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Texan

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  1. Vuoi dire che nella biografia di Tex alcuni momenti salienti, vedi la nascita di Kit Willer, resteranno NON datati? In tal senso ogni ricostruzione cronologica di Tex sarebbe dunque inutile...
  2. Scusa ymalpas, ma quale altra linea dovrei sposare? Io compro Tex e mi baso su quello che leggo. Se su "Sfida in Montana" è scritto 1858 non posso non tenerne conto. Idem per il "Romanzo di Tex", pensato come un riassunto cronologico della serie. Questo è il Tex che esce in edicola e in libreria e di questo Tex siamo chiamati a discutere... o no? PS: il mio intento non era quello di innescare una polemica ma di fare un po' di chiarezza, laddove tu vorresti mantenere l'ambiguità di una doppia cronologia, una cosa che sinceramente non capisco... E non è cosa da niente... Oltretutto, se tu mi dici che la madre di Tex sarebbe morta nel 1858, al tempo di Sfida in Montana, quando Tex è fuorilegge, viene fuori una confusione incredibile..
  3. Salve Mauro e complimenti per il tuo lavoro per Tex. Il vecchio fanzinaro che è in me è uscito fuori e per diletto ho cercato di seguire passo passo le indicazioni che hai indicato nel Romanzo e in alcune tue storie a fumetti per stilare una possibile biografia del personaggio. Ma è possibile anzi probabile che abbia commesso degli errori. In tal caso ti sarei grato di indicarceli cosicché si possa avere un quadro univoco in relazione allo svolgimento dei fatti. Ti ringrazio e ti rinnovo i miei complimenti.
  4. Caro ymalpas, non è possibile guardare contemporaneamente a due, tre, quattro cronologie di Tex... la cronologia di Tex non può che essere una come "unico" è il Tex. Siamo tutti d'accordo che la cronologia Glbonelliana - che non è mai esistita in termini precisi - presenta insanabili incongruenze. E questo forse perché, come ho avallato io, sono esistiti varici "cicli" di Tex, in ognuno dei quali il personaggio e le storie acquisivano dei tratti particolari. Il primissimo Tex si "consuma" assai velocemente assumendo i tratti del fuorilegge, del desperado, poi dei ranger, poi marito di una navajo, uomo della morte... Ad un certo punto Bonelli padre decide di farlo ripartire spostando un po' in avanti le sue storie, senza più Lilyth ma con il figlio Kit, un Carson incanutito e la stelletta di ranger fissa nel taschino. Abbiamo cosi questo secondo ciclo, destinato a perdurare fino all'avvento di un nuovo western cinematografico, quello revisionista (senza contare la contemporanea produzione "spaghetti"). Questa nuova visione del West non può non intaccare anche Tex e la storia narrata in "Tra due bandiere", pur rimanendo fondamentalmente di stampo classico, non è concepibile che dopo gli anni sessanta. In questo senso non si può pensare che Bonelli abbia pensato ad un antefatto dell'antefatto, ovvero di un passato (Guerra Civile) prima di un altro passato (Tex campione di rodeo). Nell'ottica glbonelliana ad un certo punto un passato sostituiva l'altro e difatti il Tex della Guerrra Civile è ripensato in termini radicali: cowboy con due amici nuovi di zecca! A questo punto, o si fa i filologici sul serio, e si considera l'intero corpus texano a pezzettini, oppure si fa quello che sta facendo Boselli, ovvero si cerca la migliore soluzione univoca che tenga insieme ciò che non è possibile espungere dalla memoria di Tex (a tal proposito, "Tra due bandiere" è più importante degli episodi di "Piutes" e Gunny Bill, Sam e Ken rappresentano le origini di Tex). A questo punto, da parte nostra, sarebbe meglio per non creare confusione evitare i personalismi e seguire Boselli in quello che fa. Io ho provato a buttare giù una traccia di quello che mi pare essere il piano cronologico tuttora in corso. Non è e non intende essere la "mia" biografia, quanto la biografia di Tex, narrataci nel qui e ora. E' sbagliato, a mio parare, tentare di condizionare l'opera di chi cura la collana prendendo spunto da ciò che dice questa o quella persona. Forse Boselli non ha per Tex l'autorità assoluta di un Gianluigi Bonelli, ma l'autorità per decidere la morte di Mae Willer a mio avviso ce l'ha. Ed è chiaro che non può essere il 1858, una data equivalente a "ieri" nella biografia del personaggio, ma molto più addietro, agli albori... visto che nel Passato di Tex non se ne parla minimamente lasciando presagire al lettore di una morte prematura per la madre di Tex. Per questo mi sono soffermato così tanto sul romanzo di Tex... Quando Boselli dice di seguire una sua biografia, alla quale aveva "pensato molto" in passato non può che riferirsi a quanto ci dice nel suo romanzo, perché non è credibile che l'Autore abbia potuto pensare a due biografie diverse... In tal ottica le vicende contemporanee ambientate nel decennio 1880-90, l'ingresso dei Navajos nella riserva (1868), la Guerra civile americana e l'insurrezione juarista sono perfettamente collocate, e tutto ciò permette di considerare la nascita di Tex intorno al 1838. Ventenne fuorilegge, più maturo dopo la guerra diventa ranger, quindi sposa Lilyth e cresce Kit... Mi pare che tale successione abbia un senso, perché metterla in discussione?
