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paco ordonez

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Messaggi pubblicato da paco ordonez

  1. A scanso di equivoci, ripeto che anche per me la critica è una pippa mentale senza senso. Se, leggendo un fumetto (ma anche un saggio, o un romanzo), perdi il tuo tempo ad attaccarti a idiozie del genere, vuol dire che hai dei problemi. Peraltro, mi pare che negli ultimi anni critiche del tutto pretestuoso alle storie, o all'impostazione del personaggio, siano abbondate: niente di sorprendente, insomma.

  2. Sono riuscito a leggere solo la storia di Dinamite, e che dire... bellissima!

    Senza dubbio una delle più emozionanti degli ultimi anni, e anche tra le più sorprendenti: non mi sarei mai aspettato di assistere alla morte di Dinamite! Credo sia la prima volta che un comprimario storico della saga - anche se Dinamite appartiene comunque al passato del personaggio - viene fatto morire. Il tutto, poi, al termine di una scena spettacolare, dove davvero mi è sembrato di vedere una coppia di autori affiatati e in uno stato di grazia evidente, con cui mi complimento.

    Senza dubbio, tra le storie brevi degli ultimi anni che ho letto, questa è l'unica può aspirare al rango di capolavoro, o comunque di pietra miliare della saga.

  3. Frequentando diverse mostre (tutte o quasi di Storia dell'arte) posso dire che 12 euro è un prezzo bene o male nella norma - anzi, quando le mostre sono itineranti (cioè in più sedi) il prezzo può essere molto più alto. Molto dipende poi dal tipo di cose esposte: un dipinto su tavola del Trecento è un oggetto delicatissimo, quindi i costi assicurativi si alzano enormemente (specie se l'opera viene dall'estero): certo, bisogna calare tutto ciò nell'ambito di tavole originali di fumetti, che per quanto preziose hanno un valore ovviamente molto ma molto più basso.

    Il catalogo, poi, è una cosa che ogni mostra degna di questo nome deve avere: perché è un ricordo e una documentazione della mostra (cosa era esposto? Fra dieci o cent'anni lo si scopre dal catalogo), e rappresenta il risultato scientifico da cui la mostra nasce (per dire: una mostra con dipinti di Giotto ha saggi che analizzano quei dipinti; solitamente i cataloghi si dividono in una prima parte di saggi, e in una seconda dove sono schedate analiticamente tutte le opere della mostra). Ma immagino che quest'ultimo aspetto, in una mostra su Tex, magari ci sarà meno.

    Il prezzo è alto per forza di cose, perché si presume che un catalogo sia pieno di riproduzioni a colori di alta qualità - e i ritardi, per pubblicazioni del genere, sono la norma: molte mostre vedono la pubblicazione del catalogo dopo mesi dall'inaugurazione.

     

    Scusate la noia.

    • +1 1
  4. Senza dubbio uno dei migliori albi celebrativi della storia di Tex, con un Ticci in ottima forma aiutato da una colorazione leggermente migliore (tuttavia niente affatto memorabile) degli altri albi celebrativi, e un Boselli che realizza una storia di amicizia molto bella in cui riesce a delineare la personalità complessa di un nuovo comprimario (e in questo, si sa, è maestro) senza togliere centralità al Ranger. Credo peraltro che Boselli sia stato molto bravo a muoversi sui due fronti del Tex giovane, più avventato e sanguigno, e il Tex della maturità che conosciamo - e, detto per inciso, il modo in cui Tex tratta l'agente indiano e il ranchero è puro, autentico Tex: peraltro vederlo scazzottare prepotenti, corrotti e delinquenti dovrebbe essere uno dei motivi del successo settantennale del personaggio (tanto che in passato ci si lamentava spesso che scazzottasse sempre meno). 

    Mi è anche piaciuto il modo in cui è stato valorizzato Kit, specie dopo la non proprio bella figura rimediata nelle poche pagine in cui è apparso nella - bellissima - storia del ritorno di Proteus.

    Insomma, un ottimo albo celebrativo, complimenti agli autori.

  5. Dopo diversi mesi sono riuscito finalmente a leggere una storia di Tex, e devo dire che sono stato davvero contento di aver ripreso con questa: certo, non è un capolavoro, non è una storia epocale, ma chi se ne frega?

    Qui ho ritrovato Tex: il castigamatti, lo scazzottatore, quello che riporta la giustizia a suon di piombo e sganassoni. Mi sembra che Ruju sia sempre più a suo agio col personaggio, anche dal punto di vista dei dialoghi, e che ormai sappia andare oltre le sue storie più tipiche con personaggi complessi e tormentati. Insomma, mi pare che lo sceneggiatore sappia proporre anche storie più semplici, o "classiche" che dir si voglia.

     

    Per quanto riguarda i disegni: ammetto che Scascitelli lo ricordavo più consono ai miei gusti, e sicuramente un tratto raffinato come il suo viene ammazzato dalla colorazione. A questo si aggiunge che il suo stile non è certo tra i più dinamici: anzi, alcune volte la staticità dei suoi personaggi disturba, specie nelle scene d'azione.

