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[Magazine N.10] La valle dell’ombra - Un pittore nel West
joe7 ha risposto nella discussione di MacParland pubblicata in Almanacchi
Non ci badare. Se ti è piaciuta va benissimo, ci mancherebbe. -
[Magazine N.10] La valle dell’ombra - Un pittore nel West
joe7 ha risposto nella discussione di MacParland pubblicata in Almanacchi
Mamma mia, cosa mi avete fatto ricordare. Una storia ridicola con un Tex sentimentaloide con Lylith, che sembra morta ma per la verità oggi è più viva che mai, compare dappertutto. Tex stile Harmony non si può vedere. Con tante reminiscenze di storie varie del passato incollate una dopo l'altra e realizzate da artisti diversi. Senza contare che detesto le storie oniriche: possono andar bene per Dylan Dog, non per Tex. Non è una storia celebrativa: come dice Diablero, è un monumento funebre attorno a una salma - quella di Tex - dove tutti dicono, come i vecchietti al bar: "ma poi ti ricordi quando..." "Eeeh sì, è vero, quelli sì che erano bei tempi, mica come adesso, beata gioventù di allora!" A leggere questo "anniversario" ti fa pensare che Tex ormai sia finito, morto, sepolto, mummificato e che non ha più nulla da raccontare per il futuro. Questo non è un anniversario, è una chiusura, una cerimonia funebre, una rimembranza dei bei tempi che furono. Ti fa pensare che ormai è meglio chiudere baracca e burattini e campare di ricordi con le vecchie e classiche storie di Tex. Sarebbe stato molto meglio come anniversario il classico "Tex chiama i suoi vecchi amici e spacca tutto" del Tex 100. Anche se copiata, almeno sarebbe stata una storia più - appunto - "viva". Questa qua è un insieme di storie morte del passato. Che fa togliere la voglia di leggere le future storie di Tex. Altrochè commemorativa. Dove devo andare per riavere indietro gli 8,90 euro che ho speso per questa veglia funebre? -
Ne terrò da conto, grazie.
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Perchè le strisce di Tex sono fatte così?
joe7 ha risposto nella domanda di joe7 pubblicata in Domande dei lettori
Ecco spiegato il perchè le prime due serie di strisce erano state così lunghe, a differenza delle altre! Somiglia alla mania tutta americana di adesso di ripartire da zero con la numerazione dei supereroi Marvel. Solo che, invece della solita fregnaccia tipo "un mirabolante nuovo inizio in cui nulla sarà come prima"...Tex andava avanti come prima! Mica male come idea, dovrebbero adottarla! Sì, è vero, mi sono sbagliato, il formato libretto era quello, ed era un formato abbastanza "libero". Ma il formato striscia è detto "striscia", in effetti. Starò più attento, grazie. -
La storia del passato di Tex è stata pubblicata nel 1966; Nolitta farà il passato di Zagor tre anni dopo, nel 1969. Il confronto chiarisce molte cose: nel passato di Zagor, infatti, abbiamo uno Zagor fanciullo che deve crescere, imparare, maturare, diventare Zagor insomma. Erano quindi delle origini necessarie per capire bene il personaggio: da allora infatti tutte le storie di Zagor seguiranno quell'impostazione. Tex invece non ha bisogno di un passato. Boselli nella sua retcon presenta un Tex che deve maturare, imparare, sbagliare, pensare, rimuginare, soffrire, eccetera. Il classico "personaggio in maturazione". Ma il Tex originale di GLBonelli sin dall'inizio è già maturo, lui nasce adulto. Infatti, nel passato di Tex non c'è un Tex bambino che deve imparare: Tex nasce imparato. E' sempre adulto. Tipo il Numero Uno che è sempre stato un vecchietto in carrozzella anche quando incontrava Giulio Cesare. So che questo non è facile da capire perchè oggi non si fa più così: è di moda presentare sempre il personaggio che nelle sue origini deve maturare. Ma Tex non ha origini, non ne ha bisogno. Se dai a Tex dei dubbi, esitazioni, riflessioni, dispiaceri e dolori espressi in mille pensieri...fai un altro personaggio. Tex non ha queste cose. Un Tex che si comporta come si vorrebbe (piange la morte del padre, piange la morte del fratello, si ricorda di quanto si volevano bene eccetera) non è Tex. Lui non è un personaggio che si esprime in quel modo. Si esprime sempre nei fatti, non nei pensieri. Piaccia o no, il suo stile è questo. Il "passato di Tex" era stata una necessità imposta dalla casa editrice, magari da Nolitta, più che una scelta del narratore: e lo si vede bene. Infatti, qui vediamo praticamente una storia normale di Tex. Per Gianluigi Bonelli, non c'era bisogno di parlare del passato di Tex, tant'è vero che, in futuro, lui non farà mai più riferimento a quella storia. Per esempio, del fratello Sam Willer non ne parlerà mai più. Ma neanche del padre, e nemmeno della madre, che nel passato di Tex non è nemmeno citata, non ne sappiamo manco il nome. Tex non ha madri, non ha padri, non ha fratelli: è Tex. Sarebbe come fare il passato di John Wayne di "Un dollaro d'onore", per esempio, mettendogli la mamma, il babbo, il fratello, la sorella, la zia, eccetera. Tutti "parenti inutili". Tex è come il pistolero della valle solitaria: compare e se ne va. Mettere a questi personaggi un passato significa fare delle aggiunte inutili alla narrazione.
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Perchè le strisce di Tex sono fatte così?
joe7 ha risposto nella domanda di joe7 pubblicata in Domande dei lettori
Adesso mi è più chiaro, grazie. -
Perchè le strisce di Tex sono fatte così?
joe7 ha risposto nella domanda di joe7 pubblicata in Domande dei lettori
Va bene, ma per favore spiegami cos'è un serial cinematografico e fammi qualche esempio, così capisco di cosa stai parlando. -
Perchè le strisce di Tex sono fatte così?
joe7 ha risposto nella domanda di joe7 pubblicata in Domande dei lettori
Ogni blocco - o serie - di strisce non aveva una storia sola, ma diverse storie. E diverse serie avevano una numerazione ben superiore a 20, raggiungendo anche i 60-70 numeri (anche se si trattava di casi rari: succede solo nelle prime due serie e nella penultima. Tutti avevano in media 20-30 numeri). Sono persuaso che facessero così proprio per invogliare dei nuovi lettori con nuove numerazioni. Non credo che c'entrino molto i "serial cinematografici": non so nemmeno bene a cosa ti riferisci. Cosa sarebbero? Negli anni '40-'50-'60, siamo ben lontani dai tempi di Guerre Stellari, se ti riferivi a serial di quel tipo. -
Perchè le strisce di Tex sono fatte così?
