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TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
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Messaggi pubblicato da Leo

  1. 2)la scarsa caratterizzazione dei personaggi;il generale Contreras alla fin fine è uno sgherro qualunque, quasi un imbecille qualunque:non si capisce come un tizio del genere possa essere diventato un tale pericolo;Cane Rabbioso è invece un personaggio interessante, ma anche lui è per nulla indagato:ci si chiede, come si è fatto quello sfregio orribile?Per non parlare del gruppo di scalcinati che Tex si porta in Messico, una accozzaglia di macchiette senza senso;ci si chiede:come ha potuto Tex invischiare in una missione tanto pericolosa un vecchietto assillato dalla moglie, un amante degli animali, due fratelli babbei?quali qualità avevano questi uomini da indurre Tex a portarli con sè?Il personaggio meglio caratterizzato appare pertanto But... Infine, un 6 e mezzo pieno... certo, quando poi qualcuno dice che Segura è lo sceneggiatore più in linea con lo stile di GL, o quando qualcuno dice che le sue storie sono stupende(vedi ubc), allora, diciamo così, le braccia non possono che cadere...

    (Non) ho riletto questa storia ieri in treno. (Non) nel senso che non sono riuscito a finirla, avendola trovata pesante, eccessivamente elaborata, contorta. Quoto Paco per l'armata brancaleone messa su da Tex: ma quando mai il Nostro imbarcherebbe quei tipi in una sua missione? Non è affatto Tex. L'unica scena degna di nota è quella del vecchio che saluta il suo donnone, con annesse lacrime e parole buoniste degli avventori della locanda: un tocco di umanit? che non mi è dispiaciuto. Per il resto... Salvo i disegni, perchè io sono invece un estimatore di Ortiz: a volte è troppo sintetico, alcune sue vignette sono francamente inguardabili, ma, nonostante tutto, questo disegnatore TRASMETTE, a mio parere, sudore, polvere, avidit?, sporcizia, arsura... in poche parole, UOMINI e OVEST AMERICANO. Nonostante qui non mi sia piaciuto, e non mi è piaciuto neanche in Lungo i sentieri del West e ne L'Ora del Massacro, non mi sento di bistrattare troppo Segura: L'Oro del Sud, e soprattutto I Cacciatori di Fossili, IMHO sono bellissime storie.
  2. "El Muerto" è una storia molto GlBonelliana nei dialoghi ( memorabile un "Devono sicuramente avere veleno di serpente invece del sangue... e sabbia del deserto al posto del cuore" ) ma estremamente nuova nella statura romantica (nel senso culturale del termine) dell'eroe-Tex, coraggioso ma anche insicuro, pensieroso e del tutto solitario. Di fronte un avversario crudele ma , allo stesso tempo, pieno di umanit?, fragile nella sua sete di vendetta nei confronti del ranger e  nei confronti del quale è impossibile non provare un senso di vicinanza umana. Last but not least, Galep. Il grande Aurelio è talvolta in difficolt? sui visi ( molto disomogeneo tra le vignette quello di Tex: non sembra Victor Mature nell'ultima vignetta di pag.56 de "La Collina Degli Stivali"? ) e in qualche proporzione. Chi se ne frega, aggiungo io. I suoi disegni hanno un fascino intramontabile e le sue tavole sono piene di vita. In sintesi:Soggetto: 10Sceneggiatura: 10Disegni : 10

    Mi piace l'aggettivo "romantico" per questo unico e bellissimo Tex nolittiano. Quando si reca a Pueblo Feliz, Tex si concede dei pensieri sul destino e sul futuro. Non è il solito spaccone: da questo suo dialogo intimo trapelano anzi sensazioni di inquietudine e di incertezza per l'esito dello scontro con questo misterioso e indecifrabile avversario. E' anche un Tex che sbaglia tanto, come già in Caccia all'Uomo: dapprima si fa disarmare nel saloon, ed è risparmiato da El Muerto per un suo personalissimo concetto dell'onore, poi si fa accerchiare dai suoi sgherri, ed è salvato dal provvidenziale quanto improbabile intervento di Tiger. Ma questi aspetti non tolgono nulla a questa storia, ed anzi ci regalano un Tex uomo e non dio, e un uomo i cui pensieri non sono sempre granitici e che proprio per questo ce lo rendono più vicino. Proviamo solidarietà, per questo Tex. E non è un sentimento che, per lui, si prova spesso: ammirazione, fiducia, sicurezza che tutto andr? bene, questo ci trasmette Tex. Solidarietà, no. Solidarietà significa vicinanza. E questo Tex, uomo, ci è più vicino. Un Tex diverso, ma bellissimo. Romantico è l'aggettivo giusto, Don Fabio, e ti quoto anche per quanto riguarda i disegni, non sempre felici nei volti, straordinari nelle ambientazioni.
  3. Riletto oggi dopo anni... Un capolavoro la parte grafica, quando piove mi sento fradicio, nonostante i 40? gradi salentini... quando non piove mi godo il fresco (che quasi riesco a percepire) della splendida foresta che ricopre questa valle del terrore. La storia a mio parere è anch'essa molto buona. All'inizio è ricca d' avventura, poi cominciano, uno dopo l'altro, tutta una serie di colpi di scena che emozionano il lettore:

