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TWF - Tex Willer Forum

juanraza85

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Tutto il contenuto pubblicato da juanraza85

  1. Storia nella norma, che non fa compiere eccessivi sussulti, ma comunque scorrevole e non banale, benché impostata su un cliché visto e rivisto. Personalmente, mi sarei aspettato una maggior presenza di Makua lungo le pagine del secondo albo (dopotutto, il titolo era incentrato su di lui), mentre a livello quantitativo sono stati soprattutto Tex e Carson a fare la parte dei leoni: essendo protagonisti, dovrebbe certo essere la norma, ma impostare il titolo su un altro personaggio e poi relegarlo tanto in secondo piano mi è sembrato un controsenso. Al di là di questo aspetto, di questa storia ho potuto però apprezzare la componente di carattere "espiatorio" per quanto riguarda Makua, sia pure al netto della sua relativa scarsa partecipazione al repulisti di ribelli apache perpetrato da Tex e Carson: il giovane mezzosangue ha trovato la forza di riscattare il proprio passato, uccidendo Mateo e vendicando Francisco e la sua gente che lo avevano accolto nel proprio villaggio. Ho provato grande sollievo quando ho appreso che i tre uomini che aveva ucciso per legittima difesa non erano tutori della legge, bensì cacciatori di scalpi (che del resto si erano giàmostrati poco "professionali", mettiamola così), e mi è parsa sorprendente la maturità da lui dimostrata poi alla fine, declinando l'offerta del capo dei Pima che gli aveva offerto di rimanere nel villaggio, consapevole di suscitare diffidenza nei giovani della tribù. Grande delusione, invece, l'antagonista di turno: nel corso del primo albo e buona parte del secondo, al netto dei sotterfugi perpetrati e della brutalità dimostrata, Mateo sembrava essere depositario del coraggio e della fierezza tipica degli Apache, invece si è rivelato un vigliacco della peggiore risma, capace di combatterea quattr'occhi con avversari davvero forti solo tramite colpi bassi e sleali. Solo lieto che non l'abbia fatta franca solo per il piacere della consapevolezza che non lo rivedremo più. Makua, invece, è di nuovo alla ricerca di una sua dimensione, cosa che forse lascia aperto uno spiraglio per una sua terza riapparizione, magari disegnata nuovamente da Font (e a me il suo tratto, benché forse molto stilizzato, pare comunque adatto al fumetto western).
  2. Il contesto in cui si troveranno ad agire Tex e Carson mi ricorda vagamente un'avventura memorabile quale I diavoli rossi, sceneggiata proprio da Nizzi. Dettaglio che da una parte mi lascia ben sperare, dall'altra mi induce a non escludere che la trama possa ricordare quella vecchia storia, in ogni caso mi aspetto che Nizzi abbia elaborato un lavoro di livello superiore rispetto alla storia del Color della scorsa estate. Per il momento, mi godo l'ennesima superba copertina di Villa ed i disegni di Filippucci, a mio parere di livello più che buono.
  3. juanraza85

