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TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
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Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Leo

    [365/369] L' Uomo Con La Frusta

    Pur non assurgendo al rango di capolavoro (soprattutto per la seconda parte, un p? tirata per le lunghe quando ormai il quadro era chiaro e l'interesse inevitabilmente scemato), questa è una storia straordinaria. Intrecciata perfettamente (parlo sempre della prima parte), la storia è indimenticabile per gli avversari di spessore quale il Colonnello Olivera, e per alcune scene capolavoro: la scena di Carson sconvolto nel saloon, che secondo me è invece molto umana ( una reazione, come dice Havasu, comprensibilissima di fronte ad una notizia tanto tragica); ma anche sempre il solito Carson sul tetto del treno; Tex che si autodefinisce "vecchio Tex", palesando un p? di tenerezza nei suoi stessi confronti, cosa che in tutta la saga ha fatto solo in questa scena, quando davvero credeva di essere alla fine della pista; lo schiaffo di Conchita e il pugno di Padre Elias al traditore Galindez, altra gran bella figura. Per i disegni, amo sia Fusco che Civitelli, per cui per me il passaggio del testimone non ha costituito un problema. Certo, Carson e Galindez di Civitelli li preferisco, ma nonostante questo per me i due artisti sono a pari merito.
  2. Leo

    [Texone N. 25] Verso L'oregon

    L'ho letta a spizzichi e bocconi durante la settimana, nel quarto d'ora che il sonno mi concede tra quando vado a letto e quando decide di ghermirmi portandomi nell'incoscienza . Nonostante questo (che credo qualche volta incida sulla mia valutazione complessiva di una storia di Tex), la storia è talmente fluida che è come se l'avessi letta in un colpo solo, e la sensazione che mi ha lasciato la riassumo in una parola: POESIA. Questo Texone è una raffinata, delicata e bellissima poesia. Poesia cupa e tragica nel personaggio di Kevin, assassino psicopatico angariato da piccolo per il quale si può provare, nonostante tutto, compassione e comprensione, poesia delicata, malinconica e bellissima, incarnata dalle giovani donne in viaggio verso l'Oregon. Mi fanno "malinconia", queste ragazze, costrette dalla solitudine e dal sogno di un amore improbabile ad abbandonare i propri luoghi natii alla ricerca di un luogo in cui possano essere accettate e non sentirsi sole. Ma, al contempo, oltre che "malinconiche" sono anche combattive, civettuole, divertenti, presentano insomma tutte le sfaccettature che le rendono VERE, autentiche (qualità questa che credo sia il massimo per un personaggio di fantasia). In questo, ammetto che il sonno ottenebrante e la tarda ora delle mie letture in qualche modo hanno inciso sulla mia (dis)attenzione, ma per fortuna ci ha pensato Ymalpas a riassumere, corredando con vignette, i tratti salienti di questi splendidi personaggi in gonnella, e ciò mi ha consentito di apprezzarle (anche andando a rileggere) più di quanto già non avessi fatto al momento della lettura. Grazie Ym, efficace come sempre. Cito anche lo straordinario commento di Jack65 (molto bello) e mi dico d'accordo con West10 sul ruolo in cui spesso viene relegato Carson (Tex gli deve sempre spiegare tutto: è insopportabile) e su quanto invece gli fa fare qui Manfredi: in definitiva, è con il suo intervento che la storia comincia, perchè fosse per Tex le ragazze avrebbero continuato tranquillamente da sole. Questa scena, contrariamente a quanto detto da Ymalpas, mi è invece piaciuta molto, e anch'io reputo soddisfacente, come Paco, la spiegazione data da Emma: Tex è una persona seria, la responsabilità è grande, e le persone serie ci pensano, prima di assumersi una responsabilità così onerosa. E infati sta tutta qui l'esitazione di Tex, assolutamente condivisibile, a mio parere. Tex si è sempre assunto le sue responsabilità, ma stavolta sa che il compito che lo aspetta è più arduo del solido: non si tratta solo di combattere pendagli da forca, senza fare in definitiva troppa attenzione su chi vive e chi muore, qui ci si deve assumere il carico di persone che non sanno cosa sia il West, e quali ostacoli e avversit? un viaggio del genere possa comportare: ed è un viaggio che lui non può permettersi di fare, perchè non ne ha il tempo, perchè deve fermare un pericoloso assassino. Sottolineo, infine, oltre ai disegni che IMHO sono bellissimi, la bellezza delle battute (chi ha detto che non ce ne sono??): ne cito tre a mio parere riuscitissime, che ricordo sempre con piacere:p.65: quando Tex si lamenta con Carson per la bella pensata di scortare le donne, Carson si giustifica dicendo che la pioggia non cambiava le cose. E quando Tex gli dice: "reumatismi, eh?", Carson gli risponde, acido e con la faccia truce: "sei tu quello che si sta lamentando, o sbaglio?" Una volta tanto, non è il Vecchio Cammello a lamentarsi, e Tex è costretto ad abbozzare :Dp.168: Tex sfotte Carson dicendo che le donne a lui danno retta per i suoi capelli bianchi, e dunque per rispetto dell'età, e Carson gli risponde: "Tutta invidia! Non è l'età ma il fascino" (grande Carson, 2 a 0 e palla al centro, ed è vero che, rispetto a quel misogino di Tex, Carson con le donne ci sa fare...)p.163: Tex medica Emma e le dice che spera che non resti il segno. E lei risponde: "Io spero di sè. Sarebbe un bel ricordo". Tutto molto bello. Storia che si farà ricordare per l'originalità, la bellezza e la poesia. PS non sono d'accordo con Manfredi sulle ragioni della sua mancata partecipazione al forum: con Boselli ci tratteniamo dal criticare? No, e lui ci risponde per le rime, difendendo il suo lavoro. Il confronto è sempre importante, basta sapersi porre.
  3. Leo

