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TWF - Tex Willer Forum

Black Jim

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Messaggi pubblicato da Black Jim

  1. Il 11/9/2015 at 22:37, Leo dice:

    1) La facilità con cui Tex uccide. In questo primo albo, Tex è davvero un assassino: uccide solo chi merita di essere ucciso, dice lui, ma è vero che mette mano alla pistola con una facilità estrema - molto più di oggi - e ciò mi porta a ripensare parzialmente il mio giudizio sulla censura che spesso questo fumetto ha dovuto subire nei suoi primi anni. L'Italia ultra-cattolicasi credeva con ingenua e genuina fede alle Madonne piangenti di Luigi Gedda, non poteva - obiettivamente - vedere di buon occhio un fumetto con così alta dose di violenza, e chi lo bollava come diseducativo non è che avesse tutti i torti. Oggi Tex uccide con altrettanta facilità, ma intanto è meno impulsivo - ciò che lo porta a tirare qualche cazzotto in più e qualche pallottola in meno - e poi oggi, con tutta la violenza presente negli altri media, quella del Tex dell'epoca sarebbe abbastanza ordinaria. Per il 1948, in assenza di altri media popolari, tutti quei morti ammazzati nel giro di poche vignette non dovevano invece essere pochi, e potevano ben allarmare gli occhialuti censori di fine anni '40. Probabilmente lo stesso GLB doveva esserne consapevole, tanto che nella storia successiva fa rimproverare Tex da parte di Joan, la figlia del giornalista, che gli chiede se non possa essere meno svelto con quelle pistole. Al che Tex risponde che, anche se è consapevole di ciò che lei pensa dei suoi metodi, lui non ha comunque alternative, e deve colpire prima di essere colpito. Una giustificazione plausibile che a mio parere palesa l'intenzione di Bonelli di mitigare con le parole quei fatti violenti che mette in scena in questo fumetto esplosivo e per l'appunto iper violento.

    Sì, in effetti le prime storie sono belle, ma molto violente (anche se niente a che vedere con certo splatter odierno) e sono lieto che il timore della censura o la semplice evoluzione del personaggio abbia mitigato la cosa e ci abbia dato il nostro Tex (più o meno) canonico.

  2. <span style="color:red">17 ore fa</span>, Grande Tex dice:

    Mi secca dare ragione a Diablero soprattutto quando ha questo atteggiamento un po' da " Come ti permetti di dire questo"? Ma anche Gilas2 stavolta ci é cascato, e  siccome al di là dei modi di solito Diablero ha ragione,la mia onestà intelettuale mi impone di votare l' opzione 2.😄

    👍 Non voglio certo farne una crociata, ma opzione due ovviamente.

     

    <span style="color:red">17 ore fa</span>, pino1980 dice:

    Non ho votato perché tra le due opzioni non ce ne è una che condivido....una terza opzione sarebbe potuta essere "non è da Tex, ma ogni tanto è accettabile che faccia il buffone" o qualcosa del genere... personalmente non mi ha dato fastidio

    Capisco, ci si può certo passare sopra (e rispetto all' intera storia ci passo sopra), ma a me vedere Tex che si comporta così ha sempre infastidito😑. Un po' come uscire con un amico e vederlo fare un'uscita veramente  inopportuna: sul momento ci si rimane male, quasi non l' avessimo mai conosciuto veramente.

    Poi parliamo di un fumetto, è chiaro😃.

     

    <span style="color:red">17 ore fa</span>, Grande Tex dice:

    Ma io fossi in Diablero cambierei le risposte,stessi concetti ma più diplomatici.

     

    PS: la storia é una delle mie preferite

     

    Concordo.

  3. <span style="color:red">3 ore fa</span>, Diablero dice:

    Stavo riflettendo su una cosa, stamattina, visto che questa discussione mi ha fatto tornare in mente quel periodo in cui Nolitta stava massacrando Tex, e il crollo dei lettori...

     

    All'epoca non c'era ancora Dylan Dog e il boom successivo (quindi, non solo mancavano le vendite di Dylan Dog, ma anche quelle "trainate" da Dylan Dog tipo Nathan Never o Nick Raider). A tenere su la Bonelli era il solo Tex (Zagor e Mister No vendevano ancora abbastanza, ma a quei tempi il punto di pareggio delle varie serie era molto più elevato, mi pare fosse sulle 50.000 copie, e solo Tex era molto sopra quella cifra). E le vendite di Tex stavano precitando (Sergio Bonelli disse una volta in TV che stava perdendo il 10% dei lettori all'anno, cioè in 10 anni di quel passo praticamente chiudeva la casa editrice)

     

    Eppure... scriveva un Tex come questo.

     

    Ora, io non sono uno sceneggiatore, e nemmeno uno scrittore. Non so quanto sarebbe stato difficile, per Sergio Bonelli, fare un Tex più accettabile.

     

    Però, da profano... penso che se mi mettessi a sceneggiare Tex, la maggiore difficoltà l'avrei proprio CON LO SCENEGGIARE. Proprio con il "mestiere". Con le idee, e con il metterle su carta in maniera professionale. Cose per cui Sergio Bonelli evidentemente non aveva problemi.

     

    Qui ha l'idea, ha i nemici, ha la capacità "tecnica" di scrivere la sceneggiatura. Perchè non è capace di scrivere un Tex che non sia uno sbruffone o un gradasso? (o, successivamente, un incapace)? Era davvero così "istintivo" nello scrivere?

     

    Stava perdendo il 10% dei lettori all'anno. Per l'epoca, credo fossero più di 50.000 lettori ogni anno, non i 5.000 attuali. OK, di certo non sarebbe rimasto povero (lo diceva lui stesso che aveva investito saggiamente i soldi guadagnati e che la chiusura della casa editrice non l'avrebbe mandato in rovina), ma altrettanto certamente, amava fare l'editore (altrimenti avrebbe venduto la Bonelli da tempo) E a quell'epoca, prima del boom di Dylan Dog, le vendite stavano precipitando al punto che le stavano provando davvero tutte (persino le riviste di cruciverba, i fumetti americani di Indiana Jones, i fumetti del Drive In, le riviste tipo Monello e intrepido). Le stava provando tutte... ma NON scrivere un Tex meno snaturato?

