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San Antonio Spurs

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Messaggi pubblicato da San Antonio Spurs

  1. <span style="color:red;">48 minuti fa</span>, Carlo Monni dice:

     

    Aggiungo che è vero che su Internet potete trovare informazioni su qualunque argomento, ma ci trovereste anche l'articolo sui figli degli eroi corredato da quelle illustrazioni? Non credo. Gli articoli valgono non per le informazioni che contengono ma per il modo con cui sono scritti e dette informazioni sono organizzate, lo stile, la prosa etc.

    Seguendo  il ragionamento di chi li ritiene inutili e portandolo alle estreme conseguenze, allora bisognerebbe smettere di pubblicare i giornali, le riviste, i libri di saggistica di qualunque argomento perché tanto le relative notizie si trovano su internet.

    Caro Carlo, da giornalista professionista, non sono d'accordo sul fatto che gli articoli valgono non per le informazioni che contengono, ma per il modo in cui sono scritti... No: bisogna informare, cioè dare forma ad una notizia e per farlo bene bisogna scrivere sì bene ma quello che si scrive non è affatto secondario. E la grande differenza fra testate giornalistiche e attività sul web è l'autorevolezza delle prime, il che non dà loro patente assoluta di infallibilità, ma di garanzia della professionalità sì. Io non voglio bocciare in toto gli articoli sul Magazine, ma ammetterai che sono accessori alle storie disegnate e che tu la rivista la compri per queste ultime e non so se una pubblicazione di soli articoli avrebbe vita lunga in edicola. 

    Concludo con un'ammissione: dal momento che la collana si chiama "Magazine", ed è quindi una rivista periodica illustrata, che ci siano pure articoli, illustrazioni e storie a fumetti. Io privilegio le secondo, non schifo i primi perché rappresentano pur sempre un lavoro. 
    Alla prossima, conversare e discutere è sempre un piacere.

  2. Ecco, gli articoli. Hanno un senso in un'epoca di accessi internet a qualsiasi argomento? Confezionati bene, illustrati meglio ma sono optional che arricchiscono soprattutto il prezzo dell'albo che viene comprato solo per la storia/e a fumetti. Come andare al ristorante, chiedere una bistecca alta tre dita e una montagna di patate fritte e sentirsi rispondere: "Sì ma nel prezzo le aggiungiamo anche un piatto di cicoria dello stesso prato dove pascolava...". Ma anche no, grazie.

  3. Passeranno diversi anni, credo, prima che Mefisto e Yama tornino dalle nostre parti e tutto sarà dimenticato, compresa il curioso (o no?) rapporto fra figlio e padre. Yama scaccia il genitore con fastidio (eufemismo), Mefisto per la serie "I figli so piezz e core" lo salva dalla dannazione eterna. Non il classico finale aperto della saga, comunque.

     

  4. Chiedo subito scusa per la lunghezza dell’intervento, se ritenuta eccessiva, ma devo fare riferimento anche ai significati di certe parole.

    Anzi, principalmente una: critica. ormai, in una certa deriva della lingua italiana che dà a sofisticato il senso di superfigo/funzionale mentre invece significa adulterato.

    Per capirci a pane e salame: il vino può essere sofisticato, un arredamento no (a meno che i mobili non siano stati comprati con un marchio diverso da quello reale).
    La critica è intesa solo in senso negativo e invece è un termine che non ricordo male in greco antico significa più o meno distinzione. Cioè analisi e commento, personalissimi e infatti nessuno si sogna (forse) di criticare l’operato del critico cinematografico accusandolo di prevenzione (ma ci può stare) e fregandosene e affidandosi al proprio istinto e gusto.

    Arriviamo a Tex, alle sceneggiature, ai disegni sopratutto perché le iniziative editoriali sono diventate tante e comportano l’impegno di molti più soggetti rispetto alle coppie-trii storici. 

    Io ho criticato l’ultima uscita, quella del Magazine per alcuni suoi aspetti, e altrettanto hanno fatto tutti gli intervenuti; in positivo e in negativo o in entrambe le maniere.

    Però, qui e ora, vorrei spezzare una lancia a favore di chi, alla Bonelli, ha cercato strade alternative alla mensilità del personaggio e lo ha fatto come è normale in un’ottica di guadagno. Però lo ha fatto in maniera forse obbligata, di sicuro coraggiosa, nel predisporre nuove uscite con collaboratori nuovi. Perché non sono più i tempi di Bonelli-Nizzi-Galep-Lettieri-Ticci-Fusco e non lo potrebbero più essere nemmeno, solo di Boselli-Villa-Civitelli e (poca) compagnia cantante. Le nuove uscite in edicola, soprattutto nelle storie brevi, per me rappresentano una specie di ammissione all’università e se sbagliano i professori sbagliano di più - per inesperienza - le matricole. Che crescono anche in base ai rilievi, chiamiamoli così che è meno duro di critiche, dei lettori.

