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TWF - Tex Willer Forum

PapeSatan

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Messaggi pubblicato da PapeSatan

  1. Il primo albo di questa avventura è decisamente ottimo: agile, scattante, avvincente, di fluida lettura, come dovrebbe sempre essere la collana  Tex Willer".

    Curioso che Tex, già fuorilegge incolpato di omicidio, appaia ancor più fuorilegge incolpato, in questo episodio, di un altro omicidio.

    Le qualità di questa storia di Ruju si apprezzano ancor più se si è appena finito di leggere - come nel mio caso - l'avventura precedente, "Raza il comanchero", lenta e pesante, con poca azione e molti dialoghi (il relativo mio commento è nell'apposito topic).

    Se l'obiettivo editoriale era di interporre una storia leggera e classica tra storie complesse (dense di tormento e travaglio dei protagonisti attraverso massicci dialoghi), allora lo scopo è perfettamente riuscito: come l'ottimo sorbetto al limone tra due portate elaborate.

    Direi che con questo primo albo e il recente maxi "Laramie County" Ruju ha fornito una prova decisamente convincente, speriamo che il proseguimento e la conclusione della storia siano alla stessa altezza.  

    Giudizio e voto finali come sempre al termine della storia.

  2. CONTIENE SPOILER

    Boselli utilizza in modo originale un espediente narrativo classico e molto comune (e spesso abusato): il "sogno" (o incubo, o visione, o allucinazione, o suggestione, sono tutte varianti dello stesso oggetto) per raccontare qualcosa che altrimenti non sarebbe possibile in un contesto reale e realistico. Perchè ho detto "in modo originale"? Perchè la trovata che distingue questa narrazione dalle centinaia già raccontate tramite "sogno", in Tex e in molte altre serie, è che qui abbiamo un sogno  "ex ante": cioè ingloba e riscrive gli eventi DA PRIMA che si generi l'evento che determina il "sogno" e non a partire dall'evento stesso.

    L'evento che procura il "sogno" è la pallottola "stoppata" che ferma momentaneamente il cuore di Tex, ma il "sogno" reinventa anche quello che è successo PRIMA dell'evento scatenante: quel "prima" è verosimilmente accaduto in modo più semplice o naturale (Tex arriva a Pueblo Feliz e va all'appuntamento con Rafael Ordonez senza tanti preamboli) ma reinventandolo come parte del "sogno" suscita sorpresa e curiosità nel lettore fin dal principio della storia.

    Questo è il tocco di classe ad una sceneggiatura che altrimenti sarebbe stata una mera riproposizione "ex post" di una carrellata di personaggi e azioni come ne abbiamo viste tante in passato.

    Se aggiungiamo che la parte grafica è una summa dell'arte di otto grandi disegnatori texiani (e non solo), a cui si aggiungono concisi ma completi redazionali (finalmente non noiosi), direi che siamo di fronte ad un albo assolutamente da avere in collezione, a prescindere dal gradimento della storia (comunque azzeccata nel suo obiettivo celebrativo).

    A mio avviso, QUESTA avrebbe meritato di essere la storia celebrativa dei 75 anni nella serie regolare, per idee, composizione narrativa e collezione di disegni, al posto della infelice "La cavalcata del destino" che ha tradito il classico dei classici di GLB.

    Anzi, se posso trovare un difetto in questa storia di Boselli, con un maggior numero di pagine la carrellata dei personaggi sarebbe potuta risultare meno frettolosa e più riccamente articolata, degna di un volumone cartonato (eventualmente a colori acquarellati dagli stessi disegnatori).

    La seconda storia è un magistrale esempio di come si possa compendiare in una storia breve una trama in cui non è importante cosa si narra ma come si narra: con stile, ironia, autoreferenziazione e, anche qui, con il tocco di classe del finale, annunciato nella penultima vignetta e compiuto con il grande ritratto finale che si palesa (come vignettona finale) appena voltata la pagina.

