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Me and Tex
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Tex
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Non c'è bisogno, secondo me, di motivare l'odio feroce di Mefisto verso Tex con la morte di Lily, basta e avanza quello che Tex gli ha fatto subire ai tempi dell'"Eroe del Messico", ossia l'inseguimento notturno, travestito da cavaliere nero, che terrorizza lui e Lily urlando il suo nome, braccandolo, per poi, dopo averlo sfinito, catturarlo e legarlo come un salame, tutto stracciato, sul dorso di un mulo (neanche un cavallo). Insomma, non solo rovina i suoi piani, ne infrange i sogni, lo arresta e lo fa marcire in prigione, ma anche si diverte a terrorizzarlo per bene e a umiliarlo in tutti i modi. Direi che l'odio e il desiderio di vendetta sono il minimo... In realtà Boselli ha già dato una possibile spiegazione in "Mefisto: le origini del male", dove ha aumentato di molto le ambizioni del giovane Steve Dickart ( e di conseguenza la sua frustrazione nel veder fallire i suoi piani per colpa di Tex), non solo l'ambizione nella magia, ma anche in politica. Scusate l'autocitazione dall'altro topic: "I soldi e il sapere sono entrambi un mezzo... è il potere ciò che desidero... l'abilità di costringere gli altri al mio volere". Questa è la vera filosofia/psicologia di Steve Dickart, alias Mefisto. E anche della sorella Lily, alla fin fine. Ciò che più conta per entrambi, infatti, è la capacità di "costringere gli altri" a far ciò che loro vogliono, Steve per mezzo della magia, Lily per mezzo della seduzione. Il potere sugli altri è lo scopo di Steve Dickart, e ora il suo sogno è il potere politico e il "grande gioco segreto", che gli appaiono più eccitanti e appaganti dell'ipnotismo e di tutti i trucchetti usati finora, il modo migliore per comandare sugli altri, attraverso la carriera politica, diventando un senatore o addirittura - lo dice lui esplicitamente - il presidente della nuova nazione che nascerà dalla secessione del Sud." Così si può spiegare anche perché ne "La gola della morte" Mefisto vuole che Tex uccida il figlio: vuole costringerlo a fare quello che lui non farebbe mai, vuole dimostrare di essere più forte e abile di Tex, ipnotizzare Kit e Carson e farli uccidere da Tex senza neanche ipnotizzarlo. E ovviamente vuole arrecargli un dolore insopportabile, e infine disonorarlo, umiliarlo come lui è stato a suo tempo: insomma, desiderio di potere sugli altri e vendetta per le ambizioni fallite. Già nella breve storia dell'ultimo Magazine vediamo un Mefisto particolarmente vendicativo verso chiunque appena lo ostacoli o parli male di lui. Insomma è già un tipetto megalomane, rancoroso e pieno di livore verso tutti. Se poi ci aggiungiamo che Lily lo abbandonerà (già lo sappiamo), e che lui imputerà a Tex la rottura con l'amata sorella, il quadro è completo. E poi chissà, Boselli magari potrebbe anche accentuare nel prossimo capitolo mefistofelico le sofferenze e le violenze subite dalla sorella in carcere, e questo far aumentare ancora di più l'odio di Mefisto. Alla fine secondo me Nizzi ha fatto bene a far tornare un personaggio così interessante come Lily (è l'unica cosa buona della Mefistolata) poi giustamente ripreso da Boselli. La Lily invecchiata, cinica e malvissuta di Nizzi è un bel personaggio. Che poi abbia finito per oscurare il fratello è un altro discorso...