    [Texone N. 08] Il Soldato Comanche

    Storia scorrevole, si fa leggere bene, diverte e alla fine ti lascia appagato. Un bel "giallo", di quelli che Nizzi sapeva fare benissimo. Il Sergente è una figura molto simpatica, umana e autentica. Capitanio fantastico, salvo che per i volti dei pards, che non ho amato particolarmente. Per il resto, è Arte allo stato puro.
  4. Leo

    [569/571] Buffalo Soldiers

    Anche da parte mia un augurio di pronta guarigione, Carlo. Nel frattempo, vista la condizione di forzoso riposo, rileggiti tutta la collezione e ricommentala . Oppure scrivi un minuto sè e l'altro pure a Boselli perchè si decida a far partire 'sta storia di Ken con Tex, di cui tu e io siamo accaniti sponsor. A parte gli scherzi, rimettiti presto.
  5. Leo

    [Texone N. 24] I Ribelli Di Cuba

    Faccio mie le parole soprattutto del Colonnello Jim Brandon, parecchi post fa, e alcuni passi dell'intervento di Virgin, in un post più recente (anche se ho trovato le parole di Virgin un p? eccessive: si vede che ti autocompiaci a scrivere, Virgin. Dici che l'artista è vanitoso, e tu lo sei senz'altro, ma fai bene ad esserlo! Scrivi davvero troppo bene: complimenti!) Ritornando alla storia, se quoto i due interventi sopra citati, è perchè questa storia non mi ha "trasmesso". Mi rendo conto anch'io che è una storia di pregio, e tra l'altro è ben realizzata. Lo stesso Virgin non ha nulla da eccepire dal punto di vista tecnico, ed anzi trova agghiacciante "una grammatica (perfetta) che nulla esprime". Qui mi discosto un p?, perchè "agghiacciante" mi sembra troppo forte. La grammatica è perfetta perchè l'autore sa il fatto suo e "conosce alla perfezione le regole del gioco" (come dice Carson a Lena nella capanna di quest'ultima: non c'entra niente, ma mi è venuto in mente e lo riporto ); poi, al di l' del mestiere, che c'è senz'altro e ci mancherebbe, non sempre un'opera creativa riesce a trasmettere quel quid in più, di intangibile e immateriale, come un'emozione. Ma anche questo è opinabile, e riprova ne è che questo Texone a molti è piaciuto, ed alcuni lo considerano un Capolavoro. Quindi, alla grammatica perfetta si aggiungono le emozioni che pure questa storia è riuscita a suscitare in molti. Poi, non si può accontentare sempre tutti, soprattutto un pubblico come il nostro, vario, sempre attento e sempre pronto ad essere perplesso su tante cose (io per primo, che sono un grande rompi...). Da rompi, dico quindi che questa storia non mi è piaciuta granch?. Non è (solo) l'ambientazione, troppo lontana dal mio amato Ovest, n° le per me intollerabili "mefistate" di Rayado (che blocca le pallottole, ipnotizza il ragazzo, comunica a distanza attraverso gli ologrammi di due spaventosi serpenti... io proprio non ce la faccio a vedere 'ste cose: sarà un mio limite, ma non posso farci niente). E' proprio che non mi ci sono innamorato, di questa storia e dei suoi personaggi, non è scattata l'alchimia, e non so bene perchè. Andando in Off topic, Don Fabio dice che in Boselli ci vede un quid barocco. Boselli non è sempre "semplice" da leggere, nel senso che le sue trame sono spesso complicate, e tendono spesso al colpo di scena, tanto che a volte si ha la sensazione che voglia stupire a tutti i costi. Le volte che non gli riesce, questo suo essere barocco salta subito agli occhi, e può infastidire. Le volte che invece gli riesce, sforna cose sublimi. E allora, io dico che Boselli ci deve provare sempre, a rischio di sbagliare. Facendo una metafora calcistica, un giocatore che sa fare i dribbling e li prova spesso, sbaglia più di uno che non ci prova mai. Ma, se i dribbling sono nelle sue corde, è giusto che ci provi, perchè le volte che gli riescono (e non saranno poche, se è bravo a farli), d' spettacolo, emoziona, salta l'uomo e va in goal. Poi, se sbaglia, pazienza: ci ha provato. E ci deve provare sempre, perchè la gioia negli occhi e la sensazione di libertà di un dribbling che ti fa volare verso la porta (penso a una vecchia azione di Weah in questo momento) è molto meglio di una prestazione senza errori, ma piatta e scialba. Ordinata, pulita, ma che non trasmette nulla. Spesso Boselli ordinato non ?, fa saltare le carte all'aria e rende tutto più difficile, ma è l', in quell'esperimento, che può nascere, come difatti spesso è nato, il Capolavoro.
  6. Leo

