
Dix Leroy
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Una bella copertina, una storia sensata e divertente da leggere, bei disegni e bei colori.
Una volta non ci serviva altro e con un po' di impegno potrebbero riuscire anche a farlo.
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<span style="color:red">43 minuti fa</span>, frank_one dice:
Ma fra pochi numeri le pagine caleranno di circa 30. Abbasseranno il prezzo o continueranno a chiederci 6€ in maniera ingiustificata?
Continueranno a chiederci 6 euro, fino al prossimo aumento!
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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Jeff_Weber dice:
Siamo d'accordo. Se la Gioconda perde in riproduzione, può perdere in effetto 3D anche una copertina originale a colori di Dotti che per quanto molto bravo, amante delle marionette, non è esattamente Leonardo Da Vinci.
Mettiamo nell'equazione che anche la Rotolito S.p.A. non è certo la Zecca dello Stato. Può essere che la "colpa" sia imputabile proprio a loro: per assicurare una qualità costante di tutte le copie si preferisce aumentare il contrasto delle immagini piuttosto che cercare la vana perfezione rispetto all'originale (che comunque non hanno disponibile durante la stampa).
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<span style="color:red">5 minuti fa</span>, Jeff_Weber dice:
Appunto, i colori sono diversi !
Comunque, non mi riferivo soltanto a questo, ma ribadivo soprattutto il confronto NON di questa copertina, ma di due COPERTINE ORIGINALI precedenti in una mostra con MATITE e COLORI REALI di Dotti che posso assicurarvi davano una profondità all'opera di questo disegnatore che nessuna stampa riesca ad offrire. Considerata l'anatomia delle figure e la dinamica del suo "particolare" stile, forse più che in Villa/Piccinelli la TRASPOSIZIONE editoriale fa perdere punti alle copertine di Dotti.
C'è un chiaro intento di contrastare l'immagine ed è voluto. E' una scelta precisa non dovuta a limitazioni del sistema di stampa. Si può mandare in edicola una immagine quasi identica all'originale, ma si preferisce scurire le zone scure e schiarire le zone chiare.Il risultato (comparando l'originale) è un bel pugno nell'occhio.
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11 minuti fa, Laramie dice:
dubito molto che faranno mai una serie spin-off dedicata ai poliziotti di Don Matteo.
Carabinieri, altrimenti se la prendono.
Comunque anche in Don Matteo, da un paio di stagioni il protagonista non c'è più, e successe anche nella serie dell'Ispettore Tibbs. A volte basta che i casi siano risolti, importa meno da chi.
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Il primo bozzetto, senza ombra di dubbio. Spero venga recuperato in altra occasione. La seconda scelta come dice Dario fa pensare a Kit Willer con Tex e Carson. Ancora una volta la moderna caratterizzazione grafica di Arkansas Joe crea problemi.
Il bozzetto poi scelto è un bel disegno, ma non è una copertina efficace.
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I collezionisti vivono varie fasi e non tutti pensano alla stessa maniera. A me gli spillati in prima stampa ammuffiti, di varie dimensioni e che neanche vanno toccati altrimenti si sbriciolano fanno una pena immensa. A metà anni ottanta riempivo i buchi in collezione di TuttoTex perché consideravo i Tre Stelle come "farlocchi". Poi ho sostituito tutto con ristampe anni settanta "messi bene".
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Un esempio. Grande Johnny!
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Ho provveduto a "seccare" i dialoghi delle prime due pagine, sulla base dei fumetti che leggo abitualmente. E ancora così è troppo verboso.
"Sulle tracce dei rapitori del figlio di un senatore, Tex e Carson giungono a Los Angeles, da dove è partita la lettera che conteneva il lobo del ragazzo. Sventando una rapina, scoprono che gli aggressori appartengono alla medesima banda. Intanto a San Francisco, il detective Rick Master assiste due clienti: Miss Dutton, a cui hanno rapito il fidanzato e Ming Long, capo di una tong, organizzazione che però gli ha rapito la figlia. Sul corpo del sicario ucciso Tex scopre un indizio che lo porta in una rinomata sartoria della città…
“Ecco… aveva uno sguardo come il vostro….”
“Gran Putifarre, questo ci paragona a…”
“Fa’ silenzio! E non li avete più visti? Pensateci bene!”
