tutto sommato in maniera anonima. L'altra novità è la prima sceneggiatura scritta dal sessantenne Decio Canzio, già autore negli anni settanta de "Il piccolo ranger", "Akim" e "Zagor". Canzio è il primo di tre nuovi sceneggiatori chiamati in fretta e furia dall'editore per dar man forte a Claudio Nizzi, che due anni prima aveva subito una lunga crisi creativa che si era protratta per circa sei mesi. Per i pennelli di Fusco Canzio imbastisce una storia invernale di circa 250 tavole che gli calza a pennello, ambientata sul Kaibab Plateau dove Tex e Carson dovranno fronteggiare la banda del simpatico Nick Guerrero, affaccendato nella ricerca del mitico oro di Klaatu.



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BANDE RIVALI



L'ultima storia disegnata dallo spagnolo Jesus Blasco, che vede esordire Michele Medda, non è avara di sorprese. Ma procediamo con ordine. Subito dopo la prima di Canzio era prevista in scaletta la sua seconda storia, disegnata come vedremo poco più avanti da Letteri. Il programma viene cambiato e pubblicata sarà invece l'avventura dello sceneggiatore sardo, che traendo un po' spunto dai drammatici fatti di cronaca della sua regione, scrive una storia incentrata sul rapimento di un giornalista, figlio del facoltoso aspirante governatore dell'Arizona Addison. "Bande rivali" è senz'altro un buon western ma Medda ha il torto di inserire delle scene irraccontabili in un albo di Tex. La prima è quella del sordido bordello. A pag. 104 del primo albo si intuisce chiaramente un personaggio della storia consumare sotto le lenzuola un atto sessuale con una prosperosa prostituta: fioccano intestate all'editore le inevitabili lettere di protesta da parte di lettori pudibondi e indignati. La seconda sorpresa è ancora più amara perchè riguarda proprio l'eroe, che nelle pagine iniziali del secondo albo alle prese con il corpulento agente della Pinkerton, l'irlandese O'Bannon, capitola impietosamente sotto i colpi dell'avversario e si tira d'impaccio solo grazie a un colpo basso, una ginocchiata sui genitali che desta scalpore!



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IL MESSAGGIO CIFRATO



La seconda storia di Canzio è accreditata anche a Claudio Nizzi. A corto di storie, la redazione spinge molto probabilmente perchè Canzio riprenda sbrigativamente una vecchia idea dell'autore modenese ( un soggetto e/o qualche pagina già sceneggiata ) e la trasformi in una sceneggiatura da affidare ad un disegnatore veloce come Letteri, che ha appena finito di illustrare la lunghissima storia sugli - Uomini Giaguaro - scritta da Sergio Bonelli. Non a caso l'avventurosa "Il messaggio cifrato" è una storia insolitamente corta, che come lunghezza non raggiunge neppure i due albi. Nel ricordo dei lettori, di questa storia dall'intreccio piuttosto deboluccio e strappalacrime, rester? il finale romantico con lo sceriffo di Las Cruces, la bella vedova Susan McIntire, innamorata senza speranze di Tex.



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IL PASSATO DI CARSON



Se dovessimo contare cinque capolavori texiani sulle dita di una mano, "Il passato di Carson" probabilmente vi avrebbe meritatamente parte. Nel 1992 quando inzia a lavorarci l'autore Mauro Boselli non è proprio un esordiente, sue sono infatti una vecchia storia di Tex scritta a quattro mani, il secondo episodio della serie River Bill, uno speciale di Zagor e uno del Piccolo Ranger. La crisi di Nizzi permette a Boselli di accapparrarsi uno dei disegnatori più veloci e validi, Carlo Marcello, che ha dovuto interrompere proprio una storia dell'autore modenese, appartenente al filone dei maya, che sarà pubblicata solo anni dopo. Nel corso del 1992 Boselli riesce a sceneggiare solo le prime 100 pagine del suo capolavoro, deve quindi interrompere la sceneggiatura per permettere allo stesso Marcello di disegnare la storia zagoriana de "L'esploratore scomparso" e solo ai primi del 1994 questi può finalmente riprendere la storia di Carson e portarla a termine ( altri due albi ) entro l'estate dell'anno, appena in tempo per la pubblicazione. Sono tempi, si è capito, in cui Tex rischia di non andare in edicola se un qualche disegnatore rallenta all'improvviso i propri ritmi di lavorazione! Per venire alla storia vera e propria, Boselli riprende una vecchia leggenda del West, quella della banda degli "Innocenti" di Bannack, e d' vita a tre albi pieni di suspance. Il merito maggiore della storia sta però nella rottura con la tradizione passata: Boselli ha fatto scuola mostrando che le avventure di Tex possono essere raccontate anche in chiave sentimentale senza che l'eroina ( in questa storia Lena Parker ) alla fine debba per forza rimetterci tristemente la vita!

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ORRORE!


Al "Passato di Carson" succede la seconda e ultima storia sceneggiata da Michele Medda che va in edicola con una copertina finalmente calzante. In un'intervista concessa alla rivista Ink, Boselli ricorda scherzosamente come l'editore, contattando lui e Medda nel '92, pensava a una loro partecipazione su Tex "una tantum", cioè temporanea, e solo nel caso le loro storie si fossero rivelate degne di nota, avrebbe preso in considerazione l'opportunità di farli entrare nello staff degli autori del ranger. Sarà che la crisi di Nizzi si rivel' poi più lunga del previsto, ma entrambi i nostri "precari" ebbero la seconda opportunità. A differenza di Boselli che miglior esordio non poteva augurarsi, Medda aveva qualcosa da farsi perdonare. Il risultato è una storia dall'intreccio quasi inquietante, con Tex alle prese con un serial killer, un misterioso sventratore che sceglie le sue vittime fra le prostitute della cittadina di Glenwood, nel Colorado! La storia mediamente piace ma conserva quel sapore di atipico: se il bordello stavolta non è fuori dalle righe, stride la caratterizzazione di certi personaggi, dal vicesceriffo caricaturale Nebraska alla prostituta alcolizzata. Il soggetto della storia poi sembra più adatto a una storia dell'indagatore dell'incubo! I motivi che portano all'interruzione della collaborazione dell'autore sardo con la testata principe della SBE possono essere stati molteplici, ma le due belle storie che ha lasciato non ce lo mostrano a suo agio con il ranger. Il disegnatore è il prolifico Letteri, che ritorna ad affacciarsi dopo appena tre albi sulla serie regolare!