    [Texone N. 22] Seminoles

    Letta ieri per la prima volta. Speravo sinceramente che D'Antonio bissasse Berardi, che, grande autore di West, nella sua unica apparizione texiana ha sfornato un capolavoro indimenticabile come Oklahoma. Purtroppo non è andata così, e anch'io, come Paco, alla storia non darei più della sufficienza. Sempre come il solito Paco, ritengo che i punti più alti della storia stiano nei comprimari, in primis Ochala, protagonista, ma anche il vecchio orbo, Jesus e il reverendo-medico. Ochala, in particolare, mi ha consentito di apprendere qualcosa sul mondo dei Seminoles, e su come gli si desse la caccia, cose di cui non sapevo assolutamente nulla, e che mi ha fatto piacere apprendere. Non mi è invece piaciuto Lafarge, e credo, a differenza di West10, che questa storia non sia invece granch? credibile proprio per lui, e per il trattamento che gli riserva Tex. Capitolo disegni: non essendo un mysteriano, non conoscevo Filippucci. Ne sono rimasto semplicemente estasiato. Le everglades della Florida sono a dir poco straordinarie, vera goduria per gli occhi. Per me 10 e lode è anche poco: ma non si può far nulla per assoldare questo straordinario artista in pianta stabile per il nostro ranger?
  7. Leo

    [Texone N. 11] L'ultima Frontiera

    Il commento di Paco su questa storia mi piace più della storia stessa. In primo luogo, perchè è scritto davvero bene, e coglie perfettamente l'essenza di questi magnifici personaggi ed anzi mette in risalto alcuni aspetti (quali quello dell'estrema umanit? di Jesus, ch? in fin dei conti pur sempre di umanit? si tratta) spingendo a meditare ulteriormente su questa tragica e bellissima vicenda che Nizzi ci regala. In secondo luogo perchè ritengo che il punto di forza di questa storia, per l'appunto la vicenda tragica e nera di questi tre giovani e sfortunati destini, non sia stato invece supportato da una sceneggiatura realmente all'altezza. Oltre alle perplessit? già evidenziate da West10 e da ilbor su alcuni passaggi della trama, non mi hanno entusiasmato in maniera particolare neanche i dialoghi, meno spumeggianti di altre volte. Il soggetto, e i personaggi principali, sono memorabili, e quindi il giudizio a questa storia non può che essere positivo; tuttavia, purtroppo, non totalmente positivo come invece il soggetto avrebbe meritato.
  8. Leo

    [Texone N. 13] Sangue Sul Colorado

    Storia che, pur non essendo superlativa, si fa leggere bene ed appaga. A questo contribuiscono senz'altro i disegni, semplicemente MERAVIGLIOSI. Uno spettacolo per gli occhi, e peccato che Milazzo si sia fermato qui. In un post a Boselli, gli avevo proposto, qualche tempo fa, una storia in cui si facessero incontrare Tex, Carson e Ken Parker, magari scritta dallo stesso Berardi, che su Tex ha scritto quel capolavoro assoluto che è Oklahoma. Magari, se questa storia venisse realizzata, si potrebbe pensare di affidarla al divino Ivo: sarebbe l'apoteosi!Tornando in topic, pur non essendo un capolavoro, la storia è a mio parere indimenticabile per la figura del vecchio McLean. Bellissimi gli scontri tra padre e figlio, che mi ricordano (a parti invertite) un'altra grande storia di Nizzi, Rio Hondo, ma soprattutto bellissimo il tragico finale Epico. Un grazie a Nizzi per quest'altro memorabile comprimario.
  9. Leo

