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ymalpas

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Messaggi pubblicato da ymalpas

  1. <span style="color:red">11 ore fa</span>, Laramie dice:

    Avete notato che dopo il famoso incidente sugli sci, databile tra il 1974 e il 1975, GLB non scrive quasi più per Galep?

     

    C'era anche  una regola implicita alla Bonelli per cui a un nuovo autore (Nolitta, Nizzi) andasse affiancato un disegnatore veterano riconoscibilissimo dai lettori, e chi meglio di Galleppini? Provate a pensare a"El Muerto" disegnata da un altro disegnatore.

     

    <span style="color:red">8 ore fa</span>, Diablero dice:

    Le storie pubblicate nel 1976 erano state quelle coinvolte in quello "stop", ma se andiamo a vedere gli anni successivi, dal 1977 in poi, vengono pubblicate:

    nel 1977,  815 pagine di GL Bonelli e 505 di Nolitta

    nel 1978, 1297 pagine di GL Bonelli e 23 di Nolitta

    nel 1979, 744 pagine di GL Bonelli e 576 di Nolitta

     

    All'epoca dell"incidente GL Bonelli aveva circa una settantina di anni. Tex vendeva in edicola (inedito mensile) più di 500.000 copie, era cioè nel momento di massimo fulgore. GLB si era stancato e lo stop molto aveva dovuto influenzarlo se non a smettere di scrivere, almeno a rallentare la sua produzione. Qui entra in scena Nolitta, che ha al suo attivo il successo di Zagor (nel 1976 pubblica la storia dei russi, Kandrax il mago e Tigre) e dal 1975 c'è anche Mister No. Sappiamo che Sergio Tex proprio non se la sentiva di scriverlo, anche avendo le altre due testate da seguire. Alla fine degli anni settanta, in attesa dell'arrivo di Nizzi che si materializzerà solo nel 1981 (circa cinque anni dopo), molla del tutto Zagor (nel 1979 aumenta la produzione texiana). Il preteso controllo di GLB sulle sue sceneggiature sono solo frasi di circostanza di Sergio, probabilmente per rassicurare i lettori.

     

    Vediamo la situazione nei primi anni ottanta da un'intervista alla fanzine Fumo di China di Marcheselli e Spiritelli a GLB, per me molto esemplificativa:

     

    E’ stanco di fare il Tex?
    Sono stanco sì. Andrò avanti a scrivere ancora per un anno o due, dopodiché, ho già avvertito mio figlio, basta. Basta ragazzi,per piasée! La mia vita è attaccata alla macchina da scrivere per continuare a sfornare delle storie, e a settantaquattro anni non è che se ne abbia sempre voglia. A proposito, se le interessa, adesso sto scrivendo un episodio che disegna Vincenzo Monti...


    Monti? ‘E il primo Tex che fa?
    Ha già messo le mani in qualche albo, per aiutare i suoi colleghi (Inchiesta pericolosa, nota mia). 

     

    Non sarà quel disegnatore che ha finito l’episodio iniziato da Nicolò poco tempo fa?
    No, quello era Francesco Gamba. Comunque non mi chieda altro sulla produzione perché io mi disinteresso della casa editrice. Quasi non so nemmeno che cosa esce. I l figlio mi manda tre o quattro albi di quelli che escono in edicola, ma io l’unica cosa che faccio è di metterli negli scaffali della mia libreria, insieme agli altri.

     

    Non ci dica così...
    Ma cosa devo fare? A volte non li rileggo neppure, sennò mi sorgono mille dubbi. Spesso mi verrebbe voglia di dire: “Sergio, per favore, l’ultima pagina non mi
    piace, rifacciamola
    ”. Ma so che è impossibile e so anche che quando la sceneggiatura è uscita dalle mie mani non la rivedrò più.

     

    Dopo Fusco passiamo ora a Monti.

     

    <span style="color:red">9 ore fa</span>, Diablero dice:

    Insomma, l'idea che le storie di GL Bonelli "avessero la precedenza" e venissero disegnate il prima possibile (a costo di interrompere la realizzazione di quelle di Nolitta) trova altre conferme, e se fosse vera semplificherebbe molto il problema di capire quando sono state realizzate le varie sceneggiature "non messe nel cassetto".

     

    Ottimo lavoro, di sicuro interesse. Dobbiamo rivedere di molto la teoria delle storie rimaste nel cassetto. Oltre a "Il medaglione scomparso", bisogna andare alle storie che precedono il 300 e cercare di trarne delle indicazioni.

     

    La storia "Uno sporco imbroglio", disegni di Monti, è stata cucita giustapponendo due storie completamente distinte ( quella della truffa ai danni dei navajos e quella del rapimento del banchiere e di sua figlia; la sutura si ha a pag. 8 del n. 293 ). La prima storia che dà il titolo all'albo dura esattamente 73 pagine, la seconda "Gli ostaggi" ne ha invece 82.

     

    Sappiamo che Monti ha iniziato a disegnare le sue storie texiane a partire dai primi anni ottanta (1981), cioè la prima parte di "Inchiesta pericolosa" che copre 127 pagine, dopo le quali subentra Ticci (da pag. 112  del n. 263 "Le terre calde" e disegna più o meno l'ultimo albo che mancava). Perché una storia disegnata a due mani? Monti si era rivelato lento e per mandare in edicola la storia nell'estate 1982 servì affiancargli il veloce Ticci. Ma nella storia si notano comunque due parti, come è stato già fatto notare da un altro forumista, quella di Monti ricca di azione e quella di Ticci in cui l'azione diminuisce e lascia spazio ai complotti di Turpin.

     

    Quando Monti lascia in sospeso questa storia che è chiaro non riuscirà a finire, siamo nel 1982, in redazione gli danno una storia di un albo "Bandoleros" (pubblicata a aprile 1983) e quindi il disegnatore si vede consegnare la parte finale di una sceneggiatura , molto sforbiciata, che Nicolò ha lasciato interrotta per la sua morte: "Un mondo perduto".

