Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
  • Contatore Interventi Texiani

    2939
  • Iscritto

  • Ultima attività

  • Giorni con riconoscenze

    154

Messaggi pubblicato da Leo

  1. Certo, anche nei primi due albi, a livello di trama, qualcosina difficilmente la digerisco:

     


    -         come sia possibile che basti Eusebio per mettere in fuga gli inseguitori di Palacio; perché non riprovino ad attaccare prima dell’arrivo di Tex; perché, se interessa il diario, all’inizio vogliano i pards solo storditi ed El Morisco vivo.

    (L’inizio forse doveva essere alla rovescia: gli inseguitori sono messi in fuga da Tex che si trovava già lì).

    -         il serpentone non ho capito, a posteriori, come facesse a essere dal Morisco.

    -         Il massacro dei peones un po’ troppo affrettato.

    -         la rivelazione di Leonora su Sandoral e il suo piano (doveva essere Tex a scoprirlo).

     

     

     

    Il capo (Nemico) ben caratterizzato e il Piano in corso di svolgimento.

    Qui a mio avviso non abbiamo né l’uno né l’altro.

     

    Sul primo pensiero sono assolutamente d'accordo, l'ho rimarcato sul mio primo post  ed è forse l'unica cosa segnalata da Ubc che mi trova d'accordo.

     

    Sul secondo posso darti ragione ma a mio parere il ritmo incalzante della storia sopperisce a queste lacune rendendola comunque avvincente. Comunque mi complimento anch'io per l'analisi, Jack!

  2. Ho riletto questa storia dopo un bel po' di tempo, e posso dire che mi ha irretito come la prima volta: siamo davanti ad un indiscutibile CAPOLAVORO. Ciò che colpisce è la gestione di una messe così abbondante di comprimari: il rischio di un'accozzaglia, con così tanti personaggi, è sempre in agguato e invece Segura costruisce un impianto solido e senza sbavature, con le varie situazioni che si intrecciano in maniera fluida e si innestano con perfetto sincronismo. Allo stesso modo, in questa storia riescono a convivere in maniera perfetta la tragedia e la commedia. La commedia sta nelle tante situazioni umoristiche presenti, dal vecchio Salomon alla storia d'amore tra Lynn e la signorina Cope, per non parlare della splendida scena del Vecchio Cammello rubacuori con la balena :D (anche se a volte Segura obiettivamente eccede con Carson riducendolo a macchietta anche più di quanto non facesse Nizzi). La tragedia, cupa, sta nel capo abbassato del vecchio sceriffo, quando avanza accanto al futuro genero che porta tra le braccia il corpo della figlia; la tragedia è nel cuore di Yana, sconcertante madre disposta a tradire il proprio figlio pur di liberarlo dal tormento dell'odio; la tragedia è nell'intenso primo piano muto di Little Wolf quando si rende conto che quel nipote che avrebbe accolto con gioia è invece uno spirito maligno; ma la tragedia è soprattutto nella figura di Four Bears, ragazzo sfortunato, rinnegato per i bianchi e per gli indiani, un emarginato nel cui cuore ferito non può che albergare atroce odio. Oltre a Four Bears, vero protagonista della storia è indiscutibilmente Red Barnum. Le scene che lo coinvolgono non presentano mai dialoghi banali. Il suo stile smozzicato, i suoi occhi velenosi, la consapevolezza del suo fato lo rendono un personaggio di per sè affascinante. Ad assicurargli gloria imperitura è poi la sua fine, quando salva i due rangers e, finalmente, "la pallottola non fa più male". Se la storia diverte, sconcerta e commuove, il merito non va alla sola superba sceneggiatura. Il tanto bistrattato Ortiz qui propone un altro capolavoro, nella resa grafica (semplicemente perfetta) dei tanti personaggi e nell'incredibile e suggestiva bellezza dei paesaggi naturali. Storia che a buon diritto fa parte del gotha texiano.

     

    Havasu, mi autoquoto perché il commento è contiguo alla lettura, e non la rileggo da allora... Ma mi pare che il commento sia abbastanza dettagliato e totalmente contrario a quello che è parso a te, dall'approfondimento psicologico dei personaggi alla tragedia del vecchio sceriffo. Ripeto, non rispondo alla tua analisi perché la storia non ce l' ho fresca e perché probabilmente mi ripeterei... quanto al peso specifico di Nizzi, lui è riuscito a criticare pure Gli Invincibili...