    I miei voti:

    - La valle dell'ombra

    sceneggiatura (la concezione strutturale del "sogno" più che il contenuto narrato, che, come detto, risulta forse un po' stringato): 8,5

    disegni: 9

    - Un pittore nel West

    sceneggiatura (anche qui la struttura più che la vicenda narrata): 8

    disegni: 8

     

     

  3. Speciale che più che un fumetto è un romanzo storico che fa da collante tra "Bandera" e "La grande invasione". Perchè lo definisco un romanzo storico più che un fumetto? Perchè i testi stradominano sulle immagini, i dialoghi sono numerosissimi e densissimi, descrivono gli stati d'animo e le condizioni dei personaggi, contrappuntano ed esplicitano le psicologie dei molti protagonisti, preannunciano gli eventi futuri (la rivolta comanche, l'incontro-scontro tra Quanah Parker e Tex) o spiegano situazioni pregresse (Burnette, Ann Parker).  A tratti ho avuto l'impressione di stare leggendo Aleksandr Puskin o Lev Tolstoj. Le azioni sono ben poche, perchè appunto il clou sarebbe avvenuto dopo: presagi di guerra, appunto, i prodromi della vicenda, fatti di pensieri e parole, intenzioni e progetti. Ma azione poca, tanto che le immagini sono, come detto, il complemento di minoranza nella sceneggiatura. 

    Cico e Carson appaiono come semplici comparse (quest'ultimo in doppione di Arkansas Joe, che sarebbe bastato), ma la loro presenza è dovuta per dare compiutezza al quadro familiare; però sono tutto sommato corollari che non disturbano (soprattutto Cico, che temevo venisse dipinto come il solito pasticcione comico zagoriano e che invece appare in una veste assolutamente matura e posata, ben aderente al mood texiano).

    In conclusione, la storia considerata nella sua valenza storico-descrittiva è ottima, profonda e curata, di non semplice lettura ma pienamente comprensibile per chi conosce il "prima" e il "dopo" delle collane texiane e il "prima" di quella zagoriana. Può deludere chi si aspettava azione al quadrato, Tex + Zagor, mentre i due eroi agiscono più da strateghi che da combattenti sul campo.

    Il mio voto:

    sceneggiatura: 7

    disegni: 7 (seppur, come detto, soccombono di fronte ai densissimi testi e sembrano quasi superflui)

  4. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Letizia dice:

    :pianti:

    Da solo non faccio testo. Se la maggioranza dirà che sono buone storie, allora vuol dire che sono storie buone. Purtroppo per me i soggetti, sulla carta buoni in quanto classici, hanno perso il loro potenziale in una sceneggiatura stringata, anonima e senza guizzi. Con l'unica eccezione del sansone mormone, che ha appunto nei suoi connotati simil-mitologici i suoi caratteri caricaturali di stile ed originalità.

  5. Color di mestiere perchè imposto dal calendario: deve uscire, servono storie brevi e si prende quello che viene. Purtroppo, la brevità non gioca a favore della riuscita: servono davvero idee folgoranti per poter lasciare il segno in poche pagine, che altrimenti scorrono via anonime, telefonate, o con evidenti punti deboli nella sceneggiatura, come in questo caso. Gli spunti interessanti non mancavano, ma la necessità di chiudere tutto in fretta li ha castrati: il sansone mormone ha il sapore della narrazione di un mito greco rivisto in chiave moderna (anzi contemporanea, con l'apparizione che non ti aspetti di un paio di tipiche automobili americane, firma d'autore originalissima :ok:), il conflitto tra l'affetto di famiglia e il dovere di legge dell'ultima storia, l'atmosfera sospesa di "Cayote" che aleggia ma che purtroppo non si sviluppa nel pathos dell'attesa angosciosa, dell'ansia, della tensione (e gli ingredienti c'erano tutti).

    Capitolo disegni: i migliori a mio gusto sono quelli di Mastantuono ("Mesa Blanca"), seguiti da quelli di Russo ("I fratelli rapinatori"), entrambi ampiamente sopra la sufficienza. Dimenticabili gli altri.

    Voto alle storie: 5 a tutte eccetto "La leggenda di Porter Rockwell", a cui do 6,5 perché lascia trasparire un (purtroppo solo accennato) registro "mitologico" oltre il western, cioè una storia in cui il mito (con la sua "caricaturalità", il suo fascino, la sua memoria tramandata ai posteri, la sua morale) prevale sui fatti nudi e crudi.

