Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
  • Contatore Interventi Texiani

    2930
  • Iscritto

  • Ultima attività

  • Giorni con riconoscenze

    152

Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Leo

    [745/747] Vancouver

    Anche il duello di Ruju serve, invece. Kircher si è rivelato un grande avversario, sadico, disumano. Per due albi ha tenuto la scena come pochi vilain, ha fatto breccia nel lettore. A cosa serve un duello? Serve anche a eliminare - o a umiliare, come in questo caso - un grande avversario: a non sconfiggerlo banalmente in una sparatoria, a non farlo marcire tra le mura di una cella. Il duello serve allora a regalargli quella "bella morte" che un personaggio come lui merita. E poi serve anche a mettere in luce, per una volta, Carson in quella che è una "sua" storia dall'inizio alla fine. Serve a farne risaltare la grandezza, troppe volte messa in ombra dal suo più giovane e ingombrante pard. Serve ad ingigantire Carson e lo stesso Kircher. E se molti hanno apprezzato, qui come su facebook, significa che ha funzionato. Che è piaciuto. E quindi un duello può servire anche a questo, in definitiva: piacere. come sarebbe fuggito in barca? gli avrebbero sparato prima ancora che potesse fare alcunché. Non c'è nessun errore dei pards, la barca è anche legata saldamente al molo. Nessuna via d'uscita, dunque. In realtà Tex non sbaglia un colpo, ma appena si accorge che la sua barca sta affondando quelli si portano fuori tiro e lui non può più fare nulla. Anche qui, Ruju è attento nel farci vedere tutta questa sequenza. Circa il fatto invece che i due uomini riescano a non farsi raggiungere dagli indiani, sono in realtà gli Squamish a rinunciare all'inseguimento, perché ritengono che Kircher e il suo socio siano diretti all'arcipelago, dove non riuscirebbero più a trovarli. Nessuno sa che stanno andando ad appiccare l'incendio. Tex pensava che Angela sarebbe stata al sicuro perché protetta da diversi guerrieri. Non può immaginare che i rapitori siano una posse così ben organizzata di assassini. Solo quando viene a sapere di Kircher capisce di aver sottovalutato la minaccia. Una minaccia, tuttavia, di cui fino a quel momento non conosceva la reale entità. Vedi sopra. Interviene solo DOPO aver saputo di Kircher. Non "perché sì". Su questo siamo d'accordo, ma è un peccato veniale veniale veniale. Utilizzi spesso l'aggettivo "assurdo" e l'avverbio "assurdamente". Colpisci l'autore, il curatore che avalla, i lettori che apprezzano. Per te... ...non solo Ruju, ma neanche Boselli, e neanche io, e tanti altri qua dentro, hanno mai letto GLB. Ma non c'è nulla di assurdo nel comportamento di Carson. Kircher merita la forca, ma Carson vuole punirlo lui. E non per difendere l'onore dell'amata, o tante altre romanticherie. Kircher è un bastardo, e merita di morire. Avesse chiesto un duello a Tex, questi lo avrebbe accettato senz'altro, come ha fatto innumerevoli volte. Solo che stavolta il provocato è Carson. E il Vecchio Cammello non è meno da Tex. Vuole punirlo, vuole ammazzarlo, a quel bastardo di Artiglio d'Orso. E si toglie la soddisfazione di umiliarlo. Con il duello, Carson la fa pagare a Kircher. Non lo pesta, ma gli trafigge una mano. Lo umilia. Vince. Carson vince. Certo che Kircher è sempre soltanto prigioniero, ma se nel duello questi non muore è solo perché lo scontro si sviluppa diversamente e Carson lo ferisce soltanto (ma in maniera conclusiva per il duello). D'accordo con te, soluzione gestita male. *** Io credo, Diablo, che, semplicemente, ci sono soluzioni narrative che non ti piacciono, ma da qui a definirle assurde e anti-texiane (e a considerare questi tuoi giudizi come definitivi e insindacabili) ce ne corre. Credo che tu abbia perso fiducia in Ruju, come tu stesso hai ammesso, e che questo ti porti a non perdonargliene nessuna. Vivisezioni la storia col bisturi del chirurgo, vedendoci chissà quali parti da asportare, e non ti avvedi che l'insieme, al netto di qualche sbavatura, funziona e che il paziente non è poi così moribondo. Svilisci il lavoro di un autore la cui presenza io ritengo sia invece una piccola fortuna per Tex perché, pur non avendo mai raggiunto i picchi dei suoi predecessori, pure sta traghettando bene il suo Tex in questo fiume vorticoso degli anni Venti del ventunesimo secolo.
  2. Leo

