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TWF - Tex Willer Forum

F80T

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Messaggi pubblicato da F80T

  1. Poco da annotare su questa storia. Del Vecchio ha ben illustrato una storia che Ruju ha ben scritto e che, a mio giudizio,  funziona proprio perché Tex è un fuorilegge che deve sì guardarsi dagli sceriffi, ma che comunque antepone la salvezza delle ragazze in ostaggio alla propria.

     

    Per la sua cattiveria, la matriarca degli Humbert mi ha ricordato Ma' Chase di Il seme dell'odio, che da poco ho riletto.

     

    Voto ampiamente positivo.

  2. Custodito in una valigetta a casa dei miei genitori, ho ancora conservato il foglio A4 su cui avevo ricopiato, il più fedelmente possibile per un ragazzino che non aveva alcuna preparazione artistica, la splendida copertina del n. 401 di Tex.

    Certo, Galep era il papà di Tex e la copertina del n. 400 era stata struggente, ma questa di Villa era qualcosa di diverso, con una cura del dettaglio che mi lasciava esterrefatto.

     

    Prima di riprendere in mano quest'albo e i due successivi, in cui tante volte mi ero già perso, ho voluto leggere le recensioni del forum.

     

    Si parla di Nick Calavera come di un personaggio grigio. Ma, benché lui si sia descritto in questo modo, forse per autoassolversi, secondo me è un personaggio integralmente negativo.

    Il fatto che, per un vago senso dell'onore, non spari sui rangers in difficoltà non ne cancella il profilo di crudele criminale, così come, per fare un parallelo con realtà più vicine a noi, la devozione  ai santi non rende meno schifosi i mafiosi.

    Stona, dunque, la benevolenza che Tex e Carson hanno nei suoi confronti.

     

    E' questo, a mio giudizio, il vero errore nella sceneggiatura di Canzio, che pure presenta aspetti apprezzabili, quali - perché no! - la presenza di Stracci. Tenuto conto di qualche altra piccola caduta (come è stato osservato, Tex non dice: Ti dichiaro in arresto), e del ruolo marginale assegnato a Carson, la sceneggiatura risulta discreta, ma niente di più.

     

    Splendidi, invece, i disegni di Fusco: le sua tavole comunicano il freddo del Keibab Plateau.

     

    Il voto complessivo è 7,5.

     

  3. Stamane ho letto vigliacchi e gli eroi.

     

    Confermo il giudizio positivo espresso dopo la lettura del primo albo. Forse tra cinque anni non ricorderò più nulla di questa storia, ma oggi ho speso piacevolmente un po' del mio tempo.

     

    I vari personaggi mi sono parsi ben caratterizzati, mentre i tanti colpi di scena hanno tenuto sveglia la mia attenzione. Finalmente, inoltre, anche in Carson nizziano torns ad avere un carattere forte e sa essere decisivo.

     

    Mi è sembrato strano (anzi, lo ritengo un errore di sceneggiatura) che capelli d'argento, nel fuggire verso il forte, non abbia portato con sé tutti i cavalli della banda di predoni indiani.

     

    Qualche perplessità in questo secondo albo mi hanno destato i volti dei nostri ranger disegnati da Filippucci. 

  4. Nel 1989 avevo solo nove anni, ma ricordo ancora bene le immagini che i telegiornali trasmisero nei giorni di Natale: Nicolae Ceausescu, che nell'occasione scoprii essere stato uno dei più feroci dittatori dell'Europa comunista, aveva perso il suo ascendente sul popolo rumeno, era stato catturato mentre vigliaccamente scappava da Bucarest, sottoposto a un processo farsa e sommariamente giustiziato; il popolo che a lungo aveva schiacciato con il suo tallone festeggiava in piazza.

     

    On 20/6/2012 at 21:35, Leo dice:

    Io non vedo alcun controsenso in questo personaggio. Boselli tratteggia, a mio parere, la classica figura del tiranno, che finch? è sulla cresta dell'onda è tronfio e appare astuto e coraggioso, mentre nelle situazioni di difficolt? diviene pavido e tremante. Quante volte la Storia ci ha proposto simili personaggià E così è anche Narvaez, e credo che Boselli abbia voluto, consapevolmente, richiamare con esso la figura del dittatore che si rivela un bluff nei momenti topici. 

