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Con tutto il rispetto per gli autori, né Cossu né tantomeno Siniscalchi sono adatti a Tex. Entrambi sono disegnatosi validi (Siniscalchi per esempio ha disegnato negli ultimi anni degli ottimi albi del "Commissario Ricciardi"), ma non c'entrano assolutamente niente con Tex: le tavole postate lo dimostrano. I Maxi, per quanto mi riguarda, (contrariamente ai cartonati alla francese) potrebbero smettere di pubblicarli.
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I capolavori (o comunque le storie memorabili) in questi 6 anni dal 2019 al 2025 ci sono stati, ma al di fuori della serie regolare: Texoni: quelli di Carnevale, Villa e Dotti Tex Willer: Nella terra dei Seminoles, Pinkerton Lady, Il passato di Cochise, Fantasmi di Natale (più tante altre storie ottime) Cartonati: Pearl, La leggenda di Yellow Bird, La maledizione del Charro Negro Purtroppo nella fascia 700 si è visto soprattutto un calo di Ruju, con storie che partono bene e interessanti ma (quasi tutte) si afflosciano a metà. Nizzi che non doveva tornare. Manfredi in fase calante. Rauch e Burattini e Zamberletti senza alcuna ambizione. Boselli che osa e cerca sempre di fare qualcosa di nuovo, ma non con la brillantezza di un tempo. Storie migliori: Mefisto dei Cestaro (pur con finale non del tutto riuscito), Navi perdute, Vancouver e Rick Master (anche queste non prive di difetti), Agente indiano, Monte Rainer (siamo in pochi, credo, a cui è piaciuta ).
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Il ritorno più riuscito, in tempi relativamente recenti, è stato quello di Jethro e Glenn Corbett nell'albo appunto "Jethro". Poi, sì, anche il Maestro e aggiungerei il ritorno di Bowen, che aveva senso (contrariamente a quello di Wolfman).
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[Romanzi A Fumetti 21] Lozen, nata dalla tempesta!
Poe replied to Sam Stone's topic in Le storie inedite
A me invece questo cartonato "alla francese" non è piaciuto, anzi secondo me è uno dei peggiori usciti finora. Storia noiosa, piatta, senza suspense, senza pathos, con poca azione (e quella poca fatta male) e tanti, troppi flashback (per una storia di 46 pagine) che spiegano a Tex cosa sta succedendo. Tex arriva e Webster gli riassume la storia del profeta Nokadelklinny (tra l'altro nei flash back non ci viene neanche mostrato), poi arriva l'indiana Nitika e gli riassume le ultime vicende di Lozen, poi il gestore del Trading Post gli dà ulteriori informazioni, poi Lozen gli racconta tutta la sua storia e quella di Victorio, infine ancora Webster che riassume a Tex che fine ha fatto Enapay. Praticamente Tex, a parte impiombare due o tre tizi per aiutare Lozen in appena un paio di pagine, non fa che ascoltare qualcuno che gli racconta la storia. (E i riassunti della vicenda di solito non è che entusiasmino molto il lettore.) Tiger poteva benissimo non essere della partita che non sarebbe cambiato assolutamente niente. Si cita anche Geronimo, ma senza motivo, visto che non comparirà. Tra personaggi amici e nemici, tutti piuttosto scialbi e piatti (compresi Tex e Tiger), resta solo Lozen a dare un po' di brio a questa storia, forse anche troppo, visto che da sola sfugge e tiene testa a una decina di malviventi, gettandosi in modo improbabile in un dirupo con le mani legate e uscendone bella fresca, per poi liberarsi con facilità degli avversari (piuttosto addormentati) con una mazza e poi con un fucile, che neanche Tex... Anche il tentativo di rendere il personaggio epico e leggendario, a mio parere, fallisce. Non basta l'incipit "omerico" a rendere Lozen interessante, per non parlare dell'esodo della sua tribù in Messico risolto in due paginette (p. 45-46) che dicono ben poco in termini di pathos (sembra più una scampagnata che un drammatico esodo). Anche il di solito bravo Pasquale Del Vecchio in questa storia non brilla (compresa la copertina e il retro-copertina). "Rio Blanco" mi era piaciuta abbastanza, questo cartonato a mio parere è un passo falso. Niente a che vedere con "Pearl" o "La leggenda di Yellow Bird". -
