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frank_one

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Messaggi pubblicato da frank_one

  1. Recuperata in questi giorni. Piccolo capolavoro!

    Inizialmente mi ha ricordato la prima avventura di Tex in Canada vista ne Il tranello, per il cambio di ambientazione e per il rapimento di Kit, e per certi versi la supera. Grazie ai competenti disegni di Venturi possiamo seguire Tex nelle paludi della Louisiana, sulle coste del sud america e addirittura fin nelle isole della Malesia. Si spazia tra città, navi, foreste, spiagge, palazzi reali, prigioni: mai avevo sperimentato una tale varietà in una storia di Tex o in qualsiasi altro fumetto! Americani, pellerossa, olandesi, portoghesi, afroamericani, cinesi, malesi... tutti in un'unica storia e tratteggiati con cura senza mai creare confusione nonostante l'assenza di colore. Venturi è un fenomeno!

     

    Sufficientemente avvincente la storia, anche se non mi ha mai lasciato veramente col fiato sospeso. Interessante il rapporto tra Kit e Daniel, forse solo un pochino forzato sul nascere, ma perfetto per rendere onore al carattere e ai valori di Kit, mossi più dal cuore, messi a confronto con quelli di Tex, più di testa. In generale davvero ben costruite tutte le dinamiche che spingono all'azione le singole fazioni in rapporto tra loro.

    Certo è che mi sarei aspettato un po' più di azione da parte della Tigre: a conti fatti non fa granché in questi quattro albi, se non prendersi una pallottola in corpo e incontrare Tex ormai sul letto di morte. Qualche colpo di scena in più non avrebbe guastato.

    Ho trovato comunque Sumankan un personaggio ben caratterizzato e dalle motivazioni plausibili, condivisibili (non so che crimini abbia commesso nelle precedenti storie, è la prima che leggo), tutto tranne che la solita macchietta.

    Molto bella la conclusione, il compromesso perfetto. Il regno riconquistato dal nemico ma ceduto al figlio, alleatosi con i buoni.

    Dopo Jim Brandon in Canada e Montales in Messico, ora Tex ha un altro alleato che lo attende per altre future avventure "esotiche".

     

    Complimenti a Boselli e a Venturi. Storie come queste mi convincono del fatto che non ho sbagliato quando nel 2023 ho cominciato a leggere Tex: avrà 75 anni alle spalle, ma sa ancora offrire belle storie. Ne vale la pena!

  2. <span style="color:red">8 ore fa</span>, Diablero dice:

    Solo che adesso le storie migliori le scrive per Tex Willer o per gli speciali, e le conseguenze sulla serie regolare sono evidenti...

     

    Soluzioni?

    Il problema è che affezionati della serie regolare e casa editrice hanno obiettivi diversi, ammesso che ci sia una strategia dietro. Gli speciali vendono poco e la presenza di buone storie su quelle testate può solo far bene alle vendite. La regolare invece vende già di suo e si può permettere qualche storia più debole.

  3. Storia poco interessante con personaggi mai realmente approfonditi. Peccato perché il rapporto tra Burke e Rufus aveva del potenziale quantomeno per delle scene dall'impatto emozionale, che invece non sono mai arrivate. Quasi nulli i colpi di scena se non la sopravvivenza nel finale dei due sopracitati che però mi è parsa forzata. D'altronde pure la loro morte sarebbe stata deludente.

    Ridicoli i fratelli Dekker: all'inizio sembrano due fuori di testa estremi, ritenuti troppo violenti anche dagli stessi cattivi, quasi due personaggi usciti da un manga, poi però si fanno ammazzare come due balordi qualsiasi ottenendo solo di eliminare un cavallo in un fossato.

     

    Disegni di Del Vecchio molto buoni, senza bassi e senza alti, insomma non ho gridato al miracolo come recentemente mi è capitato leggendo storie di Font e di Andreucci in numeri molto vicini a questi.

     

    Dite che da questa storia comincia un periodo nero per Faraci. A me però i numeri 629-630 non sono dispiaciuti. Forse merito degli ottimi disegni di Mastantuono?