    Aggiungo poi che in diverse pagine la qualità della stampa non era ottimale, tanto che i disegni (e un paio di volte anche il lettering) apparivano spesso sfocati.

    Esco comunque dalla lettura soddisfatto, avendo ritrovato un vecchio amico.

  6. A me questi signori Nessuno che devono insegnare le strategie di marketing o di vendita alla Bonelli, e nella fattispecie a Boselli, fanno ridere. Pensiamo a parlare di quello che ci compete: i nostri pareri di lettori sulle storie e sui disegni, e lasciamo questioni lavorative a chi ne ha le competenze.

    Ah, il digitale esiste già per Tex - come mi sembra stia cercando di dire Bonelli - ed è quello pirata, gratis (ripeto: GRATIS), ovviamente infruttifero per la Bonelli. E non serve essere geni di internet per capirlo (io non lo sono): basta andare su you tube. 

     

  7. Io per primo ho espresso qualche riserva davanti alle tavole in anteprima. Riserve che, francamente, mi sento di ripetere vedendo la galleria di disegni texiani postati sul sito Bonelli: l'unico disegno secondo me davvero bello e azzeccato è quello coi pards intorno al fuoco del bivacco, gli altri mi piacciono molto poco, soprattutto per quel che riguarda la resa di Tex.

    Però da qui a giungere a conclusioni drastiche ci andrei cauto: innanzitutto perché Majo è un grandissimo disegnatore (basta aver letto un suo Dampyr per capirlo), poi perché ci può stare che un esordiente abbia all'inizio qualche difficoltà col viso di Tex, e poi soprattutto perché, diamine, stiamo parlando ancora di pochissime tavole! 

  8. Come dicevo, a me il Carson di Majo, almeno a giudicare da queste pochee vignette, sembra troppo rinsecchito, e quindi troppo vecchio: soprattutto a causa delle fossette pronunciate nella zona della mandibola. Nell'ultima vignetta, poi, l'occhio sinistro calante aumenta l'impressione. 

  9. Just now, JohnnyColt dice:

    :blink: Perchè tratto sommario e volto poco convincenti? A me sembrano così belli...

    Beh, guarda lo sfondo della prima vignetta dell'ultima tavola, o, sempre dell'ultima tavola, l'inchiostratura: a me sembrano molto semplificati. Poi magari è una scelta stilistica che al computer non rende. Sui volti c'è poco da dire, è una questione di gusti: Carson mi pare troppo rinsecchito, specie nel primo piano dell'ultima vignetta. 

    Comunque è solo un'impressione, sicuramente (almeno spero) l'albo mi soddisferà. 

  10. Da questo Texone mi aspetto davvero molte cose, dato che la coppia Boselli-Majo su Dampyr ha fatto cose spettacolari.

    Ammetto però che, copertina a parte, i disegni di Majo di queste tavole mi lasciano molto freddo: il tratto della prima e dell'ultima vignetta dell'ultima tavola mi sembra molto sommario, e i volti di Tex e soprattutto Carson poco convincenti.

  11. Bellissime! E a me sembra che potrebbero essere perfette anche come copertine della serie regolare - a patto che le si lasci con la bella colorazione, vivace e sfumata, di Dotti, che in questo caso (forse anche più che in quello di Villa) la riverniciatura piatta al computer le ammazzerebbe totalmente.

  12. Non posso che accodarmi a mia volta ai buoni giudizi espressi su questa storia: ottimo albo secco, puro western, coi pards ben caratterizzati, sparatorie fatte come si deve (non le sparatorie da videogame alla Faraci, insomma), e una trama certo lineare ma insaporita dai nemici ben caratterizzati e dall'imprevisto della sorella prigioniera. Un ottimo Ruju, quindi, che torna ai suoi consueti livelli dopo la parziale sbandata del secondo albo della storia coi cinesi.

     

    Quello su cui vorrei concentrarmi sono i disegni: un ottimo debutto di Prisco, che, visto subito dopo la doppia di Cossu, fa venire il sospetto di una schizofrenia nel reparto grafico degli autori texiani.

    Come è possibile, voglio dire, che affianco a un disegnatore come Prisco, capace di realizzare un West credibile e concreto, la stessa collana possa annoverare al suo interno un disegnatore come Cossu, per cui il West sembra un giardino ben curato? Come conciliare il dinamismo di Prisco con la statica immobilità dello stile di Cossu che, del tutto inadeguato a una serie come Tex (spero che mai più gli si affidino storie piene di scazzottate come la doppia cinese!), rende scazzottate e sparatore poco credibili? 

    Sembrerà assurdo, ma proprio l'ottimo esordio di Prisco (in pianta stabile su Tex, subito!) mette a nudo, temo, uno sbandamento nell'indirizzo grafico generale della serie: e non mi si venga a dire che la velocità di Cossu (in sé bel disegnatore, ma per altre serie, tipo il Dylan Dog da cui proviene!) giustifica uno scarto qualitativo, e soprattutto di adeguatezza al tipo di serie che è Tex, come quello visto in questi mesi. Ed evito, in questo discorso, il riferimento ad altri disegnatori per carità di patria. 

