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Tex - Storia


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Ebbene si, apro una discussione alla quale personalmente penso da molto.


Tex, come tutti logicamente sappiamo, è un personaggio che si muove in uno spazio ed un tempo (+/-) storicamente definiti.

Alcune prove di tale fatto son state date, siano essi "grandi", come ad esempio:

#113, Tra due bandiere

Immagine postata

dove già solo il fatto delle due bandiere visualizzate in copertina riportano tutti (almeno ai lettori di Tex che dovrebbero avere una certa attrazione per film western ecc ecc) alla guerra di secessione



ed altre meno presenti, a volte modificate, ma dove il riferimento per gente che conosce il west rimane.

Come esempio per quest'ultimo caso possiamo segnalare la storia che termina con l'albo #409:

Immagine postata



Vediamo quindi che Tex è legato, malgrado tutto, alla storicit?, mischiato per forza di cosa allo stereotipo che tutti si son fatti del west... luogo dove solo il più forte può sopravvivere, luogo ove ogni persona porta con sè un'arma, luogo dove i nativi (pardon... indiani) spesso e volentieri sono i cattivi e comunicano con i segnali di fumo.


? questo il mondo nel quale si muove Tex, eroe di carta che raffigura l'eroe dell'immaginazione popolare.

Uomo duro e sicuro, che si muove attraverso il territorio variegato, che ripercorre a volte strade prese anni addietro da coloni ed avventurieri che si spostavano lungo quelle piste polverose.



Quando leggete Tex, vi ponete la domanda se la storia è puramente inventata, o se i sceneggiatori hanno preso spunto da una storia vera? Pensate sia un bene che a volte Tex ci ripresenta fatti storiciò


In poche parole, com'? e/o come vorreste che sia il rapporto tra TEX e la STORIA?

Vorreste veder Tex in una situazione storica che v'intriga?

originally edited by Tex Fanatico (6/9/2006, 15:19)

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Alcune storie di Tex basate su fatti storici realmente accaduti sono tra le meglio riuscite.
Tra due bandiere per esempio e' una storia bellissima ambientata durante la guerra di secessione, cosi come Fuga da Anderville.

Pensate sia un bene che a volte Tex ci ripresenta fatti storiciò

Direi di si'. Per chi ignora alcuni fatti storici accaduti nel west reale leggere una storia di Tex che narra realmente o quasi cio' che successe veramente (guerra di secessione, corsa all'oro, conflitto con gli indiani ecc.) puo' essere un ottimo strumento di informazione.

Per esempio in Congiura contro Custer anche se Tex da una sua interpretazione sui fatti che precedettero il massacro di Little Big Horn su grandi linee e' cio' che successe realmente, tralasciando ovviamente la presenza di Tex a fianco di Custer.

originally edited by ANTHONY STEFFEN (7/9/2006, 02:40)

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Tex si muove nel contenitore della storia, ma il suo valore aggiunto è dato dal poter agire fuori dai vincoli temporali.
Cosè vediamo comparire anche le prime auto, oppure si scontra con fuorilegge vissuti nella prima metà dell'ottocento.
vive la guerra civile e poi è ancora giovane alla fine delle guerre indiane.

No, io non vorrei un tex tipo "la storia del west", mi va bene che che non abbia tempo ed età, che dopo quasi sessat'anni sia sempre "un tipo sulla quarantina", con figlio frocio a carico (per farlo diventare etero gli hanno dovuto far perdere la memoria, poi appena riacquistata ha ricominciato a correre dietro i navjos della riserva, non a caso che le squaw lo chiamano piccolo falco... piccolo... ehehehe)

originally edited by GIUBBE ROSSE (7/9/2006, 11:54)

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con figlio frocio a carico (per farlo diventare etero gli hanno dovuto far perdere la memoria, poi appena riacquistata ha ricominciato a correre dietro i navjos della riserva, non a caso che le squaw lo chiamano piccolo falco... piccolo... ehehehe)

:P


Giubbe, ti richiamo all'ordine :lol: !

originally edited by MISTER P (7/9/2006, 14:11)

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Come prima cosa, benvenuto (forse ti sei già presentato, altrimenti fallo nell'apposita sezione linkata anche nella riga rossa all'inizio del forum).

Poi, complimenti per la memoria (v. Earp -e non Harp...-)


Prima di riprendere il discorso aspetto un intervento del buon Ym, ma soprattutto di DOC!!!!!!, in quanto malgrado ciò che forse pensate, ci sono altre storie legate alla storia, senza necessariamente ricadere nel filone di "Storia del West".

originally edited by Tex Fanatico (8/9/2006, 10:13)

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Eccomi a voi, ragazzi!
Ringrazio Tex Fanatico per la fiducia :)
Allora, io il n° 490 non l'ho mai letto (purtroppo), però ho fatto le mie belle ricerche sul web, e sembra che quei "baffoni" della storia siano proprio gli Earp, nonstante non ne vengano menzionati n° i nomi n° i cognomi...
La conferma l'ho avuta dal link http://www.ubcfumetti.com/tx/490. htm sezione "Personaggi" in fondo alla pagina.

