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TWF - Tex Willer Forum

Carlo Monni

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Messaggi pubblicato da Carlo Monni

  1. E in più, aggiungerei, un Marcello che sembra visibilmente rifarsi allo stille di Fusco come modello di ispirazione.

    Cosa tutt'altro che impossibile, anzi molto probabile. Del resto, non so se lo sapevate (Ymalpas quasi certamente si :colt:) ma Marcello e Fusco, non solo erano coetanei, ma erano entrambi di Ventimiglia ed erano amici. Andarono quasi contemporaneamente, quando erano ancora molto giovani, a lavorare in Francia e per qualche tempo lavorarono proprio insieme, con uno che ripassava a china le matite dell'altro e viceversa. I loro stili si sono, quindi, influenzati a vicenda, anche se poi hanno preso strade diverse. Nulla di strano, quindi, che il Tex di Marcello abbia in questa prima prova, rimandi al Tex di Fusco. :indianovestito:
  2. Siamo a Natale, l' anno nuovo si avvicina e chissà che anche Nizzi.......! :D  :rolleyes:  ;)

    Tu sei troppo buono. :colt: In ogni caso, questa storia dovrebbe essere stata scritta tra il 2006 ed il 2007, in un periodo in cui Nizzi, con esiti alterni, ha mostrato comunque un certo sforzo nel costruire sceneggiature accettabili, quindi, chissà...

    Comunque io gli Almanacchi ce li ho tutti e li ho sempre trovati interessanti nella parte redazionale. Quanto alle storie, concordo con Carlo. Ce ne sono state anche di buone, suvvia. ;)

    Grazie. :inch:

    In questo, poi, ci sono i disegni del Maestro Fusco, gli ultimi suoi per Tex, forse.... Un motivo in piu' per acquistarlo. :trapper:

    Concordo. :trapper:
  3. Una terza domanda che avevamo fatto a Manftredi per l'intervista verteva sull'utilizzo di Kit Willer adolescente  come appare nella prima parte de "La grande sete". Sappiamo del salto temporale di 9 anni esistente tra "La banda degli Orsi" ( n°11 ) e "Il figlio di Tex" ( n° 12 ), solo parzialmente coperto da una serie di avventure narrate con la tecnica del flashback. Si tratta di uno spazio sconfinato per possibili avventure e ho notato che spesso fai un riferimento indiretto a quegli anni (  Finn in "Cercatori di Piste", Frank Harris ne "Il fuggiasco". Mendoza in "Patagonia" ecc ). Possiamo aspettarci in un prossimo futuro di vedere una storia intera ambientata in quegli anni con un Carson più giovane e un Kit Willer voglioso di apprendere e amorevolmente guidato dai consigli fraterni di Tiger Jack ?

    Posso aggiungere la mia voce a questa richiesta? Complessivamente abbiamo uno spazio di circa 20 anni della vita di Tex di cui è stato narrato poco o niente ed è un peccato.


    Da parte mia, vedrei bene un'avventura che, come "Missouri", deriverebbe da un accenno fatto nel finale de "La grande invasione", ovvero il racconto di come Tex ha aiutato il nero Jethro a riabilitarsi, accompagnadolo in Alabama a cercare giustizia contro gli uomini del Ku Klux Klan che gli avevano ucciso la famiglia. Sarebbe un'avventura molto intrigante, a mio parere. Nel caso la si realizzasse, il buon Borden (ma sono sicuro che ci ha già pensato :generaleN:) dovrebbe tener presenti alcuni elementi della biografia di Tex. All'epoca de "La grande invasione", Tex era appena diventato padre e si era dimesso dai rangers meno di un anno prima (? vero che nella storia agisce da ranger, ma per non contraddire la continuity stabilita dobbiamo immaginare che abbia accettato l'incarico proprio a causa dell'emergenza). Stando a quanto detto ne "Il giuramento", il matrimonio con Lilyth è durato due anni. Ne"La banda dei Dalton", Tex e Carson si incontrano per la prima volta da un anno (quando Lilyth era ancora viva) ed è in quest'occasione che Carson incontra Tiger Jack per la prima volta. Ne consegue che una storia in flashback che riguardi Jethro, nel caso il solo Kit carson ne sia coprotagonista, o deve essere ambientata prima della morte di Lylith (molto improbabile, visto che lo stesso Tex ha più volte affermato che durante il suo matrimonio non ha mai lasciato i territori circostanti la Riserva), oppure poco dopo il n° 9.
    In ogni caso, da purista quale sono, pretendo che nel corso del flahsback, Tex abbia la camicia senza taschini ed i guanti e che Carson porti i capelli lunghi ed il giaccone a frange lungo e fuori dai pantaloni. :trapper:

