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anakyn

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Tutto il contenuto pubblicato da anakyn

  1. A mio parere, Nizzi e Boselli si equivalgono come valore pur divergendo profondamente, e fortunatamente, nello stile. Non c'è molto altro dire, se non che entrambi hanno sfornato decine di capolavori, e che un appassionato di Tex secondo me dovrebbe non semplicemente apprezzarli, ma adorarli entrambi, dimostrando così una sensibilit? variegata verso un fumetto ed un personaggio che sa essere fedele a sè stesso pur cambiando: per quanto mi riguarda, ad esempio, tra le storie "moderne" (post Bonelli padre e figlio), le mie due preferite sono "La congiura" (Nizzi) e "Sulla pista di Fort Apache" (Boselli). Preciso che questo mio discorso riguarda il Nizzi "storico", quello dei fiumi sotterranei, del Tiger Jack vendicatore sanguinario e delle sfide fra Tex e suo figlio, non quello statico degli ultimi d'anni: qui il confronto sarebbe impietoso quanto inutile. Nel dettaglio, non capisco granch? chi rimprovera a Boselli uno scarso centralismo del personaggio di Tex: in primis perchè non lo noto particolarmente, poi perchè i suoi personaggi secondari sono "scritti" spesso in modo eccellente, infine perchè evidentemente non sono ancora a conoscenza dei Comandamenti nei quali starebbe scolpito sulla pietra che Tex dev'essere sempre e comunque colui che risolve tutte le situazioni, che mena tutti gli avvesari, che uccide tutti i nemici, e già che ci siamo converte pure tutti i peccatori. Inoltre, credo che la cosa più importante in Tex sia evocare un contesto, dipingere un atmosfera ed offrire belle storie e bei personaggi, tra cui il nome di Tex deve ovviamente spiccare come stella polare, ma non necessariamente come unica stella del firmamento. Anche perchè, se chi qui legge e scrive desidera sfogliare ancora per molto tempo nuovi albi di Tex, deve sperare che perduri il suo successo editoriale: e questo è possibile solo modernizzando il personaggio, cosa che spesso significa (anche) evocargli attorno un attraente panorama di attori secondari. D'altra parte, riprendo e sottolineo il commento di chi, ricordandosi che Tex alla fine è fatto di carta e inchiostro, ci ricorda l'esistenza di dinamiche editoriali per cui anche il ritmo di produzione delle sceneggiature va preso in considerazione, quando si giudica il valore di un autore: altrimenti, si può anche pretendere vengano stampati solo capolavori assoluti, accontentandosi però di leggerne non più di un paio all'anno. Se invece mi è permesso esprimere un commento sul commento, e cioè giudicare come ci si sta confrontando su questo tema, mi pare che non manchino le note di fanatismo, sia in chi difende a spada tratta la propria visione di Tex, dimenticando che ne esistono tante quante sono le persone che lo leggono, sia in chi approfitta del topic per cimentarsi in confronti non più fra autori ma fra siti diversi. Fossi americano, offrirei il seguente consiglio: cool down, friends. Vista invece la mia nazionalit? italiota, traduco in gergo nativo per quelli che più degli altri si sentono profeti: datevi una calmata, grazie.
  2. Straordinaria ed esaltante. E perfetta, ma mai al punto di narcotizzare i sentimenti. Purissima storia di frontiera, dove il West parla attraverso deserti e canyons, frecce e fucili e tomahawk, volti scavati nel buio e nella polvere, gente dura, decisa e spietata, parole rare ma pesanti, donne coraggiose, uomini senza troppi fronzoli e indiani nemici, ma con onore. Difficile stabilire chi prevalga fra sceneggiatura, disegni, caratterizzazione dei personaggi e dialoghi; di certo però, l'equilibrio del tratto di Ortiz nel calibrare ruvidità, risolutezza e profondità nel volto di Tex hanno pochi eguali. Raramente ho visto un Tex così azzeccato, in sintonia con la storia e con sè stesso: su tutte, forse la sequenza del cazziatone iniziale a Parkman scolpisce più ancora delle altre la personalità di Tex, con quelle parole così sferzanti, la sigaretta fra le labbra, l'atteggiamento al tempo stesso sprezzante ed impassibile. Grande, grande, grandissimo. Boselli poi si supera anche in un altro suo cavallo di battaglia, cioè i personaggi secondari: su tutti il (finto?) cinico e pratico scout Laredo, certo, ma come dimenticare Quincannon, "sergente irlandese del terzo cavalleria" dalla stazza possente quanto tenero d'animo, o l'ambizioso e ottuso tenente Parkman, felicissima variazione sul tema del militare con più medaglie sul petto che materia grigia nel cervello? Per non parlare di Chunz e Cardona, che incarnano due tipi di indiano uniti per fierezza ma divisi per saggezza: anche in questo caso, archetipi classici ma per nulla banali all'interno della leggenda texiana. E come ciliegina sulla torta, Boselli ci offre un Tiger Jack non solo abilissimo nelle sue abilità di punta, come seguire le tracce, o di compiere imprese "alla Tex" senza che Tex lo accompagni per forza, ma anche così coraggioso e spavaldo da ridere in faccia all'indiano che lo sta torturando. Infine, piccole perle "minori" di sceneggiatura impreziosiscono la storia un pò ovunque, donandole alternativamente realismo e retorica: le prime che mi vengono alla mente sono il dialogo fuori dal saloon fra Tex e Laredo, dove si nota tra le righe che il nervosismo del secondo è in parte riflesso delle sue attenzioni verso Liz, e la figura del proprietario del ranch scampato al massacro grazie all'intervento di Tiger Jack e Lobo, il quale trova modo di apprezzare quegli indiani nei confronti dei quali prima provava solo disprezzo senza distinzione. Insomma, trovare difetti a questa storia è impresa disperata, meglio rinunciarvi e dedicarsi piuttosto alla rilettura. Voto: 10 e LODE.
  3. anakyn

