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Landi

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Messaggi pubblicato da Landi

  1. Attualmente in edicola nella recente ristampa, ho riletto questa storia e devo dire che l'ottimo  soggetto ben sviluppato da Medda è in parte "rovinato" dal confuso tratto grafico di Blasco (forse per i problemi di salute citati in un post precedente). Rimane la certezza che Medda potrebbe scrivere, in futuro, ottime storie per Tex, anche se attualmente è emarginato dal parco sceneggiatori del Nostro.

  2. All'inizio del video di presentazione dell'albo in questione, è spiegato bene come il Texone (pur con qualche eccezione) sia "pensato" per disegnatori "fuori serie" (fuoriserie in ogni senso)... Personalmente sono molto affascinato dal tratto grafico di Breccia e dalla sua personale interpretazione dei volti di Tex e Carson... non vedo l'ora di rivederlo all'opera sul cartonato alla francese in lavorazione. http://www.sergiobonelli.it/news/news/40895/il-texone-di-breccia-presentato-a.html

  3. Scrivo una cosa ovvia ma che sembra sia il caso di ribadire: il "Texone", dando spazio a disegnatori esterni al mondo di Tex, porta naturalmente ad un tratto diverso ed ai "nostri" pards spesso interpretati in maniera originalissima. Apprezziamo queste interpretazioni (fatte pur sempre da grandi artisti)... il Tex disegnato in maniera (più o meno) tradizionale lo vediamo nella serie "regolare". 

  4. In edicola attualmente nella collana "nuova ristampa", passata alla storia per l'ultima copertina (e ultimi disegni) del grande Galep, questo albo si legge tutto d'un fiato, senza infamia e senza lode. Storia senza grosse pretese, scritta da un Nizzi un po' sottotono, disegnata da un Galep ormai alla fine della sua vita, non merita più della sufficienza, ma rimane la storica e malinconica copertina con Galep/Tex che saluta i suoi lettori, e noi non possiamo che dirgli grazie!

  5. In verità mentre Ken Parker, ad esempio, aveva una cronologia (e cartografia) assolutamente fedele alla realtà storica, Tex si è (già dalla primissima didascalia, ma lì fu forse un errore, tanto da essere, nelle ristampe successive, modificato) preso sempre la libertà di creare un mondo "parallelo" con varie "licenze" (che chiamerei poetiche) dei vari autori. A me Tex piace così (evviva la montagna di patatine anche se sono un errore storico!). 

  6. Ottima storia, tra le migliori lette negli ultimi anni. Sopratutto in questo secondo albo, con la sua sceneggiatura nervosa, piena di stacchi nei momenti topici, con intrecci ben riusciti e un Tex protagonista ben sorretto dai suoi pards. Gli altri protagonisti sono ben caratterizzati e la fiera figura di Lunga Lancia entra di diritto nella storia di Tex. Buoni i disegni, ma non tra i migliori visti ultimamente, insomma un Ticci un po' in calo, come le due copertine di Villa. Segnalo questa frase di Tex "... ci sono molte cose che uno come me non farà mai... e una di queste è tirarsi indietro!". Voti: 8 al soggetto, 10 alla sceneggiatura, 7 ai disegni. 

  7. Se un editore che non ha alcun interesse, se non quello commerciale, come il gruppo editoriale Repubblica-L'Espresso, continua ad "investire" su Tex (dopo le varie collezioni a colori, ora le grandi storie) vuole dire che il prodotto Tex vende benissimo, non paragonabile a nessun altro fumetto e con un trend stabile. 

  8. Uno dei primi Tex da me letti ai tempi della sua uscita in edicola (edizione 3 stelle), entusiasmante sia nel soggetto che nei disegni. Qui vediamo un Tex intrepido che non si ferma davanti a nulla, una trama con elementi che rendono la storia affascinate (ambientazione in primis), ma sopratutto i disegni di Calep, che da qui acquistano la piena "maturità" e defiscono in modo preciso quello che sarà il classico tratto grafico di Tex (almeno del primo Tex).

  9. Tornando al topic, direi che la prima parte scorre piacevole ed è disegnata magistralmente dal classico segno "nervoso", che tanto amiamo, di Ticci. In particolare mi sembrano molto ben tratteggiati i personaggi, sopratutto dal punto di vista psicologico, si intuiscono interessanti sviluppi, anche perché qualcuno dovrà scegliere da che parte stare. Ci sono tutte le premesse per un'ottima storia.

