Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
  • Contatore Interventi Texiani

    2930
  • Iscritto

  • Ultima attività

  • Giorni con riconoscenze

    152

Messaggi pubblicato da Leo

  1. <span style="color:red">1 ora fa</span>, borden dice:

    Ma tanto Nizzi se ne è andato sbattendo la porta.. Da questo dovresti arguire che qualche minimo necessario intervento c’è stato. Non sufficiente per te.  Ma troppo per Nizzi. 

     

    Ma quindi Nizzi avrebbe sbattuto la porta per qualche intervento redazionale su questa storia?

     

    In attesa della risposta, intervengo nuovamente sulla querelle Nizzi. Diversi utenti hanno detto che la storia sarebbe impubblicabile, o hanno dato voti pessimi. Nizzi qui è stato bocciato anche per l'altro maxi sulla missione spagnola, anche in quel caso mi pare di ricordare con critiche molto marcate. L'assunto è che si trattasse di storie antitexiane, con un personaggio stravolto, per l'appunto impubblicabili. In quanto tali, si tira per la giacchetta anche il curatore, reo di aver fatto uscire simili scempi. Giudizi così tranchant non sono un'offesa solo per il curatore (non parliamo dell'autore) ma anche per quanti hanno invece apprezzato. Pare quasi che siano dei minus habens, per essersi fatta piacere simile sbobba. Anch'io in passato sono stato abbastanza tagliente in alcuni miei giudizi, e guardavo quasi con disprezzo gli utenti di facebook, il cui entusiasmo me li faceva apparire come gente senza palato, senza spirito critico, ciechi che non si avvedono di quanto schifo facciano determinate storie, di quanto danneggino il personaggio.

     

    Poi mi accorgo che i due maxi di Nizzi mi sono piaciuti. A leggere molti utenti di qui, sarei nel torto: cavolo, Nizzi tradisce Tex, troppe piccionate, troppi snodi narrativi sciatti, troppi colpi di fortuna. Poi però ricordo che è Boselli che ha chiesto a Nizzi di tornare, e addirittura ricordo un suo parere positivo sulla storia della missione spagnola. Il Bos da qualche parte si è "lasciato andare", dicendo che trovava la storia buona, e non credo che lo abbia fatto solo per ragioni di bottega. Credo che Boselli (a proposito, Bos, ti sei per caso iscritto su facebook? se sei tu il Mauro Boselli che ho appena visto, sappi che ti ho chiesto l'amicizia) stimi davvero le capacità autoriali di Nizzi, del Nizzi di oggi, intendo, non di quello di trent'anni fa. Sa che c'è un certo pubblico che ama certi cliché, certe impostazioni narrative, alcuni tipi di dialoghi. Non è un Tafazzi masochista, lo richiama perché crede che sia utile alla causa. Molti lettori approvano, tra questi - sorprendentemente anche per me stesso - anch'io. 

     

    Che razza di lettore sto diventando? Uno che legge col pilota automatico? Uno che si fa andare bene tutto? Uno che in Tex vede solo "il bagno caldo" di cui Nizzi parla in una sua intervista? Ricordi, caro Leo, quando il vedere il nome di Nizzi sul tamburino ti faceva venire l'orticaria? Cos'è, la tua, forse una certa nostalgia di quando eri ragazzo? O forse, come pure teorizzavo, sono i tanti e pressanti impegni quotidiani che mi fanno pretendere da Tex solo un po' di spensieratezza? Su FB, un utente oggi ha scritto: "Grazie Tex, 80 minuti di spensieratezza". Questo pubblico c'è, Boselli lo sa. E' forse composto tutto da deficienti? Non è che forse Tex è "solo" un fumetto, dal quale dobbiamo pretendere che sia ben scritto, certo, ma accettando che c'è chi viviseziona ogni singola vignetta e chi invece guarda al risultato complessivo? Che ci sono modi di leggere diversi, livelli di lettura alternativi, e che un fumetto che nasce e resta popolare deve soddisfare i palati più svariati?  E che anche palati esigenti (quale io continuo tutto sommato a ritenermi) in determinati momenti vogliono un paninozzo ignorantone alla mortadella, dal profumo e gusto familiari, e stanno bene così? 

    • +1 4
  2. Il 7/4/2023 at 13:14, Diablero dice:

    Nick è vecchio. Ha scritto un solo romanzo nella sua vita, da giovanissimo, e poi si è fatto sfuggire il tempo. Ha fatto i soldi, tanti, ma ha buttato via il suo tempo. L'Italia che ha attorno non è quella che vedeva arrivare "la Dolce Vita" come una novità. È un Italia immersa in qualcosa di molto peggio da trent'anni. Per trovare la sua Anita, Nick deve cercarla nella sua memoria di tanti anni prima. E lo "spunto" del film è la notizia che lei è morta. La morte ormai circonda Nick come una trappola (non si contano le inquadrature di cimiteri e chiese, oltre ovviamente alle due morti "importanti" nel film, che lo segnano), pensa alla morte, e valuta la sua vita come totalmente sprecata. (e per riuscire a fare un film su un tema simile e NON farlo deprimente, bisogna essere bravi

     

    Non concordo con te circa la poca fruibilità del film sulla TV rispetto al cinema, mentre mi piace molto questo tuo commento, questa lettura. Complimenti.