    [745/747] Vancouver

    Ritengo questa di Ruju e Mastantuono un'ottima storia, con personaggi importanti e calati in un contesto affascinante, sia dal punto di vista ambientale che storico. Credo che anche a Villa sia piaciuta molto, perché ha disegnato due copertine - la prima e la terza - davvero ispirate, con la prima soprattutto che, tra i colori del cielo e la lapidarieta' del titolo, ha un sapore al contempo malinconico ed epico, e che mostrandoci la quiete richiama sinistramente la tempesta, o meglio le tempeste, che davvero nei tre albi non mancano. Innanzitutto l'omicidio dell'ingegner Flinn e della domestica, in una scena drammatica e appassionante, con Angela che si salva per il rotto della cuffia. Più tardi, il rapimento della stessa Angela e l'uccisione di Taki e di tanti altri Squamish, eventi preceduti dall'assassinio del vecchio cercatore d'oro, che muore col rimpianto di non aver potuto avvertire Joe e Tex; e poi ancora, il gigantesco incendio di Vancouver, con l'intervento salvifico degli indiani. A collegare questi punti nodali della storia, c'è una trama ricca di azione e dal gran ritmo, con Carson sugli scudi, protagonista di un bel doppio confronto, all'inizio e alla fine di questa avventura. Il primo, non lo definirei nemmeno un duello: è solo una ripassata ad uno zoticone e prepotente di paese, a cui Angela ha fatto girare la testa. Non lo conto dunque nel novero dei duelli, essendo questa una scena funzionale essenzialmente ad avviare il rapporto tra il ranger e la ballerina, con il primo nelle vesti di cavalier servente e l'altra in quelle di fanciulla da salvare. Da qui, l'ennesima relazione del vecchio reprobo, che non perde occasione di conquistare le donne da saloon, evidentemente per lui una vera e propria passione. Quello finale, invece, è un duello con tutte le carte in regola, e l'originalità sta nel rendere protagonista della tenzone stavolta proprio il vecchio Cammello. Diciamo la verità, quante volte abbiamo visto Carson prendersi prepotentemente la scena? oltretutto non contro un avversario qualsiasi, ma contro un pazzo sadico che durante la storia, anche grazie a un monumentale Mastantuono, è parso terribile e massimamente feroce? Questo, a mio parere, è stato l'unico duello degno di nota e che meriti di essere definito tale, ed è a suo modo avvincente, per quanto può esserlo uno scontro che coinvolga direttamente i pards. E' stato bello, per una volta, vedere Carson nei panni di Tex; certo, stride un pò qui il comportamento del Carson di Ruju rispetto a quello di Boselli ne I Sette Assassini: in quest'ultima storia, come in quella di questo mese, il vecchio ranger è chiamato a battersi da un avversario ormai disperato che ripone le sue ultime speranze in una provocazione: in Vancouver è Kircher, nella storia boselliana era Kid Rodelo. Con il Kid, però, Carson non volle prendersi rischi inutili, e si limito' a schiaffeggiare il ragazzo, in tal modo umiliandolo; qui, invece, si assume l'onere di un combattimento dall'esito per nulla scontato. Laddove la soluzione di Boselli era stata improntata al buon senso e in un certo qual modo poteva dirsi elegante, questa è invece, per usare un termine "diableriano", più tamarra e anche meno credibile. Ciononostante, personalmente ho apprezzato anche questa scelta narrativa, anche perché il Kid era solo un ragazzo cui impartire una lezione, mentre Kircher è a tal punto odioso che è comprensibile e giustificabile la rabbia di Carson nei suoi confronti, e quindi il suo desiderio di distruggerlo definitivamente, e di farlo di propria mano. Concordo invece con chi dice che l'incendio poteva essere sfruttato meglio. In definitiva, una storia avvincente e ben orchestrata, assistita in maniera superlativa da una parte grafica semplicemente spettacolare, sontuosa, magnifica. Chiudo con la patacca: è bella. Mi piace il giallo-nero, che fa molto Tex, richiamando la sua immancabile camicia e il suo svolazzante fazzoletto. E mi piacciono anche le celebrazioni, mi piace che si renda evidente, manifesta, la ricorrenza di quest'ennesimo traguardo, di questo nuovo lustro da aggiungersi quale nuova tacca al calcio della pistola dei nostri, perché è un mezzo miracolo (per non dire intero) che dopo 75 anni Tex stia ancora cavalcando a spron battuto, pur tra insidie forse ben più letali degli avversari di carta affrontati centinaia di volte tra le vignette. E questo miracolo va ricordato, mese dopo mese, va ripetuto ai quattro venti, va per l'appunto celebrato. Con il legittimo orgoglio di chi, nonostante il contesto avverso e i tempi grami, combatte ancora.
  3. Leo

