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San Antonio Spurs

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Messaggi pubblicato da San Antonio Spurs

  1. <span style="color:red">19 ore fa</span>, Diablero dice:

     

    Cosa davvero originalissima e mai vista prima con Ruju...  :lol:

     

    (in generale l'uso delle donne da parte di Ruju è MOLTO monocorde, confrontare la sua storia delle quattro vedove o i suoi personaggi femminili precedenti con una storia dove c'è un ottima caratterizzazione di diversi personaggi femminili come "Verso l'Oregon" di Manfredi, per vedere la differenza fra diversi personaggi femminili e lo stesso stereotipo ripetuto più volte...)

    Non ho valutato la novità della proposta in sé, ma la qualità della stessa in questo episodio a confronto delle figure maschili. Come valuto azzardato il paragone con le quattro vedove, di spessore molto più basso. Quindi che cosa dovrei fare? Correggere il voto in avrei dato di più, ma siccome Manfredi (...) allora il mezzo punto lo rimetto in saccoccia? Posso aggiungerne uno a Borden per la sua Lily Dickart nel mensile e in Tex Willer?

  2. Fra i paletti obbligatori di un canone e le insidie di ripetitività ormai consueti dopo 77 anni di storie, questa vicenda fila via come un the fresco nella calura: gradevole ma non indimenticabile. ottimi disegni, trama da 7 con mezzo punto in più per la contrapposizione sulla scena delle due figure femminili assai più profonde ed interessanti dei corrispettivi maschili. Soprattutto Jimena: personaggio meritevole di altra chance. Io quasi quasi sogno un futuro incontro con Kit Willer :D

  3. La parola "Curatore" dovrebbe essere di appannaggio esclusivo di Borden, nel senso che dovrebbe portarsela dietro concedendone un'altra al suo successore. Lo dico da appassionato di etimologia e da estimatore del lavoro fatto da Mauro, che è riuscito a coniugare passione e competenza - e non è mai scontato - più fantasia e meticolosità. Una figura .professionale completa, dal valore aggiunto della disponibilità al dialogo (che è poi la sintesi fra confronti e a volte scontri). 

    Alti e bassi come tutti, segno + larghissimo nella qualità delle proposte. Penso di essermi lamentato solo per l'importanza data a Nick Castle e all'uso del punto esclamativo dopo i titoli di una sola parola: come lamentarsi se la Juventus nella sua storia ha creduto anche  Magrin e il Milan Tosetto "(il Keegan della Brianza").
    Lunga e buona vita come autore è l'augurio migliore, reciproco.

  4. Richiesta amichevole al volo (visto che per oggi non riesco a verificare di persona: della fuga di Lily che cosa sanno esattamente i pard e/o che ipotesi hanno fatto sulla sua assenza/sopravvivenza? Grazie, era per uno spunto da ricollegare all'ultima storia, quella con Rick Master.

  5. 1 ora fa, Magic Wind dice:

     

    Come emiliano-romagnolo? O sei emiliano, o romagnolo. :P

    Noi siamo inclusivi. Noi emiliani. 
    E perché la Via Emilia è la terra di mezzo fra Po, Adriatico e Appennini. Solo la romagnola Ravenna e l'emiliana Ferrara fanno le snob, stando distanti ma inesorabilmente attratte. Risposa rapida a

  6. Non doveva esserci e giustamente non c'è stato nulla di galeppiniana memoria, ed era un'idea di fondo accettata ed anzi sottolineata nei primi Texoni, opere uniche quando non capolavori, con più libertà di intervento che discontinuità con il creatore di Tex. Opinione totalmente condivisa su Nizzi, per quello che riguarda forse un "unicum": una storia ricordata quasi esclusivamente per i disegni, la certezza che se il voto complessivo massimo, è 9,5 (il 10 non esiste, in quanto perfezione), la distribuzione fra Magnus e Nizzi è 9 e 0,5.

  7. Le opere memorabili restano quelle in bianco e nero, da "Sulle piste del Nord" al Texone di Magnus e poche, colorate, meriterebbero una menzione. Sono invece d'accordo sull'abolizione dell'obbligo di griglia classica anche perché uno dei capolavori di Galep, rimasto unico, nacque proprio grazie alle briglie sciolte. Starebbe alla sensibilità fra sceneggiatore e designatore trovare i giusti equilibri.