  5. Questa è solo una delle tante incongruenze cronologiche disseminate dal grande Gianluigi Bonelli. A tal proposito io mi sono fatto un'idea e cioè che lo sceneggiatore avesse spostato così in avanti la datazione in merito alla vendetta di Tex su Brennan e Teller perché nella sua ottica "Il giuramento" doveva rappresentare una teorica "ultima storia" del nostro. Tex vendica Lilyth quando il West si appresta a finire e non può essere un caso, sa di chiusura di un ciclo. Non a caso, pochi mesi dopo, con "Tra due bandiere", Bonelli sembra quasi voler narrare una nuova saga di Tex mostrandocelo allevatore allo scoppio della Guerra Civile con accanto due amici mai visti prima. Al passato di fuorilegge si sostituiva quello, più anonimo, di cowboy. Ecco perché questa vicenda può essere considerata come un antefatto solo nell'ottica di un nuovo ciclo e non dell'intera vicenda del Tex... Noi infatti siamo tentati da considerare i quasi 700 albi di Tex come un tutt'uno, ma per quanto concerne l'era bonelliana dovremmo forse ragionare per cicli. Per come la vedo io: i primi 9 numeri d'intonazione "romantica" con il Tex fuorilegge; l'epoca "classica" che va dal "Figlio di Tex" al "Giuramento"; e infine l'ultimo periodo più "crepuscolare" iniziatosi appunto con "Tra due bandiere". Per mettere ordine tra diversi periodi e incongruenze varie, dando ascolto ad un'esigenza di continuità cronologica sentita dagli attuali lettori di Tex, Mauro Boselli ha deciso di unire i pezzi del puzzle per quanto possibile fornendoci nuovi riferimenti storici per una biografia che fosse il più possibile unitaria. Ci ha fornito le carte, ora sta a noi vederle.
  6. Mi sono limitato a mettere in ordine tutti gli indizi che ho trovato nel Romanzo di Tex e in altre storie di Boselli, ma altro mi è certo sfuggito per cui se volete potete collaborare ad arricchire questa ricostruzione biografica. Può darsi anche che abbia sbagliato qualcosa, riguardo un paio di punti non sono convintissimo. Mi farebbe piacere che interviste anche voi... Due punti non mi sono ben chiari: 1) se l'avventura di "Sfida nel Montana", datata 1858, va sistemata prima o dopo il binomio Totem misterioso-La Mano Rossa; 2) Dopo la Guerra di Secessione Tex affronta l'avventura in Messico con Hutch e gli irlandesi, avventura che ha un epilogo nel 1967 con l'esecuzione di Massimiliano. Sono circa due anni di tempo, quindi significa che Tex arriva in Messico non subito la fine della Guerra Civile, che c'è spazio per altro...
  7. Quando dico: "Dovremmo essere quindi intorno al 1958, secondo l’indizio riportato in precedenza. " facevo riferimento al volume "Sfida nel Montana" con Tex fuorilegge nel 1858. Nello spostamento di un periodo è venuto meno il senso della frase...
