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TWF - Tex Willer Forum

San Antonio Spurs

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Messaggi pubblicato da San Antonio Spurs

  1. <span style="color:red">2 ore fa</span>, Diablero dice:

    Guardate le prime pagine di questo albo dove si vedono tutti e quattro i pards insieme: c'è un qualcosa di sbagliato in come sono vestiti? Nel pizzetto di Carson? Nella fascia di Tiger?

    Direi che non solo sono perfettamente riconoscibili (non è che ti chiedi chi cavolo sono), ma sono anche rappresentati con cura e precisione.

    L'accusa di "Tex irriconoscibile" per me qui è evidentemente, platealmente assurda.  Qualcuno può dirmi, onestamente, che in qualche vignetta ha fatto fatica a capire chi erano Tex o uno degli altri pards?

    Hai perfettamente ragione. Aggiungo di essere rimasto colpito dalla prima tavola, una di quelle che troppo spesso, forse perché introduttive rischiano di essere sottovalutate anche se sono capolavori come nel caso del Texone di Laura Zuccheri.
    Guardate i quattro pards nelle due vignette "cinematografiche", in avvicinamento. C'è l'idea precisa in che tipo di luogo si trovano e, nella seconda, la trasmissione forte del concetto di entrata in un ambiente che è una sorta di imbuto pericoloso, rafforzata dal passaggio del chiaro in alto alla fascia scura dell'ombra sul terreno. Ma a sorprendere è la riconoscibilità immediata dei personaggi, anche se si tratta di miniature, che però non lasciano adito a dubbi: sappiamo chi sono non sulla fiducia, ma grazie alla resa perfetta dei particolari anche su figure piccolissime.

    <span style="color:red">1 ora fa</span>, PapeSatan dice:

    Colpa del colorista, si badi bene, non di Villa.

    Rilievo giustissimo:  i colori delle opere originali di Villa sono molto spesso penalizzati (eufemismo) dagli interventi successivi. Dicono che per la copertina sia un passaggio obbligato, ma è come mangiare i tortellini fatti dalle sfogline o da Giovanni Rana. Per il resto, usando la stessa metafora, nemmeno i tortellini in brodo sono tutti uguali fra di loro e dunque si può comprendere che il Tex di Galep sia inimitabile come ricetta tradizionale e che nel corso del tempo ci sia stato chi ne ha proposto varianti più o meno ben distinte, ma ugualmente valide. Certo, se penso all'ultima interpretazione di Laurenti mi vengono in mente i tortellini alla panna e penso che non ci sia bisogno di precisare quale valore negativo significhi per me questo accostamento.

  2. <span style="color:red">1 ora fa</span>, PapeSatan dice:

    Tutto chiaro! :ok: Peró adesso aspettiamo che  @borden  ci chiarisca la curiosità, nell'albo o qua nel forum, del perché proprio Stephen Weyland e non Gennaro Esposito: solo perché suona piú figo? :lol: O avrà trovato lo spunto da qualche parte?

    La questione sarebbe morta sicuramente lí, se lo spunto non fosse sorto dal commento dell'esimio Carlo Monni. Ogni sua parola NON PUO' MAI essere ignorata...  :inch:

    Non fosse che già stato attribuito ad un rivale di Tex, Carlo meriterebbe il titolo di Maestro. A proposito, altrove sto dialogando con lui sul fatto ch Frank Silva, l'attore che impersonava Bob in Twin Peaks, in certe foto fuori scena assomiglia molto a Mefisto.

  3. 27 minuti fa, PapeSatan dice:

     

    P.S. 

    Per citare un caso emblematico: all'anagrafe, STEPHEN King é diverso da STEVEN Jobs che é diverso da STEVE McCurry.