Da parte mia vorrei sapere dove Tex ha incontrato i fratelli, e più o meno anche il periodo, così da poter confrontare la storia "scritta" con quella "reale" e rintracciare eventuali elementi che rafforzerebbero la conferma di UbcFumetti.

Un caro saluto.

originally edited by Doc_Holliday (8/9/2006, 22:26)

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Caro Doc, innanzitutto piacere di conoscerti :D Tex ha incontrato i tuoi compagni dell'OK Corral a Bismarck nel 1874... nella storia Wyatt spiega brevemente che assieme ai suoi fratelli si occupa di mantenere l'ordine in città per conto della compagnia ferroviaria!

Comunque parlando di incroci Tex-Storia... ho letto che in una sua avventura il ranger sconfigge la famosa banda di Soapy Smith, causando fra l'altro la morte del celebre (ripreso in diversi film, in un episodio di Lucky Luke e perfino nelle avventure di Zio Paperone) bandito che agiva a Skagway, Alaska (dove se non sbagli? visse per un certo tempo pure Wyatt Earp :D)
Soapy però venne ucciso da un certo Frank Reid nel 1898... Insomma ancora una volta la Storia viene un po' rimaneggiata per la maggior gloria di Aquila della Notte :cowboy:

originally edited by Winchester Luke (9/9/2006, 00:29)

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Ciao Winchester Luke, il piacere è tutto mio :)
Dunque, se Tex ha incontrato gli Earp all'OK Corral di Bismarck, allora l'autore della storia ha commesso un errore grosso quanto l'Africa, perchè è ben noto a tutti che l'OK Corral non è a Bismarck, bensì a Tombstone!!!!!!!!!!!! E anche avesse scritto giusto, nel 1874 Wyatt Earp non si trovava a Tombstone ma a Wichita (parecchie miglia più a Nord).

Per quanto riguarda Soapy Smith, ciò che ha detto Luke è tutto giusto, solo che Wyatt Earp non visse a Skagway, bensì a Nome, dove apr? anche un saloon.

Un caro saluto.

originally edited by Doc_Holliday (9/9/2006, 12:53)

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Nome, hai ragione Doc! Ho fatto confusione con Skagway =D
No comunque non li ha incontrati all'OK Corral, mi sono spiegato male probabilmente... l'ho citato solo per fare una battuta :D Nella storia Tex incontra semplicemente gli Earp in una via di Bismarck, città che dovrebbe essere situata nel South Dakota o in un'altra zona vicina alle Black Hills... Comunque più a nord di Wichita, se non erro... Nizzi si sarà preso una licenza poetica

In ogni caso per il resto secondo me è da ammirare il lavoro dello sceneggiatore perchè le ultime ore del 7° Cavalleggeri sono state ricreate molto bene, da quel che so tutti i personaggi citati (compresi gli scout Reynolds e Bouyer, col suo originale copricapo con i due picchi) sono esistiti veramente e più o meno le cose sono andate così (compresa la posizione delle ferite di Custer)... Magari ci ha rimesso un po' Tex che non ha potuto cambiare la storia più di tanto però credo si tratti di un buon lavoro di Nizzi, pur con qualche forzatura come l'incontro col generale Davis... :D

originally edited by Winchester Luke (9/9/2006, 15:37)

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Mi piace la piega che prende... specialmente con gli ultimi interventi.

Bhè, come detto da Winchester la trama ricopre abbastanza fedelmente la storia, poi è anche vero che Tex non ha mai avuto la pretesa d'esser un fumetto propriamente storico, e quindi abbiamo diritto alle traviate.

Per quanto riguarda gli Earp non viene citato un momento d'incontro, questo probabilmente anche per evitare incongruenze troppo vistose, così come viene lasciato al lettore intuire che si tratti proprio del famoso trio.


Come giudichereste l'incontro tra i 4° (pg. 74 e seg, albo #490)

originally edited by Tex Fanatico (9/9/2006, 21:07)

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L'organizzazione politica dei Navajos.

