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TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
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Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Leo

    [741/744] Sierra Nevada

    Non vuoi capire, evidentemente. Ti dico di moderare i termini. Mefistronzata è un'offesa. Così come ridicolo rivolta a me. Se anche Borden non se la prende, resta un'offesa. Il lavoro di mesi e mesi, suo e dei disegnatori,è liquidato come una stronzata. Non mi voglio fare bello agli occhi di Mauro, se lo volessi gli liscerei sempre il pelo, invece gli ho dato del sadico per averci "sequestrati" 7 mesi e ho bocciato la storia. Solo che eviterei certi epiteti. Ho letto il tuo intervento dopo aver scritto il mio post. Altrimenti non lo avrei scritto. Grazie
  2. Leo

    [741/744] Sierra Nevada

    Gunny, non c'è bisogno che ti faccia saltare la mosca al naso. Qua non è questione di principini, ma di rispetto per il lavoro dell'autore. Non hai insultato nessun nostro eroe, hai usato un'espressione irriguardosa per una storia e di conseguenza per il suo autore. Io ho detto di essere deluso da questa storia e da questa performance di Borden. Un'altra cosa è definire la storia una stronzata (perche l'espressione mefistronzata questo dice) o una puttanata. Esiste o no una netiquette qua dentro? Io credo che qui siamo liberi di criticare, anche ferocemente, la testata e la casa editrice, ma non possiamo far finta che l'autore non ci sia e non ci legga, così da regolare i toni di conseguenza. Poi, Borden è uno sportivo e si sa difendere da solo, ma io con questo pippone non voglio difendere solo lui; mi piacerebbe solo si adoperasse un altro linguaggio, senza per questo essere chiamato principino
  3. Leo

    [741/744] Sierra Nevada

    Eppure a me non dispiacque, sempre a proposito delle aspettative...
  4. Leo

    [741/744] Sierra Nevada

    Accanto a "sadismo" avrei dovuto metterci la faccina Ma il concetto non cambia
  5. Leo

    [741/744] Sierra Nevada

    Anch'io ho biasimato questa uscita, perché la trovo irrispettosa nei confronti dell'autore della storia. Così come la parola "puttanata" usata dopo in un altro post. Ma al di là del mio modo di essere, che mi porta a rifuggire certe espressioni troppo forti e offensive nei confronti del lavoro di una persona, vedo in quegli interventi il trasporto e l'accaloramento di alcuni lettori per un personaggio, e magari anche per un autore, che amano e che stavolta li ha profondamente delusi. Perché non sempre i lavori riescono e gli esiti sono all'altezza delle aspettative, ma c'è modo e modo di vivere la delusione, e questa è tanto più forte quanto più alte erano appunto le aspettative, quanto più forte era stato il can can sul ritorno di Mefisto, quanto più ampia è stata la durata della storia. Ecco, questo è un punto dolente: la durata. Per chi non ama Mefisto, questi sette mesi sono stati una prigionia texiana. Ogni 7 del mese l'attesa di passare in edicola era per me depotenziata dalla consapevolezza su quello che avrei trovato sullo scaffale. Una sensazione vissuta già venti anni fa, quando iniziava una storia dell'ultimo Nizzi. Il primo mese, non sapendo se vi avrei trovato Nizzi o Boselli, entravo in edicola ansioso di leggere il nome sul tamburino; il secondo mese di una storia di Nizzi sapevo già quello che vi avrei trovato, e ci andavo senza piacere né voglia: le stesse sensazioni di questi mesi. Vuoi fare una storia di Mefisto? Fa pure. Ma tenere imprigionata una fetta di lettori per sette mesi è sadismo. Poi la storia l'ho letta, a cervello spento e col pilota automatico. Mi sono disposto a leggere con maggiore attenzione solo l'albo finale, che credevo sarebbe stato incentrato sul trionfo annunciato in pompa magna. Credevo in un VERO trionfo, che in qualche modo sarebbe stato ribaltato strada facendo. Vista la copertina, il titolo, le pagine in più, ho pregustato qualcosa di veramente drammatico, una situazione veramente al limite e senza via d'uscita, con un colpo di reni disperato finale che riportava i nostri a vincere. Invece del trionfo non c'è nemmeno l'ombra. Dura talmente poco che all'inizio, giuro, non l'avevo nemmeno colto. Ho dovuto rileggere la sequenza due volte per registrare ciò a cui non volevo credere: il trionfo si consumava in due vignette, durava il tempo di un battito di ciglia. Dov'era la vittoria tanto attesa? Dove era il dramma, lo sconforto, la rivalsa finale? Tutto condensato in un paio di pagine, tutto sprecato in modo anonimo. Quanto stridore tra lo strombazzare della copertina e la soluzione della storia, quanta delusione. Speriamo di non vedere mai più Mefisto e Yama. Non hanno portato fortuna ai successori di Bonelli.
  6. Leo