  4. Gran bella storia e disegni eccezionali, ho avuto l'impressione che migliorassero pagina dopo pagina. O forse, come mi era capitato con Alfonso Font nei numeri 621-622, sono io che ad ogni pagina mi affeziono sempre di più ad un disegnatore.

    Curioso il fatto che molte situazioni di questi due albi restino in sospeso: che fine avrà fatto il traghettatore a cui hanno portato via la barca e distrutto la baracca? I navajo avranno riportato il bestiame all'accampamento? Il ragazzo ferito dal puma si sarà ripreso?

     

    Chissà se un giorno rivedremo la bella "dottoressa" Sarah Wyatt, a questo punto dovrebbe essere già uscita di galera :lol:

    Fossi in Kit andrei almeno a portarle un cesto di frutta ogni tanto.

  5. @Carlo Monni è una persona discreta ed è proprio con discrezione che sa dare la propria opinione sul volume senza necessariamente offendere o schierarsi. Non potendo e non volendo sbilanciarsi con un "mi è piaciuto" preferisce un più morbido "non mi è dispiaciuto". Si lascia sfuggire un "nulla di eccezionale", ma poi recupera subito con un "ma si lascia leggere" così da bilanciare. Ancora, si espone con un "Sviluppo prevedibile?" per poi correggere con un "ma non per questo meno interessante".

    A chi vuole a tutti costi vedere posizionamenti netti e battaglie commenti come i suoi risulteranno antipatici, fastidiosi, poco obiettivi, forse addirittura paraculi. Ognuno è libero di cercare quello che vuole. Io quando vedo la discrezione in una persona, la apprezzo.

  6. Ho letto questa storia per conoscere lo stile di Alfonso Font in preparazione all'uscita del #760 "La pattuglia scomparsa".

    Ne sono uscito molto soddisfatto. Il disegnatore ha un livello altalenante, a tratti spiazzante: è in grado di passare da vignette in cui i volti e le proporzioni dei corpi sono bizzarri, quasi da "io lo avrei disegnato meglio", a sequenze di vignette che ti lasciano a bocca aperta per la cura dei particolari, la composizione e la personalità. Mi è piaciuto molto come ha caratterizzato il mezzosangue Makua, un po' meno alcuni primi piani di Tex e Carson. Buona parte del secondo volume però, a partire da quando i due pard si spostano in Messico sulle tracce di Santos, è stato un crescendo di tavole di grande impatto, fino all'assalto dell'hacienda del trafficante di armi, dove si sono raggiunti livelli di bellezza da fuoriclasse: wow! Alle esplosioni dei barili di polvere da sparo e delle munizioni durante l'attacco dei due ranger ha fatto da accompagnamento un'esplosione di disegni straordinari. Font entra nel gruppo dei migliori disegnatori che io abbia mai visto su una storia di Tex, nella stessa categoria di disegnatori non propriamente accademici ma dal tratto fortemente personale in cui ho dato spazio a Jose Ortiz. Li adoro entrambi!

     

    Sul fronte della sceneggiatura, direi che nel complesso è una storia scritta bene, nulla di eclatante, ma molto piacevole. Il percorso di ascesa di Makua da nullità a criminale di un certo livello è stato il pezzo forte della storia, con Tex che nel finale gli fa capire che ha seguito il modello sbagliato e che nella vita per riscattarsi non ci sono solo le pistole. Ben organizzata la suddivisione in volumi, con Makua che alla fine del primo albo si mette in cammino verso il Messico ed è un criminale affermato e sicuro di sè quando lo reincontriamo all'inizio del secondo.

     

    Piaciuto!

    (so che poi Makua tornò per un'altra storia di qualche anno dopo: sono sulle sue tracce!)

  7. Ieri (Sabato 3 Febbraio) ho visto Tex #160 "La pattuglia scomparsa" nell'edicola di una Coop: ma non doveva uscire il 7? Mi era ancora capitato di vedere un albo il giorno prima rispetto alla data d'uscita, ma vederlo con ben 4 giorni d'anticipo mai!

