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Messaggi pubblicato da pecos

  1. Bravo Faraci (per ora), finalmente un primo albo degno di nota da parte di questo autore. La storia è molto classica e lineare, forse anche troppo semplice, ma narrata con giusti ritmi, dialoghi azzeccati e qualche elemento di originalità. Mi riferisco alla scelta di sostenere l'assedio nella città fantasma, situazione piuttosto atipica per le storie di carovane attaccate da bande di indiani; inizialmente non mi sembrava una grande idea - bastano un po' di frecce incendiarie e il riparo se ne va in fumo, inoltre non è così facilmente difendibile da un pugno di uomini scarsamente abituati all'uso delle armi. Invece questa prima parte dell'assedio è sceneggiata molto bene e la scelta di Tex sembra convincente. Vedremo cosa succede nel secondo albo, sperando che si mantenga almeno su questo livello.

    La nota migliore dell'albo sono comunque i disegni di Dotti. Ragazzi, è un vero maestro, uno dei migliori disegnatori del vasto staff di Tex, che spero diventi una colonna portante della serie nei prossimi anni!

  2. Con il prolificare di speciali con storie brevi o brevissime (2 color tex, album tex, tex magazine), questa collana dovrebbe invece essere la casa per storie lunghe e di ampio respiro. Speriamo che la programmazione a lungo termine di Boselli ci faccia trovare qualcosa di meglio nei prossimi anni.

    ... raccolgo la tua riflessione: che senso ha un Maxi con due storie brevi in una pubblicazione nata per storie di ampio respiro in un unico albo?

    Quest'anno non si poteva fare diversamente, non essendoci storie di 330 pagine pronte per il Maxi lasciate dalla programmazione precedente alla gestione Boselli. Ciò non toglie che, davanti al proliferare di storie medio-brevi sugli altri speciali, in futuro mi auguro di leggere sul Maxi storie da 330 pagine. Ma con soggetti all'altezza e disegni decenti :old:

  3. Un Maxi non particolarmente degno di nota, ma nemmeno così terribile come alcuni lo hanno dipinto. Le due storie di Faraci non sono poi malaccio, e sono prive di diversi difetti che avevano caratterizzato la produzione recente di questo autore. Nulla di speciale, siamo comunque a un livello mediocre mentre su Tex vorrei sempre leggere il meglio, ma almeno le due storie si fanno leggere senza che venga voglia di chiudere l'albo a metà lettura e metterlo in libreria.
    La prima ripropone il tema del giovane innocente accusato ingiustamente, ma lo declina in maniera abbastanza originale, con il fuggitivo che da braccato si trasforma in cacciatore in cerca di vendetta. Ho trovato però eccessiva l'empatia di Tex nei confronti di questo giovane, che si trasforma in belva sanguinaria e non esita a uccidere a sangue freddo persone che non si erano macchiate di colpe così gravi. Lo stesso mister Herbert rivela di aver provocato la morte dei genitori del giovane solo DOPO che Rick Melville ha tentato di ucciderlo; la vendetta del ragazzo sarebbe perciò motivata dal solo fatto che è stato cacciato di casa, un po' debole per giustificare tanto sangue... Un ulteriore appunto è necessario: è assurda la scena in cui Tex, attraversando un canyon, individua il nemico appostato per tendergli un agguato e lo colpisce al volo in pieno petto, nonostante non sapesse la sua posizione, l'altro lo stesse aspettando e fosse in posizione di vantaggio, più in alto e al riparo delle rocce! Insomma, ci sono buoni spunti insieme a cose campate in aria.
    La seconda storia non è male, un soggetto classico e adatto per una storia di questa lunghezza. Mi aspettavo qualcosa in più dall'antagonista principale, mister Reynolds, presentato come un vero duro nelle prime pagine della storia - con il discorso ai cittadini di Sandriver e, soprattutto, con la scena in cui solleva un carro a mani nude per liberare il suo bracciante intrappolato - ma poi fa una ben magra figura. Viste tante premesse, soprattutto la citata scena del carro, era lecito aspettarsi qualcosa di più.
    Capitolo disegni: Cossu non mi è mai piaciuto, mentre per quanto riguarda Ortiz il sentimento prevalente è la nostalgia per questo autore che ha disegnato bellissime storie di Tex, ma che in quest'ultima sua prova è solo un lontano ricordo; troppo difficili da leggere le sue vignette, con gli Apaches irriconoscibili gli uni dagli altri, troppo incerto il suo tratto.

