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TWF - Tex Willer Forum

james

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Messaggi pubblicato da james

  1. <span style="color:red">42 minuti fa</span>, borden dice:

    Comunque tutti a parlare (criticandola) di una storia non uscita e nessuno che parli (anche criticandola) di quella in edicola? ma che cosa è diventato questo Forum?:blink:

    Vero! e anch'io trovo infondata l'osservazione sui muscoli di Zagor. Cavolo! perché dovrebbe essere fuori forma a 55 anni? Non mi pare che Kit Carson abbia l'aspetto, il fisico e la tempra di un pensionato.

  2. Grande attesa per la storia che viene preannunciata come l'ultimo scontro. Per quanto riguarda l'evoluzione di Mefisto, osservo solo che, purtroppo, il grande Villa ne ha dato un'interpretazione troppo caricaturale e, a tratti, con le fattezze di un centenario. E' inutile, invece, sottolineare il fatto che Dickart avrà circa una ventina d'anni più di Tex. Sono interessato, comunque, soprattutto alla (ri)costruzione del personaggio che è iniziata nella serie Tex Willer, sia di Mefisto che della sorella. Non sono sempre stati solo macchine del male, hanno avuto anche aspetti più umani. Mefisto non può essere ridotto al rango di un sadico assassino. Boselli ne ha dato un'ottima interpretazione e credo che la prossima sarà degna di tale inizio.

  3. Non vedo l'ora di averlo tra le mani. L'incontro di due eroi è sempre un'occasione unica! Il problema dell'età si è rivelato per quello che era .... un finto problema. Che diamine! tra i due ci sono circa trent'anni di differenza, il che vuol dire che il Tex ventenne interagisce con uno Zagor cinquantenne (non certo da casa di riposo!). Circa la stessa differenza che passa tra Carson e Kit Willer, che non impedisce loro di essere compagni d'armi.... A proposito, chissà che nelle prossime avventure con Zagor (leggo che ce ne saranno altre) non compaia anche Kit Carson!

  4. Mauro, se non ricordo male sia in occasione del "primo" incontro tra Carson e Jim Brandon (albo n. 100) sia in quello con Montales (Il ritorno di Montales), pareva fossero già amici. Non sarebbe il caso di approfittare di quello che forse neppure era voluto (anzi, sicuramente), per raccontare quale storia intermedia in cui vi sia stato il vero primo incontro di Carson con Brandon e Montales (a proposito, ma Montales non ha un nome proprio?)

  5. Di questa storia mi ricordo, soprattutto, la partecipazione di Carson. Non certo perché Kit vi faccia una gran figura: viene sorpreso alle spalle da Tex come l'ultimo dei pivelli.... Mi ricordo che diverse vignette - proprio quelle con Carson barbuto - vennero poi riutilizzate in una storia successiva e riferite ad altro personaggio.

  6. Mah, una buona storia, anche ben disegnata. Se non fosse per il fatto che il maggiore era anche corrotto, avrei provato comprensione per quel personaggio e il suo odio per gli indiani. Ottima fine da "tragedia greca". Infine, è stato veramente uno spettacolo vedere Kit Carson agire come di solito fa Tex, nell'ufficio del maggiore, scazzottando e atterrando diversi avversari! 

  7. Mah, la storia non è male, anche se in certi punti sembra molto, molto diluita, allungata. Quello che non mi torna è Zhenda. Dunque, si dice espressamente che Sagua è NATO DOPO il matrimonio di Tex. Questo significa due cose: 1) Sagua è coetaneo o poco più grande di Kit Willer, 2) Zhenda aveva ammaliato e ha partorito Sagua poco più di 20 anni prima. MA QUANTI ANNI HA, ALLORA? Viene rappresentata come la strega di Biancaneve, o la Befana. Sembra un'ottuagenaria. Eppure, in questo caso i conti non tornerebbero. Neppure se avesse - e sarei già generoso - 70!