    [Tex Willer N.50/55] Il passato di Cochise

    CONTIENE SPOILER CONTIENE SPOILER Sui Monti Chiricahuas cade la neve, placida, lenta, imbiancando il mondo. Fortunatamente, i fuochi sono accesi nelle capanne e col loro crepitare e il loro calore creano la giusta "bolla" per isolarsi dal proprio tempo e tornare indietro, a un'altra era. Un'epoca di guerre feroci, di lotte tra ragazzi che poi diventeranno amici, di inconcepibili e inaccettabili tradimenti. Di sconfitte brucianti che servono da lezione per il futuro e di compagni portati a spalla quando non serve più. In poche pagine, Boselli condensa l'affascinante vita del grande capo Cochise, scandita da eroismi, amicizie, battaglie dagli esiti alterni e falsi amici: tutta un'esistenza, dipanata davanti ai nostri occhi con penna felice e scorrevole, il cui portato sta nelle parole che il fratello di sangue di Tex rivolge a quest'ultimo, nella "bolla" attorno al fuoco: in guerra nessuno può evitare di assistere al peggio... o di commetterlo. E se fin qui questa grande verità ci sta nella bocca di un grande guerriero che sappia guardare il suo mondo con sguardo disincantato (le ragioni dei giovani sono diverse da quelle degli anziani. La pace è una cosa buona), sorprende invece la volontà di Cochise di non far scorrere altro sangue, neppure quello dell'uomo che ha ucciso suo padre, di quell'uomo che già noi lettori, assetati di sangue più del capo apache, vorremmo morto tanto odioso e vile è stato il suo delitto. Il taglio epico di questa storia non le impedisce di proporre al lettore qualche momento di alleggerimento, come quello, invero brevissimo, del litigio sfiorato tra Cochise e sua moglie Dosteseh: non credo peraltro che sia un'uscita fine a sé stessa, ed anzi è probabile - ma su questo chiedo lumi a @borden - che la sequenza voglia rivelare la forte personalità della donna del capo, e il loro rapporto magari poco ortodosso per i canoni di quel contesto. Sui disegni: leggendo queste pagine, vedendo quella neve cadere, quel fumo salire nella notte, mi sono disposto anch'io a trovare un angolino nella "bolla" e ad ascoltare questa sorta di ballata. Se non ero più a casa mia, ma al calduccio nei pur gelidi monti Chiricahuas, lo devo a De Angelis, che devo ringraziare per questo viaggio quasi gratis.
  4. Leo

