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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 18/05/2023 in tutte le sezioni

  1. Domenica scorsa ho aiutato mio zio a fare ordine nella sua cantina e con mia grandissima sorpresa ho trovato qualcosa che non mi sarei mai aspettato: il libretto "La valle della luna" uscito in allegato a "Il Sabato". Siccome conosco bene mio zio e so che non è un appassionato lettore di Tex, gli chiedo il motivo di quella conservazione di albo e lui mi risponde che non ricordava neanche di averlo. Si ricordava però che comprava il periodico. Naturalmente, vedendomi interessato, mi regala l'albo, che appare ancora come appena uscito in edicola. Tornato a casa, ne approfitto per rileggere quella storia che ricordavo solo vagamente. E' un soggetto unico nel panorama texiano e come tale va giudicato, anche in relazione al tempo in cui la storia fu pubblicata in origine, l'anno 1962: una sorta di "fuori serie". E' sì fantascienza, ma resa con realismo e plausibilità, fatta più da mistero che da effetto "wow", è tutto un vedo-non vedo, poco mostrata e molto immaginata, dove appunto l'interpretazione di alcuni passaggi chiave, compreso il geniale finale, è lasciata all'immaginazione (o forse sarebbe più giusto dire "intuizione" o "deduzione") del lettore. Uniche concessioni esplicite: la pistola dal raggio verde e gli scorci di inquadratura sulla pelle squamosa dell'alieno. E' una fantascienza che su Tex accetto pienamente, in quanto un "unicum" e dalla rappresentazione non più inverosimile di quanto non lo sia un altro personaggio da "altro mondo" quale Mefisto con le sue "armi" ugualmente fuori dal comune, come la proiezione di immagini a distanza e la stessa telepatia che è dote anche dell'alieno. Quando ho letto il balloon in cui si dice che il misterioso personaggio indossava "un vestito liscio e brillante come l'argento" non ho potuto fare a meno di pensare ai Rockets. Ed è con questo paragone che voglio concludere questo mio commento alla storia: sono un grande appassionato di musica rock, certamente non considero i Rockets tra i massimi esponenti del genere (neanche del cosidddetto "space rock", dominato dagli Hawkwind), ma uno spruzzo di Rockets nella collezione musicale di un rockettaro non deve assolutamente mancare e a un attento ascolto lo si apprezza pure... e tanto! Allo stesso modo, nello sterminato universo texiano questo "unicum" di fantascienza empirica e genuina, fatta più di suggestioni che di effetti speciali, più di dialoghi (stupendamente secchi, diretti, essenziali) che di immagini (il visto-non visto già citato) rimane nella memoria. I miei voti: soggetto: senza voto (è un "unicum", fuori classifica) sceneggiatura: 9 (notare il superlativo - e purtroppo oggj abbandonato - utilizzo funzionale delle didascalie) disegni: 7 (non il Galep in purezza, ma pur sempre Galep)
    1 point
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