     

    E' stata proprio l'osservazione di Leo a farmi riaffiorare l'immagine del dittatore rumeno; Narvaez, in effetti, è un personaggio che richiama la figura del tiranno detronizzato da lui ben tratteggiata.

     

    Venendo all'avventura di Tex, mi è risultata, a una nuova lettura, abbastanza gradevole. Ho trovato buona l'idea di variare i pard con cui Tex affronta gli antagonisti.

    La presentazione di Tex come uomo dalla potente medicina mi ha invece richiamato alla mente un altro feroce predone indiano, Charvez (Luna insanguinata).

     

    Due note critiche: 1) non si contano più gli amici di Kit Willer che finiscono in un modo o nell'altro uccisi; forse sarebbe ora di non utilizzare più questo topos; 2) la forza che dimostra Tex, nel divellere da solo una gabbia in ferro, è veramente eccessiva, tale che nemmeno una accentuata sospensione dell'incredulità riesce a giustificarla.

     

    Buoni, come al solito, i disegni di Marcello.

     

  5. La discussione risvegliatasi su questo post  ha solleticato anche la mia curiosità e ho riletto questa storia.

     

    Buona prova di Boselli, che ci presenta Tex nella sua veste (classicissima) di giustiziere.

    Splendidi i dialoghi tra Tex e Carson (tranne per quella vignetta di cui si è discusso, che a me è parsa troppo emotiva), ottima la caratterizzazione degli antagonisti di Tex, bella la citazione de La mano rossa, con l'elenco dei responsabili dell'omicidio di Nantay, cancellati man mano che muoiono. Evocativa, poi, è la nube a forma di morte, che uno dei banditi vede fuggendo da Federation.

     

    Rimane, a mio giudizio, una godibilissima "storia minore", forse anche perché scritta su un soggetto lineare e tradizionalissimo. 

     

    A contribuire al tono minore degli albi vi sono, a mio avviso, anche i disegni di Letteri, ormai ben lontani da quelli splendidi che nei decenni precedenti avevano dato un determinante contributo al successo di Tex.

  6. Intervenire in una discussione così ampia e ricca di questioni non è facile, perché si rischia di essere ripetitivi o banali. Ma è comunque molto stimolante.

     

    Ed ecco, allora, i miei rilievi, nel disordine con cui li ho elaborati.

     

    1) Font e Ortiz hanno uno tratto che a molti non piace. A mio giudizio, però, i loro pennelli hanno delle potenzialità evocative che costituiscono un'arma in più per lo sceneggiatore. Colorado Belle Le catene della colpa non avrebbero la potenza espressiva, se fossero state disegnate da qualcun altro dal tratto pulito, fosse anche un maestro da me amato come Civitelli. Non sono dunque d'accordo con chi trova penalizzante scrivere per loro.

     

    2) Ruju non ha ancora scritto qualcosa di simile a Furia rossa Il passato di Carson. Ci è andato vicino, secondo me, con il già citato Le catene della colpa. Ma ancora il suo capolavoro texiano deve arrivare. Per questo, non può essere paragonato a Nizzi, che di Tex ha scritto pietre miliari.

     

    3) Escludendo Gian Luigi Bonelli (Tex lo ha creato lui, per cui ne è fisiologicamente il migliore interprete), Boselli è l'Autore che è più in sintonia con il personaggio. Chiaro, ha il suo stile di scrittura, con storie complesse e spesso corali, che si discosta da Nizzi come da Bonelli. Ma nelle sue storie c'è sempre il vero Tex, che non è un investigatore sbadato (come nel peggior Nizzi), nè un uomo tormentato dai dubbi (come nel peggior Nolitta).

