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TWF - Tex Willer Forum

Nel 2008 Dicono Di Tex...


ymalpas
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Riflettendo un poco sulla funzione dei forum sull'onda lunga del dibattito lanciato da Tito Faraci nel suo blog, ho provato a vedere cosa dicono i - non addetti ai lavori - dell'ultimo Tex. Parlo di realtà forumistiche indipendenti o di siti non specializzati nel fumetto.

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Dal forum http://afanear. e-allora.net un po' di comicit? gratuita sull'albo del sessantennale:ecco perchè ho smesso di comprare fumetti bonelli (con l'eccezione dei fumetti di enoch): i loro autori mi causano ribrezzo. puro e semplice. ho comprato l'albo qui recensito da a. lep73. prima vignetta, primo fumetto (o baloon, per gli anglofili): parla tex al galoppo insieme ai suoi pards, in vista ci sono delle rovinequella è l'abbazia di san joaquin, distrutta da un terremoto e mai più ricostruita(vado a memoria, protrebbe non essere esattamente così, la battuta). cazzo, possibile che non sappiano dare quella stessa informazione in un altro modo? possibile che in un medium freddo (a l' mcluhan) come il fumetto, nel quale puoi calibrare molto più liberamente l'informazione che veicola il testo verbale perchè hai pure a disposizione quello grafico, nizzi non sia stato capace di fornire quell'informazione in un altro modo?non sono andato avanti (in realtà sè, ma mi sono fermato quando salta fuori che quello stronzo di tex non racconta al figlio della madre perchè ha trascorso con lei pochi momenti e vuole serbarli al sicuro nel cuore: minchia, mazzar? e la sua roba. se fossi il figlio di tex gli sparerei alle spalle e me ne andrei). ogni volta ci ricasco: ne compro uno o due per vedere se sono migliorati, ma non sono mai molto oltre gregory hunter (uno dei peggiori fumetti bonelli di sempre) o brad barron (l'altro). gli unici autori che a mio parere si salvano sono quelli che non si adeguano al vecchio-vecchio-vecchio modo di scrivere tipico della scuola bonelli, anzi, tipico di tex: enoch, berardi (sclavi ha creato un modo di scrivere all'interno della scuola, ma dopo vent?anni non sono ancora stati capaci di rinnovarsi e dylan dog è sempre lo stesso. che noia. manfredi mi piace; nizzi anche, mi piaceva soprattutto in nick raider; castelli? eh, castelli è stato uno dei miei primi amori, ma adesso basta).viva l'albo ?uomini, bestie ed eroi? di ken parker che piglia per il culo tex & pards!

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Sempre dallo stesso forum, altro campionario di idee:rovine: esistono un mucchio di modi per non rovinare quella scena. da manuale c'è il classico: il ragazzo chiede al padre: cosa sono quelle rovine? e tex gli risponde. non cambia molto? cambia tantissimo perchè viene esplicitato un destinatario interno al mondo finzionale e il destinatario non è più così evidentemente il lettore. questa soluzione a me non piace ma permette di non tagliare la (graficamente) piacevole sequenza iniziale della cavalcata di avvicinamento (tra l'altro, hai notato che quando sono ritratti in campo totale i cavalli sono al galoppo e loro piegati in avanti e quando sono invece in piano americano i cavalli sono al trotto e le schiene dei ranger erette? ah ah ah! checcazzo.), n° di aggiungere pagine. esistono altre opzioni, che però implicano l'aggiunta di pagine in quella parte oppure il taglio di altre pagine: i ranger arrivano al monastero (o quel che ?) e, vedendo i segni della furia tettonica (sono ancora di quelle persone che ridono al pensiero del sintagma placche tettoniche) chiedono a tex. i ranger, prima di partire, si organizzano e tex spiega loro qual è la meta. una didascalia in un box in alto a sinistra (non si usa più, lo so, ma non era poi così male). insomma, quasi qualsiasi cosa a parte tex che per prima cosa spiega che il cazzo di monastero dieci anni prima è stato devastato da un terremoto. ultime due note: le mie obiezioni non sono sul personaggio (a parte la questione dei ricordi di lilith), ma sul modo di raccontarlo, che non mi piace. quanto al fatto che una cosa ha successo e quindi è bella, è un'equazione che trovo priva di senso: anche il gioco dei pacchi ha successo, a fin dalla prima edizione lo trovo un programma televisivo intellettualmente mortificante. superman è un giro dagli anni trenta ed è cambiato un casino (be?, un po' alla gattopardo, ?cambiamo tutto perchè non cambi nulla?), o almeno ha ?vissuto? accadimenti che narrativamente hanno reso molto interessante la sua vita editoriale. la mia impressione è che l'affezione del pubblico per tex (pubblico del quale mi piacerebbe avere dati sociodemografici: secondo me tex chiuder? quando i figli del babyboom saranno tutti schiattati) sia analoga a quelle stanche relazioni che si trascinano lungo gli anni nella speranza di un guizzo che rivitalizzi la baracca. qualcosa che io non sarei in grado di sopportare.