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YUKON SELVAGGIO



Dopo una lunga sequenza di cinque storie sceneggiate da altri autori, Nizzi ritorna in edicola con una storia di quasi tre albi intitolata "Yukon Selvaggio", disegni di Fusco. Il primo albo merita il massimo dei voti, quasi ubriacante com'? nella comicit? dei battibecchi verbali tra i pards, ma anche Carson che stende il capitano del piroscafo, oppure la colossale sbornia di Gros-Jean e tante altre piccole trovate. Nizzi l'aveva sceneggiato nel '91, prima della crisi. Quando l'autore riprende confidenza con la penna e il foglio bianco, Fusco sta ancora lavorando sulla storia di Canzio e bisogna aspettare la seconda metà del 1993 perchè si liberi e riprenda a realizzare i due albi mancanti. Il lasso temporale che intercorre sembra essere stato fatale. Quello che segue, pur restando abbastanza vivace e movimentato, non vale il primo albo e alla lettura si sente. Si arriva alla fine della storia senza grandi sussulti e la sensazione che si siano persi parecchi punti è fortissima. Menzione particolare per la diligenza di Fusco che realizza la sua seconda storia consecutiva ambientata in un paesaggio invernale... con la caccia all'oro come tema!


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DELITTO NEL PORTO



Una delle prime avventure scritte dopo la crisi è "Delitto nel porto", la cui idea di fondo sarebbe stata suggerita da uno dei lettori di Nizzi. Si tratta di una storia cittadina che si ricorda soprattutto per la sua ambientazione, una suggestiva Boston coperta dalla neve, che valorizza nel contrasto efficace dei bianchi e dei neri i disegni dell'amico Fabio Civitelli. Leggera, briosa e piuttosto movimentata, la storia mostra un autore che sembra aver superato brillantemente la crisi. Anche i personaggi si lasciano volentieri ricordare: dall'antagonista Requin, all' agente di colore della Pinkerton Alabama, senza dimenticare la bella e battagliera Julie Calvi (di origine corsa), giunta in città per vendicare sotto la neve che cade la morte del padre.


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CERCATORI DI PISTE



Con "Cercatori di piste", la seconda storia sceneggiata da Boselli, numero 417 della serie regolare, siamo in piena estate 1995. I disegni sono ancora una volta di Marcello, artista che Nizzi ha momentaneamente ceduto a Boselli ( non a caso la successiva storia dell'autore milanese sarà realizzata, come vedremo più avanti, da Guglielmo Letteri, disegnatore che era stato in forza prima a Canzio e poi a Medda ). Sicuramente tra le migliori scritte dall'autore, "Cercatori di piste" è una storia di disertori e bounties che inizia a definire sempre più chiaramente lo stile complesso dell'autore, con la sua tendenza (che alla lunga può essere visto come un difetto) per esempio di lasciare fin troppo spazio ai comprimari. L'avvenura in questione è infatti dominata dalla figura dell'ambiguo antagonista Mickey Finn, un mezzosangue dai penetranti occhi azzurri, pieno di odio e cresciuto nella violenza, la cui vita è legata a doppio filo con quella di Tex.

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SUL SENTIERO DELLA VENDETTA


Al trading post di Tascosa il cacciatore di taglie Mounty Maker ha ucciso una giovane ragazza indiana dopo aver cercato di usarle violenza e fa in modo che dell'omicidio sia accusato il giovane sbandato Ray Talberg sulle cui tracce si è subito lanciato. Il famoso capo apache Hondo, fratello della vittima, che conosce la vera identit? dell'assassino, ha deciso di far parte della partita di caccia: il sentiero che segue è ovviamente quello della vendetta! Dopo la bella storia ambientata a Boston, Nizzi ritorna alla carica con un classico western che non brilla certamente per originalità, ma che calza a misura per i pennelli di Vincenzo Monti.


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LA MINACCIA NEL DESERTO


Le avventure scritte da Mauro Boselli rientrano in due categorie. La prima è quella dei western violenti come "Il passato di Carson", disseminati di personaggi ruvidi e ben definiti. Vengono poi, seppure in numero minore, le storie fantastiche e horrorifiche. A quest'ultimo genere fa capo la sua terza fatica intitolata "La minaccia nel deserto", disegnata da un Letteri la cui parabola discendente è ormai sempre più evidente. Del disegnatore ancora buoni restano comunque i primi piani dei personaggi di cui la storia, non a caso, è particolarmente copiosa. L'autore milanese, la cui ispirazione stavolta non è stata particolarmente felice, ricalca una vecchia storia bonelliana illustrata in passato ma con ben altra arte dallo stesso Letteri ("Il fiore della morte"). Sono evidenti però soprattutto gli echi del primissimo opus boselliano ("La minaccia invisibile") non solo per i corpi orrendamente sfigurati e pieni di pustole, ma per quell'idea poi messa da parte del contagio che sappiamo doveva essere la reale - minaccia - ad attanagliare la città di Frisco!



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L'UOMO SENZA PASSATO


Nel gennaio 1996 viene pubblicata l'unica storia del centinaio illustrata da Claudio Villa. "L'uomo senza passato", una delle quattro storie che Nizzi inizia a scrivere subito dopo la crisi, come già la storia bostoniana sceneggiata per Civitelli, nasce da un suggerimento prestato all'autore modenese, questa volta dallo stesso Villa. L'inedita coppia di autori d' vita a quella che, dopo "Il passato di Carson", è probabilmente la più bella storia di quegli anni. Quello che stupisce è il fatto che questa, come il capolavoro di Boselli, non sia una storia tipicamente texiana, ma bensì una storia dedicata a uno dei suoi pards. Gli ingredienti dell'avventura, quasi tutti suggeriti dal disegnatore comasco, sono tutti eccellenti: c'è l'idea della perdita del figlio, una bellissima, tragica storia d'amore, il duello del padre col figlio smemorato...



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YUCATAN!



L'ultima storia scritta per Marcello, la buona "Yucatan!", Nizzi l'aveva iniziata nel '91 lasciandola interrotta dopo un numero imprecisato di tavole. Il disegnatore era quindi passato nella "scuderia" boselliana realizzando per l'autore milanese due storie ( più una per Zagor ), l'ultima delle quali fu conclusa solo nell'estate del 1995. Prima di far capo nuovamente sulle storie di Boselli, il prolifico Marcello riprese e termin° nel giro di pochi mesi quest'avventura tropicale di Nizzi che come era avvenuto con la storia "Yukon Selvaggio" risulta disomogenea, lasciando stilisticamente avvertire l'interruzione (che dovrebbe coincidere più o meno con le pagine iniziali dell'albo "Il pozzo dei sacrifici"). La storia globalmente si fa comunque apprezzare per l'ambientazione, la delirante scenetta di Carson che si finge ubriaco, l'insolita presenza del Morisco costretto a calarsi nei panni dell'uomo d'azione e infine anche per il rocambolesco duello di Tex con una gigantesca anaconda che ispira a Claudio Villa una delle sue migliori copertine.