    1) Bonner che in realtà è il figlio di Sutter e il fratello di Mina: all'inizio, pensavo fosse una di quelle classiche storie di Nizzi in cui l'autore rivela subito chi è il cattivo, togliendo molto pathos alla vicenda. In questo caso, crea un cattivo perfetto e per nulla scontato. E' vero, il cattivo è lui e lo sappiamo già, ma non sappiamo chi è e perchè lo fa. E quando lo apprendiamo, è una vera sorpresa.2) Sutter che sa tutto e condivide i farneticanti desideri di vendetta del figlio: anche qui, sapevamo che, nonostante i sospetti della figlia, il vecchio Sutter non c'entrava nulla e provavamo per lui la naturale simpatia che si può provare per un grande pioniere che si vede defraudato di tutto ciò che ha costruito dalle circostanze avverse. Un grande vecchio che aveva dominato la vita e che viene buggerato infine dalla stessa (il tutto peraltro suffragato dal fatto che lo stesso è un personaggio realmente esistito). E invece, con amarezza, apprendiamo che anche lui è al corrente di tutto ed è sua volont? continuare la scia di sangue e dolore per disintossicarsi dal veleno che porta dentro.3) May-Ling che, contrariamente ad ogni previsione, ormai accecata dalla follia, uccide Boner nel tentativo di proseguire nella missione di cui si sente investita probabilmente da sempre: non dobbiamo dimenticare che May-Ling è una vera e propria figlia, per Sutter, ed anzi forse anche di più, visto che la vera figlia ha condotto una vita normale, fino a contrarre un felice matrimonio, mentre May è rimasta a condividere la frustrazione e la disperazione e il veleno di quel vecchio cui aveva dedicato la sua vita, restandone inevitabilmente disintossicata. Per questo ritengo plausibile la sua decisione di uccidere Bonner: lei si sentiva superiore agli stessi figli di Sutter, e voleva adempiere fino in fondo alla missione di morte cui aveva dedicato la sua vita, una vita non normale ma unilaterale, chiusa in quel forte, prigioniera di quel forte e del suo ancestrale veleno.4) L'uccisione di May-ling da parte del vecchio Sutter: questa scena mi ricorda quella finale di un altro texone di Nizzi, Sangue sul Colorado, in cui il vecchio padre uccide il figlio perduto dall'avidit?. Anche qui, un vecchio disperato uccide sua figlia (perchè questo May ?, ancorch? non sia figlia naturale). "Perchè?", fa in tempo a chiedere May-ling, prima di morire, e, alla vista di quel cadavere disteso a terra con il sangue colante dalla bocca, ho provato pietà per questa vittima, costretta dalle circostanze a votarsi alla causa sbagliata.
    Per me, un grande Texone.
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  4. Appena finito di leggere Nei Territori del Nord Ovest mi è subito venuta voglia di fare il bis dell'accoppiata Boselli-Font, e mi sono ripreso Colorado Belle. A mio parere, questa storia è un vero e proprio gioiello, una delle più grandi prove di entrambi i due autori. Sin dall'inizio, la storia si carica di un'atmosfera suggestiva grazie alle parole iniziali di questa ragazza sperduta nella ghost town di Yellow Sky. Le parole sono inquietanti, e sono il pretesto per una panoramica della città fantasma che costituisce lo scenario principale della vicenda. A guardare queste vignette, davvero non capisco come si possa mettere in discussione Font: sono semplicemente uno spettacolo! Quando arriva Kit, e comincia ad avere la sensazione di non essere solo, e si aggira per i ruderi della vecchia città, l'atmosfera si carica di tensione e si vive un clima da grande film horror-thriller. Rapidamente, però si ritorna alla più banale realtà, e questa ha la faccia sorridente di Latigo e di Beckford, due cattivi difficilmente dimenticabili, per come sanno massacrare le persone non perdendo un luminoso sorriso sulle labbra. La banda di Deadman Dick resta impressa nella mente per la non comune crudeltà gratuita, ma Beckford, più che lo stesso capo della banda, è il personaggio che più mi ha colpito, proprio per quella sua aria cordiale e bonaria dietro la quale si cela un mostro. Altro personaggio che mi rester? impresso è quello di Scorpio, anch'egli mostruoso nell'indifferenza che dimostra nel rendere schiavi i due giovani bianchi a beneficio degli Utes e nell'assistere alle torture di Blackbird ai danni di uno dei due ragazzi. Già, Blackbird: la scena in cui sorride di malignit? a Morrow dopo aver visto la foto di Colorado Belle, penso sia uno dei momenti più alti mai visti in Tex, una scena capolavoro. Tex sa che quelle di Morrow per convincere Blackbird a parlare sono parole sprecate, ma, di fronte alle insistenze del reverendo, non può che dire, con malcelato fastidio: "accomodati". Quindi si accende una sigaretta, attendendo il per lui scontato esito del tentativo. E qui si vede il Male affacciarsi dagli occhi del rinnegato Ute e sconcertare il povero reverendo, così fiducioso nel potere della parola ma in realtà totalmente ignorante, fino a quel momento, di come il Male possa concretarsi nelle lande desolate e dimenticate dell'Ovest. Scena che a mio parere palesa perfettamente, con le parole di Tex: "? dura guardare negli occhi il Male" rivolte all'angosciato reverendo, tutta la maturit? del Tex boselliano. Altro momento a mio parere molto significativo e commovente, si può individuare nell'arrivo del reverendo a Yellow Sky, quand'egli crede di sentire forte la presenza della sorella e la chiama ad alta voce, nel vecchio saloon, certo che lei è l'. Scena molto intensa e poetica, seppur classica, questa del "sentire" la presenza di un'anima cara. E il lettore SA che questa presenza c'è realmente, e che il reverendo ha ragione di sentirne la vicinanza. Ciò che il lettore non sa ancora, anche se lo può sospettare, è che Colorado Belle non è più la dolce ragazza che si vede all'apparenza... Anche la scena finale del pozzo, nonostante io non ami le storie inverosimili, la ritengo un piccolo capolavoro. Per me questa storia è una vetta altissima e splendente, sia per i testi del sempre più amato Borden che per gli splendidi disegni: anche se i visi di Font tendono ad essere stilizzati lo ritengo un Grandissimo nel ricreare ambienti e sensazioni. Sublime.

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  5. Domanda per Boselli, semmai dovesse capitare da queste parti: quando uscir? il seguito di questa storia (sempre che sia vero che ci sarà)?

    Se non vado errato, stando a quanto scritto nella sezione anteprime, dovrebbe uscire nel Maxi del 2013 - disegni di Fernandez - con titolo provvisorio "Alaska"! :trapper:
    Grazie mille Sam. il 2013 non è poi così lontano... pensavo peggio. Meglio così.
  6. Di questa storia, che conferma la grandezza di Nolitta, ho amato soprattutto l'indimenticabile primo albo e il sorprendente finale (io, tigre, dal volto dei personaggi non avevo capito un bel niente; anzi, per me la fine della storia è stato un vero colpo di scena). Non sono entusiasta della parte centrale della storia, non per carenze nella sceneggiatura, ma per i miei personalissimi gusti che non mi fanno troppo amare l'ambientazione nella giungla, troppo lontana dal mio amato West. Ticci, anche se ancora non definitivo, sempre Grande.

  7. E c'era anche la piccola caffettiera fumante... Sergio Bonelli ha raccontato che Galep disegnava Tex solo di notte perchè di giorno si dedicava a Occhio Cupo, un altro personaggio di GLBonelli su cui l'autore aveva puntato tutto (mentre Tex costituiva una "produzione" minore e transitoria!). Lavorando di notte, spesso l'artista sardo sentiva l'esigenza di "staccare" con quelle vignette ironiche, che spesso palesavano suoi bisogni materiali (tipo un bel caff? per tenersi sveglio nel cuore della notte...)Tempi eroici...