    [523/525] I Lupi Rossi

    Riletta tra domenica ed oggi per l'ennesima volta, una delle migliori storie della fascia 500-600, ben disegnata da Font (al debutto sulle pagine di Tex), nella quale Boselli è stato in grado di mescolare sapientemente Storia del West, avventura, colpi di scena ed anche, aggiungerei, una vena di crepuscolarità, percepibile a partire dalla seconda metà del secondo albo. Ho molto apprezzato la scelta, già altre volte sperimentata in diverse storie di Tex, di far svolgere gli eventi in bilico tra il "passato" ed il "presente", seppure stavolta demarcati l'uno dall'altro in maniera abbastanza netta, e destinatari ciascuno di spazio più o meno eguale: nel corso del primo albo e mezzo la narrazione di Tiger illustra al giovane Kit una passata esperienza da lui vissuta col padre, nel bel mezzo dell'epopea della colonizzazione dell'Ovest, nel successivo albo e mezzo gli eventi si svolgono "in tempo reale", in una parte frontiera - il Nebraska - ormai pressoché pienamente incamminata sulla via della (cosiddetta) civilizzazione, in cui le terre ancora appartenenti degli Skidi Pawnee sembra rappresentare quasi un romantico anacronismo, almeno agli occhi dei disonesti avversari di turno che, neanche troppo nascostamente, tramano per impossessarsene. Personalmente, non ho preclusioni a prescindere per quelle che alcuni dei pards del TWF definiscono "storie con Tex, ma non di Tex": questa almeno per metà potrebbe essere definita tale, considerando che di fatto l'attenzione nella prima parte è focalizzata sul rapporto di rispetto reciproco tra lo skidi Cavallo Bianco ed il cheyenne Colpo Coraggioso, ma l'approfondimento del loro rapporto, e soprattutto la contestualizzazione dello stesso, col senno di poi rivestono a mio parere un ruolo pressoché indispensabile nell'economia narrativa, oltre a risultare assai affascinante. Molto ben caratterizzate anche le figure dell'agente indiano dei Pawnee al tempo della guerriglia coi Cheyenne, Ben Lushbaugh, e soprattutto di Frank North, ex comandante degli scout Pawnee, degni comprimari di Tex nella vicenda, parimenti non banali nemmeno le figure dei nemici di turno, dal nuovo agente indiano Quayle, al mercante Dutronc, al corrotto sceriffo Bolton. Stesso discorso per il giovane Volpe Ardita, fratello minore di Cavallo Bianco imputato per l'omicidio di un poco di buono bianco, poco più che comparse, ma comunque simpatici, i componenti della famiglia Dolan. Tutti personaggi, comunque, ben contestualizzati in una storia dal tipico sapore di Frontiera, imperniata sul classico tòpos della cricca di delinquenti che spadroneggia in una cittadina e, complice della lontananza delle autorità federali, fa di tutto per impossessarsi di qualcosa che appartiene ad altri. Due piccoli dettagli, invece, mi hanno lasciato un po' perplesso. Nel secondo albo, lo scout Ombra confida a Cavallo Bianco la sua perplessità circa il capitano North, e lo fa con North che precede i due di pochi metri: possibile che il comandante non sentisse i loro discorsi, e soprattutto che non li capisse, dato che conosceva perfettamente la lingua degli Skidi? E' ragionevole pensare che si sia trattato di una piccola sbavatura di Font nell'illustrare l'episodio? Nel terzo ed ultimo albo, invece, ho notato che si fa spesso riferimento a Des Moines quale principale centro di una certa importanza nella regione: il problema è che Des Moines si trova nell'Iowa, ossia in un altro stato, per cui forse a mio avviso sarebbe stato più opportuno indicare Lincoln o Omaha, rispettivamente già allora capitale e città più grande del Nebraska (nel 1880, Omaha aveva inoltre circa 30.000 abitanti, Des Moines meno della metà), quali punti di riferimento politico per la piccola Loup Fork. In conclusione, piccola curiosità su Ben Lushbaugh: ho fatto qualche piccola ricerca su internet ed ho appurato che, nel 1862, vi è stato effettivamente un agente indiano della riserva Pawnee che si chiamava Benjamin Franklin Lushbaugh. Difficile pensare ad una coincidenza, per cui conferisco una mia aggiuntiva nota di merito a Boselli. Inoltre, e qui devo un attimo sconfinare nell'universo di Magico Vento, se si guarda bene l'elenco degli agenti indiani dei Pawnee si può leggere che nel 1869 assunse tale incarico Jacob Troth, ripreso nella storia I lupi blu, nella quale Ned Ellis è appunto alle prese con gli Skidi.
  4. juanraza85

    [Tex Willer N. 10 / 13] Pinkerton Lady

    Se è per questo, un tipo che si chiama Tex compare anche in Forrest Gump: era uno dei commilitoni di Forrest durante l'esperienza in Vietnam, ed il protagonista, pur ritenendolo uno dei migliori giovani d'America, e nonostante il nome, nel ricordarlo ammette candidamente: "... non ricordo di dove fosse Tex" ..!
  5. juanraza85