  3. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Juan Ortega dice:

    Che bravo @Leo !:clapping:

    Non è solo un commento alla storia in questione ma un bel ritratto dell'autore di Fiumalbo o almeno di un aspetto del suo rapporto con Tex e, mi permetto di dire, anche con te stesso.

    Le sue bizze mi hanno sempre infastidito, sia nel passato più remoto (tipo l'intervista di anni fa da me postata) che in quello più recente (il pubblico attacco frontale a Boselli).

    Episodi inutili e francamente patetici.

    Ma come autore io continuerò a vedere il bicchiere mezzo pieno, per le tante belle storie che ci ha regalato, mettendo da parte invece quelle deludenti, che non sono poche.

    Non credo che stanchezza e pigrizia possano "ammorbidire" un giudizio; passare un'ora e mezza di appagamento come dici tu, oggi è tutt'altro che scontato per un fumetto, così come un libro o un film.

    A volte c'è voglia di capolavori, a volte di "semplici" letture rilassanti.

    Mi hai fatto venire voglia di acquistarlo: magari lo stroncherò con un bel 3 ma non me ne pentirò;)

     

    Grazie Juan per l'apprezzamento :) . Non credo che lo stroncheresti con un 3, a mio parere non lo merita. Resta il fatto che la storia potresti anche disprezzarla, come accaduto a Poe, che non capisce come ci si possa accanire a far scrivere Tex a Nizzi.

     

    Circa il mio modo di essere lettore, mi rendo conto di essere effettivamente meno attento, leggo con maggiore velocità. Prima non ero così, davo molta importanza alla coerenza dei singoli snodi narrativi. Non voglio dire di essere radicalmente cambiato, ma leggo con più... accondiscendenza, e non so questa mia nuova predisposizione da dove derivi.

     

    Certo, mi sembra ora di essere più vicino agli utenti di facebook, che prima criticavo per la superficialità di certi giudizi, che ai pards del forum. Da quello che leggo su FB, anche questa storia è piaciuta molto (e in questo senso continuo a credere che Borden non si accanisca a far scrivere Nizzi, ma abbia invece le sue ragioni), mentre qui leggo dissensi anche molto aspri. Continuo a ritenere che il forum sia frequentato da utenti mediamente più competenti e più attenti, e in questo senso più meritevoli di attenzione da parte mia. Però, certe stroncature, se pure mi paiono convincenti sul piano razionale e per la qualità con cui sono scritte, nel fondo del mio "inconscio" non mi convincono, perché io mi sono divertito, e tutti questi difetti - che ci sono - non mi sono parsi così gravi, non tali almeno da comminare a questa fatica nizziana una stroncatura netta. Non è un capolavoro, continuo a ritenere, ma assolve perfettamente al suo compito di divertire, proponendo un buon Tex. E' una storia senza "nemmeno una scintilla di fantasia", come dice Poe, ma proprio questo la rende ai miei occhi più attraente, perché nonostante proponga situazioni straviste, pure riesce ancora a divertirmi. E non diverte solo me, a giudicare ai commenti sui social. E credo si sia divertito anche Nizzi. 

    • +1 1
  4. Le congiure, Nizzi le sa proprio fare, si muove bene tra politicanti, intrallazzatori e militari corrotti. Da Le rapide del Red River a La Congiura, da Fiamme sull'Arizona a Attentato a Santa Fe, dalla splendida saga messicana a Gli Uomini che uccisero Lincoln, lo sceneggiatore modenese dimostra sempre di avere la penna felice, quando coinvolge Tex in simili trame.

     

    Certo, La grande congiura non è esente da pecche. I colpi di fortuna si sprecano, alcune situazioni sono tiratissime, come quella del bandito che parla nel sonno. Tecnicamente non sarà la sua migliore sceneggiatura, ma è una storia divertente, briosa, con alcuni momenti semplicemente spassosi. Con i quattro pards che si dividono (Kit e Tiger da un lato, Tex e Carson dall'altro, poi anche questi ultimi due sono costretti dalle circostanze a dividersi), c'è praticamente spazio - e in qualche misura gloria - per tutti. A leggere queste pagine, sembra di respirare la fragranza, la freschezza, di certi Nizzi d'antan, quando l'autore di Fiumalbo era al vertice della sua vena artistica. E fatemi dire che quando una storia fila liscia così, quando dimostra una frizzantezza e così tante "bollicine" - sorprendenti se si pensa all'età anagrafica di chi ha scritto l'avventura in questione - beh, un po' me ne infischio di alcune situazioni border line, di alcuni snodi sui quali Nizzi avrebbe potuto impegnarsi di più. Mi ha divertito, e tanto mi basta, e lo ha fatto con una storia piena zeppa di suoi "déjà vu", con una sceneggiatura talmente trita e ritrita da essere quasi oltraggiosa, tanto che non mi capacito come una variante di una trama così abusata possa ancora farmi passare un'ora e mezza di appagamento.

     

    Sono forse diventato io più di bocca buona? Stanco dai mille impegni quotidiani, spengo il cervello e leggo col pilota automatico?  Sono domande che mi pongo un po', da quando mi accorgo di essere un po' più pigro, come lettore, e meno pignolo. Ma è solo la mia pigrizia, solo la mia stanchezza, a farmi appassionare a una trama vecchia e stravecchia? O è l'abilità dell'ottuagenario sceneggiatore, a consentirmi di procurarmi del sano divertimento con una trama old style così ben condita di siparietti divertenti, di bei dialoghi, di tanta azione resa in maniera appassionante?