    Ci sono almeno altre tre storie in flashback leggerei volentieri:

    1) una dedicata alla prima giovinezza di Tex al Ranch, dove finalmente vedere in azione il padre, la madre, il fratello ed il mitico maestro di Tex, Gunny Bill, amgari con la partecipazione straordinaria di Hutch, Damned Dick e Rod Vergil. :indianovestito:

    2) Una in cui Tex, fresco fuorilegge, salda il conto allo Sceriffo Mallory di Culver City, evento citato nel finale de "Il passato di Tex". :colt:

    3) Infine, una in cui si narri finalmente il fato di Dinamite. :lupod:

    Se poi dovessi sbilanciarmi ad indicare una preferenza per i disegnatori che vedrei bene a realizzare queste storie, indicherei, (in rigoroso ordine di anzianit? di servizio per non far torto a nessuno):

    A) per la storia col Tex adolescente: Ticci (che vedrei bene a disegnare qualunque storia :inch:), Civitelli (che in parecchie conversazioni private e pubbliche ha spesso detto che gli sarebbe piaciuto realizzare una storia simile). Venturi, i Cestaro e Piccinelli.

    B) per la storia sequel de "Il passato di Tex", il solito Ticci, Villa (ma credo sia utopico), Venturi, Piccinelli.

    C) per la storia di Dinamite, l'obbligatorio Ticci, Civitell, Villa (e sogniamo pure :capoInguerra:), Font ed i Cestaro

    D) per la storia di Jethro, ancora Ticci, Civitelli, Venturi, Font, Cestaro e Del Vecchio.

    Ah, non c'entra niente col passato di Tex, ma a me piacerebbe anche una storia in cui Tex incontra uno degli altri personaggi western creati da G. L Bonelli, tipo Hondo o Yuma Kid. Magari anche una sorta di "Uomini, bestie ed Eroi" in salsa texiana limitato ai soli eroi di GLB.

    Mi sono spinto troppo oltre? :bisonte: :capoInguerra: :colt:

  4. Che centra aver visto una tavola o no!!???...
    Io non ne faccio una questione di disegnatori, io ne faccio una questione di gusti...
    Per troppi anni ho sperato in qualche bella storia negli almanacchi è ogni volta è sempre stata una delusione.
    Di tutti gli almanacchi salvo solo "la ballata di zeke colter" è "l'uccisore di indiani"  è basta.

    Quindi posso partire da questo principio che non mi aspetto niente da questa storia, o no???...
    ho per forza bisogna scrivere frasi del tipo:"mi aspetto tantissimo da questa storia..." oppure "sara una storia indimenenticabile"...!!!????

    e poi, sam non è questione di non aver rispetto di tex o meno.
    Se non avevo rispetto per questo fumetto non lo leggevo tutti i giorni fino alla nausea e non venivo a perdere il mio tempo a scrivere commenti tutti i giorni su un forum di tex...
    quindi ripeto... ognuno la vede come vuole.

    Questo è chiarissimo, come è chiaro che io, ad esempio, non la vedo affatto coem te.


    A mio parere, ad esempio, "La ballata di Zeke Colter" è un mezzo capolavoro, "L'uccisore di indiani", "Bad River" e "Eroe per caso" sono delle buonissime storie. Alla fine, le sole che veramente ho trovato deludenti sono state: "Missione a Sierra Vista, "L'ultimo squadrone" e "la Palude nera" (che pure qualche momento buono lo aveva).

    Per quanto mi riguarda, non è la lunghezza della storia che conta, ma la qualità della scrittura. Nelle storie che ho citato gli autori sono riusciti con pochi tratti a dare le giuste caratterizzazioni ai personaggi ed il giusto ritmo alla trama, Io non chiedo di più, in fondo. Il capolavoro non si può pretendere, le buone storie si.

