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Uno Sguardo Agli Anni Novanta...


ymalpas
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Uno sguardo agli anni novanta...

quello che si diceva di Tex!




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In uno dei newsgroup di google ( Link ), in un certo senso progenitore degli odierni forum, ho trovato delle pagine che risalgono al 1998.

La collana di Tex era giunta intorno al numero 450 della serie.

Visti retrospettivamente erano anni in cui si avvicendavano belle storie ( con qualche caduta di stile ) di autori come Nizzi e Boselli. Il primo mostrava i primi segni di una decadenza non ancora preoccupante, il secondo era un autore ancora ?nuovo?, un innovatore su cui riporre le speranze.

E? piuttosto interessante leggere quei pochi sparuti commenti scritti da un manipolo di appassionati. Quali potevano essere le aspettative dei lettori di allora è I loro pensieri sull'andamento generale della serie, sulla qualità delle storie proposte dalla casa editrice oppure sulla ?discutibile? gestione del personaggio, giunto ormai alla soglia dei cinquant?anni di vita editoriale ?

Quello che emerge dalla lettura ( e che in un certo senso sorprende ), sono dei giudizi molto simili a quelli che si leggerebbero oggi su uno dei tanti forum dedicati a Tex e ai comics in generale. Giudizi alquanto diversificati: gli uni dal tono quasi apocalittico si mescolano in maniera quasi ingarbugliata agli osanna sporadicamente gridati in occasione della comparsa nelle edicole di qualche storia ?rivoluzionaria? scritta da Mauro Boselli.

Nel 1997 Nizzi aveva appena ritirato quello che sarà l'ultimo dei tanti prestigiosi premi che gli furono riconosciuti per un'onoratissima carriera. Le sue storie sulla serie regolare hanno perduto la freschezza e il mordente di un tempo, non sono prive di difettucci, la lettura resta però ancora accattivante.

Di quegli anni è la polemica che lo stesso Nizzi scatena sulle pagine di uBC condannando l'anti-texianit? dell'eroe uscito dalla penna del giovane collega. Secondo l'autore modenese, Boselli stava percorrendo una strada sbagliata e molto pericolosa, dagli esiti catastrofici abbastanza scontati...

Le storie boselliane di quei giorni, che l'autore ha confessato ( proprio sul nostro forum ) di non poter più scrivere oggi, sono storie in effetti dalla fortissima carica innovativa.

E se da un lato i ?puristi? storcono il naso davanti alla violenza gratuita di un Jack Thunder che ricorda non poco gli ?spaghetti western°, altri sono infastiditi dalle ridondanti citazioni fatte dall'autore ( a libri, personaggi, film ), altri ancora restano nauseati dall'eccessivo sentimentalismo che permea alcune delle sue storie, un'altra fascia di lettori, infine, si dichiara letteralmente entusiasta del lavoro compiuto da Mauro Boselli.

Questo è un breve resoconto di quello che con un po' di pazienza potreste leggere in quelle pagine...


Inizio dal è Maggio 1998 è con un messaggio di un lettore deluso...

Detto che ho iniziato a leggere il mitico TEX a 7-8 anni ( era il numero 196 ?Dakotas!? mi pare ), ed ho proseguito ( per più o meno tempo ) con quasi tutte le testate della casa editrice, penso che ultimamente Tex viene portato avanti piuttosto fiaccamente. Certo non è facile inventarsi qualcosa di nuovo dopo 50 anni!!! Non di meno ho paura che la serie sia penalizzata dal dispendio di energie necessario a portare avanti il numero considerevole di testate diverse.



Nel è Giugno 1998 è il primo texone di Boselli, intitolato ?Gli assassini? provoca invece reazioni positive ma non esenti da critiche:

Io sono sempre più convinto che il buon Mauro Boselli, dopo aver dato alle avventure di Zagor una nuova freschezza, stia gradualmente e positivamente *modernizzando* il ranger. A me piacciono altrettanto la classica versione di Nizzi come quella frizzante di Nolitta, ma un pizzico di novità non guasta.


Il Texone di Boselli e Font l'ho trovato di ottimo livello. Forse il migliore, dopo quello di Magnus... Boselli ha messo insieme una sceneggiatura interessante, lo spunto magari non è tra i più originali, l'idea del ragazzo che assiste alla morte dei genitori e cresce col desiderio di vendicarsi è in fondo la stessa di "Zagor racconta"; però la caratterizzazione dei personaggi è notevole, Mitch in testa ( senza dimenticare la "Vedova" ).


