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TWF - Tex Willer Forum

Poe

Allevatore
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Everything posted by Poe

  1. Non c'è bisogno, secondo me, di motivare l'odio feroce di Mefisto verso Tex con la morte di Lily, basta e avanza quello che Tex gli ha fatto subire ai tempi dell'"Eroe del Messico", ossia l'inseguimento notturno, travestito da cavaliere nero, che terrorizza lui e Lily urlando il suo nome, braccandolo, per poi, dopo averlo sfinito, catturarlo e legarlo come un salame, tutto stracciato, sul dorso di un mulo (neanche un cavallo). Insomma, non solo rovina i suoi piani, ne infrange i sogni, lo arresta e lo fa marcire in prigione, ma anche si diverte a terrorizzarlo per bene e a umiliarlo in tutti i modi. Direi che l'odio e il desiderio di vendetta sono il minimo... In realtà Boselli ha già dato una possibile spiegazione in "Mefisto: le origini del male", dove ha aumentato di molto le ambizioni del giovane Steve Dickart ( e di conseguenza la sua frustrazione nel veder fallire i suoi piani per colpa di Tex), non solo l'ambizione nella magia, ma anche in politica. Scusate l'autocitazione dall'altro topic: "I soldi e il sapere sono entrambi un mezzo... è il potere ciò che desidero... l'abilità di costringere gli altri al mio volere". Questa è la vera filosofia/psicologia di Steve Dickart, alias Mefisto. E anche della sorella Lily, alla fin fine. Ciò che più conta per entrambi, infatti, è la capacità di "costringere gli altri" a far ciò che loro vogliono, Steve per mezzo della magia, Lily per mezzo della seduzione. Il potere sugli altri è lo scopo di Steve Dickart, e ora il suo sogno è il potere politico e il "grande gioco segreto", che gli appaiono più eccitanti e appaganti dell'ipnotismo e di tutti i trucchetti usati finora, il modo migliore per comandare sugli altri, attraverso la carriera politica, diventando un senatore o addirittura - lo dice lui esplicitamente - il presidente della nuova nazione che nascerà dalla secessione del Sud." Così si può spiegare anche perché ne "La gola della morte" Mefisto vuole che Tex uccida il figlio: vuole costringerlo a fare quello che lui non farebbe mai, vuole dimostrare di essere più forte e abile di Tex, ipnotizzare Kit e Carson e farli uccidere da Tex senza neanche ipnotizzarlo. E ovviamente vuole arrecargli un dolore insopportabile, e infine disonorarlo, umiliarlo come lui è stato a suo tempo: insomma, desiderio di potere sugli altri e vendetta per le ambizioni fallite. Già nella breve storia dell'ultimo Magazine vediamo un Mefisto particolarmente vendicativo verso chiunque appena lo ostacoli o parli male di lui. Insomma è già un tipetto megalomane, rancoroso e pieno di livore verso tutti. Se poi ci aggiungiamo che Lily lo abbandonerà (già lo sappiamo), e che lui imputerà a Tex la rottura con l'amata sorella, il quadro è completo. E poi chissà, Boselli magari potrebbe anche accentuare nel prossimo capitolo mefistofelico le sofferenze e le violenze subite dalla sorella in carcere, e questo far aumentare ancora di più l'odio di Mefisto. Alla fine secondo me Nizzi ha fatto bene a far tornare un personaggio così interessante come Lily (è l'unica cosa buona della Mefistolata) poi giustamente ripreso da Boselli. La Lily invecchiata, cinica e malvissuta di Nizzi è un bel personaggio. Che poi abbia finito per oscurare il fratello è un altro discorso...