     

    Nel 1984 gli viene infine affidata "Uno sporco imbroglio". Sono, come detto, due piccole storie distinte, affidate non a caso a lui. Sono polverose storie rimaste nel cassetto ? La loro lunghezza non ne permette la pubblicazione, servirebbe allora uno Sclavi che in redazione ancora non si occupa di rimettere in sesto e portare a 110 tavole le storie brevi di GLB (come farà in seguito, probabilmente tra il 1985 e il 1987,  con "La città corrotta o "Il medaglione spagnolo"). Si sceglie quindi la strada della cucitura.

     

    Sappiamo che la storia "Geronimo", disegni di Ticci del 1983, contiene una clamorosa svista che esclude qualsiasi serio lavoro di controllo redazionale (il capo Apache Delgadito viene presentato a Tex due volte in due momenti diversi della storia). Sergio Bonelli nella Posta di Tutto Tex si spinge a dire che il vecchio Bonelli aveva scritto le due sequenze a distanza di diverso tempo l'una dall'altra e nello scrivere la seconda si era semplicemente dimenticato della prima.

     

    Insomma tra il 1983 e il 1984 si pubblicano fondi di cassetto (rivisti e completati da GLB alla bell'e meglio o fuse tra loro) oppure abbiamo semplicemente un autore stanco che non riesce più a scrivere storie di 110 pagine o 220 pagine? A quelle già nominate si deve aggiungere "Dinamite" disegnata nel 1983 da Fusco (122 pagine) e la "Luna comanche" di Letteri di 159 pagine, disegnata invece nel 1984. In seguito Sergio trova in Sclavi il supervisore che cercava: sappiamo che nel 1985 a lui è affidata la bozza bonelliana de "La minaccia invisibile". Per circa un biennio lui si occupa di rattoppare le storie di GLB (gli succederà poi per un breve periodo Nizzi), molto probabilmente a partire dal numero 300, in previsione della loro uscita in edicola. Ma neanche Sclavi può fare miracoli, "Il medaglione spagnolo" resta così nel cassetto almeno per qualche anno.

     

  2. Ufficialmente l'ultima storia di Gianluigi Bonelli è stata pubblicata nel numero 364 intitolato "Il Medaglione Spagnolo".  Sappiamo che si tratta di una storia sceneggiata, come ha recentemente raccontato Carlo Monni, intorno al 1986 con il titolo provvisorio "Il segreto della Sierra Madre" (che era stato usato appena tre anni prima per un precedente albo di Tex), rivista e corretta da Tiziano Sclavi e poi affidata a Letteri che la illustrò probabilmente nel corso del 1988. La storia, ricca di imperfezioni, rimase quindi nel cassetto per qualche anno finché un titubante Sergio Bonelli non si decise a pubblicarla nel 1991, con tanto di prefazione iniziale. E' una delle rarissime storie di cui non si trovano tavole del disegnatore nel mercato del collezionismo, probabilmente perché non fu mai riconsegnata dall'editore a Letteri, forse a causa della sua lunga giacenza in Via Buonarroti. 

     

    Letteri, che dal tardo 1987 smette di illustrare le storie di Nizzi, sempre nel 1988 illustra anche la penultima storia glbonelliana "Terra violenta". Si tratta di una piccola storia a sfondo storico (Skagway e Soapy Smith) che stavolta è Nizzi a rivedere in via di una pubblicazione  che avviene a partire dal febbraio 1989: "In una delle ultime storie che scrisse, Terra violenta, che dovetti leggere e rivedere in sceneggiatura, Tex e Carson vanno in missione a Skagway insieme a Gros-Jean. Nella versione di Bonelli con loro c'era anche Tiger Jack, che in tutta la storia non aveva alcun compito specifico e il suo contributo al dialogo era un "Ugh!" pronunciato una sola volta. Ne parlai con Canzio e togliemmo Tiger". Il fatto che sia Nizzi e non Sclavi a correggere la sceneggiatura, sembrerebbe suggerire che questa storia sia una delle ultime scritte da GLB, se non proprio l'ultimissima. Siamo verosimilmente nel 1987 o nel primo semestre del 1988.

     

     

    aAkMBzy.jpg

     

     

    Al periodo sclaviano, quindi precedente, appartiene invece la storia "La città corrotta" che Civitelli inizia a disegnare alla fine del 1986 o nei primi mesi del 1987. Anche in questo caso il titolo di lavorazione, "New Orleans", puramente indicativo della location, era già stato usato negli anni sessanta per un albo di Tex. L'albo è bonelliano per circa tre quarti e sclaviano per il resto. Cioè Sclavi sceneggia le pagine mancanti e come è ravvisabile anche dall'immagine postata in alto interviene per correggere i dialoghi scritti da Bonelli padre. La storia funziona, è quindi affidata a un giovane disegnatore, Civitelli, che come Letteri è chiamato dalla redazione a disegnare le ultime storie bonelliane. 

     

    La precedente storia illustrata da Civitelli è infatti "Gringos" che lui disegna nel 1986. Sappiamo poco di questa storia, che sicuramente è stata rivista da Sclavi. Quest'ultimo si occupa anche della bonelliana "Il ranch degli uomini perduti" che un altro disegnatore giovane, Claudio Villa, inizia a disegnare nel tardo 1985. 

     

    Tra il 1984 e il 1985 vedono la luce altre due storie di Gianluigi Bonelli: una è "Tex 300" disegnata da Galep e revisionata da Sclavi, l'altra è una storia "La minaccia invisibile" nata da un soggetto di Mauro Boselli e Giorgio Bonelli che Letteri disegna nel corso del 1985 e a cui GLB partecipa in maniera marginale. Sempre Sclavi si occupa di rivedere la parte di sceneggiatura da lui scritta, che è rintuzzata in quelle parti che aveva ridondanti. Anche di questa storia non si trovano tavole del disegnatore in vendita.

     

    Al 1984, come disegni, appartengono anche le storie "Uno sporco imbroglio" di Monti e "Luna comanche" di Letteri, Del 1983 è invece "Il carro di fuoco" di Ticci e "La foresta pietrificata" di Letteri. Queste storie appartengono probabilmente come sceneggiature al periodo in cui sono state disegnate e mostrano l'esaurimento della vena creativa di GLB.

     

    Questo è quanto mi sento di supporre sulle ultime sceneggiature glbonelliane di cui abbiamo parlato tante volte in altre discussioni: un argomento importante che però meritava un suo spazio a parte. Con i contributi di tutti speriamo di poter far luce su questo travagliato periodo.