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Anche per me buon primo albo. La serie “Tex Willer” continua a navigare a gonfie vele e a dare soddisfazioni. De Angelis è sempre il migliore e Boselli s’inventa continuamente qualcosa di nuovo. In questo caso una rilettura intelligente del classico di GL Bonelli, perché… SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER …elimina le parti e i personaggi superflui (es. la locandiera dell’"Estrella del Rio", di fatto inutile nella storia di GLB), semplifica il flash-back dell’uccisone dei soldati al forte e degli attentati a Tex (cancella anche una brutta figura di Tex che nell’originale, inseguendo Yogar, inciampa e incastra goffamente la gamba in una sedia) e dà invece spazio a Tesah, che diventa la protagonista di questa prima parte (e si spera non venga liquidata in quattro e quattr’otto come nella storia di GLB), rendendola il tutto interessante e intrigante (grazie tra l’altro ai sogni della giovane indiana pawnee). Anche il personaggio di Yogar emerge maggiormente (anche se perde un po’ del suo fascino misterioso iniziale) e si spera che, viste le premesse, la storia continui così. Dubbio: come fa Yogar a sapere chi è Tesah? Non credo sia così famosa… (infatti GLB fa sì che Yogar la consideri una ragazza qualunque). Preferenza: finora questa versione di Boselli, seppur fedele all’originale, mi sta piacendo di più, anche perché, a essere sincero, la storia di GL Bonelli non mi ha mai molto entusiasmato, è una delle meno interessanti del primo periodo (la cosa migliore era appunto il fascino misterioso di Yogar all’inizio che però si perde subito). Dell’originale però preferisco la scena dell’uccisione del molestatore di Tesah, più cruda e realistica quella di Galep, rispetto a quella meno d’impatto e più soft di oggi. Ed è un paradosso che nel 1949 GLBonelli fosse più diretto e meno edulcorato nelle scene di violenza che nel 2025.
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Di indizio ne hanno uno bello grosso: l'assassino, che Tex ha individuato e che poi è stato ucciso, aveva fatto parte delle milizie dell'Idaho il cui capo era Deadrick che - guarda caso - è ricercato ma nessuno sa che volto abbia perché non lascia mai testimoni. In più Deadrick aveva un padre veterinario (proprio il mestiere che ha finto di svolgere per ingannare e derubare). Tex e Carson non sono sicuri al 100% ma è un'ipotesi probabilissima (e lo dicono). In realtà Tex fuori dal saloon accusa il complice di Deadrick di avere un gioiello rubato, il tizio gli chiede come fa a saperlo, e Tex risponde che poco prima era nel saloon e l'ha visto metterlo sul piatto. Non ci vedo nessun dialogo strano o forzato. Il centro del discorso di Tex non è che è uscito dal saloon, ma che ha visto un gioiello rubato. Piuttosto, anch'io, quando l'ho letto, ho pensato che l'incendio del ranch all'inizio non ha molto senso, visto che è inutile e attira i cowboy che sono sui pascoli (che infatti arrivano e fanno fuori uno dei tre assassini). Non ho notato però nessuna tamarraggine di Tex. Forse ho letto un po' in fretta, ma non mi sono accorto di dialoghi così tremendi in questa storia, che finora mi sta piacendo.
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Ma secondo me la questione è semplice: oltre al buon nome che si è fatto Tex, i motivi per cui tutti gli ufficiali lo sostengono sono già stati detti da @Geronimo: 1) Arlington è nuovo, appena arrivato da West Point, e si è fatto subito una brutta fama presso gli ufficiali, che lo giudicano "un matto evaso dal manicomio" in cerca di gloria. 2) Ha attaccato una tribù che aveva firmato un trattato di pace, e un ufficiale, prima che arrivi Tex, glielo rinfaccia dicendogli che la carriera se l'è rovinata. Gli alti ufficiali che decidono, in consiglio, di lasciare mano libera a Tex sono infatti convinti che ci sarà un'inchiesta e che Arlington finirà davanti a una corte marziale. Chi è così scemo da schierarsi dalla parte di un colonnello appena arrivato, matto e a rischio di corte marziale? 3) Se non aiutano Tex - e questa mi sembra la motivazione decisiva - scoppierà una guerra con i Navajos, i Piutes e gli Utes e il primo bersaglio sarà proprio Fort Lewis e tutti loro saranno massacrati. E ci credo che tutti quanti, per salvare la pelle, hanno aiutato Tex! Il punto non è tanto descrivere i soldati tutti buoni, oppure tutti cattivi, oppure un po' buoni un po' cattivi, dipende dal tipo di storia che si vuole raccontare, l'importante è che ci sia una coerenza interna alla storia e che, stabilite determinate premesse, le conseguenze siano logiche e credibili. Per es. ne "Il carro di fuoco" GLB descrive i militari tutti ferocemente anti-indiani, senza eccezione, e in quella storia - in cui vengono deportati gli Apaches in Florida - evidentemente andava bene così. Anche dal punto di vista storico ormai l'odio verso gli Apaches era tale che GLB ha voluto rimarcarlo. Oppure, con l'avanzare dell'età, era diventato più pessimista verso gli esseri umani...