    [Texone N. 13] Sangue Sul Colorado

    Storia che, pur non essendo superlativa, si fa leggere bene ed appaga. A questo contribuiscono senz'altro i disegni, semplicemente MERAVIGLIOSI. Uno spettacolo per gli occhi, e peccato che Milazzo si sia fermato qui. In un post a Boselli, gli avevo proposto, qualche tempo fa, una storia in cui si facessero incontrare Tex, Carson e Ken Parker, magari scritta dallo stesso Berardi, che su Tex ha scritto quel capolavoro assoluto che è Oklahoma. Magari, se questa storia venisse realizzata, si potrebbe pensare di affidarla al divino Ivo: sarebbe l'apoteosi!Tornando in topic, pur non essendo un capolavoro, la storia è a mio parere indimenticabile per la figura del vecchio McLean. Bellissimi gli scontri tra padre e figlio, che mi ricordano (a parti invertite) un'altra grande storia di Nizzi, Rio Hondo, ma soprattutto bellissimo il tragico finale
  10. Leo

    [Texone N. 05] Fiamme Sull'arizona

    Signore e signori, ecco a Voi un Capolavoro. Storia di incredibile bellezza e intensit?, scritta da uno dei migliori Nizzi di sempre. Storia che comincia già nel vivo dell'azione, con quel farabutto di Dan Latimer e i suoi "volontari dell'Arizona" che assaltano un inerme campo Apache. Il massacro fallisce grazie al provvidenziale intervento di Tex e Carson. Quindi, sventato il pericolo, i nostri si fermano a parlare col capo della tribù, Naiche, e qui assistiamo a mio parere a uno dei monologhi più belli della storia di Tex, uno dei pezzi di più alta maestria dello sceneggiatore Nizzi: Naiche non ha forse ubbidito agli emissari del grande capo bianco quando sono venuti con molte promesse per spiegare che avremmo dovuto abbandonare le nostre terre e stabilirci nella riserva di San Carlosè Crede forse Aquila della Notte che sia stato facile per Naiche convincere la sua gente a lasciare le montagne che da sempre erano la nostra patria? Ebbene, ora siamo qui, come ci è stato chiesto...viviamo qui, in un luogo inospitale e straniero, e viviamo in pace... ma i bianchi vengono al nostro campo e ci attaccano nel sonno! Che altro vogliono da noi, Aquila della Notte? Vogliono la nostra scomparsa dalla faccia della terra? E' QUESTO CHE SI CHIEDE AGLI APACHES, DI SCOMPARIRE? E TEx, di rimando, che pensa: "Brutta domanda, fratello... e maledettamente vicina alla verità". In pochissime, meravigliose, intense parole, Nizzi sintetizza il dramma dei nativi americani, sconfitti, umiliati, costretti, loro da sempre liberi, a vivere rinchiusi nei recinti, e, come se tutto questo non bastasse, vittime di un vero e proprio, consapevole, quasi pianificato, genocidio. E Naiche rappresenta la presa di coscienza da parte del popolo pellerossa della tremenda tragedia che si è abbattuta su di essi e che li porter? a scomparire. E non è finita: sempre Naiche, meraviglioso personaggio pur nella brevit? della sua apparizione, poco più in l', arrester? le spiegazioni di Tex dicendo di non capire come sia possibile che il grande padre bianco di Washington abbia prima inviato il Generale Crook e poi l'ambasciatore di pace Adams: anche qui Nizzi è bravissimo a rendere in poche parole il senso della politica ondivaga, emozionale, opportunista, totalmente incerta, degli Stati Uniti nei confronti della scomodissima Questione Indiana. Più tardi, facciamo conoscenza con Emerson, un rappresentante di quella politica, ViceGovernatore dell'Arizona, e riconosciamo in lui l'archetipo del politico corrotto (splendide le parole che Nizzi mette in bocca a Emerson, che di sè stesso dice di essere "solo" Vice Governatore perchè è meno esposto e può riempirsi le tasche senza che nessuno se ne accorga), molto "vero", autentico. In Emerson riconosciamo altresè un bellissimo avversario per Tex, un uomo la cui intelligenza porta il Ranger alla frustrazione in più circostanze: mi lascia senza parole la scena in cui Delgado e Tex vengono attaccati dai soldati sulla Mesa degli Spiriti. Immaginate quanta rabbia, quanta frustrazione, quanta delusione, debbano esserci nel cuore di Tex in quel drammatico momento, quando il Capo Apache viene attaccato dai soldati proprio nel luogo in cui lui stesso lo aveva portato, facendogli da garante per la sua sicurezza. Tex che si mette davanti ai fucili dei soldati, pur di difendere quell'uomo che gli aveva affidato la sua vita e la cui fiducia in Tex era stata in fin dei conti così mal riposta... e che spettacolo la fuga di Delgado, che come una scheggia impazzita si macchia del sangue delle Giacche Blu e si rende protagonista di una sequenza altamente scenografica, anche grazie al felicissimo intervento del cugino, il quale aveva avuto ragione a non fidarsi dei bianchi, Tex incluso... Ma non finisce qui: Tex è gabbato un'altra volta, dal genio sopraffino di Emerson, e ancora una volta è SCONFITTO, annientato, quando, nella prigione di Janos, si trova davanti Ojo Blanco... E se la fortuna, nelle vesti del mercante Matias, non ci mettesse lo zampino, stavolta Tex sarebbe sconfitto da uno una volta tanto più furbo di lui. Ma anche quando ha scoperto il gioco, Tex rischia seriamente di perdere: la scena dell'agguato tesogli da Latimer e dai seguaci di Ojo Blanco, con Tex e Carson che esauriscono le pallottole e si trovano in u vicolo cieco, è di una straordinaria intensit?, la si vive accanto a loro e si ha realmente la sensazione, tanto la scena è dilatata, che la fine stia ormai per sopraggiungere, fino al felicissimo intervento di Cochise, il vecchio leone. Ma tutto, a mio parere, in questa storia è perfettamente riuscito: il vecchio Corno Rosso, simpatico stregone che ha predetto la sua morte, l'onesto, carismatico e sfortunato Adams, il prode Delgado con il fido cugino Chaco, la scena in cui Carson aiuta la donna di Dorantes a vestirsi voltandosi in ritardo così da poter rimirare le grazie della bella tardona, naturalmente il Generale Crook ("? tanto di guadagnato per tutti, quando i generali si annoiano", dice Tex, e il Generale, lungi dall'arrabbiarsi, mette una mano sulla spalla del ranger, dicendogli: "siete un bel tipo, Willer": che sceneggiatura, ragazzi, semplicemente DELIZIOSA). Disegni bellissimi anch'essi: Tex poco canonico, ma molto vero. Solo Carson mi è piaciuto poco, ma ciò non fa cambiare il mio giudizio sulle splendide vignette di questo Texone. Per me, il più bel Texone di sempre e uno dei più grandi capolavori della nostra saga.
  11. Leo

