Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
  • Contatore Interventi Texiani

    2939
  • Iscritto

  • Ultima attività

  • Giorni con riconoscenze

    154

Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Leo

    [Tex Willer N. 18 / 23] L'agente federale

    No, ma l'avevamo capito
  2. Leo

    [Texone N. 36] La vendetta delle ombre

    E' una pulce, appunto. Da qui a mio parere doveva partire un approfondimento, prima di prendere la decisione di perpetrare una seconda strage. Qui torniamo alla sospensione di incredulità, ma le storie che piacciono a me ne richiedono poca, e posso assicurare che Borden spesso, spessissimo, fa in modo che tutto sia sostenibile, con situazioni che si attaglierebbero non solo al fumetto ma anche alla realtà. è un episodio isolato. I cittadini di Cedar Grove non possono inoltre sapere che c'era stato un superstite. Possono cominciare a insospettirsi ma ancora non possono fare un collegamento con il Carnival è sempre la stessa pulce. Sono stati ritrovati due feticci indiani, a molta distanza tra di loro. Gli assassinati sono i due ranchers ma anche un bounty hunter che non ha alcuna attinenza con l'eccidio di anni prima. Eppure anche vicino al suo cadavere ritrovano un feticcio: potrebbero quindi essere degli omicidi rituali senza alcun collegamento con quanto accaduto vent'anni prima. O forse potrebbero avere attinenza, sì. E' una pulce nell'orecchio, non una minaccia conclamata alla quale rispondere con un secondo eccidio, perpetrato peraltro da sceriffi, medici, banchieri, tutti in combutta tra loro. Capisco la paura, ma chi dà a loro la certezza che abbiano a che fare con assassini intenzionati a vendicare il massacro? Il bounty hunter pure è stato ucciso, eppure senza alcun nesso. Potrebbero essere assassini qualsiasi, oppure chissà cos'altro. Sono passati anni, sono lacerati dal rimorso. Non sono più quei pionieri che lottavano per il loro "lebensraum" (il loro spazio vitale); non si contendono più la terra, non sono esasperati dalla vicinanza con quell'elemento estraneo. Si sono anche imborghesiti, possibile che non riescano a sopportare un circo itinerante che di lì a qualche giorno se ne andrà da qualche altra parte? (per inciso, il discorso dello sceriffo è piaciuto molto anche a me, è una perfetta giustificazione di certi sentimenti umani ancora attuali, come ben dice Piombo Caldo, il razzismo, la paura del diverso, ecc.;) Può fare 2 + 2, ma non ha una calcolatrice che gli dia una certezza. Quello che contesto, lo ribadisco, non sono i sospetti, è la decisione - gravissima, tremenda - presa da un pugno di uomini (e non banditi belve, ma medici, banchieri, sceriffi, bottegai, ecc.) che non hanno alcuna certezza. Poi io non ho alcuna pretesa di obiettività: a me la cosa stona e mi sa di molto forzata, e purtroppo questo elemento si aggiunge ai ragni e alle ipnosi collettive che mal digerisco. Ma il grosso della gente non si è accorto di nulla, perché non avrebbero dovuto recarsi allo spettacolo? Ecco, per me questa non è una forzatura, invece: la stessa sparatoria notturna magari non è stata sentita da tutti, e comunque non è stata collegata dagli altri cittadini al circo.
  3. Leo

    [Tex Willer N. 18 / 23] L'agente federale

    Ma Boselli ha fatto capire che bisogna attendere il prosieguo della storia. Io azzardo non solo che Tex sarà alleato dei Seminoles, ma anche che quelli da lui accoppati erano una frangia ribelle e malvagia Chissà che non ci abbia preso. Ma se anche così non fosse, ribadisco che la storia non avrebbe nulla di sbagliato, a meno che non si voglia leggere Topolino (senza offesa per i lettori Disney, anzi!)
  4. Leo