  8. Un po’ di luce sulla biografia di Tex secondo Mauro Boselli Girando per i forum di Tex e spulciando tra i vari articoli che tratteggiano la “vita vissuta” del nostro ranger ci si imbatte più volte nell’opera meritoria di Carlo Monni, che cercando di mettere in ordine i vari spunti cronologici, molti dei quali in disaccordo, offertici da Gianluigi Bonelli ha fornito una sua concatenazione degli eventi plausibile e degnissima di nota. Tuttavia le attuali esigenze narrative imponevano una diversa sistemazione di alcuni episodi chiave (guerra civile, Tex fuorilegge) come esplicitamente dichiarato dal curatore della collana, Mauro Boselli, il quale ci ha lasciato varie tracce di una sua biografia di Tex che non può non considerarsi a tutti gli effetti quella “ufficiale”. Pur ammettendo di non aver incasellato ogni singolo evento della vita del Tex, Boselli ha tuttavia affermato di muoversi da tempo secondo una cronologia ormai definita nei suoi punti essenziali e che si arricchisce sempre più di eventi, narrati attraverso flashback o avventure aventi come protagonista il giovane Tex. Già sappiamo che nei prossimi mesi saranno pubblicate storie importanti sul passato del nostro eroe, per questo motivo ho pensato che sarebbe una buona cosa fare ulteriore luce sulla “Vita di Tex” secondo l’ottica di Mauro Boselli, curatore della serie. L’analisi che segue non si intende esaustiva ma possibile di correzioni e integrazioni. Iniziamo! A mio modo di vedere quando Boselli ammette di seguire la “sua” biografia fa riferimento esplicito al racconto cronologico da lui offertoci nel romanzo "Tex Willer. Il romanzo della mia vita", uscito qualche anno fa in libreria per le edizioni Mondadori. Quel volume non rappresenterebbe, dunque, una storia “alternativa” (“romanzata”) di Tex, quanto piuttosto la traccia, l’ossatura, il “soggettone” a monte dell’intero piano narrativo del fumetto Tex presente oggi in edicola. In questo libro Boselli ci fornisce infatti date precise o comunque delle approssimazioni indicative, ci segnala l’età dei personaggi in determinati momenti della loro vita e mette in successione gli eventi antecedenti alle avventure che si considerano contemporanee. Boselli insiste sul fatto che “Il passato di Tex” rappresenti l’inizio della saga, un inizio che vede il nostro vendicare la morte del padre Ken appena diciannovenne. Della madre Mae, Boselli ci dice che è morta quando Tex aveva 3 anni. Della giovinezza di Tex viene citato ovviamente il fratello Sam e il cowboy Gunny Bill. Andiamo avanti. Il periodo trascorso tra il ritorno a casa dalla sparatoria contro i rurales fino alla partecipazione con Montales alla guerra civile messicana non deve essere stato molto lungo. Tex lascia il ranch al fratello quando ha 19 anni, poi si guadagna da vivere “per qualche mese” presso un rodeo (invece che 2 anni come nel “Passato di Tex”). Quindi viene a sapere della morte di Sam e “una settimana dopo” fa nuovamente giustizia. Lo sceriffo corrotto Mallory denuncia Tex che diventa “di lì a poco” (i virgolettati temporali sono di Boselli) un fuorilegge ricercato. Dovremmo essere quindi intorno al 1958, secondo l’indizio riportato in precedenza. “Nei mesi seguenti” Tex sgomina la banda di Coffin (n. 1) e poi salda il conto coi vice di Mallory. Quindi si imbatte in Joe Scott morente e combatte la Mano Rossa (n. 1). A questo punto il Col. Hogart promette a Tex la grazia e il reintegro nella vita civile. (n. 1) Tex decide di trascorrere i “lunghi mesi” dell’attesa in Messico, dove era in corso una guerra civile tra juaristi e governativi. Dopo “due settimane” che è in Messico accetta un rischioso incarico come spia per conto del Texas. In tale occasione si scontra con Steve Dickart (Mefisto) e sua sorella Lily (nn. 3-4). Condannato ingiustamente e rinchiuso in una cella di El Paso, Tex è aiutato ad evadere dal famoso ranger del Texas, Kit Carson. Tornato in Messico, Tex