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TWF - Tex Willer Forum

Juan Ortega

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Messaggi pubblicato da Juan Ortega

  1. <span style="color:red">1 ora fa</span>, virgin dice:

    Ma non solo su quelle due cose: su molte altre Nizzi fa affermazioni vere o coglie spunti condivisibili (ad esempio quando coglie i punti di forza dei dialoghi o della caratterizzazione dei personaggi in GLB; o quando dice che il punto debole delle storie di Boselli è la caratterizzazione di Tex, che non è carismatico come l'originale); peccato che mescoli queste cose in mezzo a molte affermazioni che dire deliranti è dir poco.

    Credo il tuo sia il riassunto migliore di questo video.

    Niente di nuovo comunque: chi conosce le esternazioni di Nizzi (vedi ad es. il libro/intervista di Guarino) ha già letto tutte le sue opinioni riguardo a Tex, a chi lo legge, a chi lo disegna e a chi lo scrive.

    Qui noto un maggiore astio verso Boselli ma, insomma, niente che non si sapesse già.

    Fa tristezza sentire diverse sue uscite, anche perché lo stile è quanto meno discutibile se non censurabile.

    Pazienza.

     

    Secondo me qualche responsabilità ce l'ha pure il presentatore che, per ben due volte, lo chiama Carlo anziché Claudio facendolo incazzare per bene :D

     

  2. Il 5/4/2019 at 22:48, Condor senza meta dice:

    L'episodio per ampi tratti pare un raccontino da libro Cuore, con l'orfanello perseguitato, il saltimbanco dal cuore d'oro, il nonno scassinatore ma religioso, la "fatina buona" che diventa un marshall dopo la morte dell'amato marito, uomini crudeli e spietati che schiaffeggiano il bimbo e lo chiudono al buio con i topi.

    Ad una prima lettura io lo associai a Dolce Remi ma credo che non sfigurerebbe di certo nel libro Cuore accanto alla piccola vedetta lombarda e allo scrivano fiorentino:D

    Comunque la ricordo anch'io come una storia deludente e fondamentalmente dimenticabile.

    Se non ricordo male la "sceriffa" (perdonate il termine che fa un po' Lando Buzzanca e Gloria Guida), verso il finale della storia, si mise pure a fare gli occhi dolci a Tex.

    Va riconosciuto però a Canzio di aver lavorato in condizioni di grande urgenza che, in genere, non consentono di fare le cose con serenità.

    Anche perché nella prova precedente, "L'oro di Klaatu", il risultato era stato senz'altro buono.

  3. <span style="color:red">30 minuti fa</span>, Diablero dice:

    A me la frattura, lo stacco netto e la giravolta a U col il cambiamento a 180 gradi di direzione, passando da "bisogna stare attenti a non scontentare i lettori, i personaggi devono durare" a "spremiamo quei polli dei lettori, chissenefrega della durata dei personaggi" mi pare più che evidente....

    Quando scrivevo del rispetto di Sergio Bonelli per i lettori intendevo questo.

    Sul personaggio Tex (e direi anche Dylan Dog) oggi c'è una sorta di "cash cow" sin troppo evidente e la tua analisi lo dimostra.

    Non sta a me giudicare se sia una politica giusta o sbagliata.

    Non ne ho le competenze e manco mi interessa.

    Non abbiamo la controprova che, se ci fosse ancora Sergio al timone, le cose andrebbero diversamente.

    Quello che oggi, secondo me, manca è l'attenzione e la cura verso il lettore che sentivo viva anni fa.

    L'unica volta che ho potuto incontrare Sergio dal vivo a me ha trasmesso questo.

    Ed è bastata la sua presenza, manco ci ho parlato!

    • +1 1
  4. <span style="color:red">4 ore fa</span>, virgin dice:

    "@Juan Ortega, ma ti ricordi le litigate che abbiamo fatto sul forum per Montanari e Grassani?"

    "Per forza, tu sei un nolittiano di merda".

    "..."

    "Ha detto che gli hai detto -nizziano di merda-".

    "No!"

    "Ha detto -bonelliano-!"

    "Io rispetto tutti, ma preciso che non sono nolittiano, tantomeno di merda!"

     

    P.S.: per l'antecedente, vedere qui.