  8. Signori, qui ci troviamo di fronte ad una storia TIPICA di Boselli, una storia che contiene tutte le caratteristiche e tutti gli elementi delle sceneggiature boselliane.

    1) E' una storia d'atmosfera, dove la componente EVOCATIVA è fortissima e sfruttata al meglio.

    Già la prima scena provoca un brivido lungo la schiena, quando si vede una canoa solitaria che placidamente viene lungo il fiume. Una canoa a prima vista placida, ma che "ha la morte a bordo!" e, mentre il lettore legge queste inquietanti parole, vede contemporaneamente l'ombra di una mano pendere dal bordo della piccola imbarcazione. Le prime vignette iniziali sono già un capolavoro.

    Subito dopo incontriamo Jim Brandon, destinatario della lettera trovata addosso al morto della canoa. In quel suo dire e non dire, in quella sua mascella contratta, in quella sua fronte corrugata, il maggiore Dickens come il lettore leggono una verità nascosta, una consapevolezza di Brandon circa il contenuto di quella lettera che tuttavia il colonnello non vuole svelare. E la scena successiva, in cui Brandon, vestito in borghese, saluta i suoi sottoposti con le parole "Addio, amici", conferma che il Colonnello ha capito chi si cela dietro quel messaggio oscuro, e sa di dover fare i conti con il proprio passato. In questa scena rivedo il Carson de Il Passato di Carson, quando fa il misterioso davanti allo sceriffo Devlin, dicendo: "Bannock non esiste! Ma io sarà l' per partecipare alle esequie del caro, vecchio Ray": stesso sguardo pensoso, stesso modo di fare misterioso, stessa sensazione di un passato lontano e oscuro che riaffiora. Che spettacolo, Boselli: chapeau.

    2) I comprimari di spessore

    naturalmente Jim Brandon, che qui ha più "dimensioni": non è solo la giubba rossa, è anche il giustiziere in cerca di vendetta,
    l'amico di un uomo che non è riuscito a salvare e l'uomo innamorato e non corrisposto.

    E poi Dawn, per cui non posso non quotare l'ottimo Virgin per quanto dice nel post precedente: anche lei è una personalit? a più dimensioni, forte e fragile, dapprima fa il doppio gioco e poi si schiera dalla parte giusta. La sua scena sexy ? inusuale in Tex, ma nient'affatto sgradita: aggiunge anzi vigore e pepe al personaggio.

    Quindi il vecchio sciamano che chiama e salva Brandon: poche vignette, ma splendide.

    E infine i cattivi: il malvagio Jericho, l'inquietante Ghost, ed ovviamente Red Duck: viso aperto da simpatica canaglia, uomo che fa girare la testa alle donne, ma anche violento e perverso (uccide la sua donna perchè la considera cosa sua e non può permetterle di lasciarlo), e scaltro e ipnotico, dato che riesce, con i suoi modi, il suo carisma, la sua follia e con l'indubbia sconcertante orbita d'oro, a soggiogare con la paura una tribù di Seskan (questo probabilmente è l'aspetto meno credibile della storia, ma non essendo del tutto inverosimile ed essendo anzi stato sfruttato in molteplici soluzioni narrative, me lo faccio andare più che bene).

    3) Il sapiente uso del flashback

    qui scaglionato in più tranches, il flashback rivela il passato di Jim, il suo amore non corrisposto e l'omicidio della donna amata. Ed è un flashback non sempre netto, ma spesso trasognato, rivissuto da un uomo delirante, e questa sua indefinitezza, questo suo svelarsi strato dopo strato, questo suo essere più sogno che non effettivi ricordi, lo rendono straordinariamente ricco di pathos ed estremamente emozionante. Scena indimenticabile è quella della tomba sul ciglio dello strapiombo sul mare: scenario quanto mai suggestivo e commovente, degno di un grande regista.

    A Borden il tema del passato che ritorna è molto caro, e nelle sue avventure i flashback non mancano mai: espediente narrativo efficacissimo per emozionare, in cui il Nostro, anche in tal caso, si rivela Maestro.


    Certo, ho rilevato delle incongruenze: all'inizio, Gros-Jean dice che è meglio non avere a che fare con quella gatta selvatica, alludendo a Dawn, ma poi si scopre che invece lui è addirittura il suo tutore ed a un certo punto è anzi ben felice di averla con sè come guida. Inoltre, sempre Gros-Jean racconta a Tex di aver tentato di salvare il padre di Dawn insieme a Jim Brandon, ma in seguito si apprende che Gros-Jean non ha mai parlato di Dawn a Brandon in quanto questi era pur sempre una giubba rossa: ma come, prima tentano di aiutare insieme il padre e poi Gros-Jean diffida al punto di non parlargli della figlia?

    Inoltre, e soprattutto, Brandon SA che Noatak ha una figlia: dopo la sua morte e la morte della madre Mary, Brandon se ne disinteressa? Come è possibile che non riesca a scoprire che fine abbia fatto? Possibile che non faccia ricerche e non scopra che la figlia è accudita da una famiglia grazie all'intervento di Gros-Jean° Mi sembrano incongruenze belle e buone, forse Borden qui, IMHO, non è stato troppo attento...

    Ma ciò comunque non sminuisce la grandezza di questa straordinaria storia.

    Infine, anch'io avrei preferito che fosse Brandon a uccidere Red Duck, anche se mi sono molto piaciute le parole di quest'ultimo che, in punto di morte, si compiace che Brandon ancora una volta non sia riuscito a prendersi la sua vendetta: canaglia fino alla fine, e con stile.

    E' una storia TIPICA di Boselli, dicevo all'inizio: per questo, ritengo che Borden sia il più grande autore mai apparso su Tex (e non solo.)

    Ovazione.

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  9. Ragazzi, sarà sincero: mentre lo leggevo, questo Texone mi divertiva e mi teneva incollato alla sedia, e questa è già una gran cosa per un fumetto, il cui scopo principale è quello di divertire ed interessare.

    Finita la lettura, però, avevo dentro la testa più di un tarlo per diverse cose che non riuscivo a farmi tornare. Io proprio non riesco nella "sospensione d'incredulità" cui accennava Borden, per me una storia è una grande storia solo se è VEROSIMILE, senza scorciatoie.