    In conclusione: io critico, nel senso che distinguo in maniera personale; più interventi riguardano la cosiddetta massa critica; è molto peggio l’indifferenza rispetto all’analisi particolareggiata. anzi, più è particolareggiata (pignola?) è dimostrazione di affetto, partecipazione e attenzione.

    • +1 1
  5. 1 ora fa, San Antonio Spurs dice:

    Comincio dalla seconda storia, quella con Kit protagonista. Curioso che venga riconosciuto e più volte insultato come mezzosangue. Rammarico: la storia breve è perfetta nel suo sviluppo non frettoloso, ma almeno tre cattivoni avrebbero meritato - si fa per dire - qualche pagina in più per vederli trattati come meritano, a sganassoni.

    Sulla prima, invece, pollice verso per i disegni che rappresentano nella stragrande maggioranza dei casi personaggi così smilzi da far pensare ad una collettiva dieta iperdimagrante.

    Però la battuta finale di Carson, per quanto ruffiana, vale il "prezzo del biglietto".

     

  6. Comincio dalla seconda storia, quella con Kit protagonista. Curioso che venga riconosciuto e più volte insultato come mezzosangue. Rammarico: la storia breve è perfetta nel suo sviluppo non frettoloso, ma almeno tre cattivoni avrebbero meritato - si fa per dire - qualche pagina in più per vederli trattati come meritano, a sganassoni.

    Sulla prima, invece, pollice verso per i disegni che rappresentano nella stragrande maggioranza dei casi personaggi così smilzi da far pensare ad una collettiva dieta iperdimagrante.

  7. 1 ora fa, Santana dice:

     

     

    1 ora fa, Santana dice:

    All'inizio era quella che si intingeva nel calamaio, ma era scomoda. Poi si è passati alla stilografica, ma graffiava la nuca del buon Tiger. Ora si è passati ad una comune penna a sfera mod. Bic, comoda e in quattro colori: nera, blu, rossa e verde.

    :) :) :) :P :P :P :D :D :D

    C'è anche la versione techno, con gommina contrapposta alla punta che non serve per cancellare - e chi lo fa più? - ma a sostituire il dito nelle operazioni sul touchscreen. Ce li vedo i tre pare a smanettare al telefono, mentre Carson è rimasto con un telefono a tasti se senza saper usare gli sms.

     

  8. La questione riguarderebbe solo le colorazioni per episodi della serie consueta, nel caso che il designatore decidesse di passare dal classico bianco che si immagina giallo ad una tinta più marcata e allora sarebbero cavoli (cabbages) di chi dovesse scegliere il Pantone. Io resto aficionado del bianco/giallo e penso a Sherlock Holmes al suo cappello Deer Hunter: tonalità mai precisate e comunque combinate anche se Conan Doyle non le ha mai stabilite. Piuttosto: ma la pena che adorna la fascia di Tiger è sempre la stessa o c'è un po' di ricambio?

  9. <span style="color:red;">23 minuti fa</span>, Chinaski89 dice:

    Io il cartonato di Galep non lo prenderò, ma se ci fosse il poster allegato mi fionderei in edicola

    Concordo. Negli ultimi tempi c'è stata una proliferazione di uscite che comprendo possa essere stata pensata per nuove reclute - e avrei anche qualche cosa da dire sulla scelta sulle proposte - e che a noi vecchi pards interessano il giusto. Mi chiedo solo come mai il disegno di Biglia sia rimasto nascosto e, chiedo scusa per la distrazione, quale forumista lo abbia trovato e proposto.

  10. <span style="color:red;">1 ora fa</span>, Grande Proteus dice:

    Il tuo ultimo post:

    Screenshot_2017_01_22_10_14_35_01.png

    È una domanda?

    Ricordati che a fare il professore si rischia molto. :D

    Non sono professore e non credo di essere pignolo, ma se qui stiamo a dialogare - che mi piace più che discutere - di una vignetta o di un'imprecisione storica, ho pensato che un intervento come quello che ho commentato fosse mal concepito già nella maniera di esprimerlo. Poi, come canta Andrea Mingardi, "Nessuno siam perfetti ciascuno abbiamo i suoi difetti". :deserto:

     

     

    • +1 1
  11. Se posso: già leggere un intervento scorretto nella forma, mi fa essere scettico sulla sostanza. Scusa, ma anche per una questione professionale sono pignolo su maiuscole, minuscole, abbreviazioni, spazi dopo la virgola.