    [745/747] Vancouver

    Queste a mio parere sono scelte narrative, a volte felici e a volte no, sicuramente abusate. Però non parlerei di sciatteria, che è un termine a mio parere troppo ingeneroso per un autore come Ruju. Dello sceneggiatore sardo-piemontese io ho sempre apprezzato la cura che ha nel tratteggiare personaggi anche secondari e nel proporre dialoghi credibili e corposi, e se a volte ha compiuto passi falsi, beh questi li imputo a scelte sbagliate, magari anche a fretta (certo, origine quest'ultima spesso di sciatteria), ma non a sciatteria tout court, che è la peggiore accusa che si possa fare a un lavoro o a un lavoratore (sciatto è anche peggio di incapace).
  5. Leo

    [Speciale Tex Willer N.5] Rancheras

    Da vecchio lettore, so che gli speciali non sono davvero tali e che sono una trovata pubblicitaria. Però è un fatto che tutte le pubblicazioni precedenti a Rancheras hanno avuto tutte un contenuto particolare, impreziosito poi dalla costina rossa che faceva tanto regalo di Natale. La speranza che si continuasse su questa china, dopo tre anni di sorprese vere (l'antologia deliziosa di racconti gotici con quei suggestivi effetti grafici, il fratello di Tex, Zagor) non era quindi del tutto infondata: uno spera sempre di avere a che fare, almeno per Natale, non con una casa editrice che deve fare di necessità virtù vista la proliferazione delle uscite; ma con un Babbo Natale vero, con tanto di barba e cappello posticci che, applicati sul volto di Borden, non sfigurerebbero affatto.
  6. Leo

    [745/747] Vancouver

    Concordo. Era più sensato farlo sparare direttamente ai pards. Senza contare la fortuita coincidenza di trovarlo lì tra le fronde in maniera del tutto provvidenziale (per il prosieguo della storia). Però non mi guasta la lettura, confido sempre in una bella conclusione dopo due albi tutto sommato ben fatti.
  7. Leo

    [Speciale Tex Willer N.5] Rancheras

    Perfida minaccia, lanciata per rovinare ciò che resta del Ponte dell'Immacolata...
  8. Leo

    [Speciale Tex Willer N.5] Rancheras

    Alla luce di queste spiegazioni, la scelta non è sbagliata e credo, senza piaggeria, che le tue scelte raramente lo siano, anche quando non trovano il favore della minoranza rumorosa che c'è qui dentro. Le tue logiche sono spesso ferree, sia come narratore che come editor. La mia delusione da lettore nasce dal fatto che da questo speciale, per la storia editoriale che lo ha contraddistinto fino ad oggi, mi aspetto sempre una storia diversa da quelle che potrebbero apparire anche sulla collana principale. E quando ho parlato di "diretto responsabile" è perché ho pensato che stavolta non avevi potuto o voluto commissionare un certo tipo di storia che rispecchiasse le precedenti operazioni natalizie. Detto ciò, Ruju e Giardo hanno fatto il loro e tu pure, solo che io, quando penserò allo Speciale di Natale 2022, ricorderò la prima storia "ordinaria" di una collana che fino a quel momento aveva regalato storie d'eccezione. Tutto qui
  9. Leo

    [745/747] Vancouver

    SPOILER SPOILER SPOILER Questo è vero, ma la scena resta drammatica. L'eccidio degli squamish e, qualche vignetta più in la, la morte di Taki con Carson che abbassa la guardia. Joe ovviamente non poteva morire, per cui ti dirò che l'intervento dei pards proprio nel momento in cui deve accadere e me l'aspetto, ha per me un che di rassicurante. Quasi a pensare che i nostri non tradiscono mai le attese... Quello che trovo un pelino improbabile è invece l'assassinio provvidenziale di Bailey. Guarda caso Artiglio d'Orso era proprio lì, intuisce (perché non può ascoltare) quel che sta per accadere, non può contare sul resto dei suoi uomini per dare la caccia in grande stile a Tex e Carson. Nulla di grave, comunque.
  10. Leo

