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TWF - Tex Willer Forum

ymalpas

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Messaggi pubblicato da ymalpas

  1. anche se le strisce continuarono ad uscire come ristampe almeno fino al 1973, anche se in numero alquanto limitato ( cioè la distribuzione non riguardava ormai più tutte le edicole italiane, ma solo alcune ).

    Tex Serie Rossa, sino al marzo del '72 (# 194).
    La memoria... Comunque questo mi porta a fare alcune considerazioni... La prima è che, sul sito, si dovrebbe estendere il discorso sulla cronologia a tutte le "serie" di Tex, quindi a partire dal 1948. La seconda è che ho bisogno di collaboratori, puntuali e attenti, come Mister P. Forse è giunto il momento di far diventare il sito a tutti gli effetti un organo ufficiale del forum. Per tutti i dettagli, rimando alla discussione che mi accingo ad aprire tra qualche minuto e chiudo l'off topic.
  2. Per una cronologia delle uscite degli albi di Tex, relative alla seconda serie gigante, rimando alla pagina del sito:http://texwillersite.altervista.org/tex/cronologia. htmDi interessante, in questo discorso è il fatto che fino al numero 96 intitolato "La caccia", dell'ottobre del 1968, l'albo mensile riprende storie già edite negli altri vari formati, principalmente quelli a striscia, la cui pubblicazione era stata ufficialmente sospesa nel 1967, anche se le strisce continuarono ad uscire come ristampe almeno fino al 1973, anche se in numero alquanto limitato ( cioè la distribuzione non riguardava ormai più tutte le edicole italiane, ma solo alcune ).

  3. Il ricordo certo più antico? Il Tex # 300, gli ^strani^ dinosauri nella prima pagina di storia (a 5 anni appena compiuti, non sapendo leggere, mi chiedevo: "cosa c'entrano col West?") e mia madre che dice: "guarda, Tex a colori!".

    E' un numero al quale sono particolarmente legato anche io, come ho già tentato di spiegare nel topic sulla storia, aperto tra l'altro non molto tempo fa. Curiosamente è un ricordo che ci unisce. Stavi parlando dei dinosauri ( la storia da allora non l'ho più riletta e forse è il caso che continui a non farlo per non guastare il ricordo legato al passato ), i dinosauri dicevo, era un particolare che mi era del tutto sfuggito di mente e adesso, con le tue parole, è riaffiorato, suscitando in me delle belle e incomprensibili emozioni. Chiamala nostalgia, perchè altro non so dire...
  4. Avevo del tutto abbandonato Zagor, che giudicavo troppo bambinesco e ancor oggi riesco a stento a digerirlo.

    Che bello parlare di qualcosa senza esserne aggiornati, eh?
    Scusami Mister P, non volevo essere offensivo, si parla di gusti personali e comunque legati ai primi duecento numeri della serie, che a parer di molti dovrebbero essere tra i migliori. Certe storie sono davvero accattivanti, si leggono che è un piacere, ma in ultima analisi resto della mia idea: il genere mi attrae poco :indianovestito: .
  5. Appena avrai a disposizione un nuovo scanner... Raul, facci la grazia di pubblicare fosse solo una tavola della nuova storia di Tex, magari una di quelle insignificanti che non dicono nulla della trama... così, giusto per assaporare di nuovo il vostro Tex! L'ultima vostra storia è datata maggio 2005!

  6. Vedo che state già dimenticando le nizzate dopo solo due anni da quando sono state pubblicate... Come ben ha detto il Giudice, Mac Parland coi mustacchi compare in PUERTA DEL DIABLO.