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I LUPI DEL COLORADO


Nel 1991 Nadir Quinto, settantatre anni, già illustratore per - Il Giornalino - del "Larry Yuma" di Claudio Nizzi ( siamo alla fine degli anni settanta ) entra in contatto con Sergio Bonelli per realizzare una storia di Tex. Inizia a lavorarci a partire dal '92, realizzando contemporaneamente altri liberi sempre per il settimanale cattolico. Nonostante la crisi attraversata da Nizzi, nella storia che Quinto sta illustrando non si ha una vera e propria interruzione (come accadde invece per le avventure realizzate da Fusco e Marcello), l'autore modenese riprende infatti la sceneggiatura già nell'autunno del '92. Ma il destino a volte è beffardo! Il 15 marzo del 1994 Quinto muore nella sua Milano, lasciando (forse) incompleta "I lupi del Colorado" di cui aveva realizzato, procedendo con lentezza, quasi tutte le tavole. Bonelli decide di far ridisegnare daccapo la storia. Il disegnatore prescelto è Fernando Fusco che inizia a lavorarci nei primi mesi del 1995. Poco meno di un anno e mezzo dopo questa storia travagliata può essere finalmente pubblicata. La storia, che ricorda la gloriosa "Gilas!", è quella dei cinque fratelli Kimball, rapinatori di professione, che l'insolita coppia formata da Tex e Kit Willer dovranno stanare nel loro impervio rifugio su nelle montagne a Last Paradise. La copertina arancione del mese di luglio che ha come titolo "Morte di un amico" e come tema un Tex che guarda un primo piano intensissimo di Tiger Jack fa temere il peggio per il navajo, ma il morto sarà Jesse, il più piccolo dei fratelli Kimball, partner redento di Kit Willer che nel giro di qualche mese perde una moglie indiana e un amico.


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GLI UCCISORI


Al generoso Vincenzo Monti, artista tuttofare, capitava spesso di illustrare storie brevi e senza ambizioni, che senza vittimismo ma al contrario con la cordialit? del suo bonario sorriso, portava avanti indefesso. "Gli uccisori" è una di queste storie, un'avventura di passaggio di 150 tavole, con un soggetto zagoriano ("La preda umana") che vede due spietati e annoiati banchieri inglesi dedicarsi con il cinismo delle carogne alla caccia all'uomo nel "selvaggio" West. La stori? è abbastanza equilibrata, ha un ritmo veloce ma perde mordente nella seconda parte. La si ricorder? alla fine solo come il preludio al capolavoro nolittiano che verr? immediatamente dopo.


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LA STRAGE DI RED HILL



La sua ultima storia, "Il colonnello Watson", datava autunno 1984. Per ridare fiato a Nizzi, nel 1991 Sergio Bonelli decide di mettersi ancora una volta in discussione scrivendo altre storie di Tex: una lunga avventura per il velocissimo Letteri e una lunga avventura con le Giubbe Rosse per l'amico Alberto Giolitti ( che ne era stato in passato un grande interprete ), con il quale smaniava di collaborare. Nell'aprile 1993 il disegnatore però muore lasciando compiute circa 200 tavole di una storia che inizialmente avrebbe dovuto svilupparsi su quattro albi. Giovanni Ticci viene individuato come l'artista che dovr? portarla a termine. Perchè di Giolitti era stato allievo, perchè di Giolitti aveva già completato un'altra storia negli anni settanta: "Sabbie insanguinate". Ticci che era capace di imitare alla perfezione lo stile del maestro romano, stranamente disegna le restanti pagine con il suo solito tratto, creando di fatto un a dir poco fastidioso senso di rottura. Per molti lettori l'ultimo capolavoro nolittiano è rovinato graficamente proprio dal forzato passaggio di consegne. "La strage di Red Hill" come spesso capita nelle opere di Sergio Bonelli, affonda le sue radici nella storia: il massacro di Cypress Hills, compiuto dai Wolfers di Fort Whoop up ai danni degli Assiniboin il primo giugno 1873. La copertina del n° 431, con il Tex il cui volto ricalca quello di Clint Eastwood, è invece la più bella copertina disegnata fino ad allora dal sommo Villa.


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WILD WEST SHOW



Se la precedente storia di Mauro Boselli ricordava velatamente per certi aspetti "La minaccia invisibile", la nuova vede il ritorno tout court sulla serie regolare del mattoide "Maestro" Andrew Liddel, assecondato stavolta da un colorito gruppo di evasi dal manicomio criminale di Atlanta (il nano Squeezy, il titanico negro Ladykiller e il giovane Danny Lund). La città di New Orleans è presto messa sotto ricatto da una serie di attacchi dinamitardi effettuati dalla banda di psicopatici, che finiscono per coinvolgere anche lo spettacolo itinerante di Buffalo Bill e dei suoi artisti, tra i quali si distingue la bella Annie Oakley. Artista del winchester, la ragazza d' una lezione di bravura ad un esterrefatto Kit Carson, con il quale finisce però per intrecciare poi un tenero rapporto di amicizia. La storia, penalizzata dai disegni di Letteri, soffre anche per le caratterizzazioni volutamente esagerate degli antagonisti, un atout narrativo di cui Boselli amer? servirsi anche in seguito, ma tutto sommato piace molto ai lettori, senza peraltro eguagliare le prime due storie scritte dall'autore negli anni novanta.

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GLI INVINCIBILI



La seconda storia consecutiva di Mauro Boselli è una di quelle che, ne siamo certi, piacquero al vecchio Bonelli. Per un paio d'anni, di Gianluigi, ne era stato l'assistente, sezionando i vecchi numeri della rivista True West alla ricerca di qualche idea interessante. Se Bonelli non si serv? mai di questi soggetti, l'allievo ebbe l'intuizione di recuperarne uno, quello avvolto nella leggenda del tesoro di Massimiliano. Nella sua nuova storia, "Gli invincibili", che nel gennaio 1996 il disegnatore Carlo Marcello inizia a illustrare, c'è la volont? da parte dell'autore di scrivere qualcosa di nuovo, epico e ricco di pathos. Questa strabordante sceneggiatura, una delle più amate dai lettori, si appoggia anche ad un' ampia cinematografia western euro-americana: con la banda degli irlandesi il rimando è alla "revolucion" di "Giu la testa" con la sua salsa piccante messicana, il terzo - monumentale - albo ricorda invece la celebre sparatoria finale del film di Peckinpah, "Il mucchio selvaggio", omaggiato anche nella copertina del numero 438 da Villa.