    Non ho frainteso, e la tua chiosa finale spiega bene la questione, ma è che portando questo nome dal 1960, qualche indagine qua e là l'ho fatta, nel corso del tempo. Se vogliamo tirare fuori i monumenti dello scibile, la Treccani definisce Francesco un derivato di Franco; Franco significa libero (francobollo, franco tiratore, franchigia ecc.), Francesco in origine è l'appartenente al popolo dei Franchi. Ma propongo di non tediare oltre gli utenti del forum, soprattutto quelli che si chiamano Cirillo, Pio o Anco Marzio (si chiamava così il mio medico). Altrove si stanno scervellando alla ricerca di un possibile significato per la scelta del cognome Weyland arrivando ad anagrammi tipo: Dylan +W(ill)E(r).
    Ah, gli auguri di Buon Onomastico fatemeli il 5 giugno, San Franco d'Assergi, nato un bel po' di anni prima di San Francesco d'Assisi.

    • +1 1
  4. 46 minuti fa, PapeSatan dice:

    Francesco e Franco, dove il secondo nome nasce come ipocoristico del primo

    Piano, non i tutti i casi; ed in questo si tratta di nomi ben distinti. Detto da me, con cognizione di causa. Ho anche incontrato uno che all'anagrafe è stato registrato come Francesco Franco per avere il nome di entrambi i nonni (e che per anni ha continuato a spiegare che con il Caudillo non aveva niente a che fare).

     

  5. Solo io ho trovato un Mefisto inaspettatamente paterno, ad esempio a pagina 79 e soprattutto nella seconda vignetta di pagina 84? E questo dopo la stroncatura di Blacky in quelle centrali di pagina 78. Forse sarebbe il primo aspetto "positivo" mostrato in una vita che dopo l'incontro con Tex è stata solo di rancore e odio. Tutti e tre i sentimenti sono raccolti nella penultima vignetta sempre di pagina 84.

  6. 10 ore fa, Piombo Caldo dice:

    Secondo voi può essere che Ruth sia la sorella di Mefisto truccata?🤔

    Più che truccata, nel caso sarebbe reduce da interventi di chirurgia plastica tali da suscitare l'invidia anche di Madonna (Ciccone). Ma come si vociferava che Nero Wolfe fosse figlio di Sherlock Holmes e Irene Adler, potrebbe anche essere Lily, sì: sorella di Steve e credibile trisnonna di Eva Kant.

  7. <span style="color:red">2 ore fa</span>, valerio dice:

    Ma no, non intendevo affatto andar giù duro con Borden, che ritengo l'ancora fondamentale di Tex, e chi mi legge nelle mie escursioni qui dentro lo sa bene.

    Mi limitavo a constatare che i capolavori sono solo a sua firma (cosa che è anzi un grandissimo complimento a Borden) e che però non sempre rischiando (come solo lui, eroicamente fa), si può sempre centrare il bersaglio. Quando non lo centra, tipo la storia della Montoya, risulta molto pesante e la mancata centralità di Tex disturba, quando invece nei capolavori tipo l'ultima delle navi non dà alcun fastidio.

    Borden sa quanto lo stimo, ma sa anche che non ho alcuna remora a dire quello che penso nel bene e nel male (per quello che conta il mio giudizio di lettore, cioè zero).

    Ok, grazie delle aggiunte; è sempre un piacere dialogare con costrutto per poi comprendersi al 100% e sposo in toto il tuo pensiero. Nemmeno io sono soddisfatto del momento texiano - limitiamoci a questi anni 20, perché si tratta di un periodo abbastanza lungo - ma non è questo il luogo deputato ad analisi complessive (che poi nascono dalla somma di quelle relative ai singoli episodi). Quando scrivevo di sport, mi piaceva il termine "onesto mestierante" che usavo spesso per definire le prestazioni senza infamia e senza lode di qualcuno magari non particolarmente dotato eppure autore di prove comunque sopra la sufficienza. Da Boselli ci si aspetta sempre il colpo di genio, il dribbling ubriacante o l'assist "Look one and pass another" e quando non arrivano il prodotto non piace, quasi senza mezze misure.

  8. <span style="color:red">2 ore fa</span>, valerio dice:

    Quindi meno di Tex, che ha fatto 6.50 qui.