  2. Se non sbaglio, non è Fusco, ma Vincenzo Monti che la disegna. Il titolo è "Luna comanche" Ricapitolando, le ultime storie di GLB, dopo il ritorno di Yama/Mefisto: n. 269 - Il segreto della Sierra Madre (Letteri) pubblicata nel 1983 - Bandoleros (Monti) - Dinamite (Fusco) - La foresta pietrificata (Letteri) - Un mondo perduto (Nicolò/ Monti) - Il carro di fuoco (Ticci) - Uno sporco imbroglio (Monti) - Luna comanche (Letteri) - Tex 300 (Galep) - La minaccia invisibile (Letteri) - Il ranch degli uomini perduti (Villa) - Gringos (Civitelli) - La città corrotta (Civitelli) - Terra violenta (Letteri) n. 364 - Il medaglione spagnolo (Letteri) pubblicata nel 1991
  3. In realtà questa è la più facile, per me: non ho avuto esitazioni. 1971 (Sulle piste del Nord, Il figlio di Mefisto) 1972 (In nome della legge, Diablero) 1973 (Una campana per Lucero, Terra promessa, San Francisco)
  4. Sicuramente vincerà l'anno 1969, di gran lunga il migliore, con "Massacro", "Il giuramento", "Gilas", "El Morisco", ecc. un capolavoro dietro l'altro. Chissà che spasso per i lettori dell'epoca... Nessuno invece sta votando il 1961!!!... Ma come...? L'anno di "Sangue Navajo" una delle storie più importanti, più belle e originali di tutta la serie??? Una storia cardine, che anticipa il western dalla parte degli indiani, che è stata ripresa e citata non so quante volte nelle storie successive??? (In più quell'anno c'è anche "I figli della notte". Più difficile scegliere la terza... il 1965 se la gioca col 1967, ma alla fine ho votato il 1965. Da notare che negli anni '60 aumentano notevolmente le avventure "insolite" e "magiche": in precedenza si erano visti solo Mefisto, Vindex e poco altro, ora non ci sono più freni alla fantasie di GLB che contamina il western con altri generi, per cui vediamo: un extraterrestre, dinosauri, uno scimmione tagliateste, una città perduta rimasta al passato, mummie, pietre che danno la morte, antichi templi aztechi, funghi allucinogeni, una lancia magica, un meteorite rosso, il castello nella foresta del Grande Re, il castello tra le paludi di Mefisto (che torna due volte), Proteus, Zhenda, El Morisco, ecc... Ci fosse stato il forum all'epoca chissà quante lamentele per tutte queste stranezze in un West così poco cassico... Da notare, all'opposto, la presenza di diversi personaggi presi dalla Storia, cosa fino a quel momento molto rara (la banda Dalton, Quantrill...). Invece qui abbiamo l'apparizione di: Cochise, Buffalo Bill, Il Mucchio Selvaggio, Wovoka, Plenty Horse e il tenente Casey, i russi in Alaska, Mano gialla, ecc... Personaggi realmente esistiti, ma usati come semplice spunto per avventure molto libere dalla fedeltà storica. Inoltre da ricordare due storie che cominciano a scavare nel passato di Tex, con ampio uso del flash-back: "Il passato di Tex" e "Il giuramento". Ci sono un po' meno personaggi femminili rispetto al passato (la migliore Esmeralda). In compenso arrivano tre rinforzi non da poco per Galep: Letteri, Nicolò e Ticci!
  5. Più che lasciar fare - anch'io la ricordavo ma sono andato a vederla per rinfrescarmi la memoria - Tex capisce che di fronte alla folla infuriata non può proprio far niente, anche volendo, e che non c'è nessuna possibilità di salvare i banditi dal linciaggio. Però, potendo li avrebbe salvati. Anche in questa scena di Cochise Tex capisce che non può far niente, però in "Vigilantes" almeno abbozza un tentativo di intervento, e in più alla fine aggiunge un commento di pietà verso tutti "i furfanti" che non riusciranno a sfuggire al linciaggio. Qui Tex non dice niente e se ne va e basta, come se approvasse la vendetta di Cochise (anche se non la tortura). Secondo me si poteva aggiungere un tentativo di Tex di non far torturare Kirker, una vignetta come in "Vigilantes", con Tex che si fa avanti e dice qualcosa come: "Cochise non..." E Cochise che gli mette una mano sulla spalla, dicendogli: "No. Non puoi impedire la sua lenta morte..." o qualcosa del genere. Sul fatto che in GLB non sia mai successo... Be', però quando Tex ne "La paga di Giuda" si vendica di Brennan non lo fredda semplicemente con un colpo di pistola, ma in un certo senso lo tortura - anche se non fisicamente - facendolo morire lentamente, lasciandolo affondare col suo battello, e prima allestendo un macabro teatrino tutto per lui, terrorizzandolo e sadicamente assistendo alle sue urla di paura. Non proprio una fine pietosa ed eticamente corretta...
  6. 1951 - è l'anno della miglior storia IMHO di questo periodo, "Il tranello" (in più c'è "La banda dei Dalton) 1959 - "La gola della morte" è l'altro capolavoro di queste prime annate 1949 - "L'eroe del Messico", "Mefisto la spia", "Uno contro venti", le prime apparizioni di Montales e di Mefisto-Lily, come si fa a non votarla? In più c'è anche "Il sindacato dell'oppio", con questa indimenticabile vignetta di Tex ferito con un coltellaccio nella spalla, che cammina nella notte. Ma c'è da dire che nel 1949 Tex è più che mai un' inquietante "ombra nella notte pronta a ghermire chiunque gli attraversi la strada" , o anche "un cavaliere nero" oppure "un demonio" oppure colui di cui "la morte deve essere fedele compagna ogni giorno". in attesa di diventare nel 1950, tutto mascherato di nero, "l'aquila della notte" e negli anni successivi la personificazione stessa della "morte che aspetta nel buio" e nel 1959 "l'uomo della morte" più che mai.