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Quello che speravo tu rispondessi
  6. Senza alcun dubbio è proprio l'accenno ad un possibile coinvolgimento sentimentale di Tex a conferire quel quid in più di memorabilità ad una storia che, comunque, anche ne fosse stata priva sarebbe stata tra le più ricordate ed apprezzate, tanto è ben costruita. Nizzi è stato impeccabile nel limitarsi ad accennare il sentimento che Alison sta iniziando a provare per Tex, il quale ne è consapevole e, pur non rimanendone forse indifferente, sa già che la cosa non potrà mai essere possibile, e vive la situazione con un certo disagio, anche questo solo accennato nei superlativi disegni di Civitelli.
  7. juanraza85

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Il messaggio in apertura del topic lascia ben sperare circa la regolare uscita in edicola... Incrociamo le dita!! Anche perché a giudicare dai disegni si preannuncia un Texone di altissimo livello...
  8. juanraza85

    [Tex Willer N. 10 / 13] Pinkerton Lady

    Terzo albo di assoluto livello, se possibile - anzi, certamente! - ancor più frizzante ed avvincente dei due che lo hanno preceduto. Ritmi serratissimi, continui colpi di scena, azione in quantità: in altre parole, dopo che nei primi due albi è stato sapientemente introdotto il contesto della vicenda, nel terzo quest'ultima è finalmente entrata nel vivo, esplodendo in tutta l'irruenza tipica del giovane Tex. E' valsa davvero la pena dover attendere quattro giorni per leggerlo, e se tanto mi dà tanto penso sia lecito aspettarsi che il quarto ed ultimo albo in uscita a novembre sarà ancor più avvincente. Per come è stata sinora sviluppata la storia, gli elementi in tal senso ci sono tutti, e contestualmente sono sempre più curioso di vedere come Tex riuscirà a salvare Lincoln dalle grinfie di Mefisto senza incontrarlo faccia a faccia... Confido in mirabolanti effetti speciali!
  9. juanraza85

    [Color Tex N. 16] Teton Pass e altre storie

    Grazie a te per aver postato le anteprime, @Sam Stone! Davvero tutte molto promettenti, con una particolare menzione per la Mandanici, se non erro alla sua prima esperienza con Tex. Piccola osservazione sulle tavole di Font: a prima vista, non mi era sembrato il suo tratto, evidentemente per via del colore...
  10. juanraza85

    [Tex Willer N. 10 / 13] Pinkerton Lady

    A me più di un edicolante ha detto che gli albi della Bonelli non escono mai di lunedì, senza che nessuno di loro abbia saputo spiegarmene con precisione i motivi... Comunque del nuovo numero non si hanno notizie nemmeno dalle mie parti ...
  11. juanraza85

    [Color Tex N. 16] Teton Pass e altre storie

    La copertina è molto suggestiva pur nella sua semplicità... Confido che anche le storie nella loro brevità siano interessanti e ben disegnate, ma d'altronde basterà attendere un paio di settimane per godere di qualche tavola in anteprima...
  12. Impossibile, per me, non provare una certa compassione per Makua, sin dalla sua precedente apparizione. Mi aveva da subito dato l'impressione di un ragazzo che, inevitabilmente segnato da una vita sin troppo prodiga nei suoi riguardi di sofferenze e difficoltà (anche di carattere razzista), era stato infinocchiato e manipolato senza difficoltà in un meccanismo spietato e pericoloso da un individuo senza scrupoli come Edward Santos, incorrendo così nella collera di Aquila della Notte. Ed ora, scontata la pena, per lui non sembra davvero esserci pace: la nuova chance concessagli da Tex di vivere con una tribù, che per lui avrebbe potuto costuituire un nuovo inizio, si è rivelata un invece un nuovo incubo, a causa di una scorreria del sanguinario capo apache Mateo. La prima parte del suo ritorno, che a qualcuno potrà essere sembrata "una storia con Tex, ma non di Tex", scorre abbastanza placidamente, sia pure al netto delle due sanguinarie scorrerie della banda apache di Mateo, al fine di contestualizzare a dovere il nuovo percorso di vita che il giovane Makua prova ad intraprendere, purtroppo naufragato già sul nascere non per sua responsabilità. In ogni caso, gli eventi narrati nella prima parte hanno di certo accentuato la curiosità e l'attesa per come si evolverà la vicenda nella seconda ed ultima parte.
  13. juanraza85