raggiunge il ribelle Montales allo scopo di rintracciare i Dickart e consegnarli alla giustizia. Successivamente, “in pochi mesi”, Tex, Montales e i ribelli riescono a vincere la guerra al nord del Paese, mentre i guerriglieri di Juarez entrano vittoriosi a Città del Messico. Questa sottolineatura è importante perché ci permette di fissare una data storica: l’11 gennaio 1861. “Dopo 3 giorni” dalla fine della guerra Tex riesce a fare prigionieri Mefisto e sorella e consegnarli ai militari. Si concludono così i “lunghi mesi” di Tex in Messico che, sulla base delle varie altre indicazioni, corrisponderebbero ad un anno o poco più. In precedenza abbiamo i due anni da fuorilegge (1858-60), mentre l’anno ancora antecedente (1857) avrebbe visto Tex diciannovenne vendicare con Gunny Bill l’uccisione del padre. Tex sarebbe nato dunque nel 1838, una data che è stata già fissata con qualche approssimazione per il nostro ranger. A proposito del Tex fuorilegge, nel 1858 è ambientata l’avventura di “Sfida nel Montana”, presente nel quarto cartonato a colori. Qui Boselli ci fa conoscere un altro giovane amico di Tex, ovvero Birdy, che era stato con lui al ranch paterno qualche anno prima. Tornatosene negli Stati Uniti, Tex viene invitato a far parte dei Texas Rangers, ma il nostro rifiuta. Siamo nel 1861 e in questo momento della saga Mauro Boselli decide di inserire la vicenda che cronologicamente ha dato più grattacapi alla biografia di Tex: la Guerra di Secessione. Boselli ci dice che in seguito alle vicende messicane Tex desidera un po’ di pace per sé e per tale motivo decide di mettersi a fare l’allevatore con due amici della giovinezza, Rod Vergil e “Damned” Dick. Qui l’Autore recupera la storia, narrata in flasback da Gianluigi Bonelli nei nn. 113-115: “Tra due bandiere”. La storia ci dice che il 12 aprile del 1861 scoppiò la Guerra Civile tra gli Stati del Nord e quelli del Sud e “nel mese di giugno” Tex e i suoi due amici vengono a contatto con gli eventi bellici mentre sono intenti a spingere la loro mandria verso il Red River. E fino al 1865 vedremo Tex impegnato in questa guerra. Al termine del conflitto, morto Rod, Tex saluta anche Damned Dick e torna alle avventure in solitaria. Nell’opera narrativa non se ne fa menzione, ma dopo la fine della Guerra Civile si dovrebbe situare il flashback ambientato in Messico ne “Gli Invincibili”. Qui si dice che “da poco terminata” la Guerra Civile, un Tex ancora fuorilegge ripara in Messico durante un nuovo scontro tra i seguaci del Presidente Juarez e quelli dell’Imperatore Massimiliano d’Asburgo. In tale occasione, Tex incontra Clarence Hutchinson detto “Hutch”, un coetaneo amico di gioventù che lavorava nel ranch paterno. Con lui Tex avrebbe imparato a cavalcare, a bere whisky e a dare la caccia ai vitelli. E a 15 anni avrebbe preso insieme la prima sbronza. Episodio, in base a quanto detto in precedenza, riferibile dunque al 1853. Questa nuova scorribanda messicana di Tex prefigura un nuovo fatto storico, in quanto, dopo il suo ritorno negli States, il Messico avrebbe visto la riscossa di Juarez e la fucilazione di Massimiliano a Queretaro (19 giugno 1967). Nel 1867, seguendo la cronologia del romanzo, Tex accetterebbe finalmente di entrare nel corpo dei rangers, accanto a Carson e Arkansas Joe. Ci viene detto che Kit Carson è più anziano di Tex di “una decina d’anni”, il che daterebbe la nascita di quest’ultimo nel 1828. A questo punto Boselli si riallaccia agli eventi narrati nel n. 5 della serie gigante (i fuorilegge di Devil’s Hole, Satania). Segue la nuova avventura con Montales (nn. 6-7) e il famoso “patto di sangue” che vedrà Tex prender moglie con la figlia del capo dei Navajos, Lilyth (n.7). In merito a quest’ultima storia, Boselli ci informa opportunamente che suddetta tribù “di recente” aveva firmato un trattato di pace col governo degli USA. Si fa riferimento dunque al 1 giugno 1868, quando