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Ma non c'è bisogno di immaginare un personaggio ben preciso, un informatore misterioso, un infiltrato. Faccia Tagliata è un rinnegato ma ha vissuto nel villaggio navajo, avrà pure degli amici, dei conoscenti, dei parenti che potevano tranquillamente dirgli dov'era Tiger? Non era mica un segreto il fatto che fosse andato a prendere delle provviste. Non so, magari Faccia Tagliata l'ha chiesto a sua nonna, che aspettava ansiosa le nuove coperte calde, e lei gli ha detto quando Tiger sarebbe tornato. C'era forse bisogno di un inutile flash-back spiegone che chiarisse da chi Faccia Tagliata aveva avuto la dritta?
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Mannaggia, Diablero, mi tocca spiegarti proprio tutto! Pagina 52 Tex dice "Ciò che spiega invece molte cose è la presenza di Faccia Tagliata" "Era nella tua tribù, vero?", chiede lo sceriffo. "Esatto!... Quello stupido rinnegato... ha fornito ai suoi loschi compari le informazioni su Tiger e su mio figlio" Non è così. La situazione è semplice: Faccia Tagliata si informa dai Navajos su dove sia Tiger, gli dicono che è andato a prendere delle provviste (ma poteva anche essere andato a caccia, a pescare o chissà dove) insieme a un altro indiano, i criminali si appostano sulla strada che i due devono fare al ritorno e quando li vedono dicono (a p. 7): "Attenti che arrivano" e Faccia Tagliata pensa: "Proprio Tiger Jack. Bene... bene..." (tradotto: Mi hanno dato l'informazione giusta!) Poi Tiger dice a p. 12 "Se è per il carico che stavamo portando"... Al che gli rispondono sprezzanti che non gliene frega niente del carico, che loro non sono dei pezzenti, dopodiché spaventano i muli (che Tex ordinerà di recuperare visto che i muli dopo un po' si fermeranno, mica continueranno a correre fino in Messico!). Se volevano puntare alle provviste, come dici tu, si sarebbero comportati diversamente, i muli li avrebbero portati con sé, non lasciati liberi nei dintorni, e certo non avevano intenzione di affamare i Navajos visto l'esiguità del carico (appena 6 muli). Per finire, Tiger chiede a El Muerto cosa vuole da lui ed El Muerto risponde a p. 18 "Che tu porti un messaggio al tuo amico Tex Willer" Questo è il vero obiettivo, non le provviste, nè i Navajos. El Muerto dice "al tuo amico" non al tuo capo, quindi sa che Tiger è l'amico fedele di Tex, non un indiano qualsiasi, gliel'ha detto Faccia Tagliata. Infatti lo stavano aspettando apposta. Lo conferma Tex a p. 52 - ripetiamolo: Quello stupido rinnegato... ha fornito ai suoi loschi compari le informazioni su Tiger e su mio figlio"
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Scusami ma non ho molta voglia di continuare a giocare a questo ping pong di botta e risposta. Quello che avevo da dire su questa storia l'ho già scritto, continuando non farei che ripetermi. Se uno non è d'accordo, benissimo, non c'è problema, dice la sua opinione opposta alla mia e bene così. Non ho nessuna intenzione di scrivere cinquanta post su queste cose, né di convincere a tutti i costi gli altri, non vedo questo forum come una gara a chi la sa più lunga. Ho già detto che per me la scena va bene così, che devo fare, un'abiura? Oltretutto non sono neanche un fan sfegatato del Tex di Nolitta, magari ti replicherà qualcun altro più appassionato di me all'argomento. Buona domenica
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Certo, chi ha mai pensato il contrario? Che le storie non si formino da sole per miracolo lo sapevo già, grazie per la lezione ma io non ho mai pensato quello che mi attribuisci. E infatti la scena di Tex che sta per essere strangolato e si difende sparando al suo aggressore è una precisa scelta di Nolitta per mettere in difficoltà Tex e rendere molto drammatica lo scontro, e secondo me ci riesce benissimo, visto che tutta la sequenza, con la lotta nella casa che sta andando a fuoco, è molto adrenalinica. Cos'è che dà fastidio? Che il fratello di El Muerto sia fisicamente più forte di Tex? Ma Tex non è superman, è sì imbattibile con le pistole ma non è l'uomo più forte del mondo. Dà fastidio il fatto che per vincere spara a "un uomo disarmato"? Sinceramente mi fa un po' ridere, scusate, definire "disarmato" uno che ti sta strangolando... Certo, Tex poteva, per scrollarselo di dosso, dargli una ginocchiata nelle parti basse (e se non trovava la pistola probabilmente l'avrebbe fatto), ma dai, la scena avrebbe perso molto della sua drammaticità. Secondo me lo sceneggiatore ha fatto bene così: Tex può e deve essere messo ogni tanto in difficoltà, se no sai che barba, dipende naturalmente in che modo, e io in questa scena non ci vedo nulla di sbagliato o sleale, non ci vedo nessuna "diminuzione" della grandezza di Tex. Non sono certo io che dico balle volontariamente... Vediamo cos'ho scritto: E vediamo allora la vignetta incriminata: E' esattamente come ho scritto io: Tex e Carson uccidono alle spalle uno che fugge e che non ha armi in mano, altro che balle. La scena, e in particolare