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ymalpas

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Messaggi pubblicato da ymalpas

  1. Molti di voi avranno già sentito parlare di "collages" nei fumetti. E' noto il fatto che una storia di Tex ( contenuta nel numero 21 ) fu illustrata rimontando vecchie vignette di Galep tratte dai primissimi numeri... Pochi sanno però che questo espediente, anche se generalmente limitato a una manciata di vignette, fu usato molti anni dopo anche da altri illustri disegnatori della testata, come Muzzi, Letteri, Nicol'... probabilmente sempre per mancanza di tempo a disposizione ( il tempo allora era tiranno! ). Potete trovarne un esempio nel numero 175 a pag. 37 e nel numero 209 a pag. 71.

  2. Un bel nemico era El Muerto. Poi qualcuno di Boselli, come il maestro oppure Jack Thunder ... sono belli tosti, ma sono le loro caratteristiche che impediscono la creazione di un ciclo. Però potrebbero benissimo ispirare un modello da seguire: un personaggio animato da un sentimento di vendetta fortissimo, implacabile, violento, dotato di un'intelligenza malata. Per l'ambientazione propenderei per quella cittadina.

  3. Effettivamente non se ne vedono molti in giro, almeno dalle mie parti, sarà forse che non valgono molto e che non sono ricercati?

    La quotazione è indubbiamente superiore a quella delle ristampe comuni con la costola bianca ( 350 ?, 400 ?, 500 è e così via... ) che non sono altro che ristampe dell'edizione tre stelle senza queste sulla costolina.

    Ristampa per ristampa è meglio una costina bianca anche con prezzo da 500 lire che fa la sua figura nella libreria. O mi sbaglio?

    E' altrettanto vero che se escludiamo i "maniaci" collezionisti, quelli che hanno cioè gli originali e tutte le ristampe, i "tre stelle" perdono molto del loro interesse. Una costola bianca in questo caso è decisamente più allettante...( ah... se prendete una normalissima gomma e la strofinate sulle tre stellette, queste spariscono come d'incanto... lo fanno molti rivenditori/truffatori per ingannare la loro clientela )
  4. Uno sguardo agli anni novanta...

    quello che si diceva di Tex!




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    In uno dei newsgroup di google ( Link ), in un certo senso progenitore degli odierni forum, ho trovato delle pagine che risalgono al 1998.

    La collana di Tex era giunta intorno al numero 450 della serie.

    Visti retrospettivamente erano anni in cui si avvicendavano belle storie ( con qualche caduta di stile ) di autori come Nizzi e Boselli. Il primo mostrava i primi segni di una decadenza non ancora preoccupante, il secondo era un autore ancora ?nuovo?, un innovatore su cui riporre le speranze.

    E? piuttosto interessante leggere quei pochi sparuti commenti scritti da un manipolo di appassionati. Quali potevano essere le aspettative dei lettori di allora è I loro pensieri sull'andamento generale della serie, sulla qualità delle storie proposte dalla casa editrice oppure sulla ?discutibile? gestione del personaggio, giunto ormai alla soglia dei cinquant?anni di vita editoriale ?

    Quello che emerge dalla lettura ( e che in un certo senso sorprende ), sono dei giudizi molto simili a quelli che si leggerebbero oggi su uno dei tanti forum dedicati a Tex e ai comics in generale. Giudizi alquanto diversificati: gli uni dal tono quasi apocalittico si mescolano in maniera quasi ingarbugliata agli osanna sporadicamente gridati in occasione della comparsa nelle edicole di qualche storia ?rivoluzionaria? scritta da Mauro Boselli.

    Nel 1997 Nizzi aveva appena ritirato quello che sarà l'ultimo dei tanti prestigiosi premi che gli furono riconosciuti per un'onoratissima carriera. Le sue storie sulla serie regolare hanno perduto la freschezza e il mordente di un tempo, non sono prive di difettucci, la lettura resta però ancora accattivante.