    La definirei "poesia surrealista":D

    • Mi piace (+1) 1
  5. <span style="color:red">4 ore fa</span>, Diablero dice:

    si spostarono sui maxi gli autori che facevano perdere lettori, tipo Diso (purtroppo... ma, dico, se dovevi mettere Diso su un Maxi, a quel punto non era meglio fargli fare uno speciale di Mister No?), Chiarolla, Montanari e Grassani.

    M&G facevano perdere lettori a Dylan Dog?

    So che la critica non li ha mai apprezzati troppo (più propensa ad osannare Roi o il Dio Castellini) ma non mi risulta fossero così invisi ai lettori.

    Io li ho sempre reputati una colonna della serie e, nelle fanpage di DD (almeno il paio che frequento io), risultano tra i più amati.

    Nel mio immaginario Dylan Dog ha proprio le sembianze di Montanari&Grassani.

     

    Comunque curiose le "fisse" di Sergio, sempre preoccupato della reazione dei lettori per ogni minima variazione.

    Forse opinabili certe sue scelte e certe sue visioni, ma io ci vedo un rispetto per il lettore che, al giorno d'oggi, è merce rarissima.

     

    • +1 1
  6. <span style="color:red">5 ore fa</span>, virgin dice:

    Villa è un grandissimo, ma chi non preferisce Galep non capisce un cazzo.

    Come non darti ragione!!! (E riesci sempre a trovare le parole giuste :D).

    Su Tex non c'è gara, Galep imbattibile!

    Ma va riconosciuto a Villa che una parte del successo di Dylan Dog è merito delle sue splendide copertine, una più bella dell'altra.

    E con il pur bravo Stano non c'è minimamente confronto.

     

    • Grazie (+1) 1
  7. Storia classica, si direbbe quasi di routine, e in tono un po' minore rispetto alle tre che la precedono in questo centinaio.

    La trama è abbastanza semplice con elementi già visti abbondantemente in passato (il fratello simil-Caino, l'affarista senza scrupoli, lo sceriffo connivente con la banda, ecc.).

    In questo contesto un po' anonimo GL Bonelli riesce a far impennare l'attenzione e il piacere della lettura con alcuni dei suoi tratti distintivi; innanzitutto i dialoghi, sempre calzanti e spesso sopra le righe (vedi il trattamento di Tex a Keno e al losco sceriffo), dando quel tocco di "texianità" che è sempre piacevole e rassicurante.

    In secondo luogo la caratterizzazione dei personaggi minori, come il simpatico sceriffo di Durango O'Malley, irlandese simpatico e onesto e, soprattutto, il vecchio Pop, vera anima oscura (in senso positivo) delle trame orchestrate da Tex&Co.

    Nel contesto della storia è ingranaggio insostituibile, rappresentato con grande maestria da Bonelli.

    Belli i disegni di Galep, ancora in buona forma.

    Lettura piacevole ma non indimenticabile.

  8. <span style="color:red">2 ore fa</span>, gilas2 dice:

    Ps non mi pare che nella scena iniziale nel bar saloon Tex nomini proprio Mefisto, mi pare dica solo che non gli piacciono maghi e prestigiatori (facendo, comunque, un ovvio riferimento al primo Mefisto).

    Ricordavo anch'io Tex che accennava a Mefisto; per sicurezza ho riguardato le vignette "incriminate" e, in effetti, alla fine del numero 203, cita proprio il suo nome. Questione di lana caprina comunque...

    <span style="color:red">2 ore fa</span>, MacParland dice:

    Ad inizio storia Tex urla a gran voce "Vogliamo le ballerine!" (simile a "Le veline!") che prendono il posto del mago.

    Io avrei fatto la stessa cosa:D

    <span style="color:red">2 ore fa</span>, MacParland dice:

    Per curiosità, che avete degustato? Io guardacaso ho mangiato riso patate e cozze.

    Personalmente un antipasto (baccalà mantecato con cipolla caramellata), un primo (tagliolini cacio pepe e bottarga), un secondo (misto di gratinati).

    In ogni caso nulla regge il confronto con "riso patate e cozze": hai tutta la mia invidia, mio giovane pard!

  9. La fine di questa lunga e appassionante storia mi lascia realmente appagato, un po' come la luculliana cenetta di pesce che mi sono concesso ieri sera:)

    Gli ingredienti che mette in tavola Nolitta sono di altissimo livello e ben dosati: l'amalgama dato dagli splendidi disegni di Fusco è la classica ciliegina sulla torta.