     

    Boh, davvero, non capisco. Forse sarà perchè appunto non mi rendo conto di che "fatica" sarebbe stata imitare di più lo stile di un altro. Ma d'altro canto, nessuno gli chiedeva di scrivere DAVVERO con lo stile di GL Bonelli, i suoi dialoghi non potevano rimanere "nolittiani"... ma con un Tex meno snaturato?

    Data la situazione rimango perplesso anch'io, senza stare a rivangare i rapporti col padre su cui è già stato scritto sopra, temo rimarrà in ultimo "un mistero', che forse solo Sergio avrebbe potuto svelare.(L'ho incontrato solo una volta, quando tra l'altro era un po' abbattuto per non so quali vicenda, contabile-giudiziaria forse, ma mi colpì molto e per questo mi viene da usare il suo nome proprio come se fosse di famiglia.

    Mi colpi in primis come persona, ma anche come editore in cui traspariva interesse e amore per i suoi personaggi e soprattutto per i lettori; lettori con i quali del resto interagi' a lungo in quella bella serata).

        Mi viene solo il dubbio che essendo uno (bravo) sceneggiatore di successo e non dovendo rendere conto ad altri -essendo giustamente l'editore- gli riuscisse paradossalmente più difficile (rispetto a uno sceneggiatore x, ma anche a grandi come un Nizzi o un Boselli) proprio l'idea di doversi adeguare a uno stile e a un personaggio con cui evidentemente almeno inizialmente non sentiva affinità.

    Comunque rendo onore al Sergio editore che, evidentemente consapevole della situazione, affidò poi Tex a Nizzi.

    P.s.Comunque a me la storia in sé è sempre piaciuta, nonostante Tex sia al palo per un albo e altri difetti oggettivi (anche il "profeta" è un po' TROPPO fuori dal mondo) l'ambientazione, la trama, le giubbe rosse/milizia/esercito inglese e perfino il traditore mi hanno sempre convinto.

    Certo non un capolavoro, ma diciamo che c'erano gli ingredienti per farlo e alla fine ne è uscita una buona storia.

    Voto 8.

  4. <span style="color:red">4 ore fa</span>, Mister P dice:

    Innanzitutto è possibile fare un messaggio unico con doppio quote, secondo due messaggi consecutivi postati entro l'ora si uniscono automaticamente.

    Sì, grazie.Infatti il sistema me li ha uniti in automatico, chiedo scusa non ne ero a conoscenza.

     

    Ho provato a fare il messaggio unico con doppio quote ma devo essere più imbranato di quanto pensassi, almeno da cellulare...

  5. Il 11/3/2009 at 17:51, ymalpas dice:

    La lunga estate di Tex con il numero 500 e il ritorno di Mefisto



    Articolo di - Antonio Salvatore Sassu apparso su La Nuova Sardegna il 19 giugno 2002



