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TWF - Tex Willer Forum

ymalpas

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Messaggi pubblicato da ymalpas

  1. Letto nel 1988 quando uscì nelle edicole per la prima volta, l'ho recuperato di recente ma devo ancora trovare il tempo di (ri)leggerlo. Va da se che non ricordo molto della storia, anzi mettiamo pure niente, sulla rete i commenti sono stati più che positivi. Parlo solo dei disegni di Buzzelli. Inizialmente, come sanno anche i sassi, la storia doveva essere pubblicata nella serie regolare, poi se ne è fatto un texone gigante per i 40 anni di Tex. Dico questo perchè a vedere le vignette nel formato tradizionale, sembrano davvero uno spettacolo, ma perdono tantissimo in termini di definizione e dettagli una volta ingrandite per l'albo speciale. Con tutto quello che ne consegue.

  2. Sto scrivendo un articolo di prossima pubblicazione, provvisoriamente intitolato " I cattivi di Mauro Boselli ". Vorrei farti qualche domanda e inizio con queste due:1 ) La "minaccia invisibile" è una storia, come ben si sa, non tua al 100 %. Il maestro, personaggio da te ripreso successivamente, può considerarsi un tuo character in quale misura è Cioè nella sua elaborazione sono intervenuti altri sceneggiatori, magari modificandone l'impostazione iniziale ?2 ) Passando dalla prima alla tua ultima storia, noto la straordinaria somiglianza ( almeno fisica ) del tuo Langdon con lo storico reverendo Jebidiah Mercer ( ti rimando alla pagina 16 del tuo almanacco del 2003, non a caso, se non mi sbaglio, anno in cui hai scritto la sceneggiatura della storia ). Cosa hai da dirmi in proposito ?. Se ci stai, mano a mano che procedo con l'articolo, posso farti qualche altra domanda, su altri personaggi. Grazie.

  3. Ciao ragazzi è una vita che sono appassionato di tex e compagni e sono nuovo di questo forum, ma vorrei chiedere una cosa a Claudio Villa che ritengo essere un disegnatore eccezzionale. Quando disegni una cover da che idea parti per trovare la giusta scena che rappresenti l'albo mensile in questione?

    Ricollegandomi anche alla domanda precedente, mi chiedo se non è una vera e propria "cattiveria" nei confronti del lettore riprendere immagini o situazioni tratte dall'albo. Esempio. La copertina della prossima uscita, "Moctezuma", ricorda il Tex di " La cella della morte". Con la differenza sostanziale che sul prossimo albo una bella fetta della trama è rivelata in anticipo, mentre nella vecchia storia di GL Bonelli e Nicol' i lettori erano già da mesi a conoscenza della prigionia di Tex. Ora sembra che eventi come quello di "Morte nella nebbia" si siano avuti solo a causa di un emergenza. Se non sbaglio se ne è anche già parlato, ma tu Claudio non puoi fare proprio nulla per rimediare a questa situazione, sicuramente dettata da una politica della casa editrice, che personalmente trovo assurda e incomprensibile ?
  4. Ma persino in queste, godibili come storie riuscite "per se", ci sono delle situazioni incompatibili a mio parere con la psicologia del personaggio Tex.