joe7 ha risposto nella domanda di joe7 pubblicata in Domande dei lettori
Allora modifico quello che ho scritto: Le strisce di Tex non erano pubblicate in ordine consecutivo, tipo dalla striscia numero 1 alla striscia numero 1000 e oltre: erano pubblicate a blocchi. Per esempio, il primo blocco era chiamato "prima serie" ed era composto da 60 numeri settimanali; il secondo blocco era chiamato "seconda serie" ed era composto da 75 numeri settimanali, con la numerazione che ricominciava daccapo, da 1 a 75, e così via. Questi blocchi avevano anche altri nomi "western", oltre a "primo" e "secondo: potevano chiamarsi "serie Pueblo", "serie Nevada", eccetera. In ordine cronologico, i blocchi/serie delle strisce furono: 1) "Prima Serie" 60 strisce (1948-1949) 2) "Seconda Serie", 75 strisce (1949-1951) 3) "Terza Serie", 33 strisce (1951-1952) 4) "Quarta Serie", 24 strisce (1952) 5) "Quinta serie", 46 strisce (1952-1953) 6) "Serie Verde", 48 strisce (1953-1954) 7) "Serie Rossa", 24 strisce (1954) 8) "Serie azzurra", 14 strisce (1954) 9) "Serie Gialla", 18 strisce (1955) 10) "Serie Smeraldo", 27 strisce (1955) 11) "Serie Rubino", 18 strisce (1955-1956) 12) "Serie Topazio", 15 strisce (1956) 13) "Serie Arizona", 21 strisce (1956) 14) "Serie California", 15 strisce (1956-1957) 15) "Serie Kansas", 21 strisce (1957) 16) "Serie Nevada", 15 strisce (1957) 17) "Serie Gila", 12 strisce (1957-1958) 18) "Serie Colorado", 12 strisce (1958) 19) "Serie Pecos", 18 strisce (1958) 20) "Serie Oklahoma", 14 strisce (1958) 21) "Serie Mefisto", 29 strisce (1958-1959) 22) "Serie Rio Bravo", 16 strisce (1959) 23) "Serie Dakota", 11 strisce (1959) 24) "Serie Città d'Oro", 20 strisce (1960) 25) "Serie Drago Nero", 25 strisce (1960) 26) "Serie Alabama", 29 strisce (1960-1961) 27) "Serie Mexico", 19 strisce (1961) 28) "Serie Navajo", 28 strisce (1961-1962) 29) "Serie Leopardo Nero", 35 strisce (1962) 30) "Serie Apache", 23 strisce (1963) 31) "Serie Comanches", 25 strisce (1963) 32) "Serie Osages", 30 strisce (1963-1964) 33) "Serie Nebraska", 33 strisce (1964-1965) 34) "Serie Pueblo", 40 strisce (1965) 35) "Serie Cobra", 61 strisce (1965-1967) 36) "Serie Rodeo", 19 strisce (1967) Con la serie "Rodeo", si concludono le strisce classiche di Tex (lascio stare ovviamente le storie a striscia pubblicate attualmente, nel 2021 e 2024, che non contano). Una curiosità: la storia conclusiva delle serie a striscia è quella di "Black Baron", dove avviene la fine di Mefisto, che poi passerà la "fiaccola della vendetta" al figlio Yama. Ma non è l'ultima che è stata poi pubblicata nell'attuale Tex Gigante, come avrebbe dovuto essere: infatti non è stato rispettato l'ordine cronologico. Riferendoci alle ultime storie, l'ordine di pubblicazione sul Gigante è stato questo: Vendetta indiana da strisce Serie Rodeo da n. 1 a n. 5 a Tex Gigante seconda serie n. 91. Giustizia! da strisce Serie Cobra (la precedente alla serie Rodeo) n. 57-61 a Tex Gigante seconda serie n. 92-93. Black Baron (l'ultima saga di Mefisto) da strisce Serie Rodeo da n. 11 a n. 19 a Tex Gigante seconda serie n. 93, 94, 95. La carovana dell'oro da strisce Serie Rodeo da n. 6 a n. 10 a Tex Gigante seconda serie n. 95, 96. L'ordine della pubblicazione insomma era andata a remengo. Di conseguenza, la prima storia originale di Tex pubblicata direttamente su Tex Gigante seconda serie dovrebbe essere quella pubblicata sui numeri 97, 98 e 99: "La caccia", Lo straniero", "I razziatori". Si trattava della storia disegnata da Muzzi, quella col Maggiore Farriman, che ricorda tanto "Canyon Diablo"... In tutto, le strisce pubblicate sono state quasi mille: 973, per l'esattezza, e sono state pubblicate per quasi vent'anni, dal 1948 al 1967. Nel 1952 ci fu la ristampa "Albo d'Oro" spillata quindicinale. Ne sono stati pubblicati 205, divisi in 8 serie. Sono famose per aver avuto le copertine tra le migliori di Galep. All'epoca "non si buttava via niente", e le rese venivano sempre riciclate in "raccolte" (le stesse strisce furono raccolte in "raccoltine a striscia"). Nel 1954 esce la "raccolta" di questi Tex "Albi d'Oro", chiamata a sua volta "Tex Gigante prima serie" o "Serie 1-29", perchè durò appunto 29 numeri. Qui sotto c'è il primo numero. La loro periodicità però era irregolare, non quindicinale come la precedente. Visto che quei mallopponi vendevano molto bene, finite le scorte dei 205 Tex Quindicinali si mise in cantiere non più una raccolta, ma una vera e propria ristampa, quella che esce ancora oggi: la Tex Gigante Seconda serie, dal 1958, col classico "La Mano Rossa". Purtroppo non ho mai preso le Piacentine. Decisamente delle ottime copertine, si vede che Galep aveva più tempo per farle. Avevano lo stesso formato bonelliano del Tex attuale o erano un pò più grandi? Ottimo video. Conservali bene, ragazzo, queste cose non le pubblicano più... -
Tex non esprime apertamente i sentimenti: "Aquila della notte non può piangere". Per questo Nolitta sbagliava nel fare il Tex emotivo di Cruzado che sudava come un matto per dover sparare all'indiano mezzo morto. Questo non significa che sia privo di sentimenti: li ha, ma non li esprime apertamente. Quando sa che hanno ammazzato suo fratello, fa una strage senza fare tanti pensieri sul fratello: li avrà fatti certamente, ma sono cose sue. Tex è riservato. Ma la sua rabbia si esprime quando parla di "quel verme di Rebo che lo ha ammazzato a tradimento". Il personaggio GLBonelliano di Tex non è come gli altri: se Zagor, il Comandante Mark, Mister No, Ken Parker esprimono i loro sentimenti, Tex non lo fa. Ma non significa che non li abbia. Semplicemente, è diverso. Per avere un'idea, Tex è John Wayne. Una roccia che dà sostegno e aiuto, ma non perde tempo in considerazioni psicologiche. È fatto così.
