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Magic Wind

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Messaggi pubblicato da Magic Wind

  1. <span style="color:red">13 ore fa</span>, Diablero dice:

    Parlando di com'era Tex all'inizio, bisogna dire che anche Tiger...  :lol:

     

    Tiger-1.jpg
    Tiger-2.jpg

     

    ...e pensare che adesso devono sempre far sparare gli altri per primi...  :rolleyes:

     

    L'unico altro sceneggiatore ad aver centrato in pieno il personaggio di Tiger è stato Nolitta (e pensare che questa scena è stata tanto criticata) B)

     

    1.png

    • +1 1
  2. <span style="color:red">25 minuti fa</span>, Diablero dice:

    E una vignetta praticamente ricalcata da un Terry e i Pirati di Milton Caniff...  :lol:

     

    In realtà credo che Manara intendesse omaggiare lo stesso Pratt

    Une des 30 aquarelles réalisées par Pratt en 1969 pour illustrer un catalogue des cuisines vénitiennes "Dixie" pour les modèles "Old America"  !

    (poi non so se Pratt abbia copiato Caniff, considerato quanto Caniff abbia influito sul suo disegno non lo escludo di certo)

  3. <span style="color:red">2 ore fa</span>, virgin dice:

    Pensando alle modifiche apportate alle storie di Gianluigi Bonelli, invece, mi chiedo: "Cui prodest?" Non mi riferisco alle censure del linguaggio, delle gonne e delle scollature, il cui scopo, considerata l'epoca, è fin troppo comprensibile; ma a queste cancellature e revisioni a posteriori. Ed è una domanda che mi pongo non per polemica, ma per schietta curiosità, visto che al tempo o non ero ancora nato o, nel caso della Nuova Ristampa, ero impegnato a giocare con le macchinine Bburago e a cagarmi addosso. Apportando questi cambiamenti, qual era il pubblico che Sergio Bonelli aveva in mente?

     

    Non è una prorogativa unicamente di Sergio Bonelli e di Tex, comunque. Il "correggere" o addirittura censurare le vecchie storie perchè non più in linea con la sensibilità attuale è stato fatto anche da Berardi con Ken Parker, dalla Disney con Paperino, da George Lucas con Guerre Stellari, da Spielberg con E.T. ecc. ecc. E' un vizio vecchio come il mondo.

    • Triste (0) 1
  4. <span style="color:red">58 minuti fa</span>, Angelo1961 dice:

    Ce l'ho in testa il sussidiario, non al fianco. 

     

    Ma, oltre al sussidiario, tengo conto anche di questo...

     

    spacer.png

     

    Mi accorgo che quel romanzo (che pure mi era piaciuto) ha fatto più danni che altro: Tex ha sempre vissuto in un periodo storico immaginario che abbracciava l’intera Storia del West, dalla Guerra di Secessione fino al mucchio selvaggio di Butch Cassidy. Volere imporre ufficialmente un “canone”, fissando tutta una serie di paletti cronologici, compreso l’anno in cui Tex vive le sue avventure (che se non ho capito male dovrebbe essere il 1885 o giù di lì), limita le potenzialità del personaggio, castra la libertà e creatività degli autori e infine, almeno per me, nuoce al divertimento degli stessi lettori.

    • +1 3
  5. <span style="color:red">11 ore fa</span>, Tamenund dice:

    Ho scoperto il forum ormai più di dieci anni fa ma ora ho voluto iscrivermi perché tenevo, da salgariano a salgariano, a fare i complimenti a borden per i numerosi e professionalissimi inserti Sandokaniani

     

    Da non salgariano (da bambino ero un appassionato lettore di Jules Verne prima e di Jack London poi, di Salgari avrò letto non più di 4-5 romanzi), sarei curioso di saperne di più su questi innesti.