    Un Maxi sufficiente quindi, ma ancora una volta siamo qui a chiedere qualcosa di meglio a questa pubblicazione. Con il prolificare di speciali con storie brevi o brevissime (2 color tex, album tex, tex magazine), questa collana dovrebbe invece essere la casa per storie lunghe e di ampio respiro. Speriamo che la programmazione a lungo termine di Boselli ci faccia trovare qualcosa di meglio nei prossimi anni.

  4. Non ho mai amato molto le storie di un solo albo - troppo semplici e veloci, per i miei gusti - ma qui Boselli mi ha regalato una piacevole lettura. Questa storia non è niente più di un riempitivo, ma ogni tanto va bene anche una storia più leggera e senza troppe pretese, soprattutto se è sceneggiata così bene. Classica, semplice, ma nonostante tutto con alcuni punti di interesse: primo tra tutti lo sceriffo Dawson, personaggio insolito sulle pagine di Tex ma molto riuscito. Il suo dialogo con Tex sui metodi del ranger è uno dei momenti migliori dell'albo. Anche il cacciatore di taglie Burbage è un'ottima comparsa. 
    Il difetto maggiore è questa volta nella programmazione, che fa uscire almeno tre storie con soggetto molto simile a breve distanza l'una dall'altra. Inevitabile notare come le sceneggiature di Faraci impallidiscano di fronte a questa, di tutt'altro livello.
    I disegni mi sono piaciuti, molto classici e puliti, ci ho visto qualcosa di Monti.

  5. Cari amici, questo cartonato è davvero bel-lis-si-mo!
    Le "nefandezze" di Serpieri sono ormai alle spalle, e possiamo considerare "Frontera!" come il numero 1 di questa collana che, se si manterrà su questi livelli anche in futuro, ci regalerà molte soddisfazioni!
    Per leggere e apprezzare un volume come questo dobbiamo anzitutto dimenticarci il Tex a cui siamo abituati: qui siamo di fronte a qualcosa di molto diverso, come struttura, come ritmi narrativi, come impostazione grafica. Certo, rimango dell'idea che il "vero" Tex sia quello degli albi mensili - con il bianco e nero, con le storie di ampio respiro, eccetera - ma questo esperimento dimostra che ogni tanto uno strappo alla regola si può fare, e leggere qualcosa di prezioso.

    Venendo alla storia, il soggetto e la sceneggiatura di Boselli sono formidabili (voto 9), in simbiosi perfetta con delle tavole da urlo (voto 9 ai disegni, 10 alla colorazione). Alberti si rivela un ottimo interprete del west, con un tratto molto spigoloso e a tratti un po' stilizzato; ma l'apice lo raggiunge con un uso del colore davvero super, soprattutto nelle scene notturne. Il prezzo, sebbene richieda un piccolo sforzo al portafogli, è adeguato a un prodotto di questa qualità. Il difetto maggiore dell'albo? Troppo corto!