“Purtroppo no, non erano di Frisco”
“Al diavolo… era la nostra unica traccia”
“Io… credo che uno di loro portasse le nostre giacche”
“Ne sei sicuro, ragazzo?”
“SIcuro? Sono solo il garzone, ma conosco quello che vendiamo!”
“E dove l’hai vista?”
“Ho fatto un paio di visite al “Four Aces”, l’ho vista lì!”
“Che diavolo ci facevi in quel postaccio? Ecco perché dormi sul lavoro!”
“V…Vede Mister Nicoll, laggiù lavora una ragazza che…”
“Lascia perdere Jim, e dimmi di quell’uomo!”
“E’ un gambler! Non conosco il suo nome ma lo trovate sempre là!”
E i disegni sarebbero più valorizzati, comunque un paio di vignette le avrei tolte.
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Un paio di settimane fa ho COMPRATO il mensile di Tex: non è un evento perché l'ho fatto regolarmente per quarant'anni, ma effettivamente era un po' che non succedeva. Dopo qualche giorno lo scrittore della storia (comprensibilmente curioso di ricevere quello che oggi si definisce "feedback") si è un po' lamentato di non aver ricevuto abbastanza commenti positivi (anche se io non ne ho visto proprio nessuno negativo). In effetti se persino io ho preso il fumetto era auspicabile che la sezione dedicata si riempisse presto di pareri e giudizi rispetto alle storie precedenti.
Ebbene ho preso in mano il fumetto e ho provato a cominciare l'avventura... e dopo una ventina di pagine già mi ero distratto! Fin da subito ho cominciato a contare le vignette di troppo, le scene che potevano essere interrotte, immaginare una didascalia che riassumesse la sequenza... Eppure tutto si era svolto in un numero di pagine oggettivamente corretto! Ammetto di non andare "al ritmo" del Tex di oggi, neanche quando mi impegno e vorrei "starci dentro".
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<span style="color:red">7 ore fa</span>, Geronimo dice:
Io le uniche cose che cambierei nel Tex attuale sarebbero poche: meno uscite, ritmo più rapido sulla serie regolare (alle volte ci si intaglia a troppe pagine di chiacchiere- ma mi rendo conto che ci sono storie differenti), e ritorno al lessico GLBonelliano. Meno satanassi e bistecche e più "dannato tanghero, adesso ti smantello la dentiera a calci (facile da dire, più difficile da farsi).
E ovviamente il classico humor nero, caratteristico dell'epoca d'oro.Hai detto niente, in sette righe rivolti Tex come un guanto, rispetto a come esce oggi!
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<span style="color:red">1 ora fa</span>, demetrio dice:
Chissà come vanno le vendite del Tex Classic (meno pagine e a colori)?
Il problema del classic (ovviamente per uno che non conosce la storia della pubblicazione) è la perenne scritta "continua" al piede di pagina 67.
Si rende conto di assistere a una "telenovela avventurosa" ed è facile che desista, a meno che lo stile desueto, la forma del lettering incostante e la colorazione piatta e noiosa non facciano scattare una scintilla di passione.
Il "lettore occasionale" (probabilmente oggi estinto) credo sarebbe più attratto dal nuovo corso del Classic Zagor.
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<span style="color:red">31 minuti fa</span>, Condor senza meta dice:
Passatemi una similitudine (non so quanto azzeccata ma la faccio): i vinili non vendono più come gli anni 70 ma nelle cifre attuali continuano a vendere i mostri sacri come Pink Floyd e Beatles, non certo Achille Lauro. Che valga lo stesso per i fumetti?
Qualche anno fa ho chiuso con i Tex inediti perché con troppe uscite semplicemente mi ero stufato di leggere fumetti. Poi mi sono accorto che mi ero semplicemente stancato di leggere fumetti nuovi e ho provato a rileggere qualche vecchio albo.
Ora ogni sera mi leggo una striscia: dopo aver smesso con l'anastatica di Zagor (che comunque non avevo mai letto) ora sono gasatissimo con le strisce del Sgt. York e inizio domani la terza serie, la prima in formato striscia. Roy D'Amy con le sue strampalatissime cronologie e versioni davvero alternative dei personaggi storici...