    Sono quelle storie che si dimenticano con più facilit?, pensa che stavo rileggendo pochi giorni fa "I fratelli Donegan" perchè, per tutti i diavoli, proprio non me la ricordavo più! :w00t:
  7. Impossibile votare in questo sondaggio. Direi entrambe le opzioni. Poi è chiaro che risulterebbe vano tentare di tradurre certe colorite espressioni usate da Bonelli, è un muro contro cui si scontrano più o meno tutti i traduttori... Ogni lingua, per forza di cose, è diversa dalle altre e per certi versi può presentarsi anche intraducibile, e la conseguenza è che noi, poveri lettori, siamo portati a pensare che Tex dica quel che gli fa esprimerel'autore in inglese, anche se poi dobbiamo renderci mestamente conto che se davvero parlasse in inglese non direbbe esattamente le stesse cose o comunque non riuscirebbe a esprimere certi concetti al 100%. Quindi dovendo votare, non posso che scegliere la prima opzione.

  8. Grazie per la risposta Claudio, tutto quello che riguarda le tue bellissime copertine è interessante. Magari se tu riuscissi a trovare il tempo, se ne potrebbe continuare a parlare... Comunque l'impressione è che la modifica all'ultima copertina sia stata precipitosa, decisa poco prima di andare in stampa, forse non c'era proprio il tempo materiale per informarti... poi comunque aspettiamo l'uscita dell'albo in edicola, dopotutto ci basiamo solo sull'anteprima del sito della SBE, non c'è nessuna certezza. Che tu sappia, le ultime copertine di Galep, purtroppo sgraziate, possono aver subito dei ritocchi, anche minimi ?

  9. Questa mi giunge inaspettata. Molto interessante... Qui trovi un articolo sui "ghost artists" di Tex:http://texwillersite.altervista.org/artico... hostartists. htmdove si parla dell'opera svolta da Franco Bignotti sulle prime copertine di Tex. Non so se tu voglia parlarne o meno, comunque ti faccio lo stesso alcune domande:E' la prima copertina che ti modificano è Se la risposta è no, quali altre ?Chi è il tuo "ghost artist" ?

  10. Su Islero, è vero, avrei scommesso su di lui in questo secondo albo, soprattutto dopo la minuziosa preparazione del primo. Comunque una cosa che mi stupisce è proprio l'enorme differenza che c'è a livello di impostazione tra un albo e l'altro, quasi come se fossero stati scritti in due momenti diversi, distanti tra loro temporalmente. E' una cosa che se vera, lo stesso Borden potra spiegarci non appena si rif?ra vivo da queste parti.

  11. Una licenza artistica, che sembrano prendersi sempre più nuovi disegnatori è la smisurata crescita del pizzo del vecchio Carson. I ritocchi sul volto del personaggio attuatti da Spada nell'ultima storia ancora in edicola li ho graditi poco. Peccato, perchè tolti i quattro pards, i suoi disegni sono notevoli.

  12. Immagine postata



    Il "Giallo" e Sergio Bonelli.





    Ma Andy Wilson era innocente ?






    Caccia all'uomo, la prima storia texiana di Sergio Bonelli è un capolavoro di psicologia. Il giovane Andy Wilson è veramente una canaglia, un volgare assassino? L'abilità dell'autore sta tutta nel seminare lungo la pista un insieme di indizi contradditori. Diciamo subito che alcune scene sembrano riabilitare questo tormentato personaggio e se la tesi della sua innocenza fosse vera, Wilson sarebbe una delle tante vittime di una legge "ballerina" come la corda che lo ha impiccato. Altri elementi, d'altro canto, possono far propendere il giudizio del lettore verso un verdetto di sicura colpevolezza. Come il Bronco Lane boselliano, il giovane outlaw dal passato poco limpido, sembra comunque avviato sul cammino della redenzione. Personaggio enigmatico e chiuso, Andy Wilson mette infatti in crisi per la prima volta il fiuto infallibile di Tex, che pare doversi ricredere e rimettere in discussione tutto l'insieme di certezze che aveva maturato sul ragazzo dalla pistola facile. Insomma Wilson sembra davvero sospeso in un limbo di valori a cavallo tra il bene e il male e il tocco geniale di Nolitta, nelle pagine finali della storia, è proprio quello di occultare, fino al giorno del giudizio, quello di Dio, il suo segreto sotto sei piedi di terra.