     

    4) Non sono però giustificati giudizi troppo severi su Nizzi. Se Tex esiste ancora, è merito suo. Se io gli sono fedele da quasi 30 anni, è perché il mio primo impatto col Tex contemporaneo (avevo già letto i primi numeri di Tuttotex) fu con La tigre nera Furia rossa. Certo, non si può negare che poi si sia imprigionato in cliché stucchevoli e abbia avuto un brusco calo nella qualità della scrittura. Ma, come ha sottolineato chi ha fatto il paragone con la Callas, le qualità artistiche si misurano sui vertici della produzione.

    Mi ero già autoaccusato di disorganicità. Ed infatti, ho saltato una delle mie riflessioni.

    La aggiungo.

     

    2-bis) comunque, Ruju si è dimostrato uno sceneggiatore texiano di buon livello. Il suo Tex è ben calibrato e raramente le sue storie deludono veramente. Avercene, anche in prospettiva, altri sceneggiatori di tale calibro.

  7. Il racconto del legame tra Cavallo Bianco e Colpo Coraggioso è molto coinvolgente. Tex entra poi prepotentemente nella storia, riacquistando, a mio giudizio, quella centralità il cui difetto molti hanno invece lamentato.

     

    Splendide le caratterizzazione dei vari comprimari: Ombra, il capitano North, Ben Lushbaught non sono figure anonime, ma personaggi vividi.

     

    Anche i disegni di Font sono evocativi.

     

    Cosa manca perché I lupi rossi sia considerata un capolavoro? A parer mio, manca un finale all'altezza.

     

    Quello ideato da Boselli mi appare eccessivamente precipitoso, con la scelta inaspettata e non del tutto ben illustrata di Colpo Coraggioso.

     

    In ogni caso, la storia merita un 8 pieno.

  8. La penultima apparizione di Proteus, sceneggiata da Nizzi, presenta tutti i difetti evidenziati nei post precedenti:

    - Perry Drayton ci appare cupo e rabbioso, molto diverso dal personaggio beffardo dipinto da Bonelli;

    - è vero, anche nella sua prima apparizione aveva sparato per uccidere (il complice ferito, in realtà sopravvissuto); ma era stato in qualche modo spinto dagli eventi; in questa storia, invece, programma a tavolino l'uccisione del banchiere e l'impiccagione di Carson;

    - Kit Willer fa la figura del bamboccione, che non solo si fa malmenare dagli aiutanti dello sceriffo, ma poi si fa difendere dal papà;

    - ancora una volta si ripete il cliché della caccia a Proteus per mezzo dei suoi complici;

    - la trappola ordina da Proteus ai danni di Tex è ben poca cosa: non solo il nostro eroe rimane in compagnia delle fidate colt, che gli consentono di avere la meglio sulle fiere che avrebbero dovuto divorarlo, ma anche la gabbia in cui era stato rinchiuso non risulta essere un ostacolo insormontabile, visto che il ranger la scavalca con relativa facilità; eppure in hotel Tex era inconsapevolmente nelle mani del suo nemico;

    - non viene spiegato perché, mentre Carson era stato condannato a pagare con la vita la rapina e l'omicidio, Perry Dreyton si giovi di un trattamento più mite.

    Eppure, la storia si fa leggere volentieri, e anzi ai miei occhi è stata più gradevole di L'uomo dai cento volti.

    Splendidi, invece, i disegni di Letteri. Mi sono piaciute particolarmente le scene del circo.

    Non un capolavoro, dunque, ma sicuramente una storia accettabile.

     

     

     

  9. Ho letto questa storia nel volume brossurato edito nel 2019, nel quale sono state raccolte le prime tre apparizioni di Proteus.

     

    In tale edizione, il titolo della storia è Arrestate Tex Willer!

     

    Solo che, a differenza di quanto era avvenuto pochi anni prima ne In nome della legge, il nostro Eroe riesce facilmente a scagionarsi, e allora la vicenda scorre in binari sicuri, sino allo scontro finale.

     

    Penso, in sostanza, che l'interessante spunto iniziale sia finito un po' sprecato. La storia è comunque godibile, grazie anche ai buoni disegni di Letteri.