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SPRINGFIELD CALIBRO 58



Nel luglio 1997 ritorna in edicola Nizzi, assente sulla serie regolare da quasi un anno. Nella seconda pagina Bonelli pubblicizza l'imminente uscita del nuovo western "Magico Vento". Il titolo del nuovo albo ha il nome della famosa carabina avancarica usata dall'esercito unionista durante la guerra civile. Quella che illustra il debuttante Victor de la Fuente non è però una storia che ha l'epicit? della precedente di Boselli, ma un onestissimo western creato su misura per l'artista spagnolo, in cui Tex e Carson danno una lunga, estenuante caccia a una banda di comancheros. C'è la doppiogiochista Vera Lopez, gonnella che ricorda quelle tradizionalmente evocate dalla penna di Gianluigi Bonelli che aggiunge pepe al secondo albo, e poco altro di cui ricordarsi.


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IL RITORNO DELLA TIGRE NERA



La prima storia della Tigre Nera, il miglior personaggio uscito dalla penna di Claudio Nizzi, era stata pubblicata cinque anni prima riscuotendo unanimi consensi. L'autore modenese, che dopo la crisi ha scritto in media storie modeste, tenta la carta vincente, potendo contare anche sui disegni di Civitelli, artista particolarmente a suo agio nell'ambientazione cittadina di New Orleans dove la nuova avventura è ambientata. I primi due albi della storia sono particolarmente gustosi. In Louisiana il principe malese, sotto l'identit? del banchiere Anderson, tenta di conquistare il monopolio dei trasporti fluviali. Non manca neanche il pittoresco rifugio nascosto nelle paludi che circondano la città: il tempio lugubre della Laguna Morta. Poi ci sono diversi personaggi interessanti come la bella Lohana ( che Civitelli disegna rifacendosi alla modella Naomi Campbell ) e il sacerdote Omoro. Il terzo albo non mantiene inspiegabilmente le buone premesse quasi come se fosse stato scritto in un secondo momento. La Tigre Nera finisce per confondersi con Mefisto e a differenza della storia ambientata a Leadville, si limita solo a strumentalizzare i fanatici del vodoo, dandosi ancora una volta alla fuga nella parte finale che è stata censurata dalla redazione nella scena che vede Tex uccidere per errore la bella Lohana. Tonalit? sbagliata poi per la brevissima sequenza in cui Omoro riporta in vita la legione di zombi, indubbiamente debitrice di certa filmografia, ma poco adatta a una serie come Tex, nonostante il precedente offerto dall'albo "Magia Nera" dove la materia era però trattata con ben altro tatto. Una trovata a effetto quella di Nizzi di cui la storia non si è sicuramente giovata... senza avrebbe guadagnato sicuramente diversi punti nella stima dei lettori!


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BUFERA SULLE MONTAGNE ROCCIOSE



"La tragedia del treno 809" di Boselli e Marcello è quasi una fiaba nella sua esiguit?, un piccolo capolavoro di cui l'autore può andare fiero, che dimostra come le storie brevi, a volte, non hanno niente da invidiare agli episodi con centinaia di tavole sul groppone. Se la trama è piuttosto semplice, è il modo di raccontarla che miete consensi. In un paesaggio freddo e innevato il gaglioffo Lennox e la sua banda fanno deragliare un treno per accapparrarsi le paghe dell'esercito. Sfortuna per loro vuole che in un vagone ci sia un viaggiatore artista del clarinetto, ferito ad un braccio, ma deciso a tutto pur di fermarli! Il momento magico su Tex di Mauro Boselli continua senza conoscere cedimenti...

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SCORTA ARMATA



Il primo albo presenta in copertina il bollino dei cinquant'anni festeggiati da Tex. La storia, scritta da Nizzi e disegnata da Fusco, molto movimentata e con un pizzico di giallo, piace molto ai lettori. Dopo Cobra Galindez, questa volta è l'altro grande antagonista de "L'uomo con la frusta", il colonnello Oliveira, a far ritorno sulle pagine di Tex. Le prime pagine ambientate nel cimitero di Chihuahua, raro esempio di gotico nella serie, e quelle successive che mostrano il ricatto operato ai danni di una deliziosa Conchita, che scopriamo sposata e madre di un pupo misteriosamente rapito, sono un esempio di perfezione nella difficile arte del raccontare storie. Evaso in maniera rocambolesca dalle carceri della città e impadronitosi della refurtiva frutto della sua passata attività di ladrerie grazie all'immancabile Potrero, Oliveira ha deciso di rifugiarsi negli Stati Uniti ma il confine è lontano e ha bisogno di una scorta! Quale miglior vendetta quella di assicurare la propria libertà nelle mani di coloro che lo spedirono in carcere è Il disegno ordito dal colonnello prevede ovviamente anche la morte del piccolo Ramon, per distruggere la vita della donna che fece fallire il suo ambizioso piano e lasciare un rimorso perenne nelle anime dei due rangers. Oliveira si conferma ancora una volta un autentico serpente ma anche un personaggio dotato di un forte machiavellismo, si veda per esempio la commedia della valigietta inscenata lungo le 220 tavole. Il finale della storia non può che lasciare l'amaro in bocca, con la morte dell'antagonista. Disegni di Fusco come al solito perfetti, da applauso quelle vignette in cui imprime quelle particolarissime espressioni facciali al volto rugoso di Kit Carson!


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GLI UOMINI CHE UCCISERO LINCOLN



La successiva storia vede l'esordio di un altro autore iberico, Josè Ortiz giunto anche lui sulla serie regolare dopo aver disegnato un Texone. Quella che Nizzi scrive per lui è una storia di spionaggio che, come suggerisce il titolo, mette i due pards contro i misteriosi congiurati che uccisero il Presidente Lincoln. L'albo numero 450 rester? negli annali per il macroscopico errore di cui finirono per parlare tutti i giornali, ovvero il Campidoglio che viene erroneamente indicato come la Casa Bianca, corretto a partire dall'edizione tre stelle, di cui Sergio Bonelli si scuser? a pag. 2 del numero 452. Disguido a parte, la storia mostra un Nizzi in grande spolvero!


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OPPIO!