    L'ho sfogliato velocemente, ma ero di fretta e non ho avuto il tempo di cercare una copia in condizioni decenti (quella che avevo tra le mani aveva una grossa piega sulla parte bassa della costina, come spesso succede) così non l'ho acquistato.

    Io mi chiedo: che senso ha scrivere una data sul sito se poi il fumetto esce diversi giorni prima?

  8. Storia piacevole, seppur chiaramente riempitiva. L'indiana Tansy infuriata è uno dei nemici più pericolosi che Tex abbia mai incontrato :lol:

    Spero che ci sarà occasione di incontrare di nuovo lei e Winter Bear. O forse chissà, quel bambino una volta cresciuto potrebbe incrociare la strada di Tex fra qualche anno.

    Ciò che alza il livello della storia sono però i disegni di Zaghi: non lo conoscevo, ma ora so che la prossima volta che vedrò il suo nome avrò un motivo in più per voler acquistare un numero di Tex.

  9. <span style="color:red">8 ore fa</span>, Il sassaroli dice:

    So però cosa hanno la Tutto e la Nuova che le fa preferire "per lettura":  sono indistruttibili!

    Se hai la fortuna di trovarli in edicola non già rovinati. Tra bordi della copertina tagliati male o spiegazzati, costine rovinate o incisioni da taglierino, io c'ho rinunciato.

  10. <span style="color:red">5 ore fa</span>, Jeff_Weber dice:

    Ma come siamo arrivati a questo genere e numero di post (interessantissimi, ma leggermente fuori topic) partendo dal Tex Magazine?

    Tutto è nato da una mia provocazione: vi sarebbe piaciuto se in questa storia che celebra gli artisti di Tex avessero trovato posto anche delle tavole ottenute riadattando qualche vecchio disegno di Galep?

  11. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Diablero dice:

    Esiste, non hai comprato il volume "La Mano Rossa" della Scarabeo?

     

    [...]

     

    Però attenzione che "anastatica" è un altra cosa

    Hai ragione. Intendevo anastatica nel senso che vorrei una copia 1:1 dei numeri originali della serie regolare, stesse copertine, stessa costina, stesso numero di pagine, 100% stessi contenuti MA tutto ristampato in un formato più grande (qualche centimetro in più in altezza e larghezza) e i disegni provenienti da nuove scansioni. Quindi, sì, non una anastatica. Diciamo una anastatica 2.0.

     

    L'edizione Scarabeo è ottima, ma è una artist's edition, le tavole vengono proposte come sono, con tanto di segni delle correzioni e scotch. E ovviamente ci sono nuovi redazionali.

     

    Vorrei qualcosa di meno.. ma lo vorrei tutti i mesi in edicola :P

    • Confuso (0) 1
  12. Secondo me in questa discussione si è persa totalmente di vista la dimensione umana. Un texone di Galep o di qualsiasi altro autore non può esistere senza l'intervento dell'autore, senza le sue scelte artistiche, in ogni fase del processo. Ciò che rende un'opera attribuibile ad un artista non è solo l'aspetto del prodotto finito ma tutto il percorso che c'è dietro, fatto di scelte, di situazioni. La vera opera non è il risultato, ma anche ciò che ha portato alla sua realizzazione. L'autore c'è implicato fino al collo, da quando gli viene chiesto di farlo a quando lo consegna.

    Con un'operazione di taglia e cuci si può ottenere un prodotto derivato da precedenti lavori, ma non sarà un prodotto originale di Galep, perché lui non c'era. Sarà un texone DA (parti di) Galep, non un texone DI Galep.

    È come se io smontassi qualche statua di Michelangelo e usassi le varie parti, un braccio qui, una testa là, per comporre una nuova statua. Otterrei una nuova opera di Michelangelo? Col cavolo! Solo un pazzo può ragionare così.

    Con l'uso dell'IA generativa invece al massimo posso ottenere un texone CHE SEMBRA DI Galep, un'imitazione. Un falso, una rappresentazione.

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