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Perchè le strisce di Tex sono fatte così?
joe7 ha risposto nella domanda di joe7 pubblicata in Domande dei lettori
Ah, credevo facessero così solo Zagor e Tex. Quello che hai detto è molto importante, grazie: adesso capisco meglio il rapporto col fumetto che avevano i ragazzini di allora. Io sono di un'altra generazione, sono abituato quindi al fumetto da comperare, al quale seguiva il fumetto successivo e che, nello stesso tempo, aveva seguito il fumetto precedente, che magari si doveva recuperare col servizio arretrati, in una catena di pubblicazioni che non aveva nè inizio nè fine ed erano tutte collegate. Invece, i lettori di allora non erano "appassionati": seguivano delle storie che a loro interessavano, e le seguivano finchè a loro piacevano, poi le abbandonavano se a loro non piacevano più per seguirne della altre, che tanto c'era solo l'imbarazzo della scelta, ne pubblicavano di nuovi ogni giorno. Non c'era ancora il concetto di "fedeltà", cioè il personaggio da seguire anche se non è più bello come prima. Era un rapporto più immediato, più semplice, come quando si seguiva il cantastorie. In questo contesto, è più comprensibile la pubblicazione "a blocchi": ogni volta era un blocco nuovo e un fumetto nuovo. Ora il contesto è più chiaro. Di questi non ne sapevo niente. Quanti numeri hanno fatto di questi "Albi d'oro" quindicinali? Spillati, per di più? Mai visti nelle fiere del fumetto. Devono essere ultra rari. Quella l'ho vista, qualche volta. Però questa copertina non la conosco: non è della seconda serie gigante di Tex, cioè la nostra che conosciamo oggi. Fa parte allora della Prima serie Gigante 1-29? E per caso, era quindicinale anche quella o mensile? E come facevo? Allora, riassumendo, dalle storie a strisce abbiamo: Vendetta indiana da strisce Serie Rodeo da n. 1 a n. 5 a Tex Gigante seconda serie n. 91. Giustizia! da strisce Serie Cobra (la precedente alla serie Rodeo) n. 57-61 a Tex Gigante seconda serie n. 92-93. Black Baron (l'ultima saga di Mefisto) da strisce Serie Rodeo da n. 11 a n. 19 a Tex Gigante seconda serie n. 93, 94, 95. La carovana dell'oro da strisce Serie Rodeo da n. 6 a n. 10 a Tex Gigante seconda serie n. 95, 96. L'ordine della pubblicazione insomma era andata a remengo. Di conseguenza, la prima storia originale di Tex pubblicata direttamente su Tex Gigante seconda serie dovrebbe essere quella pubblicata sui numeri 97, 98 e 99: "La caccia", Lo straniero", "I razziatori". Si trattava della storia disegnata da Muzzi, quella col Maggiore Farriman, che ricorda tanto "Canyon Diablo"... -
Posto qui sotto uno specchietto riassuntivo sulle strisce di Tex, può essere utile a qualcuno. Ma la domanda che volevo farvi è questa: perchè la Bonelli ha pubblicato le strisce in blocchi, tipo "Serie Verde", "Serie Arizona" eccetera? Perchè non ha pubblicato invece le strisce semplicemente in ordine progressivo, dal numero 1 al numero 973? C'è un motivo per questa scelta? Le strisce di Tex non erano pubblicate in ordine consecutivo, tipo dalla striscia numero 1 alla striscia numero 1000 e oltre: erano pubblicate a blocchi. Per esempio, il primo blocco era chiamato "prima serie" ed era composto da 60 numeri settimanali; il secondo blocco era chiamato "seconda serie" ed era composto da 75 numeri settimanali, con la numerazione che ricominciava daccapo, da 1 a 75, e così via. Questi blocchi avevano anche altri nomi "western", oltre a "primo" e "secondo: potevano chiamarsi "serie Pueblo", "serie Nevada", eccetera. In ordine cronologico, i blocchi/serie delle strisce furono: 1) "Prima Serie" 60 strisce (1948-1949) 2) "Seconda Serie", 75 strisce (1949-1951) 3) "Terza Serie", 33 strisce (1951-1952) 4) "Quarta Serie", 24 strisce (1952) 5) "Quinta serie", 46 strisce (1952-1953) 6) "Serie Verde", 48 strisce (1953-1954) 7) "Serie Rossa", 24 strisce (1954) 8) "Serie azzurra", 14 strisce (1954) 9) "Serie Gialla", 18 strisce (1955) 10) "Serie Smeraldo", 27 strisce (1955) 11) "Serie Rubino", 18 strisce (1955-1956) 12) "Serie Topazio", 15 strisce (1956) 13) "Serie Arizona", 21 strisce (1956) 14) "Serie California", 15 strisce (1956-1957) 15) "Serie Kansas", 21 strisce (1957) 16) "Serie Nevada", 15 strisce (1957) 17) "Serie Gila", 12 strisce (1957-1958) 18) "Serie Colorado", 12 strisce (1958) 19) "Serie Pecos", 18 strisce (1958) 20) "Serie Oklahoma", 14 strisce (1958) 21) "Serie Mefisto", 29 strisce (1958-1959) 22) "Serie Rio Bravo", 16 strisce (1959) 23) "Serie Dakota", 11 strisce (1959) 24) "Serie Città d'Oro", 20 strisce (1960) 25) "Serie Drago Nero", 25 strisce (1960) 26) "Serie Alabama", 29 strisce (1960-1961) 27) "Serie Mexico", 19 strisce (1961) 28) "Serie Navajo", 28 strisce (1961-1962) 29) "Serie Leopardo Nero", 35 strisce (1962) 30) "Serie Apache", 23 strisce (1963) 31) "Serie Comanches", 25 strisce (1963) 32) "Serie Osages", 30 strisce (1963-1964) 33) "Serie Nebraska", 33 strisce (1964-1965) 34) "Serie Pueblo", 40 strisce (1965) 35) "Serie Cobra", 61 strisce (1965-1967) 36) "Serie Rodeo", 19 strisce (1967) Con la serie "Rodeo", si concludono le strisce classiche di Tex (lascio stare ovviamente le storie a striscia pubblicate attualmente, nel 2021 e 2024, che non contano). Una curiosità: la storia conclusiva delle serie a striscia è quella di "Black Baron", dove avviene la fine di Mefisto, che poi passerà la "fiaccola della vendetta" al figlio Yama. In tutto, le strisce pubblicate sono quasi mille: 973, per l'esattezza, e sono state pubblicate per quasi vent'anni, dal 1948 al 1967. Nel 1952 ci fu la prima pubblicazione di Tex nel formato attuale, che conteneva le strisce già pubblicate: durò solo 29 numeri. E' chiamata "la prima serie Gigante" ed è molto rara. Nel 1958 fu pubblicata un'altra collana con lo stesso formato, che conteneva di nuovo le ristampe delle strisce: è chiamata la "seconda serie Gigante" o semplicemente "Tex Gigante" ed è quella attualmente in edicola.