    [Maxi Tex N. 31] I Quattro Vendicatori

    L'operazione Mefisto di Borden è stata a mio parere azzardata. Azzardata non tanto per il ritorno del vilain principe, quanto perché ha praticamente privato di Tex per più di mezzo anno quei lettori che Mefisto proprio non lo digeriscono, come me. Ho letto la storia, ma non con piacere, e non entro nemmeno nei meriti e nei demeriti di Borden, perché sono io che ho e ho sempre avuto un problema con i personaggi di Mefisto e Yama, sin dai tempi di Glb. Ecco perché leggere questo maxi non mi è dispiaciuto. È una storia western, con un buon ritmo, dialoghi simpatici e un bel finale. L'inizio è orrido (dalla pista trovata in tre minuti alla scena del capostazione) ma poi la storia si incanala bene e riesce anche a divertire, facendoci finalmente tornare a respirare quell'aria western che per sette mesi ci è stata sottratta dalla cattiva magia mefistiana. L'operazione è stata peraltro apprezzata anche dai lettori, a giudicare dai commenti di Facebook.
  7. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Ti ringrazio per il bel post, Condor. Credo di avere senso dell'umorismo e in teoria dovrei avere sufficiente conoscenza degli uomini per passar sopra a certi piccoli ma fastidiosi gesti, ma la derisione di un mio post, scritto con sincera emozione e con trasporto, mi infastidisce non poco. Né trovo corretto l'anonimato, perché mi piacerebbe sapere con chi ho a che fare e chiedere conto della presa per i fondelli delle mie parole, che non erano offensive né ironiche nei confronti di nessuno. La verità è che quelle risate le vedo come una mancanza di rispetto. Verso di me lettore e il mio modo di percepire una storia. Se uno, qui dentro, non è più libero di scrivere con una certa passione per paura di essere canzonato, mi chiedo cosa stia diventando questo luogo virtuale. Chiedo agli amici che si sono fatta una risata, di uscire allo scoperto e di spiegarmi cosa ci sia di comico nel mio intervento. Magari le loro intenzioni non erano poi negative o sarcastiche e siamo noi che stiamo equivocando, ma se almeno lo spiegassero... Cos'è che vi ha divertito? La parola "olimpo"? La parola "amicizia", che magari ritenete detta a sproposito? Solo per saperlo, così la prossima volta evito di rendermi ridicolo ai vostri occhi.
  8. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Mi spiegate le risate al mio post? Dove sarebbe la cosa comica? Giuro che non capisco dove avrei scritto qualcosa di divertente ... Olimpo texiano? Il fatto che lo abbia considerato (figurativamente) un amico? Boh
  9. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Mi emoziona sempre, anche se la conosco a memoria. Piu' che un personaggio, John è stato un amico, personaggio alla pari con un Ray o con uno Shane. Olimpo texiano.
  10. Leo

    [745/747] Vancouver

    Probabilmente hai ragione su tutto, caro pard, ma i disegni di Mastantuono per me esprimono potenza. Sono potenti, duri, ariosi, dinamici. Io lo adoro...
  11. Leo