    [Texone N. 36] La vendetta delle ombre

    E' vero, e per quello ha Dampyr infatti. D'accordissimo su questo, l'ho sempre detto anch'io.
  5. Leo

    [Texone N. 36] La vendetta delle ombre

    Lo posso capire. Quella è iper-classica, questa è fiction pura. Lì hai usato il superbo mestiere che hai, qui hai fatto lo scrittore di un'opera non inquadrabile in un unico genere e piena di trovate (e avvincente, sia chiaro).
  6. Leo

    [Tex Willer N. 18 / 23] L'agente federale

    Ma certo, entrambi gli elementi. E' del tutto comprensibile. Non che la cosa faccia piacere a chi la riceve (io stesso più di qualche volta, non solo Letizia), ma appunto lo si può comprendere, figuriamoci.
  7. Leo

    [Texone N. 36] La vendetta delle ombre

    In quella cavalcata lo sceriffo fa vedere a Tex un feticcio trovato due mesi prima (o giù di lì) in una casa isolata nella prateria del Kansas. Tex, di rimando, espone il suo, trovato accanto a un cadavere nel sud dell'Oklahoma. Perché mettere in correlazione questi due eventi con la parata circense? Poi si recano presso l'accampamento del "carnival": ne restano inquietati, vedono che sono tutti indiani, e da qui immediatamente pensano che quelli siano venuti lì, dopo vent'anni, per vendicarsi di un massacro che, per quanto ne sanno i maggiorenti di Cedar Grove, non ha avuto superstiti. Ma ammettiamo ancora che questi sospetti potessero balenare così velocemente nella mente di gente che ha la coscienza sporca: non vuoi fare nulla per accertartene? Preferisci partire al massacro? Va bene il razzismo, però qui c'è un fulmineo salto alle conclusioni e un decisionismo a mio parere troppo sproporzionato rispetto a ciò che, fino a quel momento, è solo un sospetto, e pure vago. Io la trovo forzata in alcuni punti, e non perché non ricordi le venti pagine precedenti. Solitamente leggo con attenzione (il che non vuol dire, ovvio, che non mi possano sfuggire le cose). Ma qui mi pare non mi sia sfuggito molto, per me sospetti così vaghi e correlazioni così rapide non possono portare a stabilire un secondo eccidio, per quanto si possa essere razzisti oltremodo: la trovo una scelta sproporzionata, di fronte a una correlazione (feticci-carnival-eccidio di vent'anni prima) troppo labile per non meritare almeno un ulteriore approfondimento. Poi non mi sono piaciuti altri elementi, dai ragni alla platea paralizzata da poteri arcani, ma come detto questo riguarda i miei gusti, non la bontà della sceneggiatura. Detto ciò, se leggete il mio commento, io non ho bocciato la storia: ne ho apprezzato tanti punti, ma ho detto che nel complesso non è nelle mie corde. Nessuna bocciatura, quindi. Per l'altro texone di quest'anno, quello di Villa, inviterei ad andare a rileggere il mio commento: lì ho peccato di entusiasmo, non mi contenevo tanto ero estasiato: perché la storia era semplice e non dovevo stare a ricordare cosa era accaduto venti pagine prima? No, perché la storia era verosimile, era western, proponeva personaggi credibili, con motivazioni semplici ma solide, perché era sceneggiata superbamente. Perché era nelle mie corde. Ci sta.
  8. Leo