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  • 2 settimane dopo...
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COME TI STRONCO ANCHE IL BOSELLI....


Dal blog: http://storionesaggio. iobloggo.com/archive. php?cid=53581


La recensione di IL FUGGIASCO
Voto alla storia: MEDIOCRE



1^ scena: Tex, mentre sta scalando una parete di roccia, con la pistola non in mano ma alla cintura, proprio mentre sta per ergersi oltre la fine della parete, sta per ricevere una pallottola da un uomo ad una decina di metri di distanza, pistolero infallibile (come dimostrer? alla fine dell'albo) e incazzato nero perchè hanno tentato di ucciderlo pochi secondi prima, pertanto del tutto determinato a fare fuori Tex: eppure Tex, da quella posizione impossibile, riesce ad estrarre la pistola, disarmare Frank senza ferirlo, scavalcare completamente la parete e coprire i dieci metri che lo separavano da lui prima che facesse in tempo ad estrarre la seconda pistola dalla cintura.

2^ scena: dopo che Tex è partito per ritornare al villaggio, uno dei cattivi, con un cavallo molto veloce, doveva limitarsi ad aspettare un po', per poi precederlo tagliando per il deserto; notate bene, non aveva nessun interesse a seguire Tex, perchè doveva precederlo. Eppure, per chissà quale motivo, lo segue, non tenendo in considerazione che Tex è un extra-terrestre, con gli occhi anche alle spalle; e quando si decide a tagliare per il deserto, correndo come un forsennato, c'era Tex ad aspettarlo, comodamente appiedato (come abbia fatto ad intuire la direzione che prendeva e a precederlo senza farsi vedere? Aveva forse il cavallo della saga dei Mallorean°) ed in grado di disarcionarlo.

3^ scena: Tex è in una situazione disperata: è appena ritornato nella grotta dove si aspettava di ritrovare il collega Sam e il galeotto Frank, ma non vi trova nessuno e qualcuno lo blocca dentro la grotta, tenendolo a tiro; ma qualcun altro, di nascosto, cerca di sorprenderlo raggiungendolo da un'uscita posteriore della grotta, che lui ignora che esiste. Eppure, con i pochi indizi a disposizione e la sua smisurata intelligenza (oltre alla freddezza che gli permette di ragionare nonostante quella tragica situazione), capisce tutto e riesce a non farsi sorprendere. Non solo! Era uscito dalla grotta dall'uscita posteriore, posto in cima alla montagna, prima di chi l'avrebbe sorpreso, ma il nemico posto all'entrata ufficiale della grotta intuisce tutto e prende i cavalli di Tex (per una serie di circostanze, i due nemici erano appiedati) e fugge come un forsennato. Tex, quindi, è rimasto appiedato e non può raggiungere Frank inseguito (chissà perchè, poi non lo farà comunque!), una situazione molto ?blueberriana?: macch?! Con la velocit? dei suoi arti bionici riesce ad aggirare tutto il terreno scosceso della montagna, in tempo per buttarsi addosso al nemico fuggiasco, che nel frattempo, ovviamente, aveva scelto una strada che costeggiava la montagna anzich? discostarsene.

4^ scena: Tex è in prigione, messo in carcere da uno sceriffo corrotto; non solo, l'intero villaggio circonda la casa dello sceriffo, reclamando di farsi consegnare il prigioniero per impiccarlo subito, senza attendere il processo: Tex riesce, prima, a suscitare i necessari sensi di colpa allo sceriffo, dopo, a fuggire dalla casa circondata, non si sa se utilizzando passaggi segreti, capacità volanti e/o tecniche di invisibilit? o mimetismo.

5^ scena: Frank tiene prigioniero un povero fesso, segretario del banchiere Owens, ed è circondato dal Jack Spade, grande pistolero, vero villain della storia e che si vantava di essere più veloce del grande Frank, noto killer (anche se non si capisce come possa esserlo se non era ?a pagamento?, contraddizione che evinco fra la prima e la seconda parte della storia), ed i suoi numerosi uomini; interviene anche anche Tex e ne esce fuori una sparatoria. Come volete che finiva? Frank e Tex illesi, il povero fesso ferito leggerissimamente, tutti gli uomini di Jack uccisi, mentre questi riesce a fuggire, sempre illeso, perchè, se no, la sfida finale fra Frank e Jack non si poteva poi realizzare ?