  7. Non sono un fan di Nizzi ma credo sia "La montagna del mistero" Almanacco 1999, disegni di Repetto.
  8. Tex per me dovrebbe essere come un ottimo telefilm Non potrei essere più in disaccordo. Primo: perché le storie migliori e memorabili, che tutti amiamo, sono quasi sempre storie lunghe e articolate, in Tex Willer "Pinkerton Lady", "Nella terra dei Seminole", in Tex "Nel nome della legge", Sulle piste del Nord, Il passato di Carson, Gli invincibili, L'ombra del Maestro, Le navi perdute, ecc. ecc. Secondo: perché comunque Boselli ha sempre l'accortezza di intervallare le storie lunghe con altre di soli due o tre albi (finora ha sempre fatto così) Terzo: io preferisco un ottimo film a un pur ottimo telefilm (e non solo per la lunghezza) Quarto: la lunghezza di una storia non si può stabilire a priori: se lo sceneggiatore ritiene che ci vogliano 5 o 6 albi per raccontare quel tipo si storia che ha in mente, quella storia va scritta in 5 o 6 albi, c'è poco da fare. Quinto: se uno non si ricorda le puntate precedenti ha due possibilità: o legge l'intera storia solo alla fine, tutta in una volta; oppure - come faccio io - prima di leggere il nuovo capitolo, ridà un'occhiata veloce a quello precedente, lo sfoglia per 2 minuti e tutto gli torna subito in mente. Semplice. Sesto: quest'idea mi ricorda un po' la mentalità dell'ultimo Nizzi (che infatti faceva solo storie di 2 albi), per cui leggere Tex dev'essere per il lettore come immergersi in un bagno tiepido (parole sue). Che io ovviamente non condivido. Lui lo diceva magari in senso diverso (si riferiva al ritorno di certi cliché sempre uguali), ma insomma l'idea è quella che si deve sempre compiacere il lettore a tutti i costi.
  9. Letto il sesto e ultimo albo, non si può che apprezzare e ammirare nell'insieme questa splendida storia. Un sentito grazie agli autori. Davvero una vicenda coinvolgente, che riesce a ricostruire una pagina di Storia del west senza perdere il fascino e le emozioni dell'Avventura. Ultimo albo con tanti pregi e nessuna critica particolare, se non forse qualche scena e un finale un po' affrettati, e il non troppo sviluppato personaggio di Kirker che... SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER che inaspettatamente finisce qui la sua carriera criminale e politica, contrariamente a quello che avevo ipotizzato io. Una piccola osservazione: Tex a volte risulta fin troppo calmo e ragionevole anche con emeriti imbecilli, vedi per esempio il cowboy Mark, che nell'ultima vignetta di pag. 7 gli dà persino del bugiardo. Mi sarei aspettato a pag. 8 uno sganassone di Tex, visto che di solito non si lascia dare del mentitore impunemente (considerando anche che già il furbone gli aveva sparato per sbaglio), invece il Nostro mantiene una calma e una pazienza ammirevoli e insolite... Per il resto tutto scorre a meraviglia e ogni personaggio da Delkay a Thazay, agli Shawnee, ecc. ha un suo ruolo e importanza. Riuscitissime le scene di combattimento. Piuttosto crude e realistiche alcune di tortura e morte: condivisibile l'idea di non fare di Tex Willer un fumetto "ingenuo". Non resta, quindi, che aspettare il seguito disegnato da Gomez!
  10. Una storia minore di GLBonelli, breve ma piuttosto insolita e originale. Innanzitutto il soggetto: nello scontro tra allevatori di bovini e allevatori di pecore (tema quasi mai affrontato in Tex, anzi forse solo qui) Tex decide di difendere questi ultimi comprando il loro gregge. Proprio così, Tex per qualche giorno diventa un pecoraio! Naturalmente solo per provocare gli avversari e poterli contrastare meglio, fino a farli desistere dai loro propositi criminali. E qui abbiamo il secondo elemento anomalo, il finale: il prepotente allevatore Rickett non viene punito col carcere o con la morte (nonostante i suoi propositi omicidi) ma semplicemente danneggiato nel suo patrimonio (la distruzione del ranch) e nel portafoglio (deve acquistare a caro prezzo i terreni a pascolo libero), e tutto si risolve in modo molto pragmatico, con accordi economici: Tex paga 2.000 dollari l'allevatore di pecore perché torni sui pascoli del Dakota da cui è venuto (l'Arizona purtroppo non era un posto per lui), poi compra per 5.000 dollari i terreni e alla fine li rivende per 10.000 dollari all'allevatore Rickett. Risultato: sono tutti contenti e Tex guadagna 3.000 dollari! Anzi metà della cifra, perché l'altra metà spetta al "socio" Carson, che sta al gioco del pard e, ridendosela sotto i baffi, entra anche lui nell'"affare". Un finale più unico che raro... Si potrebbe obiettare che l'allevatore Rickett, che ha cercato di far la pelle ai quattro pards, tutto sommato la fa franca, però è anche vero che non ha ucciso nessuno (gli allevatori di pecore li ha solo spaventati o feriti) e che probabilmente Tex conta sul fatto che, una volta eliminata la causa del problema (l'allevamento di pecore), tutto fili liscio e Rickett la smetta di fare il prepotente. Resta il fatto che Tex ha sempre avuto un concetto della giustizia molto personale, pratico e realista, e in questo caso sembra capire che per gli allevatori di pecore non c'è posto in Arizona, e che nonostante la ragione e la legge siano dalla loro parte, forse è meglio per loro respirare un'altra aria... La terza curiosità della storia è il tono leggero e ironico che la pervade dall'inizio alla fine (anche se questo non è affatto insolito per il Tex di GLB). Tex si diverte un sacco, più del solito, e con fare sornione e beffardo scherza con Carson che gli dice: "Guai a te se mi farai rimettere un solo dollaro!", rispondendogli: "Stai tranquillo, in questo affare al massimo ci rimetterai la pelle!"; scherza con i pecorai, facendoseli amici, scherza con la dinamite accendendo un candelotto nel saloon e pretendendo che l'avversario lo prenda in mano (facendo poi saltare per aria l'entrata del saloon), infine si prende gioco un po' di tutti, sceriffo e nemici, dando scacco matto in poche mosse, col sorriso sulle labbra, e senza ammazzare nessuno. Insomma, un bell'esempio di come si possa fare una buona storia di routine, breve e senza troppe pretese, ma allo stesso tempo piacevole, per nulla noiosa, convincente e credibile in tutti i suoi personaggi.