questa vignetta, è sbagliata come "contenuto" e come "forma". Il fatto che il fuggiasco abbia un fucile nella sella non significa niente, innanzitutto è ferito al braccio destro e non lo può usare, e poi non ha nessuna intenzione di usarlo, è un criminale ma in questo momento è inerme e innocuo. Forse solo Salvini direbbe che Tex e Carson hanno fatto bene a ucciderlo. E a proposito di balle... El Muerto non affama nessuno bambino!!!! Ma cosa vi siete fumati? A El Muerto interessa solo malmenare Tiger e fare arrivare a Tex la sua sfida, le provviste dei Navajos non gli interessano, è solo un caso che incontra Tiger mentre le sta portando al villaggio. Prima di fare l'avvocato di Diablero, bisognerebbe però controllare la storia. Io l'ho fatto e ho scoperto che me la ricordavo bene: non c'è nessun dialogo che parli del rischio che i Navajos muoiano di fame, anche perchè Tiger trasporta solo 6 muli "con coperte e carne secca" (più coperte che carne secca come si vede nei disegni di Galep). E' un normale rifornimento come ce ne sono tanti ma non c'è nessun rischio di carestia o di fame. Anche perché sarebbe ridicolo sfamare la tribù Navajos con i viveri di appena 6 muli!!!... E comunque tutto si chiarisce a p. 25, terza vignetta, quando Tex dice: "appena sarà giorno manderò un paio di nostri a recuperare i muli e i rifornimenti", il che dimostra tre cose: 1) a Tex frega molto dei suoi Navajos, 2) El Muerto non ha rubato i rifornimenti, ha solo spaventato i muli che sono ancora lì in zona... 3) Non c'è nessun bambino navajo che muore di fame... Altra cosa inventata: Kit Willer non fa figuracce, scende dalla diligenza e saluta Faccia tagliata che crede un amico (non può sapere che è diventato un rinnegato) e si prende un pugno all'improvviso (che non poteva prevedere) poi si batte come un leone perché, da solo contro 5, ne fa fuori a pugni tre e un altro lo ferisce col coltello, prima di essere fermato da una pallottola. Se questo è fare figuracce... Logica ferrea?????!!!!??? Ho appena dimostrato che non c'è nessuna logica ferrea in queste critiche. El Muerto ha sicuramente dei difetti ma non sono questi. E la logica qui non c'entra niente, c'entrano semmai le opinioni personali, sempre discutibili.
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Senza offesa, ma la tua lettura di "El Muerto" secondo me è tutta sballata. Tex spara nella pancia del fratello di El Muerto perché lui lo sta strozzando. Tex sta soffocando, non riesce a liberarsi dalla sua presa micidiale per cui gli spara con la pistola. Cosa doveva fare? Farsi strangolare? (Tra parentesi si è discusso di recente di come Tex ne "Il marchio di Satana" spari alla schiena di uno che fugge a cavallo ferito e senza armi in mano - scena a mio parere sbagliata - e a molti invece andava benissimo, mentre adesso Tex non può neanche sparare a uno che lo sta strozzando? Boh...). Mefisto cosa fa ne "La gola della morte"? Fa catturare Kit Willer dagli Hualpai, e poi Kit Carson, e fa uccidere i Navajos. Il nemico di Mefisto è solo Tex, è lui che l'ha arrestato ai tempi de "L'eroe del Messico", ma per vendicarsi se la prende anche col figlio, i suoi amici e i suoi indiani. E' una situazione tipica di tanti vendicatori, è un topos dei fumetti far soffrire colui di cui ci si vuole vendicare colpendolo negli affetti. I vendicatori di solito sono così, crudeli e perlopiù monodimensionali, accecati dalla voglia di vendetta. Che El Muerto affami gente innocente mi risulta nuovo, ma forse ho dimenticato qualcosa io... Sono sicuro però che El Muerto dimostra coraggio visto che affronta Tex da solo mentre avrebbe potuto eliminarlo già nella scena del saloon senza tanta fatica. Questo si può dire di tutti i nemici di Tex. Tutti alla fine perdono. Tutti bischeri? E Mefisto poi, che perde 5 o 6 volte? Un superbischero? Credo che tu sia l'unico lettore di Tex che ha sperato che alla fine vincesse El Muerto? E perché poi? Cosa ti ha fatto di male Tex in questa storia?. Non si sa. E' vero che è lento a inseguirlo all'inizio, ma a parte la sua lentezza (che serve a Nolitta solo per creare suspense non per denigrare Tex)? Mah! Forse abbiamo due versioni diverse di "El Muerto" perché a me non è capitato di odiare Tex, Kit e nemmeno i Navajos. Perché poi? Kit Willer viene ferito, non so perché dovrei odiarlo... El Muerto non ha il fegato di affrontare Tex? A me sembra proprio il contrario. E secondo me è la tua lettura di questa storia che non ha senso. Senza offesa, eh... Questa affermazione poi è il massimo del non-senso. Comunque, secondo me "El Muerto" non è un capolavoro, ha dei difetti ma resta comunque un'ottima storia in cui Tex non sfigura affatto. Inoltre contiene il duello più bello di tutta la serie (nonostante l'idea del carillon non sia originale). Se ci fosse un sondaggio sui duelli migliori di Tex credo che vincerebbe sicuramente questo: le ultime cinquanta pagine (compreso il flash-back) lo scontro tra Tex e El Muerto alla booth-hill di Pueblo Felix sono tra le pagine più amate dai lettori.