     

  10. Negli ultimi post di questa discussione si ipotizzava un'eventuale quarta apparizione di Proteus. 

     

    Ebbene, sappiamo che c'è stata. E in effetti, ho letto Rio Verde solo dopo l'ultimo ritorno del pericoloso trasformista, complice una bella edizione brossurata delle storie che lo riguardano 

     

    Si tratta, come già posto in rilievo, di un avversario anomalo, e proprio per questo interessante.

     

    La sceneggiatura di Bonelli è incalzante e i disegni di Letteri, pur privi di dettagli (come tipico dell'epoca), sono efficaci.

     

    Forse è un po' affrettato il finale; e tuttavia è utile anch'esso a delineare la personalità di Perry Drayton, figlio della buona borghesia del West, dedito al crimine per passione.

  11. Quanti ufficiali dell'Esercito degli Stati Uniti ci sono stati presentati in 71 anni di Tex?

     

    Eppure, nonostante siano innumerevoli, nessuno ha mostrato una personalità complessa come MacKenzie: ufficiale tutto d'un pezzo, combattente duro ma non crudele, fine stratega, uomo combattuto dai suoi incubi, che soffre perché altri non hanno rispettato la parola da lui data. Splendido alleato/avversario/amico di Tex, il quale mostra per lui grande rispetto.

     

    Ma Boselli non si è limitato a regalarci, dando spessore a un personaggio storico, un grande comprimario; piuttosto, ha creato una sceneggiatura complessa (come al solito) e ispirata.

     

    Alla grande prova dello sceneggiatore si aggiungono gli ottimi disegni di Biglia.

     

    Voto complessivo: 9.

     

     

     

  12. Mi chiedevo se @borden abbia intenzione di raccontarci, nella serie Tex Willer, di quando il nostro fuorilegge incontrò per la prima volta Zeke Colter. Approfitto di questo spazio per rivolgergli direttamente la domanda.

     

    Aggiungo il mio augurio a tutti di un felice anno nuovo, arricchito da tanti capolavori texiani.

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  13. Era da tanto tempo che non rileggevo qualcosa disegnato da Letteri.

    Devo purtroppo dire che ho ritrovato, in questa storia, un tratto un po' legnoso e, benché all'epoca tale Artista mi piacesse molto, nel riguardare le tavole non sono rimasto del tutto soddisfatto.

     

    La storia scorre gradevole, con un Tex in solitaria molto sicuro ed efficace.

     

    Due, a mio giudizio, le criticità della sceneggiatura.

    La prima è la figura dello sceriffo. Difficile credere che qualcuno potesse pensare di svolgere la funzione di polizia senza fare uso, peraltro ne violento West, delle armi. Come avrebbe potuto fronteggiare i malviventi? Con la sola forza della persuasione?

    La seconda è l'happy ending finale, in cui Brackett, fino a quel momento presentatoci come uomo con due dita di pelo sullo stomaco, diviene improvvisamente benevolo nei confronti della comunità di Faust.

     

    Voto finale: 7.

  14. La mia opinione è che la gestione dell'evento "Texone di Boselli e Villa" sia stata controproducente

     

    La Sergio Bonelli Editore non è un Ente caritatevole, per cui è normale e giusto che cerchi nuove vie per generare ricavi.

     

    Però, Tex è un tesoro che si fonda sui lettori che da settantuno anni, settimana dopo settimana prima, mese dopo mese oggi, si recano in edicola a comprare il nuovo albo.

     

    Sono quegli stessi lettori che non hanno abbandonato la testata nemmeno nei momenti bui della crisi nizziana, e che magari questa volta rischiano di perdere un po' della loro passione per Tex...

     

    Secondo me, si possono rilasciare le più svariate edizioni da libreria di una storia, ma farlo prima che la storia vada in edicola è uno sgarbo ai lettori abituali, che non possono o non vogliono spendere 34 euro per un volume le cui dimensioni sono, peraltro, di difficile gestione.

     

    Per fortuna, la qualità delle storie in edicola è tale da consolare chi dovrà aspettare febbraio per godersi Villa

  15. Se non ricordo male, Ruju non aveva mai mai scritto del giovane Tex. Per questo attendevo con curiosità e qualche timore il nuovo albo.