  6. Quella che era forse la storia più attesa del 2015 si è rivelata per me una vera delusione. Il taglio che Boselli ha voluto dare al seguito dell'ottima "Giovani assassini" non è all'altezza delle premesse su cui era costruita. Inizio col dire che è una storia personalissima dell'autore, arricchita da alcuni dei suoi migliori personaggi, complessa e articolata proprio come piace a lui; non credo di sbagliare nel dire che qui Boselli abbia voluto proprio scrivere come piace a lui, nel suo stile più genuino, senza "forzarsi" a restare nei canoni ben consolidati della serie.
    Però trovo molti difetti nel risultato finale, che come detto hanno deluso le mie aspettative. I principali (ci sono SPOILER, per i pochi che non avessero ancora ultimato la lettura):
    1) La storia è davvero eccessivamente verbosa, piena di elucubrazioni, dialoghi pesanti e noiosi, con pochissima azione se non nel finale. Non è certo la presenza di tanti dialoghi a darmi fastidio - anzi, bene che ogni tanto si trovino albi davvero complessi, la cui lettura non si sbrighi in una mezz'oretta. Ma il fatto che metà del tempo sia passato a discutere se Rodelo sia buono o cattivo, a spiegare per filo e per segno ogni singolo dettaglio e ogni decisione, come se l'autore dovesse giustificare ogni sua scelta attraverso le parole dei personaggi.
    2) L'evoluzione psicologica del Kid: troppo forzata, non è questo che avrei voluto leggere. Già nel topic di "Giovani assassini" avevo scritto che il controverso finale di quella storia avrebbe per me avuto senso se Rodelo fosse rimasto un cattivo fino alla fine. La sua redenzione non mi ha convinto. Ci è sempre stato proposto come un personaggio negativo, una mela marcia, vederlo alla fine schierato dalla parte dei buoni mi ha fatto storcere un po' il naso. Ma conoscendo Boselli, dovevo aspettarmelo. Qui si è cercato di fare un lavoro di introspezione psicologica, di costruzione di un personaggio non banale - e di questo bisogna dare atto all'autore - ma il risultato purtroppo non mi ha convinto.
    3) Il ritrovato Jack Thunder non ha davvero niente del maniaco omicida che avevamo conosciuto quindici anni fa. Lo ritroviamo freddo calcolatore, affarista, vestito di tutto punto - ma che è rimasto del folle e terribile assassino sepolto sotto la miniera? Davvero in questo caso avrei preferito che non lo si riesumasse, se il risultato deve essere questo...

    Sono stato abbastanza negativo nel mio commento, ma soprattutto perché mi aspettavo un possibile capolavoro e invece mi ritrovo soltanto una buona storia ma con molti difetti, per il mio gusto. La storia è comunque buona, che è il mio voto nel sondaggio, di sicuro si fa ricordare a differenza di tante altre storielle insipide che abbiamo letto nel passato anche recente.
    Su Font si è polemizzato abbastanza, qui ribadisco solo il mio gusto personale in base a cui è un autore che mi piace, anche se in questa storia è limitato da una sceneggiatura secondo me a lui non congeniale.
    Infine, non ho votato nel sondaggio sul miglior personaggio: gli unici personaggi degni di nota sono infatti il Kid e Thunder - tutti gli altri, anche la stessa Dallas, non hanno un ruolo particolarmente significativo - ma la direzione in cui Boselli ha deciso di farli evolvere non mi è piaciuta.

  7. Finalmente di ritorno in Italia per le ferie natalizie, posso dedicarmi alla lettura e al commento dei Tex che ho lasciato in sospeso da qualche mese, iniziando proprio dal Color autunnale. L'incontro con le storie brevi è ormai un gradito appuntamento e anche quest'anno abbiamo un prodotto di qualità pregevole, anche se a mio parere di livello leggermente inferiore rispetto ai precedenti. Il punto di forza dell'albo è come sempre l'aspetto grafico, mentre i soggetti di quest'anno non mi hanno convinto come quelli degli anni passati. Sulla copertina inutile spendere altre parole... :angry: Ma passiamo ad analizzare le singole storie, una per una.

    In "Minaccia nelle tenebre" Boselli scrive una storia molto dampyriana nella struttura e propone una visione del soprannaturale un po' diversa da quella che siamo abituati a leggere su Tex (si leggano gli interventi di Gianbart qui sopra che colgono molto bene questo punto, secondo me). Non mi ha preso tantissimo, ma comunque non è male, e la scena alla fumeria d'oppio è divertente, con quel "limoncino" con cui Tex si rivolge a uno dei cinesi che strappa un sorriso e fa sperare che Boselli e compagni riprendano un po' più spesso questo linguaggio.
    I disegni di Franzella sono davvero ottimi e beneficiano di una colorazione molto attenta e curata.
    Il mio voto è complessivamente un 7.