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Prima di dare dell'ignorante a Sergio Bonelli io ci penserei due volte... anche tre... visto che tutti sanno che aveva un'ottima cultura cinematografica. Se ti rileggi l'intervista che ho postato più sopra, spiega bene a cosa si riferiva Si riferiva ai film che parlano della sconfitta degli indiani d'America, del tramonto di quella civiltà, e del crepuscolo del West. In "Mercanti di morte" si vede bene come ormai gli indiani sono dediti soprattutto all'alcool, il West è ormai frequentato da delinquenti e da falliti, o da prostitute tristi che vivono di rimpianti (e così anche ne "Il cowboy senza nome"). Tutti personaggi tipici dei film western di Altman, Peckinpah, Aldrich, ecc. Queste sono le tue solite esagerazioni: che il Tex di Nolitta sbagli troppo spesso e volentieri è risaputo, ma bisogna valutare storia per storia, non tutte sono uguali. In molte Tex, nonostante gli sbagli, alla fine è decisivo. Senza Tex il colonnello Watson non sarebbe stato arrestato, i mercanti di whisky venderebbero ancora la loro merce, EL Muerto sarebbe ancora vivo, molti nella spedizione di Panama senza Tex sarebbero morti, il giudice Maddox ammazzerebbe ancora innocenti, Sasquatch sarebbe stato catturato dagli scienziati, ecc. In altre in effetti non ne combina una giusta: "Cruzado", "La grande minaccia", "La strage di Red Hill", "Il disertore"...
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Questo è verissimo. Però nell'ultimo periodo anche in GLBonelli si vedono affiorare qua e là storie meno ottimistiche rispetto al passato. Visto che abbiamo parlato tempo fa de "Il marchio di Satana", be' quella è una: alla fine le indiane Tex e Carson le trovano tutte morte e nessuno si salva, tranne loro. "Il tesoro di Victorio" è tutta basata sullo stregone Nana che viene torturato per giorni e giorni e poi ucciso, con i due pards che arrivano a cose finite senza poter far niente, e così "Linciaggio", ecc. ecc. Poi però, è vero, le atmosfere cupe e negative di Nolitta non le batte nessuno su Tex. Sergio Bonelli - lo ammetteva lui stesso - era più affine, come sensibilità, ai film western crepuscolari degli anni '70.
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Ecco qua: https://www.fucinemute.it/2013/10/cavalcando-con-tex-willer/ L'intervista è molto interessante per tante cose. Verso "Caccia all'uomo" io ho sempre avuto sentimenti contrastanti: da ragazzino, mentre cercavo di completare piano piano la mia collezione di Tex, avevo letto solo il finale, possedendo solo il n. 185 "Il giudice Maddox", quando Tex si riprende dalla botta in testa e poi fa giustizia dell'impiccagione di Andy Wilson, e mi era piaciuto un un sacco, tanto che l'albo - complice la bellissima copertina di Galep con Tex che spara cadendo da cavallo - era uno dei miei preferiti, con un Tex arrabbiato e implacabile come era giusto che fosse. Un finale degno di un film western vecchia maniera, come il finale de "Il cavaliere della valle solitaria". Poi, quando ho recuperato "Mingo il ribelle" sono rimasto deluso e mi sono detto: ma chi è questo che combatte contro i suoi stessi Navajos, un branco di ubriaconi senza arte né parte, e poi si fa persino fregare, nella scena della stalla, da uno sceriffo e dai suoi due aiutanti che Fusco raffigura come dei mezzi idioti? Tex di solito tre fessacchiotti così se li mangia a colazione e invece... Insomma, ancora adesso di "Caccia all'uomo" apprezzo il soggetto originale (per Tex), il personaggio di Andy Wilson e il finale, molto ma molto meno la caratterizzazione di un Tex scarso e con le manette nella prima parte.
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Rileggendo vecchie interviste ne ho trovata una del maggio 2010 in cui Sergio Bonelli parla de "Il segno di Cruzado": DOMANDA: Lei per Galleppini realizzò due storie di Tex che mi colpirono particolarmente: una, El Muerto, segnò la mia adolescenza fumettistica. Ma l’altra fu davvero particolare: Il segno di Cruzado. SERGIO BONELLI: Quella dei ragazzi indiani… Si! Una storia davvero forte perché, quando la leggi, non sai da che parte stare, sei diviso a metà e non riesci a prendere una posizione. Alla fine resti del tutto neutrale. Io scrivevo nei tempi morti, quando il lavoro d’ufficio me lo permetteva. Forse per una questione d’imbarazzo, non sapevo se esaltare la conquista o la resistenza degli indiani. Però ho sempre preferito il western crepuscolare, perché già ti fa capire quali saranno i vinti e i vincitori e personalmente sono più dalla parte dei vinti, di quelli che devono sopravvivere. Mio padre (Gianluigi Bonelli), ad esempio, aveva un carattere totalmente diverso dal mio, a lui piaceva la conquista, lo affascinava che ci fosse un vincitore alla fine di ogni storia. Io invece, per diversità di carattere, sono più affascinato dalla tragedia di questo popolo che vive i suoi ultimi anni con la consapevolezza di essere destinato a scomparire. Infatti colpisce più Il segno di Cruzado rispetto a un’altra grande storia di Tex, Sangue Navajo scritta da suo padre Gianluigi. Uno legge la storia ed è portato a stare dalla parte degli indiani, poi si vede quel gruppo d’indigeni impazzito seminare morte e dentro il lettore è come se si scatenasse una crisi di coscienza. E’ davvero un capolavoro, una delle mie storie preferite e una delle più belle di Tex in assoluto, perché ti lascia l’amaro in bocca… Infatti! E facevo fatica (così come molti altri) a continuare Tex proprio per questo motivo. Mio padre invece non aveva dubbi da che parte stare. A parte la bella intuizione di quando Tex sposa Lilith, la giovane indiana navajo, che rappresentò una svolta importante tanto da precedere anche un film come L’amante Indiana. Lui amava dire che erano i personaggi che agivano da soli e che gli trasmettevano le varie sensazioni da inserire nella storia. Dal canto mio io non avevo la sicurezza di essere bravo. Lui, da grande professionista qual era, invece sì. --------------- In realtà - commento mio - anche GLBonelli negli anni Settanta aveva cominciato a scrivere storie che lasciavano l'amaro in bocca (per il destino tragico degli indiani), ad es. "Apache Kid" e "Il tesoro di Victorio", ma anche, per certi versi, "Una campana per Lucero". Resta il fatto che Sergio Bonelli era probabilmente lo sceneggiatore meno indicato per continuare la tradizione del padre, vista la sua preferenza per il western crepuscolare e per i vinti. Eppure nell'intervista che ho postato due giorni fa di GLB lui afferma - dopo aver stroncato "I ribelli del Canada" - che nonostante tutto "comunque, la collaborazione fra me e Sergio ha dato spesso buoni frutti". E usa proprio la parola "collaborazione"... P.S.: a scanso di equivoci, non sono un fan del Tex di Nolitta , apprezzo solo alcune sue storie (o parti di storie).