    [Maxi Tex N. 31] I Quattro Vendicatori

    CONTIENE SPOILER CONTIENE SPOILER Tex e Carson sono chiamati dall'esercito perché non ci sono cercatori di piste abili come loro. L'assurdità è che i nostri ritrovano ciò che devono ritrovare praticamente dopo dieci minuti! Poi si recano da un capostazione, a chiedergli dove fosse finito un certo carro. E quello gli dice: qua non è passato nessun carro. Ma sì che è passato, insistono i nostri. Ma vi dico di no, guardate il registro. E i nostri guardano il registro, non c'è traccia di passaggi di carro, e concludono: beh, è vero, non c'è traccia, scusate tanto. Non volevo credere ai miei occhi! Possibile che Nizzi ormai veda Tex e Carson come due rincitrulliti? E sì che ci ho speso dei soldini per questo Maxi, ed è così lungo... ma chi me lo fa fare? E invece, da quel momento in poi comincia una storia dinamica, agile, scoppiettante, piena d'azione e con i soliti inserti umoristici nizziani brillanti. Alla fine di una lunga e movimentata avventura, c'è anche lo spazio per un finale inaspettato, tragico e in una certa misura nobile, sul quale tuttavia nutro alcune riserve: perché mai, infatti, il Colonnello continua ancora a perseguitare Ethan quando ormai conosce il suo destino e sembra essere, al cospetto dei due pards, sinceramente pentito? C'è in questo comportamento una qualche contraddizione, anche se non si può escludere che il vecchio confederato abbia continuato con i suoi atteggiamenti finché ha potuto, per poi rinsavire al momento della sconfitta, quando ha preso atto, definitivamente e una volta per tutte, di essere arrivato al capolinea. Una storia come questa, non lo nego, mi lascia qualche rimpianto, perché l'ottuagenario Nizzi, incredibilmente, poteva ancora essere utile alla causa. Si è fatto fuori da sé, con la sua protervia e il suo "non saper stare al mondo" (se mi passate l'espressione), ma dal punto di vista dei contributi a Tex, stupefacente a dirsi nel 2022, è un piccolo peccato.
  12. Leo