  8. A sparare nel mucchio qualcosa si finisce col prendere, a meno di non essere dei fuoriclasse come i nostri pard che hanno percentuali da finale olimpica di tiro a volo. Non appartenendo alla categoria superiore, quelli dell'attuale Bonelli fanno di tutto un po' per accaparrarsi acquirenti - sperando soprattutto nei nuovi - finendo con lo scontentare ancora di più i vecchi (e fedeli) che si aspetterebbero più qualità e meno quantità. Si può dire che i primi ragionano a sentimento, i secondi a guadagno ma le cose possono finire per intrecciarsi come mi pare di capire stia accadendo. Non leggo altre testate della Casa, non compro più nessuna ristampa. In quest'ultimo caso lo farei solo se in edizione CSAC di Repubblica (ma senza colorazione) con una precisa impostazione: tavole originali accompagnate da una parte redazionale che spieghi e mostri i cambiamenti e le censure a testi e immagini messi a confronto. Questo potrebbe interessare non solo gli aficionados, ma anche i neolettori più giovani attirati da un'opera che sarebbe unica nella storia del fumetto italiano.
    Le copie di un "Jethro!" nella collana IperTex, ExtraTex, Mega Tex, Tex Appeal e Tex Symbol mi aspetteranno invano.

  9. Il 2/4/2025 at 16:35, borden dice:

    Non sono d'accordo né su Villa (le indimenticabili sono tante, secondo me, da Gli invincibili a Sulla pista di Fort Apache) nè su Dotti. Ma le tue sono opinioni,  discutibili, ma pur sempre legittime opinioni.

     

    Dove sbagli, e alla grande, è ritenere Villa non responsabile nel bene e nel male delle sue stesse copertine! :D E chi lo sarebbe, allora? La Madonna?  :P Anche il Duce, si sa, era mal consigliato.:lol:

     

     

    Definire qualcosa come non indimenticabile non significa affibbiargli la patente di brutto. Come ricordava di recente Corrado Augias, ogni giudizio dovrebbe riguardare una frase, una parola, una scena nel suo contesto ed è indubbio che nel mio preferire certe copertine di Galep ha un peso importante l'epoca della mia vita in cui le ho conosciute. Non intendevo fare paragoni, adoro sia Beethoven che Mike Oldfield e a loro modo sono stati entrambi rivoluzionari ma scambiandoli d'epoca sarebbero stati due geni incompresi.
    Questo vale sia per l'estro del disegnatore che per lo sbuzzo di chi gli suggerisce le copertine e a volte gliele boccia o gliele corregge, ma ripeto - o urlo - che Claudio è di gran lunga il miglior copertinista di Tex e che certi suoi bozzetti mi sono piaciuti molto più dei risultati finali (modificativi o sostitutivi)-
    P.S. Duce e Tex nello stesso post sarebbe come mettere nella Top 11 del Milan Calloni e Van Basten.

  10. Nella perduta arte delle copertine degli LP, quella di "The Dark Side of the Moon" è un capolavoro slegato dall'album; quella di "Tubular Bella" è allusiva ed esaustiva allo stesso tempo. Le copertine di Tex nel tempo hanno cambiato struttura, risultando il più delle volte descrittive. Dal 401 in poi - l'epoca di Villa ancora in auge - ne ho trovate poche brutte, ne ricordo poche indimenticabili. Ripeto, non certo per colpa dell'autore che, come noto, riceve input e propone più di un progetto.
    Non credo che mi rimarrà impressa nessuna copertina di Tex Willer.

  11. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Letizia dice:

    Kit è stato "morsicato" da un vampiro (lo si capisce dal fazzoletto usato come fasciatura intorno al collo) e Tex (guardate l'espressione angosciata del suo volto) sta disperatamente cercando di portarlo in salvo.

    Tex continua a tenere in mano la Colt, caricata con proiettili d'argento, ma dovesse usarla sarebbe obbligato a mandare a gambe all'aria il già di per sé malandato Kit. Poi evidenzierei un errore marchiano: la vegetazione al contrario. Sì, perché dove passa Attila Tex non cresce più l'erba, qui invece è transitato dentro un prato inselvatichito senza lasciare tracce. Lo stesso dicasi per il disegno, dove però lo sguardo non è da incazzato ma da furbetto (come a dire: nulla di che, me ne intendo, io, di svenimenti).:unsure:

  12. <span style="color:red">17 ore fa</span>, Il sassaroli dice:

    La prima e la terza raccontano una storia, quindi sono ottime copertine, la seconda invece -come dice giustamente Diablero- è una splendida illustrazione, ma come copertina è la più debole delle tre.