     

    La verità è che gli ultimi due maxi di Nizzi mi sono davvero piaciuti. Non capisco i tre alla sceneggiatura, opinioni naturalmente ma per me incomprensibili, limite mio. Condivido chi ne vede i difetti, tanti, ma non tali da guastarmi il piacere di una lettura fresca, dissetante. Ed è da qui che vedo che Borden ci aveva visto giusto, a richiamare questo veterano che in passato ce ne ha fatte vedere di tutti i colori. Ha quasi ammazzato Tex, nella fascia post 500, e il suo arruolamento mi aveva fatto pensare a un Boselli alla canna del gas. E invece Mauro ci aveva visto giusto: non aveva, purtroppo, previsto le bizze di una persona incontenibile, incontenibile anche nel fatto di parlare a sproposito. Questo è stato il vero peccato di Borden, questo il vero limite di Nizzi. Ma come autore, a quest'età è ancora un vecchio leone. Peccato, davvero.

    • Mi piace (+1) 2
    • Confuso (0) 1
    • +1 2
  5. <span style="color:red">3 ore fa</span>, Diablorojo82 dice:

    Ciao Bos, hai visto il film 

    The Banshees of Inisherin

     in italiano Gli spiriti dell'isola? Te lo consiglio se non lo hai visto da amante dell'Irlanda. Naturalmente lo consiglio anche a @Leo 😉

     

    Grazie per il suggerimento ;)

    • +1 1
  6. Tanto rumore per nulla. Scomodare El Morisco e i chupacabras per usarli in maniera fiacca, sprecando un soggetto che avrebbe meritato una sceneggiatura migliore. 

     

    È una brutta storia, questa "Mesa"? No. Soprattutto la prima parte, finché perdura un certo alone di mistero sui terribili segreti della Mesa e sui reali intenti dei due fratelli, intriga molto; poi, però, pur non cadendo in picchiata, la storia atterra lentamente, strozzando un decollo che di fatto non avviene mai. 

     

    Se a proporci una simile sceneggiatura fosse stato un autore esordiente, il mio giudizio sulla storia non sarebbe stato diverso, ma forse avrei visto del buono nel nuovo sceneggiatore, ci avrei visto potenzialità che andrebbero coltivate. Ma un Burattini? Cioè, una sorta di guest star, sceneggiatore principe e curatore di Zagor, autore di lungo corso? Che venga qui, alla sua prima volta sulla serie regolare, a proporci questo bel soggetto ma con una sceneggiatura che si adagia ingloriosamente verso terra, è a mio parere un passo falso, non all'altezza del nome sul tamburino. Tutti, al loro esordio, hanno probabilmente fatto meglio, da Faraci a Rauch, per non parlare di Berardi e Medda, o di Boselli e Nizzi, passando pure per Nolitta. Peccato.

    • +1 2
  7. <span style="color:red">1 ora fa</span>, ymalpas dice:

    Per il resto, questi sondaggi sono solo ''entertaiment''. 

     

    Complimenti a Ymalpas per il sondaggio che è soprattutto un divertimento, ma che, chissà, qualche spunto potrebbe pure darlo a Boselli... 

  8. 6 ore fa, Angelo1961 dice:

    E pensare che l'ho lasciato in edicola perchè ha poche pagine. Alla luce della tua precisazione potrei tornare sui miei passi.

    Non è per una questione economica, per avere il doppio di pagine pagherei anche il triplo. E' che non sopporto di leggere una storia che finisce in pochi minuti. Non me la godo. 

     

    Il mio auspicio è che duri, cronometro alla mano, come una storia di Blake e Mortimer davvero, ma lì sono le interminabili didascalie a allungare i tempi di lettura...

     

    Non so quanto duri in termini di tempo di lettura, ma la storia è così densa da apparire più lunga di quanto in effetti non sia. Succedono davvero tante cose, ci sono varie fasi della vita della ragazza, si può dire che è una vera biografia, magicamente condensata in poche pagine che raccontano con efficacia e con fluidità, nonostante la concentrazione di eventi, il vissuto, anche drammatico, di Pearl.

     

    Questa storia non ha nulla da invidiare ad avventure più lunghe, perché quando la mano arriva a chiudere il prezioso volumetto, delizioso anche in termini grafici e direi quasi tattili, la mente è appagata come dopo una lettura ben più corposa in termini quantitativi. 

    È evidente che la figura di Pearl ha irretito Boselli, che ha narrato la sua storia direi con trasporto, con partecipazione. Tex e Carson si vedono sì e no in una quindicina di pagine, ma poco importa, perché dopo poche vignette tutti siamo "innamorati" di Pearl, ne viviamo le vicende con interesse, ci identifichiamo con questa fanciulla da salvare, nonostante essa non abbia nulla della vittima che ha bisogno del soccorso di cavalieri senza macchia né paura. Ma nonostante questo, quando vediamo la schiena poderosa di quel "vecchio" atletico che, prima di rivelare la propria identità, si gode che la ragazza gli strofini la schiena (perché il reprobo non si smentisce mai), ecco che esultiamo anche noi, perché Pearl potrà anche essere una donna bandito, una ragazza forte e scafata, temprata dalla vita, spesso grama, ma arriva sempre un momento in cui si ha bisogno di un salvatore  e quando questi arriva sotto le spoglie dei nostri due pards, ecco che la storia di Pearl si rivela per quello che è, una bella, bellissima, storia di Tex.