    [Maxi Tex N. 31] I Quattro Vendicatori

    Io ho sempre paura dei Maxi, perché spesso qui ci dirottano le storie che non si vuole pubblicare sulla regolare (per l'ultimo di Manfredi, se non vado errato, andò così). C'è da dire che l'ultimo di Maxi di Nizzi, quello sulla missione spagnola, propose un'ottima storia, divertente e frizzante. Strizzava l'occhio a certe grandi storie del Nizzi che fu (la leggenda della vecchia missione, ad esempio) ma non cadeva nella sterile scopiazzatura, risultando invece brillante, una bella zampata di un leone vecchio ma sostanzialmente in forma.
  13. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Non ci ho capito nulla. Ergo non capisco neanche quello che dico io stesso
  14. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Completamente d'accordo. E cerca di restare sul forum, stavolta Ma era più facile (come poi è stato) che il trafugamento fosse avvenuto da parte confederata no? Il piacere è reciproco
  15. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Quelle faccine non mi sono simpatiche e andrebbero abolite. Meglio una faccina incazzata che una come quella che sembra suggerire che uno dice cose senza senso. Detto questo, sono faccine, non è che me la prenda più di tanto. Per i punti di vista che hai espresso su questo topic (sempre corretti e ben argomentati, anche se a volte con toni un pò perentori ), se le faccine le avessi messe tu, anche se come detto le ritengo personalmente infelici, non avrei avuto nulla da ridire. Ma ho visto che sono state messe nello stesso orario dell'intervento di Don Fabio, e volevo solo sapere se fossero sue. E volevo saperlo non perché non potesse metterle, ci mancherebbe, ma perché mi sembrano in contraddizione con il suo post successivo. Volevo solo capire, niente di più La tua versione mi piace di più, e non avrebbe fatto perdere in pathos. Quello che però intendo dire è che all'epoca a Nizzi è venuta così, e io concordo con Thor e Don Fabio quando difendono quella scelta o perlomeno non la trovano così scandalosa. Ho ammesso più volte (l'ultima nel mio post di stamattina) che la scena può destare perplessità. Solo che a me la sequenza va bene comunque, non mi chiedo come poteva essere fatta in alternativa (e ripeto che la tua alternativa è sicuramente più felice e azzeccata), ma prendo atto della scelta dell'autore che non mi scandalizza perché non la ritengo lesiva della texianita' (diciamo che è al limite). Non puoi fucilarlo per dei sospetti. Chissà cosa potrebbe essere accaduto in campo confederato, le autorità non sanno nulla. Nessuno lo sa. Nessuno ci si raccapezza. Lo stesso Tex, anche se ancora giovane, e' già un buon giudice di uomini e dentro di sé ritiene John un buono, ma nemmeno lui alla fine sa davvero cosa pensare. Per una volta, Tex non è il mago di cui spesso tutti gli autori hanno abusato. È un uomo, anzi poco più di un ragazzo.
  16. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Lo speriamo tutti, caro Giacomo D'accordo con te. Hai esposto come meglio non si potrebbe le ragioni per le quali non trovo sbagliate le scene incriminate: 1) con Tom Tex non si comporta da codardo ma semplicemente capisce che il suo destino è segnato e che per non rendere vano il suo sacrificio deve abbandonarlo. 2) il dilemma di John è impossibile da risolvere e ciò tormenta Tex nei giorni e anni a venire. 3) sono contento che parli di "costruzione psicologica" di Leslie, segno che non sono il solo a pensarla in un certo modo. Per aver detto questa stessa cosa ho subito qui critiche che mi hanno fatto girare le scatole non poco. Circa il fatto che Tex qui non è quello di Glb, non sono del tutto d'accordo. Tex è quello di Glb, solo che è calato in situazioni tormentate, nolittiane appunto. Ma mentre il Tex di Nolitta, anche nelle reazioni alle situazioni in cui si trova, spesso non è Tex (suda per la tensione perdendo il proverbiale sangue freddo, fa errori di valutazione), questo di FDA è invece Tex in tutto e per tutto, solo calato in circostanze che lo mettono spalle al muro. Non è il personaggio che è cambiato, ma le trame. E quando si dice che l'autore non deve mettere il personaggio in determinate situazioni, a mio parere si sta entrando nella sfera delle scelte narrative: su queste io credo che l'autore debba avere la massima libertà, mentre non deve snaturare (come invece faceva Nolitta) il carattere del personaggio, le sue valutazioni, le azioni che ci si aspetta che lui faccia (qui potremmo dire che il Tex di Glb avrebbe provato a salvare Tom, questo è un punto di vista che capisco; tuttavia, il Tex di Glb non è un suicida e il fatto che qui Tex accetti il rimorso a vita per Tom lo rende un buon giudice di situazioni: poiché non posso salvarlo, almeno non ne vanifico il sacrificio). Sulla reazione isterica, sul fatto che sia sconfitto, siamo tutti d'accordo. A me, vista l'eccezionalità della vicenda e la bellezza della storia, questa parte non disturba molto. Però è chiaro che qui Tex non è il solito Tex che conosciamo. Bellissimo aneddoto, caro pard. Prezioso. PS. Mi sono arrivate due notifiche di faccine perplesse per due miei post allo stesso orario (5 ore fa) in cui hai scritto il tuo messaggio. È chiaro che questo non significa automaticamente che sia stato tu a esprimere disappunto per quei miei due post, ma te ne chiedo comunque conferma per due ragioni: 1) l'orario appunto è lo stesso 2) in quei due post mi sembra di esprimere concetti non molto dissimili da quelli da te espressi nel tuo commento, quindi se così fosse non li capisco. O forse, al contrario, non ho capito proprio il senso finale del tuo post, il che è peggio perché vuol dire che le vacanze (e gli annessi orari da nottambuli che alcuni amici sconsiderati mi stanno costringendo a fare) mi stanno mandando in pappa il comprendonio
  17. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Per te fa la figura del pirla, per me semplicemente viene fregato ma non da pirla, bensì da personaggio credibile.
  18. Leo