  11. Per me la questione è molto semplice: di solito le case editrici ristampano in volume gli albi migliori di un autore, non i peggiori ("Il passato di Carson" non "Alaska"; "Il giuramento" non "Il medaglione spagnolo"; "Furia rossa" non "I fratelli Donegan"). Prima de "Gli uomini giaguaro" (integrale o meno) ci sono tutte le altre storie di Nolitta da rieditare, volendo, che sono senz'altro migliori di questa - piaccia o meno Nolitta. Per esempio - se non si vuole andare nei soliti titoli - "Mercanti di morte/Contro tutti", bella e onesta storia western crepuscolare, disegnata da Nicolò, meno nota di altre e poco citata, ma secondo me più riuscita. Sicuramente migliore de "Gli uomini giaguaro". Di gran lunga. E comunque, se "Gli uomini giaguaro" venisse riproposta in volume (io spero di no), le parti tagliate, al limite, andrebbero riproposte in appendice, come curiosità o bonus, non reinserite nella storia.
  12. Senza nulla togliere alla bella analisi che fai di "Diablero", capolavoro assoluto di GL Bonelli, a me non sembra proprio una storia complessa come intreccio o come personaggi o come relazioni tra di loro, anzi è una storia molto lineare e semplice da leggere, io l'ho letta da bambino e ricordo di non aver avuto nessuna difficoltà a seguire "le linee narrative separate". GLB faceva storie anche complesse e con personaggi più profondi di quel che di solito si pensi, ma non "Diablero" , ripeto: capolavoro, ma di facile fruizione. Dire poi che Boselli scriva storie meno complicate di quelle di GL Bonelli... Ma dai! Ma se tutti i GLbonelliani "ortodossi" (o "i nizziani") si sono sempre lamentati con Boselli per le sue trame intricate, le sottotrame, i suoi flashback, l'eccesso di personaggi, ecc. ecc. Basti citare la recente storia di Juan Cortina su Tex Willer o quella di Mefisto a San Francisco o le Navi Perdute, El supremo, ecc. ecc. Anche Nolitta non scriveva storie ooi così banali, I ribelli del Canada, La strage di Red Hill, Giungla crudele, ecc. hanno un intreccio complesso - che piacciano o meno - e anche Ruju ci ha provato con Guatemala e Vancouver - riuscite o meno è un altro discorso. GLBonelli è un grande sceneggiatore, non c'è dubbio, basta solo rileggersi "Sangue Navajo", "Sulle piste del Nord" e "Il laccio nero", ma non facciamone adesso il santino, non è lo sceneggiatore perfetto e inarrivabile, a cui nessuno riesce solo lontanamente ad avvicinarsi, se no si finisce per fare i Guarino della situazione.
  13. Storia che non mi è piaciuta e che non raggiunge la sufficienza secondo me (i disegni sì). Vanno benissimo le storie minori, di routine, ci sono sempre state in tutte le serie a fumetti, anche nel primo Tex, sia nella fascia da 1 a 100, che dal 200 a 300 e così via. E' inevitabile, ci saranno sempre. Ma qui siamo proprio al di sotto dello standard medio. Storia e personaggi scialbi (il punto più basso sono la mogliettina, il giudice e gli indiani, soprattutto i due superstiti che tornano da Sam Spring per farsi restituire l'oro e vengono ammazzati all'istante!), situazioni poco credibili (il processo e non solo) e affrettate (il soprassalto di coscienza dei cittadini), ma soprattutto uno stile narrativo, dei dialoghi e una caratterizzazione dei personaggi molto "vintage", quasi ingenua, da telefilm d'altri tempi. Non sembra un western scritto nel 2023. Tex è un personaggio classico, ok, ma non così... Ruju, se vuole, sa fare di meglio. (Anche di peggio, vedi "Rancheras"). "La gazza ladra", per dire, l'anno scorso mi aveva divertito, era piacevole e fresca, con un bel ritmo, qui Ruju denota parecchia stanchezza, oppure fretta di finire il prima possibile due albi che non sente molto. Però anche le storie minori dovrebbero avere qualcosina che le distingua da altre, un personaggio, una scena, qualche bel dialogo di Tex, un po' di dramma. Qui nisba. Anche il ravvedimento del vicesceriffo suona come posticcio, artificiale. Speriamo che il ritorno di "Wolfman" tra due mesi sia più ispirato... Sull'influenza di Civitelli su Rossano Rossi. In una vecchia intervista che ho trovato diceva: DOMANDA: - Chi possiede un occhio da texiano esperto, ammirando alcune sue tavole, si azzarderebbe a sbilanciarsi nell'affermare che uno dei modelli che potrebbero aver ispirato il suo stile risponde al nome del maestro Civitelli. C'è del vero in questo e quali sono gli artisti che hanno maggiormente influenzato la sua formazione? RISPOSTA di Rossano Rossi: - Indubbiamente Fabio Civitelli è stato insieme a Marco Bianchini, uno dei miei punti di riferimento. Essendo miei concittadini, è stato facile per me frequentarli ed imparare tutti i trucchi del mestiere. Passando a disegnare Tex è chiaro che lo stile di Fabio mi abbia influenzato molto, ma anche quello di Ticci e Villa, che sono anche loro tra i miei disegnatori preferiti. Da ragazzo invece mi sono studiato molto Alex Raymond e Burne Hogarth, due artisti eccezionali.