    Trovo veramente ispirata la sceneggiatura stesa dall'autore, che non risparmia colpi di scena, tradimenti e combattimenti all'ultimo respiro, tutti ben incastonati all'interno della rivolta sobillata dai due cugini Goudret.

    Proprio la caratterizzazione di questi ultimi due, il Profeta e Big Bear, sono una della carte vincenti della storia, proprio perché riescono a rendere il tutto credibile e convincente.

    Due figure emblematiche dei diversi spiriti che animano rivolte di questo tipo, ovvero quella idealista e un po' utopistica (Roger) e quella violenta e approfittatrice (Pierre).

    Splendida la resa della drammatica fine di Roger, portato via come una reliquia dagli indiani che lui aveva dimostrato di capire e con i quali era riuscito ad instaurare un vero dialogo.

    Forse la figura di Donovan non è così comprensibile e riuscita come le altre ma, all'interno di una storia che mi ha appassionato così tanto, la digerisco senza troppi problemi.

    Tra le mie preferite di Nolitta e in generale dell'intera serie di Tex.

     

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  10. <span style="color:red">11 ore fa</span>, Diablorojo82 dice:

    Allora...Avventura esotica, dinosauri, professori eccentrici, un gruppo di britannici (rivedremo un giorno Brook?), i meravigliosi disegni di Letteri, il naufragio della Mariposa, un gruppo di messicani "fratelli" di Cico. Insomma Nolitta non ti fa annoiare anche se introduce cose non proprio canoniche.

    Avventura sfiziosa.

    La penso esattamente come te!

    Storia che ho sempre amato tantissimo proprio per gli elementi che citi tu.

    Non vedo l'ora di rileggerla (al momento sono fermo ai "Ribelli del Canada").

     

    In effetti potrebbe essere interessante riproporre Brooke anche se, in genere, non amo questo tipo di ritorni perché il 90% delle volte sono protagonisti di storie poco riuscite.

    E non mi riferisco solo a Tex ma anche ad altre collane bonelliane (Dylan Dog, Mister No, ecc.).

    Mi fanno un po' l'effetto dei tristi sequel al cinema, soprattutto di film (ma anche cartoni animati) che ho molto amato.

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  11. <span style="color:red">10 ore fa</span>, MacParland dice:

    Bravo, Diablero. Se si concretizzasse tutto dovresti  essere il quinto forumista a debuttare su Tex. Ieri, durante la diretta ho scoperto di aver proposto un soggetto alla redazione senza averlo mai inviato. Evidentemente sono pieni di soggetti spediti dai lettori. 

    Quando l'ho sentito ho pensato: "Oh ma questo ragazzo è pieno di risorse, legge di tutto, sa (quasi) tutto, domanda di tutto, frequenta la scuola e, magari di notte, scrive soggetti per Tex."

    Mi hai fatto sentire un pigro pelandrone:D

    <span style="color:red">10 ore fa</span>, Diablero dice:

    Ve l'avevo detto che il proliferare delle testate e la scarsità di sceneggiatori avrebbero avuto conseguenze terribili...  :o

    Ma no ma no .... qui è un po' il sogno inconfessabile di tutti vedere una tua storia, chiaramente poi da commentare senza filtri.

    Io, qualunque sia la storia, inizierei così: "Il ragazzo ha indubbio talento ma troppo debitore al suo vate Claudio Nizzi....".

    E finirei con: "In definitiva soggetto interessante ma troppo derivativo con i dialoghi ispirati chiaramente a "Fort Sahara" e un Tex che ricorda maledettamente lo sbirro di "Caccia all'Uomo".

    Per la tua futura risposta tieni il fucile scarico però;)

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  12. Dopo le evidenti "stranezze" (o se preferite "peculiarità") della prima prova su Tex, "Caccia all'uomo" (quelle maledette manette) e dopo l'epica "El Muerto", Nolitta aggiusta un po' il tiro con la sua terza prova dove il nostro ranger in solitaria pare un po' più confacente allo standard texiano. Chiaro che il suo tratto si riconosce rispetto a quello del padre, ma lo trovo decisamente più centrato.

    In questa vicenda viene adottato anche un tipico schema narrativo di Nolitta, proposto spesso anche in Mister No, ovvero separare la storia in più parti.