Anche se non ho ancora finito di leggerla, penso che "Gli assassini", il Texone appena uscito in edicola, sia la migliore storia che abbia mai letto del mitico Ranger. Lo dico anche rassicurato dal fatto che la storia di Tex che finora ho "amato" di più è "Il passato di Carson", che ho scoperto essere dello stesso autore, Boselli.


Non posso onestamente dire che sia la migliore in assoluto. Ad esempio le epiche sfide con i nemici storici, tipo Mefisto o suo figlio Yama, ed anche molte altre. Sono però convinto che questa sia la migliore direi almeno degli ultimi cinque anni!!! Di sicuro ci propone un Tex un po' fuori dai canoni a cui eravamo abituati, che fa un grande uso della '45, ma tutto sommato che ritorna un po' allo spirito più genuino della frontiera americana, dove il giudice colt, il "peacemaker", risolveva spesso e volentieri le varie controversie. Un po' una forzatura ( forse l'unica della bella storia ) il tiro con l'arco di Tex che fa esplodere i candelotti di dinamite attaccati a una delle due barche, tiro eseguito al buio e da considerevole distanza.



Uno dei lettori, a questo punto introduce nel dibattito un commento sulla recente storia ?Gli uomini che uccisero Lincoln°.... la tesi non si discosta molto dalle posizioni morbide di uno dei nostri moderatori!

E' proprio vero... il tiro di Tex è un po' paradossale. A mio avviso è stata carina la storia di "Gli uomini che uccisero Lincoln", almeno qui si vede che Tex è un uomo come gli altri, e che con un po' di impegno può essere fregato (catturato e quindi torturato): era da un po' che mancava uno smacco così "realistico" ( non come la Tigre Nera e i suoi coccodrilli).


La risposta è puntuale... siamo di fronte a un Tex alla frutta, con un Nizzi che lo vuole, leggete bene, solo sputtanare!!!

Se vuoi eroi che siano "uomini come gli altri", il mondo del fumetto ne è strapieno. Hai la scelta fra centinaia di personaggi. Tex è unico. Dovrebbe essere specie protetta da questi finti "modernismi" ( che sono invece indice di scarsa fantasia ). Quella sequenza nella storia "Gli uomini che uccisero Lincoln" tradisce completamente la psicologia del personaggio. Non tanto perchè Tex è stato catturato ( è successo decine di volte... ) ma per la sua reazione ed il suo comportamento. Quello non è Tex. Bonelli non avrebbe mai scritto una boiata simile. E nemmeno Boselli. Solo Nizzi ultimamente sembra avere questa "voglia" di sputtanare Tex in ogni maniera possibile...



Passiamo al mese di è Ottobre 1998 è che vede un'altra storia di Nizzi in edicola: ?Al di sopra della legge?. Le critiche questa volta si concentrano solo sui disegni di Victor De La Fuente ( questa sarà anche la sua ultima storia disegnata per Tex ).

Da qualche tempo gli albi sono interessanti e molto avvincenti, anche l'ultima storia promette molto bene. Come sceneggiatura è abbastanza originale. Quello che mi lascia perplesso sono i disegni. Non ce la faccio proprio a vedere Tex e Kit disegnati a quella maniera. Non è che non mi piace il disegno, ma è lo stile di Victor De La Fuente che non mi garba proprio.



Nel mese di è Dicembre 1998 è abbiamo invece il commento di un certo Moreno Burattini a quello che sarà considerato di l' a poco uno dei classici di Mauro Boselli: ?Sulla pista di Fort Apache?. Notate la frase finale che la dice lunga su un clima che poi avrà modo di scatenarsi negli anni successivi sui forum texiani.