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Se non sbaglio, non è Fusco, ma Vincenzo Monti che la disegna. Il titolo è "Luna comanche" Ricapitolando, le ultime storie di GLB, dopo il ritorno di Yama/Mefisto: n. 269 - Il segreto della Sierra Madre (Letteri) pubblicata nel 1983 - Bandoleros (Monti) - Dinamite (Fusco) - La foresta pietrificata (Letteri) - Un mondo perduto (Nicolò/ Monti) - Il carro di fuoco (Ticci) - Uno sporco imbroglio (Monti) - Luna comanche (Letteri) - Tex 300 (Galep) - La minaccia invisibile (Letteri) - Il ranch degli uomini perduti (Villa) - Gringos (Civitelli) - La città corrotta (Civitelli) - Terra violenta (Letteri) n. 364 - Il medaglione spagnolo (Letteri) pubblicata nel 1991
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In realtà questa è la più facile, per me: non ho avuto esitazioni. 1971 (Sulle piste del Nord, Il figlio di Mefisto) 1972 (In nome della legge, Diablero) 1973 (Una campana per Lucero, Terra promessa, San Francisco)
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Sicuramente vincerà l'anno 1969, di gran lunga il migliore, con "Massacro", "Il giuramento", "Gilas", "El Morisco", ecc. un capolavoro dietro l'altro. Chissà che spasso per i lettori dell'epoca... Nessuno invece sta votando il 1961!!!... Ma come...? L'anno di "Sangue Navajo" una delle storie più importanti, più belle e originali di tutta la serie??? Una storia cardine, che anticipa il western dalla parte degli indiani, che è stata ripresa e citata non so quante volte nelle storie successive??? (In più quell'anno c'è anche "I figli della notte". Più difficile scegliere la terza... il 1965 se la gioca col 1967, ma alla fine ho votato il 1965. Da notare che negli anni '60 aumentano notevolmente le avventure "insolite" e "magiche": in precedenza si erano visti solo Mefisto, Vindex e poco altro, ora non ci sono più freni alla fantasie di GLB che contamina il western con altri generi, per cui vediamo: un extraterrestre, dinosauri, uno scimmione tagliateste, una città perduta rimasta al passato, mummie, pietre che danno la morte, antichi templi aztechi, funghi allucinogeni, una lancia magica, un meteorite rosso, il castello nella foresta del Grande Re, il castello tra le paludi di Mefisto (che torna due volte), Proteus, Zhenda, El Morisco, ecc... Ci fosse stato il forum all'epoca chissà quante lamentele per tutte queste stranezze in un West così poco cassico... Da notare, all'opposto, la presenza di diversi personaggi presi dalla Storia, cosa fino a quel momento molto rara (la banda Dalton, Quantrill...). Invece qui abbiamo l'apparizione di: Cochise, Buffalo Bill, Il Mucchio Selvaggio, Wovoka, Plenty Horse e il tenente Casey, i russi in Alaska, Mano gialla, ecc... Personaggi realmente esistiti, ma usati come semplice spunto per avventure molto libere dalla fedeltà storica. Inoltre da ricordare due storie che cominciano a scavare nel passato di Tex, con ampio uso del flash-back: "Il passato di Tex" e "Il giuramento". Ci sono un po' meno personaggi femminili rispetto al passato (la migliore Esmeralda). In compenso arrivano tre rinforzi non da poco per Galep: Letteri, Nicolò e Ticci!
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Più che lasciar fare - anch'io la ricordavo ma sono andato a vederla per rinfrescarmi la memoria - Tex capisce che di fronte alla folla infuriata non può proprio far niente, anche volendo, e che non c'è nessuna possibilità di salvare i banditi dal linciaggio. Però, potendo li avrebbe salvati. Anche in questa scena di Cochise Tex capisce che non può far niente, però in "Vigilantes" almeno abbozza un tentativo di intervento, e in più alla fine aggiunge un commento di pietà verso tutti "i furfanti" che non riusciranno a sfuggire al linciaggio. Qui Tex non dice niente e se ne va e basta, come se approvasse la vendetta di Cochise (anche se non la tortura). Secondo me si poteva aggiungere un tentativo di Tex di non far torturare Kirker, una vignetta come in "Vigilantes", con Tex che si fa avanti e dice qualcosa come: "Cochise non..." E Cochise che gli mette una mano sulla spalla, dicendogli: "No. Non puoi impedire la sua lenta morte..." o qualcosa del genere. Sul fatto che in GLB non sia mai successo... Be', però quando Tex ne "La paga di Giuda" si vendica di Brennan non lo fredda semplicemente con un colpo di pistola, ma in un certo senso lo tortura - anche se non fisicamente - facendolo morire lentamente, lasciandolo affondare col suo battello, e prima allestendo un macabro teatrino tutto per lui, terrorizzandolo e sadicamente assistendo alle sue urla di paura. Non proprio una fine pietosa ed eticamente corretta...