    Per il resto, che tu abbia dei pregiudizi al riguardo, è evidente Magari potresti dare una chance alle storie prima di stroncarle. :colt:

  5. Borden, dalle statistiche che sono uscite fuori dal nuovo topic riguardante tutta la tua produzione texiana qui, ci accorgiamo che non hai mai superato le 330 pagine per una storia di Tex.
    C'e' in progetto o credi che ci sara' mai una tua storia che superi questo tuo record'

    Improbabile.
    Come mai Borden°Non ti piacciono molto i "polpettoni" o perche' e' ormai difficile che un disegnatore realizzi una storia che comprenda quattro albi?
    La seconda che hai detto.


    Borden

    Non so come la pensi,Borden, ma per me tutto questo è inaccettabile!

    Possibile che un'autore debba essere legato alla lentezza dei disegnatori, specialmente in un fumetto come Tex?
    Non credo di essere troppo drastico se dico che molti disegnatori odierni, pur nella loro bravura tecnica, non sono adatti a disegnare Tex;perche Tex è un fumetto le cui storie contemplano la lunghezza, e tale caratteristica non può essere limitata per la lentezza dei giovani, qualunque siano le motivazioni di tali lentezze...
    Se sei troppo lento e non ce la fai, disegna altre cose meno impegnative!

    La tua è un'utopia e lo è semplicemente per un motivo: dove li trovi, oggi, dei disegnatori che siano non solo bravi, ma anche molto velociò La risposta è scontata, ce ne sono pochissimi e quei pochi non sono comunque sufficenti ad assicurare la produzione che Tex richiede. Del resto, si rimpaingono sempre i bei vecchi tempi, quando Tex aveva solo cinque o sei disegnatori, ma si trascura il fatto che non erano mai veramente cinque o sei. Fino al 1967 Galep era spessissimo inchiostrato da altri, Nicol', almeno dal 1973 sino a fine carriera ha avuto Gamba che gli faceva le matite e non solo, Ticci, almeno dalla fine degli anni 70, ha avuto l'assistenza del fratello Alfio ed anche di Monti. Solo Letteri e Fusco (a quanto se ne sa) hanno sempre fatto tutto da soli. Alla fine i disegnatori erano sempre 8 o 10.

    In ogni caso, i tempi sono effettivamente cambiati, sia per esigenze di mercato, che per esigenze degli stessi disegnatori. Oggi disegnatori coem Civitelli e Ticci, che 20 o 30 anni fa erano considerati i più lenti, sono tra i più veloci in circolazione.
    La mia è solo un'opinione personale, certo, ma ritengo che su Tex siano stati chiamati quelli che sono ritenuti i migliori disegnatori italiani ed internazionali. Non credo che sarebbe una mossa saggia sacrificare la qaulit? per la velocit?.

    In ogni caso, attenti a non fasciarci la testa prima di essercela rotta.
    Diversi dei disegnatori esordienti sono lenti nel realizzare le primissime storie perchè devono innanzitutto prendere la mano con personaggi ed ambiantazioni e poi, all'inizio si sentono anche intimiditi dalla responsabilità di disegnare il fumetto più venduto d'Italia (e forse anche di buona parte del Mondo, ormai :trapper:), di dimostrarsi all'altezza della fiducia dimostrata e del compito affidatogli. In seguito, sono capaci di ritornare a ritmi più "adeguati"
    Piccinelli ha consegnato circa 130 pagine complete, realizzate in circa 15 mesi, di cui un centinaio solo negli ultimi 9, con una media di circa 8,5 pagine mensili e punte di 12. Io non la trovo affatto male. Se si mantiene così, al prossimo giro Boselli gli affida un tripla. :colt:
    Perfino Venturi pare che si sia velocizzato, dal momento che, tenuto conto del fatto che ha prima "perso tempo" ad effettuare studi su ambienti e personaggi ed a ricercare un p? di documentazione aggiuntiva, alla fine di ottobre era arrivato a 20 pagine complete e forse ad un altra decina a matita. Se consideriamo il fatto che in genere ogni disegnatore è sempre più lento alla partenza di una nuova storia, si potrebbe sperare che il buon Andrea abbia margini di miglioramento in questo senso. Chissà, alla fine, Boselli potrebbe perfino ripensarci e portare la storia a 3 albi.
    Data la mia naturale malizia da avvocato, non posso non chiedermi se nel fatto che Venturi sembri essersi velocizzatio c'entri non solo il fatto che ha finalemte trovato uno stile definitivo, ma che trovi la sceneggiatura in questione più stimolante di quella de "L'artiglio della Tigre" (non che ci voglai molto :capoInguerra:).