    [Maxi Tex N. 25] Il boss di Chicago

    Con appena cinque giorni di ritardo rispetto all'uscita programmata, ho avuto modo anche io di leggere le due storie del secondo Maxi del 2019. Il mio personale bilancio complessivo è moderatamente positivo, anche se ritengo che in sede di sceneggiatura Ruju avrebbe potuto fare di più. Ho trovato ambedue le storie abbastanza scorrevoli e gradevoli, anche se non entusiasmanti e, sotto alcuni aspetti, non sviluppate come forse avrebbero meritato. Il boss di Chicago, l'ultima avventura di Tex illustrata dal compianto Repetto, era quella che ero più impaziente di leggere, sia per l'ambientazione inedita sia, soprattutto, per le anticipazioni lette nelle settimane precedenti l'uscita del Maxi: la presenza nella storia di un vecchio nemico di Carson che aveva fatto carriera fino a diventare nientepopodimeno che senatore degli Stati Uniti rappresentava, a mio modo di vedere, un ottimo pretesto per una storia coi fiocchi. Traguardo che, dal mio punto di vista, la storia in questione non ha però raggiunto, lasciandomi una pruriginosa sensazione di incompiutezza: troppo affrettata davvero la trama, quasi a voler chiudere la vicenda il prima possibile. Posso arrivare a comprendere le ragioni editoriali, probabilmente influenzate dalle condizioni di salute di Repetto già da diverso tempo precarie, ma anche secondo me, al pari di @Letizia, la presenza di un simile antagonista - perlomeno nella forma - avrebbe meritato una trama maggiormente sviluppata e meno prevedibile, magari estesa dulle pagine di un intero speciale (o su più albi della serie regolare). Senza essere troppo esplicito onde evitare di spoilerare, ho trovato un po' forzata la facilità con cui i pur fenomenali Tex e Carson siano riusciti a catapultarsi addosso al senatore/palazzinaro (nonché ex bandito), che in virtù della carica assai indegnamente rivestita avrebbe dovuto essere assai più difficile da avvicinare, anziché essere protetto da due sole guardie del corpo che all'occorrenza svolgevano lavori sporchi dietro suo ordine. Lo stesso Jonathan Larson alias Tom Mallett, del resto, mi è sembrato un avversario decisamente inconsistente, tanto megalomane quanto incapace di rappresentare un vero e proprio pericolo per i due pards. Altro punto a sfavore della storia, il mancato approfondimento circa i legami di Larson con il capo della polizia di Chicago, il cui atteggiamento nei riguardi dei rangers è stato quantomeno sospetto. Prendendo ancora una volta spunto dall'osservazione di Letizia, il senatore avrebbe potuto mobilitare l'intero corpo di polizia contro i due, dopo averli infangati con false accuse, invece i poliziotti fungono solo da spettatori, compresa la scena della banalissima fine del politicante/palazzinaro. Dal punto di vista grafico, invece, davvero un degnissimo commiato del Maestro Repetto, che pur con i suoi problemi di salute ci ha regalato una prova di livello molto alto. Discretamente riuscita anche Tempesta!, illustrata dal bravo Rossano Rossi, ma a mio modestissimo ed opinabile parere si è trattato di un'occasione persa: senza alcun dubbio interessante l'idea iniziale di utilizzare il tòpos della cittadina isolata depositaria di un oscuro ed incoffessabile segreto, tale da costringere tutti i pochi abitanti ad un più o meno tacito patto di riservatezza basato sull'omertà, il problema è che a mio avviso è del tutto venuta a mancare la componente dell'imprevedibilità, essenziale in storie di questo tipo. Per portare un solo esempio, io avevo già intuito come si sarebbe evoluta la trama sin dal primo incontro dei due pards con lo sceriffo. Poco caratterizzati e alquanto inconsistenti gli avversari, poco valorizzati anche i pochi alleati occasionali. Molto "filmico", inoltre, il finale, un po' apocalittico, un po' dantesco, un po' punizione karmica.
  14. juanraza85