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1951 - è l'anno della miglior storia IMHO di questo periodo, "Il tranello" (in più c'è "La banda dei Dalton) 1959 - "La gola della morte" è l'altro capolavoro di queste prime annate 1949 - "L'eroe del Messico", "Mefisto la spia", "Uno contro venti", le prime apparizioni di Montales e di Mefisto-Lily, come si fa a non votarla? In più c'è anche "Il sindacato dell'oppio", con questa indimenticabile vignetta di Tex ferito con un coltellaccio nella spalla, che cammina nella notte. Ma c'è da dire che nel 1949 Tex è più che mai un' inquietante "ombra nella notte pronta a ghermire chiunque gli attraversi la strada" , o anche "un cavaliere nero" oppure "un demonio" oppure colui di cui "la morte deve essere fedele compagna ogni giorno". in attesa di diventare nel 1950, tutto mascherato di nero, "l'aquila della notte" e negli anni successivi la personificazione stessa della "morte che aspetta nel buio" e nel 1959 "l'uomo della morte" più che mai.
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I Soggetti di Tex da parte dei lettori del forum di Tex
Poe replied to ymalpas's topic in La Serie e i Personaggi
Non sono un fan di Nizzi ma credo sia "La montagna del mistero" Almanacco 1999, disegni di Repetto. -
Tex per me dovrebbe essere come un ottimo telefilm Non potrei essere più in disaccordo. Primo: perché le storie migliori e memorabili, che tutti amiamo, sono quasi sempre storie lunghe e articolate, in Tex Willer "Pinkerton Lady", "Nella terra dei Seminole", in Tex "Nel nome della legge", Sulle piste del Nord, Il passato di Carson, Gli invincibili, L'ombra del Maestro, Le navi perdute, ecc. ecc. Secondo: perché comunque Boselli ha sempre l'accortezza di intervallare le storie lunghe con altre di soli due o tre albi (finora ha sempre fatto così) Terzo: io preferisco un ottimo film a un pur ottimo telefilm (e non solo per la lunghezza) Quarto: la lunghezza di una storia non si può stabilire a priori: se lo sceneggiatore ritiene che ci vogliano 5 o 6 albi per raccontare quel tipo si storia che ha in mente, quella storia va scritta in 5 o 6 albi, c'è poco da fare. Quinto: se uno non si ricorda le puntate precedenti ha due possibilità: o legge l'intera storia solo alla fine, tutta in una volta; oppure - come faccio io - prima di leggere il nuovo capitolo, ridà un'occhiata veloce a quello precedente, lo sfoglia per 2 minuti e tutto gli torna subito in mente. Semplice. Sesto: quest'idea mi ricorda un po' la mentalità dell'ultimo Nizzi (che infatti faceva solo storie di 2 albi), per cui leggere Tex dev'essere per il lettore come immergersi in un bagno tiepido (parole sue). Che io ovviamente non condivido. Lui lo diceva magari in senso diverso (si riferiva al ritorno di certi cliché sempre uguali), ma insomma l'idea è quella che si deve sempre compiacere il lettore a tutti i costi.