    • Grazie (+1) 1
    • +1 1
  9. <span style="color:red">12 minuti fa</span>, Jim Brandon dice:

    Il personaggio ricorda in effetti un po' Pat O'Shane

     

    La storia secondo me richiama soprattutto l'impianto di Adah, vera protagonista di una storia che è un romanzo, in cui Ken fa da comparsa. Certo, qui i pards hanno un peso specifico diverso da quello di Ken in quella storia, ma credo che un parallelismo tra le due opere si possa fare.

  10. Una storia berardiana, kenparkeriana. La parabola di Pearl, dal suo amore acerbo per un bandito visto un minuto appena alle sue esperienze da prostituta, dalla sua vita da fuorilegge con Joe all'approdo allo show di Buffalo Bill, dove racconta il proprio vissuto difficile e straordinario. 

    Nell'avventura di questa ragazza, Boselli inserisce, quasi con discrezione, Tex e un grande Carson, quest'ultimo davvero in grande spolvero, come spesso gli accade quando interagisce col gentil sesso. I due pards si vedono poco, lasciano spazio alla vera protagonista di questo cartonato, ma intervengono in snodi cruciali, risultando decisivi senza essere protagonisti, attraversando con leggerezza una storia non loro, narrata con penna ispirata e col respiro di un romanzo.

    • Mi piace (+1) 1
    • +1 1
  11. E' faticoso per me votare in questo sondaggio, ma perché lo è? E' un problema di proliferazione di storie, di scarsa qualità delle uscite, di pessima qualità della mia memoria? Sto diventando vecchio io, o è Tex che sente il peso degli anni, o sono forse gli straordinari che lo costringono a fare con tutti quegli albi pubblicati, tra le tante testate e uscite bis? Non lo so. 

     

    1. Miglior storia serie regolare. La serie regolare risente molto dei sette mesi mefistiani, a me indigesti, che rendono l'annata troppo peculiare, e quindi per me ingiudicabile. Fortunatamente, ho apprezzato Vancouver, che quindi voto come storia.

     

    2. Miglior copertina serie regolare. Sono tante le copertine belle, qui l'imbarazzo della scelta è più giustificato. Come ho scritto nel topic apposito, credo che la storia Vancouver sia piaciuta anche a Villa, visto che per essa ha disegnato una cover veramente ispirata. 

     

    3. Miglior storia serie TexWiller. Mi dispiace, davvero, bocciare il 2022 di una serie che finora mi aveva dato solo soddisfazioni. Ma la storia dei Caddo l'ho trovata dimenticabile, mentre quella di Cortina, ambiziosa, reputo si sia persa alla distanza. Arrivato agli ultimi albi, ho perso di interesse alla lettura, ed è un peccato. La rileggerò, confidando che il problema la prima volta sia stato solo mio, e quindi la voto per l'ambizione e per stima nei confronti di Boselli.

     

    4. Miglior copertina serie TexWiller. Non amo Dotti in maniera particolare, mi è piaciuta comunque quella de La ley de fuga.

     

    5. Miglior storia Speciali. Voto il Texone di Manfredi, molto bello. Chi se l'aspettava...

     

    6. Miglior copertina Speciali. Voto i Quattro vendicatori. Classica, ma efficace.

     

    7. Miglior personaggio serie regolare. Angela Jewell, per la storia e per il personaggio in sé. 

     

    8. Miglior personaggio TexWiller. Juan Cortina, mi piacciono i personaggi storici.

     

    9. Miglior personaggio Speciali. La gazza ladra, per premiare una storia che mi è piaciuta molto.

  12. Ottimo primo albo della coppia Burattini-Rubini. È piaciuto anche a me ciò che ha sottolineato Diablero, vale a dire l'intervento di Tex non nel momento potenzialmente fatale per una vittima, ma quando ancora c'è tempo. 

     

    Le due sotto-trame viaggiano bene e il loro ricongiungimento avverrà nel modo più naturale possibile, nonostante l'improbabile coincidenza che i nostri e il Morisco si ritrovino insieme in un remoto angolo del Messico. 

     

    Questo è l'esordio di Burattini sulla regolare o sbaglio? Se così è, ma anche se non lo è, il suo ingresso di questo mese nella casa di Tex ci fa contenti. Io non sono un lettore di Zagor e quindi non ne conosco pregi e difetti; per ora i primi hanno la meglio sui secondi, che possono ravvisarsi in una certa ampollosita' dei dialoghi, già colta da Diablero e che rappresenta comunque una pecca di poco conto, ai miei occhi. 

  13. <span style="color:red">24 minuti fa</span>, Letizia dice:

    spacer.png

    Questa idiosincrasia per il colore, perdonatemi, ma proprio non la capisco.

    Al di là del fatto che il diritto di ognuno a pensarla come gli pare è inalienabile, non riesco a capire come il colore faccia così... ribrezzo? paura? o che altro?...

    La natura ci ha dato la luce, ci ha dato la capacità di percepire sotto forma di colore le varie lunghezze d'onda della luce bianca, ci ha dato una varietà incredibile di colori (ve la immaginate la tristezza di un mondo in bianco e nero?) e noi rimaniamo estasiati di fronte a un'immagine fatta di pixel neri e spazi vuoti.