Concordo. Stesse impressioni, stesse emozioni. Alla base, naturalmente, c'è "Il massacro di Fort Apache", film di John Ford del 1948, con John Wayne, Henry Fonda e Shirley Temple ( vi si allude fin dal titolo, e uno personaggi, il sergente Quincannon, è ripreso pari pari da uno dei caratteristi di quella pellicola ). Leggendo questo Tex e ripensando alla meraviglia di quel film, viene proprio da chiedersi come sia stato possibile che il western sia dato per morto. Il western è un genere splendido, sulla carta come in celluloide. Boselli e Ortiz hanno avuto il merito di farne respirare la più autentica delle atmosfere fin dalle prime tavole, in cui si sente il caldo opprimente del Sud Ovest e se ne respira la polvere. E poi ci sono un sacco di personaggi ben caratterizzati, con storie che si intrecciano e ottimi dialoghi. Quando sento, su questo NewsGroup o su IAF, di gente delusa che si lamenta perchè tutto fa schifo, e non gli va bene niente, penso che se leggessero albi come questo forse ( salvo che non parlino per partito preso ) si ricrederebbero...



Nel è Maggio 1999 è ha modo di pronunciarsi un lettore deluso dall'ultima prova di Nizzi e Fusco, quella intitolata ?La pietra di Akhbar?. E? una condanna inappellabile e siamo ancora davanti a dei lavori, non belli, ma tutto sommato dignitosi...

Non vi sembra che il Tex di Nizzi stia diventando come ho letto che era diventato lo Zagor di Toninelli: non brutto, ma noioso e scontato? A me Nizzi non piace più ( e da molto ). Gli sono molto grato per tutto quello che ha fatto finora ( leggi non ha fatto morire la testata: è stato l'unico erede di GLB ), ma ora basta. Si faccia da parte che oramai di sceneggiatori bravi ce ne sono anche su Tex ( uno per tutti , e non cito Nolitta che è il Paganini del fumetto, Boselli, che basta vedere l'ultimo albo per capire che tocca a lui condurre ). A Voi la palla: aspetto giudizi di esperti ( più di me, almeno ) e di appassionati.


Sempre nel è Maggio 1999 è una altro lettore si rallegra della riuscitissima prima parte di una storia in tre albi di Boselli: ?I sette assassini?! Siamo lontani dalle sterili polemiche e mi fa piacere la nota di entusiasmo di questo appassionato, che peraltro condivido poco.

Ho sfogliato ( per ora solo metà ) del numero di maggio di Tex ed è successo l'insperabile: dopo anni di deludenti o insipide letture torna un albo "bello" ( lo dico con amore e tenerezza, quasi commosso ). C'è qualcosa, anzi tanto, di nuovo in questa avventura: la caratterizzazione dei personaggi ( compresi i nostri eroi ), l'ambientazione, la sceneggiatura... Bravi. Devo dire "bravi" gli autori. In effetti non sono in grado di isolare perfettamente le novità che mi hanno rallegrato. Ma di certo ho la sensazione di un'avventura che, senza stravolgere la natura "Texiana" la rende attuale, accattivante e godibile. è

un "feeling", un "sentire" che fatico a portare a livello cosciente.


Moreno Burattini interviene con un messaggio che giudico abbastanza interessante...

... commento riportando a beneficio del NewsGroup la spiegazione datami da Mauro Boselli quando gli ho detto che qualcuno fra noi non aveva afferrato bene quale fosse la "moglie" indiana di Kit Willer ( di cui si parla di sfuggita a un certo punto della storia, a pagina 45 per la precisione). Innanzitutto si tratta proprio della squaw Ute che muore nell'albo "Sfida Infernale", a tutti gli effetti solo amante di Kit e mai ufficialmente sposata. Boselli però dice che Donna, la fanciulla che parlando vi fa riferimento, è troppo educata per usare il termine "amante" o qualcosa del genere, oppure che è stato Carson a dire a Donna che Kit ha avuto una moglie piuttosto che una fidanzata. Peraltro Kit viene interrotto prima che possa correggere Donna e spiegarle come effettivamente stanno le cose. Mistero risolto. E gran bella storia, molto promettente. E di nuovo una cover eccellente dopo il mezzo scivolone dell'albo precedente ( "Il fiume della paura" ), peraltro unico passo falso in una galleria di copertine eccezionali fatte dal grande Villa.


Un altro commento che mette l'accento sul dibattito - Nizzi o Boselli è - allora ancora felicemente acceso tra gli appassionati...