6^ (e, fortunatamente, ultima) scena: da una parte, un milione di uomini (fra cui il banchiere Owens e, soprattutto, Jack Spade, che finora ha dimostrato un ottimo gusto per i vestiti ma non le sue presunte capacità di pistolero), dall'altra, solo Frank e Tex. Non solo, i nemici tengono anche prigionieri la moglie e il figlio di Frank, che fino a due secondi prima ignorava che fossero a meno di 250000 km di distanza (perchè non era andato a trovarli quando è uscito dal carcere?), anzi, ignorava addirittura che avesse un figlio. Non solo ancora: i due poveri prigionieri sono legati come due salami e con il cappio al collo, posti sopra due cavalli che, a quanto pare, si spaventano per un nonnulla.
Frank si risolve di uscire allo scoperto e proporre la fin troppo posticipata sfida a Jack: ne nasce un battibecco che sfocia, in un raro momento di fantasia plausibile dello sceneggiatore, nel tanto agognato confronto, ovviamente vinto da Frank; e fin qui, nulla di male.
I cavalli, ovviamente, si spaventano, ma Tex era pronto a sparare da una finestra della casa, riuscendo a salvare moglie e figlio di Frank in puro stile ?Il buono, il brutto e il cattivo? e/o ?Robin Hood, principe dei ladri?; e, ancora, fin qui nulla di male, sebbene bisogna tenere in considerazione che era notte e probabilmente Tex non era nemmeno in grado di capire che i due stavano attaccati a un cappio.
Ma il bello deve venire: il banchiere riesce a catturare il figlio di Frank, a farne un scudo umano, mentre lo minaccia con una pistola alla tempia; nel frattempo arriva lo sceriffo pentito, sorprendendolo da dietro e, conseguentemente, distraendolo, ma, attenzione, lo distrae solo, mica si scosta dal ragazzo; ammetto che ha discostato la pistola dal proprio corpo, eppure Tex spara per disarmarlo, sprezzando la presenza del ragazzo e il rischio che correva; naturalmente la sua mira iperprecisa colpisce dove voleva, disarmando il banchiere e liberando il ragazzo.

No, dico, ma spero non pretenderete che io ci metta ?sospensione dell'incredulità? per una storia del genere: perchè Charlier potr? avere il difetto di inventarsi troppi espedienti narrativi, come ho lamentato qui, ma perlomeno erano tutti plausibilissimi, mentre in Tex la cosa non è possibile? Oltretutto, il tenente Blueberry è decisamente un personaggio più interessante, perchè molto più fallibile. E non ditemi che parto prevenuto nei confronti del personaggio, il fatto che io non lo ami non significa che non abbia saputo notevolmente apprezzare la prima parte di questa saga, nell'albo precedente, parte che, da sola, si sarebbe meritata cinque stelline.
Il problema è che la seconda parte si è dimostrata: un concentrato di idiozie, narrate con una gabbia bonelliana fissa e monotona, quasi come se il ritmo concitato delle scene presentate fosse la norma e non dei momenti topici; una storia dove gli snodi narrativi fondamentali erano ben pochi, tanto da poterli concentrare in una trentina di tavole si e no, ed invece si è allungato il brodo per ben 114 pagine (perchè i colleghi bonelliani di Tex raramente ottengono certi extra rispetto allo standard è offerti, oltretutto, in periodo di recessione è pur essendo più validi?); un insieme di qualche potenzialità narrative, malamente sfruttate (la questione della moglie e del figlio di Frank, risolta come si è risolta nel finale affrettato, è stata proprio uno spreco, era meglio se questi personaggi non esistevano proprio).
Oltretutto, ci sono altre idiozie che non mi vanno già. Ad esempio, oltre alla superagilit? e il senso del ragno, agli occhi sulle spalle, al cavallo di Mallorean, alla superintelligenza, al sangue freddo degno dell'Uomo Ghiaccio, agli arti bionici, alla supervelocit?, ad un'arte oratoria che fuma i coglioni a Cicerone, all'invisibilit?, alla supermira alla Gighen (per questo entrambi portano sempre il cappello?), alla visione ad infrarossi, allo sprezzo del pericolo e alla temerarietà, credo che Tex debba possedere anche il quinto senso e mezzo (o era sesto?): nel corso del precedente albo, mentre il collega Sam accoglie e sorveglia Frank sin dal suo arrivo al villaggio, lui non si vede proprio, a parte le scene di flashback, se non alla fine, quando fa una spettacolare uscita a cavallo da un treno che non aveva finito di fermarsi, presso una stazione di rifornimento che non serve da salita e discesa dei passeggeri; l'appuntamento era stato fissato l' perchè Frank era già fuggito da un po' e lui e Sam avevano fretta di inseguirlo. L'ovvia conseguenza doveva essere che Tex aveva scarsissime informazioni, di almeno terza mano, su quanto era successo al villaggio; eppure, lui intuisce sin dall'inizio l'innocenza di Frank, mentre per Sam, decisamente più informato, bisognava sparargli appena lo si vedeva e basta. C?? da dire, poi, che se Tex e Sam si fossero scambiati i ruoli, almeno nell'interpretazione dei fatti, la storia si sarebbe fatta più interessante e meno scontata, e si sarebbe umanizzato il titolare della testata.
Vogliamo parlare, poi, della retorica finale? Lo sceriffo, oltre ad arrestare i vari cattivi, arresta anche Frank ?sinch? non sarà chiarire la sua posizione?; e perchè Tex non riceve lo stesso trattamento? Pure lui era stato accusato di omicidio, e le testimonianze che aveva raccolto lo sceriffo a sua discolpa si riferivano ad altri avvenimenti, non all'omicidio in questione. E il discorsetto finale a proposito delle armi? Il figlio di Frank aveva effettuato una osservazione altamente immatura ed incivile, e l'imbarazzo del padre ci stava tutto; mentre l'intervento di Tex era proprio fuori luogo e degno dell'incivilt? dell'ambientazione descritta, che fa intervenire i giudici solo per alcuni casi particolari di omicidio, mentre di morti ammazzati ce ne sono stati a decine in tutta la storia.