i Navajos si videro assegnare una riserva in cui vi entrarono definitivamente nel luglio dello stesso anno. Poco dopo questa data storica, quindi nella seconda metà del 1868, Tex conosce e sposa Lilyth e plausibilmente a distanza di un anno, nel 1869, nascerebbe il piccolo Kit. Due anni dopo il matrimonio indiano ci è detto della morte di Lilyth (vedi “Il giuramento”), avvenuta dunque nel 1870. Sono ora incastrati tutti i principali tasselli della vicenda biografica di Tex. Le cui avventure contemporanee avvengono, com’è noto, tra il 1880 e il 1890. Tex viene descritto come un uomo intorno ai 45 anni: questo vorrebbe dire vederlo in azione nel 1883, periodo in cui lo vedremo agire prevalentemente da solo o con Tiger, che dovrebbe essergli coetaneo, e Carson cinquantacinquenne. Quando con loro c’è anche Kit, minimo diciottenne, vorrebbe indicare – salvo incongruenze temporali in Tex sempre possibili – una data intorno al 1887. In quel caso Tex e Tiger avrebbero 49 anni e Carson 59. Il romanzo di Boselli si chiude nel 1899, una data che immagino essere presa quale ultimo momento di un’epoca storica, per quanto le vicende della Frontiera si protrarranno fino ai primi anni del secolo xx. Il Tex “brizzolato” che ci consegna le sue memorie avrebbe dunque 61 anni. Carson si è da poco spento. Concludo questa disamina con una possibile cronologia dei momenti salienti: 1828 – Nascita di Kit Carson 1838 – Nascita di Tex. 1841 – Morte di Mae Willer. 1853 – Tex con Hutch al ranch del padre. 1857 – Morte di Ken Willer e di Sam Willer. Tex (19) diventa fuorilegge 1858 – Tex sgomina la banda di Coffin e quella de La Mano Rossa. Avventura con Birdy in Montana. 1860 – Tex in Messico con il “desperado” Montales. 1861 – Juarez diventa Presidente del Messico. Tex allevatore con Rod Vergil e “Damned” Dick. Inizia la Guerra di Secessione 1862 - Morte di Rod Vergil nella battaglia di Shiloh. 1865 – Finisce la Guerra di Secessione. Tex si separa da “Damned” Dick. 1866 – Tex ritrova Hutch in Messico. 1867 – Fucilazione di Massimiliano a Queretaro. Tex diventa un Texas Ranger. 1868 – I Navajos entrano nella riserva. Tex sposa Lilyth. 1869 – Nasce Kit Willer. 1870 – Morte di Lilyth. 1887 – Avventure contemporanee di Tex (49), Carson (59), Tiger (49) e Kit (18). 1899 – Morte di Carson (71). Tex (61) consegna le sue memorie a Jack Granger.
  9. Texan

    Tex Classic

    Io ho comprato il "Classic" perché desideravo riavere in libreria i vecchi albi di Tex. I miei pareri sulla colorazione e la grafica di copertina (simile a quella degli Oscar Mondadori) sono in linea con quanto già detto da altri utenti. Tuttavia riproporre Tex in b/n sarebbe stato oggi forse anacronistico e una riproposizione filologica avrebbe interessato solo i collezionisti più incalliti, mentre questa ristampa si rivolge invece ad un pubblico vasto, cercando di intercettare l'interesse di chi Tex ancora non ce l'ha piuttosto che quelli che possiedono già la serie originale e magari in più edizioni. Ovviamente a me è spiaciuto molto vedere l'originale illustrazione dell'Albo d'oro tagliata in alcune sue parti per far spazio al fascione. A prescindere dall'eventuale futuro uso delle illustrazioni "a striscia" è infatti da tempo una filosofia editoriale quella di sparare il marchio della testata per "bucare" l'edicola. E questo "Classic" l'attenzione la richiama di certo. Se dovessi fare un'obiezione, avrei voluto il colore del volto del capo indiano più scuro e non di un incarnato simile a quello di un bianco. Nella colorazione questo stacco c'era ed è un peccato sia andato perso. Ma sono sottigliezze. L'importante è che questa iniziativa editoriale riesca a catturare una nuova fascia di lettori e in tal senso l'aver mantenuto il prezzo di copertina al di sotto dei 3 euro è stato essenziale. Le vecchie generazioni passano e Tex ha bisogno di misurarsi con i ragazzi di oggi, sperando che siano interessati.