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In un'intervista dell'ottobre 2013 Boselli così rispondeva a una domanda sul Tex di Nolitta: Domanda: "Caccia all'uomo", la prima storia scritta da Sergio Bonelli/Guido Nolitta per Tex e pubblicata nel gennaio 1976, fu considerata dal suo autore una storia sbagliata, perché in effetti Tex prende un granchio nel considerare colpevole un uomo che non lo è, e, quando se ne ravvede, è troppo tardi per salvargli la vita. Sei d’accordo col giudizio di Nolitta? È una storia da dimenticare o invece da considerare per l’umanità che è stata aggiunta alla figura di Tex? Boselli: Le tue domande permettono di fare un discorso coerente e concatenato perché tu mi proponi adesso una domanda su una storia molto controversa. La prima storia di Tex scritta da Sergio Bonelli, cioè da Guido Nolitta, fin dal suo apparire, a me stesso che ero un cultore di Tex e un appassionato e anche un amico della famiglia, sembrò veramente fuori linea, perché il Tex di quell’avventura è effettivamente nelle prime pagine uno sbirro, perfino uno sbirro che sbaglia: per cui sembra visto da un sessantottino. È come se Sergio si fosse messo nei panni di un ragazzo dell’epoca, di sinistra addirittura, (fra le numerosissime sfaccettature di Sergio c’era anche questa) che vedeva Tex come uno sbirro e che dava violentemente la caccia all’uomo, in quel caso un ragazzo, sbagliato. Certamente è così. L’idea bellissima della storia è che Tex poi vendica il ragazzo in maniera feroce, perché deve anche redimere se stesso da questo errore. La storia è accettabile sotto il punto di vista che perfino Tex, diamine!, può fare un errore nel corso della sua vita, l’importante è che non li faccia tutti i mesi! E quindi la storia, nonostante questo, è diventata un classico. E tra l’altro è bellissima e commovente. Veramente, dopo, pur mantenendo questo approccio, che si vede soprattutto in certe situazioni singole oppure nel suo modo stilistico di raccontare, Sergio si adeguò di più al personaggio e tirò fuori dei veri capolavori che si possono equiparare a quelli di Bonelli padre, come "El Muerto" o "Cheyenne Club", capolavori sì, ma non più tanto discutibili come era la pur bella Caccia all’uomo. D: "Oklahoma!", scritta da Giancarlo Berardi, è un’altra storia sui generis di Tex. Sergio Bonelli la destinò in un numero fuori serie (poi diventato l’antesignano dei Maxi Tex) per non infastidire i lettori più conservatori di Aquila della Notte. Cosa pensi della storia e della scelta di Sergio? Boselli: Sergio si sentiva abbastanza libero quando si trattava di scrivere le sue storie, perché lui era un autore e quindi si concedeva giustamente delle libertà. Anche io stesso, infatti, nonostante sia il curatore da un anno di Tex e quindi sappia benissimo come lo si dovrebbe scrivere, ogni tanto quando scrivo mi lascio la briglia sciolta per tirar fuori gli effetti buoni. Questo deve fare l’autore, non può reprimersi e tarparsi continuamente, sennò si rischia l’implosione, come è successo in altri casi in passato. Quando invece si trattava di essere curatore (a quell’epoca era Sergio il primo curatore di Tex insieme a Decio Canzio), era molto severo e infatti vide in "Oklahoma!" di Berardi qualcosa di anomalo, di troppo moderno che io personalmente ora non noto più.
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A proposito delle prime storie di Nolitta, ecco quello che diceva GLBonelli in un'intervista: DOMANDA: A proposito di Fernando Fusco, per i tre episodi disegnati da lui, Caccia all’uomo, Mingo il ribelle e Il giudice Maddox, si dice che i testi non siano suoi, è vero? RISPOSTA di GLB: Sì, sì, li ha fatti Sergio, mio figlio. Io poi gli ho corretto i dialoghi. Che cosa volete... ogni tanto, quando non ce la faccio più, lui scrive qualche racconto. Ma sa che il suo modo di parlare i personaggi è differente (il modo di parlare, non l’azione) e così mi manda i testi da rivedere e io glieli cambio quasi completamente. Come mai non li ha fatti lei? Ma perché non ho il tempo! Mi sembra che quasi tutti quelli che non ha scritto lei li ha disegnati Fusco, sbaglio? Sbaglia. Io ho scritto dei testi per Fusco (basta ricordare L’idolo di smeradlo e l’avventure recente della setta satanica, Il marchio di Satana), così come mio figlio Sergio ha scritto per Ticci, Letteri, Nicolò e lo stesso Galleppini (El Muerto e Cruzado). Comunque, la collaborazione fra me e Sergio ha dato spesso buoni frutti. Anche nei Ribelli del Canada? Quello è una vaccata di racconto. Abbiamo notato che in quei racconti c’è la stessa struttura narrativa del Zagor... Se n’è accorta altra gente. E pensare che quando Sergio ha cominciato a scrivere Zagor, dopo due o tre numeri mi aveva chiesto di continuarlo io. Gli ho scritto due o tre episodi di Zagor completi, dopodiché gli ho detto che non potevo fare l’uno e l’altro fumetto, così ha continuato lui. Ma le cose che scrive non le condivido tanto. Ma lui si rivolge ad un pubblico più giovane. Sì, ma dice lo stesso cose un po’ sconclusionate.
