Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

ymalpas

Collaboratori
  • Contatore Interventi Texiani

    8406
  • Iscritto

  • Ultima attività

  • Giorni con riconoscenze

    165

Messaggi pubblicato da ymalpas

  1. Vedi, prendendo queste due copertine di Galep ( così non ti senti chiamato direttamente in causa )...

    Immagine postataImmagine postata

    queste richiamano l'attenzione del lettore mostrando un Tex "messo alle strette" ma fiero, eroico, vittorioso...

    Immagine postata

    questa invece... non mi viene proprio la voglia di sapere come vada poi a finire!

  2. Grazie Claudio. Lo spunto non era mio purtroppo, come ho già specificato ( x ragioni di copyright ) proveniva da Two. Forum dove, come al solito, si tende ( talvolta con molta ragione ) a smitizzare il lavoro di Claudio Nizzi ( le copertine sono il riflesso della storia, dove il protagonista fa sempre la figura del "piccione", quindi non c'era una critica intrinseca al disegnatore, che come più volte è stato ripetuto ha solo un paio di tavole e indicazioni a disposizione ). Restava da chiarire solo il tuo punto di vista. Lo accetto, ma scusami, non lo condivido affatto.

  3. Qualcuno su Two faceva giustamente notare che...


    Immagine postata

    Tex si protegge dietro il corpo di un uomo disarmato!

    Immagine postata

    L'entrata in scena di Tex e Carson suscita terrore e disappunto in un buon padre di famiglia e nel figlioletto.

    Immagine postata

    Un vecchio rimbambito tiene in scacco i due grandi rangers del Texas!

    Immagine postata

    Carson appeso ad un ramo come un piccione!

    Immagine postata

    Tex incatenato a una parete, impotente e sofferente!

    Immagine postata

    Kit Willer con una bella fune stretta intorno al collo.

    Immagine postata

    Ulteriore supplizio di Tex... ma questo è "solo"un maxi... Tex!

  4. Il grande Mauro Boselli, che ci ha fatto la cortesia di essere dei nostri fino a non molto tempo fa ( tranquilli si rifarà vivo a Marzo con la sua nuova storia----tenetevi pronti! ), scrive un Tex veramente accattivante. Non voglio dire che il personaggio oggi non mi soddisfi, riconosco però che gli manca un po' dello smalto di un tempo. E Boselli, ottimo conoscitore di Tex e attento lettore, perchè no, anche delle nostre "critiche" potrebbe almeno in minima parte rivedere qualcosa, in base alle nostre indicazioni. La contrapposizione netta tra i due periodi storici è ingiusta e controproducente. Wasted dice, se rileggete bene il suo post iniziale, che il Boselli delle prime storie non è il Boselli delle sue ultime, pur bellissime, avventure ( e quest'anno ci godremo il meglio, statene certi ). Bisogna rivalutare qualcosa non di vecchio e stantio, ma qualcosa che ci ha accompagnato negl'i ultimi quindici anni. A Boselli ho in più di un'occasione lanciato un appello sul ritorno di Lena e Donna Parker, che sono ( o non sono è ) la modernit? di tex nel suo aspetto più riuscito ?

  5. Un Tex sempre impeccabile, duro, pulito è No, grazie. Un Tex senza una frase colorita o un candelotto di dinamite tra le mani pronto a esplodere è Hai presente la storia "La città corrotta" quando dice a Carson che se il battello fluviale salter? in aria, poco male, ci rimetteranno solo i grandi maneggioni della città ?Quello era lo spirito di GLB. Le storie attuali di Boselli, non tutte, sono molto belle, ma il personaggio è solo un lontano parente. Se molti dei tuoi desideri, che condivido appieno, potessero trovare spazio nella serie regolare inedita, ne sarei felice... ma ci stiamo solo facendo delle illusioni, non si verificherò mai e poi servirebbe altro.

  6. Immagine postata

    Il primo Tex di Galep ( immagine presa dal numero 1 )


    Immagine postata

    L'intenso primo piano del Tex di Villa


    Quaranta, cinquant'anni separano temporalmente le due immagini. La prospettiva è la stessa, probabilmente è solo un caso. Guardate le immagini e ditemi se il Tex di Villa non è lo stesso di quello di Galep, solo più invecchiato ?