  14. Un'altra tavola di Font presa dalle anteprime. Decisamente insolita per Tex. La copertina invece a me ricorda un po' "Massacro", fatte le debite differenze.
  15. Storia piuttosto modesta, a mio parere, che spreca i bei disegni di Venturi. I difetti sono tanti, alcuni macroscopici già segnalati da chi mi ha preceduto: Tex s'infila nella tana del lupo e neanche si guarda alle spalle, pur sapendo che, oltre all'assassino, in giro c'è anche il suo killer di fiducia. E Tex se lo dice persino da solo: "Sono stato un idiota a non pensare a lui!" In effetti Tex gironzola tutto il tempo per il paese limitandosi a raccogliere qua e là le varie soffiate dei cittadini, con poco fatica e neanche un po' di suspense. Per poi alla fine farsi salvare da altri. Se si aggiungono dei dialoghi (e pensieri) a volte prolissi e ripetitivi (vedi lo spiegone finale in cui Tex riassume al colpevole ciò che lui ha commesso e che noi lettori già sappiamo), scontri a fuoco banalissimi, lettere, biglietti e informatori vari come scorciatoie narrative, il giudizio finale su questo giallo prevedibile e ben poco western non può che essere negativo. Al confronto, "Orrore" di Medda, n. 410-411, dal soggetto simile (un serial killer nascosto in una piccola cittadina) risulta, invece, molto più credibile e appassionante. Medda regala al lettore tensione, atmosfera e un finale imprevedibile, qui invece la trama procede in modo piuttosto piatto, con ben pochi sussulti, considerando che l'antagonista dovrebbe essere invece un efferato e imprendibile serial killer (raffigurato qui come un ranchero in vestaglia)! L'impressione finale è che la storia sia stata presa da un giallo qualunque e poi inserita a forza nel mondo di Tex, senza adattarla più di tanto al personaggio.
  16. In teoria è giusto, in pratica le cose non sono così semplici: in alcune storie certe scene sono chiaramente, obiettivamente, inequivocabilmente non-texiane (di alcune di Nolitta o dell'ultimo Nizzi, c'è poco da discutere, non è questione di gusti, sono sbagliate e basta, perché sono l'opposto del personaggio originario, e questo va detto e ribadito), altre invece sono più ambigue e soggette a diverse interpretazioni (e qui nascono i flames, perché qualcuno pensa invece che siano obiettive anche queste). Il punto è proprio che la distinzione tra "fatti" e "interpretazioni" non sempre è così chiara: per qualcuno è un "fatto" che la tal scena non sia da Tex, mentre per altri invece lo è eccome (oppure non è da Tex ma chi se ne frega). Ma il punto ancora più importante - secondo me - è che il Tex di GLB cambia col tempo e non sempre agisce coerentemente a certe regole, come invece si crede. L'ha scritto anche Boselli, ma - guarda caso - nessuno l' ha poi ripreso, preferendo ignorarlo: Si potrebbe aprire un topic (magari i più esperti potrebbero farlo), in cui si elencano certi comportamenti del Tex di GLB considerati di solito come assolutamente immodificabili, imprescindibili, che invece lo stesso GLB in certe storie ha invece disatteso: incoerenze, errori marchiani di Tex (o Carson), difetti grandi o piccoli, licenze che GLB si è preso, atteggiamenti diversi non solo a seconda dei periodi storici, ma all'interno degli stessi, ecc. Ci sarebbero un sacco di sorprese. Questo - ovviamente - non per dire "Ah... allora anche il Tex di GLB aveva dei difetti come quello di Nolitta e di Nizzi", no, ma per far capire che a volte ragionare di texianità e non-texianità è come parlare del sesso degli angeli. (A volte. In altri casi invece è giusto sottolinearla.) E che i personaggi di una serie a fumetti lunghissima non sempre sono coerenti, e si modificano - anche se di poco - nel tempo, e da storia a storia, anche all'interno della produzione di un singolo autore (magari anche il Tex di Boselli, se analizzato bene, si è modificato o si sta modificando rispetto a quello delle sue prime storie). Però facciamo degli esempi. Concretamente, in "Fuga da Anderville" sono "fatti" obiettivi che: - il Tex che strilla nel finale davanti a Howard Walcott non è il Tex di GLB - Tex che spara (anche se solo per ferirli) ai soldati sudisti è una "ret-con" perché in "Tramonto