    Posso: le opinioni sono tutte rispettabili e contestabili, quindi non vado oltre anche perché non ho mai visto e letto Dampyr e qui si parla di Tex.

  12. Sono rimasto colpito da una precisa caratterizzazione del disegno: Tex e Kit sono stati ritratti in abito navajo e non secondo la tradizionale iconografia che ad esempio è da tempo un classico di pagina 3 di ogni albo e pure della copertina dell prossimo Tex Magazine. A memoria non ricordo nemmeno una copertina del classico mensile con Tex in abiti indiani. Se ricordo male, dimentico comunque una rarità.

  13. Messe a confronto le due copertine, il giudizio è impietoso per chi l'ha trasformata anche in particolari che potrebbero apparire secondari ma che in ogni opera d'arte, come giustamente la definisce Garet, hanno la loro importanza. Tanto per dire ed esagerare: la Gioconda non sarebbe la Gioconda se fosse ritratta su uno fondo scuro. Qui siamo a stravolgimenti belli e buoni: l'appiattimento delle nuvole sullo sfondo, la già citata camicia giallonera da tifoso del Borussia Dortmund, l'iperrealismo quasi fotografico dei rami alla destra e alla sinistra di Tex, di pistola e fucile, il deciso stacco di cose e persone con una linea nera molto meno marcata nell'originale. Ecco, il problema sta proprio qua: per quanto sbagliato si cerca di "fotografizzare" il disegno. E'un errore per due ragioni: la prima che nessuna macchina avrà mai l'ingegno del singolo artigiano o artista. Poi bisognerebbe capire  (o sapere) che parte figurativa è cambiata radicalmente con l'avvento e il sopravvento della fotografia. Mi spiego: se fino a metà Ottocento circa, si cercava il già citato iperrealismo soprattutto nei ritratti, dopo quell'effetto lo si aveva già e meglio nei dagherrotipi e successivi sviluppi. E allora l'arte si trasformò, trasformando la realtà, perché altrimenti sarebbe stato un esercizio di copiatura e il pittore migliore sarebbe stato quello che riproduceva qualcosa di già fissato.
    P.S. Siccome si sbaglia anche in maniera opposta, confrontate i due cavalieri: nella copertina rivisitata sembrano un corpo unico e qui l'iperrealismo è andato a farsi benedire.

    • +1 1
  14. 2 ore fa, Michele dice:

    Se ricordo bene quella è l'unica storia in cui Mefisto non cercasse rogne con Tex ma viceversa; secondo me questa formula dovrebbero ripeterla ( magari nell'avventura del 2019 )  perché a mio parere renderebbe la storia più interessante ed intrigante

    L'unica mia proposta diretta di spunto per una storia alla Bonelli, molto tempo fa, fu bocciata da Decio Canzio con una motivazione che ritenni subito giusta. Dunque non mi reinvento mezzo sceneggiatore adesso, ma appoggio quello che dici. Prima di attaccare i pard, Mefisto e Ym hanno sempre avuto bisogno di creare una struttura, che nella storia ricordata però si mise per così dire in mostra provocando la curiosità e la reazione delle alte sfere quando la stessa struttura non era ancora stata completata in tutto e per tutto. Ricordiamo che Mefisto assecondava i sogni di gloria del suo panciuto complice nella fuga dal manicomio.
     

  15. Curioso che ci sia un netto stacco di tempo e di spazio prima della tavolata a casa di El Morisco. Un tempo la famosa colonnina di testo a sinistra lo avrebbe spiegato ed evidenziato ("Qualche giorno dopo, a Pilares"). Ma nel 2017 prossimo solo pensarlo e scherzarci su. Provate ad immaginare Tex con la voce di Gigi Proietti che dice: «Aho, regala, annnamo dar Morisco che lui je capisce quarcosa de 'sta robba».

    Interessante invece il rapporto finale fra padre e figlio, Steve e Blacky Dickart alias Mefisto e Yama, con il figlio che dichiara tutto il suo senso di inferiorità nei confronti del padre, accusandolo di incapacità e vigliaccheria ma venendo poi salvato dallo stesso genitore.

    Infine: la ragion d'essere/esistere dei due è quasi sempre stata, dopo lacrima  ricomparsa  di Mefisto, il desiderio di vendetta nei confronti di Tex. Quasi sempre, perché nel famoso episodio nella savana in Florida Mefisto ha altri scopi e strategie prima del confronto con i quattro pards e viene a conoscenza del loro pericoloso avvicinarsi solo a storia ben inoltrata.

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