Nel maggio 1998 esordisce dopo aver illustrato un almanacco anche Venturi con una breve storia di circa 150 pagine decisamente fuori dagli schemi, ispirata dal melodramma "I Pagliacci" di Leoncavallo, che mette in scena le disavventure del teatrino ambulante dell'ingenuo e debole Mr. Morgan. Se l'avventura, incentrata su due omicidi e il traffico d'oppio, non entusiasma moltissimo i lettori, brillano però in maniera inconsueta i suoi personaggi ( la bella e fedifraga Eva, il viscido nano Ruby, il gigante buono Big Joe... ) che offrono un interessante spaccato della vita teatrale itinerante nel secondo ottocento.


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IL RITORNO DEL MORISCO



Per la sua nuova storia Boselli si affida al "passato". C'è in parte la volont? di riscrivere una vecchia storia glbonelliana ("La piramide misteriosa") e soprattutto di raccontare la giovinezza dell'enigmatico "El Morisco", lo studioso di Pilares, tingendola di rosa. Ci può stare anche se il canovaccio sembra sempre lo stesso. Poi, il suo fascino non riposava in buona parte proprio nell'aura di mistero che questo personaggio - per definizione "senza storia" - emanava è Scrivere il passato di uno degli - amici storici - non è un'operazione immune dai rischi che comunemente accompagnano questo tipo di lavori. Il risultato è una storia che si lascia onestamente apprezzare, ben lontana dal raggiungere peraltro i vertici toccati dalle vicende sulle vite di Tiger Jack e di Carson. Il flashback iniziale con la scoperta della tomba di Akhran rapisce i lettori, ma già la scena successiva in cui si fa la conoscenza di Jesse Hawks mostra nell'autore una scelta di fondo sbagliatissima, che consiste nel raccontare il passato del Morisco lasciando ampio spazio alle gesta di altri personaggi, come Juan Raza, che in questa storia non meritava questo privilegio. L'inevitabile conseguenza è che quello che sarebbe dovuto essere il fatto centrale della storia, diventa per le scelte dell'autore un fatto di contorno. Discutibile anche la scelta di far illustrare una storia - importante - come questa a un Letteri ormai sempre più avviato lungo il viale del tramonto.

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VENDETTA NAVAJO



Nel settembre 1998, Tex compie cinquant'anni. Li festeggia con una splendida copertina aquarellata di Villa e il volumetto allegato "Le frontiere di carta", il tutto al prezzo di 3500 delle vecchie lire. L'albo autoconclusivo, numero 455 della serie regolare, in bianco e nero, è sceneggiato da Nizzi e illustrato da Ticci, che si pone ( per anzianit? di servizio ) come il successore di Galep: suoi saranno anche i successivi numeri centenari! La storia ha una trama molto semplice e ricorda quella dell'ottavo Texone disegnato da Capitanio. Un giovane navajo accusato ingiustamente dell'omicidio di Katy Kilburne e del padre di lei, ragazza con la quale aveva una relazione, riesce a evadere e a farsi giustizia da solo. I lettori la ricordano come una storia modesta e senza grandi pretese.


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AL DI SOPRA DELLA LEGGE



"Al di sopra della legge" che si avvale nel secondo albo di una delle più belle copertine di Villa, è una storia cittadina davvero originale scritta da Nizzi che segue di pochi mesi il primo Texone di Boselli ( storie casualmente non troppo dissimili ), rovinata graficamente dai disegni di De La Fuente, a cui è stata incomprensibilmente assegnata. Tex deve smascherare i "giustizieri", un'associazione malavitosa che a Frisco esegue strani omicidi su commissione: le vittime sono tutte persone che per un motivo o un altro si sono macchiate di gravi colpe e sono sfuggite alla dura mano della giustizia. Il cattivo Smirnoff è un sadico che assomiglia non solo fisicamente alla Tigre Nera. Nizzi, ricordandosi forse dell'albo "Squali", gli fa fare nelle ultime pagine la fine delle sue vittime!



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SULLA PISTA DI FORT APACHE



Sulla nuova storia di Boselli, per la prima volta affiancato da Ortiz, si potrebbe dire che ( il solito "passato di Carson" escluso ) siamo davanti alla più bella avventura da lui scritta. Questo eccellente ed epico western fordiano passè però alle cronache per la denuncia senza precedenti dell'Associazione dei Consumatori, che accusè la testata ( in una manciata di tavole alla fine del primo albo ) di istigare i giovani al consumo dell'alcol e del tabacco. Curiosamente la copertina del secondo albo illustrata da Villa mostrava l'eroe in un primissimo piano proprio nell'atto di accendersi una sigaretta. Il caso tenne banco per alcuni mesi in Tv, sui giornali e sul web, risolvendosi poi con l'archiviazione da parte della Procura di Milano, di cui Sergio Bonelli diede notizia nella seconda pagine dell'albo numero 461 "La pietra di Akbar". Cessato il clamore, le più temute conseguenze si materializzarono di l' a poco con una limitazione della libertà di espressione degli autori, nel nome di una ridicola correttezza che Tex Willer sarebbe stato il primo a prendere a calci!



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LA PIETRA DI AKBAR



Questa criticatissima avventura fluviale, qualcuno allora la defin° ragionevolmente un ottimo feuilleton, una storia con un intreccio scorrevole e divertente, ricca di movimento e di colpi di scena, con un Nizzi che ammiccava a "L'isola del tesoro" di Stevenson. Il tesoro in questa storia è un grosso e infernale diamante rubato, che passa di mano come in un indiavolato vaudeville, seminando ovunque la morte. La copertina del secondo albo, con il cattivo che sprofondava nelle sabbie mobili, spoilerava incredibilmente la conclusione dell'avventura! Disegni di Fusco invece (come al solito) molto piacevoli.