    La prima, che funge da introduzione ma senza peso specifico nel prosieguo della storia, è quella dello scontro con i tre indiani.

    La seconda, la più ampia, è quella in cui si dipana la storia vera e propria.

    La terza, conclusiva, riprende un po' quello che si può definire il secondo tema della storia, ovvero le relazioni tra Tex e i passeggeri della sfortunata diligenza, che si concluderà con lo scontro a fuoco con lo stupido gambler.

    A mio parere questo "Quattro sporche canaglie" è un buon albo, con diversi spunti interessanti e i soliti ottimi disegni del grande Nicolò.

    Un gradino sotto alla storia che lo precede e diversi gradini sotto a quella che seguirà.

     

    Interessante infine il Tex che non nasconde l'ammirazione per la bella Glenda ("Niente male davvero con quel vestitino!"), interesse tra l'altro evidentemente ricambiato dalla cantante; possibile che lui debba fare sempre la figura dell'irreprensibile e casto pard mentre solo Carson deve essere quello sensibile al fascino femminile?

    E allora mi sono detto: "Eccheca**o, finalmente!!!!!".

    Tra l'altro non fu proprio GL Bonelli, rispondendo ad una domanda sul rapporto Tex e donne, a dichiarare: "Tranquillo: fra un fumetto e l'altro, un salto ai piani superiori del saloon Tex lo fa di sicuro":D

    Il 28/11/2018 at 18:00, virgin dice:

    Come voto, direi che un bel 7 ci sta tutto. Sempre efficaci e belli da vedersi i disegni di Nicolò, probabilmente il mio disegnatore classico preferito insieme a Letteri.

    A leggere queste parole mi si sono inumiditi gli occhi dalla commozione.

    Ora SO che esiste un destino radioso per l'umanità.

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  13. Confesso che non la ricordavo così bella questa storia.

    Nella sua rilettura mi sono veramente divertito, facendomi prendere dal ritmo imposto da GLBonelli e dagli avvenimenti che si susseguono nella drammatica avventura che vivono i quattro pard.

    GLB si dimostra ancora in splendida forma, riuscendo a sceneggiare una storia senza alcuna sbavatura, degno inizio del terzo centinaio di Tex.

    La sua maturità di scrittore viene risaltata ancora una volta, sia nei fatti che si intrecciano nella vicenda che nei dialoghi sempre brillanti e "texiani".

    Mi riferisco in particolare a Carson che si distingue per le proteste e i brontolii più tenaci del solito e che, secondo me, sono uno dei punti di forza della storia per come riescono ad attenuare la drammaticità del racconto, soprattutto la brutale e vergognosa aggressione al pueblito.

    Ma soprattutto i dialoghi Tex-Carson sanno divertire senza essere mai grevi o banali, anzi mi hanno strappato più di una volta una sonora risatina.

    Ad esempio quando Tex racconta dell'impresa del maggiore Powell che era riuscito a risalire il fiume fino al lago Mead, Carson così risponde alla dotta disquisizione del pard:

    "Beh contento lui, contenti tutti. Io comunque ti confermo che in questo brodo non metterò più piede".

     

    Rispetto alle precedenti storie, trovo un Ticci ulteriormente migliorato e a proprio agio nella resa scenografica e, più in generale, in perfetta simbiosi con la sceneggiatura di Bonelli. Insomma una vera e propria sicurezza e un valore aggiunto alla bontà del lavoro dello sceneggiatore.

    Ottima la caratterizzazione di tutti i comprimari, in particolare il fido Cervo Bianco che sigilla la conclusione della storia con poche ma esaurienti parole:

    "Aquila della Notte ha mantenuto la sua parola. Ha lasciato al grande spirito il compito di fare giustizia dei tre cani bianchi"

     

  14. Premetto che alcuni effettivamente non li ho letti (ho smesso di acquistare i Maxi), altri invece non li ricordo proprio.