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Letto il sesto e ultimo albo, non si può che apprezzare e ammirare nell'insieme questa splendida storia. Un sentito grazie agli autori. Davvero una vicenda coinvolgente, che riesce a ricostruire una pagina di Storia del west senza perdere il fascino e le emozioni dell'Avventura. Ultimo albo con tanti pregi e nessuna critica particolare, se non forse qualche scena e un finale un po' affrettati, e il non troppo sviluppato personaggio di Kirker che... SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER che inaspettatamente finisce qui la sua carriera criminale e politica, contrariamente a quello che avevo ipotizzato io. Una piccola osservazione: Tex a volte risulta fin troppo calmo e ragionevole anche con emeriti imbecilli, vedi per esempio il cowboy Mark, che nell'ultima vignetta di pag. 7 gli dà persino del bugiardo. Mi sarei aspettato a pag. 8 uno sganassone di Tex, visto che di solito non si lascia dare del mentitore impunemente (considerando anche che già il furbone gli aveva sparato per sbaglio), invece il Nostro mantiene una calma e una pazienza ammirevoli e insolite... Per il resto tutto scorre a meraviglia e ogni personaggio da Delkay a Thazay, agli Shawnee, ecc. ha un suo ruolo e importanza. Riuscitissime le scene di combattimento. Piuttosto crude e realistiche alcune di tortura e morte: condivisibile l'idea di non fare di Tex Willer un fumetto "ingenuo". Non resta, quindi, che aspettare il seguito disegnato da Gomez!
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Una storia minore di GLBonelli, breve ma piuttosto insolita e originale. Innanzitutto il soggetto: nello scontro tra allevatori di bovini e allevatori di pecore (tema quasi mai affrontato in Tex, anzi forse solo qui) Tex decide di difendere questi ultimi comprando il loro gregge. Proprio così, Tex per qualche giorno diventa un pecoraio! Naturalmente solo per provocare gli avversari e poterli contrastare meglio, fino a farli desistere dai loro propositi criminali. E qui abbiamo il secondo elemento anomalo, il finale: il prepotente allevatore Rickett non viene punito col carcere o con la morte (nonostante i suoi propositi omicidi) ma semplicemente danneggiato nel suo patrimonio (la distruzione del ranch) e nel portafoglio (deve acquistare a caro prezzo i terreni a pascolo libero), e tutto si risolve in modo molto pragmatico, con accordi economici: Tex paga 2.000 dollari l'allevatore di pecore perché torni sui pascoli del Dakota da cui è venuto (l'Arizona purtroppo non era un posto per lui), poi compra per 5.000 dollari i terreni e alla fine li rivende per 10.000 dollari all'allevatore Rickett. Risultato: sono tutti contenti e Tex guadagna 3.000 dollari! Anzi metà della cifra, perché l'altra metà spetta al "socio" Carson, che sta al gioco del pard e, ridendosela sotto i baffi, entra anche lui nell'"affare". Un finale più unico che raro... Si potrebbe obiettare che l'allevatore Rickett, che ha cercato di far la pelle ai quattro pards, tutto sommato la fa franca, però è anche vero che non ha ucciso nessuno (gli allevatori di pecore li ha solo spaventati o feriti) e che probabilmente Tex conta sul fatto che, una volta eliminata la causa del problema (l'allevamento di pecore), tutto fili liscio e Rickett la smetta di fare il prepotente. Resta il fatto che Tex ha sempre avuto un concetto della giustizia molto personale, pratico e realista, e in questo caso sembra capire che per gli allevatori di pecore non c'è posto in Arizona, e che nonostante la ragione e la legge siano dalla loro parte, forse è meglio per loro respirare un'altra aria... La terza curiosità della storia è il tono leggero e ironico che la pervade dall'inizio alla fine (anche se questo non è affatto insolito per il Tex di GLB). Tex si diverte un sacco, più del solito, e con fare sornione e beffardo scherza con Carson che gli dice: "Guai a te se mi farai rimettere un solo dollaro!", rispondendogli: "Stai tranquillo, in questo affare al massimo ci rimetterai la pelle!"; scherza con i pecorai, facendoseli amici, scherza con la dinamite accendendo un candelotto nel saloon e pretendendo che l'avversario lo prenda in mano (facendo poi saltare per aria l'entrata del saloon), infine si prende gioco un po' di tutti, sceriffo e nemici, dando scacco matto in poche mosse, col sorriso sulle labbra, e senza ammazzare nessuno. Insomma, un bell'esempio di come si possa fare una buona storia di routine, breve e senza troppe pretese, ma allo stesso tempo piacevole, per nulla noiosa, convincente e credibile in tutti i suoi personaggi.