  3. Non sono un maniaco della cronologia, ma francamente non mi dispiacerebbe se oggi venisse rispettata. Che GLB, durante la sua esperienza autoriale per così dire "artigianale" in un'epoca meno attenta a certi aspetti, se ne infischiasse della cronologia è un fatto. Non mi fa molto piacere, ma, per quanto detto prima (altri tempi, artigianalità), lo accetto senza troppi problemi. Se accade oggi, da parte di un super super esperto, un po' ne resto colpito, non posso proprio negarlo. Detto questo, dico che firmerei tutte le incongruenze di questo mondo se solo la storia si mantenesse ai livelli del prologo... nel senso che mi piacerebbe che Borden non stravolgesse la cronologia, ma baratterei ciò con un capolavoro... certo, se fosse un capolavoro e al contempo rispettoso della cronologia sarebbe meglio...

  4. Per me una storia da olimpo Texiano.

    Questo maxi di Segura è assieme a "L'oro del Sud" e "Il treno Blindato" nella mia tripletta dei migliori maxi di sempre, che dire, storia eccezzionale dalla A alla Z.

    Dunque, anche io ho gusti opposti ad Havasu per questo maxi, per me Segura è stato un mostro in questo maxi come negli altri citati, un lavoro veramente veramente fanatastico, al diavolo la seria regolare.

    E i disegni di Ortiz mi hanno sempre incantato... favolosa coppia! Grandissimi.

    Voto: 10.

     

    Completamente d'accordo, John (salvo che per "il treno blindato"). Non sei tu ad avere gusti opposti a quelli di Havasu, è lui ad averli opposti rispetto a tutto il resto del forum  :P  :P  :P

  5.  

    Come già mi espressi in altra, ben più aspra polemica: meglio seguire il consiglio di paco e non parlarne, pards. In fin dei conti, ciò che vogliono è che se ne parli.

    Rimane il fatto che l'articolo lo legge anche un lettore occasionale o un possibile futuro lettore di Tex. Che pubblicita' e' per il nostro Tex? Un lettore che volesse avvicinarsi a Tex e legge questo articolo ci pensa due volte.

     

     

    Sì ma un lettore occasionale si fermerebbe a questa frase:

     

    Dai tempi di Omicidio in Bourbon Street n.576-578 non ricordavo una storia boselliana tanto noiosa. 

     

    e capirebbe il tenore della "recensione"

  6. Sulle qualità di Nizzi, concordo perfettamente: i soggetti erano spesso, anche se non sempre, rivisitazioni del passato; la dote era soprattutto nella sceneggiatura. E che sceneggiatura, ragazzi...

     

    Sì, i soggetti raramente erano nuovi o veramente originali, anche nei tempi migliori. Boselli esordì e continuò invece con trame veramente particolari, spesso inedite. Ma alla sceneggiatura il vecchio Claudio era portentoso...

  7.  

    No, Traversa non era male, perché obiettivamente in quel periodo Nizzi diede segnali di ripresa. 

     

    Giusto, Leo, a tal proposito ho una curiosità: quand'è che secondo te Nizzi diede segnali di ripresa? Io mi sono sforzato di ricostruire un andamento, ma il Nizzi dell'ultimo periodo mi è sempre sembrato discontinuo, più che procedere per tendenze. Qual è la tua opinione in merito?