    1) Il trucco del cavaliere senza testa mi sembrava improbabile, di difficile realizzazione e con uno scarsissimo rapporto "costi-benefici": ci doveva volere un bel p? a prepararlo, ma a beneficio di chi doveva essere tutta la pantomima? Non delle vittime, visto che lo scopo è ammazzarle: non erano sufficienti i Comanche appostati nel buio con arco e frecce? e non capivo nemmeno le ragioni della recita dei cadaveri manichini, che neanche possono uccidere. A che pro?

    Mi sono risposto che, in fin dei conti, Sarita è una comanche, un popolo indiano molto superstizioso e molto fiero, e quindi poteva pure essere plausibile che la giovane, tra l'altro aspirante "bruja", volesse ricreare la leggenda del padre redivivo. E, se pure è vero che le vittime designate sono destinate a morire, è anche vero che vi è sempre una probabilità che sopravvivano, e che possano quindi testimoniare con sacro terrore di esser stati attaccati da un fantasma. I cadaveri potevano invece servire a distrarre l'aggredito, come accade infatti a Tex che si lascia sfuggire Sarita per andare dietro ad un cadavere.

    2) Gli anni di tempo (venti) tra la vicenda all'origine di tutto e gli avvenimenti del presente della storia mi sembravano troppi! Troppo tempo per individuare la figlia del desperado in una comunit? sè chiusa, ma probabilmente piccola. Non è inverosimile, in questo caso, ma poco plausibile.

    Borden non ritiene di spiegare come mai sia passato tutto questo tempo, ma fa solo accampare ipotesi a Tex. Probabilmente fa bene: si può sempre pensare che Tyler non avesse mai scoperto nulla e che solo un caso fortuito lo abbia messo sulla pista giusta quando ormai non ci sperava più...

    3) L'imperforabilità della corazza. E' vero che anche Sergio Leone ha utilizzato questo trucco, ma almeno, quando veniva colpito, Clint Eastwood cadeva a terra con violenza. Qui, il cavaliere senza testa non viene sbalzato di sella, ed anzi sembra tenersi bello ritto in sella come se nulla fosse. Questo l'ho trovato veramente eccessivo. Poi su internet ho trovato quest'immagine

    Immagine postata

    che riproduce l'armatura di Ned Kelly perforata da proiettili che tuttavia hanno lasciato illeso il bandito. Inoltre, il sito "bellica. it", alla sezione Equipaggiamenti, commentando la foto su riportata, scrive:

    "Non dobbiamo dimenticare che lo sviluppo della scienza balistica era ancora agli albori, i proiettili erano costituiti da una massa di piombo (materiale abbastanza malleabile che facilmente si deformava) e utilizzavano come propellente la polvere nera (meno efficiente come prestazioni rispetto alle polveri da sparo senza fumi moderne), di conseguenza la velocit? di impatto era molto bassa con conseguente minore capacità di penetrazione rispetto alle prestazioni che possono essere raggiunte dai proiettili moderni".

    In fin dei conti, non è forse così improbabile che la corazza possa salvare i cavalieri, e magari, seppure dal disegno non si vede, il cavaliere senza testa viene comunque fatto sobbalzare dai proiettili ricevuti, riuscendo comunque a mantenersi saldo in groppa al proprio destriero.

    Insomma, tutto questo per dirvi che io sono proprio un rompip..., che se non trova la storia verosimile la bolla irrimediabilmente come artificiale, e non se la gode più. In tal caso, poich? la storia mi è comunque piaciuta tanto, mi sono impegnato per rendermi plausibili elementi che a prima vista non mi erano parsi tali. E così me la godo meglio.

    E mi godo bellissimi dialoghi e sequenze mozzafiato, come quella alla Mesa del Muerto (vera e propria perla). I momenti migliori della storia, tuttavia, per me sono quelli in cui appaiono i due vecchi ranger, Tyler e Wallace.

    La scena al trading post, così carica di tensione per le parole incredule e beffarde del vecchio ranger tutto d'un pezzo è un momento di estrema bravura di Boselli: non sospettando minimanente di Tyler, il lettore IMHO resta avvinto dal suo atteggiamento di vecchia carogna troppo sicura di sè per aver paura di ombre. In quella tracotanza, in quella arroganza, in quella antipatia, ci ho visto solo la rude e spessa scorza di un vecchio combattente in terre selvagge, con tante consapevoli macchie ma senza alcuna paura: mi è davvero piaciuto, Creed Tyler. L'ho trovato VERO (e che colpo di scena alla fine, quando si scopre che il colpevole è lui!) La scena del trading post non è affatto lunga, ma, ripeto, è "satura" di questo personaggio che irrompe (pur standosene seduto) nella storia con la sua sola presenza conferendole maggior spessore.

    E poi l'altro, William Wallace (che piacere rivedere il vecchio Bud), vero risolutore della storia: è lui che salva Kit e Tiger, ed è sempre lui che contribuisce a svelare il mistero di tutta la storia. E infatti è lui che Tyler odia di più, perchè sa che il suo vecchio amico è l'unico in grado di inchiodarlo.

    Anche la figura di Sarita è affascinante (ma forse qui è più colpevole il Maestro Civitelli che Boselli) ma anch'io, come Don Fabio, trovo troppo buonista il finale: in fin dei conti lei è un'assassina o complice di assassini. E se in Tex, come dice Carlo Monni, dei precedenti in tal senso non mancano, posso pensare che anche quelli peccassero di eccessivo miele, senza attenuare la sensazione dolciastra ottenuta dal finale di questa storia.


    Storia che resta comunque bellissima, e qui parte un ammirato applauso al nostro grande Boselli, e un inchino alla sua Maestria.
    Il miglior Texone di sempre, a detta di alcuni? Io dico che se la gioca senz'altro, magari in finale (come la nostra Italia :trapper: ) con qualcun altro (io dico La Grande Rapina).

    Disegni: non mi sento all'altezza di fare alcun commento. Sono davvero troppo per un misero mortale come me.

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  10. Secondo me, pur non intendendomi di arte, i disegnatori di Tex sono tutti grandi disegnatori. Il loro stile, semmai, può piacere o non piacere, ma è una questione di gusti. La professionalità non è in discussione. A me Font piace molto. Il suo tratto agile, nervoso, scattante, sintetico eppure molto dinamico, mi rende sempre molto gradite le sue storie.

  11. Io la trovo divertente. E poi, direi, FINALMENTE... anche Tex è umano... L'unica cosa che IMHO stona è far vedere il sedere di Tex e le sue braghe calate: ecco, quello (con l'aquila tatuata sulla chiappa, poi) forse me lo sarei risparmiato...