    [Speciale Tex Willer N.5] Rancheras

    Non mi ci provo nemmeno, non so proprio come tu faccia e hai tutta la mia personale comprensione e solidarietà per il lavoro titanico che tu e tutti gli altri svolgete. Come faccia poi tu a produrre tutto quello che produci, a leggere tutto quello che leggi, a intervenire qui sul forum o ad altri eventi, quello non me lo sono mai spiegato: la tua velocità nel fare le cose rende il tuo tempo più lento, mentre la mia incapacità mi fa percepire le ore come velocissime: questa è la vera relativita del tempo, e tu saresti un soggetto che i fisici dovrebbero studiare... Tuttavia, a parte l'umana solidarietà e l'eterna ammirazione, il mio era un commento da lettore. Che non dice che "la storia in questione grida vendetta", tutt'altro; dice che è una buona storia, ma non in linea con lo spirito di questo Speciale a cui Babbo Natale Borden ci aveva abituati in passato. E questo è un dato di fatto, senza nulla togliere a storie e autori e curatore
  11. Leo

    [Speciale Tex Willer N.5] Rancheras

    Storia riempitivo, in sé anche carina, seppur viziata da una certa ingenuità di Tex (che si fa catturare due volte) e dal modo a dir poco inverosimile in cui si salva dalle conseguenze della predetta ingenuità. Tuttavia il tasto dolente sta proprio in quello che è stato rimarcato dagli altri pards: perché "sprecare" uno speciale con una storia così ordinaria? Fino ad oggi, gli speciali Tex Willer sono stati contenitori di storie particolari, come il primo, indimenticabile antologia di storie gotiche, e gli altri, dedicati ad incontri con personaggi significativi. D'altronde, a parte quello della scorsa estate, lo spirito di questa pubblicazione speciale è stato sempre quello di un "regalo di Natale" particolare per gli affezionati lettori, la classica strenna che si attende con una certa trepidazione e buone aspettative. La banalizzazione dell'albo 2022 è un piccolo tradimento delle attese di noi bambinoni che ancora attendiamo la sorpresa sotto l'albero, e Borden, da curatore che ha scelto la storia, ne è il diretto responsabile: un Babbo Natale stavolta meno generoso del solito. Avremo fatto i cattivi durante l'anno?
  12. Leo

    [745/747] Vancouver

    Ruju è un ottimo interprete di Tex.
  13. Leo

    [741/744] Sierra Nevada

    Sì, è questa. La leggerò seguendo il tuo link allora, grazie ancora
  14. Leo

    [745/747] Vancouver

    Seconda parte avvincente, in definitiva dominata dal personaggio che dà giustamente il titolo all'albo: questo Artiglio d'orso, che colpisce non solo per la sua efferatezza e crudeltà, ma anche per la sua testa fina (si prende la responsabilità di far fuori Bailey), un certo codice d'onore (non vuole anticipi sul lavoro), una componente di mistero (la polizia non ne conosce la storia e la provenienza). Mi è venuto un brivido quando ho letto la vignetta in cui Tex, con quel suo volto granitico che solo Mastantuono gli sa conferire, dice che presto Kircher scoprirà chi tra i due è il lupo più forte e cattivo. Un brivido, sì, perché anche Tex, al pari di Artiglio d'orso, deve fare paura: la sua è una grinta indimenticabile e pericolosa, e quel volto bonario che abbiamo in mente noi aficionados deve trasmutarsi in qualcosa di davvero terribile, in simili contingenze. E non è un caso che il brivido lungo la schiena mi sia venuto in una storia di Mastantuono: questo disegnatore ha una potenza, una forza, che si imprime sulla pagina, innalzando il livello di drammatizzazione delle tavole e rendendo Tex quasi un fumetto vietato ai minori, perché con lui la violenza e il dramma, anche se non si vedono esplicitamente, si respirano a fondo, si avvertono intensamente (si pensi alla splendida Luna Insanguinata, anch'essa in questi giorni nuovamente e meritatamente in edicola). E un Artiglio d'Orso, con queste sue caratteristiche da avversario terribile, non poteva avere un padre grafico più degno.
  15. Leo