    [Texone N. 07] Il Pueblo Perduto

    Bella storia, questa del "Pueblo perdido". Si fa leggere bene, fila liscia divertendo il giusto, senza strafare. Pur non essendo in sè indimenticabile, questa storia mi torna spesso alla memoria per lo spettacolo rappresentato dal pueblo incastonato nella roccia. Nelle pagine introduttive del Texone originale vi è peraltro la foto di uno di questi pueblo (praticamente identico a quello raffigurato da Ticci): immagino cosa si possa provare a vederli dal vivo. Semplicemente spettacolari. In effetti, l'ambientazione e i disegni impreziosiscono questo Texone, compensando una trama gradevole ma non eccezionale.
  12. Leo

    [Texone N. 16] I Predatori Del Deserto

    L'ho riletta proprio ieri, questa storia. Non la trovo affatto una "mezza schifezza" ma anzi una bella storia, riuscita appieno. E se anche fosse un rifacimento in chiave western di Pratt, ricordo che anche Leone aveva fatto la stessa cosa con Per un pugno di dollari, rilettura western de L'Ultimo samurai di Kurosawa. La storia fila benissimo, è movimentata dalla figura dell'orripilante Monkey e dal suo dualismo con Kirby, bandito e assassino ma con un briciolo di umanit?. La presenza di Liza ravviva ulteriormente il tutto, perchè si trepida per lei, soprattutto quando viene insidiata da Monkey. Quando finalmente lei e Kit riescono a fuggire, e il lettore li crede finalmente in salvo, ecco l'intervento dei graficamente straordinari Yavapay che riportano la situazione al punto di partenza, in un intreccio narrativo che non si concede soste e tiene il lettore incollato sulla sedia. Anche la figura del Predicatore è IMHO ben riuscita, Quanto a Brindisi, lo reputo STRAORDINARIO. Le espressioni del volto dei personaggi di questa storia sono di un realismo impressionante. Sembra quasi di poterci parlare, con questi personaggi, tanto sembrano vivi. Mi sono talmente appassionato a lui (che pure avevo già letto in Dyd) che spererei davvero che venisse a lavorare più spesso dalle parti dell'Arizona...
  13. Leo

    [Texone N. 03] Il Segno Del Serpente

    Beh, ilbor, è da tanto che non lo leggo ma non credo che lo riprender? più. Ne ho un ricordo semplicemente pessimo, probabilmente il peggior Texone insieme a Mercanti di schiavi. Una storia brutta, ingenua e, ahimè, disegnata in maniera infelice.
  14. Leo

    L'ultimo Font, Lo Si Può Amare ?