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Per me la questione è molto semplice: di solito le case editrici ristampano in volume gli albi migliori di un autore, non i peggiori ("Il passato di Carson" non "Alaska"; "Il giuramento" non "Il medaglione spagnolo"; "Furia rossa" non "I fratelli Donegan"). Prima de "Gli uomini giaguaro" (integrale o meno) ci sono tutte le altre storie di Nolitta da rieditare, volendo, che sono senz'altro migliori di questa - piaccia o meno Nolitta. Per esempio - se non si vuole andare nei soliti titoli - "Mercanti di morte/Contro tutti", bella e onesta storia western crepuscolare, disegnata da Nicolò, meno nota di altre e poco citata, ma secondo me più riuscita. Sicuramente migliore de "Gli uomini giaguaro". Di gran lunga. E comunque, se "Gli uomini giaguaro" venisse riproposta in volume (io spero di no), le parti tagliate, al limite, andrebbero riproposte in appendice, come curiosità o bonus, non reinserite nella storia.
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Senza nulla togliere alla bella analisi che fai di "Diablero", capolavoro assoluto di GL Bonelli, a me non sembra proprio una storia complessa come intreccio o come personaggi o come relazioni tra di loro, anzi è una storia molto lineare e semplice da leggere, io l'ho letta da bambino e ricordo di non aver avuto nessuna difficoltà a seguire "le linee narrative separate". GLB faceva storie anche complesse e con personaggi più profondi di quel che di solito si pensi, ma non "Diablero" , ripeto: capolavoro, ma di facile fruizione. Dire poi che Boselli scriva storie meno complicate di quelle di GL Bonelli... Ma dai! Ma se tutti i GLbonelliani "ortodossi" (o "i nizziani") si sono sempre lamentati con Boselli per le sue trame intricate, le sottotrame, i suoi flashback, l'eccesso di personaggi, ecc. ecc. Basti citare la recente storia di Juan Cortina su Tex Willer o quella di Mefisto a San Francisco o le Navi Perdute, El supremo, ecc. ecc. Anche Nolitta non scriveva storie ooi così banali, I ribelli del Canada, La strage di Red Hill, Giungla crudele, ecc. hanno un intreccio complesso - che piacciano o meno - e anche Ruju ci ha provato con Guatemala e Vancouver - riuscite o meno è un altro discorso. GLBonelli è un grande sceneggiatore, non c'è dubbio, basta solo rileggersi "Sangue Navajo", "Sulle piste del Nord" e "Il laccio nero", ma non facciamone adesso il santino, non è lo sceneggiatore perfetto e inarrivabile, a cui nessuno riesce solo lontanamente ad avvicinarsi, se no si finisce per fare i Guarino della situazione.