    Infine, sfatiamo quella che potrebbe essere un'impressione errata: non sono i disegnatori a non volere le storie lunghe. Per loro credo che non faccia differenza quanto sia lunga una storia: il tempo per disegnare una tavola è identico
    che la storia sia di 110 pagine o che sia di 440. Il problema, casomai è di programmazione. Una storia di 4 albi affidata ad un disegnatore medio (da dieci pagine al mese, diciamo) sarà completata in circa 4 anni e bisogna essere sicuri che in questi 4 anni ci sia sufficiente materiale da pubblicare.
    La riluttanza a programmare storie lunghe dipende anche da questo.

  6. Ripensando alla questione della lentezza di alcuni attuali disegnatori di Tex, propongo una soluzione molto semplice;soluzione tra l'altro da sempre adottata nei comics americani(che hanno dei disegni tutt'altro che poco curati!). L'idea è questa:portare nei fumetti di Tex la figura dell'inchiostratore. L'inchiostratore è appunto colui che riceve le tavole già completate a matita dal disegnatore, a cui aggiunge la china(e forse anche altri tipi di inchiostro), completando quindi definitivamente la tavola. Solitamente l'inchiostratore svolge il suo lavoro a stretto contatto col disegnatore. Questo mi sembra un metodo efficace per diminuire i tempi di realizzazione dei disegni.. un metodo che può servire ad evitare i forzati tagli alle storie lunghe che, ad esempio Boselli si è visto costretto a fare. Voi che ne pensate?

    Solo questo: 1) che non mi scandalizzerebbe affatto. Dopotutto, non solo è già stata fatta in passato (Penso ai vari inchiostratori di Galep nel periodo iniziale della serie, ma anche a Nicol', che lavorava spesso con matitisti come Francesco Gamba o Giolitti con il suo studio), ma anche in tempi recentissimi. Negli ultimi 10/15 anni, per esempio, Marco Bianchini ha lavorato pressoch? esclusivamente come inchiostratore, mentre le matite gliele hanno realizzate, in tempi diversi: Fabio Valdambrini, Giuseppe di Bernardo, Rossano Rossi e Marco Santucci. Proprio il fatto che, dopo tanto tempo, si è di nuovo cimentato come autore completo, pare gli abbia creato un p? di difficolt?, dovendo egli "riprendere la mano". Tuttora, su Magico Vento, su Martin Mystere o Julia ci sono o ci sono state coppie di matitista ed inchiostratore (Barbati & Ramella, Morales & Grimaldi e diversi altri). 2) In ogni caso, quasi tutti prima o poi, hanno provato a lavorare da soli e questo lo trovo significativo. Evidentemente, per quanto bravo sia il tuo collega, alla fine c'è sempre qualcosa che non ti quadra.3) L'esempio degli Stati Uniti è calzante solo fino ad un certo punto, perchè loro sono da sempre stati abituati a lavorare in squadra. I disegnatori che realizzavano sia le matite che le chine erano una rarit?, ma ultimamente anche l' stanno aumentando. Anche questo deve significare qualcosa, credo.4) Da noi c'è sempre stata la tradizione del disegnatore che fa tutto da se, anche se poi, accadeva che molti giovani disegnatori esordivano facendo, non accreditati, matite e chine per autori anziani presso cui "andavano a bottega". Penso, tra gli altri, a Ticci e Villa, che hanno entrambi esordito come assistenti di Franco Bignotti. 5) Infine, io credo che debba essere una scelta dei singoli e che non sia giusto che sia imposta dall'alto.
  7. Che bellissima discussione!!!
    Molte volte a mio parere, guardando questo topic, la redazione non ha avuto buon naso nel scegliere le copertine definitive.

    Sono pienamente d'accordo. :indianovestito:


    Che peccato!!!..
    Vedere dei così piccoli capolavori, quasi inediti per noi lettori, e come una gioia per gli occhi...
    Me li immaggino già questi disegni, non sè forse buttati in un qualsiasi armadio della redazione dimenticati da tutto e tutti,.... che peccato!!!!!

    Almeno cinque di quelle scartate le preferisco alle copertine originali:
    la copertina scartata del "ritorno della tigre nera", la copertina de "l'inafferabile proteus", la copertina de "la danza del fuoco" , la copertina del tex 200 è quella del "passato di carson".