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I SETTE ASSASSINI



La visione dello spaghetti-western "Vamos a matar, compa?eros" in cui figura il bravo Jack Palance nel ruolo del killer psicopatico John, ispira a Mauro Boselli il personaggio principale di un'opera diluita su tre albi, disegnata da Marcello e intitolata "I sette assassini". Jack Thunder è un pistolero cieco, sulla cui spalla troneggia un gufo che porta lo stesso nome, Freyr, del grifone di Palance nel film sopra citato. Il lugubre individuo ricorda anche la mente psicologicamente devastata di un'idimenticabile protagonista nolittiano, "El Muerto". Entrambi i personaggi infatti, dati per morti, ritornano da un tragico passato in cerca della loro vendetta ( come il personaggio di Armonica nel capolavoro leoniano "C'era una volta nel West" ). Thunder ha una "famiglia" che lo accompagna, una banda di cinque personaggi che rivaleggiano tra loro per crudeltà e deformit? psichiche e fisiche. Su un altro registro si situano invece i personaggi della pensione di Heaven. Le figure di Lena e Donna Parker permettono all'autore di giostrare innanzitutto su dei piani relazionali che animano molto i dibattiti, incominciando dalla velata confessione della cantante sulla paternit? di Kit Carson... per finire con l'idillio di Kit Willer con la figlia Donna, ragazza romantica che si lascia facilmente andare a notturne effusioni al chiaro di luna, ma che si dimostra anche "farfallona" non appena orfana del figlio di Tex ( subir? il fascino del giovane Kid Rodelo e si lascer? andare a nuove smancerie! ). Nella storia trovano posto anche i ricordi personali dell'autore, che vivette un'esperienza identica ai quattro pards quando durante un'escursione in Corsica fu sorpreso dalle fiamme in una valle di maquis e pot? trovare fortunosamente riparo nelle acque di un torrente. La storia ha diviso i lettori. In molti sono quelli che l'adorano come un'emozionante e drammatica avventura che lascia letteralmente senza fiato. D'altro canto non mancano neanche i lettori che la considerano fin troppo barocca e contestano all'autore l'uso di certi espedienti ad effetto ( per esempio la singolare capacità di Thunder di sparare nonostante la menomazione visiva ) e la forte spettacolarizzazione. Boselli ha escluso la possibilità di riprendere un giorno l'antagonista principale, sepolto nelle gallerie della miniera.


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GOLDEN PASS



Terminata la breve avventura per il quattrocentesimo numero, Aurelio Galleppini inizia a disegnare una nuova storia su testi stavolta di Sergio Bonelli. Siamo infatti negli anni della "stanchezza" creativa di Nizzi che ha chiesto espressamente all'editore di alleggerire il suo carico di lavoro. Bonelli sceneggia poco più di un albo ( l'ultimo che scriver? per Tex ) con Galep che, per la seconda volta consecutiva alle prese con Pat Mac Ryan, riesce a racimolare circa una sessantina di tavole. Nel 1994 il pap? grafico di Tex muore e le sue tavole, che mostrano tutte le difficolt? legate alla malattia, vengono accantonate per sempre in un cassetto. In redazione si decide infatti di far ridisegnare daccapo le pagine a Giovanni Ticci, che vi mette mano probabilmente nel 1996. Mauro Boselli nel gennaio 1997 inizia a scrivere i testi delle nuove tavole, cioè da pag. 15 del secondo albo, ovvero dove l'aveva lasciata interrotta Bonelli. La storia è un giallo montanaro che accompagna i lettori per circa quattro mesi e mostra l'autore perfettamente a suo agio nel genere. Suscita scalpore la sequenza iniziale, sceneggiata da Nolitta, in cui Tex rimprovera bonariamente a Carson una scappatella notturna in qualche bordello di Denver, rarissima allusione alla vita sessuale dei pards voluta dall'editore per mettere a tacere le insistenti domande fatte da lettori e critica. Come rinfrancato dall'ammissione fatta a pagina 10, Mauro Boselli inscener? l'incontro fortuito a Nameless town con la matrona Mamie Smith, vecchia fiamma dell'impenitente donnaiolo, con la quale questa volta Carson si limiter? però a fare le ore piccole rinverdendo solo i dolci ricordi del passato! Storia a tinte gialle che, lontana dall'essere un capolavoro, risulta molto godibile alla lettura!


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IL DIAVOLO DELLA SIERRA



La nuova storia di Tex, in edicola negli ultimi due mesi del vecchio millennio, è "Il diavolo della sierra" dell'accoppiata Boselli & Marcello, un sequel di "Cercatori di piste", piacevole ma di ridotta portata ( appena 178 pagine ). L'antagonista è il predone yaqui Narvaez che ricorda il Cruzado nolittiano. Con la sua banda infatti si presenta al campo yavapai di Valle Hermosa da amico, ma durante la notte rapisce alcune squaws ( tra cui Luna, la moglie indiana del defunto sergente Torrence) seminando la morte nella valle. Come era avvenuto con il ritorno di Lena e Donna, le famiglie yavapay servono solo da pretesto per scatenare una caccia all'uomo che finir? per rivelarsi una trappola per Tex. Le cerbottane usate dagli yaquis non sono infatti l'unico rimando a una storia epocale degli anni cinquanta. Il ranger verr? anche imprigionato in delle gabbie sospese per aria ( la stessa situazione l'abbiamo ne "La gola della morte" ma anche in "Lotta per la vita" ) e l'avventura sembra voler ricongiungersi anche alle prime storie di Pat Mac Ryan ( a partire dal n° 33 ), qui alla sua seconda presenza consecutiva e finora anche ultima. "Il diavolo della sierra" è in ultima analisi un omaggio al passato di Tex al quale l'autore Boselli continuerà a guardare anche in alcune delle sue successive storie.


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TESTIMONI D'ACCUSA



La prima storia del nuovo millennio vede il ritorno di Nizzi dopo otto mesi d'assenza, qui affiancato dal non troppo amato Victor De La Fuente, alla sua ultima storia texiana. A Washington, Ely Parker è riuscito a istituire una commissione d'inchiesta per inchiodare alcuni funzionari corrotti delle riserve indiane e conta sull'aiuto di Tex per convincere i capi indiani a portare testimonianza di tutte le loro malefatte. Ma negli uffici del dipartimento indiano c'è una serpe e la potente lobby, una volta informata, cercher? in tutti i modi di impedire che questi scomodi testimoni possano giungere a destinazione! La sceneggiatura di Nizzi non è una delle più originali, sorprendenti però tutte le pagine in cui riesce a condensare, nei dialoghi di Tex e Joselito, tutta la distanza culturale che separa il mondo dei bianchi e quello degli indiani. I disegni dell'autore del tascabile "Mortimer" come al solito si rivelano azzeccati tutte le volte che le tavole sono ambientate nel west desertico ( in particolare sono da antologia i volti dei nativi ) ma lasciano invece molto a desiderare non appena il paesaggio diventa cittadino!