  12. Io invece mi dissocio da West10, Ulzana, Paco e quanti sono contenti di questa storia. Come storia western, niente da dire, è anche bella. Il protagonista è un ingenuo, ed è la sua ingenuità il motore di tutta la storia. La storia si sviluppa su questo, e se il protagonista (che si fa chiamare Tex, che somiglia al nostro Tex, ma che NON è Tex) facesse qualche scelta più azzeccata semplicemente la storia NON ESISTEREBBE. E lo dice uno a cui il Tex umano di Nolitta piace, e molto. In El Muerto, Tex è più umano che mai, nei pensieri malinconici che si concede nell'avviarsi alla sfida con El Muerto, nella scena in cui si fa disarmare nel saloon e nella scena in cui, con la pistola ormai scarica, si fa salvare da un inaspettato Tiger. Mi piace tantissimo, quella storia, nonostante (o forse proprio per questo) Tex faccia tanti errori. Ma l' è un Tex che sbaglia (come in Caccia all'uomo, altra storia da me molto amata). Qui non si tratta degli errori di un uomo in momenti concitati (nel saloon o durante la sparatoria), che pure possono starci, ma di MACROSCOPICI errori di valutazione, fatti a mente del tutto fredda. Chi è quest'uomo che non va subito a riprendersi i suoi Navajos, e aspetta invece che gli stessi si macchino delle più efferate colpe e che la tragedia si consumi? Che consente ai suoi giovani di poter compiere atroci delitti compromettendosi per sempre di fronte alla legge dei bianchi (genitore illuminato, dice Luca Raffaelli? Genitore totalmente al buio, dico io, miope e cinico come dice ottimamente Pedro Galindez)? Non è Tex. Chi è quest'uomo che, intervenuto a frittata fatta, va a scatenare suo malgrado un vespaio inimicandosi tutto un villaggio? Villaggio che sembra non riconoscere in lui una figura autorevole ma solo un rinnegato qualsiasi, come se Tex fosse un perfetto sconosciuto e quindi un nuovo nemico da abbattere a cuor leggero (che scena imbarazzante, poi, quella in cui tutti sparano addosso ai nostri senza acchiapparli neanche di striscio...)? Non è Tex. E Carson° Che si presenta davanti alla prima mezza calzetta di militare sentendo il bisogno di dover esibire le sue credenziali di "ex scout dell'esercito"? E' semplicemente ridicolo, come ridicole (sono totalmente in disaccordo con Paco qui) sono le maldestre parole di Carson a difesa degli indiani e ridicolo è l'arresto (con quali accuse?) suo e di Kit. Non è Carson. Neache a me, West10, piace leggere sempre storie con i soliti semidei, e per questo mi piace Nolitta, con il suo Tex uomo e non semidio. Ma qui Tex non è semplicemente un uomo, è un uomo troppo ingenuo, e rasenta la stupidit?. Ripeto, se la vediamo come storia western, può essere bella. Un uomo (che non è Tex) è troppo indulgente verso un giovane bellimbusto, non si sente di intervenire contro i fuggitivi, ed è preso a pistolettate in una città che lo vede come un rinnegato. Ci sono le scene della "chicken race" e quella della morte del Navajo legato al carro che sono molto belle (la seconda è molto ricca di pathos, davvero emozionante), mentre un'appendice di cui si poteva fare tranquillamente a meno è l'intervento, IMHO davvero posticcio, dei cacciatori di scalpi. Una buona storia, con disegni straordinariamente evocativi quando si tratta dei paesaggi e dell'ambiente circostante (Galep ti porta "fisicamente" nel West, ti fa entrare nei saloon, ti fa galoppare su piste polverose), ma molto meno soddisfacenti nei volti dei personaggi. Ma non una storia con Tex. Con nessun Tex, neanche quello umano di Nolitta.

  13. Un racconto interessante che si perde nel finale in cui Narvaez viene presentato troppo titubante e anche un p? vigliacco, insomma ben al di sotto di quelle che erano state le premesse dell'inizio. A questo punto la domanda sorge spontanea, come avebbe potuto un uomo di tal genere tenere in pugno sotto un dominio di terrore un'intera tribù?Chi è Narvaez veramente, l'uomo presentatoci all'inizio, astuto, deciso e forte o quello della fine meschino e pauroso? Sta tutto qui il controsenso della storia. I disegni di Marcello come al solito sono molto belli da nove pieno, per la storia a causa del finale un otto stiracchiato.

    Io non vedo alcun controsenso in questo personaggio. Boselli tratteggia, a mio parere, la classica figura del tiranno, che finch? è sulla cresta dell'onda è tronfio e appare astuto e coraggioso, mentre nelle situazioni di difficolt? diviene pavido e tremante. Quante volte la Storia ci ha proposto simili personaggià E così è anche Narvaez, e credo che Boselli abbia voluto, consapevolmente, richiamare con esso la figura del dittatore che si rivela un bluff nei momenti topici. Narvaez a mio parere è una figura ben riuscita e l'ambientazione viene ricreata in maniera molto efficace, prima con le parole (le allusioni alla Sierra Negra quale inferno dominato dal Diablo Rojo) e poi con i sempre evocativi disegni di Marcello. Peccato però che Boselli, a cui spesso rimproveriamo finali un p? accelerati, qui abbia proprio deciso di battere tutti i record di velocit?: troppo improbabile che Tex e company, DA SOLI, riescano a salvarsi da quell'inferno di trappola in cui si erano cacciati. Lo stesso Tex, che riesce a divellere a mani nude le sbarre della gabbia, mi sembra eccessivo: poteva essere un pezzo d'archeologia quella gabbia, va bene, magari arrugginita e quindi non più granch? resistente, ma comunque mi sembra estremamente improbabile che un uomo possa riuscire in una tale impresa. Per non parlare dello sforzo titanico compiuto nel momento immediatamente precedente da Pat, che si libera dai propri vincoli anche qui con una forza sovrumana... Senza questi espedienti, un p? troppo "facili", Tex non sarebbe potuto uscire dal vicolo cieco in cui si era cacciato. Sarebbe meglio, IMHO, che il personaggio non si infili in situazioni senza via d'uscita, se poi per averla vinta gli si consente di prendere simili, poco verosimili, scorciatoie.
  14. Trovo questa storia all'altezza di quella precedente. El Carnicero lo ritroviamo malvagio come lo avevamo lasciato, ma con l'aggiunta di un piano molto ben elaborato che gli consente di rapire ben tre pards su quattro e di arrivare vicinissimo alla vittoria. Trovo molto ricca di suspence anche la parte recitata da Tex, quando si finge inerme per farsi rapire egli stesso. Insomma, davvero un buonissimo esordio di Nizzi, che già fin d'ora mette in mostra tutte le caratteristiche (trama avvincente, bei dialoghi, personaggi ben costruiti, un brillantissimo Tex) che lo renderanno un Grande.