rosso" Tex ha raccontato che dopo Shiloh non ha più sparato ad alcun soldato - Tex che non torna indietro per cercare di salvare Tom non è il Tex di GLB - Tex che dubita di John non è il Tex di GLB - Tex che sbaglia spesso e capisce poco non è il Tex di GLB - Il Tex di Nizzi è quasi sempre meno intelligente di quello di GLB (si fa fregare di più) (Il problema è che sicuramente ci sarà qualcuno che penserà che questi non sono "fatti obiettivi") Sono invece interpretazioni (opinabili): - questa è una storia che esalta la guerra - Leslie è un personaggio positivo (o "grigio") - Leslie è un personaggio negativo - Tex, nonostante alcune differenze da quello di GLB, qui è comunque sempre Tex (solo un po' più "umano") - Tex qui non è Tex, ma chi se ne frega, la storia è bella lo stesso - la scena finale con Tex che vuole bersi una birra con Carson non è texiana - la scena finale è una delle più belle di Tex - la scena finale è bella ma non esageriamo - questa storia è un'offesa a GLB - questa storia è tutta sbagliata - questa storia è un capolavoro - questa storia è ottima ma non un capolavoro - è più bella di "Tra due bandiere" - sono entrambi belle - "Tra due bandiere" racconta meglio la Guerra Civile - "Fuga da Anderville" racconta meglio la Guerra Civile - se è stata pubblicata va benissimo così com'è - se sono state pubblicate "I fratelli Donegan" o "Il medaglione spagnolo" o "Alaska" vanno benissimo così come sono - a Nizzi non piaceva del tutto il personaggio Tex - Il Tex di Nizzi è un coglione - Il Tex di Nizzi è il migliore - Nizzi è il miglior sceneggiatore di fumetti italiano! (Il problema è che qualcuno magari pensa che alcuni di questi punti sono fatti obiettivi e non interpretazioni molto opinabili).
  17. Tesi discutibile. Si può benissimo apprezzare chi viene dopo di te, o addirittura riconoscere che "l'allievo ha superato il maestro". Nei più vari settori lavorativi. E anche nei fumetti. Per me non è così ovvio. Se una persona è intelligente può benissimo accettare un modo diverso di scrivere un proprio personaggio, purché l'essenza del suo carattere venga rispettata. Per esempio, secondo me a Sergio Bonelli piaceva il Mister No di Tiziano Sclavi, diverso dal suo ma rispettoso. Apprezzava meno quello di altri sceneggiatori che invece lo avevano "tradito". E credo anche che apprezzasse lo Zagor di Boselli, seppur scritto in modo diverso dal suo.
  18. Tex sbaglia= Tex è un borioso coglione che si fa fregare da tutti? Non è un pochino eccessivo? Non c'è scritto da nessuna parte il virgolettato "combatteremo fino alla vittoria finale", semmai "mi batterò contro i maledetti bastardi che vogliono tenere schiava la tua razza". Che è ben diverso. E che non è un messaggio guerrafondaio. E infatti Tex mica ritorna a combattere nell'esercito nordista dopo la morte di Tom. Anzi nel prosieguo della storia continuerà a evitare di uccidere qualunque soldato... Questa vignetta indica semmai un impegno ancora maggiore di Tex contro la schiavitù. Che è anche il motivo per cui il Tex di GLB di "Tra due bandiere" decide all'inizio di arruolarsi dalla parte dei nordisti: lottare per la libertà dei neri. All'inizio lo farà con le armi, dopo la morte di Rod senza più uccidere nessuno, maledicendo la guerra. Nel finale di Nizzi c'è semmai una ripresa del pensiero di GLB sulle guerre, quando di fronte alla morte di Rod Tex maledice tutti i politici che riempiono di odio la testa delle persone, e fomentano e fanno scoppiare le guerre; in Nizzi ugualmente c'è l'indicazione degli interessi economici (rappresentati da Howard Walcott) che stanno dietro alle motivazioni ufficiali delle parti in causa. Insomma, i soldati (e i cugini) si scannano tra loro, muoiono sul campo per ideali oppure senza neanche sapere bene perché, mentre nelle retrovie i politici e gli affaristi s'ingrassano.
  19. Ok, sono d'accordo, allora. Il Tex di Nizzi spesso si fida ciecamente di illustri sconosciuti per cui stranamente non mostra alcun sospetto come invece dovrebbe (vedi per esempio Stingo in "Nelle paludi della Louisiana"). E che poi alla fine scopre solo per un caso fortuito, non per abilità. Nelle storie di GLB è raro.