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Veramente la storia dice tutt'altro. Forse anche a te, Diablero, hanno fatto male anni di storie troppo spiegazionistiche. Che gli ex minatori siano impazziti dopo l'esplosione lo dicono esplicitamente la donna, Brenda, e Carson a p. 57. Carson: "I segni di quella tragedia non li ha lasciati solo sulla pelle, ma anche NELLE LORO MENTI" Brenda: "Sareste IMPAZZITI anche voi" Ancora Brenda a p. 58. "Abbiamo incontrato l'orrore... l'orrore... alcuni di noi sono IMPAZZITI" Più chiaro di così! Poi ci sono i teschi umani sparsi nel bosco, le pareti della caverna pitturate col sangue (di cui lo stesso Tex non si capacita). Come si fa a dire che questi non sono fuori di testa! Ancora Toby: "Il più cattivo di tutti è Angus, il PAZZO con il piccone" E non sono semplici cacciatori di cervi a cui hanno invaso il territorio. Tex a p. 59: "Cacciatori di esseri umani" Brenda: "Alcuni di noi sono feroci, è vero, ecc." Carson a p. 28: "Non hanno le corna e la coda ma sembrano lo stesso figli di Satana" Quindi la tesi che questa tutto sommato è semplicemente una comunità chiusa che lotta per il proprio territorio, come tanti altri, non regge proprio. Innanzitutto questi non sono dei semplici razziatori, come ho detto prima sono palesemente degli squilibrati psicopatici, degli assassini sadici. Seconda cosa: le spiegazioni (piacciano o non piacciano) in realtà ci sono e non è solo un problema economico: sempre Brenda a p. 58 "nessuno ci avrebbe mai accettati [dopo essere stati sfigurati e dopo essere impazziti],, non c'era altra possibilità che restare sulle montagne". E poi "alla fine MOSTRI LO SIAMO DIVENTATI DAVVERO". Carson a p. 49: "Se non fossero delle BESTIE ASSETATE DI SANGUE proverei pena per quei disgraziati" Ancora Carson a p. 60 "BELVE ASSETATE DI SANGUE" Tex a p. 41 "Dobbiamo trovare il covo, prima che le altre BELVE escano dalle loro tane" E d'altra parte basta vedere i disegni di Gomez e le espressioni tra il demente e il sadico per non considerare questi ex minatori dei semplici razziatori di beni altrui, per necessità, o fare paragoni con messicani o addirittura con la famiglia Conner del "Cacciaotore di taglie" di GLB. p. 72: "Lascialo a me. Aggiungerò una testa mozzata al sentiero dei teschi" Oppure il tipo a p. 87 uscito da un horror: "Noi saremo il loro incubo".... "BUON MASSACRO!" Che poi a me questa storia non è dispiaciuta. Alla fine la considero discreta, ma non certo un capolavoro. Poteva essere migliore - come ho già detto - se Manfredi avesse caratterizzato meglio gli ex minatori, dando uno straccio di personalità ad alcuni di loro, e avesse meglio chiarito anche la comunità dei Mormoni (inizialmente fanatici e intolleranti, poi "La vostra è una comunità di brava gente", detto dall'infallibile Tex nell'ultima pagina) Comunque, mi è venuto in mente che nella serie di Tex uno scontro Mormoni contro minatori è già avvenuto. Nessuno la ricorderà più ma è una ottima storia (quella davvero ottima) di GLBonelli e Galep: "La croce tragica" n. 22-23 in cui Tex si scontra con un gruppo di Mormoni (i Daniti) che massacra e scaccia i "gentili" (i non-Mormoni") in Utah, in particolare se la prendono con una comunità di minatori (praticamente il contrario di questa storia). Lettura caldamente consigliata.