    [741/744] Sierra Nevada

    Ho recuperato l'edizione in mio possesso. È stata editata dal Corriere della sera e dalla Gazzetta dello Sport nel 2010, consta di 14 uscite a colori. Il primo episodio è Favola di Venezia, ed era questa che all'epoca trovavo indigesta. Adesso, non per non seguire i tuoi consigli, ma per dare un senso a quei 7 euro per 14 volumi spesi, fino ad ora inutilmente, 12 anni fa, leggerei Una Ballata ed eventualmente il resto da questa collana che ho già bell'e pronta sul mio comodino. Se poi amerò il personaggio, non escludo di procurarmi anche l'edizione da sogno che mi hai consigliato.
  16. Leo

    [741/744] Sierra Nevada

    Seguirò i consigli, anche per il sottofondo musicale
  17. Leo

    [741/744] Sierra Nevada

    Ok! Ci provo!
  18. Leo

    [741/744] Sierra Nevada

    In effetti, è incomprensibile l'intero atteggiamento della Bonelli, a maggior ragione se Brindisi ha poi anche disegnato i personaggi con gli stessi volti della Ballata! Fosse solo Nizzi, ma addirittura Brindisi: non è la follia o la mancanza di rispetto di uno, bensì di entrambi gli autori della storia. Questo è sconcertante, e mi fa pensare che forse la Bonelli sapeva tutto, ma non ha voluto scrivere nulla nella prefazione? Ad ogni modo, una caduta di stile, quale che ne sia l'origine. Circa la mia lacuna, devo ammettere, ahimè, di non conoscere affatto Corto Maltese. So che è considerato un capolavoro, ma è troppo lontano dai miei gusti canonici, modellati praticamente sulla sola Bonelli, che è stata la mia unica fonte di letture fumettistiche per decenni (solo negli ultimi anni ho allargato i miei altrimenti angusti orizzonti, grazie al Blueberry de La Gazzetta dello Sport). Di Corto Maltese ho tutta una intera collana, edita molto tempo fa non ricordo da quale casa editrice. I volumetti sono però proprio quelli che tu definisci storie rimpicciolite e sono colorati. A quanto ho capito, la numerazione non corrisponde alla cronologia del personaggio, e la prima storia è Corte sconta detta Arcana: ho provato più volte a leggerla, anni fa, ci sono tornato in diversi momenti, ma ogni volta mi è risultata, con non poco rammarico, indigesta... Ora sono passati degli anni, magari ci riproverò.
  19. Leo

    [741/744] Sierra Nevada

    Io non ho letto La ballata del mare salato e ricordo che il Texone ad essa ispirato mi piacque molto (in genere, anche nel suo periodo di crisi, sui Texoni Nizzi è riuscito a mantenere un buon livello per le sue storie, se non ottimo in diversi casi). Non avendo letto Pratt, non so quanto la storia "abbia preso spunto" o sia "semplicemente copiata", ma in questo secondo caso l'omaggio, se davvero si ha intenzione di renderlo a una storia o a un autore, andrebbe dichiarato esplicitamente, per correttezza verso il lettore. Che Nizzi o la Sbe non si siano sentiti in dovere di farlo, è una mancanza biasimevole.
  20. Leo

    [Color Tex N. 22] Yavapai e altre Storie

    A me il color complessivamente è piaciuto, sia a livello di sceneggiatura (dalla quale non mi aspetto mai niente di particolare nel caso di storie brevi) che di disegni e colori. Soprattutto i disegni, mi sono parsi tutti convincenti e solidi. Le storie più riuscite ritengo siano state quelle di Boselli e Nizzi; circa il pensiero di Tex su sé stesso "celebre baro" è la pura verità: magari non è celebre, ma di sicuro è un baro
  21. Leo