    Cavalca le praterie di un western di carta dal 1948, e malgrado i 54 anni di vita editoriale, è più pimpante che mai. Stiamo parlando di Tex Willer, un fenomeno editoriale, non solo italiano, che continua a dominare le edicole e si avvia verso una lunga estate calda, calda come gli scenari delle sue avventure e il piombo delle sue micidiali colt. I primi di giugno, infatti, la collana ?Tex Gigante nuova serie?, in edicola dal marzo del 1958, e che viene ristampata anche in tre edizioni diverse, ha festeggiato il numero 500 con un albo a colori, andato esaurito in un paio di giorni e già in corso di ristampa. Ma non c'è solo ?Uomini in fuga?, scritto da Claudio Nizzi, disegnato da Giovanni Ticci e realizzato a colori, come da tradizione, ma sta per uscire anche il Texone disegnato da Bruno Brindisi, ?I predatori del deserto?. La vera sorpresa, però, ci sarà a partire da luglio con il ritorno di Mefisto, con i disegni di Claudio Villa: una lunga avventura nel soprannaturale che ci accompagner? sino a settembre. Che Mefisto non si accontentasse di restare morto e sepolto i lettori di Tex lo sapevano già, ma che fosse così testardo nei suoi ritorni dall'aldil', sempre per annientare il ranger e i suoi pard, è una sorpresa nata da un'idea di Claudio Nizzi, da anni lo sceneggiatore principale delle avventure del nostro. Come dire che a volte ritornano e, nel caso di Mefisto, sempre più indemoniati. Come personaggio e come collana Tex, lo ricordiamo, è in giro dal 1948. Un fenomeno che ha pochi riscontri in tutto il mondo. Ci vengono in mente pochi nomi di personaggi con una vita editoriale simile o più lunga della sua: Superman, Batman e magari anche Topolino. Di più duraturo c'è e c'è stato molto poco. Quale ?, dunque, il segreto di questa lunga vita editoriale e di un successo che non conosce crisi? Ne abbiamo parlato con l'editore Sergio Bonelli, figlio di Gian Luigi, uno dei più grandi narratori del Novecento italiano e inventore di Tex e di centiania di altri personaggi, e anche lui sceneggiatore e creatore di grandi eroi di carta. Al grande successo di Tex 500 si aggiunge la spasmodica attesa per il ritorno di Mefisto. Questo vuol dire che è sempre Tex il più amato dagli italiani? ?Confesso che anche io sono stupito, non ricordo un'adesione così totale. Non ci aspettavamo un successo di queste dimensioni per il numero 500, tanto è vero che in meno di una settimana abbiamo dovuto ristamparlo. Questa è la conferma di un fatto irripetibile che fa capire, una volta di più, che c'è molto affetto intorno a Tex, che è tornato il fumetto italiano più venduto, scalzando Dyland Dog, anche se di poco, pur essendo un personaggio che ha un pubblico adulto, maturo, che non suscita più l'interesse dei ragazzini. Ma il successo c'è ed è innegabile e una parte del merito va sicuramente alla stampa che si sta facendo perdonare tutto il malanimo e le aggressioni contro il fumetto italiano di quando io ero ragazzo?. Questo numero 500 di Tex è stato particolarmente curato dal punto di vista tipografico? ?Anche se i colori non sono la nostra specialit?, devo dire che ne sono rimasto soddisfatto?. E come se non bastasse, dopo uno scintillante numero 500, sta per ritornare Mefisto ?Direi proprio che la gente "frigge" per il ritorno di Mefisto. E questa è una grande preoccupazione per me perchè ho paura di deludere i lettori, anche se Claudio Villa ha fatto un lavoro straordinario e Claudio Nizzi si è dimostrato, ancora una volta, all'altezza del compito di sceneggiatore principale di Tex?. Come mai il ritorno di Mefisto non è firmato, come sceneggiatore, da Sergio Bonelli-Guido Nolitta? ?Come sceneggiatore io sono già in pensione, e poi devo confessare che Mefisto, come argomento, non è proprio di quelli che a me piacciono più di tanto. Inoltre, quando Nizzi mi ha spiegato l'idea, con una buona giustificazione iniziale e con un approccio insolito e diverso da quelli usati precendemente da Bonelli padre, mi è sembrato giusto che questa storia toccasse a lui?. E ne sei soddisfatto? ?Personalmente trovo che mio padre abbia sfruttato abbastanza l'argomento Mefisto, ma il pubblico me lo chiede, me lo sollecita, e allora è quasi un dovere accontentare questo straordinario pubblico che non è severissimo con noi e che ci consente di ripeterciò. Se Tex gode di buona salute, come sta il fumetto bonelliano in generale? ?Tex è il fumetto italiano più venduto, e quindi gode di buona salute, ma non bisogna dimenticare che ogni anno c'è una perdita di lettori del 6,7 per cento e che, rispetto a sette anni fa, le vendite si sono dimezzate. Questo vuol dire che i giovani hanno altri interessi: la televisione, i videogiochi, la birra al bar, gli amici, ma non solo. E poi leggere fumetti è diventato più faticoso, pur non essendo questo il caso di Tex. Quando ero ragazzo io le storie erano più meccaniche ed elementari, adesso sono più verbose e sicuramente più faticose da seguire?. Malgrado la crisi, state preparando qualche novità? ?Questo, per noi, è un momento di riflessione. Negli ultimi tre anni abbiamo proposto diverse testate e in molti ci hanno accusato di voler invadere le edicole senza capire che dietro ogni testata c'erano progetti sofferti e vissuti per anni. Ognuna di queste testate si indirizzava a un pubblico diverso dal quale ci aspettavamo delle risposte chiare. Invece i segnali di ritorno sono scarsi: Julia continua ad andare molto bene, altri sono in calo, altri ancora non sono mai andati bene?. E la crisi irreversibile del fumetto? ?Questo conferma che dobbiamo pensare al fumetto come a un prodotto di nicchia e più caro, e non più di massa e popolare nei prezzi e nell'aspetto. In tutti i casi c'è un interesse per il primo numero e poi un calo pesante, quasi che la gente rimanesse delusa. E questa è colpa di noi editori che non siamo in grado di capire che cosa vuole il lettore che, viziato dal cinema, dai videogiochi, dagli effetti speciali, vuole forse cose superiori a quelle che gli può dare il fumetto legato alla fissit? dell'immagine e alla mancanza di suoni. Noi della Bonelli come tipo di lavoro non siamo mai stati quelli del mordi e fuggi e abbiamo sempre pensato a prodotti che andavano avanti per molto tempo e oggi non sappiamo bene quali debbano essere le proposte per un pubblico che sembra si stanchi molto presto. Oggi, magari, dovremo sfruttare gli eventi e mutarci, forse, in una squadra di predoni. Siamo quindi in meditazione e il nostro pubblico dovrebbe comunque essere contento di sapere che anche così stiamo sempre lavorando per lui?.

    Ringrazio sentitamente per l'intervista di Sergio Bonelli sulla difficoltà di aprire e mantenere aperte nuove collane in un'epoca crisi del fumetto, sempre bello vedere la passione che allora animava la casa editrice. Pur nella difficoltà, in qualche modo si respira ancora l'aria di solidità e entusiasmo della società italiana del boom economico e la vicinanza ai lettori.

    Ora, nonostante Tex Willer- che cmq è  sempre Tex- le cose vanno molto peggio e, a parer mio, pure Julia è illeggibile ☹️.

    Bruttarello il fumetto solo per un'elite, ma soprattutto pessimo delle generazioni perse dietro tic-toc e spesso incapaci di comprendere ciò che leggono.

  6. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Diablero dice:

    Non so come la pensino adesso gli eredi, ma se avesse provato a scriverla qualcuno mi sa che Sergio Bonelli l'avrebbe querelato, e non si è mai azzardato nessuno...  :P

    ...

    Di persona, Sergio Bonelli ne parlava un po', ma a suo modo, facendo battute (molto divertenti), vai a capire quanto c'era di vero e quanto era il suo gusto per la battuta autoironica.

     

    Immaginavo ! 

    Concordo col giornalismo scandalistico e certo non mi sarebbero interessati i particolari troppo personali (strettamente familiari e che è bene rimangano tali), ma il suo rapporto col padre e con Tex da adulto, capisco però che le cose debbano essere state in qualche modo inestricabili.