     

     

  13. Purtroppo mi accodo a quanto scrive Anthony Steffen.

    Un fumetto non è solo fatto dai testi, e io personalmente - forse per via di quello di cui mi occupo nella vita - ai disegni tengo moltissimo. E Diso è impubblicabile, almeno su Tex.

    Ci farò il pensiero se mi capiterà di trovare l'albo a metà prezzo su qualche bancarella, o scansionato su Internet.

  14. Ma oltre al viso di Tex, davvero nessuno nota i disegni ancor più schizzati del solito, gli sfondi appena accennati, insomma un "tirar via" palese? Per quanto mi riguarda qui non è nemmeno questione di interpretazione del personaggio (che pure è un fatto importantissimo) ma di qualità del disegno. E queste pagine di anteprima, selezionate per la pubblicità, dovrebbero essere tra le migliori...

  15. <span style="color:red;">1 ora fa</span>, Letizia dice:

     

    Mi pare solo di aver notato una certa lentezza e magari ho osato dire, o qualcosa di analogo, che io sarei più veloce.

    Sarò una sognatrice, avrò troppa irruenza giovanile, forse voglio tutto e subito.

    Ma credo che questi difetti costituiscano la molla che ha consentito di mandare la Cassini su Saturno.

    Con la computer grafica hanno resuscitato Peter Cushing e io sono convinta che con la computer grafica avremo presto storie inedite di Tex disegnate da Galep.

    Magari una storia di 330 pagine sarà pronta in 330 minuti.

    E magari, con programmi simili a quelli che compongono musica, avremo delle storie sceneggiate da Giovanni Luigi Bonelli.

    A chi pensa che non ho i piedi per terra consiglio di guardare il telefono usato nel 2019 da Harrison Ford in Blade runner.

    Dimmi una cosa: queste le hai pensato davvero o stai trollando? Resuscitare Galep e Bonelli, qualcuno faccia un fischio a Boselli e alla redazione!!  :D

  16. <span style="color:red;">3 minuti fa</span>, Letizia dice:

     

    Se poi le sciocchezze che dico ti danno fastidio, non le leggere.

    E io non leggerò le tue.

    Bah, tempo perso risponderti :lol:

    Mi meraviglio di come i moderatori ti lascino scrivere impunemente messaggi idioti e completamente off topic come il precedente.

  17. Just now, Carlo Monni dice:

     

    A dire il vero ho usato il tuo post ma solo perché vi era usata la parola tradimento sia pure per dire che non lo era e l'ho usato per controbattere chi dice:"Sergio non lo avrebbe mai fatto" perché nessuno può veramente saperlo. "Orfani", tanto per dire, lo ha approvato  lui.

     

     

    Beh, Orfani è comunque un fumetto. A colori, d'accordo, e con un sacco di splash page, ma pur sempre un fumetto.

    La virata dopo la morte di Sergio Bonelli a me sembra chiarissima, e in direzioni che Bonelli non aveva intrapreso. E a me tutto ciò va anche bene, purché il fumetto rimanga il punto principale della Bonelli, che insomma gadeget, varianti e paccottiglia del genere restino il contorno del piatto principale. Un segnale che in merito trovo preoccupante è la maggior quantità di refusi grammaticali che negli ultimi anni si trovano negli albi.

     

  18. <span style="color:red;">9 ore fa</span>, Carlo Monni dice:

    Mon pensi che: 1) Sergio stesso da quando prese le redini  della casa editrice 61 anni fa ha preso decisioni che si allontanavano dalla linea editoriale della madre? 2) lui stesso ha mutato decisioni e di conseguenza linee editoriali più di una volta in 54 anni? C) Le sue scelte non sono le tavole della legge né erano sempre giuste per definizione e chi gli è succeduto ha tutto il diritto di fare le sue scelte?

    In questo senso non si potrà mai parlare di tradimento solo di legittima diversità di vedute e di scelte con tutte le conseguenze negative o positive del caso.

    Sia chiaro che queste scelte quali che siano possono essere legittimamente criticate ma ciò non toglie che chi le prennde ha il pieno diritto di farlo. 

     

    1) E chi ha detto il contrario? 2) E chi ha detto il contrario? 3) E chi ha detto il contrario?

    E per quanto riguarda il "diritto di farlo", io cosa ho detto? Rileggi il mio post.

    Insomma, questa difesa d'ufficio te la potevi risparmiare ;)

     

    Ripeto comunque che -  a prescindere dal voler parlare di "tradimento" o meno - siamo di fronte a una mutazione forte della Bonelli: tanto radicale (ripeto: siamo arrivati a vedere la Bonelli che produce film!) da non poter essere sminuita con "anche Sergio prese decisioni diverse dalla madre".

    E che tutto ciò sia considerato quantomeno con scetticismo, mi sembra del tutto lecito.

     

     

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