    Se il "caso Wilson" sembra senza soluzione, diversa è l'archittettura del mistero che si nasconde dietro le malefatte dell'indimenticabile El Muerto, il protagonista di una storia che presenta tutti gli ingredienti tipici di un western alla Sergio Leone. Se Andy Wilson era il biondo con la faccia pulita degli angeli, il messicano Paco Ordonez sembra invece vomitato dall'inferno. Il suo volto è lo specchio della sua anima e parla una sola lingua, quella della sofferenza e dell'odio. Tratteggiato a tinte forti dall'autore e da un bravissimo Aurelio Galeppini, El Muerto è un personaggio molto lontano dai comuni clichè dei fuorilegge dell'ovest americano. E' un uomo perseguitato dall'atroce idea della vendetta, ma non privo di valori, un vilain atipico, che a Sunsetville ha la possibilità di uccidere Tex quando è disarmato e non lo fa, tormentato com'è dall'idea che non ci sarà vendetta se non avverrà nel luogo e con le modalità che lui stesso ha architettato. Inutile dire che nella boot hill della ghost town di Pueblo Feliz, dove accanto a quella dei suoi fratelli Diego e Fernando ha scavato una tomba per il ranger, molte delle certezze accumulate dal lettore sembrano sgretolarsi come un castello di sabbia. Animato da un odio implacabile, ostinato nell'assoluta fedeltà al suo codice d'onore, freddo come il ghiaccio, il messicano, in un tramonto infuocato, al tintinnio sinistro del carillon che darà il via al duello, all'improvviso si umanizzerà, sudando copiosamente davanti all'odiato nemico, sparerà sbagliando il colpo più importante della sua vita, cadendo infine lui stesso nella fossa che aveva preparato per l'avversario.




    La terza storia di Nolitta che presenta delle situazioni ai limiti del poliziesco è Il solitario del West. Questa storica avventura di ambientazione tropicale vede Tex e Kit Willer alle prese con avversari infidi come gli Indios Bravos e i Cuna, ma soprattutto fronteggiare un traditore insospettabile che si cela tra le fila della stessa spedizione scientifica e militare che ha il compito di sondare il territorio per lo scavo dell'istmo. Sotto l'impenetrabile volta della foresta panamense il volto del traditore rivelerà un tipo di nemico decisamente inusuale per il ranger. Nel west ci sono infatti dei valori in cui si può credere, che la civiltà ( dell'est ) che avanza non ha ancora distrutto: è lo stesso Phil Turner ad affermarlo, ma sono valori che si possono anche perdere e questo Tex lo scoprirà solo alla fine della storia, pagando a caro prezzo la sua "ingenuità". Il legame affettivo dell'amicizia gli impedisce infatti di leggere la verità negli occhi dell'antagonista. Se dei quarantaquattro uomini che formano la comitiva, in teoria chiunque potrebbe essere sospettato, lungo il corso della storia è lo stesso Turner a suggerirgli ripetutamente la chiave del mistero. Phil Turner è un essere ambiguo, disgustato dal mondo corrotto della politica, che rimpiange amaramente il west assolato che si è lasciato alle sue spalle, dove i nemici, quando ti affrontano, ti guardano negli occhi. Uno che assomiglia molto agli eroi negativi nati dalla penna di Boselli, a metà strada tra il bianco e il nero.





    Una famiglia trucidata e due enigmatiche parole, "Mountain Meadow", tracciate dall'omicida. Questo è l'enigma che f? da sfondo alla quarta storia poliziesca di Nolitta che vede Tex alle prese con Il vendicatore mascherato. Chi sta massacrando i Mormoni di Cedar City è Solo le rivelazioni di Almon Kirtland, un folle con manie da profeta, alla fine squarceranno il velo del mistero su un episodio avvenuto diversi anni prima. Chi tra Moses Boglum, uno degli istigatori del massacro del 1857 e Alvin Webb, l'unico sopravvissuto deciso a vendicarsi, è il vero colpevole ? E' un interrogativo che Guido Nolitta lascia aperto...