    O meglio, anzi decisamente meglio. L'ironia e l'autoironia ci fanno bene, pard. Anche se su Boselli ci sei andato giù duro e senza possibilità, da parte mia, di scherzarci su. Quindi me la cavo con due parole latine: aurea mediocritas, quella che attribuisci a questa storia e quella che invece non vedi mai nelle storie Made in Borden: o capolavori (sui generis, precisi) o sostanziali fallimenti. De gustibus...  sarebbe una buona maniera per salutarci, hic et nunc.
    Ma ne approfitto per spezzare una lancia a favore, o in difesa vista la metafora, dei disegnatori. Soggettisti e sceneggiatori sono valutati prevalentemente per il complesso delle loro storie, che non vengono vivisezionate battuta per battuta se non in casi eccezionali. Mi spiego meglio: c'è una storia, la si giudica nel suo insieme e poi semmai si analizzano nel particolare alcuni aspetti; raramente un singolo frame se non c'è un errore evidente (ne ho sottolineato io uno nella penultima storia a proposito di un ricordo sbagliato relativo alla vicenda del numero 600). Per ogni tavola, invece, in pratica i disegnatori devono creare diversi quadri differenti mantenendo la continuità delle caratterizzazioni e degli ambienti. Forse perché incapace da sempre  a realizzare qualcosa in più di schizzi e abbozzi, hanno quindi tutta la mia comprensione. Ma non l'esenzione dalle critiche, se necessarie, come accaduto per la copertina dello speciale con Zagor o, assai peggio, con la storia del ritorno di Manuela Montoya.
    Chiedo scusa se mi sono dilungato, proprio ora che nel calcio la lotta scudetto scopre nuovi risvolti. Ah, ma c'è la pausa per la Nazionale e percepisco un clima di paura e angoscia. Li avesse Mancini un paio di... tiratori come Tex e Carsonstaremmo tutti più tranquilli (anche un Tiger a coprire le spalle, però).

  9. <span style="color:red">1 ora fa</span>, PapeSatan dice:

    Non so a chi tu ti riferisca, ma se il destinatario sono io, ebbene non ho nessuna posizione preconcetta né tantomeno dogmi e postulati per partito preso (eccetto che per la squadra di calcio per cui tifo, la numero 1 senza se e senza ma).

    Il calcio fa sempre capolino ma anche dopo il Coming Out di Borden per il Milan ancora esistono reticenze a dichiararsi tifosi. Meglio così. Detto da uno che ha scelto il nick in base alla squadra NBA più "vicina" a Tex. Meglio confrontarsi su Quercia Rossa e Felipe, su Lono e Kimy.

  10. Una storia ricca di arrampicatori, subacquei, maratoneti e sprinter di ogni età, "Iron Men" che affrontano da feriti pareti scoscese e fanciulli che non sanno nuotare, ma ad istinto e con la testa sott'acqua vanno avanti per metri. Il tutto illustrato in maniera altalenante, o se preferite discontinua, ma di quello "sporco" che piace e che ogni tanto viene ritirato fuori quasi a giustificazione (mentre altrove la "pulizia" di Civitelli è addirittura vista come un limite!). Prisco che comunque merita la sicura sufficienza almeno per la capacità che avuto di trasmettermi con il suo tratto la sensazione di un certo nervosismo, logico, sparso in larghi tratti e diviso fra tutti i personaggi.
    La vicenda soffre di qualche esagerazione, sintetizzata e spiegata a inizio post, ma il soggetto merita anche esso un 6 forse stiracchiato, non fosse altro che per le due figure contrapposte e all'opposto dei due ragazzini, Lono  (che si presenta così: «Lono. Il mio nome è Lono». Ricorda qualcuno?) e Kimy : inserimento né banale né scontato. Dove invece il mio malumore sfocia in superficie come un fiume carsico è in certi discorsi di una sconcertante banalità e che sembrano tratti da un libro di lingua straniera per la scuola media o da un romanzo intitolato "L'ovvio dei popoli". A metà strada fra la dichiarazione d'intenti e la scoperta dell'acqua calda; fra la richiesta di approvazione del partner o l'autoconvincimento, ecco ad esempio questi dialoghi:

     

    - Dovremo trovare un modo per abbassargli la cresta.
    - Impresa che potrebbe rivelarsi complicata, se ha molti guerrieri con sé.
     