    Claudio, cosa ne pensi tu ?

  7. Alla storia, una delle mie preferite da sempre, avevo dedicato una lunga recensione. E' quindi con grande piacere che leggo la dettagliata analisi fatta da Jim sulla psicologia dei personaggi, analisi che pur essendo largamente condivisibile, lascia spazio a numerose considerazioni. Il Tex diverso, anomalo nella sua fragilit?. La figura di Leslie, fanatico gallonato, diversissimo dal cugino, che in tutta la storia cede solo una volta alle ragioni del cuore e della famiglia. Un brutto bastardo che d' la caccia ai nostri con la ferma intenzione di metter loro un bel cappio al collo. Il personaggio del vecchio Walcott è il più complesso. Il colpo di pistola non nasce dal rimorso, è una cosa pianificata per sfuggire all'agonia c cui il destino, sotto la forma di un tumore maligno, l'ha condannato. E' un'animaccia nera. Qualche riga meriterebbe anche il negro, anche se la sua psicologia è abbastanza scarna. Con il suo gesto di ribellione e il suo sacrificio, incarna gli ideali di libertà del suo popolo e la vocazione da martire dei deboli, un po come il zagoriano Manetola, capo dei seminoles. Mi riservo una nuova e attenta lettura del post di Jim, per mettere in luce nuovi aspetti. Nel frattempo, rinnovo i complimenti: l'articolo è interessantissimo e ottimamente scritto.

  8. Con un colpo di fortuna questa mattina sono riuscito ad accapparrarmelo ( l'edicolante ne aveva a disposizione solo cinque copie e quella che ho preso io era la penultima ). Storia discreta. Soggetto originale. Ambientazione originale. Duello ( quello della copertina ) altrettanto originale ( e non era facile ). Difficile scrivere un'ottima storia in sole 110 pagine. Ruju quasi ci riesce ma spreca tutto nel finale, muovendo male le pedine nel suo scacchiere ( chi ha letto l'albo capirà a cosa alludo ). In particolare gli è stata rimproverata l'incapacità dei protagonisti di centrare il bersaglio a pochi metri di distanza. Secondo me invece tutto si svolge più o meno in maniera reale. Cannon è un personaggio non troppo bene caratterizzato. Dumont lo stesso. La sua violenza è gratuita e serve a mascherare i difetti. Quello che stona è proprio la mancanza di profondità nella psicologia dei vari personaggi. Comunque, devo ripetermi, difficile far di più in 110 pagine. Buona l'interpretazione di Tex, forse un po' molliccia nel finale. Passiamo ai disegni. Buono, anzi ottimo, il paesaggio lacustre. Tratto pulito, il che personalmente devo dire non guasta. Peccato per il volto di Tex... peste! in certe pagine mi è sembrato pari pari a quello che disegnava Virgilio Muzzi. Almeno questo particolare tutt'altro che insignificante, è ahimè da rivedere.

     

    Voto alla storia: 6,5 ( decimi )

    Voto ai disegni: 7 ( decimi )

  9. Immagine postata


    Claudio Paglieri
    Non son degno di Tex
    Vita, morti e miracoli del mitico ranger
    1997, Marsilio Editori

    Prezzo: è 6,00

    Pagine: 139
    Ultima edizione aggiornata al 2003.


    Un viaggio nel mondo di Tex, tra umorismo e statistica, per contare e raccontare i morti ammazzati, gli agguati, i pestaggi, le ferite di striscio alla tempia.

    E ancora le trame più belle, le battute più celebri, le finestre sfondate, i banditi pentiti.

    Chi lo conosce e lo ama ritrover? in questo libro tutte le avventure del mitico ranger "minuto per minuto", quelli che non lo conoscono si divertiranno lo stesso.



    Qualche estratto...