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[76/77] Il Tesoro Del Tempio
joe7 ha risposto nella discussione di due pubblicata in Le Storie da 1 a 100
IL TESORO DEL TEMPIO Soggetto e sceneggiatura: Gianluigi Bonelli Disegni: Guglielmo Letteri, alla sua terza storia dopo Duello Apache (68-69) e New Orleans (72-73). La prossima sarà La banda dei lupi (80-81) Pubblicazione: 1965 (formato striscia); Febbraio-Marzo 1967 (formato attuale) Tex e Kit Carson cercano nella prateria il loro informatore Big Leg, per sapere qualcosa di più preciso sulle strane scorrerie dei comanche che rubano le mandrie - una cosa insolita per gli indiani - ma non lo trovano. All'improvviso, vedono il suo cadavere divorato dalle formiche rosse per opera dei comanche. La storia inizia quindi in modo drammatico. Dopo averlo seppellito, compare un gruppo di comanche che li insegue. Tex e Kit si separano per dividere il gruppo: solo che Tex fa finta di essere colpito per affrontare i comanche da solo, per permettere a Carson di scappare. Ma Kit scopre l'inganno e torna indietro a dare manforte all'amico, e insieme respingono la banda indiana. Carson poi rimprovera Tex per aver fatto il furbo con lui. Essere soci al 50% significa dividere i rischi in due! (cit. Bud Spencer) I comanche superstiti contattano il loro capo, Tonito, coi segnali di fumo: tutta la tribù comanche parte all'inseguimento dei due, e anche per attaccare il vicino ranch dei Miller. Inoltre, Tonito e gli indiani fanno cenno a una misteriosa Esmeralda. E, in una valle segreta, chiamata Valle del Giaguaro, Fidel Romulio, un desperado spagnolo - in sostanza, un mercenario - viene accolto da misteriosi discendenti di antichi aztechi che vivono laggiù. Nakua, il sacerdote, va da Esmeralda, l'ultima della stirpe azteca dei Montezuma, che fa in bagno in un lago, all'interno di un edificio. Nakua non si fida di Fidel, perchè sente che porterà sventura, ma non riesce a convincere Esmeralda. Sin dalle prime battute di Nakua si intuisce la tragedia: infatti il sacerdote dice a se stesso di avere come il presentimento che Fidel porterà la sventura. Gli avversari di Tex, soprattutto quelli dotati di magia, non sono mai misteriosi, incombenti e minacciosi, tipo i capi di organizzazioni malvage della Marvel: sono invece persone che stanno percorrendo una via di rovina e già lo sanno. Lo si può vedere in Black Baron, con Mefisto e Baron Samedi, o Mah-Shai, o anche Rakos o Mitla. Sono prigionieri del loro male, minacciati dalla rovina incombente. Non sono "malvagi tranquilli", come possono essere quelli delle storie "normali" di Tex, tipo il capobanda Tom Clebber di Canyon Diablo o il capitano Lowett di "Uno contro Venti". Sono persone inquietanti e inquiete. Fate attenzione alla scena: Esmeralda prima chiede se sono arrivati i comanche, ma poi, quando viene a sapere che l'uomo che arriva è Fidel Romulio, sorride, come se fosse una persona che lei rivede volentieri ("era tempo che arrivasse": una frase che la dice lunga). E Nakua fa la parte del padre preoccupato perchè sua figlia ha preso una sbandata per un idiota. Le "paludi della morte" sono i luoghi dove si trovano i funghi allucinogeni di cui si parlerà. Notate come GL Bonelli introduce nella storia degli elementi senza nemmeno spiegarli: cosa sono queste paludi della morte? Di cosa stanno parlando? Questo lo si capirà solo più avanti, e senza nessuno spiegone: il lettore dovrà capirlo da solo. Invece adesso avrebbero già fatto lo spiegone per far capire subito tutto al lettore tonto di oggi che hanno in testa, che se non gli spiegano subito tutto per filo e per segno, perde la testa, povero piccino. E una storia come questa sarebbe diventata subito noiosa, perchè si toglierebbe il mistero. Senza contare l'incredibile trovata del Gianluigi, di far comparire Esmeralda per la prima volta (e poi anche per la seconda) nuda in una piscina naturale. Con degli alligatori, per di più. Senza mostrare nulla, ma lasciando tutto all'immaginazione, diventando così seducente al massimo. Fujiko Mine non avrebbe fatto di meglio. Per forza che gli appassionati si ricordano parecchio di questa scena...i disegni di Letteri in questa storia sono straordinari. Intanto, Tex e Kit, per scoraggiare i comanche, si avventurano in una strada stretta attaccata alle pendici di una salita. Tex vorrebbe tenere a bada i comanche, mentre Kit va a chiedere aiuti al ranch, ma il pard non ci sta. Tex allora manda via il suo cavallo con un messaggio legato sulla sella, sperando che venga letto dagli uomini del ranch di Miller, che dovrebbero essere nelle vicinanze. Tonito, con una mossa a sorpresa, mette in difficoltà i due; ma per fortuna arrivano Miller coi suoi uomini, e Tex e Kit riescono a scappare via con loro. Il capo comanche Tonito, che metterà molte volte in difficoltà Tex e Kit Carson; è con lo stregone Wovoka. Qui GL Bonelli si richiama a un Wovoka veramente esistito: fu uno stregone che predicò la vittoria degli indiani usando funghi allucinogeni e illusioni. Tex avrà a che fare anche col vero Wovoka più avanti, nei numeri 88-89 ("Gli spietati"-"Morte di un soldato"), in una storia realizzata dagli stessi autori, GLBonelli e Letteri.) Tonito però li insegue coi comanche, che sono in un numero molto grande. Quando ormai i comanche sono troppo vicini, due uomini del ranch mandano contro Tonito e i suoi tutta la mandria che stavano pascolando, almeno per rallentarli. Tex e gli altri riescono a raggiungere il ranch, ma sono subito assediati dai comanche di Tonito, che mettono il ranch a fuoco. Tex, Kit e gli altri fanno una resistenza disperata, ma si trovano in svantaggio. Ad un certo punto, arrivano i soldati del forte che partono alla carica, facendo fuggire Tonito e i suoi comanche. Una resistenza letteralmente disperata. Il capitano del plotone, White, avverte Tex di un messaggio arrivato a lui a forte Davis da parte del quartier generale dei ranger: dice che Tonito è legato a doppio filo col desperado Fidel Romulio. Inoltre - sempre nel messaggio - il capitano Walson, un medico dell'esercito amico di Tex (che non compare mai nella storia), gli suggerisce di contattare un certo El Morisco, che vive a Pilares, in Messico, sull'altra riva del Rio Bravo (o Rio Grande: è il fiume che segna la frontiera tra gli Stati Uniti e il Messico), per riuscire a trovare i comanche. E consiglia di chiedere a El Morisco informazioni su dei "funghi sacri", e Tex si chiede che c'entrino questi funghi. In ogni caso, è chiaro che il bestiame rubato dai comanche finisce in Messico, quindi è meglio andare a trovare questo El Morisco per sapere qualcosa al riguardo. Nel frattempo, Tonito conduce via il bestiame rubato dai Miller, per portarlo al tempio azteco, dove si trova Romulio. E, nel lago del tempio sacro dove si trova Esmeralda, Fidel parla con lei, ancora immersa nell'acqua: essendo lei un bel pezzo di ragazza, Fidel la vuole convincere a sposarlo, basandosi sulla profezia secondo la quale Esmeralda avrebbe salvato la stirpe dei Montezuma, sposando un bianco (e Tonito dice appunto di discendere dai Conquistadores). Ma lei non è ancora convinta e si allontana per il suo rito di purificazione. Fidel, più che alla donna, è interessato al tesoro del tempio azteco, che Esmeralda gli aveva fatto vedere una volta. Si vede qui che Esmeralda non solo è attratta da Fidel, ma agisce con lui in modo seducente: se ci fate caso, lei prima quegli orecchini non li aveva. E poteva uscire dall'acqua in anticipo, ma non l'ha fatto (la venuta di Fidel era stata improvvisa, certo, ma Esmeralda sapeva che era arrivato e aveva avuto tutto il tempo per uscire dall'acqua