  15. Una bella storia, che si caratterizza per la ben riuscita figura del Carnicero,

    cattivo sè classico ma con un passato talmente agghiacciante che lo rende più che mai odioso e che quasi (ma solo quasi) giustifica il fatto che Tex chiami gli Apaches ben sapendo delle torture che dovr? subire Balder. Bella, a suo modo poetica, la figura della neo Cassandra Nita, il cui gesto finale (abbandona il proprio uomo al suo destino), che la riscatta dal tanto subire durante la storia, decide tragicamente il suo destino.
  16. Il Montana innevato di Ticci... il Maestro è formidabile nel ricreare il suggestivo scenario di questa bellissima storia, contraddistinta da felicissimi dialoghi e da un ritmo serrato. I visi smunti e la desolazione del villaggio Dakota e la corsa verso la morte di Billing aggiungono alla vicenda forte pathos, tale da renderla tra le migliori prove di GLB. Applausi.

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  17. Secondo il mio modesto parere, questa storia è un Capolavoro, sicuramente una delle mie preferite?e ci tengo a premettere che, sempre secondo me, questo è un Capolavoro autenticamente texiano.
    Indubbiamente si può capire l'eventuale reazione indignata del lettore dell'epoca;ma credo che questa reazione  non abbia più alcun motivo di essere anche la nostra reazione, perchè noi siamo ormai abituati da decenni a leggere storie di Tex non più scritte dal suo creatore:siamo cioè abituati a un ranger che, per ovvi motivi, non è più totalmente quello di Bonelli (pur rimanendo, a mio avviso, comunque ?il vero?Tex):per quale motivo dovrebbe scandalizzarci il ranger di questa storia?

    Una delle obiezioni a questo ranger  è la sua presunta ?sbirraggine?. Secondo me questo Tex non è affatto uno sbirro.
    Ma da cosa può dipendere tale giudizio?...
    1)Tex si comporta da autentico mastino con Andy Wilson;senza neanche appurare la giustezza delle accuse mosse al ragazzo, si butta sulla sua pista con notevole tenacia . Ma perchè Tex si comporta così?Per due motivi che sicuramente lo giustificano:il primo è che lui si fida delle parole del suo vecchio amico Kenyon, un frontierman che, per quanto arrugginito,Tex comunque rispetta perchè ne conosce il valore(e se Tex lo giudica un uomo di valore, io mi fido di lui!);il secondo è che il giovane Wilson non ha esitato a sparare a bruciapelo sul suo amico, quasi uccidendolo:Tex quindi si butta sulle sue tracce con estrema decisione e durezza nelle sua azioni, più per vendetta che per il suo status di uomo di legge. Il voler vendicare un amico che ha rischiato la vita è un qualcosa che giustifica ampiamente Tex come lo ha giustificato più volte.
    Da qui la sua durezza:effettivamente il ?trattamento? a cui sottopone Jed è molto duro;e Nolitta amplifica la violenza della scena con l'entrata della ragazza urlante, che chiede pietà a Tex in maniera quasi disperata:il vedere una giovane donna innamorata innamorata supplicare pietà a quel modo non può che impietosirciòMa quante volte Tex ha pestato qualcuno anche in maniera più dura?E anche questa volta, il ranger, non era forse spinto da motivi più che fondati?Non credo che Tex sia diventato, tutto a un tratto, un sadico torturatore!

    Altra accusa mossa a Nolitta:l'inedita (e comunque limitata)insicurezza del suo Tex. Per carit?, questa è un accusa che si può muovere al Tex nolittiano in genere (paradigmatica ed estrema la scena de ?I cacciatori e la preda?);ma non al Tex di questa storia.
    Non è che lui non sappia giudicare Andy;il fatto è che Tex si trova a cambiare idea sul conto del giovanotto:e questo proprio perchè questo Tex nolittiano non è uno sbirro, e meno che mai uno sbirro ottuso!
    Tex dimostra la sua statura morale proprio perchè non esita a mettere in dubbio le sue idee, non esita a mettere in discussione le sue opinioni personali:e questo Tex sarebbe uno sbirro a cui interessa solo catturare la sua preda?Uno sbirro per cui non c'è nulla di più importante del codice?Secondo me non è così.
    E infatti Tex non esita a mettersi contro la legge, e non ci pensa un attimo a dichiarare guerra a coloro che rappresentano la legge.
    E quando Nolitta mostra il suo Tex dubbioso, lo fa sapientemente, senza mettere in discussione la statura eroica inarrivabile del ranger,

    Questa è anche la storia di un amicizia;un amicizia nata per caso tra un fuggiasco ed un ranger che gli da la caccia.
    Andy Wilson,?faccia d'angelo?, risulta essere uno dei personaggi migliori usciti dalla penna di Nolitta, un personaggio sicuramente memorabile. Non perchè il giovanotto abbia chissà quali caratteristiche:non ha la prestanza fisica e la simpatia di Pat o Gros-Jean, non ha il cervellone e la sapienza di El Morisco;non ha nemmeno il carisma di nemici come Lucero o El Muerto. Lui è semplicemente un ragazzo normale che, per chissà quali motivi e circostanze, si è ritrovato immischiato in una brutta storia;un ragazzo che, da solo, si ritrova a confrontarsi con la crudeltà di un West sanguinario che non lascia scampo all'inesperienza o a una fondamentale bontà d'animo, un West in cui la legge e i suoi uomini sono a volte più spietati del crimine e il criminale che l'ha commesso.
    E? la storia di Andy Wilson che ci colpisce, una storia sfortunata che si conclude con la messa in mostra del proprio corpo appeso ad un albero?

    Credo che la maggior innovazione portata da Nolitta si trova nel modo in cui la storia è narrata.
    Nolitta è uno scrittore sicuramente più moderno e meno tradizionale di Bonelli, uno scrittore appartenente ad una generazione diversa e (ai tempi)giovane:ecco così il diradarsi delle didascalie, che se in Bonelli trovavano spesso grandi spazi, in Nolitta si riducono drasticamente:la narrazione dell'azione è affidata (quasi sempre!)ai soli disegni, quando questi bastano a presentare da soli l'azione che si svolge(pag.81 di ?Mingo il ribelle?, con addirittura una pagina intera senza parole!). Il modo di narrare diventa quindi più ?moderno? e cinematografico, sicuramente più vicino ai canoni del fumetto di oggi.
    Le didascalie inoltre vengono usate soprattutto nella descrizione del paesaggio in cui  i personaggi si muovono(una tendenza che Nolitta svilupperò maggiormente nelle storie successive) e non  concludono quasi mai il messaggio che devono comunicare al lettore all'interno della singola vignetta e didascalia(un modo di fare tra l'altro, già iniziato da Bonelli).