    • Grazie (+1) 1
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  3. 20 ore fa, Diablero dice:

    Lily serve a Nizzi non solo per resuscitare Mefisto, ma anche per scrivere un personaggio più nelle sue corde (la vecchia avida arrampicatrice sociale quante volte si è vista in un giallo?)

     

    Sappiamo che l'incipit è preso pari pari dalla sceneggiatura del "Cagliostro" glbonelliano. Ci ha messo Lily, un personaggio sfumato, apparso in qualche striscia quasi cinquant'anni prima. Qual'era nelle intenzioni di GLB il personaggio di Lily? La pin-up sensuale, una marionetta nelle mani del fratello, una fatina che incantava il pubblico durante i suoi spettacoli, abbastanza spregiudicata da corrompere e sedurre il primo ufficialotto. In qualsiasi modo Nizzi l'avesse ripresa per te sarebbe stato sbagliato. ma quello è il personaggio e Boselli tale e quale l'ha ripreso sia nella sua versione giovanile (nuova serie) sia in quella da quarantenne.

     

    20 ore fa, Diablero dice:

    Lily è un personaggio "sbagliato" perchè, in una storia con Mefisto, sminuisce Mefisto. Se si voleva farla tornare era meglio farelo in una storia separata, con una sua vendetta separata

     

    Così stai bocciando anche l'ultima di Boselli, dove il personaggio ha una sua autonomia e non fa ombra a Mefisto, anzi è il tassello che ne permette la sconfitta finale dopo l'effimero trionfo. E da sola ha tutte le possibilità di ritornare, se abbiamo interpretato bene le pagine finali dell'ultima storia. Per Boselli Lily è ancora una risorsa, altrimenti avrebbe potuto facilmente sopprimerla.

     

    20 ore fa, Diablero dice:

    GL Bonelli non spiegava le cose tre volte. A volte non le spiegava proprio, te le lasciava immaginare. Ma se usavi l'immaginazione, te le diceva. E per me ce lo ha detto come è morta Lily.

     

    No, non lo ha detto. La frase di kit può essere intesa in mille modi, oltre all'epitaffio. E il Mefisto in cerca di vendetta dal numero 39 in poi nemmeno si ricorda di aver avuto una sorella. Che nel numero 4 era un personaggio che arrancava, una femmina debole, prossima alla soglia della tenebrosa follia. Si ricorda invece di avere un figlio, un ingenuo da manipolare e da plasmare facendone il suo duplice. E gli affianca Loa che ne "Il figlio di Mefisto" sostituisce idealmente nella nuova coppia criminale proprio la sorella Lily, con la differenza che Loa è una femmina diversa, una figura guidata dall'odio e mossa dalla vendetta. GLB un personaggio ombra lo inserisce quasi sempre: come spalle abbiamo prima Lily, poi Padma, poi il barone, quindi con il figlio Yama c'è Loa, c'è Manuela e Matias, c'è infine Aryman. Non si sfugge alla regola.

     

    20 ore fa, Diablero dice:

    Lily è morta e Mefisto considera responsabile Tex. Forse è stato Mefisto stesso a ucciderla o causare la sua morte e per questo il suo primo piano era che Tex li uccidesse.

     

    Come idea non sarebbe stata male. Ma c'è solo nella tua fantasia. Di vero c'è invece che Nizzi ha colmato una lacuna di Bonelli, che non si curava troppo nel dire ai lettori che fine facessero certi suoi personaggi. E su questo terreno vago si sta inserendo benissimo Mauro Boselli con le storie che sta raccontando nella nuova serie. Quando arriverà il momento, cioè alla guerra messicana, sono sicuro che lui avrà modo di spiegare come e perché Lily abbia fatto perdere le tracce per così tanto tempo e perché fratello e sorella non abbiano più incrociato le loro strade se non nelle storie pubblicate dopo l'anno duemila. Una sfida per raccontare nuove storie, che gli autori devono cogliere e non lasciare decadere.

     

     

    Il 31/5/2023 at 11:08, ymalpas dice:

    Le fonti modello della Tigre sono diverse e in primis lo è Mefisto. Forse la redazione aveva chiesto a Nizzi di scrivere una storia con un grande cattivo che ancora mancava nel suo repertorio. Nizzi pensò subito a una nuova storia di Mefisto ma Sergio gli mise l'alt.

     

    Quoto queste mie righe per chiedermi che storia di Mefisto avrebbe scritto Nizzi nel 1988 invece che nel 1996. Della depressione che lo colpì nel 1992 e che durò circa sei mesi (la fase acuta appena due), l'autore ha avuto modo di dire che negli anni successivi ci furono degli strascichi importanti, che riguardarono alcune storie che nascono bene e finiscono male (Yukon selvaggio, Yucatan, la seconda della Tigre Nera sono solo alcune delle indiziate, oltre alla storia di Mefisto dove dopo il primo ottimo albo Nizzi non capisce più niente).

    • +1 1
  4. <span style="color:red">10 ore fa</span>, Diablero dice:

    @Ymalpas, non conosco tutti i casi che citi, ma in quelli che conosco si tratta genericamente di "seguiti" o di personaggi semplicemente ritenuti morti che riappaiono. Ma io non sto parlando di questo

     

    No, era chiaro fin dall'inizio, non ho fatto tue citazioni infatti, anche se ho preso spunto dalle tue deduzioni. Il mio interesse era solo mostrare che di "ritorni" è zeppa la letteratura popolare. E che anche su Tex sono frequenti (e su Zagor ormai vediamo solo quelli, pensa al vampiro morto e resuscitato in mille maniere e oggi prigioniero sotto i ghiacci, ma sarà morto?)

     

    Per il resto la penso come te, come ho già specificato nel mio precedente messaggio, per cui ho poco da aggiungere. Se un personaggio è morto, è inutile riportarlo alla luce specialmente se la storia è banale come l'ultima di Ruju che abbiamo letto.