e coprirsi). Anche la frase di Esmeralda è fuori luogo: Fidel aveva già visto Esmeralda in passato, quindi non ha senso dire che "nessun uomo bianco può guardarla", visto che Fidel l'avrà fatto molte volte. Si tratta di una provocazione. Le profezie nelle storie di Tex non sempre si avverano. Soprattutto se sono profezie "positive". Le profezie di disgrazie, invece, si avverano sempre puntualmente... Tex e Kit raggiungono a Pilares la casa di El Morisco, che trovano piuttosto inquietante, con dei brutti faccioni sulla facciata. Non ho mai capito perchè El Morisco si era fatto costruire una casa così, visto che voleva solo fare "lo studioso tranquillo". Ma uno che studia di rado vive nella casa degli Addams...per forza che lo consideravano uno jettatore. Anche la prima impressione dei pard è la stessa di quelli del villaggio. Ma siamo finiti a casa degli Addams? La prima apparizione di Eusebio è memorabile, degna del maggiordomo Lurch degli Addams. Lo vedono comparire con le maniche rimboccate: ha addosso un panno da macellaio. E ha in una mano un coltellaccio e con l'altra mano regge un grosso sauro morto. E' meglio non chiedergli che cosa ci voleva fare. Kit sobbalza persino appena lo vede. "Sono soltanto il suo aiutante": da queste parole sembra che il Morisco sia una specie di Jack lo squartatore. Ed è una sorpresa per Tex e il lettore vedere che invece è un tipo tranquillo e posato. Un forte contrasto con l'ambiente e una presentazione ottima del nuovo personaggio. "Volete che vi stringa la mano?" "NO, grazie!" Tex e Kit osservano incuriositi gli animali mummificati nello studio, e capiscono che questo El Morisco deve essere uno studioso, una specie di naturalista. E infatti si presenta così: questo è un momento importante nella serie di Tex, perchè compare per la prima volta un personaggio che sarà assai ricorrente nelle storie future, che saranno spesso memorabili. Un incontro importante. Quando gli parlano dei funghi sacri, El Morisco fa cenno al peyote, un cactus i cui frutti sono allucinogeni, e spiega che questi "funghi sacri" sono qualcosa del genere. Come il peyote, quresti funghi sono molto usati nelle cerimonie religiose degli indiani e anche degli aztechi. E Morisco, essendo uno studioso, è riuscito a raccogliere ed analizzare questi funghi. Fu Eusebio a darglieli: infatti, un suo parente fa parte della banda di Fidel Romulio, che cerca appunto i funghi sacri (in una pericolosa palude chiamata Palude della morte: è il solo a poterci andare), per consegnarli al popolo di Esmeralda e ai comanche di Tonito. Infatti i funghi sono molto preziosi per loro e per i loro riti magici. In cambio, Tonito consegna a Fidel Romulio le mandrie rubate, mentre gli aztechi lo pagano con oro. Grazie ai funghi (che mangia anche lui), il capo indiano Tonito ha molto prestigio tra i comanche, facendosi passare per il classico tizio inviato di Manito (stile Zagor attuale o quasi), e a riunire una grande banda di indiani al suo servizio per attaccare i bianchi. Tex è incerto però su questa storia, e Morisco, per convincerlo, gli offre un fungo da assaggiare. Tra l'altro, lo stesso Morisco ha detto di aver sperimentato i frutti del peyote. Nello stesso tempo Tonito, insieme con un suo compagno indiano, raggiunge il tempio azteco dove prende parte alla cerimonia, e viene a sapere della forte diffidenza del sacerdote Nakua verso Fidel Romulio: anzi, Nakua lo avrebbe già ammazzato se lui non fosse l'unico capace di raccogliere i famosi funghi. Avviene la cerimonia: Esmeralda consegna i funghi sacri a tutti, che iniziano a mangiarli. Esmeralda in tutto il suo splendore. Avviene la stessa cosa a casa del Morisco (GL Bonelli fa un parallelismo facendo avvenire contemporaneamente questi fatti). Lo studioso dà un fungo sacro a Tex, che lo mangia. In un'altra sequenza memorabile, Tex dopo un pò ha delle visioni strane. Ma, ad un certo punto, vede Mefisto e gli spara. Ma si trattava di una visione, e Tex ritorna in sè. Dopo aver spiegato tutto a Morisco, lui lo avvisa: se nelle visioni dei funghi, che danno una certa conoscenza, Tex ha visto questo Mefisto che crede morto (la storia avviene dopo "La gola segreta", la prima storia in cui compare Mefisto come mago), allora è molto probabile che lui sia ancora vivo. Infatti, poche storie dopo, ci sarà la storia "Spettri/Il Dago Rosso", in cui ritorna Mefisto insieme al mago Padma. In ogni caso, adesso Tex capisce perchè questi funghi diano cosi tanto potere al capo dei comanche Tonito. Per aiutarli, Morisco chiede ad Eusebio se quel parente che è col desperado Fidel Romulio può essere di aiuto ai pard, ma il servitore dice che il suo parente non lo farà mai: tradire Romulio porta alla morte. L'unica cosa che Tex sa è che il luogo degli incontro è la Sierra de Hueso, una zona molto vasta ed arida. Quindi vanno laggiù sperando di trovare qualche traccia, seguendo la pista dei comanche. Nel frattempo, Fidel Romulio, disgustato da tutta quella banda di fanatici, decide di rubare l'oro del tempio mentre tutti sono immersi nelle illusioni dei funghi. Ma Fidel finisce in una trappola: avvisa allora il suo compagno Felipe di chiamare Prieto, il suo comandante in seconda, perchè attacchi il tempio. Se Fidel viene scoperto lì, finirà ammazzato dagli aztechi con tutti i suoi uomini, e nel grazioso stile azteco: estrarre il cuore mentre sono ancora vivi. Ma Esmeralda, nelle sue visioni, vede Fidel Romulio nella sala del tempio, e avvisa Nakua, il sacerdote, che va subito a vedere col capo comanche Tonito e gli altri aztechi. Fidel viene scoperto, imprigionato dietro a una grata all'ingresso della sala del tesoro, ma si difende sparando: Nakua viene ucciso subito, e con lui altri aztechi. Tonito fugge e avvisa Esmeralda; poi manda a chiamare i suoi comanche attraverso uno speciale falò (l'avvenimento avviene di notte). Oltre ai comanche, anche Tex e Kit - accampati di nascosto vicino ai comanche - vedono gli strani fuochi e salgono subito sui cavalli. Esmeralda vuole essere sicura che il tesoro del tempio non venga profanato, e fa uscire da lì l'acqua che sommerge il posto. Fidel scappa per non finire travolto dalle acque, ma, oltre alle acque, arrivano anche i coccodrilli, che lo sbranano. Si potrebbe pensare che è strano che Esmeralda faccia fare una fine così orrenda al suo "ragazzo", ma lei vuole vendetta per l'omicidio di Nakua (era stata informata subito del suo omicidio da Tonito). Nel frattempo, i comanche di Tonito e gli indios di Prieto, il braccio destro di Fidel, si scontrano in una feroce battaglia, alla quale partecipano anche gli aztechi. Tex e Kit osservano da lontano il massacro, lasciando tranquillamente che si scannino tra di loro. Tonito viene ucciso, quasi tutti finiscono ammazzati, anche Prieto. Ma lui, prima di morire, spara ad Esmeralda, che aveva appena chiesto aiuto a Tex e Kit, che erano arrivati in quel momento. Esmeralda muore tra le braccia di Tex, chiedendo di essere seppellita nel tempio insieme ai suoi aztechi. Tex lo promette; dopo aver dato sepoltura ad Esmeralda, i due si allontanano, dopo aver disarmato e lasciato liberi i superstiti: non vogliono più stare in un posto che ormai puzza di morte. LE STRISCE ORIGINALI DELLA STORIA Striscia serie "Pueblo", dal n. 30 al n. 35, uscite nel 1965. Curiosamente, sulle copertine non compaiono nè El Morisco nè Esmeralda, nemmeno nella striscia col titolo dedicato a lei. Compare solo Mefisto in copertina, nella visione di Tex a casa del Morisco, ma null'altro di particolare: tutte le altre copertine mostrano scene di un west generico. COMMENTO La storia inizia in modo normale, anche se ben raccontata e