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  • 5 mesi dopo...
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LA LUNGA PISTA



E' abbastanza curioso il caso che questa storia boselliana presenta con quella immediatamente successiva scritta da Nizzi. Nelle due avventure abbiamo una situazione iniziale in cui l'eroe, creduto morto, deve seguire una lunga e penosa pista con la morte come assillante compagna di viaggio ( in questa storia consiste in una camminata in pieno deserto, senz'acqua ). Dopo la maratona, in entrambe le storie la salvezza al termine della "pista" è rappresentata da un ranch, abitato da una donna ( qui Rose Clampett ) in pericolo ( qui molestata da Indigo e dai suoi sgherri - ne "Il presagio" invece saranno gli indiani ribelli a far visita ad Alison ). In entrambe le storie la ragazza è una giovane vedova che ha da poco perso il marito ( peraltro una costante in Tex, da Helga Barnett de "La croce fiammeggiante" allo sceriffo Susan McIntire di "Uomini crudeli" ) che Tex, seppure molto provato, ovviamente difender?. Infine, in entrambe le storie Tex sembra sostituirsi idealmente al marito morto ( qui lo vediamo addirittura calato in faccende domestiche ). Assenza di pianificazione, almeno per quanto riguarda le uscite delle storie, quella della SBE è Tutto lo lascerebbe supporre se non fosse che siamo a conoscenza della programmazione originaria: inizialmente ?La lunga pista? sarebbe dovuta venire subito dopo ?I sette assassini? e quindi sarebbe stata seguita da ?La collina della morte?. Entrambe le storie furono invece spostate e pubblicate nel 2000 (peraltro in ordine inverso) per far posto a ?Golden Passè e ?Terra di confine?. Perchè avvenne tutto questo è Lo ignoriamo. La dura prova subita da Tex è sottolineata da Boselli e Letteri con la barbetta posticcia che da sola sembra voler cammuffare l'identit? del personaggio che non a caso, come avviene in "Gilas", si presenta sotto falso nome. Non è neanche l'unico caso di citazionismo da parte dell'autore... Abbiamo infatti anche la figura dell'avvocato, ripreso da un film con James Stewart, ?Partita d'Azzardo?, tratto da Max Brand.



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IL PRESAGIO



In un ristorante di Lucca, siamo nel 1996, Nizzi sta cenando con l'amico Civitelli e l'argomento della loro discussione è un soggetto di Tex che il disegnatore ha proposto allo sceneggiatore... Nasce così "Il presagio", una storia tra le più amate dai lettori, che non solo ricorda quelle di "Pueblo Bonito" e de "Il grande intrigo", ma narra anche una mancata storia d'amore tra il protagonista e la bella vedova Alison Sydor, che si innamora dell'eroe mentre i sentimenti di Tex, per esigenze redazionali, restano allo stato di semplice affetto. La storia si conclude con la sfida su un maestoso torrione roccioso, che rievoca il mitico duello con Cane Giallo nella storia "Gli eroi di Devil Pass". Il nome del disegnatore risulta ovviamente accreditato accanto a quello di Nizzi come soggettista della storia, anche se l'autore modenese deve fare qualche pressione perchè ciò avvenga, dal momento che l'Editore si mostra contrario a questo tipo di collaborazioni. Lo stesso Sergio Bonelli, nelle edizioni successive della storia, fa apportare delle censure ai testi ( i dialoghi delle due vignette sopra per esempio sono stati modificati ) nella sequenza che vede Alison ospite nel villaggio dei Navajos.



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LA MINIERA DEL FANTASMA



Nell'estate del 2000 si succede un'altra acclamata avventura di due albi, stavolta con Boselli ai testi e l'ispanico Josè Ortiz ai disegni, particolarmente a suo agio con l'ambientazione maledetta della storia e i suoi lugubri personaggi. Come ben ci è spiegato da Carlo Monni, la storia della miniera d'oro nascosta sui monti Superstizione fu ispirata a Boselli da una vecchia leggenda del West, da cui fu tratto tra l'altro anche il film "L'oro di McKenna" con Gregory Peck, ma anche da un episodio delle avventure di "Blueberry" intitolato "La miniera del tedesco". Il tutto è stato rielaborato dall'autore in maniera originale, con tutte le caratteristiche attribuibili alle sue storie ( per esempio i numerosi personaggi tutti ben caratterizzati ) e al suo stile. Il maestoso - ago del diavolo - che figura alle spalle di Tex nella copertina del numero 479 è uno dei picchi più suggestivi che si possono visitare negli Sati Uniti.



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LE COLLINE DEI SIOUX



Dopo poco più di quattro anni ritroviamo in edicola una storia disegnata da Vincenzo Monti, la penultima di una lunga e onorata carriera. Da sempre aveva realizzato storie brevi che mai avevano raggiunto la lunghezza delle 220 tavole. Disegnatore molto lento, questa volta affrontava la prova delle 330 pagine con una sceneggiatura che lungi dall'essere il classico riempitivo ( che fino ad allora era stato affidato ai suoi pennelli ), illustrava il sequel di una storia memorabile di Nizzi e Ticci del 1990, intitolata "Sioux". E Monti non solo riusciva a non far rimpiangere le tavole dell'artista senese, ma disegnava il suo capolavoro texiano. Rispetto alla precedente, la vicenda imbastita da Nizzi risulta probabilmente più semplice, ma ha dalla sua un finale amaro e epico ( che avrebbe qualche punto in comune con un episodio della serie televisiva "Alla conquista del West" ), dove Tex nulla può se non essere l'impotente spettatore davanti all'estremo sacrificio del capo Nuvola Bianca, finale che per la sua impietosit? può essere ascritto alla storia con la S maiuscola, con la quale quest'avventura sembra avere una maggiore comunanza rispetto ala precedente.

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A SANGUE FREDDO


Nel gennaio 2001 i lettori hanno la possibilità di acquistare la nuova storia, in due albi, di Boselli e Letteri. Il titolo allude all'omicidio, a sangue freddo, dell'indiano Nantay, vecchio scout di Fort Grant che raggiunta l'età della pensione è andato a trascorrere gli ultimi anni della sua vita in un ranch a Federation, California, in compagnia dell'inseparabile amico il maggiore Wingate. In città arriver? però Tex Willer nelle vesti di giustiziere ( il titolo provvisiorio era "La legge di Tex" ) per regolare i conti con gli assassini e con uno sceriffo incapace a cui finir? per sottrarre la stella per appuntarsela al petto - stella che figura nella stessa copertina dell'albo e che inevitabilmente richiama alla mente la storica copertina di un'avventura di Bonelli e Muzzi degli anni settanta. La storia, in tono minore rispetto ai grandi capolavori boselliani del periodo, è penalizzata dalle tavole di un Letteri, realizzate nel corso del 1999, sempre in difficolt?, che si riduce ormai a disegnare i personaggi sempre più piccoli per nascondere i dettagli, oppure affidarsi sovente a dei non del tutto convincenti primi piani.