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Non so dire se il campione usato fosse attendibile, ma uno youtuber (se volete e se è permesso potrò dare il link) ha di fatto intervistato i suoi figli in materia di fumetti:
a parte che nessuno dei fumetti presi a campione passa davanti ai videogiochi o il cellulare, i marmocchi hanno sentenziato che un giornalino tipo Diabolik, ma a colori potrebbe essere interessante. I vecchi comics books sono colorati ma troppo difficili da leggere, i manga hanno disegni più interessanti e si leggono meglio mentre i poveri bonellidi in ogni caso all'ultimo posto.
Non è neanche per le troppe pagine (un fumetto giapponese ne ha di più), ma sono i personaggi non in sintonia con loro, i dialoghi infiniti e prolissi e anche il lettering troppo piccolo. Spaventa moltissimo la serialità (le storie non finiscono mai e a quanto pare anche i personaggi non dovrebbero essere eterni), e il numero della collana ha il suo perché dall'allontanare i giovani lettori.
Avessi preso in carico la collezione di mio padre (che era pure incompleta) con quasi ottocento albi avrei sicuramente letto qualcosa e poi rinunciato!
Il colore è a volte importante a volte no. Una pagina a colori è più semplice da visualizzare e rende subito indivuabile la parte da leggere.
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<span style="color:red">3 minuti fa</span>, frank_one dice:
Hai staccato la pagina? O veniva già fornita staccata? È apribile come un poster o era della dimensione di una singola pagina del fumetto?
Mi sono spiegato male: ho plastificato la copertina. La cartina è nella terza (che allora era cartoncino grigio ruvido.
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<span style="color:red">12 ore fa</span>, Il sassaroli dice:
Rimettendo in ordine i TuttoTex ho ripreso in mano questa storia dopo moooolti anni (credo di averla letta nel 3 stelle e non ne ricordavo assolutamente nulla) e devo dire che ci ho trovato molte cose buone.
Intanto la composizione semilibera della tavola. Guardate che meraviglia ha realizzato Galep! Non importa se il suo segno non era più quello di un tempo, perché in ogni tavola ha messo un' immagine che "buca"la pagina. Che sia Tex o i due Kit o i cattivi, o i quattro pards al galoppo, ogni pagine è una goduria per gli occhi.
E i colori? Meravigliosi! Squisitamente anni 80. Un colorista (sconosciuto?) con la tavolozza degna di Rockwell! Colori vivaci, persino improbabili, ma affascinanti, ben lontani dal piattume digitale di oggi.
Quello che purtroppo manca e che rende l'albo davvero noioso è GLB. Mancano i suoi dialoghi taglienti, le sue battute dirompenti come fucilate, la sua ironia sarcastica. Che peccato!
Ma qui voglio fare un appello a tutti voi, che considerate questo 300 il peggior centenario (magari assieme al 500): riprendetelo in mano e guardate ogni tavola. Non sono bellissime?
Soggetto e svolgimento a parte a me questo volume ricorda giorni più sereni e provoca tanta nostalgia per questo tipo di Tex. Le tavole, ognuna appunto impreziosita da un particolare diverso dalla solita struttura e appunto i colori nel forse ultimo esempio in cui la tavolozza era varia e fantasiosa. Non dimentichiamoci della cartina alla fine, con i luoghi in cui si snoda la vicenda che rende questo albo davvero unico. La mia copia lo è ancor di più dato che l'ho plastificata già al tempo dell'uscita.
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<span style="color:red">15 ore fa</span>, Frank Willer dice:
Avendone usufruito in questo modo, ho preferito l'assenza del colore per poter gustare le storie come se stessi maneggiando un albo dell'epoca al momento della sua uscita.
Probabilmente mi sono dilungato troppo (scusatemi, è il mio primo post
), ma voi cosa ne pensate? Preferite fumetti a colori o in bianco e nero?
Avendo cominciato la mia avventura di lettore di fumetti con i Topolino tutto colore e gli albi Bianconi con alternanza tra pagine a colori e in bianco e nero, i volumi di Tex erano molto più avvincenti nelle trame e nei bellissimi disegni, ma a parer mio alla lunga deprimenti per la cronica mancanza di colore. Una gioia per gli occhi soltanto i due numeri centenari che al tempo ogni tanto era obbligatorio rileggere. Ricordo perfettamente il giorno in cui vidi in vetrina il volume "Tex e gli indiani" che riproponeva a colori l'avventura contro la malvagia Zhenda e le giornate intere passate e lustrarmi gli occhi tra vignette ingrandite e il tanto agognato technicolor. Personalmente (ma qui dentro sono forse l'unico a pensarla così) ritengo che qualsiasi disegno in realtà possa essere colorato, certo c'è il colore che arricchisce l'esperienza (i primi cartonati e almeno SuperTex, Tex 200 e 300), quella che altera in modo significativo in meglio la tavola originaria (i colorTex storie brevi o i romanzi d'autore) e quello che invece li svilisce (Collezione storica a colori e derivati, compresi i nuovi cartonati da libreria).