    [Texone N. 36] La vendetta delle ombre

    A me non convince questo: Può pure starci, ma i poteri ipnotici su un'intera platea mi lasciano perplesso. Poi non ho apprezzato la scelta di far morire il bounty hunter dopo aver dedicato nove pagine nove al dialogo tra lui e Madame Zara. Né l'intento del tutto folle di Shado, che alla fine non viene mosso solo da un legittimo desiderio di vendetta ma da una sete di sangue che, pur non potendo io contestare perché si tratta di una scelta narrativa, a me non piace perché la trovo eccessiva e poco motivata. Ma ripeto che questi ultimi due punti sono un problema solo mio. Io francamente la vedo più semplice. Sono un estimatore (eufemismo) di Boselli, ma a me come ad altri la storia in argomento non è piaciuta appieno. Ci può stare, ma come non lo sono io, penso che in tanti non siano rimasti spiazzati, hanno semplicemente apprezzato meno di altre volte Borden ha dimostrato che, nonostante l'iperclassicità di Tex, come dici tu ha quella maestria che gli consente di uscirne vincente. Sprecato per Tex? E che faremmo poi noi lettori ? E poi ha anche Dampyr, e ha scritto Le Storie, e Deadwood Dick, e poi scrive Tex Willer, ecc.ecc.
  9. Leo

    [Tex Willer N. 18 / 23] L'agente federale

    Piombo, Tex è un fumetto sostanzialmente verosimile. Se avesse sparato alle gambe (come a volte è avvenuto), sarebbe stato poco credibile, fumettistico, topolinesco. Ma li hai visti i seminoles, esagitati e furiosi, venire incontro ai nostri? E Tex, in tutto quel bailamme, dovrebbe anche stare a prendere la mira? Non si trova sull'alto di un colle, ben riparato, da dove possa prendere la mira con relativa tranquillità. E' nella mischia, c'è piombo e sangue da tutte le parti, è nel mezzo di una possibile carneficina. Se vogliamo storie credibili, non possiamo chiedere poi soluzioni implausibili. Ma chi è Tex, per te? Torno a ribadire che, quando GLB cala Tex nella guerra di secessione, lo fa sparare a dei soldati confederati. E nel Passato di Tex (storia peraltro vicinissima a questa in ordine cronologica) Tex non spara ai rurales che stanno inseguendo lui e Gunny Bill? Non era Tex, quello? Certo che lo è. E' un uomo in mezzo alla bufera, preso tra eventi drammatici, e lui cerca di sopravvivere come può, anche ammazzando uomini di legge, soldati di un altro schieramento, nativi imbufaliti. E lo fa per salvarsi la vita. E lo fa come glielo faceva fare GLB nei due esempi da me citati che, guarda caso, riguardano entrambi il giovane Tex. Questo non puoi dirlo. Lungi da me difendere Borden (che peraltro lo fa benissimo da solo), ma trovami un altro autore che abbia la pazienza di difendere sempre le sue scelte. Lo fa con uno stile non sempre gradevole, a volte aspro, e su questo concordo, anch'io a volte sono stato rimbrottato non troppo piacevolmente, ma ormai "conosciamo a memoria le regole del gioco" ( )e ce lo facciamo andar bene. Anche perché io penso che sul forum lui sia sbrigativo un po' per la fretta, un po' perché non prende sempre bene le critiche: ci può stare, dai Abbiamo scritto contemporaneamente più o meno le stesse cose...
  10. Leo

    [Tex Willer N. 18 / 23] L'agente federale

    Letizia, quella pagina è chiarissima. Di fatto il sergente dice a Tex: se non ti arruoli, rispondiamo all'agente federale che ti abbiamo beccato. Non sono dei sospetti, è un espediente, anche abbastanza meschino se vogliamo, con cui l'esercito ricatta un uomo di cui ha saggiato il valore e che vuole assolutamente tra le sue fila. Ma anche se usa un espediente meschino, Payne resta un gran bel personaggio. Nessun inferno, mai polemizzare con una signora soprattutto se simpatica Lo sai che il Bos non è propriamente diplomatico ma non ce la si deve prendere, è un linguaggio "alla Tex" Questo è un punto di vista che non capisco. La storia è su Tex che fugge dall'agente federale, e che durante questa fuga entra in contatto coi Seminoles. Fa una strage, ok, ma questa è una scelta praticamente obbligata, in una situazione drammatica e senza via d'uscita. Le storie si raccontano anche così no? Situazione disperata, estremi rimedi, e poi chissà cosa accadrà. E' avventura.
  11. Leo