    "Sfida alla vecchia missione" si fa ricordare ovviamente per i disegni di Tisselli, un esperimento grafico decisamente insolito. Se alcune tavole sono davvero stupende e vogliono essere guardate e riguardate, globalmente un'intera storia, per quanto breve, disegnata con questa tecnica è risultata per me un po' eccessiva. Ho trovato la sceneggiatura di Ruju piuttosto banalotta, fino al finale dove invece si riscatta e si fa apprezzare.
    Complessivamente direi 7,5.

    La migliore del lotto, tutto considerato, è per me "La banda Hogan". Qui Simeoni imbastisce una storia classica ma con un'idea di base piuttosto originale, e la lettura è stata decisamente piacevole, impreziosita da ottimi disegni (penalizzati dal volto di Tex non del tutto azzeccato). Voto 8.

    "Chindi" invece l'ho trovata abbastanza scontata. Inevitabile pensare alla "Dama di picche" leggendo una sceneggiatura che mi ha un po' annoiato. I disegni invece sono i migliori dell'albo, arricchiti da colori caldi e vivi. Voto complessivo 6,5.


    Nel sondaggio ho votato la sceneggiatura di Simeoni e i disegni di Vannini come i migliori, mentre il miglior personaggio è per me Patricia della storia di Ruju. Menzione anche per la colorazione di Oscar Celestini, che si conferma ottima nelle due storie a lui affidate: perché non rivederlo anche sul Color Tex estivo?

  8. Ho finito di leggere nel fine settimana scorso la storia doppia di Blueberry "La miniera del tedesco perduto / Il fantasma dai proiettili d'oro", che prende spunto anch'essa dalla leggenda della miniera perduta nei Monti Superstizione. La segnalo qui per chi non la conoscesse e volesse leggere un'altra stupenda storia western sullo stesso tema. Come Boselli nella sua storia, anche Charlier e Giraud rielaborano e reinventano la leggenda con esiti del tutto diversi, nello scenario splendido e terribile dei Monti Superstizione.

    Incuriosito, ho anche dato un'occhiata alla pagina di Wikipedia che racconta la leggenda della miniera perduta:
    https://en.wikipedia.org/wiki/Lost_Dutchman's_Gold_Mine

  9. Anche se rimango dell'avviso che meglio di una bella storia lunga e in bianco e nero di Tex non c'e` niente, ho apprezzato molto le due uscite precedenti del Color Tex storie brevi: per la cura con cui l'albo e` prodotto (grafica -  carta - colorazione) e per la possibilita` di apprezzare nuovi disegnatori e sceneggiatori, che sono i punti di forza di questa iniziativa. Per quanto riguarda i disegni che possiamo vedere dalle tavole in anteprima, a prima vista sembrano tutti buoni con quelli di Tisselli che spiccano per la colorazione davvero straordinaria, vedremo quale sara` la resa finale sull'albo stampato. Belli anche i colori di Vannini, mentre le altre due storie hanno la colorazione del confermato Oscar Celestini che gia` nei numeri precedenti aveva fatto un ottimo lavoro con una colorazione classica e non eccessiva ma molto piacevole.
    Vedremo se i due nuovi sceneggiatori sapranno stupirci, chissa` che per loro questa non possa essere seguita da altre storie del ranger...
    La copertina... come ho scritto nel relativo topic, non mi piace.

     

  10. Il problema é che non ci dovrebbe proprio essere l'opzione "vergognosa" o "impubblicabile"...........si giudica pur sempre, e comunque, il sudato lavoro di seri professionisti, e un "insufficiente" dovrebbe già essere ampiamente esaustivo.
    Non ci potrebbe essere, in tutti i casi, una spiegazione razionale dietro un giudizio del genere, che presupporrebbe che la SBE fosse diventata una banda di dilettanti allo sbaraglio, o di obnubilati......

    Concordo su questo. Se andrà in porto la proposta di modificare i sondaggi sostituendo la scala numerica con i giudizi di valore, potremo limitare i giudizi negativi a due sole scelte, "non sufficiente" e "pessimo", dove il secondo dovrebbe evidenziare un giudizio fortemente negativo ma in mio parere dovrebbe essere usato con molta parsimonia (onestamente non mi vengono in mente storie a cui attribuirei un tale giudizio).
     