  10. Avendo letto "insidia nella neve" senz'altro prima di altri e non volendo riempire di spoiler il mio commento mi limito, senza anticipare nulla, ad un giudizio. La storia è senz'altro piacevole da leggere, con un ottima sceneggiatura e ottimi disegni, mentre appare meno convincente il soggetto da cui parte il tutto, in quanto è un classico fin troppo sfruttato. Sono convinto che il finale non entusiasmerà molti vecchi lettori che preferiscono l'azione, ma si percepisce, comunque, una certa tensione che giustifica la scelta narrativa. Certo, personalmente, al Tex "diplomatico", preferisco il Tex "duro".

  11. Come albo "fuoriserie" (in tutti i sensi),"Painted Desert" non mi ha convinto più di tanto,meritando solo la sufficienza . Il racconto mi suscita dubbi e perplessità,prestandosi in parecchi punti a differenti interpretazioni : Debra è rapita per caso e dopo diventa la donna del bandito oppure lo era già ? E se sì,ha fatto anche da "basista" nella rapina ? E perchè all'improvviso spara a Warren e Bones ? Di sua iniziativa ? Era già d'accordo con il capo per eliminare i complici ? E perchè lo sceriffo afferma di aver preso il winchester A (e non solo DI ) Warren,quando a seccarlo è stata Debra ? Lei ha fatto il triplo o quadruplo gioco ? La presenza di Silent Foot pone l'avventura dopo "Luna Insanguinata" e,pur ammettendo che il cartonato faccia storia a sè,dovremmo avere un Tex/Dylan un pochino più vecchio di quello che Stano realizza,molto vicino ad un personaggio forse nemmeno ancora capo dei Navajos (infatti lui afferma di essere "solo" un navajo e non "il capo"..,,,se è per questo non si qualifica nemmeno come Texas Ranger ...). Anche il finale è un po' così...poco convincente. Più scrivo e più mi verrebbe voglia di dare "insufficiente"...ma lasciamo stare,se no Borden il mese prossimo mi spara !

    Persolmente ritengo che in racconti con il ritmo di 48 pagine, necessariamente, alcune risposte (alle cose non raccontate), debbano essere lasciate alla fantasia del lettore.

  12. Riletto ieri per puro diletto, confermo che trattasi di capolavoro, l'evoluzione, anche se la storia di colloca agli inizi della leggenda di Tex, del personaggio e della serie. Un salto in avanti di cui bisogna rigraziare la mente fervida di Boselli. (Parere di uno che ha letto 664 Tex della serie regolare ed ogni fuori serie).

  13. In realtà, se vogliamo vedere una certa cronologia in Tex dei primi tempi, e leviamo le ridicolaggini della guerra civile dei numeri 16-17, la ford T, in quel contesto, ha senso. Nei primi 30 numeri Tex infatti combatte nella guerra del messico del presidente Madero (Perez è evidentemente Madero, la storia è palesemente presa dai film dell'epoca su Pancho Villa, i messicani si informano degli spostamenti di Tex e Montales tramite telefono), affronta i Dalton, combatte al fianco delle giubbe rosse (istituite dopo il 1873) e si sposta in un'Alaska già americana, per finire in bellezza col Mucchio Selvaggio, tutte storie e situazioni coerentissime in un periodo che va dal 1892 (i Dalton) al 1913 (Cassidy) passando appunto per la modello T. Perfino nel Giuramento, alla scoperta di Tex che Brennan è ancora in vita, si vede chiaramente la data sul giornale: 1905. Credo quindi che la scelta di ritardare Tex di 30 anni sia stata fatta successivamente.

    ... questa ricostruzione "storica" di Tex non mi convince (lo stesso Bonelli ammise l'errore, mi pare, sulla presenza della Ford T).

  14. Pur avendo preferito "Frontera", sia per il soggetto che per i disegni, questa storia si conferma di buon livello, impreziosita dalla splendida veste grafica. Il ritmo è incalzante (reso necessario anche dal limitato numero di pagine a disposizione), i personaggi ben caratterizzati, Tex un po' in secondo piano, il segno grafico ricorda un po' troppo Dylan Dog ma la colorazione è ottima. Insomma una buona storia, anche se non raggiunge gli eccellenti livelli di "Frontera". 

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