     

    <span style="color:red">10 ore fa</span>, Diablero dice:

    il caso di Loa invece è una conferma completa della mia tesi. Era una terrificante "mambo" quasi al pari di Yama, crudele e vendicativa, "il figlio di mefisto" è la storia della vendetta DI TUTTI E DUE, e lei a differenza di Yama si vendica. Nizzi la fa tornare come una banale cartomante da paese, povera e avida di denaro... un altro dei tanti, tantissimi, troppi personaggi di GL Bonelli sputtanati e rovinati da Nizzi

     

    In effetti hai ragione, la rivediamo nel numero 501, e dire che GLB avrebbe potuto riprenderla in una delle due storie che scrisse in seguito. E' chiaro che Nizzi la inserisce tanto per far contenti i lettori, in quella storia ha poco da dire e resta infatti un personaggio di contorno di cui si dimentica presto. E' vero che la banalizza ma il danno non mi sembra tanto, insomma non la inserirei tra i personaggi rovinati da Nizzi. Che in quella stessa storia recupera però Lily Dickart, le dà nuova vita, e qui ha almeno il merito di aver permesso a Boselli di inserirla tra i personaggi dell'ultima trilogia, nonchè nella nuova serie. Che dire invece di Barbanera? Anche questo è un personaggio irriconoscibile rispetto al personaggio bonelliano. Complice anche la caratterizzazione efficace di Villa diventa definitivamente simpatico. Boselli lo sta riprendendo dicendo che lui si rifarà al vecchio lupo di mare degli anni settanta.  Nizzi riprende anche personaggi minori, come il nolittiano Manuel Pedroza  e ne "la leggenda della vecchia missione" certo non possiamo dire che lo rovina. La stessa cosa per il Carnicero, preferisco la storia di Nizzi a quella di Bonelli, uno dei rari casi.

     

    <span style="color:red">10 ore fa</span>, Diablero dice:

    La morte "finale" [di Thunder] non vale quella originale e la storia non si avvicina nemmeno al livello de "il passato di Carson". A parte le osservazioni sulle incongruenze fra i due Thunder fatta nel thread apposito, prima moriva in un capolavoro, adesso è morto in una storia "debole"..

     

    Ma questo perché una volta che riprendi un personaggio è perché ha lasciato un segno e riuscire a fare qualcosa di meglio non è un problema che ha solo Nizzi. L'ideale sarebbe partire da personaggi che apparentemente morti, come Wasape o Wolfman, possano essere costruiti tassello dopo tassello in nuove storie magari migliori delle precedenti, fino a farli diventare come la Tigre Nera o Nick Castle (che non è mai morto), cioè degli antagonisti di sicuro spessore, ricorrenti. E' una delle vie del fumetto.

     

    <span style="color:red">10 ore fa</span>, Grande Tex dice:

    Dire che la Tigre Nera é presa da Sandokan é abbastanza assurdo,i due personaggi hanno un background simile questo non rende la Tigre Nera una copia di Sandokan?

     

    Qui ti sbagli, l'ispirazione è palese, anche se Nizzi pur riconoscendola ha affermato di non aver pensato di primo acchito a Salgari e a Sandokan. Le fonti modello della Tigre sono diverse e in primis lo è Mefisto. Forse la redazione aveva chiesto a Nizzi di scrivere una storia con un grande cattivo che ancora mancava nel suo repertorio. Nizzi pensò subito a una nuova storia di Mefisto ma Sergio gli mise l'alt. Per due motivi, il primo era che il vecchio GLB accarezzava sempre l'idea di scrivere un'ultima storia di Mefisto (magari con Mauro Boselli ad assisterlo?), ne parlava spesso, il secondo è che l'editore era rimasto scottato dalla precedente avventura. Cosa fa allora Nizzi? Si dice tra se e se che farà una nuova storia di Mefisto senza che questo si chiami Mefisto. Inizia a studiare il personaggio: la prima annotazione che fa è che deve essere un mattoide. Poi deve avere grande fascino. Non deve affrontare Tex direttamente ma tramite i suoi scagnozzi, pensa all'inizio a una setta di cinesi o negri (e quindi ad altri classici bonelliani), che il nuovo personaggio possa soggiogare con la sua mente. A tutto questo bisogna aggiungere un abbigliamento particolare che sia molto appariscente e teatrale. Vi ricorda qualcuno? E' proprio la Tigre Nera. In un secondo momento pensa a delle motivazioni psicologiche e qui entrano in scena le sue reminiscenze salgariane. Infine resta l'ambientazione e proprio in quegli anni dominano negli schermi televisivi le avventure di Indiana Jones. Nasce così la prima storia della Tigre Nera.

     

    <span style="color:red">12 ore fa</span>, ymalpas dice:

    per esempio mi ha lasciato dubbioso il Coffin boselliano nella nuova serie

     

    Mi autoquoto. Questo è un caso su cui all'inizio ero proprio ostile al cambiamento. La prima storia non censurata di Coffin vede Tex nelle vesti di un giustiziere mascherato. La fonte di ispirazione del primissimo Tex sono i personaggi presi dalla letteratura di inizio secolo da Fantomas a Zorro (ma sono davvero una miriade). E' proprio la prima storia di Tex, il personaggio come andrà a delinearsi nelle storie successive è già un altra cosa. Nei primi anni sessanta il figlio Sergio con la censura cambia il senso della storia. Quando a Boselli sono commissionate le storie della nuova serie che può fare? Rispettare la primissima storia di Bonelli padre nello spirito che questa aveva prima della censura oppure seguire la strada indicata da Nolitta, cioè cercare di uniformare, cioè smussare quegli angoli che, ormai datati, rappresentano ormai una contraddizione? Succede così che Coffin non muore così tragicamente nell'incendio. Per i lettori della fine degli anni quaranta quella storia doveva apparire molto adulta nella sua brutalità, anche se i giovani di allora molto più di noi erano familiari con quella letteratura di inizio secolo. Oggi è preferibile la rivisitazione, con Boselli che se non vuole tradire lo spirito di quelle storie si permette comunque qualche piccolo cambiamento in nome del realismo, anche se sa già che non accontenterà tutta  la platea dei suoi lettori (molti dei quali non seguono il giovane Tex Willer proprio per questo motivo).