      Io non ancora votato la storia perché devo ultimare la lettura, ma è obbligatorio postare un commento sul perché del proprio voto?

    A quel punto si dovrebbero convalidare solo i voti degli utenti che hanno espresso un parere scritto e non solo numerico.

    In tal caso oltre cancellare i due 2 andrebbero cancellati tutti i voti di chi non ha espresso un parere scritto come per es. due dei tre 10 che, se ho seguito bene la discussione, è presente un solo parere da 10.

    Certo che si può votare senza esprimere un giudizio nei commenti, anche se in tal caso il voto diventa solo un puro dato statistico e non offre molti spunti di riflessione o di approfondimento. Però se il giudizio è così severo - stiamo parlando di chi ha giudicato la storia vergognosa! - un minimo di spiegazione uno se la aspetterebbe, altrimenti non si può non pensare che sia opera di un troll.

  11. Ragazzi, Tex è un'altra cosa, dai. Le storie di Tex sono mediamente lunghe, nel classico formato Bonelli, a un prezzo economico, e il lettore di Tex è abituato a tutto questo. E' come dare a mia nonna, abituata a tortellini e lasagne, un vassoio di sushi da mangiare con le bacchette! Ti guarda stralunata. 

     

    Concordo piuttosto con Pecos sul fatto che, non so se per molti lettori, ma quantomeno per me sì, Tex è tutt'altra cosa: formato bonelliano, bianco e nero, gabbia bonelliana, un'estetica ben precisa etc. etc. 

    Questo è anche il mio pensiero.

    Non è affatto una brutta storia ma stento a riconoscere la texianità, se al suo posto c'era Zagor, Django o un cowboy sconosciuto era la stessa cosa.

    Insomma, penso che il Romanzo a fumetti sia un'ottima cosa, ma non c'è nessun bisogno di metterci Tex come protagonista. Se poi risulta che il brand Tex serve solo a vendere di più allora tutti i discorsi di stile fatti sin qui sono soltanto aria fritta.

     

    Pero` citi il mio post (e forse anche quello di Virgin) un po' a sproposito: io non ho mai parlato di mancanza di texianita` nel senso che qui non si riconosce Tex come protagonista, ma ci potrebbe essere qualcun altro al suo posto (e questo non potrei certo affermarlo, non avendo ancora letto l'albo). Io stavo dicendo che il formato di questo albo e` qualcosa a cui i lettori di Tex non sono avvezzi e proprio per questo (forse) molti di loro non lo apprezzeranno, lamentandosi anzi ad esempio del prezzo. Non parlavo dei contenuti, ma della forma.

     

    Forse non ti ho capito, o non mi sono spiegato bene, o tutt'e due:D

    Volevo dire che quando è uscita la collana Un uomo un'avventura c'erano cartonati di pregio con storie d'autore molto ben disegnate -e costose per l'epoca- quando poi le ho lette ho apprezzato. Ma non c'erano personaggi già noti. Proporre questo tipo di formato con Tex protagonista mi ha creato un senso di estraneità a causa di tutti quegli elementi inconsueti. Perciò la storia in sé l'ho apprezzata, ma avrei preferito non ci fosse stato Tex ma qualche personaggio da "one shot".

    Se altri non hanno avuto questo mio problema di "riconoscibilità" buon per loro. Il mio giudizio su questa storia "di Tex" non è invece tanto positivo. -per la cronaca nel sondaggio ho dato un 7 perché come dicevo sceneggiatura e disegni in sé non erano male.

    Ora è più chiaro, dal tuo primo post avevo capito che criticassi il cartonato a livello di contenuto ;)

    In questo caso siamo piuttosto d'accordo, allora: anche per me Tex è un'altra cosa e preferisco mille volte le buone vecchie storie nel formato "classico". Ciò nonostante sono incuriosito anche da questo esperimento e spero di godermi, alla lettura, una bella storia con dei disegni stratosferici!