  10. Partecipo anch'io alla discussione perché il tema mi sta a cuore. Da un bel po' di tempo a questa parte trovo il giallo della camicia di Tex troppo "sparato"... eppure ricordo che da ragazzo quando vidi su "Ciak" Giuliano Gemma impersonare il nostro con indosso una camicia rosso stinto / rosa gridai all'eresia perché ero abituato a vedere Tex come ce lo presentavano le copertine di Galep. Questo per dire che i giudizi di un cinquantenne sono diversi da quelli di un sedicenne. A quel tempo non guardavo a Tex in un'ottica "realistica" e probabilmente il grosso dei lettori continua a non farsi problemi circa l'incongruenza di siffatti colori col Vecchio West. Quindi, che dire? Io vedrei bene Tex con una camicia color arancio/ocra... e la vorrei di un tessuto più grezzo rispetto a come è solito disegnarla Villa. E darei maggior spessore anche a pantaloni e stivali, disegnati spesso troppo aderenti. Questo perché più lo stile del disegnatore è realistico e più taluni particolari balzano all'occhio. Quindi, più che uno stravolgimento, opterei per dei piccoli ritocchi..
  11. Texan

    [676-677] Il ragazzo rapito

    Salvi amici, ho letto anch’io l’ultima avventura di Tex e il mio giudizio al riguardo è positivo. Come prima cosa mi è venuto alla mente un film degli anni settanta con Giuliano Gemma: "Sella d'argento", per il rapporto affettivo instauratosi tra il pistolero e il bambino. Anche la storia di Faraci è uno spaghetti-western, un genere che sinceramente non ho mai amato granché per l'assenza di valori e il nichilismo e l'amoralità che lo contraddistinguono. E’ noto come nel western all'italiana "il più pulito ha la rogna", come si dice. E il nostro Bowen, all'inizio, è un cane rognoso. Talmente rognoso che spietatamente uccide a sangue freddo il padre del piccolo Tim. Tuttavia, e questo ce lo fa apparire diverso dagli altri cagnacci che lo circondano, ha un suo codice morale: non prendersela con donne e bambini. A questo punto entra in scena Tim e vede i banditi armati che hanno appena giustiziato il padre e si accapigliano sulla necessità di far fuori anche lui. Il dolore e il terrore si mischiano nei suoi occhi. Ad un certo punto, il più cattivo, che sembra essere ora il più buono, fa fuori gli altri e lo mette in salvo. Tim lo segue... non ha scelta! Segue chi, a prescindere da ciò che è appena successo, può garantirgli la vita! Come in altri spaghetti-western al tema della violenza cieca si affianca quello della redenzione. "Il ragazzo rapito" è la storia di un killer per sbaglio che si imbatte per sbaglio in un ragazzino, la cui presenza sconvolge la sua anima riportando a galla quell'umanità che aveva perduto. Ecco dunque che questo Bowen, pagina dopo pagina, inizia a mostrare tratti sempre più umani che ad un certo punto fanno dimenticare al lettore tutto il male da lui commesso in precedenza. Prima ancora che Tex, è il lettore a perdonare Bowen, mettendosi idealmente al suo fianco. Anche perché il ragazzino si è affezionato a lui e noi stiamo spassionatamente dalla parte del bambino, vogliamo che si salvi da quella spietata caccia all'uomo che viene messa in atto. Fin qui Tex e Carson sono due comparse e qualcuno si è raccapricciato di ciò. Personalmente non ne farei un dramma. Io non giudico Tex in base alla quantità di vignette che occupa, come dal numero di pugni e pistolettate che dà. Voglio certo anch'io che il nostro sia protagonista degli eventi e coerente con l'impianto morale che da sempre lo contraddistingue. E nel finale, in crescendo, della storia, accadono entrambe le cose. Tex non ha inquadrato bene questo Bowen, l'intuito gli dice che è meno peggio di quanto gli eventi farebbero apparire, tuttavia pensa in un primo momento di consegnarlo alla giustizia. A quel punto il ragazzo si mette di mezzo e da una versione dei fatti, favorevole a colui che sente già alla stregua di un padre adottivo. Già, perché se Bowen finisse in galera, che ne sarebbe del piccolo? A chi verrebbe affidato? Tex per un attimo vacilla e prende d'istinto la decisione che noi lettori, nel nostro animo abbiamo già preso. "Và e non peccare più", sembra cristianamente dirgli. E noi, che abbiamo ormai cancellato dalla memoria il "cane rognoso", siamo contenti che Tex abbia dato a Bowen questa seconda possibilità. PS: Ho dato un "buono" alla sceneggiatura come ai disegni, mentre riguardo al personaggio ho scelto Tim.
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