    Secondo te, allora, come mai c'è gente che impazzisce per storie come IL SEGNO DI CRUZADO, giusto per fare un esempio celebre?
    Ne conosci qualcuno P :P è Oppure dobbiamo pensare che hai qualche inconfessabile passione segreta per quella storia amena :lol: ?
  5. In questi giorni mi capita di leggere una rara e appassionante discussione sul Tex di Guido Nolitta su un altro forum, dove vivacemente si analizzano le caratteristiche del personaggio, viste da alcuni in parziale antitesi rispetto a quelle proposte dal padre Gianluigi Bonelli. Insomma si sostiene che il Tex che suda o si preoccupa eccessivamente per il figlio ( come accade ad esempio ne ?Il solitario del west? ), ciò che non a torto si può sommariamente riassumere in un eroe molto più umano e decisamente meno infallibile, sia un Tex è strano, anomalo? ?. Guido Nolitta non avrebbe capito lo spirito del personaggio, ne avrebbe volutamente manipolato le caratteristiche essenziali, proponendone al lettore una versione la cui accettazione si troverebbe condizionata solo dal presupposto che le sue storie restino degli ?unicum? nella serie. Lo stesso Sergio Bonelli ha affermato in diverse interviste il suo sentirsi ?diverso? rispetto al padre e da qui la consapevolezza che tutto ciò si ripercuota irrinunciabilmente nelle sue storie e nel personaggio. Recentemente avendo parlato del fattore della ?texianit?? nelle storie, mi viene spontanea la domanda da farti sull'incondizionata validit? di tali asserzioni, vista anche quella che giudico ( e probabilmente mi sbaglio di molto, perdonami ) una lontana parentela tra alcune tue avventure e certe altre di Sergio Bonelli. Anche alla luce delle collaborazioni che hai avuto con lui, di cui probabilmente avremo il piacere di assaporare l'ultimo frutto nel corso del prossimo anno con la storia dei ?Buffalo soldiersè ( se la memoria non mi inganna ), mi piacerebbe sapere quel che ne pensi del suo Tex, senza scadere in giudizi lapidari che ovviamente non possiamo chiederti di esprimere ( per gli altri che leggono non mi sembra ci sia il bisogno di esprimerne le ragioni ). Io ho molto stima della produzione nolittiana e mi ritrovo talvolta critico entusiasta di alcune sue storie e altre volte ( molte meno ) lettore deluso ( la saga degli ?Uomini giaguaro? in primis ). Mi sembra però difficile chiedere a un autore il rispetto assoluto delle caratteristiche di un personaggio così come l'abbiamo conosciuto con G. L. Bonelli. Anzi credo fermamente che l'umanizzazione e lo spessore di drammaticit? che Nolitta ha donato al personaggio ( ad esempio nella storia de ?Il colonnello Watson° ) siano da vedere esclusivamente in termini di arricchimento, senza le quali cioè, molto probabilmente ci ritroveremo in presenza di un personaggio monco e quasi irreale. Quanto è giusto secondo te allontanarsi dal ?prototipo' originale del personaggio immaginato dal suo creatore e come giudichi in termini quantitativi il tuo apporto in termini di innovazioni alla personalit? di Tex, anche rispetto appunto a quello degli altri autori, Nolitta in primis ?Magari poi se potessi darci qualche piccola ( anche piccolissima ) anticipazione sulla storia in preparazione... Il tema mi sembra molto intrigante!

  6. Già una psicologia dannatamente complicata. Io sono propenso a credere che Lisa non avesse molta scelta, anche perchè quando morente dice a Mitch che l'ha salvato perchè almeno questo, al padre, glielo doveva... Sono le parole di una vittima e non di una vedova nera. Credo che il nome di vedova se lo sia scelto lei e proprio in umile ricordo della sua prima vittima, mai dimenticata.

  7. Non se l'? scelto lei, dici ?Oppure se preferisci, ammettendo che il nome non se lo sia scelto lei, per quale altro motivo secondo te Boydon dovrebbe chiamarla vedova è Ti faccio notare che nella storia si insinua che lei sia l'amante del "capo". Insomma, quando ti dico che a Boselli piace scrivere...

  8. Non parlo in tedesco, magari potessi!Lisa è in effetti "la vedova di Anderson". Non è una vedova nera, almeno nel senso classico del termine. Rileggi la storia, guarda i suoi occhi quando, aperto il medaglione, scopre chi è Mitch, il bambino che aveva salvato dalla ferocia dei "regulators". E' una donna ambigua, con una forte personalit?, che non può sfuggire al suo destino. Quando dice: "Se io fossi stata davvero la piccola Lisa, chissà Mitch, forse..."Insomma, "vedova nera", per lei mi sembra un insulto!

  9. Finito di leggere ieri questo texone. Davvero niente male come storia. E davvero niente male anche "La Vedova", fisicamente, it's obvious, ma anche per come è delineata psicologicamente. A Boselli piace giocare con i sentimenti, e in queste pagine lo fa in maniera raffinata e encomiabile. A Boselli piace anche giocare con i lettori. Cosè per esempio ci dice perchè Boydon è l'anagramma di nobody, cioè nessuno in inglese, ma tralascia di specificare perchè la "vedova" si chiama così e si copre il viso con un velo, lasciandoci la possibilità di riflettere a fondo sul personaggio, altrimenti subito dimenticato. Quando lo scrivere non è un mestiere ma una passione...