    [558/559] Evasione!

    Storia molto bella ed esordio davvero promettente per Faraci, che pur senza stravolgere il fumetto sa essere originale. La sceneggiatura non mi ha ricordato da vicino nessuna delle storie del passato, e già questo è un piccolo miracolo considerato che dopo sessant'anni di vita è difficile che l' "ossatura" della storia non soffra di qualche deja vu. Mi è piaciuta moltissimo la caratterizzazione dei due pards: duri, essenziali e senza fronzoli, di poche parole (peccato per qualche verbosit? di troppo nel finale, però) e molta sostanza; in particolare grande "ritorno" di un Carson che raramente si era visto così in forma, capace di fare la sua sporca figura in solitario, col vigore, i trucchi e l'astuzia di chi è sopravvissuto ad una vita di costanti pericoli. Ma in generale il contesto dove si muove Faraci sembra un western purissimo e polveroso, dove vince chi spara per primo, e fiducia e pietà sono lussi che non ci si può permettere. Azzeccatissima la scelta di affiancare alla storia i disegni di Ortiz, che rappresentano al meglio la violenza e la atmosfere cupe della vicenda: davvero un'ottima abbinata. Finale un p? sottotono rispetto alle sequenze precedenti, a mio parere. La chicca: Pugni e proiettili che volano, vendetta, rabbia e tanta energia; il tutto con originalità: 8,5 alla storia e un brindisi per aver trovato un nuovo sceneggiatore di questa qualità.
  4. anakyn

    [488/489] Matador!

    Ambientazione molto originale, così come la presenza di alcuni "ruoli" mai visti in precedenza su Tex; e credo che a tutt'oggi Guerrero sia l'unico Matador ad aver mai vestito i panni di protagonista in una storia di Tex. La parte centrale della storia non mi ha coinvolto molto, mentre ho apprezzato moltissimo le sequenze conclusive, con un paio di rivelazioni che francamente non mi aspettavo... a differenza di altre storie di Tex dove i colpi di scena erano piuttosto prevedibili. Non una pietra miliare, ma sicuramente un gioiellino di notevole interesse. Voto: 8.
  5. anakyn

    [463/465] I Sette Assassini

    Già, anche per lui il finale sembra ritagliato apposta... ma la domanda ?: riapparir? in veste di buono o di cattivo?In caso, io voto per la terza opzione: personaggio a cavallo tra il Bene e il Male, come piace e come riesce benissimo a Boselli.
  6. anakyn