     

    Per la verità anch'io trovo il Nizzi della fascia 400-500 discontinuo, e non in calo netto e progressivo. Ma dopo il n.500, inanellò a mio parere storie infelici o che, anche nei casi in cui erano dignitose, mancavano di freschezza e di brillantezza: titoli come Il Mercante francese, Ritorno a Culver City, Le foreste dell'Oregon, Muddy Creek, le pessime - a mio parere  - Kiowas e I Fratelli Donegan, l'inesorabile(!) Tumak o l'insopportabilmente lunga Athabaska Lake, li ricordo con una sensazione di grigiume. Storie appannate di un autore nel pieno del suo medioevo. Poi ad un tratto arriva Puerta del Diablo, la prima storia di Traversa. All'epoca della prima lettura naturalmente non sapevo del nuovo soggettista, e mi rallegrai per questa zampata del vecchio leone Nizzi: finalmente una storia briosa, veloce, non scontata, una vera boccata d'ossigeno. Non era una storia molto texiana, questo sì: nel topic apposito scrissi che i due pards avevano avuto poco peso in questa storia, ma che non m'importava perché essa era bella e questo mi bastava. Qualche mese dopo ecco la poetica Documento d'accusa: poco texiana anch'essa ma, rispetto alla mediocrità dei soggetti precedenti, era bontà pura. Poi la per me bellissima Un treno per Redville, la divertente Il villaggio assediato e qualcun'altra ancora. A queste seguì una nuova fase di appannamento, questa volta definitivo, ma eravamo già agli ultimi fuochi. Quindi credo che la sua rinnovata vitalità sia effettivamente dovuta al contributo di Traversa: un contributo limitato ai soggetti, a quanto ne so, mentre le sceneggiature - e la loro bontà - sono tutte ascrivibili al vecchio leone, evidentemente rigenerato dal non dover avere l'assillo del soggetto. A questo proposito, credo che ai soggetti Nizzi non fosse eccezionale (Boselli è ad esempio molto più originale), mentre la sua forza stava nella sceneggiatura, sì Glbonelliana ma in realtà ben riconoscibile, e - a mio parere - anche migliore di quella originale.

  8. Non ancora metabolizzata una storia misteriosa e drammatica e di nuovo siamo nelle spire della tragedia. Tutto in una notte il mondo di una famiglia di pionieri crolla e il cielo sembra versare secchiate di acqua e alluvione per lavare come un novello diluvio la cattiveria degli uomini. E il tratto di Mastantuono è parte integrante della storia. 

     

    E' verissimo che il tratto di Matantuono è parte integrante della storia. Mentre leggevo, era come se sentissi scrosciare la pioggia tutt'attorno a me. Superlativo questo artista!

     

     

    Delicati i passaggi sullo stupro e quello sputo del mandriano sul "specie di fidanzato" è il nostro sputo. 

     

    Scena questa meravigliosa, molto kenparkeriana.

     

     

    Premesse grandiose per lo sviluppo della storia e mi è piaciuta l' entrata in scena di Tex alla fine, vicino alle tombe prima che farsi riconoscere dai vivi. 

     

     

    Molto efficace l'entrata in scena di Tex a partire dalle tombe, l'ho apprezzata tantissimo anch'io.

    Ma soprattutto sono d'accordo sulle "premesse grandiose": altro che "inizio convincente", ragazzi, questo è un avvio magnifico, se la storia si mantiene su questi binari sarà l'ennesimo capolavoro di Boselli. Sono abbastanza restio ad usare la parola capolavoro, ma quest'avvio mi fa davvero ben sperare. 

     

     

    Un ultimo pensiero per la copertina: la ritengo una delle migliori degli ultimi anni. Solitamente, quando Villa è così ispirato, la storia stessa si rivela un capolavoro: ricordo ad esempio Il Passato di Carson, Gli Invincibili, La Grande Invasione, L'uomo senza passato, copertine belle non solo tecnicamente ma proprio per una certa "ispirazione" che le pervade. Questa mi dà le stesse sensazioni, e ciò mi fa riporre ulteriori speranze su questa storia...

  9. Bravo, Leo! Hai espresso molto bene ciò che anche io penso e non sono riuscita a esprimere con la tua chiarezza.

     

    Grazie per l'apprezzamento, Betta, ma anche tu eri stata chiara. Mi è piaciuto il rimando all'assunto greco, che valeva ovviamente per il solo Sebastian, non per Victor, la cui "austera bellezza" mi ha ricordato una volta di più (ma forse la mia è proprio una mania) la bellezza di Dracula (faccio riferimento ai miei primi post di questa storia) .

     

     

    Pensavo piuttosto di mandare da Waco i figli di Hapikern superstiti...

