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TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
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Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Leo

    [668/670] I rangers di Lost Valley

    Due storie in una. Nella prima c'è la battaglia di Lost Valley, storicamente combattuta dal maggiore Jones e dai suoi uomini. Una bella avventura western in cui Tex e Carson si separano: espediente che apprezzo sempre molto, in quanto consente a entrambi i pards di fare belle figure rendendosi protagonisti di avventure in solitaria. E se la parte del leone, come di consueto, spetta a Tex, anche Carson si copre di gloria, riuscendo a sfuggire ai Kiowas e a portare a termine la missione di avvisare l'esercito. Belli i pensieri di Carson al momento del commiato da Tex: sarà meglio che si faccia trovare vivo, altrimenti gli tolgo il saluto. Tanta ironia a dissimulare una certa ansia per la sorte dell'amico, che sta per lasciare in una situazione davvero disperata. Quante volte abbiamo visto Tex e Carson stemperare la tensione in situazioni senza sbocchi? La loro ironia in momenti fatali è una prerogativa del Tex GLBonelliano, poi fedelmente sfruttata dai successivi autori. In questo caso, però, la particolarità sta tutta nel fatto che non c'è ironia tra i due pards; l'ironia è tutta nella testa di Carson, che in tal modo cerca di farsi forza al pensiero di non rivedere più il suo compagno di strada. Una bella trovata. L'intervento dei due ranger provoca l'intervento di "Mano Cattiva" e la disfatta dei Kiowa: è significativo il dialogo tra i due pards, con Carson che confida a Tex di non essere fiero di quanto fatto. Non è la prima volta e non sarà l'ultima che i nostri eroi si trovano combattuti e lacerati nel loro duplice ruolo di bianchi e amici degli indiani, e se da un lato hanno salvato la vita ai loro commilitoni, dall'altra sono stati l'incolpevole strumento che ha spianato la strada alla vittoria dell'esercito e alle "puzzolenti baracche" (come quelle della boom town Matador) che prenderanno il posto degli accampamenti comanches. Un'altra bella sequenza, come rimarcato da molti di voi nei precedenti post, è Tex che fuma una sigaretta in una notte stellata del Texas "partecipando" alla veglia funebre di Lone Wolf da parte del nipote Dayte. L'azione passa poi in un villaggio messicano, cambiando bruscamente atmosfera rispetto alla storia vissuta fino a quel momento. Il tempo di vivere una bella avventura di quelle tante volte respirate oltre il Rio Grande, con annessa uccisione del borioso capo comanchero El Truco, ed ecco che la telecamera si sposta tutta sul Colonnello "Mano Cattiva" e sui suoi comportamenti squilibrati, tra i quali spicca la minaccia a Kit Willer. Più tardi, però, il Colonnello saprà riscattarsi, con un comportamento che ai miei occhi è apparso troppo al servizio della storia, tanto è improbabile: favorire la fuga dei Kiowas da lui osteggiati addirittura attaccando i rurales in territorio messicano: sono cose che posso aspettarmi da Tex o da qualche suo alleato matto come lui, ma non da un ufficiale dell'esercito ligio e impostato come Mackenzie. Questa parte, improbabile e però risolutiva della storia, si deve comunque apprezzare per la sua originalità e proprio perché è sorprendente: in fin dei conti, queste azioni potrebbero pur sempre ascriversi alla demenza che progressivamente sta purtroppo ghermendo il Colonnello, o forse, chissà, è l'ultima azione sensata della sua vita, posto che riconosce la nobiltà del tentativo di Tex di salvare i Kiowa e forse vuole rendere omaggio, in tal modo, oltre che a Tex anche al suo sfortunato ma nobile avversario Lone Wolf. La chiave di lettura può essere in effetti questa: un'azione folle, tanto improbabile da farmi storcere tuttora il naso, giustificata tuttavia, oltre che dall' "amicizia" per Tex, anche dal rispetto verso l'antico avversario Kiowa, nonostante i tormenti procuratigli dal fantasma dell'altro Kiowa Maman-ti, sempre presente nella sua mente. Mackenzie non è il classico personaggio boselliano: questi ultimi sono spesso combattuti e al confine tra il bene e il male, ma lo sono per indole, incarnando le contraddizioni, gli impulsi nobili e le miserie dell'animo umano. Il Colonnello invece è minato nella testa, a causa di una botta in testa o di una vecchia maledizione. Le sue ambiguità non traggono origine da un sofferto vissuto o da vecchi ideali ma da una malattia che ne inficia il giudizio. Mantiene dunque una sua originalità e "inclassificabilità", appartenendo comunque di diritto alla galassia dei grandi comprimari generati da Borden che hanno impreziosito, con la loro partecipazione, la sterminata saga di Tex Willer.
  2. Leo