    Di quegli anni è la polemica che lo stesso Nizzi scatena sulle pagine di uBC condannando l'anti-texianit? dell'eroe uscito dalla penna del giovane collega. Secondo l'autore modenese, Boselli stava percorrendo una strada sbagliata e molto pericolosa, dagli esiti catastrofici abbastanza scontati...

    Le storie boselliane di quei giorni, che l'autore ha confessato ( proprio sul nostro forum ) di non poter più scrivere oggi, sono storie in effetti dalla fortissima carica innovativa.

    E se da un lato i ?puristi? storcono il naso davanti alla violenza gratuita di un Jack Thunder che ricorda non poco gli ?spaghetti western°, altri sono infastiditi dalle ridondanti citazioni fatte dall'autore ( a libri, personaggi, film ), altri ancora restano nauseati dall'eccessivo sentimentalismo che permea alcune delle sue storie, un'altra fascia di lettori, infine, si dichiara letteralmente entusiasta del lavoro compiuto da Mauro Boselli.

    Questo è un breve resoconto di quello che con un po' di pazienza potreste leggere in quelle pagine...


    Inizio dal è Maggio 1998 è con un messaggio di un lettore deluso...

    Detto che ho iniziato a leggere il mitico TEX a 7-8 anni ( era il numero 196 ?Dakotas!? mi pare ), ed ho proseguito ( per più o meno tempo ) con quasi tutte le testate della casa editrice, penso che ultimamente Tex viene portato avanti piuttosto fiaccamente. Certo non è facile inventarsi qualcosa di nuovo dopo 50 anni!!! Non di meno ho paura che la serie sia penalizzata dal dispendio di energie necessario a portare avanti il numero considerevole di testate diverse.



    Nel è Giugno 1998 è il primo texone di Boselli, intitolato ?Gli assassini? provoca invece reazioni positive ma non esenti da critiche:

    Io sono sempre più convinto che il buon Mauro Boselli, dopo aver dato alle avventure di Zagor una nuova freschezza, stia gradualmente e positivamente *modernizzando* il ranger. A me piacciono altrettanto la classica versione di Nizzi come quella frizzante di Nolitta, ma un pizzico di novità non guasta.


    Il Texone di Boselli e Font l'ho trovato di ottimo livello. Forse il migliore, dopo quello di Magnus... Boselli ha messo insieme una sceneggiatura interessante, lo spunto magari non è tra i più originali, l'idea del ragazzo che assiste alla morte dei genitori e cresce col desiderio di vendicarsi è in fondo la stessa di "Zagor racconta"; però la caratterizzazione dei personaggi è notevole, Mitch in testa ( senza dimenticare la "Vedova" ).


    Anche se non ho ancora finito di leggerla, penso che "Gli assassini", il Texone appena uscito in edicola, sia la migliore storia che abbia mai letto del mitico Ranger. Lo dico anche rassicurato dal fatto che la storia di Tex che finora ho "amato" di più è "Il passato di Carson", che ho scoperto essere dello stesso autore, Boselli.


    Non posso onestamente dire che sia la migliore in assoluto. Ad esempio le epiche sfide con i nemici storici, tipo Mefisto o suo figlio Yama, ed anche molte altre. Sono però convinto che questa sia la migliore direi almeno degli ultimi cinque anni!!! Di sicuro ci propone un Tex un po' fuori dai canoni a cui eravamo abituati, che fa un grande uso della '45, ma tutto sommato che ritorna un po' allo spirito più genuino della frontiera americana, dove il giudice colt, il "peacemaker", risolveva spesso e volentieri le varie controversie. Un po' una forzatura ( forse l'unica della bella storia ) il tiro con l'arco di Tex che fa esplodere i candelotti di dinamite attaccati a una delle due barche, tiro eseguito al buio e da considerevole distanza.



    Uno dei lettori, a questo punto introduce nel dibattito un commento sulla recente storia ?Gli uomini che uccisero Lincoln°.... la tesi non si discosta molto dalle posizioni morbide di uno dei nostri moderatori!