    A me vengono in mente questi:

    - Il rajah bianco, figura ispirata a quella realmente esistita di James Brooke, è il grande antagonista di Sandokan ne I pirati della Malesia

    - La riconquista del regno con Yanez che agisce dall’interno e Sandokan coi suoi tigrotti nascosti nella giungla è un altro classico salgariano (ad esempio in Alla conquista di un impero)

    - La vendetta di Sumankan per la propria famiglia sterminata dagli invasori europei è ispirata chiaramente a quella di Sandokan

    - La bandiera con la testa della tigre è identica a quella di Sandokan

    Ma immagino ce ne siano sicuramente altri…

  6. <span style="color:red">3 ore fa</span>, Angelo1961 dice:

    Quindi è tutto anticipato di 2-3 anni? Quindi Kit è già nato nel 1866? Non è nato nel '68? Per me è una novità, ma farebbe più quadrare i conti quando Kit diventa adulto. 

     

    Ma tu leggi le storie di Tex con il sussidiario di storia a fianco? :blink: Bei tempi quando Tex agiva in un Far West “indefinito”, la reale cronologia storica non era vincolante e Tex poteva incontrare senza problemi Geronimo, Cochise, Mangas Coloradas e Butch Cassidy...

    • +1 3
  7. <span style="color:red">2 ore fa</span>, Dix Leroy dice:

    Qualcuno ha la gentilezza di ricordarmi in che albo vennero pubblicati i risultati del sondaggio? Mi ricordo che ne ho visti molti con le domande e forse solo uno con le risposte. Io mi ricordo la frase "TRIONFO DI MEFISTO", probabilmente come risposta alla domanda "Di quale avversario vorreste il ritorno" o "Il vostro cattivo preferito". Anche qui (se me lo confermate) il pubblico venne accontentato con una storia svogliata e stiracchiata. Non sempre accontentare il pubblico pagante da buoni frutti. A mio parere a Nolitta semplicemente non piaceva scrivere Tex, sicuramente non piaceva trovarsi nel ruolo di sceneggiatore principale.

     

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    • Grazie (+1) 1
  8. Il 3/2/2024 at 18:59, Diablero dice:

    (Per Nolitta, l'ho già detto un sacco di volte, penso ci fossero ragioni psicologiche che si applicavano proprio a Tex: il suo Zagor e Mister No spesso fanno errori e si fanno fregare, ma non sono descritti in quella maniera...)

     

    Non sono d’accordo nemmeno su questo. B)

     

    Su Tex sicuramente la cosa risalta di più perché Tex è un eroe “granitico”, che non ammette dubbi ma solo certezze, ma non è vero che Nolitta scrivendo Tex certe cose le “facesse apposta” mentre sui suoi personaggi invece no.

     

    Assonanze e convergenze nolittiane:

     

    Tex che prende a pugni Carson sulla copertina (bocciata) di Tex n. 241:

    spacer.png

     

    Esse-Esse che prende a pugni Mister No sulla copertina (pubblicata) di Mister No n. 194:

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    Tex che non ha il coraggio di uccidere a sangue freddo il navajo morente ne Il segno di Cruzado:

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    Mister No che non ha il coraggio di uccidere a sangue freddo il colonnello Fonseca ne La vendetta del Gringo:

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    PS: come mai solo a me quando inserisco le immagini vengono ‘rimpicciolite’? 

  9. Sul gradimento o meno dei lettori al Tex di Nolitta: qui ovviamente dati certi non ce ne sono (ok Tex in quegli anni soffrì di un importante calo di vendite, come tutte le altre testate Bonelli, ma non esiste nessuna controprova che senza Nolitta questo non ci sarebbe stato ugualmente), ma alcune storie che ha scritto - El Muerto, I ribelli del Canada, Il solitario del West - sono notoriamente molto amate dai lettori (anche sui forum fumettistici, che non siano quelli texiani “ortodossi”). El Muerto se non ricordo male vinse anche il sondaggio sulla storia più apprezzata lanciato dalla casa editrice a inizio anni ottanta (quello per cui ti regalavano il portachiavi).

     

    Sul gradimento critico: qui un articolo della nota webzine 'Lo spazio bianco' che incensa nientemeno che Il segno di Cruzado https://www.lospaziobianco.it/guido-nolitta-e-aurelio-galleppini-tex-e-il-segno-di-cruzado/ :P

     

    Insomma, com’è giusto ognuno hai propri gusti e le proprie opinioni, ma che il Tex nolittiano fosse causa dell’emoraggia delle vendite e non fosse apprezzato dai lettori (che magari gli preferivano storie di GLB come Tex contro Yama), mi sembra del tutto opinabile.