    Sono tante le scene memorabili di questa storia, ed elencarle sarebbe per me tempo perso:non resta che dare il consiglio, a chi ancora non lo abbia fatto, di leggere questi albi stupendi!
    Ma una cosa è doveroso dirla:buona parte della bellezza della storia è dovuta al grandissimo Fernando Fusco!
    Lui è un disegnatore straordinario, indubbiamente uno dei più grandi di tutta la storia di Tex!E con questa storia realizza uno dei suoi più grandi Capolavori!
    Se molti dei personaggi di questa storia rimangono memorabili (da Andy a Kenyon al giudice Maddox)? anche grazie al suo pennello che li delinea in maniera impeccabile.
    Inoltre Fusco, con una storia che offre la possibilità di disegnare grandi scenari naturali, sembra andarci a nozze:la pista degli scheletri emana un calore quasi avvertibile, e che dire dire poi della scena nel fiume, graficamente bellissima?Molto belle anche le scene cittadine e d'azione!....
    Non c'è altro da dire:un Grande!!

    Come al solito, tutto quello che avrei voluto dire io, lo ha già detto quel tizzone d'inferno di Paco ::evvai::


    Anch'io, come West10, ho provato sincero stupore di fronte alle critiche negative mossegli dagli altri pards, di cui mi sento di condividere solo la parte in cui Don Fabio sottolinea la stranezza del titolo del secondo albo, dedicato ad un personaggio "comparsa" come Mingo (questa sè è una vera assurdit?).

    Ma, glissando sul titolo del secondo albo (che ovviamente non incide per nulla sulla bontà o meno della storia), anch'io ritengo che siamo di fronte a un vero Capolavoro.

    Avendo gli albi originali, non potevo sapere che l'autore non era GLB, ma l'ho capito dopo poche pagine (non che ci volesse tanto, naturalmente).

    Ai dialoghi esplosivi, ironici e divertenti di Bonelli padre si sostituisce un Tex più meditativo, e le sequenze al fulmicotone lasciano il posto a quelle che, ad esempio, vedono Tex entrare in silenzio in un saloon (a pag.72 del primo albo si vede Tex mentre sta per entrare nel saloon, e a quest'ingresso sono dedicate addirittura tre vignette: Tex di lato, Tex di spalle mentre sta per entrate, Tex di fronte visto dall'interno del saloon. Ho apprezzato molto queste dilatazioni dal forte sapore cinematografico) o rullarsi una sigaretta.
    A mio parere, queste scene, facendo vivere questi particolari al lettore, fanno entrare lo stesso nella storia; così che il lettore non è più solo semplice spettatore ma VIVE la storia. Il lettore ENTRA nel saloon, il lettore RULLA una sigaretta (? come nell'altra splendida storia di Nolitta, I Dominatori della Valle, in cui il lettore GIOCA A BILIARDO con il Colonnello Watson).

    Una scena che ho sempre amato tanto è quella dell'incipit di C'era una volta il West di Sergio Leone, quando tre banditi attendono il protagonista alla stazione: è una scena lunghissima, con i tempi ultradilatati, in cui non succede niente di niente, salvo piccolissimi avvenimenti per nulla degni di nota: una mosca che ronza, una goccia d'acqua che cade... quando hanno chiesto a Leone perchè avesse girato una simile scena, il regista ha risposto che voleva far vivere allo spettatore l'attesa del treno. Ecco, in questa storia ho respirato quella stessa atmosfera, e ho sentito di averla VISSUTA.

    E non solo per i tempi dilatati: in questa storia, infatti, ho l'impressione di incontrare non personaggi di un fumetto, ma persone IN CARNE E OSSA: l'anziano, umanissimo nel suo essere patetico, sceriffo Kenyon, il vecchio della fattoria che si decide a dare a Tex la propria pistola solo quando comprende che Tex non si arrende (figura IMHO straordinaria), il peone Felipe di Agua Fria.

    E ovviamente Andy Wilson, il cui personaggio, in chiaroscuro, è un antesignano dei personaggi boselliani e per me è uno dei più bei comprimari della saga.
    Non capisco come si possa dire che il secondo albo è un allungamento di brodo, che poteva benissimo non essere scritto, come dice Wasted. Ma il secondo albo è l'albo di Andy, e se conosciamo questo personaggio e se ci sconcertiamo insieme a Tex per la sua morte lo dobbiamo proprio a questa parte di storia. Il secondo albo è FONDAMENTALE, direi...

    E l'altro personaggio in carne ed ossa è Tex, il Tex umano di Nolitta, che si fa fregare nel ranch di Andy, quando questi spara al vecchio Kenyon e fugge, che si fa sfuggire il ricercato anche al saloon, non immaginando che il giovanotto sia potuto fuggire dalla finestra, che si fa mettere nel sacco due volte dallo stesso Andy (senza conseguenze per lui solo perchè Andy non è un assassino), che resta sconcertato di fronte al ragazzo penzolante nella main street.

    In definitiva, in questa storia ho incontrato delle PERSONE, e ho camminato accanto a loro.

    Questa mia sensazione ovviamente non dipende dalla sola grandezza della sceneggiatura, ma anche dalla consistenza dell'ambiente attorno a me: per Fusco non ho parole, o meglio ne ho una sola: FANTASTICO. Se per me questa storia è un Capolavoro, lo si deve anche a lui.