    [Maxi Tex N. 25] Il boss di Chicago

    Grazie per il definitivo chiarimento sui titoli, e personalmente mi rinfranca non poco - a prescindere che lo abbia fatto notare io - che sia stato cambiato il titolo della seconda storia... Riciclarne uno già adoperato in precedenza sulla stessa serie sarebbe stato davvero un po' triste..!
  15. Io francamente non la vedo così: non so se, nel momento in cui Faraci aveva terminato o stava per terminare la precedente storia, fosse o meno già in cantiere il ritorno di Bowen (chiedo anzi lumi ai ben informati), in ogni caso non mi sento di affermare che Faraci debba aver necessariamente sorvolato sulla questione relativa all'eventuale scoperta della verità da parte del piccolo Tim. Magari potrebbe aver semplicemente voluto dare alla sua storia un finale poco canonico, non banale, anche se dal sapore terribilmente amaro, al contrario nel caso egli già sapesse che era in programma una riproposizione di Bowen e Tim potrebbe chiaramente aver scelto il finale in funzione del seguito, in un certo senso facilitando il lavoro di Ruju...
  16. juanraza85

    [Maxi Tex N. 25] Il boss di Chicago

    Originariamente, stando alle anticipazioni riportate nella sezione dedicata alle storie in lavorazione, il titolo avrebbe dovuto essere appunto Il re di Chicago... Successivamente, a quanto pare, hanno deciso di cambiarlo, e a mio parere hanno fatto bene. L'appellativo "re" ha un sapore troppo formale ...
  17. juanraza85