  20. Ma in realtà i pochi "gialli" scritti da GL Bonelli erano piuttosto semplici e il lettore sgamava subito il colpevole, anche prima di Tex, perché tutto sommato non era quello il punto essenziale della vicenda, l'aspetto principale era l'elemento avventuroso. Prendiamo tre storie classiche: "Satania", "L'uomo dalle quattro dita" e "Chinatown", in tutti e tre i casi il colpevole è facilmente individuabile dal lettore, molto prima che ci arrivi Tex, che inizialmente "si fa fregare". Questo sminuisce il nostro eroe? A me pare di no, e così in questa storia nizziana. Chiariamolo una volta per tutte : non sempre Tex è infallibile , anche in GLB, e non sempre capisce subito con chi ha a che fare (anche se la maggior parte delle volete sì). Ne "La voce misteriosa" - bellissima storia - il lettore, per esempio, dopo un po' intuisce chi si nasconde dietro lo scimmione tagliateste, Tex invece no, lo scopre solo alla fine, eppure questo non pregiudica la suspense dell'avventura e non rende Tex un "fesso" che si fa raggirare, semplicemente l'eroe è un essere umano che talvolta può essere ingannato dal "male" e non riconoscerlo. In questo caso da Macredy; in GL Bonelli da Cora Grey, alias Satania, oppure Janet Brent, alias il Drago.
  21. Scusate, ma non ho capito bene il senso di questo topic - limite mio sicuramente - che s'intitola "Tex e l'Intelligenza Artificiale". Si teme che in futuro Tex sia disegnato da un'AI? Lo si spera, così si accorceranno i tempi di pubblicazione delle storie? Lo si ritiene possibile ma non auspicabile? Si valuta solo in astratto se sia fattibile?... Non so per i fumetti in generale, ma sicuramente per quanto riguarda Tex mi sembra evidente che non ci sia questo rischio. Quale lettore leggerebbe mai un Tex simile? E che fine farebbero tutti i suoi validi disegnatori? E poi, visto che si dice sempre che il pubblico di Tex è fatto di tradizionalisti, figuriamoci se accetterebbero un simile obbrobrio. Ancor meno Boselli. La serie chiuderebbe immediatamente.
  22. Tito Faraci fra tutti gli sceneggiatori di Tex è, secondo me, quello che meno ha convinto. Delle sue storie non ne ricordo quasi nessuna, se non molto vagamente. Questa l'avevo proprio rimossa, e in effetti un motivo c'è: è un lungo ma poco appassionante inseguimento di Tex e Tiger, senza grandi trovate e con personaggi scialbi che non ti prendono né fanno o dicono qualcosa che li caratterizzi. A tratti si ha persino l'impressione che l'autore non sappia bene cosa inventarsi per arrivare alla fine dell' albo e non veda l'ora che giunga p. 114. In generale, nelle storie di Faraci, i personaggi sembrano un po' tutti o anonimi o improbabili, artificiali, come se neanche l'autore credesse molto in loro, né in quello che sta raccontando. Almeno questa è la mia impressione, che non provo con gli altri sceneggiatori di Tex. La vicenda va di solito avanti per episodi, citazioni da altre storie, più che per un intreccio costruito. Le poche trame che imbastisce a volte sono anche poco texiane, come quella della sua prima prova, "Evasione", dove troviamo Tex che fa evadere un detenuto dal carcere perché ricattato da una banda che ha rapito Carson. Tex ricattato... Mah! Questo "L'inseguimento" , nonostante tutto, potrebbe quasi raggiungere la sufficienza (grazie soprattutto ai disegni del sempre bravo Mastantuono) se non fosse che le sparatorie nel secondo albo sono veramente troppe e inutili, compreso l'imperdonabile show finale di Tex a p. 103 e seguenti, che se ne esce spavaldo allo scoperto per far fuoco contro i nemici saltando di qua e di là come in un videogioco. Qualcuno la definirebbe una scena "tamarra", a me sembra semplicemente ridicola e piuttosto fasulla. Se Ruju e Manfredi, pur tra alti e bassi, qualcosa di personale hanno da dire, sul piano dell'invenzione, delle psicologie e delle tematiche, anche sociali, Faraci a me pare di no. Non aveva molto da dire su Tex, e non l'ha detto.