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Be', "Volto Nascosto" andò bene come vendite e infatti fu deciso di fare una specie di seguito, ossia "Shanghai Devil". Altre, come "Demian" mi sembra, nonostante il successo si decise di lasciarle miniserie, non so perché, credo che fosse già stabilito a priori, indipendentemente dalle vendite. Comunque, meglio chiuderla qui, siamo totalmente off topic! Il mio voleva essere solo un invito a proporre qualcosa di nuovo e "popolare" per le edicole (nonostante molte abbiano chiuso, lo sappiamo).
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Dipende. Alcune andarono bene, altre così così, altre maluccio. "Se non si va non si vede!"
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Io invece lancio un'altra proposta a Boselli: perché - avendo ora più tempo - non scrive una miniserie di un NUOVO PERSONAGGIO per le edicole, da proporre alla Bonelli? Magari una miniserie di soli 12 numeri, formato "Tex Willer" (62 p.), di qualunque genere avventuroso (io propenderei per la Fantascienza, che mi sembra la più adatta al pubblico di oggi). E se fosse ben accolta, perché non trasformarla in una serie "a tempo indeterminato", facendosi aiutare da altri sceneggiatori (non so, Gigi Simeoni, autore che apprezzo, o da Colombo, ecc.). Sarebbe una bella sfida. Tra l'altro ho letto che la Bug comics a novembre lancerà una nuova serie da edicola (dopo Samuel Stern e Kalya) di cui circola già una misteriosa pubblicità. E la Bonelli non si muove?
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Una delle ultime storie di GL Bonelli, con difetti e limiti tipici della sua tarda produzione, ma con un bel soggetto, buoni dialoghi e alcune scene ancora memorabili, prima fra tutte quella dell’incontro di Tex con Geronimo e a seguire quelle della guerriglia attorno al treno-prigione. Una storia discreta che deve molto ai disegni sempre fenomenali di Ticci. Totalmente dalla parte degli indiani, Tex e Carson continuano a mantenete più che mai uno spirito ribelle, e a schierarsi sempre in difesa degli ultimi, in questo caso degli Apaches, che vengono vergognosamente deportati in Florida (realmente avvenuto nel 1886), e delle loro famiglie che cercano di sfuggire alle crudeltà dei "bandoleros” cacciatori di scalpi. Come ai tempi di “Sangue navajo”, la guerriglia senza spargimento di sangue di Tex ha la meglio contro i soldati, che mai come in questo caso vengono rappresentati da GL Bonelli come totalmente negativi. Dai comandanti fino all’ultimo soldato semplice (senza fare distinzioni come in altri casi tra superiori e sottoposti costretti a ubbidire agli ordini) qui i militari sono tutti convintissimi che gli Apaches siano “più bestie che uomini” e che non meritino altro che la deportazione e la fine del loro mondo, o meglio che la soluzione migliore sia di farli “marcire sotto terra”. Infatti, come dice Tex, “esiliare gli Apaches laggiù [in Florida] significa praticamente condannarli a una morte lenta e sicura” (oggi la chiameremmo pulizia etnica). Fanno eccezione i due macchinisti del treno (civili, non militari) che sono gli unici che criticano la sorte assegnata a “quei poveri diavoli”. In questa storia Tex è soprattutto uno stratega che pianifica le mosse giuste per dare scacco matto agli avversari e Carson ne è il degno compare, mai lamentoso né mangione, serio, partecipe e coinvolto come Tex nel dramma degli ultimi sopravvissuti indiani, giunti ormai al tramonto. Nella seconda parte i Nostri si occupano anche delle donne, degli anziani e dei bambini apaches che rischiano di essere preda dei cacciatori di scalpi, e il viaggio-esodo sulla zattera lungo il fiume, che Tex escogita per sfuggire ai nemici, seppur sbrigativo ha una sua epicità. Peccato, appunto, per un finale affrettato che avrebbe richiesto più pathos. Di Geronimo e Ulzana, invece, da metà storia in poi non si parlerà più, ma la frase di Tex dopo aver salutato i due capi apaches è chiarissima: “Purtroppo per loro… alla fine non riusciranno a evitare la sconfitta”.