  18. Beh, ragazzi, consentitemi di dissentire... ma credo veramente esagerato dare 10 o 9 a questa storia. La trovo molto divertente, intendiamoci, si fa leggere con una facilit? estrema appagando totalmente il lettore, ma proprio perchè si tratta di una storia "passatempo", brillante e veloce, senza avere nulla di epico o che comunque possa farle meritare, IMHO, addirittura un 10. La trama è "disinvolta": i cattivi sono cattivi, non importa sapere perchè. In definitiva, sappiamo solo che a Canyon Diablo si ammazzano gli sceriffi per continuare con lucrosi affari illeciti, ma stavolta GLB non si sforza neanche di inventarsi in cosa essi consistano realmente (se traffico d'armi, o di contrabbando di whisky con gli indiani, o rapine, ecc). Sono affari sporchi, e tanto basta, e i cattivi sono cattivi. Punto. Ma sono anche ben poco consistenti, questi cattivi. Jerry non sa far altro che prenderle, mentre mister Clebber assolda sicari su sicari a dir poco ridicoli (Black Larry mi ricorda tanto il Mortimer dei Trinit?, per intenderci, mentre la posse assoldata sul finale si ritrova addirittura a recitare la parte degli spazzini che ripuliscono le macerie del saloon). Per non parlare del ricatto, congegnato brillantemente proprio durante la presenza di Tex in paese; hanno scelto proprio il momento opportuno, questi cattivoni brillantissimi. E chiedono nientepopodimeno che DIECIMILA DOLLARI. Più tardi, però, GLB dimentica questa esorbitante cifra, e li fa diventare solo MILLE ( a meno che sulla versione originale non fossero mille, e su TuttoTex non siano poi diventati diecimila: Una stella per Tex ce l'ho infatti come TuttoTex - e qui la cifra è diecimila - mentre Canyon Diablo è un trestelle - e la cifra è mille). Ma, quale che sia la cifra, ideare il ricatto con Tex in paese che già sta spazzolando tutti è idiozia pura... E se Daniel è ricattato, Keno, che è colui che ha assoldato Tex e con il quale i fuorilegge dovrebbero essere quindi più arrabbiati, è lasciato libero e tranquillo per il paese, e nessuno lo infastidisce, e soprattutto nessuno pensa a collegare Keno a Tex, nonostante i due cenino insieme amabilmente quasi ogni sera. Ma di distrazioni questa storia è zeppa: durante la loro fuga dopo aver derubato Clebber, Jerry e Slim (le grandi menti del ricatto) attentano alla vita del loro ricattato, ricevendo una robusta dose di piombo da Tex e pards nel cuore della notte. E' strabiliante come, di notte, e in quello sputo di paese, nessuno senta gli spari, tanto meno Clebber, che se la ronfa della grossa e si accorge di essere stato derubato solo la mattina dopo! Tex è micidiale, d'accordo (ma solo Tex: Carson e gli altri stanno praticamente a guardare, sono spalle che più spalle non si può, e questa è un'altra debolezza della storia, n° è sufficiente che siano Tiger e Kit a mettere fuori gioco il killer da strapazzo vestito da becchino), e qui mi viene da pensare a quanti hanno nostalgia di questo Tex, subito pronto ad estrarre la pistola. In particolare, la scena che lo vede sparare all'impazzata al Devil's Luck solo per ricambiare la sparatoria appena subita, o la scena in cui spazzola del tutto gratuitamente il cappello di Mister Clebber nel'ufficio di sceriffo, a mio parere possono ben essere accettate in queste storie, con un Tex più giovane sia come personaggio di fumetto che "anagraficamente". Ma oggi non credo che scene del genere mi potrebbero fare piacere: le posso accettare, come detto, da un Tex più giovane, anagraficamente e come personaggio, e quindi più impulsivo e spaccone. Ma il Tex di oggi, IMHO, deve necessariamente essere un p? più posato e riflessivo: lui è cresciuto e con lui è cresciuto il lettore, che, pur volendo il solito grande Tex, credo desideri assistere a situazioni più "mature", più ponderate e meno immediate. Almeno, io ho queste esigenze e queste aspettative, e se il Tex che sfodera la pistola in situazioni totalmente gratuite (Clebber è disarmato, che bisogno c'è di minacciarlo con la pistola?) mi diverte e mi fa sorridere in queste prime storie, oggi mi vedrebbe un p? storcere il naso. Insomma, tra gli antagonisti salvo solo la bella Lena Bond, ed è tutto dire. Tra i protagonisti, Tex è quello che "arriva e le suona a tutti", a volte anche esagerando, e soprattutto facendo impallidire terribilmente i suoi compagni. La trama non mi sembra granch? solida. Tutti questi elementi mi fanno scadere di molto questa storia. Le do' sette solo perchè mi ha comunque divertito, i dialoghi GLBonelliani sono al solito molto vivi e spassosi, e la scena finale è adrenalina pura.

  19. Capolavoro... per me il capolavoro è quello che ti artiglia l'anima, e non te la lascia più. Il capolavoro ti entra in profondit?, e ti procura, al suo solo ricordo, un'inesprimibile sensazione di piacere e di "complicità". Complicit? con chi? Con il capolavoro, ma anche con te stesso, con quel te stesso che tanto tempo fa ha letto o visto quel capolavoro e lo ha saputo riconoscere. E' anche orgoglio, il ricordare e il riconoscere (o credere di riconoscere) un capolavoro. Il capolavoro ti tocca delle corde ignote dell'anima che ogni volta che lo ricordi ricominciano a vibrare e sprigionano una musica silenziosa che d' gioia alla mente. Questo, per me, è capolavoro. E, come dice, West10, ti viene subito in mente se lo devi citare. Ciò che viene in mente a me ?:1) "A chi appartiene quel morello l' fuori, quello con la sella messicana?": è il giovane Carson nel trading post di Cyrus Skinner. Per me Il Passato di Carson è un Capolavoro integrale, ma la scena del trading post, pur non essendo più significativa delle altre, mi è rimasta nel cuore. Non è neanche la prima scena nel mio indice di gradimento, ma mi d' emozioni inspiegabili.2) "Shan Van Vocht, sei venuta per me?... Riportami... a casa" e non dico altro perchè non ci sono parole.3) "E tu chi sei, il suo angelo custode? No, il tuo castigo.": è Tex in Oklahoma di Berardi. e, fuori da Tex:"cosa hai fatto in tutti questi anni? Sono andato a letto presto..." in C'era una volta in Americae I Miserabili e il Novantatre, di V. Hugo"e qualcosa rimane, tra le pagine chiare e le pagine scure..."e Shevchenko che segna l'ultimo rigore della finale del 2003 :P e l'Appia Antica... Emozioni.

  20. In effetti in Chinatown c'è una vera e propria cesura che divide la storia in due. Qui non si può dire la stessa cosa; resta il fatto però che, dopo la morte di Ho-Kuan, il mio interesse per la storia è un po' scemato, perchè il Cattivo non c'era più e gli altri (molto poco interessanti) avevano il destino segnato. Non c'è la sensazione di trovarsi di fronte a due storie, ma l'unica storia, per me, poteva finire un po' prima (anche se non posso escludere che molto di questa sensazione dipenda dalla mia stanchezza; ormai leggo solo di sera con gli occhi cascanti dal sonno... zzzz)

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