    [463/465] I Sette Assassini

    Gran bella storia, non un capolavoro però. Viene spontaneo confrontarla con "Il passato di Carson" per diversi elementi in comune:- stesso sceneggiatore (Boselli)- la banda degli "Innocenti" ed il contesto che vi ruota attorno: qui la banda in sè è solo evocata, ma la presenza di Lena e Donna accomuna entrambe le storie- l'ambientazione: prevalentemente urbana, dove in entrambi i casi si svolge lo scontro finale, con alternanza di ambienti più esterni- la tipologia degli "avversari": in entrambi i casi, bande composte da personaggi molto caratteristici e "unici"Personalmente però preferisco di diverse lunghezze "Il passato di Carson" (voto: 10):- più equilibrio fra retorica ed essenzialit?- più pathos: sensazione di trovarsi in una dimensione "leggendaria" del panorama texiano- avversari più realistici, e comunque non meno temibili n° micidiali- caratterizzazione di Lena e Donna meno piatta: specialmente Lena è una figura fortemente drammatica ed in parte ambigua, mentre invece nei "Sette assassini" tende (secondo me) ad apparire più monodimensionale- presenza di una figura complessa e multisfaccettata come Clemmons- finale straordinariamente epico... e poi, dulcis in fundo, il merito di aver restituito enorme spessore ad una figura, quella di Carson, che come eterna spalla di Tex rischiava di sbiadire. Ma questo merito sta direttamente nel soggetto della storia, non nella sceneggiatura. Il vantaggio di questa storia sta invece nell'usare l'intero quartetto, ed in modo magistrale, visto che ognuno (Tiger compreso) svolge un ruolo essenziale. Ma in generale qui Boselli ha voluto giocare con un parco personaggi molto più ampio, cosa che gli riesce comunque molto bene, ma secondo me ha un pochino esagerato. Alcune trovate, come la fuga dall'incendio nella foresta o il personaggio di Monk (e lo stesso Thunder), rimangono molto originali. Infine: apprezzabile che il destino del "cattivissimo" non sia del tutto certo... magari potrebbe tornare ;)Voto: 8,5.
  7. anakyn

    [575] Sul Sentiero Dei Ricordi

    Sarà forse un inguaribile romantico, ma a me la storia non è dispiaciuta: in buona sostanza, credo che mi sia semplicemente bastato rivedere Lilyth e Tex assieme nel passato, ed un Tex del presente affranto nel ricordarla. Appunto: sono un inguaribile romantico :)Lilyth è una figura emotivamente fortissima, e scandisce alcuni dei momenti più drammatici e straordinari dell'intera saga: mi è letteralmente impossibile non provare pelle d'oca e brividi, quando rileggo la sequenza di Tex di fronte alla tomba dell'amata, col il vento che gli porta il suo messaggio d'addio ed una lancia fra le mani. Infinita disperazione ed infinita rabbia: emotivamente parlando, raggiunge picchi forse eguagliati solo dal duello fra un Tex ferito ed il pistolero che gli aveva quasi ammazzato il figlio (ma Tex lo riteneva probabilmente già morto), nell' "Uomo senza passato". So di essere OT, e so anche che questa storia non può, se non in minima parte, evocare sensazioni paragonabili a quelle descritte sopra: ma a me è bastata anche quella "minima parte". E mi è piaciuto anche il senso di privacy del ranger nel non manifestare la propria malinconia di fronte ai pards, e di cercare piuttosto la solitudine: come ad esprimere che il rapporto con Lylith era, e doveva rimanere, qualcosa di personalissimo e talmente prezioso da trovare pieno significato solo nell'introspezione. Appunto: nel sentiero del ricordo.
  8. Wow, su questo topic non ha scritto quasi nessuno... mi sento quasi di inaugurarlo Appena riletti i 2 albi: storia "minore", ma per certi versi molto rappresentativa del personaggio Tex e del suo mondo, specialmente nelle battute conclusive che in qualche modo sintetizzano "valori" già in parte espressi nella parte narrativa. I "messaggi" più rappresentativi e meglio manifestati per me sono:- TEX è uomo di legge, ma prima ancora di Giustizia: e preferisce la seconda alla prima quando rischiano di fare a pugni --> mi riferisco al fatto che approva la decisione di Susan nel "dimenticarsi" alcuni particolari della vicenda in modo da far avere parte dei soldi al ragazzino- TEX può far innamorare altre donne (oltre a Lylith), ma NON PUO' a sua volta ricambiare il sentimento --> pur essendo più evidente (mai esplicito) in altre storie più recenti di questa, secondo me Susan nella vignetta finale, con quella mano sul cuore e quel pensiero rivolto a Tex, esprime qualcosa in più di ammirazione per il ranger... ma come sempre, il nostro eroe non ha spazio nell'animo se non per la sua defunta sposa (e GUAI se non fosse così, per quanto mi riguarda smetterei di leggere Tex). Caratteristici anche i dialoghi fra Tex e Carson e la funzione leggermente umoristica di quest'ultimo; ma sono elementi meno "forti" dei precedenti, e forse troppo comuni per distinguere questa storie dalle altre. Note stonate:- una certa verbosit?, che è elemento portante e spesso preziosissimo nelle storie di Nizzi, ma che qui per me non trova l'equilibrio migliore con la fase narrativa- non ho mai apprezzato i disegni di Letteri. Ma mi rendo conto che è assai soggettivo. Voto: 7
  9. anakyn