    TOP5 quindi un pò zoppa, ma ci provo lo stesso:

     

    1) Oklahoma (migliore per distacco)

    2) Nei territori del NordOvest

    3) L'oro del Sud

    4) Rio Hondo

    5) Il treno blindato

  15. <span style="color:red">51 minuti fa</span>, Condor senza meta dice:

    Come se i Led Zeppelin (riferimento non casuale visto il tuo nickname :D) avessero aggiunto un buon musicista per sostituire Bonzo e il prescelto, si mettesse a suonare i tempi della mazurca: per quanto ben suonata quanti pomodori avrebbero tirato i fans? :D)

    E' successo: LIVE AID con Collins alla batteria. Non hanno tirato i pomodori ma avrebbero dovuto.:D

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  16. <span style="color:red">18 ore fa</span>, virgin dice:

    Grazie, Led Zepp. Io di solito mi limito a un più sobrio: "Le storie di Nolitta fanno cagare", ma è sempre bello vedere spiegato in poche righe uno dei moltissimi motivi per cui fanno cagare davvero.

    E quello che tu dici si ritrova in tutte le storie di Nolitta, da "Cacc(i)a all'uomo" a "La strage di Red Hill".

    Ma il Tex di Nolitta non è solo così: è anche gradasso, pomposo, isterico, logorroico, idiota e completamente incapace.

    Dovrei indignarmi, fare fuoco e fiamme, minacciare ritorsioni inenarrabili.

    Invece mi fai ridere come un cretino:D

    <span style="color:red">17 ore fa</span>, virgin dice:

    E io davvero ritengo che sia legittimo apprezzare il Tex di Nolitta: è bello che ci sia spazio per la merda, perché altrimenti a questo mondo tutti ascolterebbero Bryan Ferry e gli a-ha e io sarei terribilmente mainstream.

    :lol2::lol2::lol2:

     

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  17. <span style="color:red">12 ore fa</span>, Leo dice:

     

    C'era una discussione, qui sul forum, su cosa si intendesse per "capolavoro". Io non saprei darne una definizione, e uso questo termine piuttosto genericamente per le storie che mi hanno generato entusiasmo ed emozione. La cupezza di questa storia, con la donna impiccata all'inizio, la personalità decisa del Colonnello, vecchio e a suo modo eroico pioniere dell'Ovest, la scena forse trash ma molto forte dell'irruzione di Tex al pranzo del ring, con il ranger che spiattella sul naso di quelle eleganti signore i cadaveri marcescenti, strappando con brutalità la maschera del perbenismo dai visi imbellettati delle matrone, il momento di gloria del mediocre Skinny, la vigliaccheria dello sceriffo sfidato da Tex che conta fino a dieci, la citata scena del biliardo, ed infine la figura di Ella Watson: la vera Ella, figura realmente esistita, fu una vittima del ring del Wyoming, e il fatto che Nolitta abbia utilizzato il suo nome per il personaggio che di fatto porta alla distruzione dell'associazione mi ha sempre fatto pensare al gusto di Nolitta per una vendetta postuma che, sia pure nel mondo della fantasia, la Watson si è presa nei confronti dei suoi aguzzini.

     

    Cos'altro posso dire di fronte a tanto ben di Dio, se non che si tratta di un capolavoro? ;)

    Parole sante, non vedo l'ora di rileggerla!

    #iostoconleo

    • Grazie (+1) 1
  18. Storia che ho sempre apprezzato molto.

    La presenza di El Morisco è sinonimo di episodi appassionanti e intrisi di magia e mistero.

    In questo caso un po' meno magia del solito ma, soprattutto nella mefitica laguna, riesce a dare sfoggio di tutto il suo sapere.

    Tra l'altro un Morisco che si rivela pure abile stratega e insospettabile uomo d'azione.

    Sicuramente qua e là c'è qualche passaggio un po' forzato ma, quando la storia ti piace, ci passi sopra senza problemi.

     

    Il 9/2/2010 at 18:27, Sam Stone dice:

    La distruzione del Geyser, ovviamente tutto è spiegato dal Morisco nei minimi dettagli. A proposito di questa scena: nel TuttoTex, durante la spiegazione del Morisco, Tex salta su e dice qualcosa come: "Ne ho sentito parlare quando frequentavo la scuola"

    Curiosa sta cosa effettivamente, l'avevo notata anch'io ... forse l'esclamazione era per Kit anziché il padre?

     

    Letteri è sempre una garanzia.

    In scenari simili personalmente gli preferisco il Fusco di "Nelle paludi della Louisiana" e Galep in "Black Baron" e nel "Figlio di Mefisto" ma trovo che il suo lavoro sia comunque molto buono.