     

    <span style="color:red">1 ora fa</span>, Diablero dice:

    Le "tracce" che abbiamo e che ci sono rimaste sono le storie. In cui si incrociano sia il rapporto personale, sia i diversissimi gusti dei due Bonelli (con Sergio che ama gli eroi perdenti e sconfitti, e quindi il suo Tex all'inizio dovendo vincere non è per niente un eroe, anzi è antipatico, gradasso e odioso, poi per renderlo più simpatico non lo fa più davvero vincere e diventa un perdente sconfitto). E anche il "tipo" di narratore che era Nolitta: le sue storie molto spesso logicamente non stanno in piedi

    ...

    si basano anche più del solito sul "gioco di prestigio" del narratore che non ti lascia il tempo di pensare, e da questo punto di vista sì, nonostante i temi, erano per un pubblico più giovane e "ingenuo".

     

    Andare a districare in queste differenze cosa è dovuto al rapporto personale, cosa sia dovuto alla differenza di stile, e cosa sia dovuto anche magari all'astio per doversi occupare di un personaggio non suo al posto di Zagor (abbandonato) e Mister No, è difficile capirlo, e oltretutto non ci serve per "valutare" le sue storie.

     

    Ma che di sceneggiare Tex non avesse proprio nessunissima voglia è evidente, anche nel fatto che l'ha fatto solo e unicamente quando costretto (prima dal padre, poi dai problemi di Nizzi) e quando ha potuto smettere l'ha fatto immediatamente, facendo persino terminare le storie a metà da altri.

    Comunque grazie per il prezioso contributo.

     

    (Chiedo scusa per i due messaggi, ma da cellulare non sono riuscito a fare un messaggio unico, se riescono gli amministratori li ringrazio).

  7. Il 19/4/2020 at 05:41, Diablero dice:

     

    Concordo. Guardate anche solo le espressioni a pagina 67. È ovvio che sta facendo finta, e Tex lo sa benissimo.

     

    "vuoi un fazzoletto per piangerci dentro?"

    "tienilo pure, Caino, Ti servirà per nascondervi vergogna e rimorsi, quando mi avrai visto sparire per sempre fra le rapide del Colorado!"

    "Il che non potrà accadere, Fratello."

    "E perché mai?"

    "Hai dimenticato di avermi raccontato che una vecchia zingara ti ha predetto che saresti morto di vecchiaia?"

    "Ma quella bruja non immaginava che amici infidi mi avrebbero trascinato in un guaio del genere!"

     

    Questo non è un dialogo fra una persona davvero spaventata e qualcuno che cerchi di rassicurarlo. Se Carson fosse davvero spaventato non ci farebbe battute sopra. Fa la commedia, fa il pessimista per prendere in giro Tex e Tex a sua volta prende in giro lui, ma nota che nessuno dei due ha il minimo dubbio che Carson si possa davvero tirare indietro.

     

    Notare che Carson è DAVVERO preoccupato, qualche pagina dopo, quando si trovano con più calma davanti ad un caffè, e discute più seriamente con Tex sull'opportunità di seguire quella strada, ma all'insinuazione di Kit si arrabbia subito.  Cosa noto?

    1) Che Carson si becca le battute di Tex tutto il giorno senza fare una piega, anzi ribatte colpo su colpo. Sono due vecchi amici di tante battaglie che ne hanno viste tante insieme, sempre sfottendosi a vicenda. Ma quando lo fa Kit... Carson reagisce diversamente. Kit è ancora un ragazzino, che cerca di imitare suo padre, anche negli sfottò a Carson. Ma lui non è Tex, e Carson non accetta da lui le battute che accetta da Tex.

    Sono piccoli dettagli, che sfuggono magari ad una prima lettura, che fanno capire quanto fossero "veri" questi personaggi per GLBonelli, e come li conoscesse come il palmo delle sue mani

    2) Che nel momento in cui Carson sta davvero discutendo con Tex dell'opportunità di scendere il fiume, lo fa con tutto un altro tono. Le geremiadi e il pessimismo sono per le battute scherzose, ma in quelle due-tre vignette in cui fa presenti a Tex i pericoli reali, è serio e calmo.

    Poi, una volta rassicurato da Tex... ricomincia con la commedia!

     

    Un altro dettaglio significativo a pagina 83-85. Carson come sempre fa la commedia del poveretto costretto a fare faticacce dal suo pard schiavista, ma stavolta anche Tex è d'accordo con lui e dice che passeranno la notte a Lees Ferry. Ma lì incontrano proprio il capo del piccolo villaggio che stanno cercando, che gli propone di ripartire subito con lui. Che dice Carson? "Sarebbe tempo guadagnato, se si deve arrivare a quel posto con una certa fretta"

     

    Quando nelle storie di altri autori si vede Carson che vuole mangiare bistecche o dormire in un letto a costo di perdere tempo, appare subito chiaro che questi autori non conoscono il personaggio. Stanno scimmiottando i soliti scambi di battute fra i pards, ma senza capire come e quando li usava GLBonelli.  Carson fa la parte della povera vittima tartassata quando è già chiaro, anche a Tex, che in realtà fermarsi è la scelta migliore (come all'inizio di questa scena). Ma non rallenta il gruppo a costo di mettere in pericolo altre persone, e qui anzi è lui stesso a dire a Tex che si potrebbe proseguire.

     

    P.S.: Parlando di autori che utilizzano elementi delle storie di Tex senza capirli...  una cosa chiara sin dalla prima storia che ne ha parlato, "Dugan il bandito", è che i bianchi non devono sapere che c'e l'oro nelle terre dei Navajos, e quindi, IN QUELLE STORIE, NESSUNO DEI BANDITI DEVE USCIRNE VIVO. In questa storia viene ribadito dal dialogo fra Tiger e il suo "vice", e anche nel dialogo fra Tex e Carson prima dell'agguato, mentre Carson vuole farli secchi subito, Tex vuole "dargli la possibilità di morire con le armi in pugno". Cioè, LA POSSIBILITÀ DI MORIRE COMBATTENDO, ma assolutamente NON di salvarsi.  La ritrosia di Tex nello sparare a persone che si sono già arrese si vede anche nel metodo che usa alla fine per liberarsi di loro, ma che sia una necessità, ne sono tutti consapevoli.