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Quello che non mi torna in questa recensione è il giudizio sulla comunità dei Mormoni e il parallelismo col film di Wes Craven "Le colline hanno gli occhi" (il parallelismo non lo spunto, che di fatto è abbastanza evidente). Ossia questa parte del commento: "I richiami alla pellicola di Craven sono già nel plot del racconto: uno scontro tribale tra due gruppi che, all’esito della battaglia, si rivelano molto più simili tra di loro di quanto sembrasse all’inizio. Se è vero che la famiglia Carter del lungometraggio si dimostra persino più spietata dei suoi assalitori nella lotta per la sopravvivenza, è altrettanto innegabile che l’arida meschinità dei componenti della confraternita mormone risulta non meno agghiacciante delle deformità fisiche dei loro avversari. Manfredi evidenzia chiaramente che, in questa disputa per il controllo del territorio, l’ipocrita conservatorismo perbenista di Jakob e dei suoi maschera un primordiale istinto di prevaricazione verso il prossimo terribilmente speculare alla crudeltà selvaggia dei cosiddetti “mostri”." Ora, secondo me invece la storia di Manfredi va in senso opposto al film: la comunità di Mormoni inizialmente viene presentata piena di pregiudizi, perbenista, bigotta, intollerante verso i diversi (il ragazzino indiano chiuso nel porcile) ma nel procedere della vicenda più che prevaricatori e malvagi i Mormoni appaiono piuttosto ottusi e ignoranti, degli ingenui che, una volta spiegatogli le cose (l'indiano che non è un diavolo!), non sono poi così fanatici o crudeli, tanto che alla fine, nell'ultima pagina ,Tex se ne va in buoni rapporti con loro dicendo: "La vostra è una comunità di brava gente, Jakob" (e sappiamo che Tex nei giudizi sulle persone è infallibile). Nel film di Craven la brava famiglia apparentemente "normale" si rivela infine mostruosa come i "mostri" (un po' alla Dylan Dog), qui al contrario la comunità mormone non ha niente che la accomuni o la faccia assomigliare ai feroci selvaggi, in modo "speculare" (come dice la recensione sopra). (Feroci "mostri - tra parentesi - le cui motivazioni mi sembrano chiare: sono razziatori e assassini che sopravvivono così.) Infatti nella seconda parte della vicenda non ci sono scene di crudeltà dei Mormoni, o loro espressioni di cattiveria, o responsabilità e scheletri nell'armadio, o quant'altro che li mettano in cattiva luce. Il lieto fine e il giudizio positivo di Tex nei loro confronti fanno sì che al termine della storia il lettore, che prima li guardava con diffidenza, ora si ricreda e li valuti adesso con occhi più benevoli (il contrario del film di Wes Craven).
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Non so perché ultimamente i miei post vengono travisati e mi si fa dire cose che non ho detto. Forse non sono chiaro io, ma avevo scritto questo: Questo non significa che alla fine della storia doveva risultare che i mostri non fossero mostri o che i loro omicidi fossero giustificati, ci mancherebbe, significa solo che a mio parere la storia avrebbe funzionato meglio se il gruppo di venti mostri assassini avesse avuto qualche sfumatura in più al suo interno, che qualcuno di loro magari avesse avuto dei dubbi sul proprio operato e sulla vita assurda che conducevano, dei ripensamenti, delle nostalgie o simili, in modo da non renderli un unico blocco compatto di psicopatici dementi. La storia ne avrebbe giovato e forse anche la metafora "politica" (dipende poi da come li caratterizzi). In realtà la donna non accampa assurde scuse, semplicemente racconta a Tex i fatti e le cause, ma non giustifica il loro comportamento. A p. 58 dice: "La verità è che alla fine mostri lo siamo diventati davvero". Spiegare le cause di un comportamento non significa necessariamente giustificarlo. Non mi sembra insomma che questi mostri facciano le vittime, ammazzano e basta. In quanto ai Mormoni, se alla fine si fosse scoperto che loro (o semplicemente il loro leader) avevano avuto una corresponsabilità per esempio nello scoppio della miniera, la storia a mio parere ne avrebbe guadagnato in complessità. Banale, scontato? Può darsi, ma tutti i soggetti sono scontati, dipende da come li sceneggi. Anche il finale di questa storia, se vogliamo, è banale e scontato con Tex che ammazza tutti i cattivi cattivissimi e salva i buoni buonissimi. Anche perché Manfredi all'inizio i Mormoni li presenta come ottusi fanatici intolleranti che vedono il diavolo in un ragazzino indiano e poi nel finale, nell'ultima pagina, invece fa dire a Tex "la vostra è una comunità di brava gente". Non mi sembra del tutto coerente... Insomma, un po' più di grigi e sfumature, secondo me avrebbero migliorato questa storia. E non credo nemmeno che c'entri il numero delle pagine, 150 p. sono sufficienti, soprattutto per chi era abituato su Magico Vento a sintetizzare storie "incasinate" in sole 96 pagine.