  10. <span style="color:red">14 ore fa</span>, Diablero dice:

    I lettori di Tex crollarono. Sulle motivazioni si può discutere (forse erano terrorizzati dal rischio di trovare un albo di GL Bonelli fra quelli di Nolitta, chissà...  :P), ma il crollo è un FATTO, testimoniato diverse volte dallo stesso Sergio Bonelli.

     

    I lettori di TUTTI i fumetti italiani ad inizio degli anni ‘80 crollarono.

    La Corno, che pubblicava i supereroi, la rivista Eureka, Alan Ford e le Sturmtruppen fece fallimento. Il Corriere dei ragazzi chiuse per sempre nello stesso periodo. La Edifumetto chiuse tutti i suoi pocket erotici (che al di là di ogni giudizio di merito erano comunque una palestra formativa per molti grandi disegnatori) e si rilanciò con roba come Il paninaro. L’Intrepido e Il Monello della Universo si trasformarono in una rivista per adolescenti e in una di calcio per poi chiudere definitivamente negli anni novanta.

    E la Bonelli non se la passava certo meglio visto che tutte le serie che mandò in edicola tra la fine degli anni settanta e la metà degli anni ottanta chiuse per scarse vendite (Judas, Gil, Full, Bella & Bronco, Indiana Jones, TuttoWest…), tranne Martin Mystère, che comunque non si avvicinava minimamente al venduto delle testate della casa editrice del decennio precedente. Gli stessi Zagor e Mister No, oltre a Tex, persero centinaia di migliaia di lettori (Zagor negli anni settanta vendeva qualcosa come 600.000 copie, alla fine degli anni ottanta Sergio Bonelli affermava che entro pochi anni sarebbero stati costretto a chiuderlo), mentre Il piccolo Ranger chiuse i battenti.

    Quindi in questa situazione generale, in cui l’intero mercato del fumetto italiano entrò in una profonda crisi, dire che Tex perdeva migliaia di copie a causa di Nolitta che scriveva 1 albo su 3 mi pare decisamente fuorviante.

    Sarà stato l’arrivo dei cartoni animati giapponesi, dei videogiochi o delle videocassette, come soleva ripetere Sergio Bonelli, ma fatto sta che TUTTO il fumetto italiano in quel periodo perdeva copie su copie e gli adolescenti, che ne erano il target di riferimento, non sembravano più interessati ad esso. Poi, alla fine del decennio, arrivò il fenomeno Dylan Dog, che di fatto “salvò” il fumetto italiano.

     

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  11. <span style="color:red">19 ore fa</span>, Jim Brandon dice:

    L'idea di Boselli era certamente di rappresentare un'amicizia virile. Il problema è che non gli è riuscito bene e quella di Silva sembra più che altro un'infatuazione, tipo colpo di fulmine, tanto da suscitare le ironie che abbiamo letto.

    Stessa impressione mi suscitò, ne "I lupi rossi" l'amicizia virile, che percorre la storia, fra Colpo Coraggioso e Cavallo Bianco, resa in maniera davvero stucchevole. 

     

    E’ un cascame del romanzo d’appendice ottocentesco. Boselli probabilmente è un lettore anche di Dumas, oltre che di Salgari.

    L’amicizia virile, in quei romanzi, era appunto condita di smancerie e risulta un po’ stucchevole (Sandokan che chiama “fratellino” Yanez), perlomeno a un lettore di oggi.

    L’amicizia virile “muta” di cui scrive Diablero deriva invece dal cinema western, soprattutto quello di John Ford, e dai romanzi hard-boiled.

    Anche GLB si ispirava sicuramente a Dumas (in una storia ci mette anche la maschera di ferro e i 4 pards possono essere visti come una rivisitazione dei 4 moschettieri), però per i dialoghi e la raffigurazione di Tex si ispirava molto di più ad autori come Mickey Spillane e Peter Cheyney.