    • +1 1
  5. Nella letteratura popolare è avvenuto di tutto. Ponson du Terrail, autore oggi dimenticato, creatore del fortunato personaggio di Rocambole (che sopravvive nell'aggettivo "rocambolesco"), sulla figura del quale incentra tutta una lunga serie di romanzi, a un certo punto immagina che il suo antieroe finisca i suoi giorni nel bagno penale di Cadice dopo essere rimasto sfigurato. Nel 1865, Ponson decide di ritornare sui suoi passi e immagina un seguito nel romanzo "La resurrection de Rocambole" e il personaggio ritrova d'incanto la sua giovinezza e un viso incantevole. Sono risorti nell'ordine il Doctor Who, Sherlock Holmes e Harry Potter. Nel 1993 non si salva nemmeno Superman. Pensa a Sclavi e alla sua storia molto discussa di Hellingen su Zagor. Su un altro piano, il personaggio Long John SIlver da "L’Isola del Tesoro" ha vissuto una trasposizione cinematografica in una serie TV nella quale lo si immagina un' impenitente checca, diventa cioè veicolo di propaganda di rivendicazioni omosessuali. Su Tex, Nizzi all'inizio ha un pochino abusato con El Carnicero, Zhenda e se vogliamo anche Barbanera, ma lo stesso GLB aveva salvato anni prima dai flutti Yama e Loa. Mauro Boselli ha ripreso il personaggio di Thunder dopo aver affermato per anni e anni che era morto e sepolto nel crollo della galleria. Si appresta a farlo con un personaggio, la Tigre Nera, che si era sfracellato su una roccia e che Nizzi riteneva definitivamente morto. E la storia di Wolfman, che è vivo, come recita lo sfortunato titolo dell'albo di luglio 2023, è la storia dell'ennesimo risorto. Una storia, per me, andrebbe giudicata per il suo valore al di là dei ripescaggio un po' sopra le righe, come se la nuova storia di Sumankan che leggeremo da ottobre dovessimo lasciarla in edicola solo perché quel dato albo di Tex aveva avuto quel finale. La Zhenda di Nizzi non vale la storia originale bonelliana, ha un finale molto deludente e lo stesso autore è stato il primo a riconoscerlo, ma contestarla sulla base di una profezia forse è spingersi un po' troppo in la. Premetto che in linea di principio io la penso più o meno come te, oggi serve molta più cautela e rispetto, mi rivolterebbe una ripresa del personaggio di Proteus o per esempio mi ha lasciato dubbioso il Coffin boselliano nella nuova serie, ma le pretese di oggi in quel lontano 1987 però non dovevano essere al centro dell'interesse dell'editore e dell'autore e questo dobbiamo avere l'onestà intellettuale di riconoscerlo.

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  6. 17 minuti fa, Jeff_Weber dice:

    Comunque ci godremo Rick Master. Ma la storia sarà scritta da @borden oppure l'ha affidata ad altri ?

     

    È in lavorazione dalla primavera 2019, cioè da più o meno tre anni. Se non sarà il maxi autunnale, leggeremo la storia l'anno prossimo. In tre anni Benevento quel numero di pagine te le disegna, ma c'è Diso da smaltire.

     

    PS. Naturalmente la storia è di Borden.

  7. <span style="color:red">15 ore fa</span>, Diablero dice:

    Non so come Ynalpas ha intenzione di fare le semifinali, ma suggerirei di "mescolare" le annate per impedire che per esempio che in una semifinale ci siano 1969, 1971, 1972 e 1973 mentre in un altra se la giocano solo storie di Nolitta e Nizzi... 

     

    Chiedilo al mixer! 😂

     

    Rispondendo seriamente le semifinali dovrebbero darci un'idea della:

    a) migliore annata bonelliana

    b) migliore annata post gl bonelli.

     

    Cioè migliore annata Nizziana? Non è detto, in campo c'è anche Boselli (e Ruju). Non è poco, se permetti, ci sarà da divertirsi!

  8. <span style="color:red">3 ore fa</span>, Mister P dice:

    - A Sud di Nogales che nella prima parte riprende una sceneggiatura abbandonata e addirittura già disegnata in parte (ma perché?) integrandola con un finale nuovo;

     

    Si trattava di un cartonato, speciale che poi non si fece. La storia di Galep finì su Condor Pass e quella di Ticci fu abbandonata e ripresa solo anni dopo perché serviva una breve storia per il numero 199, ripresa e adattata, con Ticci che disegnò le tavole che mancavano.

  9. Sempre alla ricerca di curiosità su Tex mi sono imbattuto in una versione pirata dell'ultimo Tex Willer nel cui titolo lo si spacciava addirittura a colori. Incuriosito l'ho scaricato e... sorpresa! E davvero tutto a colori! La colorazione sembra amatoriale ma non è poi così malaccio e soprattutto quando è uscito l'albo nelle edicole? Quello che mi stupisce è che nel mondo della pirateria sembrano sempre un passo avanti rispetto alla stessa casa editrice che pure avrebbe mezzi importanti. Posto una tavola a caso per giudicare l'effetto. Ovviamente da vero texiano, legato al prodotto editoriale cartaceo rigorosamente in b/n, non ti chiedo cosa ne pensi, anche per me resta una bruttura!

     

    HKWeSq4.jpg

  10. in questo secondo sondaggio si votano le storie bonelliane degli anni sessanta, cioè le ultime pubblicate negli albi a striscia e le prime apparse sul formato gigante (e comunque concepite inizialmente per il formato a striscia)

     

    Sono ammessi voti multipli, cioè si scelgono fino a tre annate tra quelle proposte.

     

    Il sondaggio chiuderà martedì prossimo.

     

    In basso il tabellone con le storie pubblicate anno per anno.

     

     

    xG3SkSa.jpg

    1960, 1965 e 1969 per me.

  11. Il sondaggio per votare, per ogni decennio, la migliore annata di Tex.

     

    In tutto ci saranno sette sondaggi preliminari che qualificheranno alla fase finale 21 annate.

     

    Questa volta votiamo le annate dal 1948 al 1959. 

     

    SI POSSONO IN TUTTO  DARE FINO A TRE VOTI.

     

    Buon voto!

     

    Il sondaggio chiude lunedì sera.

     

    Per vedere le storie di ogni annata clicca sull'immagine sottostante per ingrandirla.