     

    Sin qui, lo sceneggiatore ha tirato fuori una storia fresca, ritmata e molto attenta alla caratterizzazione psicologica dei vari personaggi, che riesce bene nonostante le poche pagine a disposizione. 

     

    Valutazione molto positiva, fino ad ora.

     

    Non spendo molte parole per i disegni, visto che per me Del Vecchio è una sicurezza

  16. A questo forum riconosco il grande merito di avermi indotto a riprendere l'abitudine di rileggere le storie di Tex a distanza di qualche anno dalla prima lettura.

    In questo modo, sto rendendomi conto di quante meravigliose avventure abbiamo vissuto insieme al nostro eroe.

     

    Splendida, come hanno valutato i molti che mi hanno preceduto, è Luna insanguinata, con quella sua atmosfera melanconica e cupa, e con l'inquietudine che la magia di Charvez incute al lettore: non sarà mica più efficace della magia di Aquila della Notte?

     

    Gli elementi che spiccano, a mio giudizio, sono Ada Stark, sicuramente una delle donne con più spessore nella lunga epopea texiana, e Silent Foot, con il suo modo di essere che al lettore europeo del XXI secolo appare un po' strambo.

     

    Promossi i disegni di Mastantuono.

     

     

  17. Prima che esca in edicola la nuova storia di Tex Willer, volevo aggiungere al mio precedente commento entusiasta (seppur sintetico) una piccola nota critica.

     

    Prima, però, una doverosa premessa. L'intera storia mia ha entusiasmato, e la ritengo una delle sceneggiature migliori di Boselli, anche se - essendo moltissime le opere di rilievo del curatore di Tex - è difficile dire se rientri o meno nella top ten delle avventure boselliane. In ogni caso, per come lo intendo io il forum non è una collezione di complimenti agli autori del nostro fumetto preferito, ma un luogo di scambio di opinioni, ancor più impreziosito dalla partecipazione dello stesso Boselli e di alcuni disegnatori.

     

    Venendo alla nota negativa che mi ero ripromesso di fare, ho riscontrato un certo disallineamento tra lo Steve Dickart de Il Fuorilegge e lo Steve Dickart di Pinkerton Lady.

     

    Nella sua prima apparizione, egli è un avversario molto insidioso per Tex, ma rimane pur sempre un mediocre illusionista. In questa nuova avventura, che precede cronologicamente l'altra, invece, Steve Dickart appare dotato di notevoli poteri ipnotici, che noi lettori non conoscevamo ancora.

     

    Certo, data la godibilità della storia, si potrebbe dire Ma chi se ne frega! Anzi, io stesso me lo dico. Riamane, però, questo un piccolo graffio alla continuity texiana, che merita di essere rilevata.

  18. <span style="color:red;">4 ore fa</span>, Carlo Monni dice:

    @Diablero, sai che sono totalmente d'accordo con te? :lol:

     

    È già la seconda volta in pochi giorni che @Diablero scrive, peraltro con uno stile estremamente gustoso, cose che condivido totalmente.

     

    Alla fine, vi è che ognuno di noi pensa di sapere come dovrebbe essere scritto Tex. Solo che, se mai ci fosse data la possibilità di sceneggiare una storia, verrebbe fuori una schifezza noiosissima...

     

    Come ho già detto, l'avventura natalizia di Tex a mio giudizio funziona; l'intervento delnostro fuorilegge è determinante e non mi dispiace che il fantasma del vecchio abbia nella sceneggiatura lo spazio che merita

  19. Alla conclusione del primo albo, la trama imbastita da Nizzi mi è apparsa solida e godibile.

     

    L'umanità varia radunata in un trading post dalla sorte, a resistere all'assalto degli indiani, è un topos western, ma è messo in scena con abilità. 

     

    Carson,  è vero, ha la peggio nello scontro col bandito, ma la sconfitta non mi è sembrata disonorevole. 

     

    A differenza di altri utenti del forum, i disegni mi sono piaciuti. Bella, in particolare, la scena del picchetto d'onore al momento della sepoltura del soldato morto, che rompe la gabbia bonelliana.