  8. <span style="color:red">13 ore fa</span>, Diablorojo82 dice:

    Rimanendo su Tex...Se hai un fumetto ambientato nel 1800 un autore dovrebbe e potrebbe tranquillamente usare espressioni in voga all'epoca. Mettendoci naturalmente del suo per renderlo più fruibile a noi contemporanei.

    Okay, in termini generali sono d'accordo.Però, lo scopo deve essere SOLO quello di rendere più comprensibile il contenuto. Assolutamente contrario, invece, ad assecondare mode, ubbie, manie del momento, cercando di cambiare espressioni che ORA (e, tra l'altro, NON PER TUTTI) potrebbero sembrare offensive. Come spesso accade, la virtù sta nel mezzo, o meglio, nel buon senso.

    • +1 1
  9. <span style="color:red">28 minuti fa</span>, Diablorojo82 dice:

    Secondo me sì.

    Cioè chi ha un po' di sale in zucca dovrebbe contestualizzare i termini. Nel 1800 si usavano certi termini e si facevano certe cose. Proprio perché ormai siamo nel 2021 è per me assurdo scandalizzarsi per certe contestualizzazioni.

    Non capisco: prima dici che bisognerebbe attribuire a personaggi - veri o di fantasia, poco importa - del passato, il linguaggio (e, presumo, anche la mentalità) del presente e poi dici che è assurdo scandalizzarsi per "certe contestualizzazioni". Comunque, è evidente che ciò che sostieni è il contrario di una CONTESTUALIZZAZIONE, è una DECONTESTUALIZZAZIONE. Secondo un principio del genere, un antico romano, un guerriero del X secolo .... tutti con lo stesso linguaggio rigorosamente conforme ad un canone elevato a obbligo, per ora, solo "etico". Ci sarebbe da ridere, se questo modo di pensare non fosse strettamente imparentato con le follie e manie oscurantiste e intolleranti del "politicamente corretto" e della sua degna figlia "cancel culture".

     

  10. Ricordo bene le sensazioni che ebbi alla sua prima lettura. Sensazioni, reazioni che la rilettura conferma. Peccato che non sia stata curata l'ambientazione, per rendere meglio l'immagine, le atmosfere del Tennessee, ripetendo, invece, meccanicamente le solite immagini da sud ovest. Aggiungo che un tempo, ormai lontano, amavo questa, come altre storie e altri film sul tema.

  11. Il 24/8/2021 at 20:38, Diablorojo82 dice:

    Non è per me (non avrei nessun problema) ma noto che certe espressioni sono in disuso per il politically correct. 

    Eppure... lasciamo perdere la polemica sul vocabolo "negro", tranquillamente utilizzato in Italia (senza alcuna connotazione spregiativa), fino alla fine degli anni '90. Se si vuol gare parlare un virginiano del 1860 lo si deve fare parlare come un virginiano del XXI secolo?

  12. Il 15/4/2021 at 00:15, Diablorojo82 dice:

     

    Oggi certe cose non si possono scrivere...Siamo nel 2021 e non possiamo usare "normali " espressioni del vecchio west in un fumetto. :blink:

     

    Oggi "non si possono" scrivere? cosa, palle di neve? negri? Bah, secondo me, invece, si può eccome. Soprattutto se si vuol dare una parvenza di credibilità, di verosimiglianza storica.

    • +1 2
  13. Letta e riletta. Una storia magnifica che costituisce, probabilmente, il preludio ad almeno un'altra avventura antecedente a quella de Gli Innocenti. Il colpo di fulmine per Carson c'è stato, eccome! Curioso il fatto che in questa storia Carson venga presentato, verso la fine, come "capitano" dei ranger. Da un precedente numero della serie Tex Willer, in particolare dalla scena del saloon affollato di ranger (che arrivano alle mani), pareva, invece, che Carson fosse ancora un ranger semplice. Meglio così, perchè sarebbe più coerente con il suo essere già un personaggio famoso ed uno dei migliori ranger (forse il migliore?).