    Claudio Nizzi

    Ci rivediamo in molti
  3. Leo

    [Texone N. 36] La vendetta delle ombre

    Ma no, Borden, l'irritabile ero io Questo mi fa felice. Ho amato Brindisi sin dal suo primo Texone nizziano.
  4. Leo

    [Texone N. 36] La vendetta delle ombre

    Che si lavori di più, è indubbio. Non c'è nemmeno poi l'effetto "stacco" ufficio-casa perché è venuta meno anche quella distinzione. Io leggo e guardo Serie TV la sera, mentre durante il giorno lavoro praticamente per undici ore. Poi a me il mio lavoro piace ma non ne vado matto, mentre almeno tu ami il tuo (per quanto lavorare costi sempre tanta fatica, non sto affatto sminuendo: solo che fare un lavoro che ti piace è senza dubbio più gratificante). E poi, sapere che stai lavorando per noi ci fa piacere
  5. Sì, capisco il tuo punto di vista. Il creatore grafico è Galep. Però, appunto, se io penso a Tex, lo immagino con la faccia di Ticci, o al massimo di Villa.
  6. Leo

    [Texone N. 36] La vendetta delle ombre

    Non ho mai preteso che Tex fosse un trattato sui nativi. Ho pensato che "Indian Carnival" potesse essere un'usanza. Solo adesso (rileggendo la trama) ho visto che si tratta di una "misteriosa fiera viaggiante dove artisti e personaggi bizzarri sono tutti di origine indiana". Avevo letto troppo velocemente, e quindi mi rendo conto di aver fatto una domanda "scadente" Ok, ricevuto. Sì è vero. Ma non sono nervoso per la quarantena, anche se ho dato una risposta un po' piccata. La mia vita in quarantena è cambiata pochissimo: prima lavoravo in ufficio undici ore al giorno, oggi lavoro da casa lo stesso numero di ore. Con Skype a livello di contatti professionali è come se fossi in ufficio, né più né meno. I miei hobby sono prettamente casalinghi (lettura e serie Tv), essendo ahimè ben poco sportivo; questo per dire che la quarantena non ha influito molto sul mio stato d'animo... La cultura enciclopedica ce l'hai eccome. Sull'Indian Carnival è stato un mio equivoco in una lettura troppo frettolosa delle poche righe della trama, in effetti Si scherza, dici? Io direi che è tempo di riproporla, invece, non rompo i cabbasisi da un bel po' di tempo. Mal che vada, mi guadagno un'altra risposta a tono da @borden
  7. Leo

    [Texone N. 36] La vendetta delle ombre

    Beh, ho pensato potesse essere una particolare manifestazione dei nativi di cui non avevo mai sentito parlare e che mi sarebbe piaciuto approfondire. Non ho la cultura enciclopedica tua o di un Carlo Monni che elogia la tua risposta. Cercherò di fare domande più adeguate, solo che non è detto che me ne renda conto. Magari non ne farò affatto, va bene così?
  8. Leo

    [384/387] Furia Rossa

    Quoto ogni singola parola, con la sola eccezione di Ticci. Il Ticci di Furia Rossa, di Fuga da Anderville, di Sioux non ha nulla da invidiare a Villa. Sono stili lontanissimi, ma entrambi danno rese eccelse.
  9. Leo

    [Texone N. 36] La vendetta delle ombre

    Posso chiederti se l' "Indian carnival" esiste davvero? Non ho trovato nulla su internet. Grazie
  10. Leo

    [Texone N. 36] La vendetta delle ombre

    Anche meno Scusate l'OT imperniato indegnamente sulla mia persona. La chiudiamo qui.
  11. Leo

    Claudio Nizzi

    Non sono comunque d'accordo perché per me l'analogia ci sta, ma capisco il tuo punto di vista e non voglio assolutamente insistere. Un'ultima cosa e poi mi taccio (anche perché non riguarda strettamente Nizzi). Tu hai detto che sei stato massacrato su TWO e UBC perché facevi fare errori (veniali e durante la storia) nemmeno a Tex ma ai suoi pards. Qui invece trovi qualcuno (ma ribadisco che per me non è così e che Fuga da Anderville non la trovo sbagliata) che pensa che Tex possa o addirittura debba sbagliare. Quindi dici: "prima volete un Tex infallibile, poi volete che sbagli. E' chiaro che mi irritate". Il problema sta in quella seconda personale plurale in grassetto. Io non ho mai scritto su TWO e UBC. Per quello che ho scritto su questo forum potrei essere preso per un fan(atico) di Boselli, altro che Nizzi. Non ho mai contenuto l'entusiasmo per le tue storie né lesinato critiche. Credo di avere una passione genuina e del tutto priva di animosità o di furori ideologici. Altri sono diversi da me. I lettori di Tex non sono un gruppo compatto e monolitico, sono peggio dei parlamentari, su 1000 che siamo qua dentro ci saranno 1100 idee diverse. Quindi, senza voler impartire lezioni di vita (figurarsi!), ti inviterei, sinceramente, a non farti irritare MAI, e a tenere in poco conto quanto diciamo qui, su TWO, su UBC o su altri lidi. Sempre con tanta stima.
  12. Leo

