
Dix Leroy
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Messaggi pubblicato da Dix Leroy
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Per prima cosa bisogna imparare ad ascoltare le critiche (e non è neanche tanto facile).
Poi occorre capire cosa è uno sprono o invece un disprezzo per quello che si è fatto.
E molto di frequente è sempre consigliabile ascoltare tutti e poi fare di testa propria!
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<span style="color:red;">6 minuti fa</span>, JohnnyColt dice:
Ci avete messo tanto ad abituarvi al tratto pulito e finalmente proporzionato del nostro Villa?
Tre secondi e mezzo.
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Tex è un fumetto seriale e gli alti e i bassi ci sono sempre stati.
Anche negli anni d'oro c'erano storielle che si facevano dimenticare.
Diverso è il discorso per gli speciali, in cui i lettori possono pretendere un
livello qualitativo costante o meglio in crescita.
Ma credo che tutti partano con l'idea di fare una bella storia,
chi osa percorrere strade nuove, chi puntando sul sicuro.
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Ho raggiunto una età in cui non mi ricordo neanche cos'ho mangiato ieri,
ma mi ricordo benissimo quando compravo il Tex in quel periodo di transizione.
Era un supplizio ogni mese farsi piacere le ultime illustrazioni di Galep
soprattutto quella del 398 (Topeka!).Per quanto affezionato fossi al
creatore grafico, non ero consapevole che era al capolinea e mi domandavo
quali nuovi lettori potessero conoscere e apprezzare Tex raffigurato così.
Il Tex di Villa quindi era il benvenuto, ma anche lì non sapevo che questo
incarico ci avrebbe praticamente privato delle sue storie.
Sono sempre convinto che a Tex non serve un "copertinista fisso", ma
ogni disegnatore potrebbe accompagnare la sua storia alla propria copertina.
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Niente da fare. Non mi piacevano quelli dell'Achette,
non mi piacevano quelli in metallo e questi nuovi meno ancora.
"3D" nel 2018 significa vestire una persona come il personaggio,
scansionarlo per ottenere un modello CGI e riprodurlo in
resina tale e quale (nella misura che più si preferisce).
Questi sono solo soldatini Atlantic gonfiati.
Anzi, no. I soldatini Atlantic erano migliori.
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Bravo pard!
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Le copertine di un certo periodo
presentano un Tex un po' strano e
parlo de:
19 La fine di Lupo Bianco
22 Yampa Flat
25 l'agguato
34 sinistri incontri
37 falsa accusa
38 sabbie mobili
tanto che per la ristampa "TuttoTex"
Galep ne rivisitò alcune.
Ma ci sono esempi peggiori sull'albo d'oro
e sulla prima serie gigante, in cui non c'era
la scusa dei collage fatti in redazione
da Corteggi.
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Per "La notte degli assassini" è impossibile dire chi sia il personaggio a cavallo.
Ma se l'uomo che spara ai banditi sulla copertina di "Un vile attentato" non è Tex
allora ce ne sono un'altra dozzina in appare "uno che sembra solo vagamente Tex"!
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Io ho solo la seconda serie "Gigante" (ma nelle predecenti non era un evento raro che Tex non fosse in copertina)
e a memoria nelle prime duecento c'è solo il 27 "Assedio al posto n. 6".
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Avevo letto (forse qui?) che Torricelli avrebbe disegnato solo quella storia per poi lavorare su altre testate,
quindi all'acquisto dell'albo non solo non mi facevo illusioni, ma nemmeno speranze.
I personaggi secondari e gli sfondi non erano per niente copiati dalle vecchie tavole di Galep
(semmai mi ricordava Della Monica), mentre i protagonisti erano ispirati-copiati dalle vecchie
storie in cui Galleppini veniva inchiostrato da altri (Gamba?). Il tutto abbastanza amalgamato
e godibile.
Ma tutto qui.
Se nel frattempo si fosse convinto Torricelli a continuare su Tex, chissà cosa vedremmo adesso.