movimentata, con Tex e Kit che devono sfuggire a degli indiani ladri di bestiame. Ma dopo un pò avviene l'inaspettato: entrano in scena valli segrete, commemorazioni azteche, donne nude in acqua, funghi sacri, strani studiosi, visioni misteriose, e si finisce in una storia che ha dell'onirico. In particolare, il personaggio di Esmeralda, anche se compare poco, è indimenticabile: Galep non la rappresenta nelle copertine, ma Villa lo fa nella pubblicazione del Tex a colori di Repubblica, ricalcando la scena finale di Letteri. Copertina presa da Tex color di Repubblica n. 37. Solo in una presentazione dei modellini dei personaggi di Tex si può vedere un disegno di Galep (forse) su Esmeralda, anch'esso preso da una vignetta di Letteri. Questa storia ha avuto un'insolita continuity, non frequente in GL Bonelli: all'inizio della storia di Mefisto e Padma, Tex parla allo stregone navajo di Esmeralda. Inoltre, in "Diablero", Mitla usa proprio i funghi sacri per far trasformare il suo Guaimas in un Diablero. Esmeralda appare come una donna giovane, semplice e attratta da Fidel; nello stesso tempo è cosciente della sua responsabilità. Quando tutti stanno per uccidersi a vicenda, in quel carnaio Esmeralda chiede a Tex di aiutare lei e il suo popolo, ed è disposta anche a sacrificare il tesoro del tempio per questo. E' strano che lo chieda a degli sconosciuti, ma si vede che, in qualche modo, aveva capito che Tex e Kit Carson non c'entravano con tutto questo e, visto il loro comportamento di uomini sicuri di sè, li aveva visti istintivamente come un'ancora di salvezza. Salvezza che purtroppo le sarà rifiutata: e così la tragedia prevista da Nakua si avvera del tutto. La donna è rappresentata con un fascino unico, come pure Mitla: Letteri sapeva fare delle donne memorabili, forse le migliori dell'universo texiano. Per non parlare della sua abilità di rendere i personaggi vivi e dinamici anche nelle storie prettamente western, non solo in quelle cittadine tipo contro le sette del Drago per le quali sarà più famoso. -
[Romanzi a fumetti 20] La maledizione del Charro Negro
joe7 ha risposto nella discussione di MacParland pubblicata in Romanzi a fumetti di Tex
Farò una disamina più precisa della storia, ma per prima cosa posso dire che Comix Archive sta stufando con le sue recensioni negative fatte con ChatGPT: almeno scrivetele in modo normale, sono tutte fotocopie! Hanno appena fatto lo stesso con Charro Negro! Passando alla storia, -
Diciamo che mi vanno bene entrambi: Muzzi e Galep. Si vede che quelli erano i primi tentativi di Muzzi: sono sicuro che poi avrebbe fatto di meglio. Cose tipo questo.
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TEX: GLI INCAPPUCCIATI Incappucciati per modo di dire, eh: compaiono solo nelle prime pagine, poi non ci sono più. Storia: GL Bonelli Disegni: Muzzi (con Galep che fa qualche faccia di Tex). Uscita: Aprile 1967, Tex 78 Tex e Kit Carson salvano il ranchero Joe Tules e suo figlio Clem dall'attacco di tizi incappucciati alla Ku Klux Klan: si tratta degli uomini mandati da Sam Loren, il boss della città di Silvertown, il cui sceriffo, Hank Rosen, è al suo servizio. Anzi, lo stesso Hank era uno degli incappucciati che avevano attaccato il ranch ed era fuggito senza farsi riconoscere. Un fiorellino di sceriffo, proprio. Loren vuole il giacimento aurifero di Joe Tules, racconta quest'ultimo a Tex. Insomma, Sam Loren ha in mano tutto... ...mentre il povero Joe Tules non ha neanche una camicia da mettersi. O forse ama accogliere gli ospiti a torso nudo con la pipa in bocca. De gustibus. I due ranger portano gli ex-incappucciati a Silvertown, per consegnarli allo sceriffo Rosen, che però - ovviamente - nega l'evidenza. A tal punto che Tex lo butta fuori dalla finestra con un cazzotto. E così si porta un occhio nero, il marchio di fabbrica del Tex di Muzzi: leggete Canyon Diablo e chiedete a Jerry Occhio nero per avere conferma. L'obiezione dello sceriffo, tra l'altro, è ridicola: sono stati presi con le mani nel sacco e i cappucci da Ku Klux Klan in testa. Cosa vuole ancora, una confessione scritta? Questo, tra l'altro, rimanda proprio alla storia uscita questo mese (Gennaio 2024), "Il morso dello Scorpione", con un altro sceriffo ugualmente venduto e tonto, tanto da negare l'evidenza. Ma purtroppo i tempi sono cambiati e Tex, detto oggi " la scamorza", non può più dargli un occhio nero. Il prode sceriffo, allora, fa evadere i suoi tre colleghi, che provano ad ammazzare i ranger nel sonno. Ma Tex e Carson si aspettavano il loro arrivo, e, dopo averli eliminati, Tex stende una seconda volta lo sceriffo e stavolta gli strappa la stella dal petto. A quei tempi gli sceriffi corrotti esistevano e venivano anche pestati. E poi si chiedono perchè Tex non vende: perchè non fa più giustizia come prima. Ah, e poi lo sceriffo muore, e in circostanze poco chiare: forse lo hanno ammazzato i suoi compari mentre cercavano di centrare Tex. Sam Loren, insieme ad un altro, prova a sparare a Tex dalla finestra del suo albergo. Ma l'attentato fallisce e Tex sale nella camera di Loren: questi cerca di salvarsi mentendo, ma si becca una spazzolata. Poi Tex gli brucia l'albergo. Un'altra caratteristica texiana che adesso è andata perduta: ora Tex è rispettosissimo della proprietà privata e non brucia più nulla. Non mette nemmeno il fiammifero tra le dita dei piedi. E' diventato onestissimo, integerrimo e un filino noiosetto. Tipo Topolino. Quando Tex mollava cazzotti, li mollava a destra e a manca. E lo faceva soprattutto coi criminali che avevano la sfrontatezza di ricordargli la legge. Successivamente, Tex si fa nominare sceriffo della città. Loren cerca di fermarlo mandandogli contro un leguleio, l'avvocato Bertram, per fargli sapere che è una cosa illegale diventare autonomamente sceriffi. In tutta risposta, Tex pesta il leguleio, lo sbatte fuori dalla finestra, lo risveglia con una secchiata d'acqua e gli dice che ha ventiquattr'ore di tempo per lasciare il paese. Poi gli mette in secchio in testa, chiamandolo amorevolmente "sacco di trippa". Curiosamente, il leguleio somiglia a Cico...uno dei personaggi più odiati dal Gianluigi. Tex, successivamente, va al saloon a provocare Loren, e questi cerca di sparagli alle spalle: ma Tex sapeva che sarebbe successo e, aiutato dallo specchio del bar, lo disarma. Poi gli dà una sberla (caso raro) e lo manda via. In quel momento, arrivano Arno Drake, il pistolero, col suo compare Lug, assoldati da Loren, che affrontano Tex e Carson al saloon. E si mette di mezzo anche Loren. Vengono eliminati tutti in tre pagine. Fine. E Vandell, il maniscalco di Silvertown, loro alleato, che offre sempre a loro del caffè, offre loro - indovinate? - un buon caffè per festeggiare. Quindi, stavolta niente bevuta finale al bar o galoppata al tramonto: solo un caffè - magari corretto - per tutti. In questa storia, anche se breve, il malvagio principale è proprio lo sceriffo, che occupa assai più spazio del povero Sam Loren. Anzi, lo sceriffo è conosciuto in tutto il paese per la sua malvagità, tipo lo Sceriffo di Nottingham. E, quando il proprietario cinese del ristorante viene a sapere che è stato Tex a buttare fuori dalla finestra lo sceriffo, gli offre il pranzo GRATIS. Tanto che Tex, ad un certo punto, ha in mente un'idea simile a quelle di Pat: pestare lo sceriffo due volte al giorno per avere sempre gratis il pranzo e la cena! C'è anche una cosa che si è dimenticata: una volta con Tex SI RIDEVA, anche. Il Tex di MUZZI. Forse non è che abbiano sbagliato a fargli le faccine Galeppiane...il punto è che fare un buon disegno di Tex è DIFFICILE. Non tutti ce la fanno.