    E' proprio vero... il tiro di Tex è un po' paradossale. A mio avviso è stata carina la storia di "Gli uomini che uccisero Lincoln", almeno qui si vede che Tex è un uomo come gli altri, e che con un po' di impegno può essere fregato (catturato e quindi torturato): era da un po' che mancava uno smacco così "realistico" ( non come la Tigre Nera e i suoi coccodrilli).


    La risposta è puntuale... siamo di fronte a un Tex alla frutta, con un Nizzi che lo vuole, leggete bene, solo sputtanare!!!

    Se vuoi eroi che siano "uomini come gli altri", il mondo del fumetto ne è strapieno. Hai la scelta fra centinaia di personaggi. Tex è unico. Dovrebbe essere specie protetta da questi finti "modernismi" ( che sono invece indice di scarsa fantasia ). Quella sequenza nella storia "Gli uomini che uccisero Lincoln" tradisce completamente la psicologia del personaggio. Non tanto perchè Tex è stato catturato ( è successo decine di volte... ) ma per la sua reazione ed il suo comportamento. Quello non è Tex. Bonelli non avrebbe mai scritto una boiata simile. E nemmeno Boselli. Solo Nizzi ultimamente sembra avere questa "voglia" di sputtanare Tex in ogni maniera possibile...



    Passiamo al mese di è Ottobre 1998 è che vede un'altra storia di Nizzi in edicola: ?Al di sopra della legge?. Le critiche questa volta si concentrano solo sui disegni di Victor De La Fuente ( questa sarà anche la sua ultima storia disegnata per Tex ).

    Da qualche tempo gli albi sono interessanti e molto avvincenti, anche l'ultima storia promette molto bene. Come sceneggiatura è abbastanza originale. Quello che mi lascia perplesso sono i disegni. Non ce la faccio proprio a vedere Tex e Kit disegnati a quella maniera. Non è che non mi piace il disegno, ma è lo stile di Victor De La Fuente che non mi garba proprio.



    Nel mese di è Dicembre 1998 è abbiamo invece il commento di un certo Moreno Burattini a quello che sarà considerato di l' a poco uno dei classici di Mauro Boselli: ?Sulla pista di Fort Apache?. Notate la frase finale che la dice lunga su un clima che poi avrà modo di scatenarsi negli anni successivi sui forum texiani.

    Concordo. Stesse impressioni, stesse emozioni. Alla base, naturalmente, c'è "Il massacro di Fort Apache", film di John Ford del 1948, con John Wayne, Henry Fonda e Shirley Temple ( vi si allude fin dal titolo, e uno personaggi, il sergente Quincannon, è ripreso pari pari da uno dei caratteristi di quella pellicola ). Leggendo questo Tex e ripensando alla meraviglia di quel film, viene proprio da chiedersi come sia stato possibile che il western sia dato per morto. Il western è un genere splendido, sulla carta come in celluloide. Boselli e Ortiz hanno avuto il merito di farne respirare la più autentica delle atmosfere fin dalle prime tavole, in cui si sente il caldo opprimente del Sud Ovest e se ne respira la polvere. E poi ci sono un sacco di personaggi ben caratterizzati, con storie che si intrecciano e ottimi dialoghi. Quando sento, su questo NewsGroup o su IAF, di gente delusa che si lamenta perchè tutto fa schifo, e non gli va bene niente, penso che se leggessero albi come questo forse ( salvo che non parlino per partito preso ) si ricrederebbero...



    Nel è Maggio 1999 è ha modo di pronunciarsi un lettore deluso dall'ultima prova di Nizzi e Fusco, quella intitolata ?La pietra di Akhbar?. E? una condanna inappellabile e siamo ancora davanti a dei lavori, non belli, ma tutto sommato dignitosi...

    Non vi sembra che il Tex di Nizzi stia diventando come ho letto che era diventato lo Zagor di Toninelli: non brutto, ma noioso e scontato? A me Nizzi non piace più ( e da molto ). Gli sono molto grato per tutto quello che ha fatto finora ( leggi non ha fatto morire la testata: è stato l'unico erede di GLB ), ma ora basta. Si faccia da parte che oramai di sceneggiatori bravi ce ne sono anche su Tex ( uno per tutti , e non cito Nolitta che è il Paganini del fumetto, Boselli, che basta vedere l'ultimo albo per capire che tocca a lui condurre ). A Voi la palla: aspetto giudizi di esperti ( più di me, almeno ) e di appassionati.