    Sul personaggio di Cochise... ( pag. 122 )

    Il capo degli apaches chiricahuas, personaggio mitico della Resistenza indiana, non fa inizialmemente una grande figura accanto a Tex: quando ci viene presentato è gia da tempo in pensione, e l'unico suo merito sembra quello di essere fratello di sangue del ranger. Aquila della Notte va spesso da Cochise a chiedergli consiglio, perchè lo ritiene molto saggio e molto informato, ma al lettore il gran capo sembra piuttosto una specie di rasta che passa le giornate imboscato in montagna, a dormire e fumare calumet della pace; un vecchietto distrutto dai reumatismi e dalla sciatica, che non ha nessunissima voglia di fare la guerra ed è pronto a firmare qualunque trattato di pace in cambio di due coperte e un guscio salvatelecommando. Ogni volta che si tratta di scortare Aquila della Notte in qualche missione pericolosa, Cochise dice che ha dimenticato il rubinetto del gas aperto e gli spedisce il figlio Tahzay, che deve essere un altro tipetto alla Kit Willer. Finalmente però, nei numeri 378-380, avviene un clamoroso cambiamento di rotta: da povero mucchietto di ossa con i capelli bianchi, Cochise diventa di colpo un culturista albino, scende sul sentiero di guerra e salva la vita a Tex e Carson. La Tigre è ancora viva!


    Sulla dieta di Tex e dei suoi pards... ( pag 53 )

    Per concludere, abbiamo chiesto a un noto dietologo a quali conseguenze porterebbe un regime alimentare simile a quello seguito da Tex: pemnicam e gallette quando è in viaggio, selvaggina quando sta al villaggio navajo, bistecche e patate durante le visite in città. Ogni tanto uova e torte di mele. Molta birra, molti superalcolici e caff?.

    "Il signor Willer - spiega il professor Y - si nutre in modo schifoso, sia per quantit? sia per qualità. Tralasciamo gli aspetti legati al bon ton ( ci sarebbe da rabbrividire ). Il fatto è che non consuma verdure, non mangia frutta fresca, ignora i benefici della dieta mediterranea e del pesce. Qualunque uomo moderno, sottoposto forzosamente a una dieta come quella del signor Willer, diventerebbe un rudere nel giro di pochi mesi. Sicuramente, Willer soffre di gotta causata dall'eccesso di carne e selvaggina; di scorbuto a causa della mancanza della vitamina C; deve avere un colesterolo superiore a 400, perchè le patattine fritte sono micidiali; il fegato è senz'altro ingrossato, potrebbe esserci una cirrosi in atto; è probabile che i fagioli gli provochino flatulenze, e il troppo caff? avvicina il rischio di infarti".

  10. Si lo consiglio, ma non vale il prezzo a cui spesso è venduto. 20 euro sono già troppi. Però interessante è interessante, questo va detto e ripetuto. Ci sono delle parti che si potevano risparmiare, tipo la fantomatica intervista finale a Tex, ma il resto delle pagine sono ottime, con una nota di merito per l'analisi strutturale.

  11. Immagine postata


    Rispolvero questo vecchio topic per parlarvi di un vecchio libro datato 1979, edito da una piccola casa editrice e oggi quasi introvabile.

    La domanda da porsi, prima di spendere 30 oppure 40 euro su un' asta ebay, è se veramente valga la pena di aggiudicarselo.

    Difficilmente troverete in rete una scheda che ve lo descriva sufficientemente bene.

    Ci provo io per voi.

    Innanzitutto i due autori.

    Rudi Bargioni e Ercole Lucotti sono due emeriti sconosciuti.

    Il loro libro fu però il primo vero saggio della storia texiana.

    Erano due giovani universitari i due che si accingevano a commentare le gesta dell'eroe del più popolare fumetto italiano. La lingua usata ne risulta pertanto buona ( se non ottima ) e l'analisi sempre interessante.

    Le pagine sono circa 140, spesso corredate da molte vignette che ne illustrano il testo.

    L'ultima storia presa in esame ?, se non ricordo male, l'allora inedito "Sasquatch".

    In effetti questo è uno dei grandi limiti del testo, che si limita ad analizzare solo la prima parte della lunga storia texiana, soprattutto quella glbonelliana, ma riesce a cogliere in pieno anche tutte le peculiarit? del nuovo Tex nolittiano, che allora era ancora, vale la pena ricordarlo, uno sconosciuto ghost writer.