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[772/773] Il morso dello scorpione
joe7 ha risposto nella discussione di MacParland pubblicata in Le Storie dal 701 al 800
Visto che è meglio non fare anticipazioni, metto tutto sotto spoiler. Aprite a vostro rischio e pericolo. -
Questa spiegazione è più logica, in effetti. Infatti mi pare che non parlino del "Buco nel muro" nei numeri dove compaiono Butch e Sundance. Si trattava di una storia di inseguimento ai criminali, non di un piano per stanarli nel loro rifugio. L'unica volta in cui è stato citato quel contesto è nella Storia del West, "Vento caldo", il numero 70. E comunque Butch e Sundance lì fanno solo una comparsata, anche se ad effetto.
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È vero, sono sembrato estremista: tante storie del dopo GL Bonelli mi sono piaciute, come gli Invincibili, il Passato di Carson, Gli assassini, e tanti altri. Ma quando non ne leggo molti di questi ultimamente è facile pensare che non si riesca più a fare un buon Tex. Io spero sempre che salti fuori una buona storia. Infatti ci sono stati, se si criticano le storie è proprio perché si spera che quel tipo di buone storie possa ritornare. Manfredi non riesco ancora ad inquadrarlo. Comunque credo che Tex non fosse nelle sue corde. Oklahoma era fatto bene, ma nei dialoghi e nelle situazioni mi ha ricordato diverse volte l'atmosfera di Ken Parker. Giusto: per esempio, questa è forse l'unica storia di Tex che parla di "Hole in the wall", il famoso "buco nel muro", che fu il rifugio di Butch Cassidy, Sundance Kid e Kid Curry, quelli del Mucchio Selvaggio. Se no, qualcuno mi corregga. Inoltre, c'è la scena di Kit Carson che si trova col cavallo azzoppato, cosa che peggiora la situazione. Vedo però che non gli sparano, come è la prassi: forse per non impressionare la bambina? Alla quale Tex è costretto anche a mentire dicendo che suo padre è vivo. Sono sottintesi che si notano solo se si fa attenzione.
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Questo è certo al cento per cento. Tutte le donne dei fumetti e dei film oggi sono "Girl boss": toste, dure, "uome" e superuomini, che non hanno bisogno degli uomini, che sono tutti una manica di deficienti, poverini. Sanno cavarsela da sole, loro, e non lavano un piatto neanche sotto tortura (fatelo voi maschi!). Sparano mille volte meglio di Tex. E quel poveretto di Tex? Dirà: "Ma che ci faccio io qui? La bella statuina? Torno dai navajos, quella virago della vedova da salvare non ha bisogno di nessuno. Anzi, è meglio se avverto gli indiani di stare attenti." Un esempio di virago-uoma? Lizzy di "Tabla Sagrada". Ma ce ne sono a centinaia, oggi. Tanto indipendenti che possono colonizzare il West da sole e ammazzare tutti gli indiani in cinque minuti, mentre gli uomini lavano i piatti e cambiano i pannolini. E devono stare attenti a non essere violentati. Infatti quella mi era sempre sembrata una scena strampalata: indiani buoni agli ordini di un capo pazzo, che senso aveva? Adesso capisco perchè l'hanno messa. Ma la storia diventa più pesante se ci mettiamo dentro degli indiani buoni e capi indiani pazzi. Non è un western horror alla Magico Vento, però è un western da psichiatri. Pensa te che allungamento di brodo sarebbe stato vedere Plateado che vuole la squaw bianca e ammazza un indiano dei suoi perchè aveva obiettato, da bravo indiano educato e civile che aveva letto i diritti delle donne. GL Bonelli sapeva dire l'essenziale in una storia: per questo filavano via come treni. Le storie di oggi invece vogliono sottolineare il superfluo: per questo sono lente e pesanti come i trenini locali di un tempo. MOLTO peggiorative, ma oggi ci si accontenta di questo obbligatorio minestrone del politicamente corretto. Un minestrone pesante e indigesto, tra l'altro: ma il convento dà solo questo. Ciuccatevi il calzino. Proprio quello che avevo detto: il GL Bonelli non amava le banalità. E un duello finale tra Tex e Plateado era proprio roba da "Mister Bana": lo potevo fare anch'io. O, come dici tu, roba da storia ottenuta unendo i puntini da 1 a 47: emozionante come quel documentario sui castori che guardava mio nonno per la pennichella del pomeriggio. Invece Plateado muore subito nell'assalto finale dei lunghi coltelli, senza neanche avere l'onore di una vignetta! Grande GL! Una delle tante differenze tra il Tex intelligente di GL Bonelli e il Tex tonto di oggi è che il primo faceva dei piani. Sempre. In tutte le storie o quasi. Mi ricordo una storia ambientata a San Francisco, dove Tex spiegava il piano per attaccare il casinò dei cattivi. Stacco: il lettore non sa qual'è il piano. Ma il commento dei personaggi che hanno ascoltato il piano di Tex è esilarante: "Santo cielo! Ma se qualcosa va storto, Tom Devlin, amico o no, ci sbatte tutti dentro e butta via la chiave!" E il lettore si chiedeva: che cavolo di piano pazzo avrà tirato fuori Tex? Infatti è anche questo il bello dei piani di Tex: che tante volte erano dei piani da attentatore e delinquente. Chi se lo dimentica il treno di Canyon Diablo? Tex era un pericolo pubblico. Al servizio della legge, certo, ma sempre un pericolo pubblico era! Era questo il bello del ranger: lui osava dove gli altri non osavano. I social sono la rovina del fumetto. Accontentiamoci della minestra che passa il suddetto convento. Chissà, a volte un miracolo potrebbe accadere. Un miracolo piccino piccino picciò. Spirito di GL Bonelli, aiutaci tu!
