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TWF - Tex Willer Forum

Articolo Su Tex


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Il caporedattore del giornale della mia scuola mi ha chiesto - palesando una qual certa insistenza, devo ammettere - di scrivere un articolo su Tex; il materiale relativo al personaggio, l' analisi politica , non politica, sociale e folcloristica dell' insieme e dei personaggi presumo di poter- seppur nella mie limitare capacità- descrivere per le numerose ore di compagnie passate con gli albi;riguardo la 'storia' del fumetto, editorialmente parlando, devo confessarvi una quasi totale ignoranza. Vorrei sapere primariamente se c'è qualcuno il quale possa aiutarmi descrivendomi come venisse visto Tex nei suoi anni di maggior espansione (e , quindi, quali fossero questi anni) dalla critica intellettuale e popolare-, ma non mi dispiacerebbe venire a conoscenza di aneddoti, curiosità o semplicemente di uno schema riassuntivo la storia di Tex (editoriale sempre e non del personaggio) magari anche da parte di coloro che possono averla vissuta in prima persona : io di certo non ho potuto vista la mia -relativa- giovane etàgrazie anticipatamente

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  • 1 mese dopo...

Alto, possente, carismatico, sguardo determinato, scuro di capelli, l'inconfondibile cinturone mai privo di armi da fuoco, talvolta il fucile in mano: non sono certo i presupposti idilliaci a mancare nel personaggio più conosciuto della storia della ?letteratura disegnata? italiana. Ranger texano, d'animo invulnerabile e aspetto sicuro ma di una forte propensione all'ironia quanto alla violazione di ogni codice di buonismo imposto precedentemente e contemporaneamente nel fumetto panoramico nazionale a protagonisti irritanti ed imbalsamati da moralismi d'onore e da leggi da rispettare: per quanto oggi possa sembrar strano a dirsi, sin dai primi anni della sua nascita Tex appare come un ribelle; fuorilegge prima, uomo di stato e ordine poi, proprio in nome di un senso di giustizia personale, uomo che non rifiuta di inimicarsi il potere e di rendersi al servizio dei ?deboli? ma che non esita ad utilizzare violenza e mezzi illeciti per il raggiungimento dei suoi scopi. Il Tex presentato alle prime armi (nasce nel 1948) ha il viso sottile più che vagamente ispirato a Gary Cooper, più rappresentativo attore americano dell'epoca, ha un carattere impulsivo e istintivo ed è giovane non solo nei tratti somatici ma anche agli atti . è solo un preludio di quello che verr? a costituirsi negli anni d' oro (anni settanta tutti) come personaggio adulto (il volto sottile scomparir? per lasciar posto ad una mascella quadrata alla Charlton Heston), maturo, sempre lucido e razionale, meditativo quanto sbrigativo, meno impulsivo e rissoso, pratico, deciso, ma al contempo spiritoso, ottimista, dedito oltre ogni aspettativa all'amicizia virile (un collega storico, quasi un fratello per lui, lo accompagna in quasi tutte le sue avventure) infinito oppositore di un pessimismo ed una cupezza che accompagna gli ambienti che frequenta e con un grande differenza rispetto alla totalit? di protagonisti di altri fumetti: l' esistenza di un figlio meticcio (avuto dopo un matrimonio con una donna è uccisa dal razzismo dei ?bianchi?- della tribù indiana Navajo, di cui Tex stesso diventer? capo ed agente funzionario). Particolare questo non trascurabile per la sua unicit? e per il peso che costituisce nella formazione e nel carattere del protagonista. Le storie di Tex si svolgono in un west che trae elementi panoramici e sceneggiature dal cinema classico di John Ford (e difficilmente sarebbe potuto non essere così soprattutto nei primi anni di vita del personaggio) specialmente nelle larghe vedute e nella rappresentazione di praterie, mentre per quanto riguarda le tecniche figurative della violenza cittadina e per la causticit? delle battute negli infallibili dialoghi, il western all'italiana di Sergio Leone è ma anche , seppur in forma latente, quello del grande Sam Pekinpah - merita riferimenti e menzioni a pioggia, per quanto nel fumetto