Come molti popoli dediti alla caccia e alla raccolta, i Navajo originariamente non conoscevano nessuna autorit? centrale. Politicamente ogni gruppo locale agiva in modo autonomo. Solo in occasione di cerimonie importanti, o per ricomporre dissidi all'interno del gruppo, oppure a scopo di difesa, i singoli gruppi si associavano temporaneamente sotto un'autorit? riconosciuta da tutti. I naat??an°?, i capi dei gruppi locali, avevano acquisito grande considerazione per meriti in campo sociale ed economico, senza però essere autorizzati al potere esecutivo. Essi negoziavano con altri gruppi, ma anche con indiani di altre tribù e con i bianchi, come è portavoce della loro comunit? è e stipulavano trattati solo dopo essersi accordati con il proprio gruppo. La decadenza dell'agricoltura e il parallelo aumento dell'importanza dell'allevamento richiesero una mobilt? più elevata e la coesione di più gruppi locali. In seguito a questo fenomeno i naat??an°? perdettero in influenza e si formarono gruppi di custodia ( o di pascolo, i cosiddetti outfit ), i cui rappresentanti erano in genere uomini particolarmente benestanti.

Immagine postata
Barboncito

Nel campo d'internamento di Bosque Redondo, l'amministrazione impose una nuova struttura organizzativa: ordinati secondo le regioni di provenienza, si formarono dodici gruppi, ognuno avente un capo alla propria guida. Tutti sottostavano al grande capo Barboncito. Egli disponeva della necessaria autorit? e aveva sottoscritto a nome di tutti i Navajo il trattato del 1868. I suoi consiglieri erano due grandi personaggi, Manuelito ( Dah?ana Baadan° ) e Ganado Mucho ( T?tsohnii Hastiin ), assieme ad un consiglio composto al massimo dai capi di trenta gruppi locali: Narbona Segundo, Cabra Negra, Barbas Gueras ed altri uomini di prestigio.

Quando i Navajos fecero ritorno nella loro terra, gli agenti federali conservarono, per considerazioni pratiche, questa provvisoria soluzione amministrativo-politica. I funzionari si basavano sull'autorit? dei capi, peraltro localmente limitata, per comporre incidenti ( per la maggior parte furti di bestiame ) e liti interne, evitando così interventi militari. Dopo la morte del capo più famoso, la cui autorit? aveva retto fino ad allora il sistema amministrativo, questo equilibrio si spezz? velocemente e i funzionari furono costretti a sedare i conflitti locali tramite l'impiego di un corpo professionale di polizia.

Solo nel 1921, quando nella riserva si scopr? la presenza di gas naturale e petrolio, i responsabili americani sentirono la necessit? di regolare le competenze politiche in modo più severo e vincolante.

Immagine postata
Manuelito.

[ Tratto da Il mondo dei Navajos, di Helga Teiwes e Wolfgang Lindig, edito dalla Jaca Book ]


Nel mondo a fumetti immaginato da Gianluigi Bonelli l'organizzazione politica della riseva navajo si differenzia sensibilmente da quella storica pur mantenendo inalterate alcune costanti che ci permettono di fare un parallelismo fra le due realtà.

Il capo dei navajos Freccia Rossa, personaggio che è presente negli albi da La mano rossa [ # 1 ] a Il fuoco [ # 16 ], è un uomo che, come lo storico Barboncito, regna con la sua indiscussa autorit? su tutta la comunit? dei navajos.

La figlia Lilith sposa un uomo bianco, Tex Willer, l'albo come tutti sanno è Il patto di sangue [ # 7 ]. Quest?unione, coronata dalla nascita di un figlio, Kit Willer ( conosciuto anche con il nome indiano di Piccolo Falco ), determina alla morte del vecchio capo, una successione basata su un legame che riconosceremo come è familiare è , che consiste cioè in una sorta di eredit? dinastica ibrida. Freccia Rossa infatti ha avuto un altro figlio, Sagua, un maschio nato da un'unione illegittima, se così possiamo definirla in questi ambienti. La madre, la ben nota Zhenda, si batte con tutte le sue forze perchè le prerogative del figlio vengano riconosciute a livello tribale, in modo che Tex Willer, l'usurpatore, come lo chiama stizzita, sia allontanato.

In realtà l'autorit? indiscussa di Tex Willer poggia essenzialmente su riconosciuti meriti personali. Il ranger dei bianchi che è anche l'agente indiano del suo popolo rosso, è un uomo ammirato, apprezzato e stimato, la sua tribù lo considera come un uomo giusto e saggio. Sono doti che in questo tipo di società possono ancora decidere del destino di un uomo.
Numerose volte lo vediamo che ricompone le dispute all'interno della sua comunit?, come avviene ad esempio nelle bellissime sequenze de Il segno di Cruzado [ # 243 ], che bene illustrano il rapporto con la sua gente. In molte occasioni egli è addirittura costretto a schierarsi in difesa del suo popolo contro gli abusi dell'uomo bianco, non di rado fronteggia infatti a muso duro anche gli eserciti, continuamente guidati da ufficiali fanatici, incapaci e segregazionisti, guadagnando sul campo il suo diritto alla leadership. In questa sua caratterizzazione si dimostra quindi molto vicino se non alla realtà, almeno allo spirito dei nativi, che come si è visto premiava le doti individuali. Insomma sin dai tempi eroici che gli valsero il nome di Aquila della Notte, Tex si è dimostrato meritevole di guidare i navajos, contro le pretese, in parte anche giuste di Zhenda, e di tutti gli altri come ad esempio Orso Veloce ne Il presagio [ # 475 ], che nel corso degli anni hanno cercato di sottrargli il commando.