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Ecco spiegato l'arcano, mi ero confuso. Grazie!
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Una storia breve ma intensa: non comincia con Tex come ci si aspetterebbe, ma con un tizio sconosciuto inseguito dagli indiani di Plateado ("argentato", perchè ha i capelli bianchi. Forse Kit Carson, "capelli d'argento" è chiamato nell'originale "Cabello plateado"...). Il disgraziato viene sepolto nella terra, tranne la testa, e viene dato in pasto alle formiche rosse. E la storia inizia così, col botto. Solo dopo compaiono Tex e Carson, al forte, quando vengono a sapere della morte del poveraccio e della sua identità: Sam Flatter, cercatore d'oro. Tex e Kit devono trovare la moglie e la figlia, malata, di Flatter, e salvarle, perchè forse sono nelle mani degli indiani. Da lì inizia la storia: motivazioni forti, situazioni pericolose, 81 pagine che si leggono tutte d'un fiato. Si capisce bene perchè fu scelto come storia per il "Diario arancione di Tex" del 1964 (quindi quando era ancora stato stampato in formato libretto: la stampa sul gigante fu realizzata nel 1967, tre anni dopo). Tex aiuta la vedova di Flatter e la figlia, che è ancora convalescente: la donna agisce da donna del west. Infatti, prima punta il fucile su Tex, ignorando chi sia, e, dopo che le cose sono chiarite, accetta la pistola del ranger, dicendo chiaro che gli indiani non l'avranno viva. Il sottinteso qui è ben crudo, e adesso non si fa più perchè non è politicamente corretto. Infatti, adesso gli indiani (pardon, nativi americani) sono visti come dei puri angeli che parlano sempre con alate e nobili parole e camminano in mezzo agli sporchi e ottusi diavoli bianchi. Tipo "Balla coi lupi". Invece, in questa storia, ben più aderente alla realtà, gli indiani semplicemente l'avrebbero violentata a morte, sia lei che la figlia. E quella pistola che porta significa che lei avrebbe prima ammazzato la figlia e poi si sarebbe suicidata. Alla faccia degli indiani "puri e innocenti". L'idea che le storie di Tex di Gianluigi Bonelli avessero poche donne è sbagliata: molte volte invece appaiono delle donne come questa, senza nome, ma assai carismatiche e decise. Senza dare alcuno spazio alle svenevolezze che si vogliono mettere adesso: un western non ne ha bisogno. Ogni storia western è uno scontro contro la morte: non c'è spazio quindi per cose simili. Tutta la banda di Plateado è vista - giustamente - come una banda di predoni. Ma adesso che gli indiani sono tutti buoni e in pace coi bianchi, queste scene di tensione ce le possiamo scordare. Tex sfida apertamente Plateado, dicendo a uno dei suoi che "Aquila della Notte è sul sentiero di guerra, e il suo coltello ha sete di sangue Apache". Altri tempi. C'è anche il momento topico, quello che fa solo il Tex di GL Bonelli: quello in cui dice "Ecco il piano che ho in mente..." Il piano non viene rivelato e il lettore lo scoprirà a poco a poco che si sviluppa la storia, riconoscendo alla fine che è un ottimo piano. Dov'è finito il Tex intelligente di allora? Gli scontri sono sempre al cardiopalma: per esempio, compaiono all'improvviso due indiani mentre Kit segue le tracce degli altri indiani che lo porteranno al rifugio di Palteado. Quindi lui deve sparargli e scappare, perchè ormai tutta la tribù lo inseguirà. Tex e Kit usano dei candelotti di dinamite piazzati e ai quali sparano per rallentare l'avanzata della banda di Plateado: è da notare che gli indiani non rallentano mai, nonostante tutto, tranne quando i due piazzano l'ultima carica. E anche qui, avranno solo un pò di tempo guadagnato. Insomma, non è una passeggiata. Non sono su una diligenza circondata dai banditi dove loro fanno solo pum pum e li sistemano tutti, facendo fatica a non sbadigliare mentre lo fanno. Qui c'è tensione vera. Plateado è una comparsa, non tornerà più e morirà alla fine della storia, anzi muore alla svelta, fuori campo, davanti alla carica a sorpresa dei soldati (e anche questo faceva parte del piano di Tex). Davanti a queste cose, si parla spesso del "finale troppo rapido". Ma a GL Bonelli non interessava fare uno scontro culminante tra Plateado e Tex, magari con un classico duello all'ultimo sangue. Era quello che tutti magari si sarebbero aspettati. Ma al Gianluigi interessava la tensione della storia, non lo scontro finale col cattivissimo, cosa fin troppo prevedibile. In questa storia si vede bene la mano di Gamba, oltre a quella di Galep. Citando Diablero: "Chiaramente i disegni non sono del solo Galep (anche se Wikipedia sostiene che lo siano: questo è un caso in cui credo più ai miei occhi che non a Wikipedia). All'epoca, si faceva aiutare spesso da Gamba, che però quando inchiostrava era ben riconoscibile. Qui si fa più fatica a capire chi ha collaborato (e ammetto di non essere mai stato un grande esperto nel riconoscere le varie "mani", non vorrei dire boiate ma mi sembra un inchiostrazione galleppiniana su matite di altri. Basta vedere il colonnello nella prima striscia di pagina 105, galleppiniano, ma deforme nelle proporzioni, o la faccia di Tex in fondo nella stessa pagina." Una cosa però vorrei chiedere a Diablero. Lui ha scritto: P.S.: come mai la storia qui è intitolata "El Plateado"? Su Wikipedia è indicata come "Fort Apache", ed è composta da tre strisce pubblicate nell'ottobre 1965 intitolate: Forte Apache In corsa con la morte Il grande agguato Capisco il non voler usare "Fort Apache" già usato per il numero 100 (anche se io avrei chiamato "Fort Apache" questa e "SuperTex" il numero 100), ma perchè non utilizzare uno degli altri due titoli? "In corsa con la morte" in particolare descrive bene la storia... Forse hanno scelto su questo forum il titolo "Plateado" così da far ricordare subito che storia fosse. Ma, a parte questo, c'è una cosa che non mi torna. Hai detto che le tre strisce di Tex sono state pubblicate nell'Ottobre del 1965. Ebbene, il "Diario arancione di Tex" è stato pubblicato nel 1964, quindi un anno prima. Allora hanno pubblicato per la prima volta questa storia nel diario anzichè nelle strisce?
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[Tex Willer N. 74/76] La guerra dei Piutes
joe7 ha risposto nella discussione di MacParland pubblicata in Tex Willer
La libertà di parola e di espressione. Che non è la libertà di insultare dicendo "bigotti" e "bigottismo". Puoi non essere d'accordo con me, ma non con gli insulti. -
[Tex Willer N. 74/76] La guerra dei Piutes
joe7 ha risposto nella discussione di MacParland pubblicata in Tex Willer
Preferisco chiudere qui, è meglio: non voglio creare problemi nè mettermi a litigare. Quello che dovevo dire l'ho detto. Per il moderatore: lascia perdere il richiamo, non voglio avvelenare gli animi. -
[Tex Willer N. 74/76] La guerra dei Piutes
joe7 ha risposto nella discussione di MacParland pubblicata in Tex Willer
Io l'autore non lo volevo. E non tollero questo comportamento da parte di un autore. Pretendo rispetto.