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TWF - Tex Willer Forum

Poe

Ranchero
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  1. Anch'io ho apprezzato il primo albo, veramente riuscito. I disegni di Benevento, per quanto ottimi, però mi sono sembrati leggermente inferiori a quelli de "La maschera di cera", che erano più evocativi e d'atmosfera, con un uso maggiore dei chiaroscuri. Forse semplicemente ha modificato un po' il suo stile , ma io preferivo quello di prima. Ne "La maschera di cera" Los Angeles è una città più tenebrosa e caotica, affollata di gente ovunque. In "Rick Master" i disegni sono più "solari", con meno uso delle ombre e anche meno dettagliati. Es. a p. 14-15 l'Alhambra Hotel (a proposito perché "Hotel" e non "Palace" visto che è un luogo di spettacoli?) sia negli esterni che negli interni è meno ricco di particolari e meno d'atmosfera dell'Alhambra Palace di p. 56-57 de "La maschera di cera", che rende davvero l'idea di un luogo strapieno di gente e più buio. Ne "La maschera di cera" gli interni sono arredati in modo minuzioso (ma non pesante), vedi p. 30-31, qui invece sono talvolta anonimi e spogli. In "Rick Master" solo lo sconto a fuoco notturno dei pards nella vecchia Los Angeles ricorda la prova precedente... Almeno questa è la mia impressione.
  2. Poe

    Fabio Civitelli

    Intervista a Fabio Civitelli per i suoi 40 anni di disegnatore texiano (esordì nel 185 nell'albo "Gli ostaggi" n. 293). Tra le altre cose dice che la storia a cui è più legato è "Il presagio" (di cui d'altra parte è stato anche soggettista). https://www.sergiobonelli.it/tex/2025/04/03/gallery/quarant-anni-di-civitelli-1025887/#1
  3. Molto bella e drammatica la copertina di Villa che ricorda altre due famose, ma riesce lo stesso ad essere originale e d'impatto. In questo caso si fa fatica a scegliere la migliore. Peccato solo per la brutta grafica dei Maxi, con tutte quelle scritte sopra e il logo gigante. Sinceramente l'aumento dei Maxi è quello più accettabile: 256 pagine (praticamente 2 albi e mezzo) a 11 euro mi sembra ancora un'offerta onesta e vantaggiosa. Soprattutto se ai disegni poi c'è un certo Giampiero Casertano. La storia promette bene, l'ambientazione cittadina e l'atmosfera misteriosa da thriller che si evince dalle tavole in anteprima dovrebbero valorizzare i disegni di Casertano e la sceneggiatura di Ruju che, non dimentichiamolo, prima di Tex scriveva storie di Dylan Dog (e spesso proprio per i disegni di Casertano).
  4. Esatto! Le ho riutilizzate, visto che sono ancora attuali e chiare per fare un confronto...
  5. Buon primo albo anche per me. Con una sorprendente scena “dissacrante” quasi all’inizio: Tex che tiene sotto tiro un avversario, il quale si gira e lo disarma facendogli saltare via la pistola. Com’è possibile? Tex battuto! E così facilmente! Neanche Ruby Scott... Be’, in realtà una spiegazione c’è… SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER Si tratta di un flash-back, di quando Tex era un ragazzino quindicenne, per cui è normale che venga sconfitto e disarmato da un pistolero adulto più abile di lui. La storia, dicevo, promette bene, una avventura corale boselliana, sia per il gruppo di banditi ben caratterizzati, che per il personaggio “grigio” (non del tutto malvagio) di Goode, sia per i riferimenti al passato del giovane Tex ai tempi della Nueces Valley, ma con uno stile narrativo personale, scorrevole e piacevole da leggere, come un po’ tutte le avventure di Giusfredi finora. Grande importanza viene data al giovane e spavaldo Arkansas Joe e all’esperto e saggio Gunny Bill: la forza della storia sta proprio nella buona caratterizzazione di tutti i personaggi, sia comprimari che avversari, e nell’interesse che suscita nel lettore, che arriva alla fine dell’albo curioso di saperne di più sul rapporto tra Goode e Gunny Bill, e anche sul misterioso tesoro del “King Cobra”, appena accennato da Carson. Insomma, alla fine della lettura si ha voglia di leggere il seguito tra un mese, cosa non affatto scontata visto che, nelle ultime storie di Tex gigante, dopo il primo albo si intuiva troppo facilmente dove si andava a parare. Dicevo di un Arkansas Joe coprotagonista ben definito come personaggio, ma non altrettanto dal punto di vista grafico: nel senso che, di fatto, continuiamo ad avere nella serie due versioni alternative e parallele di Arkansas Joe (e questo, anche se ormai è stato accettato, resta un po’ assurdo), c’è un Arkansas Joe disegnato da Brindisi (che riprende quello di Galep, alto, tarchiato, capelli neri, viso da pugile), e un Arkansas Joe di Valdmbrini /Giusfredi (media statura, agile e castano, viso da bravo ragazzo, alla Barella). L’Arkansas Joe di Brindisi/Boselli l’abbiamo appena visto nella storia di “El Diablo” (ma anche nel n. 26 “El paso del norte” e anche in “Guerre di frontiera”, Tex n. 498), quello di Valdambrini ha fatto la sua prima comparsa nella storia di “El Cangrejo” e ora ritorna qui. È più giovane, sbarazzino e simpatico, ma non assomiglia neanche un po’ all’altro). Il lettore poco attento probabilmente pensa che siano due personaggi diversi.