  12. Ogni Autore (soprattutto se con la A maiuscola) scrive secondo una propria peculiare sensibilità e i suoi "stilemi" restano riconoscibili anche se scrive personaggi creati da altri.
    In Zagor uno dei momenti più divertenti è quando al rendez-vous dei trapper Zagor e Rochas (che è uno dei suoi più grandi amici) si sfidano a chi con un pugno spedisce l'altro più lontano.
    Probabilmente secondo la sensibilità di Nolitta il pugno di Tex a Carson (che comunque andrebbe contestualizzato all'interno della vicenda narrata, noi ne abbiamo visto solo un paio di vignette estrapolate) non era una cosa così "eretica" come può apparire a molti lettori. 
    Del resto lo stesso Gian Luigi Bonelli quando scriveva Zagor non lo faceva certo secondo gli stilemi nolittiani, visto che di solito faceva sparire Cico con una botta in testa all'inizio della storia per poi farlo tornare solo alla fine visto che non sapeva come usarlo... 

  13. Cicogna, assieme al fratello, aveva però scritto una bella serie western per la Universo sulla falsariga della Storia del West, Western Family, che forse non era passata inosservata a Bonelli.

    E anche le sue 2 storie per Mister No non erano affatto male.

    Un bravo autore scomparso molto giovane. 

  14.  

    Questa, come scriveva un utente in un altro topic, è una scena “alla Mister No” (Mister No ed Esse-Esse per quanto siano amici per la pelle si sono scazzottati spesso e volentieri). Ed è probabilmente una scena con cui Nolitta, grande appassionato di cinema, voleva richiamare analoghi momenti di famosi film western, come Il fiume rosso. E’ una scena quindi in puro “Nolitta style”, i cui personaggi hanno spesso le “emozioni a fior di pelle”, che è magari fuori contesto, ma non certo scritta con l’intenzione di ridicolizzare Tex per più o meno oscure motivazioni psicologiche.

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  15. <span style="color:red">10 ore fa</span>, Poe dice:

    Questa è una gran bella storia western di Nolitta, con un Tex in solitaria che si trova ad agire in incognito per sgominare ben due bande (di ladri d'argento e di spacciatori di whisky), in un'atmosfera crepuscolare da film western anni '70, con personaggi ambigui e ben caratterizzati, indiani abbruttiti dall'alcool, prostitute sfiorite, famiglie disfunzionali, delinquenti di mezza tacca, alcuni per necessità, altri per inclinazione o stupidità, un po' tutti "perdenti" in cerca di fortuna o di riscatto, oppure rassegnati al loro destino. (A me ha ricordato un po' come atmosfera e come varia umanità il film "I compari").

    Un buon esempio di come si possa scrivere un Tex diverso dal solito ma rispettoso dell’originale, un giustiziere duro, di poche parole, più ombroso del solito, a tratti amareggiato per la miseria umana e sociale che lo circonda, ma comunque sempre deciso, determinato, "arrabbiato", astuto e comprensivo, simile a quello già visto ne “Il cowboy senza nome”, ancora di Nolitta, disegnato – non casualmente – da Nicolò. Anche lì c'era un bel personaggio di prostituta triste, come in questa storia Kate, la sfortunata e nostalgica ragazza bersagliata dal destino avverso ma ancora capace di tenerezza e coraggio. Così come l'indiano Wiyaka che nel finale riesce a trovare la forza e la dignità smarrite per ribellarsi a coloro che stanno distruggendo il suo popolo.

     

    C'è da dire che in quegli anni non era solo Nolitta a fare, ogni tanto, un Tex più amaro del solito, immerso in situazioni altamente drammatiche e pessimistiche, perché anche GLB scriveva in quel periodo storie come "Linciaggio", ben poco allegra, oppure la cupissima il "Marchio di Satana".

    Questo di Nolitta vuol essere un western d'autore, con un'anima, con situazioni e personaggi non banali, che ricordano le migliori pellicole del genere.

    Molto diverso, per esempio, dalle successive storie di Faraci, che al confronto sembrano più che altro telefilm senza tanto spessore. ;)

     

    Non vedo errori.

     

    Una delle grandi storie di Nolitta, indubbiamente.

     

    Giustissima anche l'osservazione che il GLB del terzo centinaio è più cupo e violento di quello precedente.