    [Texone N. 36] La vendetta delle ombre

    Ci ho provato, Letizia. Poi però ho avuto paura, mi hanno riferito che ancora Nizzi non scriveva su Tex e che Boselli manco a parlarne. Così mi sono ri-accantucciato nel mio nido. Poi però mi hanno sollecitato e, un po' di malavoglia, sono venuto fuori. E a quel punto era già il primo maggio...
  13. Leo

    Claudio Nizzi

    Sì, ma infatti la mia era una domanda retorica, Loriano. Proprio perché sa scrivere Tex, lo ha richiamato. Io sono scettico sulle potenzialità di un ottantaduenne, staremo a vedere, sperando che abbia ragione Borden.
  14. Leo

    [Texone N. 36] La vendetta delle ombre

    L'"Indian Carnival" esiste davvero?
  15. Leo

    Claudio Nizzi

    Mi sento chiamato in causa e rispondo. Penso infatti tu ti riferisca alla difesa a oltranza di Fuga da Anderville, in cui Tex "perde". Nel tuo topic ti ho fatto una domanda a cui non hai risposto: Visto che @borden è d'accordo con te, chiedo (pretestuosamente) a lui: caro @borden, mi spieghi come mai Tex non si accorga che Danny Moran era un traditore? Possibile che il fiuta-uomini Tex, l'infallibile Tex, il grandissimo Tex, non abbia capito che stava portando con sé una serpe in seno? E' proprio lui che lo porta dagli Invincibili! Lo sai che è solo grazie alla "sbadataggine" di Tex che tu hai potuto scrivere una delle scene più belle dell'intera saga, quella cioè in cui una vecchia pietosa viene trasfigurata agli occhi del morente Shane in Shan Van Vocht, con quest'ultimo che le sorride e che le chiede di riportarlo a casa? Bella scorciatoia, Borden, sono tutti bravi a scrivere così. Dozzinale, direi. (OVVIAMENTE NON LA PENSO AFFATTO COSI !!!) Il "dozzinale" fa riferimento a un'affermazione precedente di Diablero, secondo cui scrivere storie in cui Tex perde è dozzinale. Quindi ho scritto: Bisogna intendersi cosa significa che perde. Danny Moran lo porta lui da Shane 'O Donnel, e Shane viene assassinato a causa sua. Perché Tex doveva per forza sospettare di Walcott (lo zio delle vittime!) e non di Danny Moran? Mi direte perché il primo ha battuto Tex in astuzia, mentre il secondo è stato solo subdolo. Ma se l'astuzia è celata in maniera che OGGETTIVAMENTE Tex non potesse sospettare di nulla, Tex non è colpevole quanto non lo è per aver portato Danny tra le braccia di Shane. Nessuno qui vuole vedere Tex perdere. Quello che si contesta è il concetto che Fuga da Anderville sia una storia sbagliata. Ritieni sbagliato il parallelismo?
  16. Leo

    [Texone N. 36] La vendetta delle ombre

    Veramente magnifiche! Ma la trama qual è?
  17. Leo

    Claudio Nizzi

    A quale pagina FB fai riferimento, Valerio? Su TWO ho letto alcune cose, anche se in periodi più recenti. Borden viene definito "l'esimio curatore" e viene accusato di stravolgere Tex. Per dire che anche Diablero, più realista del re, sarebbe considerato un eretico in altri lidi, dato il suo apprezzamento per Borden... Ma anche qui abbiamo avuto assaggi di gente iper-critica nei confronti dell'attuale curatore, e devo dire che ho trovato spesso le critiche esagerate, immotivate, ingenerose. Tra i quali NON ci sono io, intendiamoci. Rimpiango il Nizzi degli anni '80-'90, non l'ultimo Nizzi. E poiché non credo che il Nizzi attuale possa rinverdire i suoi fasti, non sono tra coloro che ne rimpiangevano l'assenza su Tex. Quindi non gongolo... Ma certo che lo è, checché se ne stia dicendo qui da giorni. Più e più volte elencate in questi giorni. Ieri hai citato Indiana Jones. Oggi stai facendo... L'Ultima Crociata
  18. Leo