appaia un manierismo molto meno barocco di quello lasciato dall'impronta dei registi. Alcune sfumature dell'ironia dei protagonisti ricordano addirittura western ?da camera? di Howard Hawks: gli eroi invecchiano, ne sono consapevoli e sembra facciano tutto tranne che preoccuparsene. Pochi fumetti come questo hanno saputo mescolare alla perfezione elementi di profonda semplicit? per un risultato tutt?altro che banale: in Tex non si azzardano psicologie dei personaggi che possano neanche lontanamente ricordare opere a fumetti posteriori di rilievo nettamente superiore come Corto Maltese di Hugo Pratt (1967) o Valentina di Guido Crepax : il protagonista infatti, seppur a modo suo, non è altro che un ?normalissimo? eroe, noioso all'apparenza come tanti potrebbero esserlo e caratterizzato da uno stile di vita che non trascende in alcunch? non possa riportare alla mera materialit? degli eventi, ma il sapiente tatticismo con cui vengono condotte le storie porta il prodotto a farsi apprezzare anche negli ambienti di una certa levatura culturale, tanto da renderlo un fenomeno editoriale da incerto che era nei primi anni delle sue uscite (leso soprattutto dalla concorrenza con Blak Macigno e Capitan Miky, che invece decadranno successivamente) a straripante oggetto di vendite incontrastato ed indenne a qualunque tipo di crisi attraversata dal mondo editoriale circostante: ottocentomila le copie vendute per albo mensile nel 1973, oltre cinquecentomila fino alla fine dei gloriosi anni settanta, duecentomila e più oggi , in un periodo di generale crisi del fumetto italiano. Cifre da capogiro a cui sè? permesso d'avvicinarsi non senza timidezza Dylan Dog di Tiziano Sclavi nei primi anni novanta soprattutto, per poi però esaurire la parentesi d'effervescenza editoriale e culturale con il venir meno dei soggetti scritti dal creatore-genio; permane comunque una certa preferenza dei giovani nei confronti dell' ?indagatore dell' incubo? come verso Tex per i militanti dell'età media. Negli anni in cui sèera soliti porre una collocazione politica a qualunque cosa passasse sotto mano, anch?esso non fu risparmiato da questo demenziale- ma anche divertente- passatempo: fazioni politiche di pensatori cercarono più volte di appropriarsi del simbolo ed il risultato fu che Tex piacque tanto a destra (quella sociale più che la ?liberale?) per l'ostentare estrema virilit? , forza fisica, infallibilit? di pensiero e nell'agire e per i metodi poco ortodossi, quanto a sinistra per l'insubordinazione agli ordini costituiti ed alle autorit? politiche (non sono rari i litigi di Tex con politici o militari), per il profondo detestare la giustizia sommaria ma soprattutto per l'estrema difesa dei deboli, degli sfruttati , in una causa molto spesso a fondo perduto in favore degli indiani contro il razzismo imperante, elemento che è spesso luogo comune odierno ma che per un fumetto nato nell'immediato dopoguerra era tutt?altro che diffuso. Poca poesia, molto cinema e romanzo: sicurezza immortale in un presente incerto. ringrazio molto ymalpas

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Io aggiungerei un IL in questa frase:

Il Tex presentato alle prime armi (nasce nel 1948) ha il viso sottile più che vagamente ispirato a Gary Cooper, il più rappresentativo attore americano dell'epoca...

Per il resto si potrebbe parlare anche (idea personalissima sia chiaro :D) del cambiamento nell'ottica dei dettagli, dato che hai citato il cambio nel volto.


Assieme alla crescita fisica del personaggio, ed a quella editoriale, cresce anche una certa tendenza al realismo. Lo spirito immaginario utilizzato inizialmente da Galep per disegnare armi e paesaggi vien sempre più sostituito da studi approfonditi sugli oggetti dell'epoca, al fine da offrire ai lettori -sempre più esigenti e "pignoli"- un Tex "reale".



Logicamente è solo un punto di vista personale, al che non sentirti in obbligo di trattare la tematica.

Quel che però sarebbe carino sarebbe un link verso il forum a fine articolo... sai, la pubblicit? non guasta mai :indianovestito:

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