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I CAVALIERI DEL WYOMING



Tessy Malone, cinica e arrivista latifondista che si è impadronita di un ranch nella valle del Muddy Creek, nel Wyoming, non esita a ricorrere all'omicidio per sbarazzarsi degli allevatori vicini. La trama imbastita da Nizzi, che risale al 1998, è classicamente texiana ed è ispirata oltre che dalla storica guerra del "Fence Cutting? (ovvero il taglio delle recinzioni ) che si ebbe tra gli allevatori in diversi stati, tra cui il Wyoming, intorno al 1883, anche dal film "Man without a star" di King Vidor del 1955. La copertina del primo numero, curiosamente, fu ripresa da una vecchia cover dello stesso Villa realizzata per un albo del 1999 dell'edizione brasiliana. La storia risulta tutto sommato gradevole, così come le tavole del veterano Fernando Fusco, ma qualche gradino al di sotto alle aspettative dei lettori più esigenti.


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MATADOR



Dalla Plaza de Toros di Guadalupe alle infernali Sierras infestate dai banditi, si dipana la caccia di una famiglia di possidenti terrieri, i Montoya, al famoso matador Rafael Guerrero, colpevole di avere insidiato la figlia di Don Enrique. Trovatisi per caso alla corrida in compagnia di Montales, Tex e Carson devono sfoderare le pistole per ristabilire la giustizia in un Messico violento e senza legge, in una avventura scritta da Mauro Boselli e disegnata da Aldo Capitanio. Cosè recitava la presentazione nel sito della SBE dell'ultima avventura del bravissimo Capitanio, morto prematuramente nel settembre 2001, appena due mesi dopo la pubblicazione di questo suo lavoro iniziato addirittura nel lontano 1996 e che stranamente procedette molto lentamente nel corso degli anni! La storia, per la quale sono in molti a parlare di capolavoro, mostra un Tex ancora una volta messo troppo in secondo piano. Boselli non nasconde il suo disappunto per le corride e non risparmia episodi di cinismo e estrema crudeltà: il volto sfregiato della giovane e bella Sarita rester? a lungo impresso nella nostra memoria.


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CONGIURA CONTRO CUSTER


L'idea di mettere a confronto Tex con la mitica figura del generale Custer e la tragedia del Little Big Horn era già venuta in mente, nei primi anni novanta, a Berardi ( che già ne aveva scritto negli albi di Ken Parker ) ma era stata poi accantonata con lo scrittore che aveva puntato poi su altri progetti. L'ennesima rivisitazione di quel celebre episodio storico è quindi stata affidata anni dopo a Claudio Nizzi che grazie alla segnalazione del noto appassionato Aurelio Sangiorgio ( che gli fa notare come nel n° 15 Tex affermi di aver servito come guida con Carson sotto il comando di Custer ), guardando un po' anche alla Storia del West di D'Antonio, sforna tre albi illustrati alla grande da Ticci, che per ora chiudono anche il ciclo delle guerre indiane ideate dall'autore modenese. Quella dell'erede di Bonelli è un'attenta ricostruzione storica, nella quale il rapporto tra l'eroe e il leggendario guerrafondaio regge benissimo, non mancano paraltro delle piccole incongruenze (tanto per accontentare i soliti denigratori disfattisti ), che nulla tolgono al piacere suscitato dalla lettura di questi tre albi che costituiscono una delle ultime grandi avventure scritte da Claudio Nizzi.

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LA MORTE NERA


Nel novembre 2001 esce "La morte nera", testi di Nizzi e disegni di Civitelli, che per esigenze editoriali non va al di l' delle 110 tavole. L'autore modenese ritorna al suo antico amore, il giallo ( genere che curiosamente dominer? anche nelle due successive storie ), e riprende da "Il signore dell'abisso" il tema della morte che pietrifica i corpi. La storia è modesta e brilla soprattutto per i virtuosismi del disegnatore aretino.



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LA MASCHERA DELL'ORRORE



La storia successiva, "La maschera dell'orrore" vede ancora Tex nelle vesti dell'investigatore che questa volta dovr? scoprire chi si nasconde dietro il misterioso ( ma non troppo ) "Teschio", sorta di nuovo Grande Re, il cui volto nascosto si riveler? sorprendentemente simile al... Signore dell'abisso! La storia, come ritmo e stile, sembra piacevolmente richiamare il Nizzi degli anni ottanta. I tre albi sono affidati a Josè Ortiz che con questa ritorna ad illustrare avventure scritte dallo sceneggiatore modenese. Il disegnatore si mostra a suo agio con l'ambientazione nordica anche se è vero che già iniziano a notarsi i preoccupanti segni di un declino che apparir? in maniera sempre più evidente nel decennio successivo. Una nota di merito invece per le tre copertine, tra le più belle mai disegnate da Claudio Villa.


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LA GRANDE INVASIONE



Nei primi mesi del 2000 Boselli si mette al lavoro su tre storie, una delle quali è "La grande invasione", lunga ben tre albi, affidata a Marcello. Il disegnatore ligure, molto veloce come al solito, la termina in poco più di un anno e mezzo: sarà la sua ultima avventura per Aquila della Notte, che chiuder? il quinto centinaio! I disegni sono ampiamente corretti in redazione, l'artista infatti soffre di problemi alla vista, che si aggraveranno tanto che la storia successiva, "Morte nella nebbia", non è nemmeno pubblicata ed è riassegnata allo spagnolo Font. La storia è una di quelle maggiormente amate dai lettori: un amico di Tex è morto e se ne conoscer? l'identit? solo seguendo il racconto che rievoca sapientemente storia e vita passata di Tex, con l'autore che d' vita a pagine epiche e a personaggi quasi leggendari.



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UOMINI IN FUGA


Dell'albo che nel giugno del 2002 porter? Tex allo storico traguardo dei cinquecento numeri pubblicati, dapprima incuriosisce ( come al solito ) soprattutto la colorazione e alla fine solo quattro risulteranno le pagine acquarellate da Giovanni Ticci che è succeduto ormai in via ufficiale a Galleppini nella realizzazione dei numeri centenari. Accantonata da quanto si vocifera anche l'idea di festeggiare l'evento con un'edizione contenente sedici pagine in più, così come quella di un albetto allegato su G. L. Bonelli che invece finisce pubblicato con l'Almanacco del West di quell'anno. Per venire alla storia, abbastanza criticata, Nizzi cita "Il giuramento" con Tex sulla tomba oltraggiata di Lilyth, riscrive "Dugan il Bandito" con il tema del mitico oro dei monti Navajos, si ricorda infine di "L'oro del Colorado" con il morso del serpente a sonagli... scrive in definitiva un western con qualche stonatura, appena discreto e nulla più. Copertina acquarellata di Villa dove per la prima volta in assoluto compare anche il titolo della storia e non letterato a mano!

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