    Questi sono gli argomenti trattati dal libro:

    - Breve analisi dei personaggi principali della serie
    - Tex il superuomo
    - Tex, l'ordine, la legge
    - Tex e il personale
    - Tex e gli indiani
    - Tex e la magia
    - Abbozzo di analisi strutturale

    Riporto parte della presentazione al libro, dalla quarta di copertina:

    Ma chi è in realtà Tex Willer è Qual'? la sua ideologia, quali i suoi principi, quali i suoi sentimenti è E il rapporto con gli indiani è E quello con le donne è Cosa sott'intendono le sue azioni, il linguaggio che usa, il suo concetto di giustizia, di libertà, di legge e di ordine sociale è Quale messaggio ideologico trasmette Tex alle centinaia di migliaia di suoi fedeli lettori ?
    Con ironia ammiccante, ma soprattutto con la serietà che merita un personaggio immortale, questo libercolo analizza Tex in tutti i suoi aspetti e sott'intesi, finendo per essere il primo trattato di "texologia" di tutti i tempi, un divertente saggio destinato - oltre che ai texofili di ogni età, intelligenza e cultura - anche ai rari disgraziati che non ne hanno mai seguito le mirabolanti avventure.


    Se avete domande, resto a vostra disposizione per chiarire tutti i vostri dubbi B)

  12. Sull' ultima frase devo dare ragione a TexF... purtroppo il "sesto senso" e l' intuito geniale in tex sono (quasi)scomparsi nel new Tex...

    Riprendo questa frase di Daniela per soffermarmi sul problema del sesto senso di Tex, sulla sua infallibile capacità di giudicare un uomo per quello che ?. E' vero che l'eroe di Nizzi è sempre stato dubbioso. Nella storia "Fuga da Anderville" crede colpevole John Walcott fino al momento in cui quel bastardo di Howard Walcott non gli rivel' la verità. Ma in questa storia Nizzi gioca finemente con la psicologia dei personaggi e i sentimenti e l'operazione gli riesce alla perfezione ( vorrei un commento articolato del buon Jim nella discussione dedicata a questa avventura, sono sicuro che l'attenta rilettura da parte di un professionista potrebbe darci molti spunti di riflessione ). Nella storia "I predatori del grande Nord" l'intuizione texiana fa cilecca un'altra volta, allorch? il guercio Lou Caudill, dopo essersi fatto pestare per bene, gli tende una trappola che fa onore al suo ingegno, tanto è ben congegnata. Questo è il punto. Tex Willer lo si può anche fregare, ma per riuscirci si deve architettare qualcosa di speciale e allora nessuno avrà nulla da eccepire. Se prendiamo l'ultimo esempio della figura da merlo che fa nella storia attualmente in edicola, nell'ufficio dello sceriffo ( Texf non spoilerare, ormai è un particolare che ti è noto ), qui non ci sono scusanti. Qui l'eroe non ha nessun sesto senso, e se il sospetto gli viene, è solo per dubitare degli integerrimi abitanti di Paradise. E qui sta tutta la vergogna dell'albo. Comunque dell'ultimo Nizzi preferisco non parlarne, tanto è penoso. Vorrei sottoporre alla vostra attenzione un ulteriore esempio, cambiando però sponda, quella boselliana di "Spedizione in Messico". Per Boselli, quella messicana, è sempre stata terra nemica e ostile, come un tempo lo fu anche per Gianluigi Bonelli. In questa avventura il Ranger fa nuovamento sfoggio della sua intuizione e nella trappola che era loro destinata ( ci sono anche i suoi pards ) finiscono per cadere gli stessi rurales che l'avevano preparata. Boselli sorprende il lettore solo in parte e soprattutto ci mostra la capacità extra-sensoriale di Tex solo a cose avvenute ( anche se a dire il vero, qualche indizio pesante Boselli l'aveva disseminato lungo tutta la sceneggiatura ). Con G. L. Bonelli Tex capiva subito chi aveva di fronte ed erano subito botte da orbi. La percezione del sesto senso era immediata nel lettore. Con Boselli è annacquata, comporta uno sforzo maggiore nella lettura che consiste ( per il lettore ) nel rimettere a posto, come in un mosaico, tutti gli elementi sparsi nelle pagine precedenti, che permettono una loro rilettura diversa che ne dia il senso esatto, o se era parziale, completo. La scrittura di Mauro Boselli è estremamente complessa e si situa all'estremo opposto di quella lineare di Bonelli e Nizzi, tanto è ramificata. In molte discussioni di questo forum ho affrontato questo aspetto, che è una delle cose migliori della modernit?, ma che paradossalmente rischia a mio parere anche di allontanare quei lettori che tutti questi spunti riescono a percepirli solo a meta, come se guardando le lancette di un orologio, ne apprezzassero solo la precisione della meccanica, ignorando tutto il lavoro degli ingranaggi nascosti che la permettono. Quindi, riassumendo, quello del Tex di Boselli, è un sesto senso che per essere gustato pienamente dal lettore comporta una fatica, quella della profonda riflessione. Ed è la stessa riflessione che Tex ha già fatto prima di noi. Come dicevo, con G. L. Bonelli non è mai stato così, la differenza c'è e non si può non notarla: con Boselli la capacità dell'eroe nell'individuare la colpevolezza di un uomo non è mai innata, Tex è soltanto "bravo" nel saper cogliere e dare un significato a tutti gli elementi che incontra nel suo percorso...
  13. Complimenti ragazzi per la qualità degli interventi, la mattina è un piacere accedere al forum e trovare articoli di questa portata. Sul tema della "esagerazione" vorrei proporvi, se non l'avete ancora fatto, l'interessante lettura de volumetto di Claudio Paglieri "Non sono degno di Tex" che l'analizza in chiave ironica. E' un libro imperdibile. La psicologia del personaggio varia moltissimo da autore a autore, fermo restando certe caratteristiche in comune. Sul tema sempre caldo del Tex delle origini vs Tex di oggi, vorrei ricordare che è esistito anche il Tex di Nolitta, duro, prepotente, arrogante ( forse anche più di quello paterno ), ma allo stesso tempo umanissimo, tanto da sembrare ai più quasi un anti-eroe... Un uomo a tratti debole e insicuro, come quando si tratta di giudicare Andy Wilson, oppure un padre fin troppo apprensivo quando il figlio parte alla volta della Colombia, per finire con il "lone ranger" che si becca due botte in testa ne "I dominatori della valle" e si risveglia per vedere l'esile corpo di una donna, in lontananza, appesa a un albero... Cosa ne pensate del Tex nolittiano ?