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No, no, non ho frainteso, io non parlavo del vero Joker - mi sembrava chiaro -, ma di quello di Alan Moore in "The Killing Joke", non proprio un fumetto di serie Z. Comunque, a parte quello, secondo me Manfredi, come ho già scritto, si è ispirato a "Le colline hanno gli occhi" (e al remake) in cui una famiglia di selvaggi cannibali assale i viandanti. Lì la regressione allo stato selvaggio è motivata con esperimenti nucleari fatti nel deserto, che avrebbero deformato fisicamente e mentalmente la simpatica famigliola di assassini. Qui Manfredi ha sostituito le radiazioni con una causa più ottocentesca, l'esplosione di una miniera, i superstiti rimasti sepolti per giorni, sfigurati, con la paura di non essere più accettati dalla società, chiusi nella loro rabbia e mostruosità. E' poco realistico? Sì, ma c'è anche la famosa sospensione dell'incredulità, e nel fumetto e nel cinema si è visto di peggio, persone che precipitano con l'aereo in una giungla o in un'isola e da civilizzate regrediscono allo stato selvaggio e violento, per esempio. Comunità o famiglie isolate e primitive, chiuse in se stesse con comportamenti completamente folli, ecc. Non voglio difendere una storia che nel complesso non mi ha convinto, ma il problema non mi sembrano tanto le motivazioni dei cattivi, quanto piuttosto il mancato sviluppo dell'intreccio e dei personaggi nella seconda parte (che è solo fatta di sparatorie e trappole), e il manicheismo dell'impianto generale (i cattivi tutti cattivi e i Mormoni tutti buoni). Comunque, questa non mi pare la peggiore storia degli ultimi 13 anni, alcune di Nizzi, Il pistolero vudu, Il messaggero cinese, La città nascosta di Faraci, quella sui Chupracabras che più stereotipata non si può, e qualcun'altra che dimentico a me sono risultate più indigeste. Spero almeno che l'ultima di Manfredi disegnata da Majo sia migliore. Puoi anticiparci qualcosa? E' una buona storia secondo te? E' in dirittura d'arrivo? Uscirà sulla regolare? Grazie in ogni caso.
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Sarà una sciocchezza però il mondo del fumetto, della narrativa e del cinema (soprattutto horror) è pieno di persone normali che diventano "mostri" e criminali in seguito a incidenti, disgrazie, deturpazioni fisiche, impazzimenti o simili (ovviamente non tutti, solo alcuni in determinate circostanze estreme). Il primo che mi viene in mente è il Joker di Alan Moore (The Killing Joke): basta "una brutta giornata". Ovviamente Manfredi mica li giustifica, vedi p. 60 Carson "comunque siano andate le cose, per delle belve assetate di sangue non ci sono attenuanti". Certo, erano criminali, ma in loro non c'era solo la voglia di rubare, rapinare e razziare, ma anche il sadismo perverso di "deturpare" e uccidere le persone perbene e "normali". Era questo il paragone. E d'altra parte anche questi di Manfedi mica sono semplicemente "cattivi perché gobbi o ciechi" Mi sembra un po' riduttivo. La storia per me è stata in parte deludente, ma nonostante questo non la giudico una ciofeca, un 7 glielo do. Non capisco però quando mai qui nel forum c'è stato un pregiudizio positivo, o un atteggiamento di indulgenza verso Manfredi. Alla maggior parte dei forumisti il Tex di Manfredi è sempre piaciuto poco o, comunque è stato accettato con molte riserve, tranne 2 o 3 storia acclamate un po' da tutti. Di sicuro non è su Tex che ha dato il meglio di sè. "Questa roba" però è stata approvata, curata e fatta pubblicare da un certo Boselli, mi sembra, prima che andasse in pensione. Su questo sono d'accordissimo.