    [Tex Willer N. 10 / 13] Pinkerton Lady

    Il Tex scanzonato e non ancora totalmente definito sotto il profilo caratteriale non è ormai più una novità sulle pagine di questa serie, per cui credo sia inutile sottolineare per l'ennesima volta questo aspetto, che dal mio punto di vista è assai apprezzabile e più che adeguato al contesto. Parimenti, anche io continuo ad apprezzare lo svolgimento della storia su due binari paralleli, e sempre più grande è la mia attesa per vedere quali saranno nei prossimi albi gli sviluppi di una vicenda in cui l'azione, sinora, è stata saggiamente centellinata in virtù di una gestione più mirata a creare attesa. Al contrario di @ymalpas, io non sarei così perentorio nel giudicare Kate Warne: tralasciando la sua disavventura nel primo albo, quando effettivamente si è lasciata infinocchiare con eccessiva facilità, nel secondo albo si è fatta apprezzare per le sue qualità investigative, dalle modalità forse poco ortodosse ma sicuramente efficaci. E' vero che Mefisto le è sfuggito dopo averla legata come un salame, ma è altrettanto vero che lei sembra essere già sulla buona strada per fugarsi nuovamente dai guai...
  18. Lungi dall'essere un capolavoro, trattasi comunque di una storia nel complesso più che dignitosa, al netto di qualche passaggio a vuoto (non mi riferisco certo all'ormai celeberrimo lapsus di Ortiz che disegna il Campidoglio di Washington in luogo della Casa Bianca), che si lascia leggere e rileggere volentieri e scorrevolmente. Tutto sommato ben congegnata la trama, che vede Tex e Carson alle prese con una delicatissima questione di stato, nella quale si trovano catapultati per puro caso, e che li costringe a sfidare qualcosa di simile a dei servizi segreti deviati: ne scaturisce una vicenda di inseguimenti e segreti pericolosi, combattuta senza esclusione di colpi dagli avversari di turno, numericamente numerosi ma, almeno a mio giudizio, mai stati davvero in grado di impensierire seriamente Tex e Carson (per meglio dire, avrebbero avuto la meglio su dei comuni mortali, ma per avere la meglio sui due pards ci vuole ben altro). Non si può certo dire che Nizzi si sia troppo prodigato nel curare la loro caratterizzazione: il senatore Wallace appare solo in una scena, e di lui sappiamo solo che si tratta di un gran burattinaio; il ranchero Butler è il classico signorotto locale interessato esclusivamente a tutelare i propri interessi; gli agenti segreti Regan e Baker, meri e pedissequi esecutori di ordini, si mostrano sin troppo maldestri per rappresentare antagonisti davvero ostici. Il personaggio più interessante della vicenda, che tuttavia abbiamo modo di conoscere poco a fondo, è l'avvocato Stoppard alias Norton, figura inconsueta di vittima (a maggior ragione per l'epoca di pubblicazione della storia), ucciso a tradimento da Regan e Baker perché in possesso del memoriale del famigerato John Wilkes Booth: la sua non è certo una fine piacevole, ma è un personaggio che, almeno per quanto mi riguarda, fatica a suscitarmi pietà, in quanto nemmeno lui passa per essere un fiore di campo. Al contrario, si evince esplicitamente come per buona parte della vita abbia tratto vantaggio dagli scottanti documenti in suo possesso ricattando i mandanti di Booth. Una delle principali peculiarità di questa storia, dal mio punto di vista, risiede appunto nel fatto che - caso magari non unico, ma abbastanza raro nella saga texiana - il Ranger non si trova a dover intraprendere un'avventura per opporsi ad uno dei soliti soprusi, e quindi per intervenire in difesa di una vittima vessata dal prepotente di turno, ma semplicemente si ritrova coinvolto in un affare apparentemente più grande di lui, dal quale comunque riesce a venire fuori con la consueta risolutezza, grazie anche e soprattutto al contributo di un Carson tra i più e meglio valorizzati dell'intera saga, autore di un gesto eroico e di importanza fondamentale nella prima parte della storia, quando sopporta stoicamente il fuoco su mani e polsi per liberarsi e cavare dai guai sé stesso e Tex. Parimenti da applausi, per motivi diametralmente opposti, la battuta che il Vecchio Cammello riserva agli esterefatti passeggeri della carrozza diretta alla Casa Bianca, asserendo di essere lì diretto "per prendere té e pasticcini con il Presidente!". Proprio l'incontro con il Presidente - che ha le sembianze di Ulysses Grant - rappresenta, a mio parere, uno degli aspetti peggio gestiti della storia: come ha opportunamente sottolineato @F80T nel precedente post, è decisamente poco credibile che il Presidente, l'uomo più protetto degli Stati Uniti, e quindi abituato ad un certo protocollo dentro e fuori la Casa Bianca (pardon, Campidoglio ), nel sentire il trambusto suscitato nel cortile di casa sua da Tex e