    Non ho ancora capito se ci si dovrà attendere anche un incontro tra Tex e Carson, prima che il primo entri nel corpo dei ranger (dunque, prima del n. 1 della serie regolare). Le poche, laconiche, vignette di Bonelli e Galep, consentono entrambe le opzioni: 1) i due si conoscono per la prima volta su quel vagone, 2) su quel vagone, Tex apprende soltanto che Carson è un ranger.

  14. <span style="color:red">10 ore fa</span>, Carlo Monni dice:

    E lo ha sicuramente pensato anche Borden che non gli ha fatto certo dire quella frase a caso.:laugh:

    Confesso che leggere questa storia mi sta facendo uno strano effetto proprio perché so cosa riserva il futuro (che per noi lettori è anche il passato... di Carson :laugh:) a tutti i personaggi.

    Sì, concordo, uno strano effetto. Ma uno strano PIACEVOLISSIMO effetto. Tutto ai massimi livelli: trama, accuratezza e verosimiglianza storica ... Non vedo l'ora di leggere il seguito. Tutte le volte mi riprometto di non leggere subito l'abo mensile di 60 pagine, aspettando almeno il successivo... e poi ... non ce la faccio.

    Lena è davvero bellissima. Ricorda - solo fisicamente, si intende - la Pearl de Duello al sole, interpretata da Jennifer Jones.

  15. A me la storia era piaciuta molto. Anche la struttura "passato-presente", che vede l'epilogo situato nel "presente texiano", mi piace. Piccola nota, a margine. In uno degli albi, il protagonista cheyenne, in visita nel villaggio dei Pawnee, pur provando stima per il giovane amico-rivale, manifesta tutto il suo disprezzo per i Pawnee. Bene. E' perfettamente verosimile, storicamente. Il lettore moderno legge e metabolizza facilmente la cosa, anzi, quasi non vi da' alcun peso. A me, però, ha fatta sempre una certa impressione e non capivo bene il perché. Però ora ho capito.

    Proviamo ad immaginare se frasi del genere (rivolte a qualsiasi tribù o etnia) fosse stata fatta pronunciare ad un personaggio bianco... Sarebbe stata dura presentarlo come un personaggio, nonostante tutto, positivo. E' uno dei "paradossi dell'antropologo": massima comprensione, tolleranza, se non apprezzamento, per usanze e civiltà esotiche, spietata critica e autoflagellazione per la propria civiltà.

  16. <span style="color:red">2 ore fa</span>, juanraza85 dice:

     

    .....
    Davvero un peccato che, per ovvi motivi, i Nostri non abbiano potuto incontrare di persona Hickok, ma hanno comunque modo di collaborare con una pard d'eccezione come Calamity Jane e dipanare un intrigo fittissimo e complicatissimo, culminato con la morte di tutti i mandanti dell'omicidio di Wild Bill Hickok. 
    ....

    Credo che il mancato incontro sia stato proprio voluto, calcolato (a meno che - e non mi dispiacerebbe fosse così - non si scoprisse in seguito che in realtà Tex e Carson avevano già incontrato Wild Bill). La ragione, secondo me, è data dalla caratteristica del personaggio Wild Bill. Non è semplice fare incontrare Tex e Carson con chi è considerato il più temuto pistolero del West. Non si sarebbe potuto farlo apparire migliore dei nostri due pard (sacrilegio!), ma neppure inferiore (sarebbe apparso grottesco e ingiusto). La sfida, basta e avanza. All'epoca parve normale a GLB far battere Buffalo Bill da Tex. Addirittura fare stravincere, sia con le colt sia col fucile. Ma credo che Boselli non avrebbe mai potuto e voluto replicare una simile forzatura con Wild Bill.