     

    Anche questo sarebbe un bel finale alternativo :D

  10. Letta finalmente oggi.

     

     

    S P O I L E R

     

    Finale veloce, ma degno della storia: pirotecnico, avvincente, accattivante. Tutta la parte ambientata nell'inferno è superba, e non sono d'accordo con Jack65 quando nota la sproporzione tra l'intero albo dedicato alla villa-palazzone e le 40 pagine dedicate all'inferno. La fase nella villa-palazzone serve a creare la giusta dose di suspence e di mistero, ed è giusto quindi che sia più lenta della parte finale, dove infuria la lotta e non si può star tanto lì a riflettere. La villa-palazzone del secondo albo desta curiosità per il mistero, la parte all' "inferno" è adrenalina pura ed è fisiologico che bruci più in fretta. Bellissima la sequenza in cui Tex cade addormentato dopo aver innescato la dinamite, grande la parte giocata da Kit Willer, ottimamente rappresentate da un punto di vista grafico le creature dell'abisso, la cui ripugnanza è una nota di vero merito per il disegnatore.

     

    In un mio precedente post avevo ipotizzato anch'io che Victor e Sebastian fossero dalla parte dei buoni. Non era proprio così, perché Victor contribuisce (o quantomeno è inerte) ad imprigionare Kit, Morisco ed Eusebio. Non un buono dall'inizio, quindi, ma un personaggio tormentato, che, consapevole dell'amaro destino della propria famiglia, assiste senza intervenire ai rituali del fratello: pensateci bene, Kit si salva da solo, e il buon Victor non avrebbe fatto nulla per salvarlo. Dice al fratello che non vuole macchiarsi dei suoi delitti, ma poi assiste, molto pilatescamente, al rituale di trasformazione. Victor quindi non vuole opporsi a suo fratello, non vuole fermare il sacrificio di Kit ed Eusebio. Trova il coraggio solo dopo, quando Morisco gli fa balenare l'idea che forse si può fare qualcosa per combattere la maledizione. Molto egoistica, quindi, la sua conversione al mondo dei buoni. Più tardi, però, si scopre che suo figlio Sebastian era stato da lui preparato ad uccidere Sandoral: aveva quindi premeditato tutto, anche prima dell'arrivo degli stranieri. Personaggio quindi con luci e ombre, vuole opporsi a Sandoral ma è indeciso, irresoluto, di fatto non fa nulla per salvare i pards ed anzi vuole che anche sua figlia Leonora assista al rituale così da comprendere appieno la propria natura. Fino a un minuto prima vuole rendere consapevole Leonora della sua natura, un minuto dopo si oppone a quella stessa natura con tutte le sue forze e con suo figlio già ben addestrato. L'ho trovata una bella contraddizione, questa parte, ma ciononostante ritengo che la figura di Victor non ne sia sminuita: è un indeciso, difetta evidentemente anche di coraggio, ma alla fine trova la forza di fare ciò che in cuor suo aveva sempre agognato, e cioé fermare quella stirpe cui lui stesso apparteneva. Significativo è che si serva di suo figlio Sebastian, colui che probabilmente più di tutti deve soffrire della maledizione, visto che è il più colpito da quella che non può non sembrargli una tremenda malattia, per lui totalmente devastante. Ed in questo senso è spiegabile anche il suo sacrificio: si uccide perché per lui la vita in quelle condizioni è intollerabile. 

  11. S P O I L E R

     

    S P O I L E R

     

    S P O I L E R

     

    Ragazzi, io non so postare le immagini. Apro facebook e, tra i post di Tex - Sergio Bonelli Editore, c'è l'albo di questo mese aperto all'inizio della nuova storia Luna Insanguinata.

     

    Il commento è "Nel numero in edicola inizia la nuova storia di Boselli e Mastantuono." 

