“Nei territori del nord-ovest” è la storia d’Avventura per eccellenza di Boselli su Tex, un po’ come “L’esploratore scomparso” lo è su Zagor.
I tipici elementi avventurosi ci sono tutti: una canoa con un morto a bordo che scende il fiume, un messaggio misterioso ed enigmatico (“Ricordi la betulla? L’uomo con l’occhio d’oro è seduto come un’anatra… Sta sempre divorando molte anime...”), un viaggio verso il cuore di tenebra del Grande Nord in cerca del covo del fantomatico, temibile e diabolico Golden Eye, un manipolo di eroi ben assortiti e pronti a tutto (oltre a Tex e Carson, Gros-Jean, la bella e coraggiosa eskimo Dawn, Arvik il ragazzino indiano sopravvissuto), un amico da ritrovare con un passato misterioso che si rivela un po’ alla volta (Jim Brandon), degli avversari spietati e ben caratterizzati fin dal nome (Jericho, Ghost, Red Duck/Golden Eye) e naturalmente un paesaggio selvaggio carico d’atmosfera, disegnato superbamente da Font.
Un viaggio. Una serie di nemici e pericoli in crescendo lungo il cammino. Location sempre più inquietanti a mano a mano che si procede: il Chilkoot pass innevato, il villaggio indiano devastato e tutti i suoi abitanti massacrati, l’inquietante Montagna Gialla, infine la casa degli spiriti avvolta nelle tenebre del malvagio Golden Eye, colui che viene creduto l’incarnazione del demone Wendigo.
Situazioni che fanno venire in mente i maestri dell’Avventura: Jack London in primis, non solo per “Zanna Bianca” e “Il richiamo della foresta”, ma anche per “Accendere un fuoco”. E poi “Terra lontana” di Anthony Mann (la valanga al Chilkoot Pass).
Splendidi personaggi ben gestiti, tante scene d’azione, magnifiche tavole di Font (non solo di paesaggi). Tra le più belle: il sogno surreale di Jim Brandon ferito sulla tomba di Mary che parla con lo Spirito Corvo (“La morte esiste… ma tu non morirai”). Golden Eye all’interno della sua buia capanna che ha appena ucciso la ragazza indiana. (“Perché? Mi ricordava un’altra… che ho ucciso tanto tempo fa”). E poi, be’… Dawn nella vasca da bagno in penombra, prima felice, poi intimorita e arrabbiata, infine stupita.
Jim Brandon come Kit Carson ed El Morisco: tutti e tre innamorati da giovani di una ragazza (Mary, Lena, Nephret) che però preferisce e sceglie un loro amico (Noatak, Ray Clemmons, Octave), con una figlia simile alla madre (Dawn, Donna, Sekhmet).
Tex e Carson decisivi, ma circondati da comprimari che talvolta rubano un po’ la scena (Dawn e Arvik), ma neanche tanto a dir la verità. (Chissà, forse in questa storia - già piena di personaggi - era meglio lasciare a casa Carson, con solo Gros-Jean a far da spalla a Tex.)
Avventura nel Grande Nord tra le più affascinanti di sempre. Tra tutte quelle che l’hanno preceduta forse può essere paragonata come qualità - seppur diversissima - a “Il tranello”/Il segno indiano”. Almeno per me…
E a proposito di "cosa può offrire Tex ai giovani", a un ragazzino che non ha mai letto Tex e vuole iniziare, gli consiglierei di partire da questa storia così avvincente (magari la versione cartonato a colori). Se non dovesse piacergli, vuol dire che Tex non fa proprio per lui!