Non ho ancora parlato dei disegni: non ho tema di smentite nell'affermare che Seijas stia almeno una spanna sopra il 95%, come minimo, dei disegnatori regolari di casa Bonelli, e lo dimostra anche in questo albo; ma la professionalità e le tecniche dimostrate nel precedente albo non le ho riscontrate qui: forse è colpa della pochezza dei testi; ma forse il lavoro di Seijas è stato, effettivamente, leggermente tirato via e fatto di fretta, con un eccessivo uso di tratteggi; fortunatamente il lavoro migliora nel corso dell'albo, riscontrando alcune delle tecniche ricordate nel precedente albo verso la fine.
La copertina non è un gran ch?, fin troppo banale, poi, nel soggetto.

In definitiva, come ho già fatto per un altro personaggio, propongo anche per questo un boicottaggio: è proprio necessario avere nelle edicole un miliardo di pubblicazioni di Tex?

P. S.: il west di Tex Willer sarà un mondo di vaccari ignoranti ed incivili, che non sanno fare altro che bisbocce e sparatorie, però perlomeno erano molto formali: perchè tutti i personaggi venivano chiamati sempre per nome e cognome? ?Jack Spade?, ?Frank Harrisè, ?Sam Donovan°; giusto Tex forse si salva, bastandogli le tre lettere del suo solo nome per la sua notorietà. Ma!

(15/06/2008)

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La recensione di L'ASSEDIO DEGLI UTES
Voto alla storia: SUFFICIENTE



Albo, con un certo numero di pagine extra rispetto allo standard bonelliano, dai forti contrasti.
?L'assedio degli Utesè, ultima parte di una saga, è un concentrato di schifezze: un soggetto che mischia insieme forse troppi elementi, una sceneggiatura raffazzonata e caotica, che non fa affatto capire le sequenze d'azione e non delinea per niente i personaggi, dei disegni altrettanto approssimativi, con pochi primi piani e molte visioni da lontano, appena abbozzate, il senso di schifo che ho provato è stato troppo elevato e mi stava facendo pentire di aver dato una ulteriore possibilità a questo personaggio che, personalmente, non amo. Tra l'altro, strano che abbia sentito parlare bene del disegnatore, non capisco; mentre posso ammettere che, non avendo letto la/le precedente/i puntata/e, posso essermi perso qualcosa; c'è da dire, però, che la retorica militarista dimostrata in un certo passaggio mi ha altamente dato fastidio, mentre il modo di risolvere determinati elementi della trama, con atti di vandalismo selvaggio, mi fa scendere ancora la mia scarsissima stima per l'ambientazione e soprattutto per come viene delineata in ?Tex?.
Fortuna che, nella prima parte della saga successiva, pur non essendo cambiato lo sceneggiatore, il disegnatore, un tale Seijas, abbia risollevato di moltissimo l'albo. Pur ancora vincolato alla gabbia bonelliana, come nell'?Almanacco del West? 2007, Seijas si dimostra un autentico professionista, sia nel tratto, pregevolissimo, sia nella scelta delle inquadrature, dai primissimi piani dei volti alle visioni di paesaggi o figure intere, scelte con molta intelligenza, sia alla scelta di delineare o meno gli sfondi, anch?essa scelta oculata e che offre opportuna enfasi alle varie battute di turno.
Il soggetto ?, tra l'altro, interessante: un ex killer, arrestato a suo tempo da Tex, esce dalla prigione dopo tredici anni; in carcere aveva studiato e si era laureato in legge, e l'ex-galeotto esce di galera completamente cambiato e deciso ad intraprendere una vita onesta; purtroppo, però, viene ingaggiato da un boss, colpevole di numerose truffe, cerca di svincolarsi, ma gli eventi lo costringono ad uccidere ancora e a fuggire, inseguito da Tex e da un altro ranger, ignari dei reali risvolti della vicenda. Peccato solo che la storia non finisca in quest?albo, che gioco basso spezzettare gli albi in questo modo; arrivederci alla prossima, sempre che il disegnatore rimanga Seijas ?
P. S.: la copertina, tratta da una scena della prima storia, è pregevole.