    Io ci aggiungo anche la copertina n° 1 de "La Lunga pista" e quella de "L'ultima diligenza"


    Mentre avrei tenuto le copertine originali nei due casi de
    "Il diavolo della sierra", quel tex formato "chinatown" non mi piace per niente

    Qui sono pienamente d'accordo.


    nella copertina di "ore disperate" quel tex che da un cazzotto a carson SAREBBE STATA IMPROPONIBILE.

    Qui dissento, io non ne sarei stato affatto scandalizzato. :trapper:


    Piuttosto, vorrei segnalare che durante tutta la discussione nessuno sembra mai essersi accorto che di quel numero hanno campiato non solo la copertina, ma anche il titolo. :colt:
    Quella avrebbe dovuto essere la copertina del numero successivo a "Il segno di Cruzado, ovvero il n° 244, che fu poi intitolato "I cacciatori e la preda" (era in quell'albo, infatti, che c'era la sequenza, poi tagliata,, del pugno a Carson per calmarlo). Il titolo "Ore disperate", fu, invece assegnato al n° 241. :colt:

  8. Per quanto non sia d'accordo con alcune delle cose che scrive (e per chi mi conosce non deve essere una gran sorpresa :indianovestito:), trovo l'analisi di Wasted Years davvero interessante, specie l'analisi sulla modernit?, e, soprattutto, scevra da quegli assolutismi che deprecavo in precedenza.
    Personalmente apprezzo molto il modo di scrivere di Boselli, che è sicuramente molto vicino alla mia sensibilit? di lettore. Quanto a Nizzi, anche quando scriveva bene, io gli rimproveravo un eccessivo manierismo, ovvero il costruire le store di Tex come se fossero una sorta di formula matematica. Non c'è dubbio che in ogni tipo di narrativa seriale ci siano sempre dei "luoghi comuni" (i colti direbbero dei "topoi" :trapper: ) che si ripetono, ma non necessariamente questo deve tradursi in una formula rigida. Lo stesso GLB, che pure questi "luoghi comuni" li aveva inventati, non seguiva necessariamente uno schema rigido nel costruire le sue trame, concedendosi spesso e volentieri delle variazioni sul tema. Un altro problema che ho sempre avuto con Nizzi è che la sua concezione dell'Eroe appartiene comunque ad una tradizione narrativa che era vecchia già sul finire degli anni 60. Ciò non toglie che molte sue storie siano state comunque belle e/o interessanti da leggere, anche se, secondo me, nessuna è mai arrivata allo status di capolavoro (sebbene "Fuga da Anderville" ci arrivi molto vicino :trapper:). L'errore è stato, forse, l'averlo caricato di un onere troppo gravoso dopo il forzato abbandono di Bonelli e poi di averlo tratteuto su Tex quando scoppiù la sua crisi creativa, senza aver cercato alternative valide in tempo utile. Pu? anche darsi che lasiato libero di riposarsi, avrebbe anche potuto rigenerarsi e tornare su Tex in forma adeguata. O forse il suo era un calo irreversibile o che sarebbe avvenuto comuinque, chi può saperlo?
    Tornando a Boselli, non è certo esente da difetti, ma riesce, a mio parere, a creare trame emotivamente più coinvolgenti ed in questo, anche se non ne copia lo stile (e non uso la parola "copiare" a caso), è più vicino allo spirito di GLB di quanto lo fosse Nizzi.
    Proprio questo è il punto per cui, ad esempio, per cui ho sempre trovato emotivamente più coinvolgente "Matador" rispetto a "L'uomo con la frusta" e lo ribadisco a costo di ribeccarmi l'accusa di eresia. :colt:

    Un ultimo appunto: non aspettatevi che Faraci e Manfredi seguano sentieri narrativi troppo diversi da quelli di Boselli. Il loro stile sarà sicuramente diverso da quello di Boselli, ma non pensate che siano delle repliche di GLB, perchè non lo saranno.