    Ma non vedete la meraviglia dei contrasti tra luce (bianca) e ombre?

    Non vedete la meraviglia delle mille e mille tonalità di grigi?

    No, non la vedo.

    Esistono rare forme di daltonismo che permettono solo la visione in bianco e nero.

    Io ringrazio la Natura (per non urtare la suscettibilità dei non credenti) per fare parte della stragrande maggioranza di coloro che vedono i colori.

    L'immagine scelta per la colorazione è sufficientemente anonima da non poter essere tacciata di aver barato.

    Non ho scelto una delle decine e decine di pagine che in Vancouver mi avrebbero permesso una resa più spettacolare.

     

     

    Applaudo la tavola e il messaggio. Apprezzo l'enfasi della perorazione.

    Mi piacerebbe vedere una tavola dalla resa più spettacolare.

  14. <span style="color:red">6 minuti fa</span>, Diablero dice:

    In una storia comunque avventurosa, ci vuole equilibrio fra scene umoristiche e persino comiche e quelle avventurose o drammatiche. È possibile alternare questi registri anche dentro la stessa opera (basta vedere "Sentieri Selvaggi" di Ford...) basta che l'umorismo non prende il sopravvento. Altrimenti diventa un altra cosa, un altro genere (vedere "I fanciulli del West" con Stanlio e Ollio)

     

    Questo "equilibrio" consiste sostanzialmente nel sapere quando "è il momento di scherzare" e quando è meglio smettere (vedere Dylan Dog 74 "Il lungo addio"). Che non vuol dire che non si debba scherzare anche nel momento del pericolo (vedere l'esempio di Tex e Carson nella vasca in "La legge del più forte"), ma magari non bisogna farlo nel momento della rabbia e del dolore (quante battutine trovate nel flashback de "il giuramento"? O nel finale di "Massacro"?)

     

    Insomma, sostanzialmente consiste nel "capire il contesto", la situazione, e adeguare il tono della storia e il comportamento dei personaggi. (Non far fare battutine sul cibo davanti alla tomba profanata di Lilith o una gag sul mangiarsi una torta intera mentre tre assassini se la squagliano, insomma)

     

    In GL Bonelli vedo questo equilibrio, e visto che ha impostato lui la serie lo vedo PERFETTO per Tex. Variare questo equilibrio significa snaturare la serie, poco o molto.

     

    Anche in Boselli vedo un equilibrio. Non gli vedo far fare battutine fuori luogo, e non è vero che non ci sono mai battute. Ma palesemente è un equilibrio più "spostato" verso il lato avventuroso, e quindi certo, il suo Tex è diverso da quello di GL Bonelli, mi pare ovvio e lo sarebbe per qualunque autore. Ma siamo in un range ancora per me accettabile.

     

    Anche il primo Nizzi era, di solito, in un range accettabile (infatti all'epoca non mi faceva girare le scatole come oggi), ma anche allora, si vedeva che non c'era questo equilibrio. Abbastanza frequentemente Nizzi poteva sacrificare non solo la drammaticità della scena ma proprio il senso nel contesto pur di "fare la battuta", la scena buffa.

     

    Le lodi sperticate di adreadelossu nei post precedenti in fondo dicono le stesse cose: Nizzi è prima di tutto un autore comico, più che western (la cosa che mi ha più sorpreso quando ho letto il troppo esaltato Larry Yuma, un fumetto davvero modesto, è quanto fosse BUFFO, a partire dal protagonista che è disegnato come la parodia degli spaghetti western...)

     

    Quello che accade è che nel tempo (e i primi segni si vedono già dalle prima storie, segno che Nizzi non ha mai davvero "amato" il personaggio di Tex) nelle storie di Nizzi si ride sempre meno CON Tex, per le cose che fa lui ai "villain", e sempre più DI Tex, trasformando li e Carson in una coppia di "simpatici sbafatori" che sembrano occuparsi solo di cibo, bistecche e patatine fritte (e anche quello cos'è, se non un tipico "tormentone" da personaggio comico?)

     

    Contesto comunque che io abbia mai sminuito le doti di umorista di Nizzi. Questa è una VOLGARE CALUNNIA.  :angry:

     

    Potete rileggervi tutte le mie recensioni delle sue storie, e non vi troverete mai una contestazione delle sue doti come autore COMICO. Anzi, ho sempre riconosciuto che, mentre era sempre più incapace di sviluppare trame avventurose, mentre il livello delle sue storie precipitava, le sue capacità comiche sono sempre rimaste al top: riusciva anche in piena crisi a ridicolizzare Tex e Carson in maniera estremamente efficace in due vignette o anche meno. Come dimenticare perle tipo "Tex sei tu?" "Boing", oppure "Lo prenderò, o non mi chiamo più Tex Willer" "ooops, non lo ho preso..." oppure "osserva, là, i demoni della follia!" "Dove? Non li vedo" "Ops, mi sono sbagliato, sono DI LÀ!". Persino nelle situazioni più drammatiche, il talento del grande autore comico saltava fuori, afferrando al volo qualsiasi occasione per ridere DI Tex, dei suoi amici, dei suoi nemici, mostrando al suo lettore ideale quanto fossero buffi e stupidi quei personaggi...