    - Il ragazzo sembra molto abbattuto.
    - Ne ha motivo.

    - I segnali di fumo sono finiti!
    - Salivano da quell'altura laggiù!

    - Quei gallinacci potrebbero essere dieci volte più di noi!
    - Dovremmo farci venire qualche idea!

    - Da questo momento occorrerà stare molto più attenti-
    - Quel serpente ha sentinelle ovunque!
    - Dovremmo essere noi a individuarle, prima che lo facciano loro!

    - Ci restano ancora alcune ore prima dell'alba.
    - Dovremo avvicinarci il più possibile, approfittando del buio!

     

    Vabbeh, c'è anche una chicca: al truce e balordo Awan che incita i suoi ad uccidere i due pards («Voglio che l'erba di questa valle si tinga del loro sangue») Carson replica in due tempi: «Un vero poeta il nostro Awan. Peccato dover troncare sul nascere il suo slancio lirico!». Peccato non andare oltre il 5 per Ruju sceneggiatore, per una media totale di 5,5 allo scritto.

     

     

     

  11. Caro Borden, prima di entrare nel caldo torrido del -1 mese al ritorno di Mefisto, coincidente con lo sprint finale della Serie A di calcio (che c'entra? Uno potrebbe anche avere meno voglia e tempo di rispondere, se interessato al presunto volatone tricolore e poi il calcio fa sempre cucù quasi ovunque) tre domande consecutive a tema, più una quarta jolly:
    1) Come è nata l'idea di due storie consecutive, rara se non unica nei Tex mensili moderni?
    2) Forse perché alla resa dei conti la trama che ha dato origine a tutto era troppo lunga e/o non frazionabile per uno o più motivi in due parti separate a distanza di tempo dall'uscita dei rispettivi albi in edicola?
    3) Al di là della lunghezza e della "presenza" importante degli antagonisti, quindi alla presumibile e meticolosa opera anche di rilettura e riscoperta dei precedenti capitoli della saga, si può dire che questa sia stata la tua sceneggiatura più impegnativa?
    4) Nel libro di esordio di Sherlock Holmes, un lungo antefatto ha tempo e luogo nella comunità mormone di Salt Lake City: alla base del crimine poi perpetrato a Londra ci sono dispersi nel deserto, la lotta contro i Gentili, cercatori d'oro, fughe, inseguimenti, omicidi. "Uno studio in rosso" è ambientato nel 1881, quando Holmes ha 27 anni... Manca la domanda jolly, sì: visto che in numerosi apocrifi SH va negli USA e che nel canone di Conan Doyle si parla comunque di un detective giramondo, io più di un pensierino l'ho fatto fantasticando su un incontro con Tex dalle parti del Gran Lago Salato. Torno a occuparmi solo di calcio?

     

  12. <span style="color:red">5 ore fa</span>, borden dice:

     

     

    I russi si vedranno sì, ma non quelli.

    Occhio, che di 'sti tempi i Russi sarebbe meglio non nominarli proprio. Una sola certezza: nessun albo avrà come titolo "I Russi, i Russi, gli Americani".

  13. Il 23/2/2022 at 12:35, Angelo1961 dice:

    Mah... Sinceramente la cover per me non conta. Non serve ad attirarmi, visto che Tex lo compro in ogni caso e ogni mese, e quindi per quanto mi riguarda potrebbe essere anche solo una pagina bianca con  la scritta Tex. Concordo con chi condanna il logo mefistoiano, che rappresenta una novità assoluta non richiesta nè necessaria. Anche io ho perplessità su Civitelli, che disegna troppo pulito per essere inquietante come richiederebbe una storia così.  Non è neanche tra i miei disegnatori preferiti. 