     

    Peccato però che sia ben visibile, oltre che la prima tavola della nuova storia, anche l'ultima della vecchia!!! E qui si vede chiaramente una ragazza (sana) che non può che essere la guarita Leonora!!! Ma io non ho letto l'albo di questo mese... è un dannatissimo SPOILER  :craniate:  :craniate:  :craniate:

  12. Pino, anche a me mancano i dialoghi di Nizzi e le sue atmosfere. Il Nizzi dei tempi d'oro, la robustezza delle sue storie, l'ironia dei suoi dialoghi sono qualcosa di irreplicato in Tex, perché Boselli e i pochi altri autori che si sono succeduti hanno uno stile molto differente da quello di Claudio. Ma dobbiamo farcene una ragione. Al posto di quelle caratteristiche ne abbiamo altre, non meno importanti: trame non telefonate e comprimari di spessore, a parte i tuoi gusti personali, sono elementi vitali per un fumetto così longevo, che deve necessariamente innovarsi per non ripetere sé stesso (come fatalmente accadrebbe). Ecco quindi che alle vecchie atmosfere ne subentrano delle nuove, diverse (sono d'accordo con te) ma non per questo meno valide. Poi ci può stare che lo stile di uno sceneggiatore possa piacere di più o di meno, ed ecco perché un'alternanza tra essi penso possa essere salutare: per ora i contributi di Ruju e Faraci non sono stati incisivi (meglio Ruju che Faraci), ma dalla loro crescita (o dall'ingresso di qualcun altro) passa il futuro di Tex, anche perché Boselli (che a me, per inciso, piace un casino) non può continuare a fare tutto da solo... 

  13. I vari esempi riportati dimostrano l'importanza delle didascalie, la loro necessità in alcuni casi, o, in altri casi, almeno l'opportunità che esse ci siano. L'esempio di Ulzana poi è particolarmente calzante e convincente, e secondo me può dare una conferma circa il fatto che in fin dei conti si tratta di gusto personale. Ora non ho con me i vecchi albi (che sono ancora nella mia casa paterna) e quindi non posso dare un'occhiata a Il Tranello. Trattandosi del numero 10, risale ad un'epoca in cui le didascalie erano molto utilizzate, come ha ben ricordato Carlo. Immaginiamo però che non vi sia alcuna didascalia a commentare la scena e che invece le si dedichi qualche vignetta in più. I due si guardano silenziosamente, il disegnatore deve essere bravo a farli recitare ovviamente, poi si scambiano un abbraccio virile. Una sequenza siffatta, muta ma eloquente, io l'apprezzo di più della parola parlata. In Ken Parker di tali vignette ce ne sono davvero tante, e sono quelle che apprezzo di più. Quelle che mi emozionano di più. Soprattutto, attraverso di esse, io riesco a percepire, in maniera tangibile, l'amalgama, la sintonia, l'affiatamento tra sceneggiatore e disegnatore. Lì i due danno maggior prova della propria maestria individuale e del loro essere squadra. Quando le parole non servono e sono sufficienti i gesti. La didascalia di Ulzana è bellissima. E' poetica. Capisco che vi piaccia e che vi emozioni. Oggi non si usa più e capisco che se ne possa sentire la mancanza. Ma se non si usa più è anche perché i gusti cambiano nel tempo, non solo dei lettori ma anche degli sceneggiatori, che magari oggi ritengono di non doverle utilizzare non per non dare pathos alla scena, ma per darlo in misura maggiore. Sembrerà paradossale, ma per alcuni la sequenza muta è più potente di quella parlata. Tra questi ci sono io e molti altri. 

     

    L'ultima didascalia ricordata da Pallino è di un altro tipo. Ma è anche un altro discorso. Il primo tipo di didascalia è "emozionale", il secondo è descrittivo. Per un scena del genere - che ha bisogno di spiegazione - magari anche oggi il Boselli di turno inserirebbe la didascalia. Io preferirei invece che affidasse la spiegazione ad un personaggio (magari allo stesso Tex), rendendosi - parlo dello sceneggiatore - pressoché invisibile. Quanto meno si vede il narratore, tanto più per me la storia è riuscita. Per me. De gustibus. 

  14. Quoto in toto le parole di natural! Non sono un estremista, le didascalie in alcune circostanze ci possono stare (ad esempio il diario di julia io non lo considero una didascalia vera e propria ma anche alcune didascalie "emozionali" possono andar bene) ma in linea generale preferisco che a parlare siano le immagini e i dialoghi, con interventi del narratore prossimi allo zero.