     

    Mantenendoci alla prima parte della sua produzione, Nizzi a mio parere è stato sempre equilibrato. Era Nolitta quello che ci metteva risatine fuori luogo in contesti drammatici. Se parliamo di Nizzi umorista, dobbiamo parlare dell'autore che ci fa sorridere CON Tex. Quello che invece ridicolizza Tex non è più un autore umoristico, è uno scrittore in caduta libera. Ovviamente tu questo lo sai, ma anche tu sei un umorista (ecco perché dico che su Nizzi non dovrei risponderti più, ma poi ci casco sempre...)

  15. <span style="color:red">8 minuti fa</span>, Poe dice:
    <span style="color:red">3 ore fa</span>, Leo dice:

    modello era Glb.

    Nizzi ci ha aggiunto un tono da commedia all'italiana. GLb era più ironia da western classico americano.

    Ogni sceneggiatore ha il suo stile. Boselli ne ha giustamente un altro ancora.

     

    Si, è vero. La scena della vasca che hai ricordato tu è eccezionale, e credo sia stata il modello su cui si è basato Nizzi per i suoi siparietti ironici, con un tocco da commedia all'italiana, come dici tu. 

    Boselli non ha nelle corde questo tipo di dialoghi. Non che non li inserisca, ma non sono freschi e felici quanto quelli di coloro che lo hanno preceduto. In compenso, i suoi dialoghi sono più caldi, hanno più pathos, spesso sono epici. Ognuno ha le sue caratteristiche.

    • +1 1
  16. <span style="color:red">40 minuti fa</span>, andreadelussu74@gmail.com dice:

    Boselli e Diablero si possono arrabbiare fin che gli pare ma quel Kit Carson era Memorabile

     

    Il tuo messaggio era condivisibile al 100 percento, fino a questa frase. Perché Boselli dovrebbe arrabbiarsi? Non credo che debba invidiare Nizzi o arrabbiarsi per chissà che cosa; ha dimostrato, oltre che di essere un grande sceneggiatore, di non avere alcuna animosita' verso il suo predecessore, addirittura richiamandolo nello staff texiano.

    Su Diablero, non ci tornerei sopra. È un grande utente, un cultore, uno con una cultura fumettistica immensa; su Nizzi però non è equilibrato, per lui nulla di ciò che ha fatto Nizzi va bene: non Fuga da Anderville, non La Congiura, nemmeno Zeke Colter. Detto questo, io i suoi giudizi su Nizzi non li guardo più. 

    Quindi, Andrea, esalta pure Nizzi, senza fare richiami a utenti o autori, sennò si rinfocolano solo vecchie, ma soprattutto sterili, discussioni (nessuna discussione dovrebbe essere sterile, ma quelle su Nizzi spesso lo sono).

     

    <span style="color:red">30 minuti fa</span>, Condor senza meta dice:

    Non scherza nemmeno il Carson della prima storia messicana di Nizzi "I Cospiratori", che, sempre travestito da frate, dona vita all'esilarante scenetta sul treno. 

    La sua risposta alla fedele dirimpettaia: "Omnia munda mundi, sorella!" è memorabile. :D

     

    Superlativa, come tutta quella storia.

     

    • +1 2
  17. <span style="color:red">4 minuti fa</span>, andreadelussu74@gmail.com dice:

    Io Nizzi ho sempre detto che ha dato a Carson quell'umorismo che con Bonelli Senior latitava

    Da quì a renderlo macchietta ce ne passa però

    Nizzi prediligeva l'umorismo marcato e negli anni di maggior vena le battute ironiche fra i due pards erano sempre perfette a seconda della situazione i cui si trovavano

    Che piaccia o meno nessuno degli sceneggiatori attuali riesce a ricreare l'alchimia di quegli anni

     

    D'accordo sull'alchimia che con Nizzi era resa bene e non ha avuto successori. Ma i battibecchi ironici tra i due c'erano già con GLB. Poi Nizzi li ha accentuati, li ha resi più frequenti, ma il modello era Glb.

    • +1 1
  18. <span style="color:red">8 ore fa</span>, andreadelussu74@gmail.com dice:

    Carson non scherza sui fantasmi e sui cimiteri perchè a suo dire portano iella

     

    Esatto, è superstizioso. 

     

    <span style="color:red">8 ore fa</span>, andreadelussu74@gmail.com dice:

    Qualcuno n questo forum senza fare nomi,deve capire che il Nizz di quei tempi riusci a stemperare la tensione con quei battibecchi ben riusciti anche nelle situazioni più drammatiche

     

    A volte Nizzi ha ecceduto, rendendo Carson macchietta. Non come Cico, assolutamente, ma quella di Diablero è un'iperbole ovviamente. È vero che quei battibecchi stemperavano la tensione, mi mancano molto perché né Boselli né nessun altro è più riuscito ad eguagliare quei siparietti ironici. 

  19. <span style="color:red">9 ore fa</span>, borden dice:

    Il controfinale col fucile è solo un'addendum, non certo il fulcro della Storia. I fantasmi se ne fregano di  Zachary, ma bisognava pur sapere chi aveva bene o male ucciso il colonnello. 

     

    Borden lo dice chiaramente: occorreva che in qualche modo venisse fuori chi aveva ucciso il colonnello. Ma non è quello il fulcro della storia: il fulcro è che muoiono gli assassini dei Mccullen, che si ristabilisce la verità circa l'assassinio del Colonnello Muller, ed entrambe le cose insieme ristabiliscono la giustizia e liberano i fantasmi. 