    [745/747] Vancouver

    Mi è parsa una scorciatoia, ma nulla di davvero clamoroso. Una scelta che reputo discutibile, ma non necessariamente sbagliata.
  22. Leo

    [745/747] Vancouver

    CONTIENE SPOILER Credo che Mastantuono in questo albo sia stato semplicemente superlativo. Un grandissimo narratore per immagini, con i vari personaggi resi graficamente in maniera perfetta. Tuttavia, concordo che quei fanali sono molto infelici nella resa delle espressioni dei volti, e delle ragazze e dello stesso Carson. E sempre a proposito di Carson, trovo la sua rappresentazione molto discontinua: in alcune vignette pare un vecchietto in pensione, in altre l'aitante ranger che deve invece essere. Da migliorare quindi Carson e le scelte caricaturali, per il resto da applausi. Passando a Ruju, lo trovo molto in forma. La scena del flashback di Carson con Angela è molto bella, così come la successiva, tragica, scena che vede coinvolto l'ingegner Flynn. Emozionante anche la vignetta in cui Angela, con la voce strozzata per l'emozione, abbraccia Carson nel silenzio rispettoso degli altri pards. Oltre ad Angela, la storia è bella anche per gli altri personaggi, che si preannunciano particolarmente gustosi: non solo Joe Capilano e il già protagonista John Stewart, ma anche i vilain sembrano all'altezza, sia quelli già presentati, come il corpulento Warberg, che quelli solo evocati, vale a dire il "macellaio" Kircher, che spero sia all'altezza della sua terribile fama e possa così costituire un avversario davvero rognoso per i nostri. Le scene d'azione mantengono alto il ritmo della narrazione. Sull'intervento di Ross, concordo con Diablero: è singolare e probabilmente poco credibile che l'ultima ruota del carro (come sembra apparire) prenda un'iniziativa così decisa contro due sconosciuti che fanno qualche domanda, finendo presumibilmente per fornire una pista a Tex (soluzione troppo semplice, a mio modo di vedere). Tuttavia, messa da parte questa scelta discutibile - discutibile soprattutto perché è forse una scorciatoia dell'autore per mettere i nostri sulla strada giusta - continuo a godermi la storia, inclusa quella che Diablero definisce una "tamarrata". È vero che sono due contro quattro, ma non è la prima volta che Kit o gli altri accettano lo scontro ad armi pari pur in inferiorità numerica: a maggior ragione lo può fare Kit, più giovane e scapestrata testa calda. Diverso è il discorso circa l'abuso dello stesso espediente (scontro senza armi) nel giro di poche pagine: qui sono molto più d'accordo, anche se ritengo ci possa comunque stare per giustificare la morte di Ross, che probabilmente serviva a Ruju per lo svolgersi della trama. In estrema sintesi, albo molto bello, che mi rende ottimista per il prosieguo.
  23. Leo

    [Maxi Tex N. 31] I Quattro Vendicatori

    Concordo assolutamente
  24. Leo

    [Maxi Tex N. 31] I Quattro Vendicatori

    Un 6,5 onesto, se glissiamo su un incipit veramente molto molto infelice (pista trovata subito e scena del capostazione). Per il resto, ci si diverte pure, anch'io reputo la parola "truffa" profondamente sbagliata, al pari di "mefistronzata".
  25. Leo

    [741/744] Sierra Nevada

    Quoto tutto quello che hai scritto. I tuoi messaggi mi piacciono sempre molto e qui hai centrato in pieno le motivazioni per le quali non ho apprezzato questa storia, incluso il comparto disegni. Civitelli è un gigante ed è fuori discussione, ma anch'io credo che il suo tratto non lo aiuti a rendere nelle storie magiche (anche se qui il magico sconfina in superpoteri ben poco inquietanti).
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.