    Sempre nel è Maggio 1999 è una altro lettore si rallegra della riuscitissima prima parte di una storia in tre albi di Boselli: ?I sette assassini?! Siamo lontani dalle sterili polemiche e mi fa piacere la nota di entusiasmo di questo appassionato, che peraltro condivido poco.

    Ho sfogliato ( per ora solo metà ) del numero di maggio di Tex ed è successo l'insperabile: dopo anni di deludenti o insipide letture torna un albo "bello" ( lo dico con amore e tenerezza, quasi commosso ). C'è qualcosa, anzi tanto, di nuovo in questa avventura: la caratterizzazione dei personaggi ( compresi i nostri eroi ), l'ambientazione, la sceneggiatura... Bravi. Devo dire "bravi" gli autori. In effetti non sono in grado di isolare perfettamente le novità che mi hanno rallegrato. Ma di certo ho la sensazione di un'avventura che, senza stravolgere la natura "Texiana" la rende attuale, accattivante e godibile. è

    un "feeling", un "sentire" che fatico a portare a livello cosciente.


    Moreno Burattini interviene con un messaggio che giudico abbastanza interessante...

    ... commento riportando a beneficio del NewsGroup la spiegazione datami da Mauro Boselli quando gli ho detto che qualcuno fra noi non aveva afferrato bene quale fosse la "moglie" indiana di Kit Willer ( di cui si parla di sfuggita a un certo punto della storia, a pagina 45 per la precisione). Innanzitutto si tratta proprio della squaw Ute che muore nell'albo "Sfida Infernale", a tutti gli effetti solo amante di Kit e mai ufficialmente sposata. Boselli però dice che Donna, la fanciulla che parlando vi fa riferimento, è troppo educata per usare il termine "amante" o qualcosa del genere, oppure che è stato Carson a dire a Donna che Kit ha avuto una moglie piuttosto che una fidanzata. Peraltro Kit viene interrotto prima che possa correggere Donna e spiegarle come effettivamente stanno le cose. Mistero risolto. E gran bella storia, molto promettente. E di nuovo una cover eccellente dopo il mezzo scivolone dell'albo precedente ( "Il fiume della paura" ), peraltro unico passo falso in una galleria di copertine eccezionali fatte dal grande Villa.


    Un altro commento che mette l'accento sul dibattito - Nizzi o Boselli è - allora ancora felicemente acceso tra gli appassionati...

    La storia sarà mica bella perchè è di Boselli e non di Nizzi? Mi spiego: delle ultime 15 storie, nove sono di Nizzi, cinque di Boselli e una di Nolitta. Ebbene, le storie Boselliane sono le più toccanti, poetiche, dense di pathos; quelle di Nizzi sono opere di innegabile valore ( Nizzi non è l' ultimo arrivato ), ma sono più fredde, impersonali, lontane dal cuore. Prendiamo "Sulla pista di Fort Apache", o "Il ritorno del Morisco"o "La tragedia del treno 809",? c'è un qualcosa che va oltre alla bellezza e basta, qualcosa che va oltre il ritmo e l'azione. C?? cuore! Certo, lo ripeto anche "La pietra di Ahkbar" è costruita bene, ha un buon inizio, giusto sviluppo, fine ottimale,.. ma non mi convince. Lo ripeto: secondo me Nizzi è un limone troppo spremuto.


    Nel mese di - Agosto 1999 - si succedeva un'altra storia di Boselli ( e Nolitta ).