Il libro "Tex contro Mefisto" in edizione costa arancione Cepim è un vero film a fumetti. Rileggerlo sulla gigante per me perde molto.
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Concordo con Enrico, una copia anastatica deve avvicinarsi quanto più possibile all'originale di riferimento. Ogni abbellimento, correzione o miglioramento ne pregiudicano l'efficacia.
Una riproposizione riveduta e corretta, stampata su carta di pregio, con copertina e rilegatura adeguata è una riproposta, non una anastatica.
Si tratta come ho già detto di due prodotti profondamente diversi e non si discute che uno sia migliore dell'altro o che a molti le anastatiche lascino del tutto indifferenti o non piacciano proprio.
Tante volte purtroppo operazioni dette "anastatiche" da parte di volonterosi piccoli editori si sono rivelate delle totali delusioni, per cui a molti vola la mosca al naso nell'approfondire o discutere sull'argomento e li capisco, mentre per i profani è sempre meglio puntualizzare per evitare fraintendimenti.
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1 ora fa, Enrico dice:
Perdonami ma... "Una Book anastatica" non può esistere: se è cartonata (Book) non è anastatica, se è anastatica non è cartonata
E' vero che le tavole originali non sono più utilizzabili perchè abbondantemente rimaneggiate per le varie ristampe ma, a pensarci bene, adesso la bonelli dispone dei files per la stampa delle strisce, già scansite e pronte per la stampa digitale; basta unirle a tre a tre per avere un'edizione originale... tanto, già a partire dalla cartonatura, questa non è un'anastatica quindi... allora perchè non sfruttare l'occasione per avere un'edizione cartonata contenente la primissima edizione e, addirittura, approfittare per correggere i veri errori (Willer/Killer, Wiskey, Tesak) senza toccare il linguaggio? gli errori da correggere, basta cercare in rete per trovarne l'elenco... a me, una serie così, sarebbe piaciuta molto, a voi no?
Certo, ma per avere una edizione inappuntabile occorrerebbe prendere quanto più possibile dagli originali e quanto meno possibile dalle strisce stampate e "mischiare" sapientemente per ottenere la tavola come appariva in origine. Non è impossibile ma di certo è molto laborioso e sempre col rischio di combinare pasticci. La casa Editrice col tempo ha realizzato una versione "definitiva" peraltro già propinata varie volte, quindi una ristampa come dici tu è compito che aspetta a licenziatari per collane autorizzate ma non ufficiali, tiratura ridotta e costo maggiore. La soluzione più semplice (assemblare le scansioni usate per l'anastatica) non assicura la pulizia del disegno e dei testi perché proviene da un albo d'epoca, con tutte le problematiche relative.
Un albo anastatico presta attenzione a come appariva la copia stampata di riferimento, non gli originali di partenza.
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Se notate la gamba di Tex a destra essa continua nella piega della copertina e si vede pure uno spicchio di stivale ( dettaglio completamente assente dal disegno a china e le altre versioni).
Per quanto artificioso lo ritengo un tocco di classe per non interrompere il disegno e dare alla copertina un margine di errore nel confezionamento.
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<span style="color:red">34 minuti fa</span>, Condor senza meta dice:
Non so che dirti, forse l'intenzione è quella di invogliare i lettori più recenti a prendere il Book.
Comunque anche le medagliette o l'Album in passato non potevi evitarle, quindi nulla di nuovo sotto questo aspetto.
Però ho notato che, almeno stavolta, ci hanno evitato inutili bollini o patacche sulla copertina dell'inedito e anche la veste grafica della ristampa è poco "pacchiana" rispetto alla tendenza degli ultimi tempi. L'ultimo regalo fattoci da Borden prima di congedarsi da curatore? Poichè sarà vero che queste scelte esulano dai suoi compiti, ma qualche consiglio lo avrà pure dato.