  6. <span style="color:red">10 ore fa</span>, Diablero dice:

     

    9) Non ci sono incongruenze con storie successive se non con "il ritorno di Zhenda" di Nizzi. Che era già incompatibile con la storia originale (annulla la profezia e tutto il finale). Come al solito a causare problemi è sempre Nizzi... 

    Interessante disamina, ben circostanziata.

    Riguardo al tuo punto nr. 9 che ho richiamato, poichè abbiamo già avuto modo di interagire sull'opportunità o meno che Boselli sani in qualche modo, nel suo completamento di "Ombre di morte", l'incongruenza tra questa storia di GLB e quella di Nizzi, sarebbe interessante che tu, con la precisione che ti contraddistingue, molto meglio di quanto potrei rilevare io, voglia ricordare i passaggi che renderebbero ardua (e, secondo te, inutile o dannosa, per non snaturare la storia di GLB al servizio di Nizzi) una possibile ricongiunzione boselliana coerente tra le due storie.

  7. <span style="color:red">3 ore fa</span>, frank_one dice:

    Bell'idea! Come nei libri in lingua, dove trovi il testo originale a fronte. Questo avrebbe valorizzato (anche se per noi fan non ce n'è bisogno) la sceneggiatura, piuttosto che posizionarla in coda al volume.

    Questa è una cosa che avevo auspicato anch'io in tempi non sospetti. E' chiaro che chiunque sfogli la sceneggiatura originale sia preso dalla curiosità di confrontarla con la rispettiva tavola disegnata, per cui la giustapposizione di sceneggiatura e tavola sarebbe stata la soluzione più pratica e ragionevole per un'analisi esegetica del volume. Non credo che avrebbe dato fastidio ai soli interessati alle tavole dover sfogliare le pagine il doppio delle volte e tenere la testa ferma sempre nella stessa direzione. 

    • Grazie (+1) 1
  8. Storia decisamente ottima, scorrevole e godibile. Aria fresca tra i molti contorsionismi visti recentemente nelle varie serie.

    Ingredienti da western puro, classico, senza fronzoli, miscelati in un curatissimo intreccio in cui FINALMENTE non c'è l'effetto "wow", il colpo di scena spiazzante: tutto fila secondo logica in una evoluzione degli eventi naturale e facile da seguire (che, si badi, non vuol dire scontato), a dispetto dei moltissimi personaggi in gioco e delle numerose rispettive azioni.

    Se proprio dovessi trovare una pecca nella trama potrei citare la resa dei conti finale un po' affrettata, con la solita gragnuola di colpi anche ravvicinati che non scalfiscono minimamente Tex e pards.

    Capitolo disegni di Diso: purtroppo devo dire "peccato!". Volti (in specie quelli dei quattro pards) troppo anomali nel tratto e nelle proporzioni, nelle scene di massa è difficile distinguere chi è chi, moltissime vignette prive di sfondo o dettagli, alcune scene d'azione appaiono legnose. Al contrario, sono belle e curate davvero le (poche) vignette giganti a due terzi di pagina (in particolare: l'arrivo del treno e l'inseguimento dei quattro pards alla mandria con inquadratura da dietro, spettacolare!). Toccanti la vignetta muta dello sceriffo destituito che abbandona il paese e quelle con i rimorsi di coscienza di Dixon. Se tutte le vignette fossero state graficamente come le giganti, il voto ai disegni sarebbe stato da amplissima sufficienza, ma purtroppo allo stato devo bocciare con un 5.

    Voto alla sceneggiatura di Ruju: 8.

    • Mi piace (+1) 1
  9. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Angelo1961 dice:

     

    Se il Napoli, dal 1926 al 1986 non ha vinto scudetti, un motivo ci sarà. E te lo dico, amico mio:  non aveva Maradona. Con Maradona ha vinto 2 scudetti. Ora, con Mauro Maradona Boselli, la Bonelli ha potuto fare l'agognato incontro. :D 

    Maradona era Gianluigi, sotto la regia di Sergio-Ferlaino.

    Diciamo che oggi gli incontri tra Tex e Zagor si possono fare perchè non ci sono più i due ostacoli storici.