    La quinta avventura che vede Nolitta alle prese con il giallo è stata pubblicata diversi anni dopo, nei primi anni novanta. Di ritorno da El Paso, dove si era recato per una fornitura di coperte militari, Tex passa per Pilares, dove apprende che la casa del Morisco è stata assalita e data alle fiamme da misteriosi uomini giaguaro, guidati da un capo il cui volto è rimasto celato sotto la maschera di Tezcalipoca, il dio dei morti. In questa lunghissima storia intitolata Il segreto del Morisco, che si snoda su cinque albi e ben 585 tavole, Sergio Bonelli ripropone il classico cocktail di crimine e mistero, incentrato questa volta su uno dei tanti antichi culti superstiziosi aztechi che riaffiora con il suo carico di sangue e crudeltà: quello dello specchio fumante e degli uomini giaguaro di Tezcalipoca, ma soprattutto il - giallo - che si sviluppa intorno al contenuto del "codice Muller", i cui due frammenti si trovano divisi in due parti, rendendone di fatto inintelligibile il pericoloso messaggio finale. Quale è I lettori lo scopriranno solo alla fine.





    L'ultima storia di Nolitta, Golden Pass, della quale l'autore ha scritto solo la sceneggiatura del primo albo, rimasta incompiuta alla morte di Aurelio Galeppini che aveva iniziato a realizzarla graficamente e poi ripresa da Mauro Boselli e Giovanni Ticci, contiene un è giallo è con sfumature poliziesche. Diciamo subito che è difficile capire a quale dei due autori spetti l'attribuzione dell'idea originale che vede questa volta nei panni del classico villain una donna insospettabile, Barbara, la moglie di Grayson, il proprietario di mezza Georgetown, che fino alla fine era sembrato il vero responsabile di tutti i misfatti...

  13. Certi cattivi è giusto che periscano, altri specialmente se sono protagonisti di storie memorabili, devono essere mantenuti in vita e riutilizzati in storie successive... certamente non all'infinito, in quanto il loro uso può essere limitato dalla loro tipologia. Penso ad esempio a Proteus. Nizzi l'ultima volta l'ha ripescato con esiti fallimentari... al massimo secondo me può riapparire una sola altra volta nella serie, con una storia finalmente all'altezza, dove possa "rinnovarsi" oppure morire. Il discorso sulla Tigre Nera è lo stesso. Secondo me è giusto che muoia alla fine dell'avventura chiudendo il ciclo, così come si vocifera, a meno che Nizzi non sforni un'altro capitolo memorabile dove possano esserci quelle ottime premesse necessarie per poterlo riutilizzare in seguito. Comunque personaggi di un certo spessore è giusto che abbiano una morte degna della loro grandezza. Penso al Mefisto di Gianluigi Bonelli, divorato dai topi...

  14. Io ho votato per "rivedere i co-protagonisti, amici di Tex" ma senza esagerare. Cosè come di sicuro interesse sarebbe il ritorno di qualche cattivo "doc". Anche il tema del "giallo" potrebbe essere sfruttato maggiormente, senza scadere comunque nella banalit? delle ultime storie di Nizzi che lo hanno trattato.

  15. D'accordo con te Felipe, la storia di per se non è male, ma trattandosi di Tex... Comunque un segno Sergio bonelli ce lo sta dando, dirottando le storie peggiori di Nizzi su un disegnatore ( molto ) poco adatto al personaggio e su una collana fuori serie: i maxi. Perchè a parer mio, i peggiori maxi sono proprio quelli della coppia Nizzi-Diso. Diso sta lavorando su un nuovo maxi, questa volta credo di Faraci. Vedremo come andr? a finire...

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