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Storia che non mi è piaciuta e che non raggiunge la sufficienza secondo me (i disegni sì). Vanno benissimo le storie minori, di routine, ci sono sempre state in tutte le serie a fumetti, anche nel primo Tex, sia nella fascia da 1 a 100, che dal 200 a 300 e così via. E' inevitabile, ci saranno sempre. Ma qui siamo proprio al di sotto dello standard medio. Storia e personaggi scialbi (il punto più basso sono la mogliettina, il giudice e gli indiani, soprattutto i due superstiti che tornano da Sam Spring per farsi restituire l'oro e vengono ammazzati all'istante!), situazioni poco credibili (il processo e non solo) e affrettate (il soprassalto di coscienza dei cittadini), ma soprattutto uno stile narrativo, dei dialoghi e una caratterizzazione dei personaggi molto "vintage", quasi ingenua, da telefilm d'altri tempi. Non sembra un western scritto nel 2023. Tex è un personaggio classico, ok, ma non così... Ruju, se vuole, sa fare di meglio. (Anche di peggio, vedi "Rancheras"). "La gazza ladra", per dire, l'anno scorso mi aveva divertito, era piacevole e fresca, con un bel ritmo, qui Ruju denota parecchia stanchezza, oppure fretta di finire il prima possibile due albi che non sente molto. Però anche le storie minori dovrebbero avere qualcosina che le distingua da altre, un personaggio, una scena, qualche bel dialogo di Tex, un po' di dramma. Qui nisba. Anche il ravvedimento del vicesceriffo suona come posticcio, artificiale. Speriamo che il ritorno di "Wolfman" tra due mesi sia più ispirato... Sull'influenza di Civitelli su Rossano Rossi. In una vecchia intervista che ho trovato diceva: DOMANDA: - Chi possiede un occhio da texiano esperto, ammirando alcune sue tavole, si azzarderebbe a sbilanciarsi nell'affermare che uno dei modelli che potrebbero aver ispirato il suo stile risponde al nome del maestro Civitelli. C'è del vero in questo e quali sono gli artisti che hanno maggiormente influenzato la sua formazione? RISPOSTA di Rossano Rossi: - Indubbiamente Fabio Civitelli è stato insieme a Marco Bianchini, uno dei miei punti di riferimento. Essendo miei concittadini, è stato facile per me frequentarli ed imparare tutti i trucchi del mestiere. Passando a disegnare Tex è chiaro che lo stile di Fabio mi abbia influenzato molto, ma anche quello di Ticci e Villa, che sono anche loro tra i miei disegnatori preferiti. Da ragazzo invece mi sono studiato molto Alex Raymond e Burne Hogarth, due artisti eccezionali.
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Un'altra tavola di Font presa dalle anteprime. Decisamente insolita per Tex. La copertina invece a me ricorda un po' "Massacro", fatte le debite differenze.
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Storia piuttosto modesta, a mio parere, che spreca i bei disegni di Venturi. I difetti sono tanti, alcuni macroscopici già segnalati da chi mi ha preceduto: Tex s'infila nella tana del lupo e neanche si guarda alle spalle, pur sapendo che, oltre all'assassino, in giro c'è anche il suo killer di fiducia. E Tex se lo dice persino da solo: "Sono stato un idiota a non pensare a lui!" In effetti Tex gironzola tutto il tempo per il paese limitandosi a raccogliere qua e là le varie soffiate dei cittadini, con poco fatica e neanche un po' di suspense. Per poi alla fine farsi salvare da altri. Se si aggiungono dei dialoghi (e pensieri) a volte prolissi e ripetitivi (vedi lo spiegone finale in cui Tex riassume al colpevole ciò che lui ha commesso e che noi lettori già sappiamo), scontri a fuoco banalissimi, lettere, biglietti e informatori vari come scorciatoie narrative, il giudizio finale su questo giallo prevedibile e ben poco western non può che essere negativo. Al confronto, "Orrore" di Medda, n. 410-411, dal soggetto simile (un serial killer nascosto in una piccola cittadina) risulta, invece, molto più credibile e appassionante. Medda regala al lettore tensione, atmosfera e un finale imprevedibile, qui invece la trama procede in modo piuttosto piatto, con ben pochi sussulti, considerando che l'antagonista dovrebbe essere invece un efferato e imprendibile serial killer (raffigurato qui come un ranchero in vestaglia)! L'impressione finale è che la storia sia stata presa da un giallo qualunque e poi inserita a forza nel mondo di Tex, senza adattarla più di tanto al personaggio.