    Un'altra cosa che mi ha sempre colpito è proprio il titolo, "Gli Scorridori del Rio Grande", con questa parola (scorridori) di cui da bimbetto fantasticavo sul significato, proprio perché un po' inusuale.

    Stupenda la copertina di quel numero (197), una delle mie preferite di Galep.

    • +1 1
  19. Episodio che ricordavo per sommi capi e che ho riletto con grande piacere.
    In primis per la presenza ai disegni di Nicolò che mi predispone sempre positivamente alla lettura. 
    E' inutile negarlo, la presenza di un certo disegnatore fornisce già l'approccio (positivo o  negativo) che si avrà verso una determinata storia. Poi se c'è GL Bonelli ai testi allora siamo a cavallo!
    In effetti la storia è molto ben fatta, con tanti siparietti gustosi (il pestaggio di Morley è da antologia, il devastante "free for all" nel saloon), i soliti dialoghi frizzanti, momenti comici (il povero cavallo Gelsomino) e un susseguirsi di eventi che ti fanno leggere la storia, seppur decisamente lunga, senza pause.
    Tex, come sa fare solo GL Bonelli, è perfetto: duro e deciso ma anche ironico (specie con Pat alle prese con lo sfortunato cavallo) e, in base alle situazioni, sa essere spietato o conciliante con i tanti nemici incontrati nel suo cammino.
    Buono anche il bilanciamento della presenza degli altri tre pard all'interno della storia, attivi e protagonisti anch'essi.
    L'unico neo che posso trovare è la presenza decisamente anonima dell'irlandese Pat, spesso trascurato nella seconda parte della storia se non addirittura dimenticato in certi frangenti.
    Bonelli ci aveva abituato ad un personaggio sempre sopra le righe e decisamente fracassone mentre qui fa un po' da contorno.

     

    Nicolò è sempre una garanzia: il suo Tex "buono e bello" come ebbe a dire Decio Canzio è il mio preferito da sempre.
    Lo adoravo da bambino e con gli anni ho potuto ammirare sempre di più il suo splendido lavoro.
    Ad onor del vero non posso negare che la sua rappresentazione di Pat MacRyan sia decisamente fuori dal canone a cui ci aveva abituati Galep (molto meno massiccio).
    Tuttavia, a differenza di alcune critiche accese che ci furono nel tempo (ad esempio quella su Fumo di China), la cosa non mi ha disturbato più di tanto, considerando quanto poco sia protagonista.

    In definitiva storia che si incastra bene nel finale di un centinaio strepitoso.

    • +1 1
  20. <span style="color:red">3 ore fa</span>, valerio dice:

    Un preclaro esempio di storia buttata via è il Maxi Fort Sahara (solo per fare un esempio)

    Ecco questo è un esempio di come NON scrivere una storia di Tex.

    "Fort Sahara" non è brutto (a mio gusto ho letto ben di peggio su Tex) ma non azzecca praticamente nulla.

    Più volte c'è un umorismo involontario tanto i dialoghi e le situazioni risultano assurde.

    Ecco quello non è Tex. E qui non ci sono piccionate o mutandoni ma un sosia nemmeno troppo sveglio del nostro Ranger.

    Perdonate l'enfasi ma quando lo lessi mi incazzai di brutto (mai successo né prima né dopo).

    Ricordo ancora una recensione meravigliosa su TWO che mi fece sbellicare dalle risate.

    <span style="color:red">3 ore fa</span>, valerio dice:

    Una che invece è superlativa e non criticabile, onestamente (assieme a molte altre), è Furia Rossa, per me il top di Nizzi.

    Anche per me.

     

  21. Il 14/1/2022 at 00:24, Carlo Monni dice:

    Faccio un discorso diverso per Diso che su Tex per me è sempre stato come un pesce fuor d'acqua ma come tecnica è ancora un maestro. Ho letto il recente Speciale Mister No e vi dico che,  anche se qua e là si nota qualche difetto, pochi saprebbero disegnare così a quasi novant'anni. Evidentemente Mister No gli si confà di più, che altro dire?

    Non potrei essere più d'accordo.

    Lo vedo talmente legato a Mister No che su Tex mi sembra quasi fuori posto.

    Resta sempre un grandissimo, personaggio amabile e grande professionista.

    Per chi fosse interessato riporto una sua bellissima intervista del "solito" Manuel di 8-Bit:

     

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