  9. Non è certo mia intenzione alimentare polemiche, casomai il contrario.
    Mi preme, però, puntualizzare due o tre cose:

    1) il giudizio su quelli di TWO, forumo a cui sono ioscritto da anni ed a cui contribuisco attivamente, mi pare decisamente ingeneroso. Innanzitutto perchè io tutta questa esaltazione di Boselli e denigrazione di Nizzi proprio non la vedo... o meglio non la vedo più da un pezzo. Se c'è un'esaltazione delle storie di Boselli ed una critica di quelle di Nizzi è perchè le prime sono quasi sempre delle storie buone, se non ottime, mentre le più recenti di Nizzi sono quasi tutte pessime e che quest'ultima non sia solo una mia opinione mi pare sia dimostrato dal coro pressocch? unanime di critiche e lamentele spesso molto dure che dette storie hanno ricevuto pressocch? ovunque, compreso qui. Inoltre le storie più recenti di Boselli sono state spesso criticate da più di un utente, mentere è capitato che storie di Nizzi più recenti (come "La rivolta dei Cheyennes", per esempio) abbiano ricevuto una buona accoglienza.

    2) In ogni caso, a prescindere da TWO, io ho sempre pensato e continuerà a pensare che tutti abbiano diritto alle proprie opinioni ed il diritto di esporle liberamente finch? usano un linguaggio adeguato e non offensivo verso nessuno. Se Virgin od io o chiunque altro, pensa che "Eroe per caso" o "Matador" siano allo stesso livello o addirittura superiori a "Fuga da Anderville" o "L'uomo con la frusta", non è solo suo diritto pensarlo, ma anche dirlo o scriverlo senza che sia tacciato di eresia, quasi che esistesse un parametro unico di verità a cui uniformarsi, cosa che. detto per inciso, è proprio quanto il buon Anthony rimprovererebbe a TWO.

    3) Da parte mia non ho esitazioni a dire che per me "Matador" è una storia molto superiore sia a "Fuga da Anderville", che a "L'uomo con la frusta" (che pure reputo ottime storie), mentre "Eroe per caso", se non è alla pari con esse, gli ci si avvicina molto. Sono anch'io un eretico? Devo forse andare a Canossa col capo coperto di cenere e chiedere perdono per il mio peccato?
    Chi invoca il rispetto e la tolleranza, sia il primo a praticarla. :bisonte:

    Detto questo, per me la discussione è chiusa. :lupod:

  10. Mah, invece, secondo me, è possibile che l'idea di Mendoza abbia un fondamento... Carlo Monni non sa dirci qualcosa in proposito?

    No ASSOLUTAMENTE no. Vedo che lo stesso Anthony Steffen mi ha anticipato nella shoutbox. La nascita di questa storia è storicamente documentata, a meno che qualcuno in questo forum non voglia mettere in dubbio la parola degli stessi autori. Non insistete.
    A prescindere dal fatto che non sempre gli autori debbono considerarsi assolutamente attendibili quando parlano del proprio lavoro (si veda ad esempio l'aneddoto, riferito a suo tempo da Villa, secondo cui, l'idea per il ritorno di Mefisto era stata concepita originariamente da G. L. Bonelli e lasciata in appunti che Boselli avrebbe poi girato a Nizzi, circostanza che invece Nizzi ha sempre smentito. Chi dice la verità), sta di fatto che la leggenda della Nave perduta nel deserto è un'autentica leggenda del west che ha ispirato più di un autore. Carl Barks ci tir? fuori un'avventura dei suoi paperi e, stando a quanto riferisce Boselli (nella prefazione al penultimo volume di "Cavalcando con Tex", se non ricordo male), lo stesso Bonelli voleva trarne un'avventura sin dagli anni 70, ma poi vi rinunciò, preso da altre idee. Nizzi si è ben documentato sulla leggenda della nave perduta, come dimostra l'incipit della storia. Che l'ispirazione gli sia poi venuta leggendo direttamente qualcosa sulla leggenda o rileggendo la storia di Barks (e perfino se fosse stato stimolato dall'aver rivisto in quel periodo "Incontri ravvicinati del terzo tipo", ipotesi che trovo comunque la più improbabile) avrebbe, a mio parere, meno importanza del fatto che comunque ne ha tratto una gran bella storia. :indianovestito::inch::indianovestito: :soldaton:
  11. Dalla posta di "TuttoTex" nel numero 464 si legge: "..... nessuna meraviglia: la versatilit? di Cavazzano è tale che, prima o poi, lo convincer? ad avventurarsi nel western di Aquila della Notte e a eseguirmi un Texone che, fidatevi di me, sarà all'altezza degli altri capolavori che lo hanno preceduto." Sergio Bonelli. Quindi si presume che, prima o poi, vedremo uno dei disegnatori Disney cimentarsi su Tex.