  10. <span style="color:red">4 ore fa</span>, mangiatortillas dice:

    "Contrabbando", albi 44-45 della serie gigante, è disegnata integralmente da Muzzi, con un risultato di gran lunga superiore rispetto ai capoccioni di Galep posticci di tutte le storie successive. 

    Grazie, me li andró a rivedere.

  11. 2 ore fa, Diablero dice:

    Visto che si stanno ritrovando cose impensabili negli archivi...  SE esistono ancora le tavole originali, e SE Galep ha disegnato le facce di Tex su foglietti incollati sopra (anche per far prima, riutilizzando più volte la stessa faccia fotocopiata), sarebbe bellissimo vedere pubblicata "la caccia" nella versione originale disegnata tutta da Muzzi. Ecchisenefrega se la faccia "non assomiglia", sarebbe in ogni caso meglio delle facce di Galep incollate sopra...

    Muzzi ha disegnato almeno una dozzina (forse anche di più, vado a memoria) di storie di Tex. Poichè non ho gli albi sotto mano, qualcuno contiene anche i volti disegnati dallo stesso Muzzi e non da Galep? Quindi albi integrali di Muzzi.

  12. <span style="color:red">1 ora fa</span>, marco6691 dice:

    Non sono molto contento di questi cross-over, ho sempre visto Tex e Zagor in due mondi diversi e un po' atemporali, secondo me questo incontro rompe un po' la magia dei due personaggi, ripeto per me alla Bonelli stanno un po' esagerando, il dover fissare ogni storia in un dato momento, dare un senso cronologico a tutto, a mio avviso i personaggi come Tex devono vivere un po' fuori dal tempo, senza necessariamente una continuity ad ogni costo, ho smesso di leggere Marvel e alcuni fumetti Bonelli proprio per i continui incroci o "what if", a mio avviso tutto questo porta inevitabilmente alla fine di un personaggio. Comunque vedremo, spremo un po' il portafoglio e comprerò anche questo.

    Sono d'accordo. Quando l'eccezione finisce per diventare seriale allora si rischia la deriva.

    Se in 40 anni Bonelli padre e figlio, cioè i rispettivi creatori dei due massimi personaggi della casa, non ci hanno mai provato un motivo ci sarà.

    Ma forse sono tradizionalista io, come a loro modo lo erano i due Bonelli.

  13. <span style="color:red">8 ore fa</span>, Diablero dice:

    Non è stizza personale.

     

    Nizzi ha fatto un errore, come quando ha detto che la tomba dei genitori di Tex era a Calver City dove erano cresciuti. Fa benissimo Boselli a ignorarlo.

     

    Inoltre, ribadisco che quando GL Bonelli e Nizzi sono in totale disaccordo, e stai scrivendo il seguito di una storia di GL Bonelli, non vai a stravolgere la storia che stai scrivendo, tradendo le intenzioni di GL Bonelli, perchè Nizzi si è sbagliato in un altra storia sbagliata. Non parlo di "professionalità", parlo proprio semplicemente di semplice buon senso.

     

    Lo stesso Boselli ha detto che non si può mettere nella regolare perchè (fra mille altri motivi per non metterla) è "fuori continuity", che senso ha mettersi a stravolgere tutto per farla stare nella serie regolare dove comunque non può andare?

     

    Per me la "continuity" ha dato un po' alla testa, tanto che adesso per un sacco di lettori è meglio annoiarsi a morte seguendo la continuity piuttosto che divertirsi a leggere una bella storia che "commette peccato contro la sacra continuity"....

    Detta in questi termini ti do ragione, anch'io preferirei leggere la continuazione della storia di Boselli "alla GLB" piuttosto che una forzatura che rivalutasse il seguito di Nizzi.

    Io mi riferivo al fatto che se Boselli trovasse una forzatura geniale la genialità oscurerebbe la forzatura e anche come esercizio stilistico sarebbe una prova professionale sfidante.

  14. 1 ora fa, Laramie dice:

    Non credo proprio che sarà così.

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    Nella sua parte, Boselli fa dire a Tex, papale papale, che con la morte di Zhenda si è avverata la profezia di Big Elk, profezia "sconfessata" dalla storia di Nizzi. 