    Quoto Cheyenne su tutta la linea. Le vignette postate da Ymalpas, soprattutto quelle riguardanti i fucili e in particolare il fucile impugnato da Carson, sono inguardabili, ed anche le prospettive e le anatomie a volte sono, sempre per parafrasare Ymalpas, " tirate via", quasi con indolenza e svogliatezza. Prese singolarmente, molte vignette di Font non mi piacciono, e mi paiono inadeguate. Nell'insieme, però, io provo piacere, un personale, e se volete irrazionale, piacere, nel leggere le sue storie. Mi piacciono gli spigoli di Font, i suoi paesaggi sempre pieni che saturano le vignette, i suoi interni "pastosi". Mi piace anche quel volto, deforme e stilizzato quanto si vuole, ma duro come la roccia ed evocatore di potenza, di Tex e pards. Le singole vignette, ripeto, in sè possono non essere capolavori. Ma ciò non toglie che io ricordi sempre con piacere i Territori del Nord Ovest, Colorado Belle, Tornado e L'ultima Diligenza: mi piacciono, questi disegni, sono EVOCATIVI e suggestivi. Magari non perfetti, ma hanno un'anima.
  15. Leo

    [Texone N. 14] L'ultimo Ribelle

    Storia a mio parere davvero bella. Il Capitano Fremont è un personaggio che emoziona e lascia il segno, sfaccettato, complesso, multiforme. Nel carcere cominciamo ad apprezzarlo, è un uomo coraggioso e risoluto, e non a caso è uno dei due leader della prigione. Ci ispira talmente tanta simpatia che quasi siamo portati a dimenticare i crimini di cui si è macchiato (la scena iniziale del texone, con il massacro dei soldati che vengono pure finiti con un colpo di pistola per non lasciare testimoni, è una scena molto cruda, ad altissima dose di violenza). Poi, lo crediamo ribelle, fedele al Generale Johnson, e quindi un p? "suonato", troppo idealista. Come può un uomo come lui, pratico e con la testa sulle spalle, imbarcarsi in una lotta così velleitaria e senza speranza? Sarà pure romantico, ma non ha tutte le rotelle a posto, questo Capitano. Più tardi, però, i conti ricominciano a tornare, e il risoluto idealista lascia il posto al cinico traditore dei suoi compagni di lotta: nella sua concretezza, il Capitano ambisce solo all'oro, e non si fa scrupoli nel tradire i suoi amici. Ed ecco che la scena iniziale ritorna, con tutto il suo sangue, e Fremont diventa ai nostri occhi un uomo spregevole. Ma, ecco, l'ennesimo colpo di scena, e Fremont, l'assassino, il traditore, il cinico, prima perde tempo nel mettere al sicuro le due sentinelle e poi, nel generoso tentativo di salvare il Generale, muore nell'esplosione, riscattando la sua anima nera e lasciando al lettore un positivo ricordo di sè. E' un personaggio che evolve e torna indietro, si perde nell'abisso e ritorna a risplendere. Strada tortuosa di un uomo tutto d'un pezzo, la cui Ragione, pronta a fargli compiere scelte malvagie, viene alla fine sconfitta da un Cuore generoso. E'un grande personaggio, Fremont, e si innesta in una storia ricca d'azione e di avventura. Nonostante fino alla fine non ci sia uno che sia uno colpo di pistola, la fase nel carcere e l'ingresso nella tana del lupo sono emozionanti e avvincenti. Grandissimo Nizzi. Quanto a Wilson, mi è piaciuto molto. Giudizio più che positivo.
  16. Leo

    [621/622] Mezzosangue

    Quoto Ymalpas per dirmi d'accordo e per dissentire. Mi dico d'accordo per la prima parte, in cui parla dei personaggi e della sceneggiatura, ed anzi ti faccio i complimenti,Ym, è scritta davvero bene e rende la storia e i suoi protagonisti in maniera così perfetta che non mi resta altro da dire: hai già detto tutto. Le aspettative che hai e le domande che ti poni sono le stesse che ho io. Speriamo che il prosieguo si mantenga all'altezza di questo bel primo albo e non ci deluda. Dissento totalmente sui disegni. Font ha uno stile ultrasintetico, troppo stilizzato, e capisco che possa non piacere. Ma Tex e Carson sono duri come il ghiaccio, i personaggi di contorno sono ben delineati, e le ambientazioni sono come al solito molto suggestive. Dici che disegna i personaggi sempre allo stesso modo? Hai ragione, ma sono tanti i disegnatori che lo fanno. Per citarne uno tra i più grandi, ne I Sette Assassini io credevo, all'inizio, che Kid Rodelo fosse il figlio segreto di Ray Clemmons... il giovane Clemmons e Rodelo sono praticamente identici. Ma Marcello resta Marcello. A me la storia è piaciuta molto, sia per i testi che per i disegni. L'unico rammarico è che finiscono troppo presto, ed ora bisogner? attendere agosto...
  17. Leo