    La copertina è un elemento importantissimo in una pubblicazione come Tex, perché caratterizza quell'albo, quella storia, quel momento. Le copertine di "The Dark Side of the Moon", "Tubular Bells", "Abbey Road" hanno reso storici tre LP di Pink Floyd, Mike Oldfield e Beatles al di là del valore della musica degli album o, viceversa, questa ha reso inconfondibili al primo colpo ogni singolo lavoro. "Il Laureato" è nell'immaginario collettivo nel suo complesso di film, colonna sonora e fermo immagine della gamba della Signora Robinson in primo piano davanti a Benjamin Braddock, con tanto di particolare subliminale alla parete (P.S. La gamba nello scatto non è di Ann Bancroft, ma di una controfigura poi diventata celebre: Linda Gray, la Sue Ellen di "Dallas").
    Poi, fosse una copertina bianca con la sola scritta Tex, sai la semplicità di andare a cercare una vecchia copia nell'usato o in una collezione non proprio ordinata. Le copertine monocromatiche e senza illustrazione lasciamole ai libri di testo e confrontiamoci sulle 400 di Galep e su quelle di Villa all'inseguimento del record, guardiamole, parliamone, discutiamone.
    A me, ad esempio, quella del 738 dà un idea di deja vu e qualcuno altrove ha già fatto un paragone con quella del numero 504 (guarda casa, una storia mefistiana). Può essere, la do voluta o involontaria al 50% per un figura di Tex che, è vero, non è la prima volta che viene ritratto in quella posa, con quelle proporzioni e per quella prospettiva. Di Villa preferisco le copertina luminose e con pochi elementi, anche quelle in stile più retrò come per "Scontro finale" o per quella omaggio a John Wayne del numero 600, ma comprendo che per questa specifica ci volesse qualcosa di cupo, che creasse atmosfera per introdurre all'inquietudine certa della vicenda e, visto l'andazzo di certe iniziative bonelliane degli ultimi tempi, meno male che la copertina stessa non è stata proposta tutta nera con il solo simbolo di Mefisto (una via di mezzo fra la semplificazione estrema che forse ti andrebbe bene, Angelo, e alcune recenti genialate di marketing della SBE).
    In quanto al tratto troppo pulito di Civitelli, che per tua ammissione non ti sarebbe probabilmente piaciuto nemmeno se avesse illustrato un'avventura alle cascate del Niagara o al porto di Galveston, quale disegnatore dal tratto sporco avresti voluto per questi episodi? E' solo una curiosità. Aggiungo anche che vista la stima che abbiamo del curatore per le storie scritte da lui e per le scelte su quelle da affidare ad altri dobbiamo anche dargli credito quando per un evento così importante, atteso, pubblicizzato e direi perfino storico nella forma e nella sostanza della storia di Tex (sette albi, non un cartonato e non cercate ipercritiche in questo paragone, questione di "pesi" diversi) fa una scelta precisa sugli autori. I Cestaro e Civitelli.  Con cognizione di causa, a causa e con gli effetti della sua cognizione di Tex (e dei tre Dickart).

    • +1 1
  14. Il 22/2/2022 at 12:27, PapeSatan dice:

    Ragionamento che fila quando si tratta di un elenco.

    Ma il riferimento singolo nella pagina web significa probabilmente che il cognome+nome sono popolati automaticamente da un campo di tabella in cui la chiave primaria é corretto che sia per cognome+nome, ma senza che sia stata introdotta (per pigrizia, superficialità o irrilevanza secondo il content manager) una semplice formula che scambiasse cognome e nome, riportandoli all'uso più comune ("per abitudine", come scrivi).

    Riguardo alle date, qualunque database le memorizza nel formato "universale" per ordinamento e trattamento (il classico formato "date" in aaaammgg oppure "timestamp" in aaaammgghhmmss talvolta seguiti dai milionesimi di secondo), ma sfido chiunque in Italia a dire di essere nato nel 1950.12.25 o a dire che a capo della spedizione dei Mille c'era Garibaldi Giuseppe o che il suo attore preferito é Connery Sean.

    Intanto nei giorni scorsi non solo ho scoperto che Alcide De Gasperi all'anagrafe era stato registrato Degasperi tutto attaccato, ma anche che firmò la copia originale della Costituzione così: Degasperi Alcide. Realizzo adesso che la nostra Carta e Tex hanno in comune l'anno di uscita, certo l'allora nostro Presidente del Consiglio non poteva imitare Galep e firmarsi Degas e per fortuna che non abbiamo mai letto "Tex by Bonelli G.L.).

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