  23. Parole d'oro! Non sapevo che Nizzi avesse dichiarato esplicitamente di preferire il Tex nolittiano (anche se lo sospettavo). Questo spiega molte cose sulla sua tendenza, sin dall'inizio, a farne un personaggio fin troppo facile da gabbare, ossia più nolittiano che glbonelliano. Anzi, sarà un caso ma già nella sua primissima avventura nizziana (la prima scritta, non pubblicata), ossia "Il ritorno del Carnicero" Tex esordisce proprio con un errore di valutazione: nelle prime pagine si fa prendere per il naso da una coppia di locandieri, due mezzecartucce, che lo indirizzano verso la trappola preparata, senza che lui abbia il minimo sospetto, nonostante sappia bene che gli inseguiti avrebbero cercato di ingannarlo in qualche modo (lo sa perché si è accorto che stanno lasciando apposta tracce ben visibili). Insomma, subito un inizio con l'eroe che viene beffato, come "un pollastro" (parole della locandiera). Molto nolittiano. In questo Maxi, alla fine Tex non riuscirebbe a spuntarla contro il colonnello Grossman e ad evitare la guerra contro i Navajos se non arrivasse il generale Braystone (non Davis perché è in Europa!) a toglierlo dai guai. Tex ha appena detto a Carson: "Quel pomposo tacchino di Grossman ci ha messo con le spalle al muro!", ammettendo così il suo fallimento. Ed ecco che compare appunto il generale che risolve tutto in quattro e quattr'otto, mette in riga il colonnello e a nome del presidente degli Stati Uniti ringrazia Tex per aver "rallentato l'avanzata" dei soldati, poi se ne va all'improvviso com'è venuto. (Scena molto nizziana.) Commento conclusivo di Tex: "Peste e corna, avresti mai detto che sarebbe finita così, vecchio cammello?" (uguale, uguale al Tex di "Sangue Navajo"! )
  24. Meno male che c'è "Tex Willer" a rallegrare le uscite in edicola. Personalmente è la serie a fumetti che più mi diverto a leggere, e che garantisce sempre (o quasi) storie di qualità. Anche la quinta e penultima puntata, "Missione di sangue", scorre via che è un piacere, con un crescendo di tensione che porterà nel prossimo e conclusivo numero al gran finale. Particolarmente riusciti i personaggi Shawnee e il loro rapporto con Tex, ma in generale tutti gli indiani, da Delkay a Thazay e in precedenza Cochise, vengono valorizzati e descritti minuziosamente (da Boselli e da De Angelis). In quest'albo, rispetto agli altri, la Storia lascia spazio alla totale fantasia, così seguiamo le avventure di Tex dall'inizio all'ultima pagina, e lo vediamo finalmente incontrare James Kirker, l'ex cacciatore di scalpi che ora cerca di rifarsi una verginità come allevatore e aspirante uomo politico. Nell'ultimo albo James Kirker morirà o vivrà, per poi ritornare? Chissà. (Io dico di no). Di sicuro non moriranno Delkay e Tahzay che, pur essendo in grave pericolo, sappiamo avere un futuro in albi successivi della regolare e dei Maxi, e questa è forse l'unica piccola pecca nel raccontare storie del passato: che si sa già che alcuni personaggi non possono concludere qui il loro cammino. Ma questo, d'altra parte, è inevitabile.
  25. Storia minore di GL Bonelli ma scritta bene, che non annoia neanche un po', nonostante il soggetto abusatissimo già all'epoca (il solito ranchero prepotente che in combutta col banchiere e lo sceriffo vuole eliminare i piccoli allevatori circostanti per i suoi loschi affari). Gli elementi che la rendono piacevole - oltre che i dialoghi e la trama solida - sono i personaggi di contorno, ben caratterizzati: la bella e giovane vedova Everett, vittima dei pregiudizi e dell'ignoranza dei suoi cittadini che non accettano il fatto che una giovane donna (per di più proveniente da una famiglia povera), possa mandare avanti un ranch quasi da sola dopo la morte del marito (e anzi malignano che forse sia stata proprio lei a provocarne la morte); il fratello della vedova, ubriacone buono a nulla ma capace di ritrovare la dignità perduta e riscattarsi nel finale; il tetro maggiordomo del banchiere, Long Jim, ben disegnato da Nicolò e poi da Galep, quasi un personaggio da film horror dell'epoca; e insomma un po' tutti i comprimari che, pur non avendo nulla di particolarmente originale, "recitano" bene dall'inizio alla fine. Buona anche la prova di Kit Carson, vero coprotagonista insieme a Tex, come lui capace di cavarsela brillantemente in ogni circostanza, tranne che nella scena del fiume sotterraneo, dove il vecchio cammello perde un po' di sangue freddo e, nel buio e nel gelo delle acque, si lascia prendere dal pessimismo e dallo sconforto (ma senza esagerare, senza che le sue lamentele lo trasformino in una macchietta). La storia è anche un bel riassunto delle caratteristiche principali del Tex di GLB: gli avversari sono i i notabili del paese, il banchiere, il grande allevatore, lo sceriffo da cui il Nostro non si fa intimorire, e contro cui si scontra senza nemmeno far sapere che lui e Carson sono dei rangers. Scena esemplare: Tex che risponde per le rime allo sceriffo corrotto e prepotente, e che alla sua richiesta di mettere via le pistole risponde (spalleggiato da Carson) con un: "solo dopo che anche voi avrete dato il buon esempio, sceriffo. Anche quando si porta una stella di latta è pericoloso puntare un'arma contro gente come noi. Stanco di vivere?" Naturalmente è lo sceriffo a rimette la pistola nella fondina, non Tex e Carson, che possono continuare a fare il bello e il cattivo tempo in città, infischiandosene della legge. Insomma, una discreta e onesta storia di passaggio, con molti cliché già collaudati e visti (l'attacco al ranch dato alle fiamme, il duello sleale nella main-street, il finale con la morte del banchiere affidata alla giustizia divina), ma che funziona, ha un buon ritmo e scorre bene senza forzature o scene improbabili. Già molto buoni i disegni realistici di un Nicolò all'esordio, che ricreano l'atmosfera dei vecchi film western in bianco e nero; meglio ancora fa Galep (proseguendo la storia) soprattutto nelle scene del fiume sotterraneo e nei visi espressivi dei personaggi.
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