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Vedendo queste illustrazioni si può dire che nella testa di un disegnatore esistono
degli "attori" come in una compagnia. Quello designato come protagonista sarà di volta in
volta Tex, Zagor, Mister No ecc...
Anche il Tex di Alessandrini in fondo era Martin Mystére con una parrucca scura.
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Oggettivamente si può puntualizzare che Roberto disegna veloce e quindi non
può essere precisino e pieno di particolari come siamo abituati oggi.
Ma Diso non lo è mai stato (vedasi le storie per la Collana Rodeo, eseguite prima
di Mister No) e non si può certo pretendere che lo diventi oggi.
Ma come Monti distaccò il suo Tex dalla copiatura di Ticci, o per opposto
Repetto fece in modo che il suo protagonista fosse un po' più "Ticcioso",
forse il Tex di Diso potrebbe essere un po' meno Jerry Drake.
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E' una prassi che ogni disegnatore si senta libero di rappresentare Tex come preferisce.
Ogni artista immagino ci abbia lavorato sopra e sia giunto alla sua decisione.
Alcuni lo hanno modificato in seguito (vedi Ticci o Fusco), altri sono rimasti inalterati.
Sicuramente il Tex di Nicolò era meno massiccio, mentre quello di Ortiz lo era fin troppo.
Quello che volevo dire è che ho l'impressione che si dica che Diso "disegna male"
più che altro per l'aspetto del protagonista.
Per esempio io non sopportavo il Carson di DeLa Fuente pur essendo stato un
grande disegnatore (e non è un segreto che non ho mai gradito l'acconciatura del Tex
di Magnus).
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Il problema sembra essere che Diso ha dato una rappresentazione di Tex non condivisibile
dai lettori, peraltro abbastanza coerente in tutte le storie che ha illustrato. Nelle tavole in anteprima,
guardate i cavalli e non i cavalieri. L'animale è rappresentato senza indugi, in pose dinamiche
e aggraziate. Le anatre che volano sopra l'inquadratura della pista sono belle (e sono un
marchio di fabbrica di Diso sin dagli esordi). Ora veniamo ai personaggi di contorno o solo
quelli di spalle. Okay, sono un po' troppo accennati, ma ci stà: stiamo osservando il lavoro di
chi nel tempo ha saputo stilizzare, anche se almeno per i tratteggi potrebbe usare una punta più sottile!
Però quella faccia, quel cappello ostinatamente senza la tradizionale fascetta, quegli zigomi
troppo pronunciati e una mascella per nulla squadrata, mettono in ombra tutto il resto.
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Sono contento per loro.
Io che per il "postofisso" spesso penso di aver rinunciato alla libertà,
per le cose che mi piace fare (tipo leggere fumetti) non c'è mai il tempo.
Mi riesce difficile pensare che si possa divertirsi lavorando.
Invece qualcuno pare ci riesca!
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Entrambe sono imperfette:
La colorazione dei vari cerchi non segue proprio l'ordine naturale (l'arcobaleno)
anche se quella stampata è migliore, ma era meglio fosse stato Blu, viola, rosso, arancio, giallo e bianco.
Il disegno originale di Galep lo avevo già visto sul libro a lui dedicato e scritto da Graziano Romani,
ma preferisco comunque quello poi usato, anche se la gamba col ginocchio a terra è innaturale.
La copertina di "SuperTex" non ha eguali e qualsiasi cosa al confronto non regge, anche se
il 200 di Mister No ci va molto vicino (eppure è di Diso!)
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Io ho sempre avuto l'impressione che i "fumettari" non risultino proprio all'INPS,
per cui se vogliono mangiare, devono lavorare, anche se malfermi di salute.
C'è qualche caso di disegnatori che lasciano le nuvolette per i quadri,
ma non mi fanno cambiare opinione.
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Guarda un po' in giro per la rete (che non dice mai o almeno tutta la verità).
I coloristi (bravi) sono tutti freelance, lavorano per chiunque paghi e spesso fanno le notti per rispettare le scadenze.
Gli altri lavorano in fotolito (qualunque cosa essa sia) con il cronometro a fianco: pronti, partenza, via!
e in una settimana hanno pitturato ben 24 tavole di Topolino.