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Be', questo però no, le motivazioni sono comprensibili. Sono dei razziatori e sono degli assassini che si vogliono vendicare della loro mostruosità uccidendo chiunque, le persone "normali" da cui si sentono esclusi (o da cui si sono autoesclusi) in seguito a un destino a loro sfavorevole che li ha condannati all'inferno. Vogliono creare un inferno anche per gli altri. Le loro motivazioni non sono molto diverse da quelle di Jack Thunder e la sua famiglia di mostri ne "I sette assassini".
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In che senso? A me la storia sembra molto chiara, anzi, fin troppo. Lo spunto iniziale potrebbe essere stato - come ha già notato qualcuno poco sopra - il film "Le colline hanno gli occhi" di Wes Craven, dove una famiglia-comunità di "mostri" aggredisce e uccide chi incontra, in particolare qui vuole distruggere la pacifica comunità di Mormoni di New Hope. Leggendo io ho avuto come l'impressione che Manfredi volesse inizialmente scrivere una storia più complessa, in cui i buoni e i cattivi non fossero divisi così nettamente, per poi ricordarsi che non stava sceneggiando per Magico Vento o Dylan Dog e finendo quindi per accontentarsi di una seconda parte più tradizionale, in linea con Tex, come dice Diablorojo82 più sopra "col freno a mano tirato". A un certo punto la storia, per renderla meno manichea, avrebbe potuto virare verso due direzioni: 1) Cercare di "umanizzare" i mostri vittima dell'esplosione, magari rendendo alcuni di loro meno malvagi o addirittura pentiti (o perlomeno stanchi) della loro vita assurdamente assassina; 2) Rendere i buoni Mormoni meno limpidi e innocenti di come sembravano, per esempio facendo emergere una loro responsabilità nell'esplosione della miniera, e quindi nella creazione dei "mostri" (o un qualunque altro loro scheletro nell'armadio). La mia impressione è che Manfredi avrebbe seguito queste due strade su Magico Vento o su Dylan Dog, ma invece si sia "autocensurato" pensando che fossero poco adatte a un personaggio più tradizionale come Tex. E secondo me si è sbagliato alla grande. Storie più ambigue e meno manichee in Tex ce ne sono sempre state e parecchie, una per tutte, a cui in un primo momento pensavo volesse rifarsi, è "La grande minaccia", n. 276-277, anche quella una storia su misteriosi assassini che bersagliano una comunità di Mormoni che, però, in quel caso, alla fine risultano essere colpevoli di passate nefandezze (la strage di Mountain Meadow). Oppure, un'altra storia a cui poteva rifarsi, con una divisione meno netta tra i buoni e i cattivi, è il Texone "La vendetta delle ombre". Manfredi ha preferito una storia più semplice, meno problematica, con un finale solo di azione: alla fine Tex e Carson ammazzano i mostri tutti cattivi, mentre i bravi Mormoni (sebbene un po' ottusi e poco accoglienti) tornano a vivere sonni tranquilli. Forse che l'abbia scritta anche pensando a "I sette assassini"? Chissà... In ogni caso, è un peccato, "New Hope" aveva potenzialità maggiori, poteva essere un'ottima storia, mentre così è solo discreta. (C'è da aggiungere che raccontata così questa storia risulta molto più pessimista delle mie ipotetiche versioni alternative. I mostri "dimenticati" restano mostri e dimenticati, senza speranza e senza neanche un minimo di redenzione.) Sule critiche ai disegni di Gomez... State scherzando, vero? Sono notevolissimi come sempre! Gomez è un fuoriclasse come Ticci o Villa. Vi risulta un albo di Ticci o Villa disegnato male? A me no. Ci potrà essere qualche vignetta qua e là fatta più in fretta (ma anche in Dago capitava), ma il lavoro è al 99% Gomez puro, ossia eccezionale.