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Non te la ricordi bene "La ballata di Zeke Colter" perché non mi sembra che Tex si sia perso tra i monti e non dorme senza il fuoco, nessuno lo salva e non c'è motivo di considerarlo "scemo". Piuttosto, c'è una bella recensione (di tre mesi fa) del nostro Juan Ortega su Magazine Ubc: https://magazineubcfumetti.com/2024/07/31/la-ballata-di-zeke-colter/
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Scusa, Diablero, sia chiaro che non ho NESSUNISSIMA intenzione di riaprire la discussione sul fatto se sia stato GLB oppure, in un secondo momento, la redazione (Decio Canzio) a mettere solo uomini ne "Il marchio di satana", ma visto che ho appena riletto "Ore disperate" posso dire con certezza che quello che affermi non è affatto vero: Fusco in "Ore disperate" ha disegnato poche donne ma qualcuna l'ha messa, non è assolutamente vero che nella cittadina si vedono solo uomini, senza figure femminili o bambini. Io ho contato ben 11 vignette con donne e 2 vignette con bambini: Nel n. 241 "Ore disperate" si vede una donna a p. 29, 70, 71, 86, 97 (2 volte), 98. Inoltre un bambino a p. 88 e un altro a p. 99. Nel n. 242 "I quattro evasi" a p. 15, 22, 23, 24 in un albo che in gran parte è ambientato fuori città. Può anche darsi - come sostieni tu - che Fusco le avesse messe anche ne "Il marchio di satana" e poi le abbiano successivamente cancellate per trasformare Quemado in una città di soli uomini, ma "Ore disperate" non conferma affatto la tesi che Fusco era solito non mettere donne o bambini tra i passanti.
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Storia che nasce da un soggetto di Boselli molto liberamente interpretato da GLBonelli. Boselli in un intervista dichiara: Comunque sia, questa storia non è un granché. Gli avversari non sono particolarmente degni di nota, la trama è esile, il ritmo nella parte centrale, troppo parlata, è lento. L'inizio è anche interessante ma poi tutto si incanala in qualcosa di già visto e prevedibile, senza sussulti, con Tex e Carson che recitano la solita parte dei duri che provocano gli avversari in attesa di un loro passo falso, ma il finale è deludente e ha qualcosa di incompiuto. La tematica dei vigilantes non viene sviluppata, i personaggi sono monocordi, le scene d'azione nulla di memorabile, inoltre nelle ultime pagine non si capisce in base a che cosa - a parte l'intuito - Tex e Carson possano affermare che i quattro rapinatori siano anche i "Cavalieri della giustizia" che per noia o istinto criminale si dedicano saltuariamente al linciaggio. Insomma GLBonelli non al suo meglio. Da notare, in ogni caso, che l'immagine che viene fuori di questa città di provincia è tutt'altro che rassicurante: giustizieri violenti e criminali, sceriffi e vicesceriffi incapaci e accondiscendenti che delegano l'ordine pubblico ai vigilantes, cittadini anonimi e eterodiretti che si lasciano manipolare dai più violenti, assenza di personaggi femminili. Alla fine si salva solo il doc del paese, l'unico onesto e coraggioso in una cittadina molto molto grigia. Qualcosa di simile GLB ha proposto anche in "Linciaggio" (anche lì un microcosmo molto conformista). Voto: 6.
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Passano le prime due? Spero che superi il turno "Mercanti di morte", bel western crepuscolare un po' sottovalutato, tra le migliori di Nolitta. Invece, con tutto il rispetto per chi l'ha votato, "Il segreto del Morisco" è un vero polpettone indigesto. Peggio di "Alaska" e "Fort Sahara" messi assieme.
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Secondo me "I sabotatori" è una delle migliori storie di Boselli e di Tex in generale. C'è un po' tutto quello che si richiede a una Grande storia: Tex e Carson determinati e ironici in puro stile glbonelliano, degli avversari di grande rilievo e carismatici (Mondego, Bethany, gli agenti della ferrovia), una trama articolata, mai banale e piena di sorprese, personaggi complessi e ricchi di sfumature, una critica sociale alle prepotenze dei potentati economici (le compagnie ferroviarie) che spazzano via chi ostacola i loro interessi, adeguate riflessioni sul rapporto tra la giustizia e la legge, scene d'azione spettacolari, bellissimi dialoghi (tra i migliori di sempre), un Carson in gran forma e mangione (ma non in modo macchiettistico), un buon ritmo dall'inizio alla fine, un'atmosfera da grande film western, disegni dinamici ed eccellenti di Leomacs. Direi che non manca niente, e che il confronto con le storie migliori di Boselli e con quelle dei tempi d'oro di GLB è un confronto alla pari.