    [571/572] Il Fuggiasco

    Storia molto bella a parer mio; un p? sottotraccia rispetto a quelle classiche di Boselli dal respiro più ampio ed epico, ma molto particolare. Sam Donovan è un personaggio secondario molto ben caratterizzato e realistico, e come spesso capita in Boselli c'è un protagonista dalla personalit? complessa e di difficile "catalogazione", che ben rappresenta il "grigio" che Boselli ama rappresentare in luogo della contrapposizione tradizionale bianco-nero. Frank mi ha ricordato molto da vicino il personaggio di Glenn Corbett nella "grande invasione", non solo per la caratterizzazione generale ma soprattutto per un aspetto specifico in comune fra i 2: Per me, voto 8.
  10. anakyn

    [354/357] La Congiura

    E' la storia che amo di più, anche se, come tutte le questioni "sentimentali", non c'è un motivo oggettivo. Non è nemmeno particolarmente classica n° rappresentativa del contesto Texiano, visto che mancano gli indiani, il deserto ed i saloon, e oltretutto non c'è nemmeno il quartetto al completo. Sarà la presenza di un personaggio ambivalente come Barbanera, uno dei pochissimi casi di "conversione" nel panorama di Tex, che rende la storia così peculiare assieme all'episodio della caccia alla balena (con illustrazioni uniche). Oppure la figura di Carson, forse il miglior Carson della serie assieme a quello - ovviamente - di Boselli nell'avventura degli Innocenti. O le strizzatine d'occhio fra Tex e Barbanera, vicinissimi per indole sebbene così distanti per ruolo. O ancora i disegni di Villa, che nelle storie di Tex non sono poi così frequenti. O la sceneggiatura, ricchissima eppure semplice e scorrevole. Sarà l'umorismo che striscia in tutte le tavole di quest'avventura, anche nei momenti più drammatici, e la alleggerisce senza farle perdere spessore. Non la più epica, non la più caratteristica; ma un 10 se lo merita tutto.
  11. anakyn

    [Texone N. 23] Patagonia

    Capito, grazie... vedrà di darmi da fare :generaleS:P. S.: anche se per ora mi penalizza, condivido la vostra scelta anti-spammatoria.
  12. anakyn

    [Texone N. 23] Patagonia

    Ehm... mi dispiace approfittare di questo spazio assolutamente inadatto per questioni "tecniche", ma non ho trovato alcuna area adeguata del forum dove postare, e mi sono accorto che non posso nemmeno mandare MP. Volevo solo capire come mai non mi è possibile n° postare sulla sezione riguardante lo scambio con gli Autori di Tex, n° - appunto - mandare messaggi privati. Sul regolamento non ho trovato traccia di restrizioni di questo genere. Grazie per eventuali risposte.
  13. anakyn

    [Texone N. 23] Patagonia

    Interessante, allora Bonelli vuole puntare nuovamente sul filone "esotico"... lo scenegger? sempre Boselli?
  14. anakyn

    [Texone N. 23] Patagonia

    Sicuramente una pietra miliare; paradossalmente, però, spero che non venga imitato n° ripreso troppo spesso: la complessit? di muoversi tra classico e innovativo, la capacità di creare un'atmosfera così innervata di cupezza ed epicit?, sono traguardi troppo rari da poter essere riprodotti con continuit?. Godiamoci questo capolavoro consapevoli della sua unicit?.
  15. anakyn