  16. In ordine di pubblicazione:

     

    - Oklahoma (Berardi / Letteri) 

    - Il cacciatore di fossili (Segura / Ortiz)

    - Il treno blindato (Segura / Ortiz)

    - Lungo i sentieri del West (Segura / Ortiz)

    - L'ora del massacro (Segura / Ortiz)

     

     

  17. <span style="color:red">32 minuti fa</span>, Carlo Monni dice:

    L'ultima volta che ho incontrato Sergio Bonelli, nella tarda primavera del 2011a Bergamo in un incontro con il pubblico a cui partecipavano anche Boselli e Civitelli, lui rivelò che all'epoca in cui suo padre ebbe i primi guai di salute e si pensò di affiancargli un altro sceneggiatore lui suggerì uno degli sceneggiatori del Monello ed Intrepido. Io pensai istintivamente a Luigi Grecchi e lo dissi, ma Sergio replicò che era uno degli altri due, ma non ricordava quale. I due in questione, per chi non lo sapessero, erano Angelo Saccarello ed Antonino Mancuso. 

     

    Non poteva essere Graziano Cicogna, che in effetti negli anni '80 collaborò con Bonelli a Mister No e (mi pare) anche alla rivista FULL?

  18. <span style="color:red">24 minuti fa</span>, cuervojones dice:

     

    A proposito di questo qualcuno riesce a dirmi quale/i storia/e ci saranno nel prossimo le grandi storie dedicato a Dampyr???

     

    Dovrebbe contenere i nn. 20 e 21 della coppia Boselli-Majo, una delle storie iconiche della serie. Non so se ci sarà anche l'albo n. 19 che ne costituisce una sorta di prologo...

  19. Ottimo balenottero celebrativo.

     

    Concordo assolutamente con chi ha scritto che La valle dell'ombra sarebbe stata la storia commemorativa perfetta per l’albo del settantacinquesimo al posto di quella mattonata de La cavalcata del destino.

    Questa infatti è una storia bella e stratificata, con rimandi sia ai classici interni della serie che ai grandi poemi epici del passato, con la catabasi (la discesa agli inferi) dell’eroe che compie un viaggio nel regno dei morti per ritrovare se stesso, una sorta di pellegrinaggio dantesco - come qualcuno ha giustamente osservato - che ricorda l’analoga esperienza che Boselli fece vivere allo Spirito con la scure (Zagor #400, Il ponte dell’arcobaleno).

    Un quarto fratello Ordonez e un altro duello col carillon a Boot Hill forse come trovata è un po’ tirata per i capelli, ma in una storia-omaggio ci può stare.

    Da notare che Boselli ripescando il personaggio di Zhenda ha evitato di prendere in considerazione il sequel di Nizzi, con la pubblicazione di Ombre di morte e l’imminente seconda parte scritta da lui probabilmente diventerà questa la storia canonica, mentre quella di Nizzi verrà considerata un What If.

    Tra i sette disegnatori coinvolti quello che secondo me meglio coglie l’atmosfera di sospensione e indefinitezza della storia è Civitelli.

     

    Un gioiellino anche la storia celebrativa dell’arte di Ticci, un omaggio che ho trovato giusto e doveroso, visto che non è solo il più grande disegnatore di Tex, ma anche uno dei più grandi illustratori western di tutti i tempi (per me lui e Remington pari sono).

    • +1 2
  20. Tex con entrambe le pistiole in mano che salta fuori dal suo riparo correndo incontro a una mezza dozzina di avversari con le linee cinetiche stile manga e li fa fuori tutti come in in videogioco [#630, Lotta senza respiro]

     

    Tex cecchino che fa il tiro a segno da lontano col winchester con i banditi che sono tanto scemi da farsi ammazzare tutti [#687, Gli stranieri]

     

    Tex che sconfigge il sergente sterminatore di indiani con la sola forza del suo carisma [#665, Partita pericolosa]

     

    Far fare a Tex figure da poveraccio mostrandolo pavido e inetto come fa Nizzi è facile, fargli fare le stesse figuracce mostrandolo eroico e invincibile come fa Faraci è di altro livello. Questa è classe. :old:

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  21. Non capisco il senso di fare un’uscita di Tex in più all’anno, se poi ci pubblicano storie di questo tipo.