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Gran bella storia di GLB con un Kit Willer protagonista per gran parte della vicenda. Astuto e coraggioso come il padre, abile, intraprendente e indomito come lo si è visto raramente, ricorda un po' il Kit della sua prima avventura, "Il figlio di Tex", la sua migliore in assoluto a mio parere. In questa è meno scatenato e sbarazzino, ma altrettanto in gamba, determinato e con spirito d'iniziativa, direi una delle sue migliori prove, prima che GLB lo relegasse un po' alla volta in secondo piano. Solo Boselli è riuscito, in parte, a riprendere questo Kit Willer, dandogli l'importanza che meriterebbe, in storie come "Morte nella nebbia", "La mano del morto", "El supremo", ecc. "Pony Express" nel complesso è un'ottima storia ben articolata, con numerosi cambi di scena e bei comprimari (il navajo esiliato Zumah e la maliarda Nita Montejo), e con disegni di Muzzi migliori del solito. Mi sarebbe piaciuto prendere il cartonato che la Bonelli pubblica in edizione limitata fra un paio di giorni. Per fortuna è in b/n (224 pagine), anche se non si capisce perché in copertina non compaia il nome di Muzzi insieme a quello di Galep, né perché abbiano usato la copertina de "L'idolo di smeraldo" invece di quella bellissima di "Sangue sulla pista", con Tex ferito da una freccia steso ai piedi del cavallo (copertine così drammatiche non ne fanno più, eppure secondo me attirerebbero maggiormente l'attenzione dei lettori). Comunque, niente, non lo comprerò, visto l'assurdo prezzo: 75 euro! Sì, buonanotte. Una ventina di euro potevano bastare.
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Di questa storia è stato appena pubblicato il cartonato a colori, come fosse un classico da omaggiare, mentre invece è una fra le tante storie mediocri del periodo peggiore di Nizzi (la fascia 500). A parte la ovvia considerazione che c'erano decine di avventure migliori di questa da rieditare, stupisce che venga riproposta una delle più anti-texiane, in cui il nostro ranger non sembra nemmeno lui tanto è inerte, capace solo di assistere impotente prima alla tragica fine di una famiglia apache e poi alla fucilazione di Santos (che giustamente si è vendicato dell'uomo che ha ucciso i suoi genitori), in una delle peggiori pagine della serie. Per tutti e due gli albi Tex non ne fa una giusta, si fida degli ufficiali quando non dovrebbe, sbaglia spesso (e lo ammette lui stesso), non prova nemmeno ad aiutare Natay al momento della sua morte inseguito tra le rocce, sbaglia a valutare molte situazioni e così via. E' soprattutto un Tex incapace di assicurare il vero colpevole (il maggiore Leland ) alla giustizia, lasciandolo libero per vent'anni e, visto che la storia avviene quasi tutta in un lungo (e prolisso e ridondante) flash-back, il fatto risalta maggiormente: in tutti quegli anni Tex non ha fatto nulla per arrestare un uomo che sapeva essere un criminale assassino di indiani, costringendo così Santos a farsi giustizia da solo. Sembra persino impossibile che lo sceneggiatore di questa storia sciatta, di una drammaticità un po' fasulla, sia lo stesso che ha scritto "Furia rossa". Voto: 4 P.S. nel cartonato c'è anche l'errore di mostrare in copertina un Tex brizzolato, mentre la scena riproposta è ambientata nella giovinezza di Tex (visto che la storia è in flash-back), nel periodo successivo alla morte di Lilyth. A meno che quella sui capelli non sia neve!
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Per me “Il magnifico fuorilegge” è un vero e proprio capolavoro, sia per testi che per disegni. Un western avvincente, emozionante, divertente. Una girandola di inseguimenti, agguati, duelli, fuorilegge, indiani, colpi di scena, tranelli e sparatorie, che vuole recuperare il ritmo e l’atmosfera delle prime storie delle origini, aggiornandolo chiaramente a un linguaggio espressivo più moderno. E riuscendo nell’impresa. Restituendo così al lettore un magnifico giovane Tex irruento, spericolato, scanzonato, ancora parzialmente inesperto, ma spavaldo. Come ne “Il passato di Carson”, Boselli in questo “passato di Tex” volge lo sguardo all’indietro non per semplice nostalgia, ma per ricavarne un maggior vigore e slancio per affrontare le sfide del futuro, come fanno i suoi personaggi non per rimpiangere qualcosa di ormai trascorso e definitivamente perduto (come se il tempo non passasse), ma per vivificare il futuro, sempre mutevole, con la memoria delle esperienze giovanili. Ne viene fuori un Texone pieno di vitalità ed energia, che personalmente, in un'ipotetica classifica, metterei al secondo posto dopo “Patagonia”. Un grandissimo omaggio a GLB e ai vecchi indimenticabili western di un una volta.
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Questo chiude definitivamente la discussione sui presunti interventi di Nolitta. Quelli che con troppa sicurezza hanno riconosciuto in questa storia degli "evidenti dialoghi in stile nolittiano" si erano sbagliati di grosso! Magari in futuro bisognerebbe stare più attenti a fare simili ipotesi, perché si rischia di mettere in giro dicerie prive di fondamento che poi qualcuno prende per verità assolute, danneggiando anche GLB (visto che si dice che il tal dialogo non è il suo). Che Decio Canzio abbia fatto invece delle correzioni è possibile, ma restano solo supposizioni (anche se plausibili e motivate) che purtroppo nessuno potrà mai confermare. In questa storia gli unici interventi sicuri al 100% sono quelli operati da Monti sui disegni di Fusco.