Nonostante io sia sempre critico (qualcuno dirà saccente) con le iniziative Bonelli, la "finta copertina" che reclamizza l'edizione speciale lasciando quella "vera" intonsa da strilli e bollini è unica nel panorama almeno fumettistico. Grande rispetto per l'acquirente e il collezionista.
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1 ora fa, Tex_Willer90 dice:
Messaggio che trasuda stranchezza di leggere da tutte le parole, dispiace ma a breve annoveremo anche te tra quelli che o hannp smesso o lo stanno accumolando, non mi sembra ci sia spazio ad altre strade.
Dare in mano la Tex Book ad un giovane ? Non la capirebbe ne leggerebbe mai, il linguaggio usato è troppo complicato per il mondo d'oggi, le storie sono si più corte ma anche le parole pesano e sopratutto all'inizio non è una lettura leggera per chi è abituato a leggere tre baloon di una riga ogni sei disegni senza nulla.Ma non sono solo i fumetti a essere scritti così: un film per essere degno di nota oggi deve durare dalle tre ore e mezzo in poi, mentre i grandi classici (anche per motivi tecnici dovuti ai mezzi dell'epoca) dopo un'ora e mezza/ora e quaranta arrivano ai titoli di coda. E che dire dei grandi best sellers da libreria? Almeno mille pagine per scoprire chi è il colpevole! I bei telefilm di una volta (che duravano sette stagioni ma ogni anno c'erano 20/22 minifilm completi) sono stati sostituiti dalle miniserie che in otto puntate (quando va bene) raccontano una sola storia. Ma sono io che non capisco, però neppure mi adeguo!
Io dei fumetti non sono stanco, rileggo albi su albi. Purché siano stati realizzati nel periodo in cui li facevano come piace a me!
<span style="color:red">7 minuti fa</span>, frank_one dice:Comunque è strano che non abbiano ancora proposto delle variant del primo numero della Tex Collezione Book
In teoria il primo numero non è ancora uscito (quello allegato al mensile è un regalo ai lettori, una anteprima!), quindi fanno ancora a tempo!
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<span style="color:red">3 ore fa</span>, Loriano Lorenzutti dice:
Io al vostro posto non ci penserei proprio, lo prenderei senza se e senza ma!
Oggi ho deciso di portarmi il book al lavoro e ho riletto per la centomilionesima volta "la Mano Rossa": cinquantadue tavole al fulmicotone da sorseggiare col caffé in attesa delle infauste quattordici, invece delle centinaia di pagine a cui purtroppo siamo abituati. Sono tornato al lavoro con gli occhi lucidi, perché Bonelli è sempre Bonelli, censurato o meno.
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<span style="color:red">13 ore fa</span>, MacParland dice:
Vi dirò... Mi piace! Quasi quasi la faccio e tolgo la Tutto.
Controlla bene di avere il doppio dello spazio rispetto ai volumi TuttoTex: quel dorso poi diminuirà ma non più di tanto.
[776/777] New Hope
in Le storie inedite
Posted · Edited by Dix Leroy
Si preannuncia una storia che sarà difficile lasciare in edicola nel suo proseguo. Al contrario della precedente (che ancora non ho la forza di cominciare ed ero tornato in edicola apposta!) un grande ritmo con sole sette pagine di ambientazione che spiegano tutto quel che c'è da sapere al momento, con i dialoghi (finalmente!) tipici di un bel film western e non di un mattone per letterati. A pagina 8 per Tex e Carson è ora di rimettersi in azione, dato che comunque già avevano "lavorato" prima che noi lettori fossimo invitati alla fiesta. Disegni mostruosi in senso buono, con una definizione nei particolari anche quando i personaggi sono raffigurati da lontano, quasi da osservare con lente di ingrandimento, dando anche lustro alla qualità di stampa, a volte vituperata e invece mai così netta come in questi ultimi tempi. Stona il fazzoletto nero di Carson, che non ne indossa uno da quando ai pennelli c'era Giolitti. Un grazie infine a Gianfranco, per questo ultimo regalo: mi impegno a acquistare anche questi albi, in suo onore.
Non tanto convinto della copertina del 777, con tronchi e rami degli alberi sistemati "apposta" per mostrare i pards come in una vecchia cornice per fotografie, ma stavolta riconosco di essere troppo schizzinoso.