  10. Non dimentichiamoci una cosa dello stile di Boselli: la sua tendenza a creare figure a metà strada tra il bianco e il nero. Sapete cosa vi dico, la cosa che mi emoziona di più in questa storia è proprio questa, cercare di anticipare le mosse di Boselli e il personaggio che più mi d' da pensare è quel bastardo di Langdon: era da un secolo che non se ne vedeva uno così infernale --> spero solo che non muoia in maniera banale. Quanto a Bronco Lane l'inizio è stato un p? sottotono, è pur vero che Boselli non lascia nulla al caso e state tranquilli che se ci ha parlato di rapina, prima o poi spunter? anche il nome di chi l'ha commessa, e sinceramente nello scacchiere non vedo altri personaggi!Ve lo immaginate Kit Willer col cappio al collo che scopre la colpevolezza dell'amico? Un'abile manipolazione di sentimenti e stati d'animo, ecco è proprio questo che secondo me dobbiamo aspettarci! Per rispondere a Due, Kit Willer è ancora un cucciolo, non è la prima volta che sbaglia, e Tex, stai tranquillo, interverr? quando sarà venuto il momento giusto, per rimettere tutte le cose al loro posto. Questo è il suo ruolo !!!

  11. De nada amigo!Mi faccio sempre un piacere di segnalarvi saggi o pubblicazioni valide e questo libro, pensa un p?, è entrato pure in qualche programma universitario... Potete acquistarlo online qui:www.bol. it --> costo dell'operazione circa 13 euro ( spese di spedizione comprese ).

  12. :P grazie per le risposte Borden!

    Una parte su tutte mi ha colpito, quella del deus ex machina.

    A gennaio "qualche" critica è piovuta per l'albo allora in edicola, contenente un' autentica catena di episodi "pilotati" ( molto male ), come il casuale incontro ( alla fine della storia ) tra Tex e il sindaco Anderson...

    Ma certe cose le vediamo solo noi lettori o tutto sommato è proprio vero che non vi perdoniamo niente e facciamo male a non accontentarciò

  13. Immagine postata


    Storia e storie di Tex

    di Ermanno Detti e Daniela Parolai

    Edizioni Anicia, 1994

    138 pagine

    Prezzo: 10,33 ?



    Per la prima volta un libro di Tex basato sull'analisi rigorosa dei contenuti di quasi cinquant'anni di storie comparse nel fumetto più popolare in italia e in altre parti del mondo.

    Emergono da quest'analisi evoluzioni di umori e di modi di pensare, questioni sorprendenti e impensate che spazzano via le banalit? più volte ripetute su questo personaggio.

    La politica, la religione, la filosofia, il militarismo e l'antimilitarismo, i contesti storici e geografici, la misoginia, un linguaggio singolare e tutto un mondo di riferimenti alla realtà di quasi cinquant'anni di storia fatta di aspirazioni popolari sono effettivamente presenti in Tex.

    Ma come sono cambiati nel tempo tali elementi? Su quali presupposti ideali si basano? Perchè non è corretto chiedersi se Tex è di destra o di sinistra? Quali sono le "regole" a cui deve sottostare un medium destinato al consumo di massa ?

    Gli autori rispondono a queste domande attraverso una documentazione ricca e precisa, utile per chiunque voglia scoprire il segreto del successo di questo albo. Sgombrato il campo dai luoghi comuni, si potr? quindi riaprire il dibattito su Tex partendo da nuove basi.

  14. Si, infatti parlavo di "grado" di immedesimazione, più o meno tutti la diamo per scontata, ma talvolta forse è utile conservare anche un certo distacco dal personaggio, diciamo per " osservarlo dall'alto ". C'è poi il discorso ( credo ) imprescindibile della nostra personalit? che può presentarsi come un grosso ostacolo, specialmente quanto si scrivono le storie di personaggi creati da altri autori, nel tuo caso Tex o Zagor. Ecco la domanda più o meno sarebbe questa: il personaggio è saldamente nelle tue mani o qualche volta ti poni dei problemi, magari su certi atteggiamenti o decisioni da fargli prendere è E se ci sono limiti alla "libertà" che come autore ti poni davanti al personaggio, pur nella continuit? della tradizione, quali sono?Insomma è da qualche giorno che ci giro intorno, ma la domanda vera e propria è questa: quale è il tuo rapporto, personale e intimo, con il personaggio Tex e gli altri pards è Cosa apprezzi e cosa invece ti d' fastidio?Ovviamente come lettore io certe domande provo a fartele: sta a te valutare se vuoi ( e come ) rispondere :indianovestito:

  15. mi ricollego alla domanda di Anthony. A differenza di Bonelli, sono convinto che Nizzi si immedesimi poco nel personaggio Tex ( d'altronde lui stesso non ce lo ha nascosto ). Quale è invece il tuo grado di identificazione nel personaggio è Quanto ritieni utile questo processo nel mestiere di un autore, considerato anche il numero di characters di cui normalmente ti servi è O credi piuttosto che ogni autore dovrebbe garantirsi automaticamente una qualche forma di "distacco" dalla creatura di cui scrive le gesta ?Scusami le domande noiose, dalle risposte forse troppo scontate :indianovestito:

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