  14. Grande disegnatore Marcello, ma il volto di Tex non mi ha mai troppo convinto. Vorrei dare il mio voto ai fratelli Cestaro, ma il sondaggio chiede di premiare il miglior viso di Tex e paradossalmente è proprio qui che i due fratelloni devono ancora lavorare ( tenuto conto che hanno disegnato solo due storie ed è probabilissimo che l'evoluzione stilistica riguarder? soprattutto il volto del ranger ). Voto quindi il grande Letteri.

  15. Negli anni cinquanta Tex non è che fosse così popolare, c'erano tante altre testate che vendevano assai di più. La vera fortuna di Tex è iniziata negli anni sessanta. Negli anni settanta è diventato addirittura un fenomeno di costume. Oggi è un'icona nazionale. Come si spiega il successo di Tex ?Molto ha contribuito l'invenzione del formato bonelliano, quello a quaderno, ricco e sostanzioso quanto economico. Una vera rivoluzione editoriale della quale il fumetto Tex ha tratto enormi benefici. Negli anni sessanta si sviluppa e prospera anche il grande filone dei film western italiani, che si impongono anche in America. Dato il genere, Tex ne ha sicuramente tratto un enorme beneficio. Negli anni sessanta abbiamo anche l'altra vera rivoluzione: una storia può estendersi su decine, se non centinaia di pagine. Il merito va alla scrittura di Giovanni Luigi Bonelli che va sempre più qualificandosi come vera e propria letteratura. All'estero non funziona così, neanche oggi. Certi disegnatori stranieri rifiutano l'allettante ( dal punto di vista economico ) proposta di disegnare un texone di 240 pagine perchè si ritengono incapaci di realizzare un lavoro di tale portata. Lo diceva Sergio Bonelli: 240 pagine spaventano e non poco. A tutto questo vanno aggiunte quindi le caratteristiche dell'eroe, ben descritte dal Colonnello e da Wasted, alle quali non mi sento di aggiungere una virgola. Riassumendo: un insiemi di fattori concomitanti favorevoli hanno garantito a Tex una vita sessantennale.