  15. Pallino, è vero che il confronto probabilmente non si può fare, proprio per la differenza di linguaggio tra le due serie sin dall'origine (Tex ha sempre fatto uso delle didascalie, Ken no). Ma è anche vero che oggi a scrivere Tex è Boselli che si ispira, per sua stessa ammissione, oltre che a GLB, proprio a Gino D'Antonio e Giancarlo Berardi. Ispirandosi a loro (e quindi anche a Ken Parker), ha un po' rarefatto (non eliminato del tutto) l'uso delle didascalie, facendo parlare di più le immagini. Per me questo è un pregio, perché è questo il compito principale del fumetto: parlare per immagini, fidandosi del lettore e della sua capacità di comprensione. Pensa che io le didascalie le saltavo... 

  16. John, Carlo voleva dire che nell'epoca in cui è ambientata la storia Tex avrebbe dovuto avere 12 anni e non avrebbe dovuto conoscere Carson. Poiché però nella storia di Serpieri Tex non ha 12 anni e conosce Carson, ecco che la storia è fuori cronologia, nel senso che Serpieri se n'è bellamente infischiato della coerenza cronologica e ha scritto una storia fuori dal tempo, con Tex più adulto e che già conosce Carson. Ma a questo punto sono io a chiedere a Carlo: perché invece la storia non può essere collocata durante l'infanzia di Kit Willer, in quel buco nero lasciato da GLBonelli? C'è un qualche riferimento storico preciso che esclude questa possibilità, evidentemente. Quale?

  17. Io la vedo come natural e pecos. Da un po' di tempo leggo ogni settimana la ristampa di Ken Parker, che è stato il primo fumetto o uno dei primi a non utilizzare le didascalie e a parlare solo per immagini. Sicuramente così facendo ci si avvicina al linguaggio cinematografico, ma non credo che sia solo questo: la bravura di un'autore (sceneggiatore e disegnatore) sta anche nel far parlare le immagini. Alcune immagini mute di Ken Parker sono poesia pura. La didascalia le avrebbe quasi banalizzate. Io, insomma, non ne sento la mancanza.

  18. Bellissima domanda, dalle risposte praticamente illimitate...

     

    Personalmente la scena che ricordo con maggiore "gratitudine" (per l'emozione provata) è la morte di Shane ne Gli Invincibili: in particolare, quando Shane, ormai morente, crede di vedere Shan Van Vocht, la fata dell'Irlanda. "Shan Van Vocht, sei venuta...per me? Riportami... a casa..."

     

    L'altra che mi piace da morire è l'incontro tra Lena e Carson venticinque anni dopo ne Il Passato di Carson.

     

    Quindi la vignetta finale di Fuga da Anderville, in cui un Tex amarissimo per la conclusione tragica della vicenda della famiglia Walcott, cavalca tra i campi di cotone con Carson, di cui cerca la compagnia per scacciar via i pensieri neri: "mi farai compagnia, Vecchio Cammello?" E' un momento di umanità di Tex, abbastanza raro, una delle vignette più rappresentative dell'amicizia tra i due pards.

     

    Poi la scena in cui Tex interviene a difendere il giornalista in Oklahoma, il quale era stato costretto da un prepotente a raccogliergli il cappello da terra. Tex spara prima che il giornalista possa umiliarsi, e dice: "Serve un addetto al guardaroba?" Il prepotente, sconcertato, dice: "E tu chi sei, il suo angelo custode?". E Tex: "no, il tuo castigo"! Da applausi

     

    Anche le ultime vignette di Furia Rossa e la morte di Andy Wilson, già menzionate, sono emozionanti.

     

    Trovo molto particolare, molto maturo, il confronto tra il reverendo Monroe e l'indiano di cui non ricordo il nome in Colorado Belle, quando l'indiano dice al reverendo di sapere dov'è sua sorella, ma non lo rivela sfoggiando un terribile sorriso di depravata soddisfazione.

     

    L'ultima di questa carrellata (che in verità potrebbe essere molto più lunga) è la scena in cui, ne L'Uomo senza passato, Carson e Tiger comunicano a Tex ferito di non essere riusciti a trovare Tex, con Tex che, evidentemente commosso, si volta dall'altra parte: geniali Nizzi e Villa.

×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.