     

     

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  12. Comunque Ruju ha già dimostrato di sapere scrivere grandi storie di Tex. Quello che mi sconcerta è l'alternanza con storie come questa, come lui passi da registri alti a soluzioni improponibili come questo mese. Una storia che è nata anche per colpa mia, il giorno in cui mi lanciai in un gioco sul scrivere soggetti brevi per Tex che magari in via Buonarroti chissà! Marco ha avuto una bella idea per una (bella) storia breve, il buon Ulzana ne ebbe una che non ha accontentato tutti ma che a me è piaciuta. A Carlo Monni nonostante il mezzo passo falso di Manuela Montoya, chiedo sempre di farsi avanti con nuove proposte. Con Barbanera tutto sommato positiva la prima storia, ma questo soggetto non so come Boselli glielo abbia approvato. I difetti ci sono tutti, il soggetto è vero che non lo conosco, ma che sia tutta colpa di uno svogliato Ruju?

  13. Ho letto il secondo albo solo questo pomeriggio, da parte mia poca attesa per questa parte finale, 110 pagine lette con poca voglia. Non ci siamo, storia che a tratti è una parodia, con scelte ridicole o sconclusionate, personaggi farseschi, situazioni surreali, soluzioni caratterizzate da troppa faciloneria. Ma davvero c'è qualcuno qui dentro che se l'è fatta passare ? Da dimenticare o da ricordare tra gli episodi assolutamente dimenticabili della serie intera. Dell'insieme quello che resta di autenticamente bonelliano è proprio la card in PVC in "omaggio". Tra aprile e maggio dieci euro spesi per questa roba, insomma, alla SBE sono dei maghi.

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  14. <span style="color:red">31 minuti fa</span>, valerio dice:

    Se il metro sono gli spunti, allora Galep che ha copiato tutte le copertine come dovremmo giudicarlo?

     

    Non spunti, soggetti veri e propri. La decadenza di Nizzi andrebbe giudicata anche tenendo conto di questo fattore, nel senso che non si è sforzato molto le meningi, anche questo segno di molto attaccamento al personaggio.

  15. Bisognerebbe citare tutte le storie in cui GLB ha mortificato il personaggio di Tex. Così di primo acchito mi viene da pensare al povero portiere del Golden Gate, l'albergo di New Orleans ne ''La città corrotta'', ucciso dagli sgherri di Rod Rever per aver parlato con i due pards. Ma sappiamo che quella scena non è farina del sacco bonelliano, ma un'aggiunta di Sclavi.

     

    Nizzi andrebbe giudicato sulla base delle storie scritte fino alla crisi del 1992. Gli fu chiesto di continuare e non ha avuto più brillanti idee. Non si contano da allora i soggetti suggeriti da disegnatori come Villa e Civitelli o altri della redazione (per esempio la storia di Boston) che contano tra le sue storie meglio riuscite, i soggetti riciclati da sue vecchie storie del Giornalino, i plagi come nel caso della pur bella avventura di Nuvola Bianca, i soggetti di Traversa dai primi anni duemila in poi, i suggerimenti che gli giungevano dai lettori da Torino (Guarino) a Palermo. Ci sarebbe da analizzare storia per storia cosa è di Nizzi e cosa nasce su impulso esterno, credo che le sorprese non mancherebbero. E vedere cosa è riuscito a tirar fuori da quelle idee.

     

     

  16. 5 ore fa, Barbanera dice:

    Sergio e Canzio, tutt'altro che due sprovveduti...

     

    A sentire Nizzi che rimprovera ai due la clamorosa figuraccia del numero 450 dobbiamo dedurne che, se non sprovveduti, fossero almeno distratti. Sappiamo in realtà come l'errore, anche quello più marchiano, possa sfuggire agli occhi più attenti. La verità, temo, stia nel mezzo, come sempre avviene. Il controllo sulle sceneggiature di Nizzi che nei primi anni era stato attento, per stessa ammissione dello sceneggiatore, col tempo si sgretola. Negli anni novanta, il controllo è di sola routine. E quando ci si mettono è che che bisogna dare delle risposte al Codacons, cioè censurare il 458, il 476, la copertina del Texone di Milazzo ecc, stare attenti a che Tex non fumi troppo, ma non che si cali le braghe.

     

    5 ore fa, Barbanera dice:

    Nel frattempo un certo Boselli scrive una bellissima storia, il passato di Carson, che Nizzi ha SEMPRE ELOGIATO

     

    In realtà sappiamo solo che ne aveva detto del bene a Sergio quando fu pubblicata e questo lo sappiamo dallo stesso Mauro Boselli. Pubblicamente invece Nizzi non ha MAI speso una parola positiva per l'opera di Boselli, ne ha sempre e solo sparlato. 

     

    5 ore fa, Barbanera dice:

    Successivamente, la Casa Editrice capisce che a un Nizzi "classicista e lineare" va affiancato un talentuoso quarantenne, che scrive un Tex decisamente diverso sia da quello di Nizzi ma anche da quello di Glb.

     

    Altra idea tua. Nizzi torna in campo nel settembre 1992 dopo il periodo di crisi, chiede a Sergio di non essere più lasciato solo. Degli autori che in quel periodo hanno scritto delle storie per i disegnatori che erano rimasti in attesa, solo Boselli è arruolato. Ma Boselli è chiamato a tappare i buchi. Cioè a scrivere le storie per il nuovo speciale (l'almanacco del west 1997, 1998, 2000) mentre il Texone, prestigioso, resta a Nizzi ( unico caso, quello di Font con cui lui si rifiuta di collaborare). È pur vero che Boselli continua a scrivere per la serie regolare ma solo per i disegnatori con cui Nizzi non vuole più collaborare (oltre a Font, Marcello, Letteri, inizialmente anche Ortiz, per il quale Nizzi poi si ricrede e se lo riprende). Altro che talentuoso autore riconosciuto! 

     

    5 ore fa, Barbanera dice:

    L'innesto di Boselli a Nizzi dà col tempo sui nervi, umanamente lo si può capire. A nessuno che si considera prima donna fa piacere essere accostato ad uno più giovane o, peggio ancora, essere messo in discussione

     

    Altra tua fantasticheria. Il fatto è che negli anni novanta Boselli inanella una serie di capolavori, che godono del plauso popolare e della critica, mentre Nizzi fa sbadigliare. Ma lui non si mette mai in discussione, ne allora lo mette in discussione la casa editrice. C'è solo gelosia. Umana gelosia.