    Confrontate questa consapevolezza con la faciloneria con cui Nizzi nel numero 500 fa promettere a Tex (a banditi che hanno scoperto lo stesso luogo scoperto dalla Banda Dugan e che hanno profanato la tomba di Lylith)   che chi si arrende "avrà salva la vita", e infatti uno dei banditi viene risparmiato. Ma non è un problema se in penitenziario svelerà a centinaia di assassini il suo segreto, dopotutto Nizzi gli fa dire ad inizio storia che "tutti sanno che c'è l'oro nei monti Navajos"... 🙄

     

     

    Ottime le sottolineature su come Carson giochi a recitare la parte del pessimista, ma si dimostri poi pronto azione: dopo tutto sul fiume c'è sceso poi.Però anch'io lo ricordo un po' troppo lamentosi in questa storia: dovrei rileggermela.

     

    Magnifica la copertina del numero 202 "Gran Canyon", onore a Galep!

  8. <span style="color:red">10 ore fa</span>, Diablero dice:

    Erano tante le cose che Sergio Bonelli odiava, anche se l'unico elenco più o meno "ufficiale", scritto da Alfredo Castelli, l'hanno potuto leggere in pochissimi (io vidi solo la copertina della mitica reliquia, una volta in visita alla redazione, ma non potemmo sfogliarla...), ci sono notizie "ufficiose" che di solito concordano (tipo l'odio per l'aria condizionata), certe parole che non si potevano usare nei titoli, etc.

     

    Però anche se è divertente che abbia usato Tex per "vendicarsi", davvero, non è da Tex fare il prepotente contro un povero prestigiatore che non gli aveva fatto niente. Avrebbe dovuto "preparare" meglio la scena, dare a Tex qualche motivo migliore di "mi ricorda Mefisto".

     

    Purtroppo, come dimostra anche "Caccia all'Uomo", quella era la visione di Tex che aveva Nolitta all'epoca: un prepotente violento e gradasso...

    Molto interessante (anche la cosa dell'aria condizionata certo! 😃) la "visione nolittiana dell'epoca" su Tex.

    Ho letto le storie solo a posteriori, ma credo ci sia molto di vero.

    Domanda agli esperti: esiste una pubblicazione che ripercorra la vicenda editoriale/autoriale di Sergio su Tex e in particolare sul suo rapporto/confronto col padre?

    E, se non ce n'è una seria/approfondita, azzardo: tra casa editrice e forum vari, non si potrebbe scriverla, finché sono ancora in vita testimoni e lettori veterani?

     

    Non so se la famiglia sarebbe d'accordo, ma sarebbe molto interessante.

     

  9. Il 10/1/2010 at 12:06, ymalpas dice:

    La famosa scena dello spettacolo alla "Moulin Rouge" di Lilly Bijoux e delle altre ballerine che Tex mostra "scandalosamente" di apprezzare, lasciando intuire ai lettori un lato della sua vita che non appare mai nelle sue avventure e che non lo vede insomma fedelissimo alla memoria dell'amata moglie Lilyth, tragicamente scomparsa anni prima, è costata a Sergio Bonelli una valanga di critiche da parte dei lettori, dalle quali l'Editore ha cercato maldestramente di giustificarsi nel corso degli anni. La tesi che personalmente ho sempre conosciuto è sempre stata una: Tex chiama a gran voce le ragazze perchè non sopporta letteralemente gli spettacoli di prestigiazione, con tutti quei trucchi che gli ricordano la primissima avventura "messicana" che lo vide cotrapposto al modesto prestigiatore Mefisto, prossimo a diventare il nemico numero uno. Leggendo nei giorni scorsi una recente intervista nella quale si ritorna inevitabilmente sulla questione, Sergio Bonelli ha avanzato un'altra causa... Non è Tex ad avere in odio i prestigiatori, è lui stesso che non riesce a sopportarli, da quando giovanissimo frequentava un collegio particolarmente austero, di quelli che vietavano l'uscita nei weekend, obbligando i collegiali a sorbirsi letteralmente ogni domenica, lo stesso inevitabile spettacolo offerto appunto da un collega di Mefisto, neanche particolarmente abile a nascondere i suoi trucchi da quattro soldi! Da qui il rigetto è passato, forse inconsciamente, anche a Tex. Per quello che possiamo aggiungere noi, modestamente, concordiamo con lui: tra i due spettacoli, le gambe vorticosamente sollevate dalla bella Lilly e delle altre conigliette vincono la gara della serata in maniera schiacciante, stracciando simbolicamente bacchette, cappelli a cilindro e coniglietti bianchi! In realtà, se vogliamo affrontare il problema in maniera più analitica e meno scherzosa, in quella scena molto gioca la goliardia tipica del Nolitta scrittore e ancor di più la volont? di far disegnare ad un perfetto illustratore della bellezza femminile, Fernando Fusco, quello che più gli piaceva realizzare graficamente.

    Grande Fusco e certo meglio le ballerine del ricordo di Mefisto ...o del collegio! ma le critiche dei lettori a Sergio Bonelli (riposi in pace) erano pienamente giustificate: se non altro Tex avrebbe dovuto usare più classe!

  10. <span style="color:red">2 ore fa</span>, PapeSatan dice:

    Interessante disamina, ben circostanziata.

    Riguardo al tuo punto nr. 9 che ho richiamato, poichè abbiamo già avuto modo di interagire sull'opportunità o meno che Boselli sani in qualche modo, nel suo completamento di "Ombre di morte", l'incongruenza tra questa storia di GLB e quella di Nizzi, sarebbe interessante che tu, con la precisione che ti contraddistingue, molto meglio di quanto potrei rilevare io, voglia ricordare i passaggi che renderebbero ardua (e, secondo te, inutile o dannosa, per non snaturare la storia di GLB al servizio di Nizzi) una possibile ricongiunzione boselliana coerente tra le due storie.