    Claudio Nizzi

    Perche Borden, così rispettoso del canone texiano, ha richiamato uno che non sa scrivere Tex? È alla canna del gas?
  19. Leo

    Claudio Nizzi

    La penso come te. Quando Tex si fa infinocchiare dal Colonnello Watson, ho trovato la scena non texiana e devo dire che mi ha dato fastidio. Anzi, l'ho considerato un erroraccio di sceneggiatura da parte di Nolitta. Eppure, è una delle storie che amo di più. Red Hill invece mi da' più fastidio perché non si tratta solo di un momento di distrazione, lì Tex fa proprio la figura del pollo, sbagliando una valutazione abbastanza facile circa il trattamento degli indiani da parte del governo canadese. Cosi tanto fastidio che invece quella storia non sono mai riuscito ad apprezzarla appieno... Quando, ancora, Tex le busca da O Bannion ho ritenuto la scena una forte mancanza di rispetto del personaggio compiuta, cosa più grave, da un esordiente. Eppure, quella sequenza la ricordo come appassionante, finalmente uno scontro in cui Tex vince ma suda un po' di più. Questo per dire che effettivamente il modo di leggere di ciascuno di noi incide. Chi è attento all'ortodossia del personaggio pretende che esso debba rimanere sempre fedele a sé stesso, ritenendo legittimamente che questo si possa fare facendo comunque divertire il lettore (vedi Borden). Poi ci sono quelli con vedute più lasche, che pretendono sempre di leggere Tex ma che sono disposti (anche se non sempre e non troppo, perché altrimenti il personaggio si logora) a tollerare una botta in testa in più pur di leggere una storia avvincente (vedi ad esempio il Colonnello Watson, dove Tex fa un errore grossolano). Su Fuga da Anderville, di cui tanto si dibatte, non ci sono errori grossolani eppure Tex viene, in qualche modo, "sconfitto". In realtà è incolpevole, perché l'autore ha fatto sì che il cattivo la facesse franca senza che a Tex si possa imputare nulla, a meno che non si pretendano da lui qualità magiche. Si tratta quindi, a mio modo di vedere, di una storia bellissima e pienamente texiana
  20. Leo

    Claudio Nizzi

    In realtà sono intellegibilissimi. Diablero ha una qualità di scrittura che rende agevole anche uno spiegone lunghissimo (e quindi per me non risulta mai estenuante, per fugare un suo timore). Solo che, non volendo ora fare l'esegesi del suo bello e lungo post, anch'io avevo capito, in soldoni, le stesse cose.
  21. Personalmente credo che Ticci sia il miglior realizzatore grafico di Tex. Se penso a Tex, penso al Tex di Ticci. E' a mio parere il più rappresentativo, più di quelli di Galep o di Villa. Amo soprattutto il Ticci nizziano, anni '80-'90, per intenderci, molto più di quello precedente (sempre per intenderci, quello di Sulle piste del Nord) e di quello successivo. Letteri ha invece il primato nel Tex più affascinante. Inoltre, sa far recitare i personaggi come nessun altro. Non mi è mai piaciuto il suo Carson (a differenza del Carson di Ticci, che considero il mio preferito con quello di Marcello). Letteri non ha modificato molto il suo stile (a differenza di Ticci); dagli anni '90 il suo segno è invecchiato, con un declino più marcato di quello di Ticci, che a ottant'anni suonati propone ancora un buonissimo Tex.
  22. Leo

    Claudio Nizzi

    Non lo leggo da troppi anni
  23. Leo

    Claudio Nizzi

    Monctezuma non la ricordo. Athabaska Lake la ricordo come una lettura noiosa, e così Ritorno a Culver City. Molto carina Pioggia. Lo Squadrone Infernale la ricordo come una storia proprio brutta. Discorso a parte merita Rio Hondo: una storia classica, senza fronzoli. Ma ha qualità importanti, come la solidità dei dialoghi e la personalità di personaggi indimenticabili: il conflitto padre-figlio Bascomb, il vecchio pioniere che parla con la moglie morta sulla collina, la splendida e vendicativa vedova Herrero. Ho sempre ritenuto questo Maxi il migliore insieme a quello di Red Eye e a Nueces Valley. D'accordissimo su questo.
  24. Leo

    [Texone N. 36] La vendetta delle ombre

    Tavole pazzesche!!!!!!!!!!! E copertina altrettanto bella.
  25. Leo

    Claudio Nizzi

    E però Un Treno per Redville è una delle sue ultimissime storie. Ed è una bella storia. E con questo non sto rivalutando un periodo per altri versi pessimo. Sto solo dicendo che qualche unghiata l'ha data pure Nizzi (così come anche con Puerta del Diablo).
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