    Tutto può essere, ma io lo scorso ottobre ho parlato personalmente con Cavazzano al Tiferno Comics di Città di Castello e lui ha confermato la ripetute richieste di Sergio Bonelli, ma ha anche espressamente escluso di potersi cimentare in un Texone. :colt:

  12. Il suo stile, moderno e cinematografico, giunge su Tex al momento giusto:nel momento, cioè, in cui Boselli comincer? la sua "rivoluzione" narrativa con l'abolizione delle classicissime didascalie.
    E' quello che anche Medda realizza nelle sue storie.

    L'errore del grandissimo Michele fu a mio parere proprio quello di abolire completamente le didascal'e, con stacchi impropri e non comprensibili (almeno per i lettori di Tex): a metà di una pagina; da scena in interno a scena in interno e così via... Io le didascalie non le ho abolite affatto, ma solo ridotte e cum grano salis, non a discapito della comprensibilit?. Sinceramente mi infastidisce che qualcuno continui a sostenere questa inesattezza, non ricordando o ricordando superficialmente le mie storie di Tex. Le didascalie temporali nelle mie storie ci sono ancora, in molte occasioni, se non tutte. E ci sono SEMPRE quelle di luogo. E' chiaro che mancano o sono rare quelle esplicativo-narrative, che ANCHE GL BONELLI aveva ridotto nella seconda metà della sua carriera texiana!



    Borden

    Borden, non è solo la pesante riduzione delle didascalie ad aver rivoluzionato Tex, ma anche altre soluzioni, come le sequenze mute, che, nel Tex classico, non esistono.

    Penso che tu e Medda siate stati troppo rivoluzionari...
    Del resto, 'virtus in medio' : trovo pesante lo stile di Segura, con una didascalia per vignetta ( addirittura, 'Il Treno Blindato' comincia con il riassunto di metà storia! ), cose che non si sono mai viste neanche agli albori di Tex nel '48!

    In questo senso, preferisco il Nizzi anni '80-'90, che era texiano, pur avendo ringiovanito il linguaggio: peccato che il buon Claudio, oggi, non sappia e non voglia più scrivere del nostro ranger...

    Se posso permettermi, penso che tu (ed altri con te, sia chiaro) ti dimostri troppo conservatore.

    Personalmente non m'interessa lo stile con cui è narrata una storia, quando è una bella storia ed in ogni caso i personaggi sono rispettati.
    Nizzi negli ultimi anni ha scritto tante storie in stile classico totalmente dimenticabili se non addirittura illeggibili.

    Non ho mai visto n° Medda, n° Boselli come dei rivoluzionari, quanto, piuttosto, al passo coi tempi.

    Dal mio punto di vista, una didascalia che spiega una cosa già evidente dal disegno è inutile. Non sento affato la mancanza di didascalie come "Nel frattempo", "Più tardi" e simili. Sono, invece, un sostenitore della didascalia che io chiamo "letteraria". Come, ad esempio, la lettera di Kit Willer a Carson nelle ultime pagine di "Patagonia".
    Quanto alle sequenze mute non mi hanno mai disturbato. Perchè riempire con parole inutili pagine che parlano da sole? :trapper:

    A volte temo che si tenda a scambiare il contenitore col contenuto. :capoInguerra:

  13. Negli anni novanta Fabio Civitelli present? idee per tre storie di Tex, due delle quali approvate dalla SBE: la prima per la serie regolare serv? a Nizzi per scrivere la sceneggiatura de "Il Presagio", la seconda è stata utilizzata invece per la storia breve "Il duello", apparsa su "Lo specchio", il settimanale del venerdi pubblicato dal quotidiano La Stampa. Ignoriamo tutto della terza idea. Forse è stata utilizzata nelle storie della fascia 500 che vedono la partecipazione di Civitelli, oppure no, semplicemente bocciata e basta.

    I soggetti di Fabio Civitelli sono, in realtà quattro in tutto. Oltre a a quelli da te citati ci sono anche quelli di "Il fuggitivo" (Almanacco 2005) e "Tumak l'inesorabile", anche se in entrambi i casi Nizzi ha rimaneggiato i soggetti (e non in meglio, a mio parere :indiano:) cambiando alcune cose.