    [Tex Willer N. 18 / 23] L'agente federale

    Per me la storia non ha buchi, né di sceneggiatura né nell'ottica del personaggio Tex. Questa collana è un grande romanzo di formazione. Tex sta divenendo Tex, non lo è ancora, ma sta sviluppando tutte le abilità e tutte le caratteristiche che ne faranno l'eroe di GLB. Continuate così. Ma quando arriva Carson? (scherzo )
  12. Leo

    [Tex Willer N. 18 / 23] L'agente federale

    No, non c'era una spiegazione, ma non è difficile trovarne una. Da Corpus Christi uno che voglia fuggire dalla legge dove può andare, se non in Messico? E' la strada più scontata, probabilmente disseminata di mastini dell'agente federale: è insomma la strada più rischiosa, non tanto o non solo per la buona riuscita della sua fuga, ma anche per le elevate possibilità di uccidere un uomo di legge, che è ciò che Tex vuole evitare a tutti i costi per non diventare un criminale anche ai suoi stessi occhi. Così sceglie una via inconsueta, insospettabile, che è quella di Tampa. Che poi l'agente sia riuscito comunque a intercettarlo va tutto a suo merito, anzi lo rende un personaggio ancora più di valore. Ma soprattutto, Tex frequenta dei saloon. Queste sono donne da saloon, puntano sull'avvenenza! E sono donne che amano godersi la vita, con una morale non proprio cristallina... siamo nel West, e su...
  13. Leo

    [Tex Willer N. 18 / 23] L'agente federale

    No, Letizia, Tex lo sapeva benissimo. Rivedi la scena in cui un sergente mi pare va a trovarlo da Zoe. Gli dicono chiaro e tondo che hanno scoperto chi è e lo spingono a arruolarsi c'era una spiegazione anche qui, lo devo rivedere
  14. Leo

    [Tex Willer N. 18 / 23] L'agente federale

    Tranne che sull'abbindolamento da parte del vecchio schiavista, posso darti ragione su questo punto. Però io credo abbia ragione Monni: Tex, in questa serie, non è diventato quello che conosciamo noi. Ma è un Tex del tutto apocrifo, come vorrebbero Letizia e Navajo Warrior? Non rispettoso del Tex Glbonelliano? Io credo di no. Tex è un fuorilegge e deve campare. GLB ha sempre conferito al suo personaggio grandi capacità di baro. E' dunque del tutto plausibile che si sia fatto le ossa in gioventù. E in quale periodo se non in questo che sta affrontando la nuova serie? Tex fa il gambler non perché lo voglia, ma perché ci è in qualche modo costretto: non ci si arricchisce, non spenna poveri cristi ma magari qualche volpone più scorretto di lui, poi paga da bere a tutti. Sbarca il lunario in una fase complicata della sua vita. Ci sta, è una fase che conosciamo pochissimo, ma è del tutto plausibile che in questo lasso di tempo Tex abbia acquisito le capacità conferitegli da GLB perché in serie ristrettezze economiche. Tex che uccide i seminoles? Ma Tex ha ucciso anche confederati. Letizia dice: non mi piacque neanche lì. Ok che non ti piace, ma al di là dei tuoi gusti il Tex che uccide seminoles perché costretto è lo stesso di GLB in "Tra due bandiere": uccide in una situazione d'emergenza, uccide per non essere ucciso e per non far uccidere i suoi compagni. Altra cosa è dire: non avrebbe dovuto arruolarsi. OK, ma anche qui credo si stia dimenticando un particolare: Tex è poco più che un ragazzo, braccato da tutte le parti. Un capitano dell'esercito lo prende a benvolere e gli fa capire che, se indossa l'uniforme, nessuno lo denuncerà. A me sembra del tutto credibile, non apocrifo, non difforme dal "verbo" glbonelliano
  15. Leo