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Ok, adesso è più chiaro cosa volevi dire. Forse ho frainteso... Ma se permetti la tua frase iniziale sul comportamento di Tex lasciava pensare che tu attribuissi alla presunta mano di Nolitta tutta la scena (e non solo i dialoghi). Comunque, chiarito questo, resto della mia idea : nelle liti con lo stalliere e col barman non ci vedo tanti rimaneggiamenti esterni. E non sono neanche d'accordo (non lo faccio apposta, te lo assicuro ) con la tua ipotesi secondo cui la frase di Tex che nel paese non ci sono donne sia un'aggiunta della redazione. Ora le ipotesi sono due: 1) L'idea di fare un paese abitato da soli uomini è di GLB e la vignetta di Fusco con una donna e un bambino è una svista del disegnatore (questa è stata l'ipotesi più credibile finora, tanto che nelle ristampe la donna è sparita. Ed è anche la mia idea) 2) GLB non si è posto il problema delle donne in una città di satanisti che verrà distrutta dal fuoco e il balloon con la frase "ci sono solo uomini" è stato aggiunto dalla redazione per dare una spiegazione alla mancanza di donne nel grande incendio finale (questa è la tua nuova ipotesi). Ipotesi suffragata dal fatto che, secondo te, Fusco non poteva essere così distratto dall'aggiungere una donna poco dopo la fatidica frase. E però contemporaneamente tu dai dei super-distratti a quelli della redazione che non correggono Fusco. Nell'ipotesi 1 era distratto Fusco, nell'ipotesi 2 era distratta la redazione. Ma cosa mi fa propendere per l'ipotesi 1? Il fatto che PER 160 PAGINE FUSCO NON DISEGNA MAI UNA DONNA. Se fosse vera la tua ipotesi che GLB non vi dava importanza e quindi non aveva dato nessun tipo di indicazione al disegnatore, perché nelle scene all'aperto in cui Tex e Carson attraversano più volte il paese non si vede mai e poi mai una donna? Di solito quando un disegnatore rappresenta una tipica cittadina del West e descrive il via vai dei passanti si vedono persone di ogni genere, no? Invece Fusco per 160 pagine non disegna donne. Poi compare la vignetta in cui Tex nota che ci sono solo uomini a Quemado e dopo due pagine ecco che invece appare proprio una donna col bambino. E' sicuramente un fatto curioso. Ma a me sembra più semplice spiegarlo con una distrazione di Fusco, che con un intervento a posteriori della redazione. Questo nel mondo reale e logico. Nel mondo della fantasia un paese di soli uomini dediti al culto di Satana che rapiscono solo donne giovani ha un suo perché e un suo fascino macabro, nonché simbolico. Oltre che pessimistico. Tutta la città alla fine è condannata senza speranza, nessuno escluso, e anche Tex e Carson non riescono a salvare che se stessi. Tu dovresti fare il moderatore, Condor. Saresti perfetto. Anche se nessuno purtroppo ti ascolta.
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Secondo me, Diablero, fai post troppo lunghi e poi non ti ricordi più che cosa hai scritto. Rileggiti: L'hai scritto tu che la scena in cui Tex litiga con lo stalliere e poi quella in cui si scontra col barman sono state scritte da Nolitta e non da GLB, che non si riconosce la sua "mano". Io non ho fatto nessuna parodia del tuo pensiero. Quindi tu non hai parlato solo di piccoli ritocchi ai dialoghi qua e là, ma proprio di due scene che, messe insieme, più o meno durano 7-8 pagine, e che oltre ai dialoghi prevedono anche il comportamento di Tex (per esempio, in quella col barista Tex gli fracassa la bottiglia che ha in mano con la pistola). Secondo te questo Tex "attaccabrighe" è nello stile di Nolitta, ma a me non pare proprio. E poi mi sono anche chiesto - ammesso che tu abbia ragione - perché mai Nolitta avrebbe dovuto fare simili rimaneggiamenti: GLB non le aveva scritte bene? Voleva rendere Tex più simile al suo di "Caccia all'uomo"? E perché mai? Insomma, se prima tu parli di comportamenti di Tex modificati (quindi di scene) e poi te lo scordi, non ti incavolare con gli altri...
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Ma queste sono solo supposizioni. Non si possono trasformare nostre ipotesi, per quanto probabili, in certezze assolute, rischiamo di far passare cose che forse non sono vere per fatti ormai assodati da tutti. Può darsi benissimo che ci siano stati interventi redazionali, io non dico di no, ma non ne siamo sicuri. Chi l'ha detto che il dialogo che ho postato più sopra non l'abbia scritto proprio GLBonelli? Solo perché non ci piace? E, se nel caso l'avesse riscritto qualcuno in redazione, a quale scopo? Se GLBonelli l'aveva scritto bene, perché cambiarlo, per peggiorare i suoi dialoghi apposta? Nolitta si divertiva a peggiorare i dialoghi del padre per fargli dispetto? Diablero scrive: Qui Diablero si può incazzare quanto gli pare ma la sua ipotesi è assurda, perché vorrebbe dire che non solo Nolitta avrebbe cambiato qualche dialogo ma addirittura tutta la scena dello stalliere e quella successiva del barman (altro che piccole modifiche, sono diverse pagine), e per che cosa? Per far diventare più antipatico Tex? A parte che la cosa non avrebbe senso, qui non è Tex ad essere antipatico e attaccabrighe, ma sono lo stalliere e il barman che hanno un comportamento gretto, da strozzini attaccati ai soldi e poco ospitali con gli stranieri. E Tex reagisce da par suo. Io tempo fa avevo fatto un'altra ipotesi su queste scene, scusate l'autocitazione: Tra l'altro, è la tipica situazione di molti horror (e non solo) quando l'eroe arriva in uno sperduto paesino di provincia e tutti lo guardano male solo perché è uno straniero, e non vedono l'ora che se ne vada... Io non ci vedo nulla di nolittiano. Concludo, parlando per l'ultima volta (sarà davvero l'ultima! ) della scena di Tex e Carson che sparano alla schiena di uno che fugge SENZA ARMI IN MANO (il fatto che abbia un fucile nella sella non vuol dire niente, perché non lo sta usando e soprattutto non lo può usare, visto che il braccio destro è ferito). Scena per me non da Tex (al massimo, come dice giustamente Magic Wind, da Tex dei primissimi numeri). Tex di solito "scalda la schiena" agli avversari quando loro hanno armi in pugno e gli sparano, oppure non sparano ma sono comunque pericolosi perché in superiorità numerica (indiani o gruppi di banditi che fuggono ma che potrebbero tornare indietro o uccidere innocenti che incontrano). Ma qui Tex e Carson sono due contro uno e il tipo non può più nuocere ad anima viva. Inerme e innocuo. Per me la scena è equivalente a uno che sulla main-street spara a Tex, il quale poi gli fa saltare via la pistola e lui, pur avendone un'altra nella fondina, scappa e, mentre dà le spalle, Tex gli spara alla schiena. Non si fa...