  17. Se davvero Boselli ha intenzione di fare questa piccola rettifica, benissimo. Anzi, già che ci siamo, mi piacerebbe anche se si correggesse un po' la versione originale dei primi incontro dei due pard. Nelle storie di GLB, a parte il ribadire la fama di Carson, Tex appare da subito "dominante", quasi fosse lui il veterano e Kit la spalla. In altre parole, voprrei che Boselli attuasse quello che fa affermare a Tex ne I sette assassini, cioè che Carson, oltre che amico, è stato anche il suo "maestro".

  18. Condivido in pieno tutte le considerazioni di Ymalpas. Quel fugace, banale incontro davanti a Marshal, potrebbe essere stato preceduto da un incontro (o incontro-scontro?) tra i due. Tra l'altro, mi è sempre parso molto strano l'improvviso fiorire dell'amicizia, della confidenza tra i due, nel numero 5 (Satania) quando in precedenza c'erano state pochissime occasioni di avventure in comune: Tex salva Kit nel numero 2, nel numero 3 Carson fa evadere Tex, nel numero 4 (o nel 6?), si assiste all'azione separata dei due, con un Carson barbuto nelle vesti di un fuorilegge. O ci sono state alcune altre azioni che i due ranger hanno svolto assieme e che ci verranno raccontate, prima o poi, e che spiegherebbero meglio la nascita di questa grande e unica amicizia tra i due, oppure, i due si erano già incontrati. Circa la fama di Carson, non prenderei con troppo rigore la qualifica di servizio segreto. Oltretutto, Carson ha un passato ed una fama piuttosto variegata (come ricorda Clemmons ne Il passato di Carson): scout, pistolero, cacciatore, cacciatore di indiani... Avrebbe pototuto essere famoso in queste vesti, anzichè come ranger.

  19. Interessante l'ipotesi di Leo (ovvero, che Tex e Kit si siano già incontrati prima del momento dell'arruolamento nei ranger). Sì, può reggere, come ipotesi. Senz'altro Tex avrebbe già dovuto conoscere Carson di fama(ed è un poco strano che invece, finora non venga mai pronunciato il suo nome davanti o da Tex), ma può anche darsi che i due si siano incontrati, senza che Carson abbia rivelato la sua appartenenza al corpo. Circa Clemmons, sì, condivido il giudizio di Leo. Probabilmente Clemmons ha una natura egoista. Veloce e istintivo nel provare simpatia e amicizia (superficiale), e altrettanto veloce a superarla (magari, con una certa sofferenza), se ostacola la sua massima aspirazione: la ricchezza. Certo, non è un bruto, una canaglia senza alcuna virtù, non fa parte della feccia... 

  20. Il 11/4/2021 at 18:38, Carlo Monni dice:

     

    Che è esattamente quello che fa Carson in "L'enigma dell'Ippocampo"  quando G.L. Bonelli ci rivela che ha raggiunto quel grado.:P

    Certo, quella storia, che pure a me piace molto, presenta una serie di macroscopiche incongruenze con quanto sarà stabilito in seguito,  e chissà quanto è ancora da ritenersi canonica.

    Quanto al Colonnello con cui ci si riferisce a Carson in "Grido di guerra"  può darsi benissimo che gki sia stato dato il brevetto temporaneo di colonnello della Cavalleria giusto per il tempo delle trattative con gli indiani in modo da dargli una qualche veste ufficiale.

    Oppure potrebbe avere ricevuto il brevetto di colonnello durante la guerra civile

  21. 8 minuti fa, virgin dice:

    Più che altro, inseguire le paranoie di cosmesi linguistica non porta da nessuna parte.

    Basti pensare a @Grande Tex e @Poe, anime candide!, che citano la parola "nero", pensando che non sia offensiva; quando, detta oggi nei giusti ambienti, quella stessa parola che fino a qualche anno fa era consigliata dai più accaniti igienisti li farebbe bollare irrimediabilmente come suprematisti bianchi. :D Sì, perché oggi le persone che hanno davvero a cuore la lotta contro la discriminazione a differenza di voi nazisti non parlano di "neri" e nemmeno di "persone di colore" (anàtema!), bensì di "corpi afrodiscendenti"*. Capì?