    [354/357] La Congiura

    Concordo sulla debolezza della soluzione "radio carcere". Ma la storia è talmente bella, Barbanera un personaggio talmente forte, che qui mi faccio andare tutto liscio e mi godo la storia, pur nella consapevolezza dell'esistenza della forzatura...
  19. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Inutile dire che concordo con Thor. L'indagine di Tex era difficile, per non dire impossibile. Solo al lettore può apparire facile. Prima di deporre in commissione d'inchiesta, si sarà lambiccato il cervello pur di arrivare a una conclusione, non riuscendoci. È amareggiato, e lo dice allo zio Walcott, per non aver potuto fornire una versione diversa, che avrebbe potuto riabilitare John. Lo dice chiaramente, e dietro quelle parole si legge il dispiacere per non aver saputo fare di più. Immagino quindi, per come è scritta quella sequenza, che Tex abbia pensato a come trovare la quadra, ma con i due cugini morti e in un ambiente a lui precluso (quello confederato) non ha potuto fare di più. Per me ci sta. Anzi, sta proprio lì - anche lì- una certa bellezza della storia. La chiudo qui sennò gli altri forumisti ci azzannano perché andiamo in loop (ci sta, non ci sta, ecc.). Non l'ho capita.
  20. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Ma Tex poteva svolgere indagini, in zona di guerra, non essendo nemmeno un ranger? Il tuo è un discorso col senno di poi, che fai alla luce del Tex successivo, ranger e mastino. Ma all'epoca Tex non era un ranger né poteva indagare sullo stato maggiore confederato. No. E ci sta.
  21. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Ok. Però è un tuo punto di vista. I tuoi toni, invece, sono ultimativi, hanno una pretesa di oggettività che io, francamente, non vedo. Forse difettero' di capacità logiche, ma bisogna prendere atto che una cosa è oggettiva se è univocamente interpretabile, ed io questa inequivocabilita' non la vedo John deve essere escluso di default dal novero dei colpevoli e Tex deve necessariamente scoprire tutto da sé solo se è il personaggio onnisciente che spesso vediamo. All'epoca di Fuga da Anderville, invece, è un giovane uomo provato dalle vicende del conflitto e da questa in particolare, in cui non ci ha capito una mazza. Non ci ha capito nulla perché era inimmaginabile l'inghippo che c'era dietro, pensare che sin dall'inizio l'oro era stato trafugato, e non lo avevano mai avuto non solo John, ma nemmeno Leslie all'inizio di tutto. Per come Tex ha vissuto la vicenda, l'unico colpevole non può che essere John, e un ragazzo ancora non scafato come Tex non può che pensare questo. Certo, anche se ha un'esperienza ancora limitata, egli è già per caratteristiche innate un buon giudice di uomini, e dentro di sé sente che John non può essere quella carogna che appare. Ma non ne è certo, le evidenze sono tutte contro il cugino bruno. Ci avrà rimuginato all'infinito, ma poi la vita lo ha portato lontano dalla Virginia, e il mistero è rimasto irrisolto. Nulla di scandaloso o di non canonico. Ma tanto nessuno dei due cambierà idea. Una cosa che mi ha fatto incazzare nel flame con Diablero è quando lui ha detto che dicevo cazzate nel difendere Leslie, e che lo definivo un personaggio positivo solo perché appariva in questa storia. In quanto tale, era un santino da difendere. Questo mi ha fatto incazzare, più di ogni altra cosa. Anni fa, in tempi non sospetti, scrissi un articolo per il Magazine del Forum su Fuga da Anderville, in cui dipingevo Leslie esattamente nello stesso modo. E non lo facevo per difendere il santino, perché questa logica da ultrà proprio non mi appartiene. Lo facevo perché ero fermamente convinto che il personaggio fosse quello, e a tutt'oggi ritengo che la storia non sia solo bellissima, ma funzioni perfettamente, pur nella sua atipicita' ed "ereticita'" rispetto al canone. Semplicemente, qui Tex perde, ma non è colpevole della sua sconfitta. Tu, Letizia, la vedi diversamente, ma le mie motivazioni, ai miei occhi e anche a quelli di qualcun altro (credo) non sono proprio campate in aria. Se ti va puoi riscriverla, quegli aspetti non ti sono andati giù e vorresti una tua versione. Legittimo, come legittime sono le scelte narrative di Nizzi che, nella sua libertà autoriale, ha voluto scegliere una cosa invece che un'altra, facendolo però sempre nei limiti del personaggio, senza alcuna violazione clamorosa.
  22. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Ma nemmeno lui ce l'ha fatta, stavolta. Anche perché non esclude il coinvolgimento di John...
  23. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Brancola nel buio.
  24. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Non la cerca perché non sa dove trovarla, Letizia. È un rompicapo per lui irrisolvibile, ci si sarà arrovellato allo sfinimento, senza cavare un ragno dal buco. Perché non può immaginare, né lui né John prima della morte, quale abominio si celi dietro l'enigma. E poi gli resta il dubbio che la soluzione al mistero sia la più semplice, e cioè che sia stato John. Perché il dubbio non è fugato dalle parole dell'amico morente, lo stesso John lo sa. Si arrende alla sua impotenza, all'inspiegabilita di quanto accaduto, e chiede a Tex di conservare un buon ricordo di lui. Ma sa che Tex sospetta di lui
  25. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Non poteva farlo, essendo il vecchio malato terminale. Di una malattia che lo sta consumando e che rappresenta la vera condanna per le malefatte del vecchio. Da qui l'impotenza di Tex e quella sua isteria. La penso come te.
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