    Mi associo.

    (E viva Nizzi pur coi suoi difetti umani e in parte autoriali).

  11. <span style="color:red">20 minuti fa</span>, Diablero dice:

    Vediamole una per una.

     

    Le strisce terminano a pagina 68 del numero 96 ("La caccia"), la storia successiva è di Muzzi:

     

    Muzzi: l'inizio de "la caccia" era sicuramente a striscia (c'è ancora la testatina) e il primo "cambio" doveva avvenire a pagina 95 (le tre strisce "uniche" e ripetitive sono un chiarissimo indizio), e infatti l'80-ma striscia è la seconda di pagina 95.  Anche il "cambio" successivo, terza striscia di pagina 12 del 97, è evidentissimo. Idem per quello della striscia 2 di pagina 39.  A pagina 67 il "cambio" non è più tanto chiaro, la striscia di mezzo sembra aggiunta ma dal dialogo non si direbbe. Idem a pagina 94, c'è la striscia finale ma non è chiaro dov'è l'iniziale. Passando al numero 98 il cambio si vede a pagina 10 e fra la 36 e 37, e a pagina 63. A pagina 90 non è tanto evidente e la storia finisce nella prima striscia (segno evidente che era sceneggiata ancora a strisce) a pagina 99. Mia ipotesi: sono 747 strisce (328 per albo x2 + 91 finali) che sarebbero 9 strisce (ricordiamo che le strisce andavano a 3 per 3) + 27 strisce (quelle finali) che sono state o sceneggiate "liberamente" senza più il limite delle 80 strisce, oppure sono state aggiunte per arrivare di precisione al numero 100 (o forse, entrambe le cose)

     

    Galep: "Silber Bell" inizia a pagina 99 del 98, e a pagina 17 del 99 addirittura c'è ancora la testatina di "tramonto rosso!" (cancellata nelle ristampe successive). Non corrisponde a 80 strisce precise, probabilmente sempre per arrivare con precisione a fine del 99.  A pagine 43 il secondo "cambio", a pagina 70 dovrebbe esserci il terzo ma non lo vedo (in poche pagine comunque ci sono un sacco di strisce "larghe" che si presterebbero) e in ogni caso il conto non torna con la durata totale (328+46=374 strisce) assolutamente incompatibile con blocchi di tre strisce, secondo me le prime 240 strisce sono state sceneggiate per il formato a striscia, le successive no. (Galep aveva disegnato le ultimissime strisce, quindi era probabilmente quello che aveva disegnato meno tavole per la storia successiva quando fu deciso il cambio, direi quindi che come minimo ne avevano fatte 3 tutti)

     

    Successivamente c'è "SuperTex", fatta evidentemente per la pubblicazione in albo. La successiva, "Il giuramento", idem, per me è stata fatta per la pubblicazione in albo gigante.

     

    Letteri: la storia "el morisco" inizia evidentemente a striscia, con i cambi ben visibili (fine pag. 31, pag.58 2a striscia, 85 1a striscia, poi pagina 111 o pagina 113, direi la seconda ma non è chiaro, pagina 30 del 102, pag 56 o 60, e da lì non è più chiarissimo, è chiaro che ci sono strisce aggiunte o tolte, ma il finale "a un terzo di pagina" di pagina 107 del 103 fa pensare che tutto sia stato realizzato fino alla fine a striscia (sarebbero 962 strisce, pari a 12 albi netti + 2 strisce aggiunte, direi che la cosa più probabile è che questa storia fosse stata finita ancora con la sceneggiatura "a strisce", troppo precisa come durata come multiplo di 240 strisce...)

     

    La storia successiva di Letteri, "Chinatown", conferma l'impressione, ci sono tracce di "strisce" nei primi 2 albi, segno che il supervelocissimo Letteri aveva fatto almeno 15 o 18 strisce già pronte all'epoca del cambio, ancora da pubblicare! Diavolo di un Letteri! :laugh:

     

    Nicolò: "Pista di Morte" nel numero 106 (più conosciuta come "Gilas") è a striscia (primo cambio a pagina 109, poi a pagina 27 del 107, pag 54, 80, 107,  pag 24 del 108,  ma poi non coincide con il finale. Ipotesi: avevano 6 strisce pronte, chiusura della storia sceneggiata direttamente in albo gigante (altro indizio, la storia termina a fine pagina).

     

    Ticci, "Territorio Apache", inizia nel numero 108 a pagina 45 "a striscia" con una strip aggiunta ad inizio storia e cambio a fine pagina 71 poi a pag 98, pag 14 del 109, forse pag 41, forse 68 e termina a pagina 89, totale 462 strisce. Secondo me ci sono 3 strisce come Galep (ma Ticci era più lento) e poi si prosegue sulla tavola.

     

    Insomma, secondo me è vero che si è arrivati con le strisce fino a "Chinatown", ma solo perchè quel diavolo di supervelocista di Letteri era in vantaggio di almeno 15 albi strisce all'epoca del "cambio". Gli altri sono durati meno! Galep aveva solo tre strisce (fino al numero 99), idem Ticci (numero 109), Nicolò ne aveva 6 (numero 108), Muzzi aveva una storia quasi completa con 9 strisce ed è stata pubblicata subito e completata già nel 98.

     

    Quindi: prima sceneggiatura "a tavola" già nel numero 98, con Muzzi, poi ancora con Galep (numero 100 e poi numero 103) con in mezzo il velocissimo Letteri ancora a finire le strisce, poi l'ultima a strisce di Nicolò terminata a tavole nel 108, poi quella iniziata a strisce e terminata a tavole di Ticci (massacro) e infine le ultime a striscia di Letteri.