    Golden Pass è un albo veramente divertente, ricco di "scazzottate" e con un "ritorno inatteso". Nolitta - Bonelli, come è sua abitudine, riesce a miscelare con grande sapienza umorismo e azione rendendo "umani"  Tex ( solitamente

    "spaccamontagne" ) e Carson. Probabilmente molti di voi potranno ribattere: "Quello non e' il Tex di G. L. Bonelli, Bonelli senior ha ragione, suo figlio è molto più adatto a scrivere storie dello Spirito con la scure o di Mister No dove, senza problemi può inserire anche la sua vena umoristica". Forse è vero, ma anche questo Tex pieno di voglia di scherzare e di ribattere ai rimbrotti di Carson, questo Tex "umano" a me piace. Tra l'altro mi pare che anche Berardi ( in passato ) e Boselli, siano su questa "lunghezza d'onda". Senza voler esagerare ma questo numero di Tex ?, a mio parere, un piccolo capolavoro...



    Un lungo salto temporale e ci spostiamo al - Maggio 2000 - data che vede l'uscita di una storia di Nizzi ( e Civitelli ), "Il presagio", dopo una lunga e ininterrotta sequenza di albi boselliani. Questi sono i commenti dei lettori ( prima di farveli leggere, aggiungo una mia considerazione: è più o meno da questo numero secondo me, che le storie di Nizzi incominciano a risentire progressivamente della scarsa vena creativa e della stanchezza dell'autore )...

    Evento epocale!!! Nizzi, per la prima volta da anni, non fa fare a Kit Carson la figura del perfetto deficiente. Anzi, addirittura gli fa prendere delle iniziative importanti, senza che Tex gli ordini di farlo. Sono sbalordito!!! Cio' fa si che Nizzi passi nella mia considerazione da -1000 a -990.


    Non per smontare l'entusiasmo, ma ho trovato i dialoghi un p? troppo pesanti e troppo stile: spieghiamo tutto altrimenti il lettore tonto non capisce nulla ( per esempio la forcina: non bastava la scena in cui era disegnata è Bisognava per forza far "spiegare" a Kit che la passava è ). D'accordo spiegare le cose ai  lettori nuovi ma non credo siano fessi...  Poi, effettivamente, sembra meno scontata del solito ( giusto il tradizionale militare stronzo ) vediamo come va a finire.


    Ok, sono calmo, ma se mi metto ad elencare tutte le scemenze e le incongruenze di questa storia mi riincazzo di nuovo! Ma cosa mai abbiamo fatto noi texiani per meritarci di leggere delle storie così insulse? Perchè, se un autore è così palesemente senza idee, viene lasciato al timone della serie più importante della SBE? Sergione, per piacere, umilmente ti imploro, ti scongiuro in ginocchio

    sui ceci, se serve mi cospargo anche di pece e piume. Anzi no! Col cacchio!!! Serigione: io, sommo giudice della tua esistenza editoriale nella mia veste di Cliente, ti ingiungo, ti ordino: leva Tex dalle mani di Nizzi!!!


    Quest'ultimo commento, da parte di un utente che si definisce "calmo" davanti a una storia tutto sommato ancora accettabile di Claudio Nizzi ( se si pensa a quello che verr? dopo ) ci trasporta in piena era TWO, nell'apoteosi del repressionismo nizziano. E siamo appena al maggio del 2000, numero 475 della serie.

  5. Ricapitolando la situazione.... i cartoni animati sono sette. Una versione semianimata di Tex, curata da Sergio Trinchero, è stata tratta effettivamente dell'episodio "El Muerto" . Nella metà degli anni Settanta un programma televisivo, "Tex e company", present? anche gli episodi "La Valle della paura", "Tex contro Mefisto" e "Le terre dell'abisso". Quest'ultima serie ebbe un seguito con la realizzazione degli episodi "Sangue navajo", "La Valle della Luna" e "Fort Apache".

  6. Nei primi numeri l'aspetto fisico di Tex riprende molte caratteristiche dal personaggio di "Occhio Cupo", dai jeans così attillati da sembrare una calzamaglia, agli stivali flosci e la camicia a frange. Quando, contrariamente a tutte le previsioni, Occhio Cupo viene dimenticato dai lettori ed è Tex invece a riscuotere un crescente successo, queste caratteristiche vengono stranamente abbandonate in favore dell'aspetto attuale...