     

    Diablero contesta che ci fosse una giustizia da ristabilire: l'assassinio di Muller non era stato un atto di ingiustizia. E se guardiamo solo a quello, che poi è l'atto per cui i Mccullen potrebbero avercela con Zackary, beh, allora Zackary può essere visto come un eroe, e non si capisce perché Tex è i fantasmi condannino il gesto. 

     

    Al di là che la storia è volutamente ambigua (anche quando Tex dice che giustizia è fatta, sta potendo magari pensare solo alla morte dei banditi ex guerriglieri e non anche a Zackary; e il fatto che quella frase sia pronunciata subito dopo la morte di quest'ultimo non prova necessariamente che essa fosse riferita all'uccisione dell'oste), ciò che non è ambiguo è Zackary: questi è un killer della peggior specie, e l'assassinio di Warren rientra probabilmente in quel suo desiderio di uccidere. Le reali motivazioni di Zackary non sono esplicitate, nella storia, e nulla dice che egli abbia ucciso il colonnello per patriottismo o per eroismo. È invece molto probabile, per quelli che sono gli sviluppi successivi del personaggio, che l'oste abbia voluto solo dar sfogo alla sua sete di sangue, e che abbia approfittato del contesto di guerra ben sapendo che l'avrebbe fatta franca e che la rappresaglia avrebbe colpito altri. Zackary è un criminale, perché ama uccidere, ed è in nome di questa perversione che probabilmente ammazza Warren; ed è sempre per questo che provoca gratuitamente la sanguinosa rappresaglia di cui sono vittime gli abitanti della palude. 

     

    È questa un'interpretazione che non si fonda su QUANTO SCRITTO? Per me lo è, perché quanto è scritto è volutamente indefinito. Con alcuni punti fermi però: Zackary è un assassino, e a causa sua muoiono degli innocenti. Il suo gesto non ha nulla di eroico, al di là delle circostanze e dei paralleli coi partigiani nostrani; è invece un omicidio, l'ennesimo o il primo di una lunga carriera di sangue. E questa caratteristica, nel valutare il suo gesto e le tremende conseguenze per i coloni, deve avere un peso.

  20. Curiosamente, non ho mai commentato questa storia, nonostante essa sia stata la prima che ho letto per intero. Dopo La leggenda della vecchia missione (mio primo albo in assoluto), acquistai La maledizione di Escondida, un vero capolavoro. Il Carson della vecchia missione è timoroso del soprannaturale, è più superstizioso di quanto non sia Tex, e però poi assurge al rango di grande protagonista nei panni di Frate Carson: uno spettacolo. Dopo questa storia, a tema soprannaturale (in realtà poi si vedrà che di soprannaturale non c'è nulla), eccone stranamente un'altra inverosimile, anche se anch'essa si rivelerà  un bluff. Ricordo me ragazzino semplicemente entusiasta di questa avventura, con quella spaventosa miniera, i capelli di uno dei minatori che in una notte diventano bianchi come la neve, quell'orrido buco e quel tanfo infernale: sono indimenticabili per me le emozioni di quei giorni, in cui leggevo e rileggevo il primo numero di questa storia, in attesa del mese successivo. Assaporavo in quei mesi il piacere della scoperta non solo di un nuovo personaggio, ma anche di un nuovo mondo, il West, e di un diverso modo di leggere, non più il mondo fantastico di paperi e topi, ma un contesto realistico che mi faceva sentire più grande, come se stessi muovendo i miei primi passi nel mondo letterario degli adulti, perché così all'epoca percepivo il Tex. 

     

    Oggi guardo a questa storia con un sorriso. L'entusiasmo del bambino che ero non può essere condiviso dal me odierno, ed anzi non posso reprimere per l'appunto un sorriso di indulgenza verso quel lettore in erba della fine degli anni '80 e verso l'ingenuità un pò naif di questa trama nizziana. Eppure, credo che essa abbia ancora una sua efficacia, sia narrata bene nonostante tutto, e rientri a pieno titolo nel periodo d'oro nizziano, quando era raro che le storie di questo autore ci deludessero.

    • Mi piace (+1) 1
    • +1 1
  21. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Exit dice:

    Leo se invitare qualcuno che deve scrivere Tex a (ri)leggersi il meglio è irrispettoso sarei sorpreso eccome

     

    Se lo dici a un soggettista in erba ci sta; se lo dici a un professionista sceneggiatore, un pò meno: è il minimo sindacale che si sia letto bene i periodi più significativi di Tex prima di cimentarsi nella scrittura. Ribadisco comunque che non credo tu volessi mancare di rispetto e anzi che il tuo fosse un consiglio dettato dalla passione per il personaggio.

     

    <span style="color:red">1 ora fa</span>, Exit dice:

    Non la leggerò perché non compro il Magazine e ciò dipende dal fatto che di nuove storie Mefisto per ora non ne voglio neanche sentire parlare

     

    Siamo in due. Infatti quella non l'ho letta ne' commentata. Purtroppo per ora Mefisto è meglio tenerlo lontano, non ne posso più.

  22. <span style="color:red">10 minuti fa</span>, Letizia dice:

    Io ho visto che GLB a Carson gli ha fatto fare di peggio.

    Cioè supereroismi che Nembo Kid in confronto era un neonato.