Carson, notevole e soprattutto inusuale, si limiti ad affacciarsi dalla finestra con il volto di chi è solo un po' meravigliato. Poco credibile, ma qui entriamo nel campo del peluovismo soggettivo, è secondo me che il senatore Wallace possa essere originario di Cheyenne, nel Wyoming: il senatore sembra un uomo abbondantemente oltre la cinquantina, e da quel che so prima della Guerra di Secessione Cheyenne nemmeno esisteva (risulta fondata nel 1867), per cui se ci si appiglia ad un minimo di realismo tale dettaglio risulta alquanto improbabile. Più verosimile, dunque, che lui e Butler siano originari di un altro luogo, dal quale il ranchero si è poi spostato per inseguire il suo "sogno americano". Più che dignitosa anche la prova di Ortiz, a maggior ragione in considerazione del fatto che il suo tratto sembra predisposto per raffigurare storie tipicamente western.
  19. Difficile che Pierre Gaul se la sia cavata... Era stato rinchiuso in una stanza che successivamente era stata riempita d'acqua, ergo si presume che con ogni probabilità sia morto annegato prima ancora che il palazzo del Leopardo Nero saltasse in aria... Poi nulla esclude che possa essere riuscito a scappare dalla stanza e dal castello prima che il suo ex capo desse fuoco alle polveri, per carità, ma a naso io la vedo dura...
  20. Nemmeno a me ha disturbato, anzi . Mi è sembrata un'ottima antagonista, e spero davvero diventi una nuocasa avversaria ricorrente, che quindi possa rimpiazzare e non farci rimpiangere i recenti dipartiti...
  21. Questo sembrerebbe rivelare l'intenzione di sbarazzarsi definitivamente degli storici avversari di Tex, forse concludendo la lunga stagione de "Il ritorno di…", leif motif di questo recente pacco di numeri? Nulla dura in eterno, evidentemente, nemmeno i supercattivi dei fumetti ..! Battute a parte, se la tua ipotesi circa la volontà degli autori di fare pian piano uscire definitivamente di scena gli avversari storici di Tex avesse fondamento, a me viene pensare che gli stessi autori potrebbero avere intenzione di rimpiazzare i vecchi - e forse ormai triti - nemici ricorrenti per sostituirli con nuovi antagonisti, anch'essi ricorrenti, ma un po' più "freschi". In tale ottica si potrebbe leggere, secondo me, l'introduzione e la reclusione in galera di Joan Fischer, piuttosto che di Nick Castle (quest'ultimo già comparso, guarda caso, ben due volte)...
  22. Per rispondere espressamente a @tizzone d' inferno, sono anche io del parere che proporre due antagonisti del genere insieme sarebbe assai complicato, per non dire quasi impossibile: entrambi sono personalità troppo forti ed egocentriche per poter dividere il comando con chicchessia, ed il rischio per gli autori sarebbe appunto quello di poter non dare il giusto spazio ad uno dei due...
  23. Non c'entra granché, ma a proposito della Tigre Nera devo e, soprattutto, voglio confessare che, nel sentire Raihana sostenere di essere figlia di Satania e di un principe del Borneo, prima di proseguire con la lettura e dunque appurare che si trattava di una balla, ho avuto per un secondo un lampo di sospetto che il padre potesse essere proprio il principe Sumankan ... Fosse stato così, sarebbe stata una trovata folle, ma che avrebbe spalancato il campo ad eventuali sviluppi narrativi assai accattivanti..!
  24. Dopo aver mandato a tappeto lo sceriffo Madison, che per primo aveva tentato di prenderlo a pugni, Tex non gli chiede scusa, bensì si limita ad offrirgli "senza rancore" (cit.) una mano per rialzarsi: un'azione da rimarcare, che denota la grande dose di buonsenso di cui Tex è dotato, nonché la sua capacità di inquadrare immediatamente l'indole di chi ha di fronte. Lo sceriffo ha iniziato, Tex si è difeso con la consueta prontezza, poi ha aiutato lo sceriffo a rialzarsi e tutto si è chiuso lì. Lo scontro è stato leale ed i due contendenti si sono chiariti, non si è certo trattato del primo caso simile nella lunga saga texiana. L'elemento davvero inconsueto, e che ogni qual volta ho riletto questa storia ho faticato un bel po' a digerire, sta nel fatto che Tex e Carson non abbiano preso alcun provvedimento contro gli assassini ancora in vita - tra cui il ricco Harrison - del povero ed inerme Ala-di-Corvo. In altre storie, abbiamo visto Tex prendere a pugni o peggio gente per molto meno, ed invece in questa occasione non si è minimamente preoccupato di punire i responsabili dell'omicidio di un essere umano, che ubriachi avevano dato fuoco alla sua capanna. Decisamente un comportamento non da Tex...
  25. Buona per un altro ritorno? Se il Bos si è preso la briga di lasciare in vita Joan Fischer, mi piace pensare che quantomeno non sia da escludere a priori la possibilità di una sua riproposizione ...
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