     

    Quando sono finite le strisce? "Chinatown", numero 110. Quando sono iniziate le tavole? "Lo straniero", numero 98. 

     

    Escluderei che "fra due bandiere" sia mai stata a strisce, Galep aveva già fatto due storie precedenti a tavole.

    Grazie per l'interessante ricostruzione.@Monni e gli altri concordano?

  12. <span style="color:red">37 minuti fa</span>, PapeSatan dice:

    Non credo affatto che GLB abbia interrotto la sceneggiatura, altrimenti Tarquinio non avrebbe continuato a disegnare le tavole fino all'interruzione: GLB lo avrebbe fermato al momento della decisione di interrompersi. Decisamente più realistico che almeno la sceneggiatura sia completa (ma non ritrovata la seconda parte), mentre le tavole potrebbero effettivamente non essere mai state disegnate oppure sono state realizzate, in tutto o in parte, ma ancora da scoprire in qualche altro baule della SBE. Meglio non scoprirle, altrimenti Boselli/Torricelli avrebbero lavorato a vuoto e si potrebbe anche constatare che GLB avrebbe concepito uno sviluppo e una conclusione della storia che renderebbe incoerente il seguito sceneggiato da Nizzi, cosa in cui Boselli non incorrerà.

    Un' ipotesi sensata.Ma se esiste (ancora) IO SPERO CHE SALTI FUORI LA SECONDA PARTE DELLA SCENEGGIATURA DI GLB!

    Del resto Boselli e Torricelli stanno già facendo il loro e nessuno glielo potrà togliere questo, anzi credo che tutti li ringraziamo per il loro lavoro.

    Concordo che sia triste (e meschino)non accreditare Boselli e Torricelli e non avvertire incompletezza dell' opera.

  13. <span style="color:red">39 minuti fa</span>, Diablero dice:

    Concordo sulla sceneggiatura di Boselli allegata, come qui è stato fatto con quella di Bonelli. Sarebbe un ottima maniera per caratterizzare questa mini-collana e vedere come sceneggia Boselli dopo aver visto quella di GL Bonelli.

     

    Però vogliamo la sceneggiatura originale senza censure: Borden, non censurare le parolacce! :P

     

    Su Lucca... io spererei che il volume esca MOLTO prima, è lunga attendere un anno, e così si rischia di spegnere l'hype su questo ritrovamento.

     

     

    Sì, ho letto cosa ha dichiarato al riguardo: in pratica non ricorda nulla (tieni presente che ha 98 anni, non ha più fatto niente per la Bonelli da quasi 40 anni, per lui il fumetto è una pagina chiusa, e avrà disegnato migliaia di tavole per decine di testate nella sua carriera. Quelle tre strisce le avrà fatte in pochi mesi nell'ambito di un lavoro di ruotine contunuo durato decenni)

     

    Però guardate cosa ho trovato! Un video di CINQUE ANNI FA (quando Tarquinio ne aveva "solo" 93 in cui parla della sua esperienza...  "con Tex" e si vedono LE TAVOLE ORIGINALI DI QUESTA STORIA!

     

    LE AVEVA TARQUINIO!  Altro che "ritrovamento nei cassetti della Bonelli"...  :lol:

     

    Le ha conservate per tutti questi anni Tarquinio insieme alla sceneggiatura! Un altro motivo per dire "grazie" a questo GRANDISSIMO disegnatore! (altro che "datato"...  la PRIMISSIMA tavola originale che comprai in vita mia fu proprio una di Tarquinio, dalla "Collana Rodeo"...)

    Grande Tarquinio, grazie!

    (E un grazie a Diablero.per la notizia).Per festeggiare mi ordinò la versione di Allagalla della serie Tra due Bandiere!

  14. <span style="color:red">17 ore fa</span>, Diablorojo82 dice:

    Allora riletto Il giuramento e riletta La cavalcata nel cartonato di Villa in b/n.

    Cosa dire dopo qualche pagina di polemiche/confronti...

    Il Boss non lascia nel limbo i due butterati e con il loro recupero (che ci può stare anche se avevano poche possibiltà) certifica che con Il giuramento Tex si è vendicato in tempo reale solo con Teller (e Tucker), in differita con Brennan(by GLB) ed in differita con i due butterati (e la lancia si spezza in modo simbolico per la vendetta compiuta in relazione ai due big Brennan/Teller).

    Si può fare per me ma non lo avrei fatto. Detto questo la Cavalcata è una tipica storia di Boselli con personaggi collaterali ben tratteggiati, è un omaggio a certe trovate di GLB(vedi il teschio), è il tentivo di emozionare (sogno di Tex), è il tentativo di coinvolgere (il tornado e le apparizioni di Lilyth e dei navajos uccisi).

    Sarà merito delle meravigliose tavole di Villa ma ne ho trovate di cose buone in questa storia.

    Però concordo sull'incipit discutibile e trovo comprensibili tante riserve evidenziate.

    Concordo, e/ma di fatto ho apprezzato veramente solo i disegni e la copertina.

    Parce sepulto: non facciamoli ritornare.

  15. Il 4/11/2012 at 03:15, Leo dice:

    Ragazzi, che topic...43 pagine di botte e risposte, non senza asprezze...

    Probabilmente la storia merita un topic così ricco, in quanto essa stessa è ricca di spunti di discussione. Il primo è la solita diatriba sui comprimari di Boselli, qui presenti in larga copia: [...] non saranno un po' troppi, e troppo scarsamente delineati è La centralit? di Tex non ne risente in maniera eccessiva?