    [Tex Willer N. 18 / 23] L'agente federale

    I seminoles, nel torto o nella ragione che fossero avrebbero falcidiato Tex insieme ai suoi compagni. È una lotta per la sopravvivenza e non puoi guardare tanto per il sottile. Il problema è a monte, sta nel suo arruolamento. Ma anche quello, lo fa per una ben precisa ragione: non ha alternative per sfuggire all'agente federale. Piuttosto, è pertinente la tua domanda sul Rio Grande, ma se non erro questa cosa è giustificata nel primo albo, solo che adesso non posso consultarlo e non posso quindi rispondere compiutamente. Ma mi pare di ricordare che non poteva fuggire in Messico. Per me il Tex gambler e con le donnine, come dici tu, non è il Tex che abbiamo conosciuto finora. È un Tex giovane scanzonato, con mille problemi: se fosse stato il solito Tex, con la sola retrodatazione delle sue avventura a un'epoca più lontana, la serie sarebbe stata quasi una ripetizione, in salsa giovanile, della collana regolare. Io credo invece che in questa sede di possa osare. Poi, sulla storia del gambler: il tex di Bonelli de L'ultimo poker è un abilissimo baro: avrà avuto bisogno di farsi le ossa, per affinare questa sua formidabile qualità? Già Glb faceva fare determinate cose a Tex. Senza scordare che in Tra due bandiere spara contro i confederati e lo fa, come in questa storia, per sopravvivere. Ed era sempre Glb.
  16. Leo

    [Texone N. 11] L'ultima Frontiera

    Non posso escludere che questa sia la giusta chiave di lettura. In quel tempo ero nauseato da Nizzi, tanto che non acquistavo più le sue storie (e invece alcune meritavano di essere lette). Però Valerio io ho riletto la storia nel 2012, quando ormai potevo essere più sereno nei miei giudizi tanto che su texoni successivi ho avuto belle parole (però, ora che mi ci fai pensare, anche per Il cavaliere solitario e L'uomo di Atlanta ho avuto dei ripensamenti...). Forse in quel periodo ero ancora diffidente del Nizzi post '95 e di tutto ciò che scrisse? E ora invece ne riscopro alcune opere meritorie guastate, sia all'epoca dell'uscita che al momento della seconda rilettura, da un nome che, associato ad un suo determinato periodo creativo, non mi era più caro per usare un grosso eufemismo?
  17. Leo

    [Texone N. 11] L'ultima Frontiera

    Spero la prima ma come escludere la seconda???
  18. Leo

    [Texone N. 11] L'ultima Frontiera

    Cosa debba fare un povero Cristo per soddisfare la gente proprio non lo so! Nizzi tira fuori una storia bellissima e certi utenti parlano di dialoghi poco spumeggianti, di sceneggiature non all'altezza, di giudizio non totalmente positivo. Mah!
  19. Leo

    [Texone N. 36] La vendetta delle ombre

    Guarda, Valerio, di recente ho commentato con entusiasmo la storia sui fiori della morte, e anche quella firmata da Borden molti anni dopo su un tema simile mi piacque molto. Quindi non è tanto l'elemento fantastico che mi infastidisce, quanto il fatto che qui l'ho trovato forzato, un po' inserito a incastro. La storia non è come quella del Fiore della morte o quella di Mefisto: non vuole essere fantastica, si mantiene sempre sui binari del verosimile. Solo nel finale appare l'inverosimile, in un modo che non ho molto apprezzato. Anche in Colorado Belle appare solo nel finale, e anche lì è decisivo, ma lì lo trovai addirittura poetico, qui l'ho trovato forzato. C'è poi un altro elemento che il sottoscritto non ha mai apprezzato: la follia come movente della storia. Shado è un folle con un piano folle: non mi piace molto, ma questo riguarda solo me, il mio modo di essere lettore, le mie idiosincrasie, i miei gusti e i miei limiti. Ma è tutto questo che fa sì che una storia piaccia o non piaccia, che sia nelle tue corde o no. Questa, pur essendo sceneggiata bene, come peraltro è consuetudine con Boselli, ha elementi che non mi consentono di apprezzarla appieno.
  20. Leo