     

    Il Tex “naif” di Zamberletti alla prima uscita (la storia col monaco shaolin) non mi era nemmeno dispiaciuto - era una storia talmente sopra le righe, basata su una trama minimale e sorretta da dei dialoghi simil-bonelliani che si mantenevano costantemente sul filo del ridicolo senza mai caderci fino in fondo, che finiva pure per essere simpatica -, ma certo se l’autore pensa di scrivere ogni storia di Tex con questo approccio mi sa che abbiamo un problema.

     

    Certo si vede che Zamberletti cerca di recuperare la “grammatica” di GLB e questo sforzo mi pare pure apprezzabile (è uno dei pochi che mi sembra avere capito che la tipicità e la forza dei dialoghi sono caratteristiche fondamentali di una storia di Tex), però un minimo di canovaccio sui cui scriverci sopra una storia degna di questo nome secondo me lo devi costruire, così come devi dare uno straccio di profondità psicologica ai personaggi (quelli di GLB per quanto rispondessero a dei precisi cliché non erano mai figurine intercambiabili).

     

    Scascitelli lo trovo parecchio legnoso e molte sue posture mi sembrano riprese da altre parti, così come i volti dei personaggi (il curandero indiano è l’attore Wes Studi). Non dico non vada bene per Tex, ma certo non mi fa impazzire.

  22. Attenzione, potrebbe contenere SPOILER

     

    Ottima storia dal respiro salgariano (con tutto che Salgari a me non ha mai detto granchè, i paragoni con London e Stevenson, ma anche con Verne, che vengono fatti nell’introduzione mi sembrano abbastanza fuori luogo).

    Non ho capito bene il senso di fare ritornare la Tigre Nera, morta e sepolta alla fine della precedente apparizione, per farla morire nuovamente - desiderio di chiudere i buchi logici della precedente storia di Nizzi o di realizzare il soggetto che lui avrebbe voluto come conclusione della saga? In ogni caso una volta “resuscitata” per me tanto valeva tenerla come villain ricorrente -, però la storia funziona e mantiene un fascinoso appeal esotico e avventuroso dall’inizio alla fine.

     

    Il finale mi è sembrato sia “affrettato” (secondo me, a vedere le strisce a tre vignette verso la conclusione dell’albo, Boselli è arrivato “lungo” e ha dovuto chiudere un po’ repentinamente per non sforare la lunghezza delle 110 pagine) sia “forzato”: è un finale che funziona unicamente perché tutto va nel solo modo possibile per risolvere la situazione salvando capra e cavoli, in qualunque altra maniera (ad es. se la Tigre fosse sopravvissuta) Tex sarebbe finito in un’“impasse” difficile da superare.

     

    Per quanto riguarda la prolissità e verbosità dell’ultimo Boselli, evidenziata da alcuni utenti, mi pare sia un dato di fatto incontestabile. A me non da fastidio (Boselli su Dampyr “sbrodola” molto di più), però posso capire che alcuni lettori preferiscano una prosa meno densa.

    Per me una cosa che penalizza gli attuali sceneggiatori è l’abbandono delle didascalie (che chissà perché vengono considerate una tecnica desueta): con le didascalie si potevano risolvere dei lunghi passaggi narrativi in modo molto semplice (es. “Tex spiega a Carson il suo piano”) evitando di far vedere i personaggi che si parlano addosso e si raccontano cose che il lettore giù conosce.

     

    I disegni: Venturi per me attualmente è uno degli migliori disegnatori sella serie, un artista che ritengo ancora troppo sottovalutato, però la rigidissima “gabbia bonelliana” di questa quadrupla secondo me non gli rende un gran servizio, anzi gli gioca proprio contro: le sue tavole hanno bisogno di “respirare”, mentre qui finiscono per essere soffocate dalla sovrabbondanza dei baloon, con delle bellissime sequenze d’insieme costrette in vignette troppo piccole (ok ogni tanto c’è la vignettona a 2/3 di tavola ma sono troppo poche). Ritengo che Venturi sia uno di quei disegnatori  che avrebbero bisogno di avere la libertà di comporre la tavola senza seguire pedissequamente le direttive dello sceneggiatore, dal punto di vista grafico il suo lavoro ne guadagnerebbe enormemente.

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