     

    Speriamo che la seconda parte sia all'altezza.

  20. Parto dai disegni, che mi sono piaciuti molto.

    In particolare, mi pare che Ghion renda molto bene il gelo che connota tutta la storia; i suoi paesaggi innevati, peraltro, mi hanno molto ricordato quelli di Calegari ne La ballata di Zeke Colter.

    Anche la particolare colorazione mi è sembrata molto ben calibrata rispetto alla struttura della storia e alle atmosfere che si volevano creare.

     

    La sceneggiatura, del tutto peculiare in una serie in cui pure non sono mancati fantasmi (da ultimo, nella splendida Colorado Belle) , mi è parsa impeccabile.

     

    P O S S I B I L E                      S P O I L E R 

     

    Devo concordare con Leo quando afferma che il primo e l'ultimo dei racconti del vecchio presentano una qualità maggiore di quello centrale, che pure presenta il buono spunto della storia nella storia, e mantengono un ritmo narrativo più idoneo a rendere il senso di angoscia che le vicende narrate hanno inculcato ai tre banditi.

    Cruda, ma non per questo inadatta a un fumetto del Tex, la scena in cui uno dei malviventi prefigura di voler abusare sessualmente della giovane donna presa in ostaggio.

    Senza un attimo di respiro, come ci ha abituato la serie che si occupa del giovane Tex, è l'azione del nostro fuorilegge.

    Criticabile, invece, è il fatto che i fatti illustrati nello speciale di natale seguano quelli ancora inediti, oggetto di Tex Willer nn. 14 e 15.

     

    Ad una valutazione complessiva, ritengo che, a prescindere dalla discussione sulla correttezza del prezzo di copertina, si tratti di soldi ben spesi.

     

     

  21. Il soggetto è estremamente interessante e la sceneggiatura è tutto sommato buona.

     

    I difetti non mancano: Kit Willer e Tiger hanno poco spazio, così come Gtros Jean; Nizzi si serve di qualche trucchetto di troppo per far superare ai nostri eroi le impasse  che trovano sulla via (ma quanti amici ha Laruche?); i profili del complotto rimangono un po' troppo sfumati.

     

    Ma ci sono anche belle trovate, come il dialogo con il maggiore Fielding e la sequenza della caccia al Golden Arrow.

     

    Bella prova grafica di Fusco.

     

    In poche parole, non un capolavoro ma una storia che si legge volentieri

  22. E venne finalmente il momento per me di acquistare il primo Color Tex dedicato alle storie brevi (ho già raccontato che Tex a colori non mi sembra canonico, salvi i numeri celebrativi; di qui il mio rifiuto, sino a questa estate, di acquistare gli albi in technicolor).

     

    Ho trovato spunti di interesse, benché sia evidente che si tratti di storie pensate per non andare sulla serie regolare e che, in effetti, non vedrei di buon occhio sul mensile, nemmeno come sottotrama.

     

    Teton Pass e Una trappola per Kit attribuiscono un po' di meritata gloria ai due Kit.

    Piccolo Falco riesce a fare cose che mai abbiamo visto fare neppure a Tex e che sfidano le leggi della fisica. Quanto al ranger più anziano, la mia opinione e che con la vedova abbia consumato, benché nel dialogo che ha agitato la discussione in questo forum si parlasse delle esperienze da vagabondo uomo di legge, non di storie di letto. 

    Complessivamente, si tratta di due avventure piacevoli, da leggere per quello che sono: dei divertissement.

     

    Singolare, e un filo troppo sdolcinata, la muta Attenti al lupo. Va bene per una volta, ma non mi piacerebbe trovare nuovamente storie completamente mute; la bellezza della natura può essere esaltata diversamente (ricordate La ballata di Zeke Colter?).

     

    La trama di La voce del killer viene scoperta sin dalla letttura del titolo. Benché appartengano a un maestro del fumetto, non ho trovato adatti a Tex i disegni.