La storia sarà mica bella perchè è di Boselli e non di Nizzi? Mi spiego: delle ultime 15 storie, nove sono di Nizzi, cinque di Boselli e una di Nolitta. Ebbene, le storie Boselliane sono le più toccanti, poetiche, dense di pathos; quelle di Nizzi sono opere di innegabile valore ( Nizzi non è l' ultimo arrivato ), ma sono più fredde, impersonali, lontane dal cuore. Prendiamo "Sulla pista di Fort Apache", o "Il ritorno del Morisco"o "La tragedia del treno 809",? c'è un qualcosa che va oltre alla bellezza e basta, qualcosa che va oltre il ritmo e l'azione. C?? cuore! Certo, lo ripeto anche "La pietra di Ahkbar" è costruita bene, ha un buon inizio, giusto sviluppo, fine ottimale,.. ma non mi convince. Lo ripeto: secondo me Nizzi è un limone troppo spremuto.


Nel mese di - Agosto 1999 - si succedeva un'altra storia di Boselli ( e Nolitta ).

Golden Pass è un albo veramente divertente, ricco di "scazzottate" e con un "ritorno inatteso". Nolitta - Bonelli, come è sua abitudine, riesce a miscelare con grande sapienza umorismo e azione rendendo "umani"  Tex ( solitamente

"spaccamontagne" ) e Carson. Probabilmente molti di voi potranno ribattere: "Quello non e' il Tex di G. L. Bonelli, Bonelli senior ha ragione, suo figlio è molto più adatto a scrivere storie dello Spirito con la scure o di Mister No dove, senza problemi può inserire anche la sua vena umoristica". Forse è vero, ma anche questo Tex pieno di voglia di scherzare e di ribattere ai rimbrotti di Carson, questo Tex "umano" a me piace. Tra l'altro mi pare che anche Berardi ( in passato ) e Boselli, siano su questa "lunghezza d'onda". Senza voler esagerare ma questo numero di Tex ?, a mio parere, un piccolo capolavoro...



Un lungo salto temporale e ci spostiamo al - Maggio 2000 - data che vede l'uscita di una storia di Nizzi ( e Civitelli ), "Il presagio", dopo una lunga e ininterrotta sequenza di albi boselliani. Questi sono i commenti dei lettori ( prima di farveli leggere, aggiungo una mia considerazione: è più o meno da questo numero secondo me, che le storie di Nizzi incominciano a risentire progressivamente della scarsa vena creativa e della stanchezza dell'autore )...

Evento epocale!!! Nizzi, per la prima volta da anni, non fa fare a Kit Carson la figura del perfetto deficiente. Anzi, addirittura gli fa prendere delle iniziative importanti, senza che Tex gli ordini di farlo. Sono sbalordito!!! Cio' fa si che Nizzi passi nella mia considerazione da -1000 a -990.


Non per smontare l'entusiasmo, ma ho trovato i dialoghi un p? troppo pesanti e troppo stile: spieghiamo tutto altrimenti il lettore tonto non capisce nulla ( per esempio la forcina: non bastava la scena in cui era disegnata è Bisognava per forza far "spiegare" a Kit che la passava è ). D'accordo spiegare le cose ai  lettori nuovi ma non credo siano fessi...  Poi, effettivamente, sembra meno scontata del solito ( giusto il tradizionale militare stronzo ) vediamo come va a finire.


Ok, sono calmo, ma se mi metto ad elencare tutte le scemenze e le incongruenze di questa storia mi riincazzo di nuovo! Ma cosa mai abbiamo fatto noi texiani per meritarci di leggere delle storie così insulse? Perchè, se un autore è così palesemente senza idee, viene lasciato al timone della serie più importante della SBE? Sergione, per piacere, umilmente ti imploro, ti scongiuro in ginocchio

sui ceci, se serve mi cospargo anche di pece e piume. Anzi no! Col cacchio!!! Serigione: io, sommo giudice della tua esistenza editoriale nella mia veste di Cliente, ti ingiungo, ti ordino: leva Tex dalle mani di Nizzi!!!


Quest'ultimo commento, da parte di un utente che si definisce "calmo" davanti a una storia tutto sommato ancora accettabile di Claudio Nizzi ( se si pensa a quello che verr? dopo ) ci trasporta in piena era TWO, nell'apoteosi del repressionismo nizziano. E siamo appena al maggio del 2000, numero 475 della serie.