    [Maxi Tex N. 08] Il Treno Blindato

    (Non) ho riletto questa storia ieri in treno. (Non) nel senso che non sono riuscito a finirla, avendola trovata pesante, eccessivamente elaborata, contorta. Quoto Paco per l'armata brancaleone messa su da Tex: ma quando mai il Nostro imbarcherebbe quei tipi in una sua missione? Non è affatto Tex. L'unica scena degna di nota è quella del vecchio che saluta il suo donnone, con annesse lacrime e parole buoniste degli avventori della locanda: un tocco di umanit? che non mi è dispiaciuto. Per il resto... Salvo i disegni, perchè io sono invece un estimatore di Ortiz: a volte è troppo sintetico, alcune sue vignette sono francamente inguardabili, ma, nonostante tutto, questo disegnatore TRASMETTE, a mio parere, sudore, polvere, avidit?, sporcizia, arsura... in poche parole, UOMINI e OVEST AMERICANO. Nonostante qui non mi sia piaciuto, e non mi è piaciuto neanche in Lungo i sentieri del West e ne L'Ora del Massacro, non mi sento di bistrattare troppo Segura: L'Oro del Sud, e soprattutto I Cacciatori di Fossili, IMHO sono bellissime storie.
  18. Leo

    [Texone N. 09] La Valle Del Terrore

    Storia che non ho letto, ma che cercher? di procurarmi. Purtroppo, molte storie non sono così facilmente recuperabili...
  19. Leo

    [190/191] El Muerto

    Mi piace l'aggettivo "romantico" per questo unico e bellissimo Tex nolittiano. Quando si reca a Pueblo Feliz, Tex si concede dei pensieri sul destino e sul futuro. Non è il solito spaccone: da questo suo dialogo intimo trapelano anzi sensazioni di inquietudine e di incertezza per l'esito dello scontro con questo misterioso e indecifrabile avversario. E' anche un Tex che sbaglia tanto, come già in Caccia all'Uomo: dapprima si fa disarmare nel saloon, ed è risparmiato da El Muerto per un suo personalissimo concetto dell'onore, poi si fa accerchiare dai suoi sgherri, ed è salvato dal provvidenziale quanto improbabile intervento di Tiger. Ma questi aspetti non tolgono nulla a questa storia, ed anzi ci regalano un Tex uomo e non dio, e un uomo i cui pensieri non sono sempre granitici e che proprio per questo ce lo rendono più vicino. Proviamo solidarietà, per questo Tex. E non è un sentimento che, per lui, si prova spesso: ammirazione, fiducia, sicurezza che tutto andr? bene, questo ci trasmette Tex. Solidarietà, no. Solidarietà significa vicinanza. E questo Tex, uomo, ci è più vicino. Un Tex diverso, ma bellissimo. Romantico è l'aggettivo giusto, Don Fabio, e ti quoto anche per quanto riguarda i disegni, non sempre felici nei volti, straordinari nelle ambientazioni.
  20. Leo

    [Texone N. 09] La Valle Del Terrore

    Riletto oggi dopo anni... Un capolavoro la parte grafica, quando piove mi sento fradicio, nonostante i 40? gradi salentini... quando non piove mi godo il fresco (che quasi riesco a percepire) della splendida foresta che ricopre questa valle del terrore. La storia a mio parere è anch'essa molto buona. All'inizio è ricca d' avventura, poi cominciano, uno dopo l'altro, tutta una serie di colpi di scena che emozionano il lettore: Per me, un grande Texone.
  21. Leo

    [Maxi Tex N. 05] Nei Territori Del Nord Ovest

    Il seguito potrebbe riguardare la bellissima Dawn e il ragazzino dai capelli bianchi. Due personaggi (soprattutto Dawn) che meritano un ritorno (speriamo non sprecato da una cattiva storia, come paventato).
  22. Leo