L'organizzazione politico/amministrativa della riserva vede dunque in Tex l'autorit? indiscussa, che dialoga di volta in volta con i capi delle altre tribù indiane o con il grande padre bianco di Washington. Come lo storico Barboncito è affiancato da alcune figure che svolgono il ruolo sia di consiglieri che di sostituti in sua assenza, parlo ovviamente dei suoi inseparabili pards: Carson, Kit e Tiger. Proprio a questi due ultimi personaggi sono delegate spesso le funzioni di quella che potremo chiamare la gestione della riserva, con compiti impegnativi da non sottovalutare, come ad esempio il controllo sui rifornimenti governativi ( cibo, coperte e altro), che si dimostrano di una vitale importanza per la sopravvivenza in una terra arida ed inospitale. Tex governa dal campo ?centrale? anche i numerosi gruppi periferici, ognuno dotato di un proprio capo, naat??an°?, citiamo a caso Sagua che ha accettato di guidare i navajos delle Terre Alte, l'albo è New Orleans [ # 72 ].

Un altro albo, La valle tragica [ # 33 ], contiene un episodio intitolato è Pat l'irlandese è che è introdotto da una vignetta che vede Tex e Carson osservare Kit e Tiger che si allontanano a cavallo. La didascalia spiega meglio cosa sta accadendo: ?Per il raduno annuale delle tribù navajos, Tex ha mandato Kit a rappresentarlo, essendo egli e Carson impegnati in una delicata missione.? Se nel corso degli anni la caratterizzazione dei ruoli di Tiger e Kit si va via via affinando come un rapporto di subordinazione del secondo rispetto al primo, Kit viene infatti visto come un giovane allievo con una personalit? scarna, cosa che comporterebbe un problema serio di eredit?, spirituale e al contempo temporale, alla morte del padre, è da notare che nell'albo citato Gianluigi Bonelli risolve frettolosamente il dilemma, precisando che Kit Willer è stato mandato al raduno perchè, come Tex dice a Carson: è mio figlio un giorno sarà capo di tutte le tribù navajosè

L'eredit? del potere si porrebbe in questo senso in termini esclusivamente dinastici, senza troppo guardare al valore di Tiger Jack che è superiore certamente a quello del ragazzo Kit Willer, anche se il navajo ha sofferto troppo forse del suo ruolo di ?ombra? al fianco di Aquila della Notte, per poter un giorno rivendicare con successo i diritti sulla successione.

originally edited by YMALPAS (12/9/2006, 14:26)

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Per riallacciarmi ai Navajo...

Ecco qui la differenza tra la riserva di oggi e quella di Tex (ho preso come data indicativa la guerra di secessione):

Immagine postata


Calcolando che la parte maggiormente storica di Tex Willer è quella in relazione alla guerra civile (1860-65)...

e calcolando anche che la prima riserva era del 1868, ebbene... il quadrato nero era quella "di Tex", mentre la parte grigia che vedete è quella attuale.

Se poi calcoliamo che nel 1868 c'erano più nativi appartenenti alla tribù Navajo, secondo voi quanto è possibile che il buon Tex potesse effettivamente ospitare tutte quelle tribù nella propria riserva? ;)

originally edited by Tex Fanatico (18/9/2006, 10:57)

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In questi giorni ho riletto Gli uomini che uccisero Lincoln.
Nizzi ci propone luna bella storia dove i nostri due tizzoni d'inferno sono impegnati a consegnare un plico al presidente degli Stati Uniti in cui vi sono scritti i veri responsabili dell'assassinio di Lincoln.
Molti i cenni storici presenti in questi albi, come il luogo e le circostanze che videro Lincoln ucciso, la generosita' di Lincoln verso gli Stati Confederati che avevano perso la guerra, la responsabilita' dell'accaduto attribuita agli stati del sud.
Una bella storia dove il nostro ranger ha il compito di svelare i veri responsabili dell'uccisione di Lincoln muovendosi tra mille insidie, ostacolato dai servizi segreti ed infine la verita' non verra' mai svelata per le conseguenze politiche che potrebbero nascere da una rivelazione cosi' forte.
Chiedo agli esperti quanto c'e' in tutto questo?

originally edited by ANTHONY STEFFEN (28/9/2006, 11:21)

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