  12. Ragazzi, Tex è un'altra cosa, dai. Le storie di Tex sono mediamente lunghe, nel classico formato Bonelli, a un prezzo economico, e il lettore di Tex è abituato a tutto questo. E' come dare a mia nonna, abituata a tortellini e lasagne, un vassoio di sushi da mangiare con le bacchette! Ti guarda stralunata. 

     

    Concordo piuttosto con Pecos sul fatto che, non so se per molti lettori, ma quantomeno per me sì, Tex è tutt'altra cosa: formato bonelliano, bianco e nero, gabbia bonelliana, un'estetica ben precisa etc. etc. 

    Questo è anche il mio pensiero.

    Non è affatto una brutta storia ma stento a riconoscere la texianità, se al suo posto c'era Zagor, Django o un cowboy sconosciuto era la stessa cosa.

    Insomma, penso che il Romanzo a fumetti sia un'ottima cosa, ma non c'è nessun bisogno di metterci Tex come protagonista. Se poi risulta che il brand Tex serve solo a vendere di più allora tutti i discorsi di stile fatti sin qui sono soltanto aria fritta.

     

    Pero` citi il mio post (e forse anche quello di Virgin) un po' a sproposito: io non ho mai parlato di mancanza di texianita` nel senso che qui non si riconosce Tex come protagonista, ma ci potrebbe essere qualcun altro al suo posto (e questo non potrei certo affermarlo, non avendo ancora letto l'albo). Io stavo dicendo che il formato di questo albo e` qualcosa a cui i lettori di Tex non sono avvezzi e proprio per questo (forse) molti di loro non lo apprezzeranno, lamentandosi anzi ad esempio del prezzo. Non parlavo dei contenuti, ma della forma.

     

  13. La sfilza di commenti su Facebook è significativa. Abbiamo ripetuto più volte che il prezzo è adeguato al formato e alla qualità dell'opera (anzi, forse è addirittura economico), che nel mercato francese albi con queste caratteristiche hanno un prezzo in linea o più elevato di questo - tutte verità sacrosante, ma che dimenticano che il lettore di Tex non sa niente del formato francese, il lettore di Tex è abituato al formato Bonelli e ai relativi costi. E' chiaro che storcerà il naso di fronte al prezzo, tanto più che non sono 9 euro sborsati una volta ogni tanto, ma il proliferare delle uscite speciali richiede un esborso mensile. Piuttosto che apprezzare la qualità, è chiaro che si lamenterà del prezzo.

    Ragazzi, Tex è un'altra cosa, dai. Le storie di Tex sono mediamente lunghe, nel classico formato Bonelli, a un prezzo economico, e il lettore di Tex è abituato a tutto questo. E' come dare a mia nonna, abituata a tortellini e lasagne, un vassoio di sushi da mangiare con le bacchette! Ti guarda stralunata. La prima cosa che ha detto mio padre, comprando il volume, è stata: "E' piccolo!" Questi speciali sono un'operazione audace, che personalmente mi interessano più per l'aspetto grafico che per la storia, ma non so quanto incontrino il gusto dei lettori di Tex, abituati a ben altro...

  14. Oggi e` il turno di Alberti di presentare "Frontera!" con un'interessante intervista sul sito della SBE:
    http://www.sergiobonelli.it/gallery/39134/La--Frontera---di.html
    Le tante tavole che abbiamo visto in anteprima mi convincono sempre piu` che saremo di fronte a un lavoro graficamente straordinario. Se anche la sceneggiatura di Boselli sara` all'altezza (ma non ho motivo per dubitarne :D), potremmo forse avere l'occasione di comprare un piccolo gioiellino, che non vedo l'ora di avere per le mani.
     
     

  15. Io vado controcorrente, e dico che questa storia non mi è piaciuta più di tanto. Ho trovato "macchiettistica" la trovata delle Dame ed in generale fiacca tutta la prima parte, in cui Tex scopre con una facilità davvero disarmante chi c'è dietro il rapimento di suo figlio. Ho come la sensazione che GLB volesse farla immediatamente finita con la prima parte - infischiandosene dell'intelligenza del lettore - per arrivare al punto che lo interessava davvero: la sfida sul mare tra Tex e Drake, e soprattutto la comparsa in scena di quest'ultimo, personaggio veramente maiuscolo di una storia molto meno meritevole. Un merito comunque questa storia ce l'ha, ed è quello di aver introdotto nella saga Capitan Barbanera, antagonista talmente bello da meritarsi un ritorno nella storia - di ben altra caratura - di Nizzi. E non solo... non vedo l'ora di rivedere sulle pagine del nostro ranger il mefistofelico e sornione faccione del pirata più simpatico del West.