  6. Da quel che ho capito io sì, a giugno comincia anche la storia di Manfredi e Gomez che inizialmente era destinata al Color. E che quindi finirà a luglio.
  7. Con questa tua ultima recensione, Condor, hai commentato tutte le storie di Tex del primo centinaio, se non sbaglio. Credo che tu sia l'unico forumista a essere riuscito nell'ardua impresa. Complimenti! Quando avrai completato anche tutte la altre storie fino a oggi, propongo un premio per te.
  8. Anche secondo me "Il passato di Tex" è una storia troppo fredda e non del tutto riuscita. Invece John Ford, quando vuole, è molto emotivo.
  9. Condivido il giudizio positivo. SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER Disegni di Gomez stupendi, meno spettacolari rispetto a “La leggenda di Yellow Bird” (qui la narrazione è più classica), ma altrettanto evocativi e affascinanti, ricchi di atmosfera, precisi nei dettagli e nelle espressioni dei volti, pieni di vita e umanità. La vicenda è ben costruita, ogni elemento ha la sua funzione. Ci si lamenta ogni tanto di lungaggini, be’ qui di sicuro non ci sono tempi morti, o scene inutili, ogni pagina e ogni vignetta è sfruttata al massimo per portare avanti la storia, raccontando e descrivendo i personaggi e le relazioni tra loro. E anche Tex e Carson si inseriscono in modo naturale nell’azione. Molto suggestive le pagine iniziali sulla leggenda del Charro Negro e la festa dei morti. Il Charro Negro è un'anima in pena che cerca qualcuno con cui scambiare la propria vita, che prenda su di sé la sua maledizione, e in questo caso sembra incarnarsi in un uomo accusato ingiustamente e assetato di vendetta, che trasmette al figlio il suo odio. Per fortuna nel finale il figlio di Estrada, invece, deciderà di non seguire le orme del genitore (i suoi sbagli), in un certo senso spezzando la maledizione (“Tu non somigli a tuo padre, Martin! C’è ancora speranza per questa terra”, dice Tex). Così anche Daniel Flores, che si innamora di Isabel, andando contro il volere del proprio padre. L'ultima pagina è per il bel personaggio di Adelma che, dopo essere invecchiata in seguito all’incontro con il Charro Negro, attende ogni sera il suo ritorno, fino a quando lui non la porterà via per sempre, al termine della storia, in un romantico connubio di amore e morte. P.S.: sarebbe bello un cartonato disegnato da Frisenda. Chissà se sarà mai possibile... P.P.S.: troppi personaggi? Non mi sembra. Ce ne sono meno che in una storia di Asterix.
  10. Oltre a quelle consigliate da Diablero - che sono davvero le migliori per iniziare - di storie classiche di GL Bonelli vale la pena anche "Terra promessa", che si trova facilmente usato, a poco prezzo. (Splendidi disegni di Ticci). E "El Morisco" (che contiene anche la storia "Diablero") Poi ci sarebbero anche alcuni volumi di Boselli, altrettanto classici: https://shop.sergiobonelli.it/le-grandi-storie-bonelli/2022/02/03/albo/gli-invincibili-1021338/ https://shop.sergiobonelli.it/le-grandi-storie-bonelli/2022/10/25/albo/luna-insanguinata-1022338/ E a un prezzo un po' più alto: https://shop.sergiobonelli.it/tex/2024/09/13/libro/tex-il-passato-di-carson-terza-edizione-1025097/ https://shop.sergiobonelli.it/tex/2023/06/21/libro/tex-sulla-pista-di-fort-apache-1023267/ Tutte storie con trame e disegni eccelsi. Non possono non piacere!