    Allo stesso modo nel corso dei decenni i minorati fisici e mentali sono diventati prima handicappati, poi disabili, poi diversamente abili, poi mi sono rotto il barbagallo e ho smesso di aggiornarmi. :D Oppure i foresti sono diventati prima extracomunitari, poi immigrati, poi migranti, poi rifugiati.

    Tutto ciò con quale risultato? Assolutamente nessuno: le persone che emarginavano le suddette categorie continuano a farlo. Mentre sul piano del linguaggio si prosegue con una continua eufemizzazione; solo che non potrai mai essere sufficientemente all'avanguardia e quella stessa prassi linguistica, che nel 2019 ti faceva guardare con approvazione dalle passerine infiammate, due anni dopo è inaccettabile.

    Unica vittima, in tutto questo, la dignità.

    Poi entra il provincialismo giustamente denunciato da @james: ehi, gli statunitensi c'hanno la parola "nigger" che è offensiva, sulla quale si scannano di continuo; come possiamo copiarli e fare la figura delle scimmie? Ideona, per assonanza "negro" diventa offensiva! Poco importa che non lo sia mai stata.

    Perché dai, siamo seri: quanti di voi l'hanno sentita usata in maniera offensiva? E non parlo di "negro di merda", perché l'appendice rende qualsiasi parola un insulto ("Mi ha detto -leghista di merda-!" "Eh, tu gli hai detto -regista di merda-..." :D ). Parlo di "negro" e basta. Io una volta sola, dieci anni fa, quando sotto i miei occhi, sull'autobus, due arabi hanno scassato di botte un negro urlandogli contro, appunto, "negro", per poi lanciarlo fuori privo di sensi alla fermata successiva. Una volta è un po' poco. Ammettiamo che le volte siano qualcuna di più: come ho già detto, ho sentito molte più volte la parola "bergamasco", usata come insulto (anzi, nella mia esperienza linguistica l'ho sentita SOLO come insulto :D ); perfino la parola "professore". Ciò non toglie che nella lingua italiana la parola "negro" non abbia MAI avuto un connotato offensivo, né ce l'abbia oggi. Ce l'ha solo nelle paranoie di qualche intellettuale col cervello bruciato (gli stessi che ci ammanniscono a intervalli regolari scemenze senza importanza su cui perdere tempo), ma nel mondo reale insulti qualcuno dandogli del rottinculo, del bergamasco, dell'intellettuale; non certo del negro.

    Perciò non facciamoci rubare la nostra lingua, che è bellissima: teniamoci alla larga tanto dai razzisti quanto dalle vergini dai candidi manti (rotte dietro, ma sane davanti) e adoperiamo sovente il termine "negro", perché è bello, suona bene ed è preciso ("neri" sono i tizi in orbace col braccio a molla che cantano "Giovinezza"; "di colore" il vosto amico che lancia esclamazioni in dialetto quando perde i carichi a briscola); e, soprattutto, i negri non si offendono. Posso garantire, perché ne conosco parecchi. Certo, se uno non li conosce, nella sua immaginazione pariolina può vezzeggiarli chiamandoli "neri", non fa male a nessuno. Esattamente come uno che, solo in casa sua, gira per le stanze con le mutande in testa: patetico, ma inoffensivo.

    Anche perché se andiamo avanti così, abbandonando le parole ci ritroveremo con un pastone privo di significato... come del resto sta già accadendo, una lingua blaterata da dementi per i quali ormai "intonso" significa "senza macchia", "scevro" significa "privo" e "paradossalmente" significa "ovviamente".

     

    *= perché "corpi" e non "persone". Bella domanda. L'unica risposta possibile è che per costoro, con ogni evidenza, i negri non sono persone. :D

     

    P.S.:

     

     

     

    Magistrale, Virgin, magistrale e definitivo. Bravo. 

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