    D'accordissimo con te, Leo, sul giudizio che dai sulla prima parte: molto veloce e "tirata via", con alcuni espedienti un po' pretestuosi (il poliziotto corrotto che origlia all'arrivo di Tex e pards nell'ufficio di Tom Devlin, lo stesso poliziotto spiato da un collega mentre entra nel locale di Diamond Jim) che servono a portare la storia velocemente là dove GLB voleva: la "lotta sul mare" tra Tex e il mitico Barbanera. La prima parte risulta quindi più una specie di prologo a sé stante, che ha il solo scopo di mettere in moto l'azione che si svilupperà invece nello scenario dell'oceano. Nonostante questo risulta comunque godibile, anche se tutto è accelerato e, come rilevato, Tex giunge al mandante del rapimento di Kit davvero troppo in fretta. Forse il tono da commedia che prevale in questa parte - nella scazzottata alla fumeria d'oppio e soprattutto nelle dame del buon costume - stona un po' con quelli che dovrebbero essere i sentimenti di Tex per il figlio scomparso.
    La seconda parte è invece di quelle che non si dimenticano, sia per l'ambientazione insolita che per la figura di Barbanera. E qui bisogna dare il grande merito a Nizzi di averla ripresa - senza stravolgere il personaggio, ma rimanendo fedelissimo all'originale - e di averci costruito intorno una storia magistrale. Secondo me, senza la storia di Nizzi, non saremmo tutti così entusiasti di questa prima apparizione del capitano Drake, che non avrebbe lasciato così tanto il segno.

  16. Alla rilettura ho trovato questo texone un po' fiacco e non esaltante. Il soggetto e` un po' debole e richiede qualche scena a fare da riempitivo, come quella iniziale della caccia al puma o lo scontro con i cacciatori di taglie - scene comunque divertenti e ben sceneggiate. Purtroppo il soldato Comanche che da` il titolo al texone si rivela soltanto un personaggio di contorno, che mette si` in moto l'azione ma poi rimane del tutto ai margini della stessa. Forse renderlo maggiormente protagonista avrebbe portato a una storia diversa e piu` coinvolgente.

    Discorso a parte per i disegni di Capitanio, davvero eccezionali soprattutto nella resa paesaggistica. Un grande artista, purtroppo prematuramente scomparso prima che potesse regalarci altre tavole stupende dopo quelle di "Matador".

    • +1 1
  17. Riguardo al titolo di lavorazione della tua prossima storia con Bruzzo, "Erebus", ho immaginato che si riferisca alla nave scomparsa nell'Artico alla ricerca del Passaggio a Nord-Ovest.

    Se non ricordo male anche l' "Esploratore scomparso" su Zagor fa riferimento a quella vicenda, e se non è citata esplicitamente è comunque probabilmente una delle tue fonti di ispirazione, o sbaglio?

    Mi piacerebbe molto leggere qualcosa sull'argomento, hai qualche libro da consigliare?

  18. RIletto da poco. Grande Nizzi che imbastisce una bella trama centrata sul personaggio di Johnny Butler (che non può non ricordare John Walcott, uno dei personaggi nizziani più riusciti) e della sua fiamma Lola. Forse alcuni passaggi della sceneggiatura sono un po' forzati, ma niente su cui non si possa passare sopra per godersi pienamente la storia. Disegni di Bernet che interpretano alla grande la filosofia dei texoni: interpretazione personale e fuori dai canoni dell'universo di Tex, con un segno quasi caricaturale nei personaggi ed essenziale nelle ambientazioni, ma pienamente wester. Godibilissimo. (Ri)lettura consigliata a chi non lo ricorda.

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