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Mi dispiace di aver fatto perdere un'ora a Letizia nel vano tentativo di convincermi.
Un team al lavoro su questo genere di cose non darebbe lo stesso risultato (ricordate Lito Fernandez?)
I colori saranno anche più saturi, c'è qualche sfumatura in più… ma da qui alla colorazione da "romanzo"
per me serve un'altra mezza giornata, almeno (più qualche annetto di accademia di Belle Arti magari, suppongo…).
Una pagina al giorno, ammettiamolo pure, ma convenite che un colorista non può occuparsi di una sola
testata alla volta? E se questa chiude o trovano un altro più bravo a meno prezzo?
Come scritto in altre occasioni, se si poteva fare lo si sarebbe fatto!
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A questo punto servirebbe un messaggio di Vattani o chi per lui che
attesti che per colorare quelle tavole ci ha messo più di sei mesi.
E non credo di essere molto distante dalla realtà.
Mettere le mani sulle tavole di Galep o di Mastantuono sono cose diverse.
Secondo me un bravo colorista alle prese con una serie così serrata e antica
(dagli sfondi praticamente inesistenti da ricreare in vignette a volte microscopiche)
sarebbe così intimorito che ne risulterebbe la copia della collezione storica
o poco più.
Ma vedo che il tono della discussione non è del tutto serio, quindi mi fermerò qui.
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Credo che a una proposta di colorare diciamo ogni mese (o anche due) un intero albo di Tex Classic
con la stessa qualità dei romanzi a fumetti, Matteo Vattani farebbe perdere le sue tracce per sempre
o lo ritroveremo arruolato nella Legione Straniera.
E poi vi trovereste gli speciali colorati nella stessa maniera, e quindi… non sarebbero più speciali!
Via... siamo seri!
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Solo una manciata di osservazioni.
concordo con Johnny Colt, il rosso della copertina non ha un corrispettivo all'interno della storia,
(i colori del cielo potevano tendere più al rosso oppure la copertina essere più arancione)
però... cavoli se stamattina non ho visto subito l'albo nella marea di albi nell'edicola, sembrava risplendere!
Mastantuono per me ha trovato nel cartonato a colori il suo ambiente naturale. Quasi lo vorrei come disegnatore fisso!
E il fatto che la storia si svolga dopo la precedente non mi ha affatto disturbato: seguiamo pure cosa successe
in seguito, in fondo questa collana sembra sempre più la "Jeunesse du Tex Willer".
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Esatto.
Se tutto l'anno dovesse essere un continuo fuoco d'artificio
poi nel 2019 come faremo?
Già il logo in copertina è un grosso evento
(non succedeva da venti anni con il 50°)
E più parlate male di Cossu più comincia a piacermi,
Dovrebbe migliorare qualcosa è chiaro (tutti possono migliorare)
ma dire che non si può vedere sulla collana regolare mi sembra ingeneroso.
Se è vero che il suo Carson è rappresentato troppo anziano e WIller
è legnoso quanto una credenza in arte povera gli ambienti sono
rappresentati degnamente con una particolare cura per il legno (strano!)
inoltre ha un modo personale di disegnare le scene in notturna.
Comunque continuo a preferirlo nella versione "colorata" vedi TexColor.
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Prima che mi metta a leggere il nuovo Magazine potrebbe passare del tempo.
Ma una cosa mi ha colpito, vediamo se qualcuno è d'accordo con me.
I disegni di Luca Vannini mi hanno rievocato il tratto "sporco" comune a D'Antonio e a Milazzo
Mentre Giovanni Bruzzo mi ha ricordato il primo Giovanni Ticci, quello di "Vendetta Indiana".
Se proprio uno deve ispirarsi, meglio puntare alto!
Le copertine di Galep e Villa: due mostri sacri, due stili differenti
in La Serie e i Personaggi
Pubblicato
Sono un tradizionalista progressista, forse il cambio non è stato indolore per tutti.
Anche le nuove copertine di Zagor mi piacciono, anche se è indubbio che Ferri era un'altra cosa.