    L'autore milanese dice spesso che il suo Tex è fedele a quello di GLB, e molti forumisti (vd Capelli d'Argento, o Anthony Steffen) dissentono da questa sua pretesa in quanto affermano che le storie di Bonelli senior sono texcentriche, manichee e in definitiva lineari. Don Fabio addirittura dice che sta perdendo quel vecchio amico (Tex) che era solito scambiare quattro chiacchiere con i pards e con i lettori (e qui ci vedo nostalgia per GLB ma anche per Nizzi, secondo me impareggiabile nelle gustosissime pantomime tra i pards). Io sono fondamentalmente d'accordo con loro, ma, nonostante le premesse comuni, le mie conclusioni sono totalmente differenti. Anch'io ritengo che Boselli, checch? lui stesso dica (non me ne voglia Borden per questa mia presunzione), non sia troppo fedele a Bonelli senior: Boselli ha in qualche modo rivoluzionato Tex, facendogli perdere molto spesso centralit? nelle storie e privilegiando i comprimari delle stesse. Comprimari molto diversi da quelli classici GLBonelliani, perchè tormentati, non scontati, molto umani nelle loro psicologie tutt'altro che granitiche. Per me Boselli ha portato questi elementi di novità in Tex, discostandosi non poco dagli schemi originari di Bonelli (seguiti abbastanza fedelmente da Nizzi), ed io ritengo che queste innovazioni costituiscano invece il punto di forza dell'autore milanese. Tex lo conosciamo, lui vincer? sempre, i suoi esiti sono scontati. Boselli allora ci fa appassionare a personaggi i cui esiti sono incerti, ed ecco che il lettore ha tutto il tempo di "legare" con questi comprimari, più umani di Tex e in quanto tali fallibili, e con i quali almeno per me è più facile un processo di identificazione.

     [...]ordinari esseri umani, ed è al loro destino che ci appassioniamo, un destino aperto a tutte le soluzioni. Questo amo di Boselli. In questo l'autore milanese si allontana da GlB, e lui stesso in un'intervista ha confessato che di fronte a Oklahoma di Berardi ha pensato che "allora Tex si può scrivere anche così". E lui lo scrive così, e alleggerisce Tex, e gli fa rubare la scena da un Laredo o da un Parkman, come avviene in questa storia. E' la sua cifra, a molti non piace, io ne sono invece entusiasta.


    Per queste stesse ragioni giudico positivamente questa storia. Qui vi è un comprimario perfettamente caratterizzato, e tanti personaggi di contorno comunque ben delineati. Revekti stesso lo annovero tra i personaggi di contorno, perchè in effetti è un po' leggerino, alla fine della storia.

     

     [...]In effetti Boselli se lo sarebbe potuto risparmiare, Laredo, perchè è fin troppo evidente che l'autore non ha alcun interesse per lo scout, lo considera una mera comparsa, uno che non ha più nulla da dire. Il suo interesse è tutto per Parkman, to più riuscito della storia. Sono i flashbacks di Parkman che viviamo[...] Ma Parkman non è solo uno che si piange addosso, ha un suo concetto dell'onore e non è un vigliacco[...]
    Questa storia è la storia di Parkman: la storia dei suoi rapporti tesi con quei nuovi e atipici compagni d'arme, dei suoi conflitti interiori e delle sue reazioni alle provocazioni esterne e alla sua amarezza interiore.

    Ed è una bella storia, che Boselli ci sa raccontare, anche attraverso il sempre evocativo flashback, con le consuete delicatezza e sensibilit?. Certo, la scena dell'eccidio del villaggio Pima, [...]la considero un vero infortunio di Boselli: come fa un soldato, e un ex ufficiale per giunta, a non accorgersi di stare infierendo su degli inermi? E? una forzatura troppo grossa, un errore talmente grande che rischia di minare pesantemente il processo di rivalutazione del tenente che l'autore ha perseguito con questa storia.E questo non è, a mio modo di vedere, l'unico punto debole della storia: il finale è indubbiamente affrettato, e non parlo qui della pochezza di Revekti [...] Resta però una bella storia. Il mio amico Don Fabio dice che in Boselli ci vede il dolo, inteso come intenzionalit? a discostarsi dal Tex classico: in qualche modo è vero, Boselli tenta di stupire e di appassionare il lettore, anche uscendo dagli schemi se del caso, e lo fa con la passione e l'amore del cantastorie o del bardo per la propria affezionata platea. Non riesco proprio a fargliene una colpa; anzi, gliene sono grato. E pazienza se non tutte le ciambelle riescono col buco. Bisogna provarci sempre, per partorire capolavori.

    Bellissima recensione, tanto di cappello, ho provato a tagliarla ma più  di tanto non ne ho il coraggio: concordo su molti aspetti, tuttavia, senza "fargliene [proprio!] una colpa", trovo che Boselli molte volte esageri coi comprimari e i loro tormenti.In alcune storie francamente un po' mi perdo, un po' mi stufo di vedere un plotone di comprimari che dovrebbero esprimersi e finiscono solo per ammucchiarsi nell'albo finale (penso alla ricerca delle navi perdute: ottimo spunto, bei personaggi nei primi albi, ma per me finale pesantissimo: speravo quasi morissero tutti, Tex compreso-ORRORE absit omen- pur smettere di leggere.Tralascio il triste, cinematografico e inutile colpo di scena finale).Ma anche questa m'è piaciuta poco.

    • Grazie (+1) 1
  16. <span style="color:red">5 minuti fa</span>, cuervojones dice:

     

    se prima leggi la storia va bene che la consigli o meno ad un tuo amico se te ne chiede una tua opinione prima di acquistarla lui... ma se NON hai letto la storia chi sei per consigliare/sconsigliare qualcuno in merito? 

    Concordo e io faccio così, tuttavia resta il fatto che pur non avendo letto QUELLA particolare storia, un lettore abituale ed esperto conosce gli autori, il genere etc e puo' azzardare ugualmente un consiglio anche se ovviamente rischia maggiormente l'errore.(Del resto quanti sul forum scrivono legittimamente di scartare a priori le storie di Nizzi, Faraci, Diso o altri o i collaterali etc).Ma in sostanza  concordo con te.

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