     

    5 ore fa, Barbanera dice:

     Si rimette a scrivere piuttosto bene, le sue storie ultime non dispiacciono ai lettori.

     

    Io non sono un antinizziano. Dell'ultimo Maxi ho detto anche era una lettura godibile. Anche perché negli ultimi vent'anni alle rigorose sceneggiature boselliane  sono succedute storie di Faraci, talvolta Ruju, Manfredi che impeccabili non erano. L'asticella si è abbassata di molto. Ma devo confessarti che se io mi fossi trovato al posto dell'Editore storie come questo Maxi, per la loro faciloneria, le avrei rispedite al mittente senza se e senza ma. Difatti ho scritto che non meritava in alcun modo la serie regolare. Io sono cresciuto con il Tex di GLB, di Nolitta e del primo Nizzi, a cavallo degli anni settanta e ottanta, cioè quando andavano in edicola storie per le quali non occorreva ''spegnere il cervello''. Poche storie su questo.

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  17. 1 ora fa, Diablero dice:

    Oltretutto, Boselli (come poi ha dimostrato) era prolifico e veloce. Poteva tranquillamente fare quello che Nizzi aveva sempre chiesto prima della crisi: "dargli respiro" scrivendo lui la maggior parte delle storie.

     

    In un'intervista del 2002 concessa alla Gazzetta di Modena, al giornalista che gli chiede se per lui ci sono dei sostituti in vista, Nizzi risponde: "Nessuno. Non so insegnare e sono troppo geloso del mio lavoro". Cioè, Boselli non lo vede nemmeno. Eppure è un autore che a quella data conta quasi 25 storie pubblicate solo sulla serie regolare. Però Nizzi si vede solo, l'unico depositario del verbo bonelliano.

     

     

    1 ora fa, Diablero dice:

    sarà anche vero che A PAROLE Sergio Bonelli gli raccomandava di scrivere come GL Bonelli... ma Nizzi se ne è sempre fregato.

     

    "Nel genere western il grande Gian Luigi Bonelli, il papà di Tex, diceva che ci sono 10 canovacci; su quelli si lavora".  Sarà vero che GL Bonelli l'ha detto o sarà l'ennesima invenzione di Nizzi? In ogni caso Nizzi si è sempre presentato alla stampa come un esperto conoscitore della materia e del modus narrandi glbonelliano, mentre Boselli per lui è uno che non sa scrivere Tex, anzi come dice a quelli di UBC nel 1998: "Nelle sceneggiature di G.L.Bonelli, come nelle mie (ma anche in quelle di Sergio Bonelli), Tex è assolutamente centrale nella storia. È lui il protagonista indiscusso. Tutto gira attorno a lui, anche i cattivi. Tex è la colonna portante della narrazione. Questo nelle storie di Boselli non avviene [...]Tex si vede rubare la scena e passa in secondo piano. Per me è un errore. A lungo andare potremmo pagarlo con l'appannamento del personaggio e la sua perdita di carisma". Ne è inconsciamente convinto, Boselli è la rovina di Tex così come è convinto di aver fatto meglio dello stesso GLB. A proposito di "Fuga da Anderville" avrà a dire che l'aveva scritta dopo una lettura di "Tra due bandiere", storia cioè che l'aveva deluso e che andava riscritta. Ci ha pensato lui e diciamo che gli è andata bene perché è anche la sua storia migliore, ma questo è un altro discorso.

     

    L'altro punto fondamentale della sua critica al Boselli curatore è l'assegnazione dei disegnatori. Per lui chi disegnerà la SUA storia ha la sua vitale importanza. Su questo punto proprio non ragiona. Questo bisogna dire che lo affermava già vent'anni fa, cioè lo diceva anche in tempi non sospetti. Quando deve scrivere una storia, prima guarda per chi deve scriverla, le caratteristiche del disegnatore gli suggeriscono il genere e gli elementi che dovranno figurare nella sua prossima sceneggiatura, questo il succo del discorso per lui. Per esempio, per la storia "La locanda dei fantasmi", uno dei suoi primi gialli (su cui Sergio Bonelli ebbe a ridire mettendogli l'alt), Nizzi racconta: "All’epoca in cui scrissi La locanda dei fantasmi si era soliti alternare a storie classicamente western (guerre indiane, guerre sui pascoli, banditi che assaltano banche o treni) una di queste storie “strane". Sapendo che avrei scritto la storia per Guglielmo Letteri, pensai di creagli una storia di cupa atmosfera con punte di “giallo”, in cui era particolarmente versato".

     

     

    1 ora fa, Diablero dice:

    A parte il ritratto davvero insultante e il disprezzo per Tex e i suoi lettori che trasuda da ogni intervista, questa è una DICHIARAZIONE DI INTENTI: torna su Tex per dare finalmente al lettore texiano quello che vuole: basta intrecci, basta dover pensare, basta avventura, basta emozioni (che fanno male alle coronarie, alla loro età...), ma solo bistecche, patatine, satanasso, tizzone d'inferno, e pagine e pagine di bang bang bang per conciliare il sonno mentre l'infermiera gli leva il catetere...

     

    Sul rapporto con i lettori purtroppo, anche per esperienza personale, devo dire che hai proprio ragione. Non perde occasione di parlare male di quelli che hanno un approccio critico alla lettura di Tex, da cui si difende tirando fuori le unghie. Sempre dall'intervista che ho citato sopra estrapolo un breve passaggio: "Non mi occupo dei maniaci che cercano il pelo nell'uovo. Le critiche intelligenti le accetto. L'altro giorno, ad esempio, è entrato in redazione Gino Strada, il fondatore di Emergency, che scherzosamente ha fatto notare alcuni punti deboli dell'ultimo Texone (Kubert o Brindisi), il volume speciale. Però io tengo soprattutto al lettore medio. E' lui che in fondo dà una coerenza non solo di stile ma anche di carattere a Tex e ai suoi personaggi.". Si lamenta poi di quelli lettori come la volta che in redazione piovettero le lettere di protesta per la balena arpionata da capitan Barbanera nella storia "La congiura". Il suo lettore ideale è quello medio, in pantofole, che non fa baccano e si entusiasma per il Maxi di Alessandrini, che lui definisce una storia particolarmente complessa, lettori che sono gli stessi che lasciano i loro like nella pagina facebook di Tex. Se vi presentate a lui come uno dei forumisti del forum di Tex, lasciategli il tempo di estrarre la colt per vedere se è vero che lui detesta le armi.