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Quanto detto da Ymalpas è in effetti assai istruttivo e conferma quanto avevo già letto qui ( si tratta di un forum in cui si discute anche di fumetti ). L'unilaterale svalutazione di Nizzi e l'esaltazione non meno unilaterale di Boselli sono a mio avviso dovute a tanti motivi: in primo luogo, innegabilmente, procedendo nel tempo, lo scenggiatore modenese non poteva non perdere un po' del suo smalto; in secondo luogo, Boselli conosce meglio di Nizzi il pubblico più giovane e sa quali temi usare per accattivarselo ( il sentimento, l'amicizia ecc. ); in terzo luogo, mentre Nizzi, allorch? ha iniziato a lavorare su "Tex" è stato spremuto senza merc? ( tra il n. 273 e il n. 400 sono uscite 45 sue storie, contro 4 di Nolitta e 12 di GLB ) e ha dovuto lasciare trasparire la propria personalit? meno che poteva ( la cosa è stata indicata in maniera emblematica dal fatto che fino al n. 338 le sue storie sono apparse con la firma di GLB ), Boselli ha potuto firmare subito le sceneggiature scritte ed esprimere senza grossi problemi la sua personalit? artistica ( il peggio che gli è capitato sono state alcune contestazioni dopo "I sette assassini", le quali pare abbiano portato ad un veto a nuove riapparizioni di Lena Parker e sua figlia Donna ), cosicch? è stato facile per gli antinizziani definire l'autore modenese non più che un abile mestierante e portare alle stelle Boselli; in quarto luogo, mi pare si possa dire che gli esponenti della critica antinizziana si considerino una specie di elite, la cui ambizione sarebbe quella di produrre un miglioramento del livello qualitativo di "Tex" attraverso un'opera pedagogica tanto verso il pubblico ( nella recente discussione a proposito di "Terre Maledette" su TWO, coloro che hanno trovato discutibili alcuni particolari della trama e l'atmosfera della storia sono stati esplicitamente accusati di essere incapaci di un giudizio oggettivo, perchè abituati agli stantii clich? delle storie di Nizzi ) che verso la casa editrice ( invitata a liquidare Nizzi prima possibile ). Ciò detto, mi pare comunque che le critiche si siano fatte molto più unilaterali e molto meno oggettive a partire dal 2000. Infatt?, se fino a quella data le recensioni su Ubc di un Mauro Traversa, pur con una lieve predilezione per le storie boselliane, riuscivano comunque ( almeno per me ) ad essere sostanzialmente oggettive e capaci di apprezzare o criticare una storia senza badare troppo a chi l'avesse scritta, successivamente recensori come Michela Feltrin, Giorgio Loi e ( più unilaterale di tutti ) Fernando Congedo hanno intrapreso la sistematica demolizione delle sceneggiature di Nizzi ( vivisezionate parola per parola ), accompagnata dalla sopravvalutazione di gran parte delle storie di Boselli, lo dimostra la recensione della di "Buffalo Soldiers", in cui, nonostante si dovesse rilevare parecchi punti deboli indicati anche nella discussione nostro forum ( il declino di Ticci, il tono agiografico e "buonista" usato per i soldati neri, la rozzezza della psicologia di alcuni personaggi ecc. ), si finiva per assegnare 6/7 al soggetto, 5/7 alla sceneggiatura e 5/7 ai disegni. Anche su TWO, se proprio non si riusciva a trovare nulla di cui accusare una storia di Nizzi, si rinfacciava all'autore modenese di aver copiato da altri ( come per quanto riguarda "Le colline dei Sioux", la cui scena finale sarebbe stata presa dal telefilm "Alla conquista del West" ) o anche... da se stesso ( come per "Pioggia", che riprenderebbe una vecchia trama incentrata su Larry Yuma; nessuno però ha crocifisso GLB Per avere tratto "Il segreto della Sierra Madre", da una sua vecchia sceneggiatura con Cochise protagonista.... ); per quanto riguarda Boselli, se proprio non si poteva dire che una sua sceneggiatura fosse splendida, si sosteneva ( come per "A sud del Rio Grande" ) che era comunque migliore delle pessime trame di Nizzi. Negli ultimi anni, insomma, le tendenze della critica texiana affiorate negli anni Novanta si sono sviluppate fino al punto estremo ( devo comunque dire che su di me, che mi sono riaccostato a "Tex" in questo periodo, hanno avuto semmai l'effetto di rendermi più benevolo verso l'autore modenese..... per quanto non al punto di definire "Mefisto" un capolavoro e "Moctezuma" un'ottima storia :D:D:D )

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