  16. Qualche aggiornamento alla discussione...

    Lo spunto me lo d' l'utente di Two Magic Wind che nell' altro forum raccontava come Sergio Bonelli si sia attribuito la paternit? di altre due storie texiane ( molto probabile che si tratti di semplici spunti per i soggetti ):

    - L'EXTRATERRESTRE
    - LA CELLA DELLA MORTE ( solo quest'albo o la storia nella sua integralit? è )


    Proseguo con alcune dichiarazioni rilasciate invece in questo forum da Claudio Villa. La prima riguarda la sceneggiatura de "L'uomo senza passato":


    Lo spunto che mi era venuto per la storia era proprio questo: com'? un eroe quando va in crisi? Se Tex pensasse di aver perso il figlio come reagirebbe? E se il figlio perdesse la memoria e si ritrovasse a combattere contro suo padre, credendolo malvagio... sarebbe una lotta tra Titani...

    Cosè ho scritto un soggettino della prima parte... non è che ci credessi molto, ma la cosa mi piaceva e avevo deciso di farmi avanti con Nizzi. Lui l'ha letta e gli è piaciuta, così ha cominciato a lavorarci su. Nella mia idea la scazzottata del saloon c'era già stata e la storia cominciava con i quattro pards al galoppo che inseguivano i banditi. Mentre sparavano, dai loro dialoghi avremmo capito cosa era successo prima... Cosa che li avrebbe portati dritti dritti verso il luogo dove Kit sarebbe stato ferito.

    Dal momento in cui Kit finiva nel fiume le cose si facevano importanti.

    Sono intervenuto nella sceneggiatura per modificare la scena del duello, che in origine prevedeva una sola tavola con tre striscie sovrapposte: nella prima i due uno di qua e l'altro di l', nella seconda BANG/BANG, nella terza il cattivo che cadeva... Mi sembrava doveroso spiegare meglio come doveva sentirsi Tex, il bandito e Carson. Ho sceneggiato fino alla pagina in cui il bandito cade al "rallentatore" svelando il buco nel medaglione che portava al collo, segno che Tex, ferito o no, ti becca sempre...

    La storia di Kit avrei voluto che fosse più "difficile", e doveva sfociare in una lotta tra lui e Tex epica, con un numero di tavole sufficiente a far capire quanto fossero "tosti" tutti e due. Kit si sarebbe arreso a fatica, ma avrebbe reso difficile la vita al padre. Chi, se non lui, potrebbe riuscirciò

    E il suo recupero sarebbe stato doloroso, segnato da continue fitte alla testa e sprazzi di memoria che tornavano. Il finale andava orchestrato bene con un uso del tempo per "incastrare" gli avvenimenti che si sarebbero susseguiti in un crescendo che sarebbe finito con il colpo di winchester preso in pieno da Fiore di Luna...


    La seconda storia, è quella del ritorno di "Mefisto!". Lascio la parola a Villa:

    Il finale non è stato tagliato. La storia si è sviluppata "da sola" su tre albi e mezzo... Sono stati fatti interventi solo sul penultimo e ultimo albo con la riscrittura di qualche pagina.

    Nizzi aveva cominciato a scriverla con la prima parte del soggetto, aveva messo insieme il primo albo in qualche mese e io avevo cominciato a lavorarci su. Con la mia nota e incredibile velocit?, quando sono arrivato a ridosso delle ultime tavole di sceneggiatura in mio possesso l'ho chiamato e lui, che nel frattempo si era dedicato ad altre storie, ha ricominciato a Mefistare...


    Rispondendo a una mia ulteriore domanda fatta nel topic della storia, nella quale insistevo tenacemente asserendo che il finale sembrava essere stato proprio tagliato, Villa rivela un suo preciso intervento nella sceneggiatura della storia:


    E pensare che è stato allungato rispetto alla versione originale... almeno di dieci pagine.

    La tempesta di vento nel deserto l'ho chiesta io a Nizzi...

    Volevo un finale in crescendo: Mefisto è tornato dall'aldil', ha dei poteri che neanche il mago Otelma... può fare quello che vuole e non doveva limitarsi a fargli "b?!" e poi scappare... Doveva essere tosto, ma tanto...

    Poi c'era il mago indiano, che ci siamo persi per strada... ma questa potrebbe essere un'altra storia!

    .

×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.