    Che sia una frecciatina (anzi, frecciatona) inconsapevole o volontaria (io propendo per la seconda) all'ormai ex collega mi sembra palese dato che anche in questo forum si è sollevata più volte la questione della profezia.

    Poi è chiaro che ognuno la pensa come vuole, ma, per me, questa storia è un "What If" (chi vuole può definire "What If" la storia di Nizzi, sia chiaro), ovvero "Cosa sarebbe successo se Bonelli e Tarquinio avessero finito la loro storia?", peccato che è troppo lungo e nessuno intitola un volume in questo modo (a meno che questo uno non sia Lina Wertmuller).

    Non sono d'accordo.

    Boselli sarebbe più encomiabile e professionale se privilegiasse la ricostruzione dell'anello mancante in modo coerente (e aggiungo geniale, essendo non semplice)  al "prima" e al "dopo", piuttosto che far prevalere la stizza personale. Senza considerare che, nel caso andasse come auspichi tu, non mancherebbero di certo coloro che imputerebbero a Boselli di aver ricostruito l'anello mancante in modo incoerente con il prosieguo sceneggiato dal sommo Nizzi.

  15. 11 minuti fa, Carlo Monni dice:

     

    Non ti definirei mai un minus habens, così come non definirei mai me stesso un sotuttoio, al massimo potrei definirmi un: "Su certe cose ne so un po' più di te" ed una delle cose che so è come funzionano ed in parte come funzionavano le cose in Bonelli.

    Rifletti su due semplici cose: 1) le pagine di sceneggiatura sono state ritrovate insieme alle tavole disegnate. Se Bonelli ne avesse scritte di più sarebbero state lì e non vale dire che potrebbero essere altrove perché non è così che funziona.  Nemmeno è pensabile che Bonelli le abbia trattenute presso di sé, sarebbero saltate fuori molto prima, per esempio quando cinque anni fa sono saltati fuori appunti ed abbozzi di soggetti del grande vecchio.

    L'ipotesi più ragionevole resta la mia. Ti posso aggiungere un  corollario: una volta giunte in redazione le prime pagine di Tarquinio Sergio è rimasto perplesso ed ha detto al padre di sospendere il lavoro in attesa di vedere come Tarquinio avrebbe proseguito ed ha preso la decisione finale solo dopo che Tarquinio aveva terminato il primo blocco.

    E pensaci due volte prima di insultare velatamente gli altri.

     

    Non hai risposto alla mia domanda: come è logicamente possibile che GLB non sia andato avanti a sceneggiare la storia durante tutto il tempo che Tarquinio ha disegnato tutte le 80 tavole? Non sarebbe bastato chiedere di ricevere poche tavole e non tutte e 80 per giudicare l'adeguatezza (lui o il figlio, non è importante)?

    Mi permetto umilmente di farti notare che mi puoi contestare dialetticamente l'illogicità di un mio ragionamento, ma non mi puoi far pesare saccentemente di essere meno conoscitore di te (cosa ovvia e risaputa) quando non è la conoscenza ma la logica a guidare certe considerazioni. Quindi l'ultima tua affermazione vale anche per te. E la chiudo qui perchè Mister P ha giustamente richiamato all'ordine.

  16. 5 ore fa, Carlo Monni dice:

     

    Sempre con rispetto parlando, tu stai dimostrando ancora una volta che  non hai la più pallida idea di come funzionassero allora le cose e di come funzionino ancora oggi.

    Gli albi a striscia venivano stampati a blocchi di tre per volta poi venivano tagliati in tre part. probabilmente esiste un termine tecnico ma io non lo conosco.

    Guarda caso GLB ha scritto proprio tre albi a striscia. Quello che è successo è che quando Tarquinio ha consegnato la sua parte Sergio Bonelli è rimasto perplesso sui visi, Ha chiesto a Tarquinio di modificarli. Lui si è rifiutato e Sergio ha detto al padre di fermarsi per il momento in attesa di decidere cosa fare. Lui lo ha deciso, non suo padre che non aveva la minima autorità per farlo. Nel frattempo GLB non è rimasto con le mani in mano, ma ha continuato a scrivere per gli altri disegnatori.