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    Autore: Salvatore Taormina

    Titolo: Tex. Guida pratica al collezionismo.
    Editore: Biblos
    Luogo e data di pubblicazione: 2002
    Dimensioni del volume: brossurato, 21 x 30 cm
    Numero delle pagine:
    B/n - colore: bn e colore
    Prezzo originario:
    Reperibilit? in commercio: SI

    Contenuto del volume: la prima di una serie di cinque guide destinate ad aiutare i tanti collezionisti del fumetto italiano ( le altre quattro non riguardano Tex ). Il libro è riccamente illustrato.



    *** LIBRO MEDIAMENTE CONSIGLIATO DAL FORUM ***

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    Autore: Paolo Seria

    Titolo: Tutte le notizie indispensabili per collezionare: Tex
    Editore: Fumettissimo
    Luogo e data di pubblicazione: Maggio 1999
    Dimensioni del volume: spillato
    Numero delle pagine: 34
    B/n - colore:
    Prezzo originario:
    Reperibilit? in commercio: NO

    Contenuto del volume: piccola guida che introduce al collezionismo



    *** LIBRO NON CONSIGLIATO DAL FORUM ***

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    Autore: Franco Rebagliati

    Titolo: Le avventure di Tex in treno
    Editore: Alzani Editore
    Luogo e data di pubblicazione: Dicembre 2000
    Dimensioni del volume: brossurato, 21 x 29,7 cm
    Numero delle pagine: 160
    B/n - colore: b/n e colore
    Prezzo originario: 18,59 ?
    Reperibilit? in commercio: SI

    Contenuto del volume: Il saggio, ricco di illustrazioni a colori e in bianco e nero, tratte da tavole del fumetto e dagli archivi degli autori, analizza con dovizia di particolari tutte le avventure di Tex in cui compare il treno, offrendo inoltre un interessante excursus storico sulla ferrovia nel selvaggio West. In appendice è pubblicata una poco nota storia di Tex, Assalto al treno, realizzata da Bonelli e Galleppini.




    *** LIBRO MEDIAMENTE CONSIGLIATO DAL FORUM ***

  10. Quoto il "Cobra"! Lilyth mi è sembrata una donna molto fragile, ma capace di prendere nei momenti decisivi le scelte giuste, come quella, "enorme", permettetemelo, di sposare un uomo condannato a morte certa, legato al palo della tortura, non per il colore degli occhi ma per un certo senso di giustizia e pace, così come grandiosa è la figura che scarica un fucile sull'aggressore per difendere la sua vita e quella del suo uomo amato, stupendosi poi di ritrovarlo scarico: click! Alla faccia di tutti quelli che non capiscono Tex!

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    Detournement è un termine francese che significa - deviazione - oppure - svolta - che è stato impiegato per indicare ogni intervento diretto a stravolgere il significato originario di un testo.


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    I fumetti sono stati a più riprese oggetto di questa "violenza" e fra di essi anche Tex.


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    Agli inizi degli anni settanta un collettivo politico milanese ha affisso parecchie copie di un giornale-manifesto intitolato "Robinud" in molte città della Lombardia.

    Le rarissime immagini che da l' provengono e che vedete in esclusiva su questo forum, contengono infatti classici interventi di detournement che consistono nel sostituire il normale dialogo delle strisce, lasciate inalterate sul piano grafico, con dei testi con scoperti intendimenti politici di stampo marxista.

    Nei turbolenti anni settanta, marchiati a ferro e fuoco dalla lotta politica, neanche il popolare Ranger è rimasto escluso...

  12. Benvenuto Marco, grazie per la presenza, dal tuo nick vedo che siamo coetanei, ho apprezzato tantissimo le tavole da te esposte nel tuo sito qualche mese fa e non vedo l'ora di leggere la vostra storia. Ho appreso nel frattempo con sommo dispiacere la tua dipartita da Tex ( ma c'è sempre tempo per rimediare no è ... ) Il mese prossimo ti aspettiamo per commentare on-line i tuoi stratosferici disegni!

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