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Mmm... Diablero, ti stai arrampicando sugli specchi come un fan di Nizzi qualunque. Praticamente le cose che non funzionano in questa storia, secondo te, sono tutta colpa della redazione o di altri, senza che tu abbia uno straccio di prova per quello che dici... Mah! Ora, la vignetta che ho postato è chiarissima e parla da sola: Tex e Carson uccidono un ragazzo sparandogli alle spalle. Il ragazzo è ferito al braccio destro, sta scappando, si vede benissimo che non ha nessun'arma in mano, non è più un pericolo né per loro né per nessun altro. Il ragazzo ha cercato di ucciderli, è vero, ma non c'è riuscito e ora si limita a fuggire verso il paese dove i due rangers non avranno difficoltà ad acciuffarlo (il paese è piccolo, lui è ferito e farà fatica a nascondersi, lascerà tracce, e comunque qualcuno lo noterà no? Non dimentichiamo che i rangers non sanno ancora che in paese sono tutti complici tra loro). Qui Tex e Carson lo vogliono chiaramente uccidere! Non è solo il ballon della vignetta precedente, è tutta la scena che lo fa capire, per esempio sparano sempre al corpo del ragazzo e non al cavallo. Insomma, qui Tex fa lo sbirro, il giudice e il boia allo stesso tempo (per un accusa di tentato omicidio di un tizio che neanche conoscono e non sanno cos'ha fatto). A me sembra un evidente atteggiamento non-texiano (anche se lo ha scritto GLB). Sospettano di Crandall ma si fanno fregare facilmente da lui. Capita anche a Tex, per carità, ma non mi venire a dire che in un paese di pochi abitanti come Quemado Tex sa che ci sono dei satanisti che usano la croce di Lorena come simbolo e il capo della setta non ne sa nulla? Non è ovvio che sia lui il mandante? Il paragone che hai fatto con il Ku Klux Klan e il parroco non c'entra niente: Tex se in un paese si scontra con alcuni membri del Klan non è che sospetta del parroco del paese per via della croce fiammeggiante, ma sospetta piuttosto del capo del Ku Klux Klan locale come mandante, no? E magari cercare di incastrarlo o sbatacchiarlo, piuttosto che seguirlo con la guardia abbassata come fa qui... Se vogliamo fare i pignoli, poi, c'è un altro aspetto della trama che lascia un po' a desiderare... I satanisti che bruciano la chiesa nei cui sotterranei ci sono i cadaveri delle squaw. Be', così facendo non fanno altro che alimentare i sospetti di Tex, invece di sviarli, e infatti Tex si mette a cercare tra le macerie e trova la botola, che senza l'incendio forse non avrebbe nemmeno cercato... Non molto furbi questi satanisti... Resto comunque dell'idea che le imperfezioni di cui sopra non la rovinano, il giudizio dev'essere globale e nell'insieme questa è veramente una bella storia.
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Ma se tu e Joe7 avete commentato la scena con le frasi - parole testuali - "Carson va a puttane", "Carson va a letto con donne come fa un vecchio porco" "questo Carson fa schifo". E meno male che non ci si scandalizza... Le storie non sono fatte solo di elementi che servono necessariamente alla trama, "all'economia del racconto", ma anche di tanti piccoli dettagli, particolari, scene e scenette slegate dalla vicenda, che servono a dare maggiore realismo alla storia, oppure a darle vivacità e brio, oppure a delineare meglio i caratteri dei personaggi, oppure a rendere anche la quotidianità di tutti i giorni, oppure come intermezzo tra una scena madre e l'altra. Quante volte abbiamo visto Carson che andava a vedere le ballerine nel saloon, senza nessuno scopo ben preciso. Anche quelle mica servivano "all'economia della storia". Oppure lamentarsi perché mangiava fagioli da giorni e aveva fame o dialoghi e battibecchi tra i pards o siparietti vari... Neppure quelli servivano "all'economia della storia", servono a rendere la narrazione più piacevole e divertente, o a dare l'illusione di una maggior "realismo". Carson ha una storia (appena accennata) con una ristoratrice che conosce da tempo? E allora? Dai dialoghi si intuisce che non è la prima volta che si frequentano (lui la chiama "vecchia amica", "la vecchia Rose", lei gli dice che "dovrebbe venire più spesso a trovarla", lui le confessa che "le è mancata" (parla della sua cucina ma si capisce dagli sguardi che sta in realtà riferendosi a lei). Ruju oltretutto non ci fa vedere Carson che entra subito da lei, o sale le scale per andare nella sua stanza o cose simili, le vignette a p. 33-34 ci fanno vedere Rose che alla fine della serata sta spazzando la soglia del suo ristorante e lui che rimane lì fuori a chiacchierare con lei allegramente, in attesa della chiusura: è una scena di familiarità, che ovviamente prelude ad altro, ma che ha una sua finezza. Non stiamo parlando nemmeno dell'avventura di una notte, ma di due persone adulte che si conoscono bene e da tempo ("vecchia amica"). Se per voi lei è una puttana, o una donna di facili costumi, e lui un porco, andiamo bene... Viva il 1948... Quando i vestitini succinti di Tesah NON servivano "all'economia del racconto"...