  11. In realtà Tex, sotto questo aspetto, non è cambiato col passare degli anni. GLBonelli alternava storie con indiani brutti e cattivi ad altre con indiani vittime dell’avidità, dei soprusi e del razzismo dei bianchi. Ed è ancora così. Basta vedere l’ultima storia di Rauch in edicola sul Magazine: Tex deve vedersela con una banda di predoni comanche che hanno rapito una ragazza bianca che, dopo dieci anni vissuti con loro, non vede l’ora di fuggire il più lontano possibile. Nessun politicamente corretto o idealizzazione, mi sembra. Nelle storie scritte da Nizzi, Boselli, Faraci, Manfredi, Rauch e Giusfredi non si sono mai visti "angelici" indiani "puri e innocenti". Di feroci predoni o di teste calde apaches in cerca di gloria e bottino è piena la serie. Mi sembra una polemica fuori bersaglio, almeno per quanto riguarda Tex.
  12. Sì, ho letto in un'intervista che i suoi autori preferiti, quelli su cui tornava più spesso, erano Edgar Allan Poe, Emile Zola e Jean Jacques Rousseau. Su Rousseau, non a caso, ha scritto anche il suo primo libro.
  13. Talento poliedrico è dir poco. Passava dai fumetti western-horror di "Magico Vento" alla serie Tv "Colletti bianchi". Da romanzi come "Ultimi vampiri" a dischi come "Zombie di tutto il mondo unitevi". Da attore in "Abbronzatissimi 2" a saggi come "C'era una volta il popolo: storia della cultura popolare" o a "Gordon link". Dall'antimperialismo di "Volto nascosto" alla sceneggiatura del film "Liquirizia". Come dicevo, mi è capitato di leggere due anni fa il suo libro di saggistica "A qualcuno piace scorretto: per una storia delle provocazioni letterarie (1851-1869)", pubblicato nel 2022, un libro molto bello, molto colto, che analizza in 30 capitoli, con piglio da critico letterario esperto ma allo stesso tempo divulgativo, 30 romanzi di successo che hanno trasgredito le regole del loro genere letterario e/o dei valori dominanti nell'epoca in cui furono scritti: si va da romanzi famosi come "Il signore delle mosche" di Golding a "Mattatoio n. 5" di Vonnegut, da "Il pasto nudo" di Burroughs a "Il mondo nuovo" di Huxley, a "Il buio oltre la siepe" di Harper Lee, ecc. ecc. a romanzi un po' meno noti come "Il cacciatore di scalpi" di Reid, a "Il tallone di ferro" di Jack London, a "La giungla" di Upton Sinclair a "I 500 milioni della Begum" di Jules Verne, ecc. Tutte opere che servono anche a riflettere sul concetto di "politicamente corretto" e "politicamente scorretto" e su come a volte, per paradosso, la scorrettezza iniziale possa trasformarsi in "forma estrema della correttezza". E' un libro che fa venir voglia di leggere altri libri... In particolare a me ha fatto venir voglia di leggere - non lo conoscevo - "La giungla" di Upton Sinclair, un romanzo del 1906 che descrive la "giungla" del quartiere dei macelli di Chicago (sembra la Chicago di Hogan in Magico Vento ) dove lavoratori sottopagati conducevano una vita ben poco allegra... Leggo su Wikipedia che Gianfranco Manfredi era laureato in filosofia con una tesi su Rousseau e per qualche tempo ha lavorato per l'Istituto di Storia della Filosofia. Davvero poliedrico...
  14. SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER BARBARY COAST Anche a me è suonato strano che più della metà dell'equipaggio della nave fosse composto da marinai arruolati a forza (e quindi con un rischio di ammutinamento decisamente alto), ma chissà, forse nella realtà storica a volte accadeva davvero, forse quando i comandanti avevano urgente bisogno di uomini erano disposti a correre il rischio. Non so. A volte la realtà supera la fantasia, vedi la vecchietta arcigna con la pipa in bocca, Miss Piggott, che sembrerebbe un personaggio da fumetto, invece è esistita realmente e faceva proprio quello di mestiere, sbronzava i marinai e poi li vendeva alle navi. Invece il fatto che il marinaio Jock prima si azzuffi con Tom Devlin e poi si allei con lui non mi sembra così strano. A parte che è un un cliché vecchio come il cucco (al primo incontro si prendono a pugni e dopo un po' si stimano), Il marinaio aveva tutto l'interesse ad allearsi con Tom Devlin, entrambi volevano tornare a Frisco, no? Che senso aveva odiarsi per un paio di pugni presi, quando la cosa più urgente era liberarsi? Jock vede in Devlin il capo carismatico che li può guidare nella rivolta.
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