    [Texone N. 23] Patagonia

    Texone straordinario, a mio parere; e non solamente in confronto agli ultimi, perchè spicca anche se paragonato all'intero panorama texiano. Le parole chiave sono originalità e soprattutto complessit?: già l'ambientazione argentina fa alzare le sopracciglia, ma il pezzo forte sta nella dimensione multi-sfaccettata dei protagonisti e nella drammaticit? di scelte attorno alle quali, una volta tanto, la strada che porta al Bene risulta sfocata e ardua da percorrere. Cosè ardua e drammatica che il bene stesso, ed è rarissimo nel mondo di Tex, non può permettersi la maiuscola davanti. Amaro come alcune tra le più riuscite epopee sugli indiani sconfitti da dinamiche troppo schiaccianti per combatterle (mi ha ricordato in parte "Le colline del vento"), in confronto alle quali può però vantare un maggiore allacciamento alla Storia, e questo lo rende ancora più interessante. La lettura non è semplice n° diretta (altra eccezione in Tex) e necessita di un secondo passaggio per essere goduta appieno, e per apprezzare compiutamente la raffinatezza e la delicata emotivit? della storia. Una perla soggettiva nella narrazione:
  16. Ritrovo purtroppo in questa storia ciò che non mi piace della narrativa dell'ultimo Nizzi (con "ultimo" in verità intendo da diversi anni): scene statiche, meccaniche, poco sciolte. Ritmo spezzato, incerto. Il dinamismo e l'energia sembrano lontani, ed ormai il paragone sia con Boselli (che apprezzo moltissimo, e sul quale lamento - non sempre - soltando eccessi di retorica), sia con gli ultimi acquisti della scuderia texiana, appaiono impietosi. Forse è vero che i fuoriclasse dovrebbero ritirarsi, se non all'apice del successo, almeno prima che la parabola discendente si faccia troppo impervia. E Nizzi un fuoriclasse lo è stato, assolutamente: un Autore da 10 e lode, spessissimo ed per lunghissimo tempo. Spero di essere smentito con il prossimo album, ma ne dubito: già l'addio alla Tigre Nera era stato piuttosto deludente.
  17. anakyn

    [579/580] Vendetta Per Montales

    Splendido il primo album, tutto suspense, carisma e gestione perfetta dei tempi, e per questo al confronto il secondo appare piuttosto mediocre; sebbene in sè non sia affatto da buttare, anzi. Ma le rivelazioni del secondo non sono all'altezza delle aspettative suscitate dal primo: c'è poca drammaticit?, il che va a stridere con la carica emotiva innescata dall'incipit. Risulta tutto un p? forzato, e se il primo offriva un pathos naturale e coinvolgente, il secondo lo sostituisce con una certa retorica che sa di artificialit?. Le scene d'azione rimangono gradevoli e dinamiche, ed è abbastanza azzeccata la figura di Lope, specialmente in rapporto al compagno Chasco ed alla divergenza delle loro scelte. Tiger invece è assolutamente sprecato: c'è ma non si vede, puro comprimario che a livello di azione combina molto meno di tutti i personaggi "secondari". A questo punto, non se nemmeno se fosse il caso di ricomporre il quartetto: non era un obbligo, e se lo si fa meglio sfruttarlo a dovere... e qui invece oltre a Tex di "buoni" ce n'erano già parecchi, e "pesanti" a livello narrativo. Il loro intervento, è vero, è decisivo per trarre Montales dai guai, ma diciamoci la verità: in quella sequenza i nemici sono soltanto due, e sprecare addirittura tutto il quartetto per eliminarli pare eccessivo, anche perchè Montales avrebbe potuto farcela da solo. Però in effetti l'ingresso dei pards è stilisticamente da urlo, in passerella uno dopo l'altro, ognuno con un suo ruolo preciso ed eseguito alla perfezione. Ho apprezzato infine quella che ritengo un'autentica perla, che a livello di disegno mi ha immediatamente ricondotto ad un'inquadratura cinematografica: l'ingresso nella storia di Kit, ritratto sorridente, fiero e sereno, di vedetta sulla cima di una rupe. Tratti eccezionali del volto luminoso scolpito nell'oscurit? della notte. Quando il fumetto sfida il cinema sul suo terreno.
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