    In più Nizzi ha completamente riscirtto un altro soggetto di Civitelli, che è poi diventato "Ritorno a Culver City". Del soggetto orginale sono sostanzialmente rimaste: la sequenza sulle tombe dei genitori di Tex e quella sulla tomba del fratello.
    Tutti questi soggetti sono stati presentati direttamente a Nizzi e non alla SBE e non sono stati firmati.

    In più, Nizzi, ha usato elementi di un altro soggetto di Civitelli da lui scartato, per realizzare parti di altre due storie senza avvertirlo, ma per dire di più al riguardo voglio l'autorizzazione di Civitelli stesso. :colt:

    Si Carlo, conosco i contributi di Civitelli a Tex. Scusa se insisto, ma in quell'intervista del 1998 parla di tre storie, di cui una bocciata. La curiosità sta appunto nel sapere se quell'idea è morta e sepolta oppure è stata riutilizzata successivamente in una delle avventure di cui hai parlato tu nel tuo post :indianovestito:
    Credo che Fabio si riferisse al soggetto originale di quella che è poi diventata: "Ritorno a Culver City" e che era una storia tutta diversa, di cui sono rimasti praticamente solo le pagine iniziali, le scena al ranch e sulla tomba di Sam Willer.

    Il soggetto prevedeva che Tex venisse informato che suo fratello Sam aveva lasciato un figlio illegittimo, nato da una relazione con una ragazza di Culver City, che aveva scoperto di essere incinta dopo la sua morte ed avewva accettato la proposta di matrimonio del vecchio giudice, che aveva cresciuto il giovane come proprio . Il ragazzo (poco fantasiosamente chiamato Sam Jr.), scoperta la sua vera identit?, aveva lasciato la città ed aveva finito per mettersi nei guai in Messico, dove, finito in prigione, rimaneva coinvolto in un'evasione e finiva imbrancato con una banda di feroci cacciatori di scalpi. Tex ed il resto dei pards lo rintracciavano e dopo aver sterminato i cacciatori di scalpi lo riportavano negli USA e lo insediavano nel vecchio ranch dei Willer, chiudendo, in un certo senso il cerchio. :colt:

    Chi può dire se ne sarebbe venuta fuori una bella storia? Le premesse nel soggetto c'erano tutte. Civitelli si era ispirato alle atmosfere dei libri di Cormac McCarthy e l'elemento familiare era intrigante. Mi sia consentito dire, però, che dubito che Nizzi sarebbe stato capace di trarne una sceneggiatura ispirata.
    Credo che nelle mani di Boselli o Manfredi ne verrebbe fuori una sceneggiatura coi controfiocchi... sempre che Bonelli possa ora dare la sua approvazione ad un soggetto simile ed anche se ultimamente ha mostrato un certo grado di apertura, so come la pensa su certe cose, tipo i legami familiari, quindi rimango scettico. :capoInguerra: :colt::bisonte:

  14. Negli anni novanta Fabio Civitelli present? idee per tre storie di Tex, due delle quali approvate dalla SBE: la prima per la serie regolare serv? a Nizzi per scrivere la sceneggiatura de "Il Presagio", la seconda è stata utilizzata invece per la storia breve "Il duello", apparsa su "Lo specchio", il settimanale del venerdi pubblicato dal quotidiano La Stampa. Ignoriamo tutto della terza idea. Forse è stata utilizzata nelle storie della fascia 500 che vedono la partecipazione di Civitelli, oppure no, semplicemente bocciata e basta.

    I soggetti di Fabio Civitelli sono, in realtà quattro in tutto. Oltre a a quelli da te citati ci sono anche quelli di "Il fuggitivo" (Almanacco 2005) e "Tumak l'inesorabile", anche se in entrambi i casi Nizzi ha rimaneggiato i soggetti (e non in meglio, a mio parere :indiano:) cambiando alcune cose.

    In più Nizzi ha completamente riscirtto un altro soggetto di Civitelli, che è poi diventato "Ritorno a Culver City". Del soggetto orginale sono sostanzialmente rimaste: la sequenza sulle tombe dei genitori di Tex e quella sulla tomba del fratello.
    Tutti questi soggetti sono stati presentati direttamente a Nizzi e non alla SBE e non sono stati firmati.

    In più, Nizzi, ha usato elementi di un altro soggetto di Civitelli da lui scartato, per realizzare parti di altre due storie senza avvertirlo, ma per dire di più al riguardo voglio l'autorizzazione di Civitelli stesso. :colt:

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