     

    • +1 1
  18. 7 ore fa, Diablero dice:

    Il problema tipico di Nizzi non è la scarsa "originalità".

     

    Se leggi le interviste dal 2017, spesso parla di questo aspetto: secondo lui scrive il Tex che il lettore medio si aspetta, cioè un tipo di storia secondo lui ''classica'' che ovviamente è l'opposto di quello che è una storia originale. Nel 1982 quando scrive Tex per la prima volta l'editore gli chiede una copia del Tex bonelliano. All'inizio qualche barlume di originalità si manifesta quando scrive per Ticci e Letteri dei gialli, Sergio Bonelli gli mette subito lo stop. Nizzi gli dice che sente più suo il Tex nolittiano, vorrebbe scrivere il Tex alla Nolitta che allora andava ogni mese in edicola, Sergio Bonelli gli intima di seguire la traccia del Bonelli paterno. Che abbia letto tutti i duecentocinquanta numeri della serie può anche essere vero (anche se materialmente in quel lasso di tempo è impossibile che l'abbia fatto), per me si è letto bene  i numeri dal 100 in su, le storie del Carnicero, Tucson, quelle di Fusco, San Francisco, Il laccio nero. Non inventa nulla, ricalca con brio. E si incazza pure. A un certo punto vede Sergio avallare le storie di Boselli, ne riconosce l'originalità, se la prende, ma come? A lui gliele lasci scrivere e a me hai imposto dei modelli ''classici'' ( lo metto tra virgolette). Ed ecco che ti scrive il Texone dei Parlov, dove lascia parlare i sentimenti, anche se come originalità c'è l'impronta prattiana, giustificata in parte proprio dalla presenza del Croato. Da quel momento Nizzi si lascia andare, è meno rigoroso, smette di guardare del tutto al tex glbonelliano e lo fa come vorrebbe lui, nolittiano, solo che è in vistosa fase calante, quando va bene lo sorregge il mestiere, quando va male scrive storie poco ispirare o insulse. Dopo il 5O0 non si mette freni, scrive svogliatamente il Tex che ha in testa (che ha poco di Bonelliano o nolittiano, è solo un povero sfigato che ne combina una dopo l'altra), gli fa fare figuracce, svarioni, MA gli hanno messo in testa che ha salvato Tex e lui non si mette mai in discussione nelle sue scelte, anche quando gli fanno capire che sbaglia è convinto di scrivere il Tex come va scritto. Nel 2008  lascia, legge di tanto in tanto i Tex di Faraci e Ruju, diversi dal suo Tex, e quelli di Boselli che non riconosce come storie texiane. Ma si morde le mani perché sono belle storie, da qui il suo astio. Nell'autunno 2016 Boselli, che è un signore, da un lato ha bisogno di autori che scrivano Tex in modo accettabile, tanto c'è lui che supervisiona sulle magagne, cosa che Decio e Sergio non facevano più da tempo, dall'altro Boselli ha la scusa di voler scrivere il ritorno della Tigre. Nizzi si lascia tentare, non ci sono più Canzio e Sergio i cui tempi rimpiange (nelle interviste) dimenticando di dire che ormai gli bocciavano tutte le storie (perché facevano schifo), mentre ora con Boselli curatore chissà... In ogni caso torno, incasso un po'di euro, faccio felici i lettori che da dieci anni non leggono più una storia decente di Tex, con me ritorna il Tex dei battibecchi con Carson, le patatine e le bistecche, le storie come questo Maxi che non hanno un bricciolo di originalità ne pretendono di averla, tutto il contrario, e peggio per chi il polpettone non lo digerirà, Boselli lo sopporta anche, perché  lui, cioè nella testa di Nizzi, lui è la primadonna, insomma l'unico in Italia ancora capace di sapere scrivere Tex come va scritto. Solo che in redazione ti correggono alcune cose, poche a sentire Boselli, e non ti danno il disegnatore che vuoi, Biglia, che sta per disegnare il Texone, Guarino che gli sussurra all'orecchio: ma il texone dovresti scriverlo tu per lui, chi meglio di te? E volano gli stracci. Perché in via Buonarroti non manca la pazienza ma nessuno, proprio nessuno ha voglia di passare per il coglione della situazione. E vorrei vedere anche. Questa è la mia chiave di lettura, penso non troppo lontana dalla verità.

     

    6 ore fa, Carlo Monni dice:

    Una cosa è chiara fin dalle prime interviste di Nizzi: per lui scrivere Tex era fin dall'inizio solo ed esclusivamente un lavoro, nulla di più. Ha candidamente ammesso che lui Tex da bambino e da ragazzo lo aveva letto solo saltuariamente e perfino che non lo apprezzava particolarmente. Da bravo professionista si è letto tutte o quasi le storie di G.L. Bonelli, così dice ed io sono disposto a credergli. Il problema è che ne ha ricavato una formula in stile matematico. Ha ridotto le storie ad una serie di "funzioni" a cui poi si è attento scrupolosamente. 

     

    Questo è quello che Nizzi ha sempre ammesso: le storie bonelliane possono essere ridotte a schemi.

     

    Dice di aver letto le storie ed essersi ricavato così questi schemi.

     

    Ma non dimentichiamo che del 1979 era il libro di due giovani universitari seguaci della scuola russa, di Propp,  quello della ''fiaba'' e dei suoi modelli, tutta la letteratura che può essere ridotta a questi schemi attanziali.

     

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    Questo libro, quando tre anni dopo inizia a scrivere Tex, Nizzi lo conosce. Impossibile che non l'abbia letto. Se l'è bevuto, per me. Che dica balle, ormai lo sappiamo. Da qui per me il Tex manierista, per usare un termine che mi è sempre piaciuto poco, perché comunque riduttivo.

     

     

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