     

    Certo, e infatti ho premesso nel mio commento che la situazione è texiana. Ma è un abuso che io credo vada corretto e non riproposto.

     

    <span style="color:red">12 minuti fa</span>, Exit dice:

    @Ombra Silenziosa mi fa molto piacere saperlo.

    Ti sembrerà strano ma leggendo storie di Tex scritte da fior di professionisti, non mi riferisco assolutamente a te, ho avuto la netta sensazione che la conoscenza del personaggio fosse più di facciata che reale.

    Il mio comunque era più un invito ad una rilettura che è sempre un piacere che io stesso mi tolgo ancora ogni tanto.

     

    p.s. ho consigliato quel periodo perché spero sempre che un autore abbia sempre quello come stella Polare...

     

    Io non credo che il problema sia una conoscenza di facciata, che tu imputi ad autori di cui non fai nomi ma che sono ovviamente riconoscibilissimi. E ti dico che mi è parso curioso - e poco rispettoso - il tuo consiglio non richiesto a Rauch: mai mi sarei sognato di dirgli di rileggersi queste o quelle storie. Per due ragioni:

     

    1) Rauch è un professionista e già lo avrà fatto di suo

    2) Immagino che già Borden gli abbia detto cosa leggere se vuole scrivere Tex, e probabilmente gli avrà detto di leggersi sì le storie di GLB ma anche quelle degli ultimi trenta anni, cioè tutte le sue e anche quelle di Nizzi.    

     

    Ora, Exit, io sono un vecchio utente del forum e chi mi conosce sa che non amo polemizzare; riconosco peraltro la tua buona fede nel dare questo consiglio (per me infelice, non il consiglio ma proprio il fatto di darlo), ci vedo in questo tuo desiderio di darlo la tua passione, la tua speranza che le nuove generazioni seguano il solco dei padri. Se però mi va di risponderti è perché in questo consiglio io ci vedo tutto il tuo misconoscimento nei confronti di ciò che è venuto dopo GLB, vale a dire innanzitutto il detestato Nizzi e poi, in tempi più recenti, il buon Ruju. Ora che c'è Rauch, la storia non l'hai letta, però ti senti di dare dei consigli e dici: Conoscendo Diablero immagino che leggendo il racconto è possibile che rimarrei insoddisfatto. Qui siamo alla bocciatura preventiva. Ma perché? Perché Rauch è il nuovo, che forse si conforma o forse no ai dettami del grande vecchio? E dalle osservazioni di Diablero, arguisci che anche qui siamo sulla falsariga di Ruju? Peccato che Diablero si soffermi soprattutto sulla storia di Rauch, e peccato che le sue rimostranze siano legate principalmente alle scelte narrative contingenti dell'autore (per inciso, non concordo di una virgola con le osservazioni di Diablero su questa storia, a differenza di quanto era accaduto con quella di Ruju, sulla quale alcune questioni poste dal Diablo le ho trovate condivisibili, pur non apprezzando la bocciatura complessiva che quest'ultimo ne fa).

     

    Io capisco il tuo piacere nel rileggere le vecchie storie, ma ora ci sono altri autori, che portano il proprio bagaglio di esperienza, il proprio vissuto, la propria personalità, il proprio stile. E portano, io questo non lo metto assolutamente in dubbio, una professionalità che li rende degli "scienziati" di Tex, che di sicuro conoscono benissimo, meglio di tanti di noi. Poi ne danno una loro interpretazione, quanto più possibile aderente all'originale, ma sempre loro, soggettiva, figlia dei loro tempi, delle loro esperienze, dei loro studi. Se hanno passato il vaglio di Borden, questi autori conoscono perfettamente il Tex di GLB. Solo che, non essendo lui, ne scrivono una propria versione.

     

    Scusa se il tono ti sembra antipatico, non vuole essere un attacco personale, ma una critica al tuo post di prima e un rimbrotto per un certo modo di vedere il nuovo Tex che tu (e anche Diablero) spesso avete ;) 

    <span style="color:red">23 minuti fa</span>, juanraza85 dice:

    per cui non mi riesce così immediato pensare che l'equazione veleno=visioni sia per forza quella corretta, resta di contro aperta la porta anche alla possibilità che, a dispetto dello scetticismo da lui tanto ostentato, Jack Spade potesse in fondo provare un qualche rimorso per quell'eccidio gratuito, per cui ciò avrebbe eventualmente potuto "predisporlo" a vedere i fantasmi dei McCullen a prescindere dall'assunzione di veleno (che, nel caso di Spade, non mi pare vi sia stata).

     

    O forse i fantasmi si palesano davvero. La storia è bella anche per questa ambiguità. Per me anzi è proprio questa "fumosità" il punto di forza. 

     

    <span style="color:red">24 minuti fa</span>, juanraza85 dice:

    Infine, devo ammettere di aver trovato anche io un po' forzata la partecipazione del garzone Baxter alla sparatoria finale, in cui per inciso ci rimette la ghirba. Ovvero, non sapendo quale è quanto intenso fosse il legame tra i due, mi è parso che il ragazzo si sia precipitato un po' troppo per difendere Zachary.

     

    Ricordi Chester de Il Passato di Carson? Non lo vedo così diverso. Chissà che anche questo garzone non fosse un orfano e le storie non possano dirsi simili.

    • +1 3
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.