     

    Esimio maestro Carlo, spieghi a un minus habens quale sono io come è possibile che, guarda che combinazione, le tavole disegnate coincidano esattamente con le pagine sceneggiate, come se procedessero negli stessi tempi, quando è notorio che una pagina disegnata richieda molto più tempo di una pagina sceneggiata?

    Un minus habens quale io sono è convinto che nel tempo che Tarquinio ha impiegato a disegnare tutte le tavole GLB sia nel frattempo andato avanti a sceneggiare la storia, mica ha aspettato che Tarquinio gli finisse TUTTE le tavole da lui sceneggiate prima di decidere di interrompere la sua sceneggiatura. Sarebbe bastato ricevere qualche tavola per giudicare, non tutte le 80 o giù di lì.

    Da minus habens a sotuttoio, eh...

  17. Non credo affatto che GLB abbia interrotto la sceneggiatura, altrimenti Tarquinio non avrebbe continuato a disegnare le tavole fino all'interruzione: GLB lo avrebbe fermato al momento della decisione di interrompersi. Decisamente più realistico che almeno la sceneggiatura sia completa (ma non ritrovata la seconda parte), mentre le tavole potrebbero effettivamente non essere mai state disegnate oppure sono state realizzate, in tutto o in parte, ma ancora da scoprire in qualche altro baule della SBE. Meglio non scoprirle, altrimenti Boselli/Torricelli avrebbero lavorato a vuoto e si potrebbe anche constatare che GLB avrebbe concepito uno sviluppo e una conclusione della storia che renderebbe incoerente il seguito sceneggiato da Nizzi, cosa in cui Boselli non incorrerà.

  18. Letto questo volume.

    Partiamo dalle cose positive, a cui non si può non dare il massimo dei voti, perchè parliamo di una storia nel più puro stile GLB, magistralmente disegnata da Tarquinio, proseguita brevemente da Boselli con un sapore che ricrea sapientemente quello di GLB, mentre lo stacco si nota ovviamente sui disegni di Torricelli. Il valore del volume non risiede solo nella storia in sè (peraltro coinvolgente, specie se letta subito dopo "Sinistri presagi" (Tex gigante 70-71-72), ma anche (direi soprattutto) nell'importanza storica del ritrovamento e nella carica sentimentale e affettiva che suscita. Per intendersi, l'inedito dei Beatles "Now and then" appena pubblicato non è musicalmente ai livelli dei capolavori, ma un beatlesiano che ama le composizioni di John Lennon lo compra anche e soprattutto per il valore storico-affettivo, a scatola chiusa, un critico musicale lo valuta nel merito.

    La breve prosecuzione pubblicata con la sceneggiatura di Boselli ha, nella mia percezione, un duplice scopo: interrompere in modo meno incompiuto la storia di GLB e allo stesso tempo introdurre delle succose premesse al futuro completamento della storia. Ovviamente Boselli dovrà fare in modo che questo completamento si incastri senza incongruenze tra la prima apparizione di Zhenda e Walcott in "Sinistri presagi" e il loro ritorno nella storia di Nizzi. Esercizio non semplice ma stimolante per un autore, nonchè portatore di curiosità per un attento lettore texiano.

    Una probabile riduzione al formato bonelliano da edicola, una volta che la storia sarà completata, è ragionevole se conterrà solo le tavole disegnate, in quanto ridurre la sceneggiatura di GLB alle dimensioni del formato bonelliano penalizzerebbe la leggibilità di testi e commenti di GLB. Il formato del "texone" sarebbe certamente preferibile.

    Veniamo ora all'unica vera grossa nota negativa: SBE non dichiara, nè sul suo sito nè nel retro del volume, che si tratta di una storia INCOMPLETA; inoltre, nei credits in copertina e sul sito non si citano neanche Boselli-Torricelli come autore-disegnatore del breve seguito. Questo nascondere la natura del contenuto non mi pare proprio indice di correttezza verso il potenziale acquirente: le esigenze di marketing (leggi vendibilità del prodotto) non giustificano il minare il rapporto di trasparenza tra editore e platea.

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