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Io invece spero sinceramente che Giusfredi aumenti la sua produzione di sceneggiatore, visto che è il più promettente su Tex. E visto che - a questo punto è chiaro - non sarà tutto sulle sue spalle. Guarda che il numero 800 non è poi così lontano, mancano appena 2 anni, per l'esattezza 23 mesi, e sappiamo che al momento sono in lavorazione e usciranno prossimamente, limitandoci a Boselli, una storia su Juan Cortina, una su Barbanera in Alaska, una su Nick Castle in carcere, una sul ritorno di Lena e Donna, una disegnata da Genzianella e una di Ticci. Probabilmente qualcuna di queste uscirà dopo il n. 800. Boselli, poi, avendo molto più tempo di prima (prova a pensare cosa vuol dire non dover leggere e revisionare migliaia di pagine ogni anno di altri autori sia su Tex che su Dampyr) sfornerà sicuramente più storie di prima. No, io conto invece di mollare col Tex n. 1000 (di Boselli e Gomez).
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Condivido. Di una piattezza disarmante. Eppure, non si sa perché, la Bonelli gli ha concesso il grande onore di essere rieditata su cartonato da libreria, per ben due volte. Come se questa fosse una delle migliori storie di Tex. Forse chi fa queste scelte guarda solo i disegni e non legge la storia.
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Propongo di aggiungere una striscia finale a "I fratelli Donegan" e a "Oltre il fiume" , quando verranno ristampati, in cui si vede Ben il bugiardo con la penna in mano che le sta scrivendo: in realtà quelle non sono le peggiori storie di Nizzi ma le simpatiche storie di Ben il bugiardo. Così verranno lette con tutt'altro spirito, e improvvisamente diventeranno persino piacevoli e divertenti.
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SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER Texone piuttosto fiacco. Una commedia-western che si ispira alla storia “Eroe per caso” di un vecchio almanacco, dilatandola a 240 pagine senza però molta fantasia. Gli avversari, in particolare, sembrano tutti piuttosto imbranati (basta la scena in cui attaccano in massa al buio con una lanterna accesa per farsi impiombare meglio, o attraversano un ponte pericolante sotto il fuoco dei due pards) e con nemici simili l’interesse del lettore cala inevitabilmente. Neanche gli abitanti del paese, che credono ciecamente alle storie di Ben il bugiardo, sembrano particolarmente furbi. È, appunto, una commedia, ma un po’ troppo semplice (da telefilm), lineare e prevedibile, non molto divertente. Biglia è sempre bravo. P.S. sul fatto che Tex non abbia un piano preciso e si cacci nella tana del leone da solo, non ci trovo niente di strano. Ha sempre fatto così, in mancanza di alternative e in situazioni anche più pericolose (tipo campo indiano), sperando di liberare la prigioniera e fuggire indisturbato (cosa che ovviamente non succede mai).
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Consiglio - Le grandi storie bonelli (Tex)
Poe replied to Fulmini's topic in Cerco qualcosa di particolare
Secondo me: - "Gli invincibili" - "Luna insanguinata" - "Mondego il killer" - "Cercatori di piste" - "La mano del morto" -
Toto-Nome personaggio misterioso storia "Rick Master, detective"
Poe replied to Doudou's topic in Sondaggi Texiani
Appunto, è credibile che lo sceriffo di Los Angeles non sappia niente di un'eventuale evasione di una pericolosissima criminale della sua città, colpevole di numerosi delitti? (Non stiamo parlando di un ladruncolo). E non abbia informato Tex e Carson appena i due sono passati da Los Angeles? E la Pinkerton? Anche loro non danno importanza alle evasioni? Veramente Mr. Dark rimprovera Sam Wooley (prima di farlo fuori) di aver fallito nell'eliminazione dei rangers, che sono "i suoi peggior nemici", dice. Tanto che Sam replica che la trappola era principalmente per Rick Master ma che comunque i rangers, scampati all'esplosione, sono stati sicuramente eliminati dagli altri. Quindi Mr. Dark aveva dato ordine di eliminare Tex e Carson, "i suoi peggiori nemici". Magari non era questo il suo obiettivo iniziale ma, trovandoseli tra i piedi, l'elemento di vendetta dalle sue parole traspare, altrimenti avrebbe semplicemente detto: "dovevate eliminarli perché sono pericolosi".