     

    Belle trama e disegni di L'ultimo dei Mimbres. Peccato che Majo ci abbia regalato un Kit Carson irriconoscibile.

     

    Tornerò ad acquistare Color Tex storie brevi? Quién sabe?

     

     

  23. Giovani Assassini è stata una pietra d'inciampo per alcuni affezionati lettori texiani. 

    Dopo averla riletta, ho lasciato passare un po' di tempo per far decantare i miei pensieri, prima di offrire al forum la mia valutazione della storia, retrospettivamente illuminata anche dalla lettura e dalla metabolizzazione di Winnipeg.

     

    Le critiche a questa storia si polarizzano su tre fronti:

     

    a) I quartetto dei pards ci appare profondamente diviso, in difformità dal canone texiano che ci presnta un affiatamento fuori dal comune;

     

    b) Tex dimostra di non essere un leader, ammettendo che sulla sorte di Kid Rodelo si voti;

     

    c) se in futuro Kid seguirà la giusta via, allora Tex si sarà dimostrato non più infallibile giudice di uomini, non avendo creduto in lui; ma se invece Kid tornerà a delinquere, allora Tex avrà commesso un grave errore di valutazione nel permettere che venisse lasciato libero, e avrà sulla coscienza crimini e delitti.

     

    A mio avviso, le contestazioni non colgono nel segno.

     

    Innanzitutto, come ho già rilevato in altra discussione, per quanto affiatati i pards sono quattro teste pensanti, e dunque è implausibile pretendere che non abbiano mai divergenze di opinioni, anche su questioni serie.

     

    In secondo luogo, Tex è un leader. Però il leader non si limita a comandare, ma ascolta le opinioni di coloro di cui si circonda e le valorizza, tanto più quanto provengano da persone degne di stima.

    Ebbene, a chi ha dato ascolto Tex? Ai suoi storici e fidati pards, di cui si fida e ai quali ha più volte affidato la sua vita (per esempio, ogni volta in cui dice Coprimi!, e si lancia in un'impresa ardua se non disperata); e a Mike, che, sebbene da poco conosciuto, ha con lui condiviso non banali momenti di caccia ai tre fratelli. 

     

    Infine, se è vero che Tex ha straordinarie capacità di comprensione del cuore degli uomini, non ha poteri soprannaturali e non è infallibile, né gli Autori, secondo me, ce lo hanno voluto così presentare.

    A parte questa riflessione, in realtà ancora una volta Tex dimostra di aver fatto la scelta giusta.

    Il cuore di Kid, lo scopriremo, è ancora nero alla fine di Giovani Assassini; ma il ragazzo è pronto a mutare. Il nostro ranger in qualche modo percepisce questi avvisi di cambiamento, e allora sceglie di dare ascolto ai due Kit, che, come Mike, vogliono dargli un'altra chance.

     

    Piuttosto, le critiche alla sceneggiatura avrebbero dovuto - a mio parere - appuntarsi su un altro aspetto.

     

    Infatti, sin dall'inizio dell'albo, i tre giovani assassini ci vengono presentati con una qualche benevolenza.

    Ecco, io non capisco perché ciò accada, visto che sia Kid Rodelo che Durango sono, non ne abbiamo dubbi, spietati criminali e Dallas, pur non avendo materialmente ucciso nessuno, partecipa a rapine in cui è messo in conto che i scappi il morto.

     

    A parte tale aspetto problematico, la storia è scritta molto bene e Font la interpreta, a mio giudizio, adeguatamente dal punto di vista grafico.

     

  24. WOW!

     

    Questo sarebbe il mio commento all'albo conclusivo di Pinkerton Lady, se non fosse una palese e grave violazione delle regole del forum.

     

    Allora, in attesa di una rilettura e di una critica più meditata, dico che gli ultimi cinque balloons mi hanno fatto venire la pelle d'oca.

     

    Come nel dialogo tra Tex e il sergente Torrence (Cercatori di piste), condensa in poche battute un dilemma con cui filosofi, giuristi e operatori del diritto si scontrano da secoli.

     

    E poi c'è quella vignetta, che sarà ricordata, a pag. 50...

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