    In realtà la prima non racconta una storia perché non ha nulla a che fare con l'avventura narrata. Ma anch'io la ritengo la migliore, magari per nostalgia del tempo in cui l'immagine della "vetrina" interessava per la sua bellezza intrinseca e quello che funzionava come richiamo era l'insegna Tex. Delle prime 100 ne ho contate otto con un possibile riferimento al contenuto dell'interno.

  13. Indipendentemente dal "mezzo" (regolare o Texone o Magazine o..) questa è una delle storie che ti risucchia dentro se stessa, tanto è ammaliante l'insieme miscelato da sceneggiatore e disegnatore. Mi vengono in mente il duo Bonelli-Ticci in "Sulle piste del Nord" o il Bonelli-Galep di "Terrore sulla savana". Era invece più che incompleto sbilanciato il Texone di Magnus, gioiello a 23,99 carati per i disegni e il nome dello sceneggiatore non mi importa nemmeno fosse stato Umberto Eco sotto mentite spoglie.
    Qui distribuisco i meriti dell'eccellente prodotto al 52% a Boselli e al 48% a Gomez che, per la teoria del pelo trovato nell'uovo, non ha saputo connotare con continuità  i primi piani di Tex: quello della terza vignetta di pagina 15 sta a  quello della quarta di pagina 19 come Rosario Fiorello sta a suo fratello Beppe e a alle alla fine di pagina 43 come a sua sorella Catena. Quisquilie, pinzillacchere. E ricordi: chi ne ha di quando in Italia imperversavano i prodotti prevalentemente di pelletteria del brand "El Charro", negli anni '70 e '80? A nominarli c'era sempre chi tirava fuori la rima con tamarro.

     

     

  14. Mi accorgo di aver gradito molto gli ultimi albi della serie e scopro un filo conduttore - anzi due - che si prolungheranno da qui in poi per sempre, nella saga: il Tex non più fuorilegge e la presenza più consistente di pard coprotagonisti.

    Come se finalmente si fosse saldata la storia con quella larghissimamente proposta nella "regolare"

  15. Il 8/2/2025 at 10:54, virgin dice:

    Messa così, il nostro eroe ha tutti i requisiti per partecipare al festival di Sanremo.

    Contro tutti i loschi che usano l'autotune?

    Colgo l'occasione per chiedere: chi si ricorda, e dunque può darmi una conferma oltre che un'informazione dimenticata, il numero in cui Tex scuce la cintura e ne estrae un bel po' di "Verdoni"?

  16. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Arthur_Morgan dice:

    Nella presentazione su YouTube, Boselli dice testualmente “Questa è una mia normalissima storia, ma che vale oro per i disegni di Gomez”

    Chissà perché la definisce normalissima, come se non fosse nulla di esaltante a livello di trama, che intenda forse dire “non epica, memorabile, ma classica”?

     

    Comunque da prendere al volo! Sono certo che sarà un eccellente lavoro grafico e narrativo!

    Un modo intelligente per sottolineare la bravura del disegnatore.

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  17. La storia mi sarebbe piaciuta di più se sfrondata dalle tiritere dei cowboys negazionisti (e tanto si sa già che Il Caderousse di turno logorato dal pensiero del tradimento di una persona onesta sarà l'anello debole della catena) e dall'assurdo motivo del contendere all'origine dello scontro che metterà nei guai Julio. In quanto al tutore della legge in combutta con i "Cattivi" ne abbiamo avuto una recentissima riproposizione: mi sarebbe bastata la figura dello sceriffo inetto, non sospettato (ancora) di essere marcio pure lui, ma di avere un debole per la bella vedova dalle guance ricolorite dopo sette anni di rimpianto della buonanima. Disegni consoni alle attese, con qualche piccola sbavatura qua e là (pochissime) nelle figure intere. 7 pieno complessivo.

  18. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Letizia dice:

    Lungi da me l'idea di difendere Nizzi ma, dopo un migliaio di albi inediti di Tex, trovare qualcosa di non già raccontato è dura.

    Ma si possono tirar fuori ottime storie anche con minestre riscaldate.

    Bisogna vedere come le si riscalda.

    Io adoravo il minestrone riscaldato della nonna, magari con l'aggiunta di un pezzo di lardo.

    Appunto, semmai aggiungendo qualcosa. Qui, in più, c'è la proposta contemporanea di diverse situazioni già proposte. Con gli avanzi si fanno pietanze meravigliose; controvoglia a volte si rischia di fare pietà e il mestiere più che un pregio diventa un peso.

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