(21/05/2008)

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COME TI STRONCO ANCHE IL BOSELLI... ( 3 )


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La recensione di ALMANACCO DEL WEST: POLIZIA APACHE
Voto alla storia: MEDIOCRE



Un almanacco della Bonelli contiene sempre una serie di servizi dedicati al genere trattato nell'almanacco, in questo caso il western: francamente ci ho dato solo una letta veloce, approfondendo solo il servizio sui films, meno caratterizzato come genere, in quanto il genere non mi piace proprio; devo affermare, però, che sono ben fatti e di interesse per gli amanti del western.
L'almanacco, in realtà, l'ho comprato solo perchè ai disegni della storia a fumetti c'è forse il disegnatore che più apprezzo, nella mia esperienza di lettore, un certo Ernesto Garcia Seijas ?
Solo che, dopo la lettura del fumetto, non capisco proprio che senso ha reclutare ?il miglior disegnatore del mondo? se poi lo si deve ?ingabbiare? (? proprio il caso di dirlo) in tavole di tre strisce dove una striscia (completamente a caso) è composto da una sola vignetta lunga, le altre da due vignette quasi della stessa dimensione (perchè non farle esattamente della stessa dimensione? Si credono che ciò spezzi la monotonia della gabbia bonelliana? Non è proprio vero!): alla fine Ernesto, che era pure alle prese con una storia western, priva di personaggi femminili da ritrarre (forse una della cose che sa fare meglio, e senza mai scendere nella volgarit? e nell'erotismo!), dimostra il suo valore nei primissimi piani delle facce dei protagonisti, ma francamente le altre vignette risultano eccessivamente piccole ed Ernesto non si è neanche impegnato più di tanto, in almeno una ho incontrato una sbavatura; ravviso anche una certa plasticit? nelle scene di lotte, l' Ernesto non si dimostra molto bravo. Per concludere il discorso disegni, forse mi sbaglier?, ma a me sembrava che la carta lucida dell'almanacco non aiutava molto nella resa grafica di una storia in bianco e nero.
E i testi? Qui, purtroppo, non posso essere molto obiettivo, perchè devo fare i conti con la mia personale antipatia per il genere ed il personaggio: ammetto che la storia non era malvagia (Tex cerca di scagionare un gruppo di giovani indiani ribelli accusati, forse ingiustamente, di aver avvelenato una sorgente d'acqua e inseguiti da un corpo di polizia Apache, comandata da Salgado, cugino del capo dei ribelli) e i personaggi ben caratterizzati e che evolvono nel corso della storia (a parte l'?inossidabile? protagonista); francamente, però, il modo con cui si sono risolti gli eventi, con una serie di morti ammazzati ed un'ambientazione delineata decisamente come incivile, violenta e selvaggia, me la fanno apprezzare molto di meno. Oltretutto devo ravvisare che l'inizio della storia era molto monotono e verboso, complice anche la gabbia pedissequa di cui ho già parlato; mentre la scena al bar delineano il personaggio principale come un incivile scazzottatore e pistolero ed un invincibile ?Super-Man° del far west, impossibile da battere su tutti i fronti, anche quello delle partite a poker truccate (anche se spiegato, il modo con cui Tex riesce a vincere, da solo, contro tre bari, non convince proprio), aumentando la mia scarsa stima per il personaggio.

(23/02/2007)

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