    [538/539] Colorado Belle

    Appena finito di leggere Nei Territori del Nord Ovest mi è subito venuta voglia di fare il bis dell'accoppiata Boselli-Font, e mi sono ripreso Colorado Belle. A mio parere, questa storia è un vero e proprio gioiello, una delle più grandi prove di entrambi i due autori. Sin dall'inizio, la storia si carica di un'atmosfera suggestiva grazie alle parole iniziali di questa ragazza sperduta nella ghost town di Yellow Sky. Le parole sono inquietanti, e sono il pretesto per una panoramica della città fantasma che costituisce lo scenario principale della vicenda. A guardare queste vignette, davvero non capisco come si possa mettere in discussione Font: sono semplicemente uno spettacolo! Quando arriva Kit, e comincia ad avere la sensazione di non essere solo, e si aggira per i ruderi della vecchia città, l'atmosfera si carica di tensione e si vive un clima da grande film horror-thriller. Rapidamente, però si ritorna alla più banale realtà, e questa ha la faccia sorridente di Latigo e di Beckford, due cattivi difficilmente dimenticabili, per come sanno massacrare le persone non perdendo un luminoso sorriso sulle labbra. La banda di Deadman Dick resta impressa nella mente per la non comune crudeltà gratuita, ma Beckford, più che lo stesso capo della banda, è il personaggio che più mi ha colpito, proprio per quella sua aria cordiale e bonaria dietro la quale si cela un mostro. Altro personaggio che mi rester? impresso è quello di Scorpio, anch'egli mostruoso nell'indifferenza che dimostra nel rendere schiavi i due giovani bianchi a beneficio degli Utes e nell'assistere alle torture di Blackbird ai danni di uno dei due ragazzi. Già, Blackbird: la scena in cui sorride di malignit? a Morrow dopo aver visto la foto di Colorado Belle, penso sia uno dei momenti più alti mai visti in Tex, una scena capolavoro. Tex sa che quelle di Morrow per convincere Blackbird a parlare sono parole sprecate, ma, di fronte alle insistenze del reverendo, non può che dire, con malcelato fastidio: "accomodati". Quindi si accende una sigaretta, attendendo il per lui scontato esito del tentativo. E qui si vede il Male affacciarsi dagli occhi del rinnegato Ute e sconcertare il povero reverendo, così fiducioso nel potere della parola ma in realtà totalmente ignorante, fino a quel momento, di come il Male possa concretarsi nelle lande desolate e dimenticate dell'Ovest. Scena che a mio parere palesa perfettamente, con le parole di Tex: "? dura guardare negli occhi il Male" rivolte all'angosciato reverendo, tutta la maturit? del Tex boselliano. Altro momento a mio parere molto significativo e commovente, si può individuare nell'arrivo del reverendo a Yellow Sky, quand'egli crede di sentire forte la presenza della sorella e la chiama ad alta voce, nel vecchio saloon, certo che lei è l'. Scena molto intensa e poetica, seppur classica, questa del "sentire" la presenza di un'anima cara. E il lettore SA che questa presenza c'è realmente, e che il reverendo ha ragione di sentirne la vicinanza. Ciò che il lettore non sa ancora, anche se lo può sospettare, è che Colorado Belle non è più la dolce ragazza che si vede all'apparenza... Anche la scena finale del pozzo, nonostante io non ami le storie inverosimili, la ritengo un piccolo capolavoro. Per me questa storia è una vetta altissima e splendente, sia per i testi del sempre più amato Borden che per gli splendidi disegni: anche se i visi di Font tendono ad essere stilizzati lo ritengo un Grandissimo nel ricreare ambienti e sensazioni. Sublime.
  23. Leo

    [Maxi Tex N. 05] Nei Territori Del Nord Ovest

    Grazie Carlo. Spero proprio che Boselli abbia torto, allora... sarebbe un peccato se il seguito non fosse all'altezza.
  24. Leo

    [Maxi Tex N. 05] Nei Territori Del Nord Ovest

    Se non vado errato, stando a quanto scritto nella sezione anteprime, dovrebbe uscire nel Maxi del 2013 - disegni di Fernandez - con titolo provvisorio "Alaska"! Grazie mille Sam. il 2013 non è poi così lontano... pensavo peggio. Meglio così.
  25. Leo

    [250/252] Giungla Crudele

    Di questa storia, che conferma la grandezza di Nolitta, ho amato soprattutto l'indimenticabile primo albo e il sorprendente finale (io, tigre, dal volto dei personaggi non avevo capito un bel niente; anzi, per me la fine della storia è stato un vero colpo di scena). Non sono entusiasta della parte centrale della storia, non per carenze nella sceneggiatura, ma per i miei personalissimi gusti che non mi fanno troppo amare l'ambientazione nella giungla, troppo lontana dal mio amato West. Ticci, anche se ancora non definitivo, sempre Grande.
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