    [Tex Willer N. 18 / 23] L'agente federale

    Completamente d'accordo con te.
  21. Leo

    [Texone N. 36] La vendetta delle ombre

    Mi fai morire con questi tuoi commenti di vita vissuta Comunque ho letto anch'io il Texone. Nel seguito ci saranno SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER Inizio molto inquietante, come ci si poteva attendere da questa storia. Sia la sequenza nella casa nella prateria di Cedar Grove che la scena successiva del bounty hunter sono gran bei pezzi ed anzi devo ammettere di esserci rimasto molto male quando, dopo ben 15 tavole in cui ad essere protagonista in solitaria è stato Jim Barker, questi viene ammazzato come un cane rabbioso: le nove tavole nove dedicate al dialogo tra questi e Madame Zara, con il cacciatore di taglie simpatica canaglia, scaramantico sì ma troppo razionale per fidarsi della bella chiromante, già mi avevano fatto pregustare una parte di questo personaggio nella storia, e vederlo liquidato così mi ha sinceramente deluso. La storia però continua a filare bene, a un certo punto entrano in scena anche Kit e Tiger che in questa storia sono abbondantemente sugli scudi, così che non potranno essere delusi gli amanti delle storie con tutti i pards insieme. Notevole è la scena a Cedar Grove, in cui prima Boselli cita sé stesso con l'insofferenza di Carson nei confronti del barbiere chiacchierone (come dimenticare il barbiere di Tucson de Il Passato di Carson? ), poi con la parata lugubre animata da un corteo di folli che generano inquietudini nella maggioranza della popolazione e destano sospetti in una minoranza dalla coscienza sporca: ecco, questa è la parte che mi ha convinto di meno, francamente. Questa parata mette in allarme la sparuta minoranza di pionieri che in passato si erano macchiati di un orribile eccidio. Inoltre, lo sceriffo della città mette in collegamento il feticcio di morte rinvenuto qualche mese prima nella casa di Collins e Meade con quello strano circo: ma, a parte il fatto che entrambi gli elementi hanno a che fare con gli indiani, non è un po' troppo forzato che un duplice omicidio di alcuni mesi prima sia messo in correlazione con una parata circense? Su quali elementi? E' possibile che, sulla base di un legame così labile, i maggiorenti della città decidano di punto in bianco di massacrare i componenti del "carnaval"? Questo per me è un punto incerto della storia. Nel prosieguo, la trama regala ancora altri grandi momenti: la cattura di Tiger Jack, la molto classica ma sempre suggestiva scena del labirinto degli specchi, la spettacolare visita dei serpenti nella stanza dei nostri (da brividi! anche Tex aveva la mascella contratta dal terrore, per una volta ), l'infortunio occorso a Carson e la messa fuori combattimento di Tex: insomma, un'orchestrazione perfetta che tiene il lettore col fiato sospeso e letteralmente divorato dalla voglia di andare avanti, con i nostri una buona volta messi in estrema difficoltà da avversari insidiosi perché sfuggenti: il buon medico, un serpente velenoso, un'inquietante strega, un ambiguo impresario circense. Poi, però, c'è di nuovo qualcosa che non mi piace: si badi, non sto parlando di scene sbagliate o di errori di sceneggiatura o altro, ma solo del mio personalissimo gusto che non mi porta ad apprezzare molto le persone pilotate durante uno stato di trance, cosa che inizialmente riguarda solo il banchiere e signora, ma dopo si estende a tutti gli spettatori sotto il tendone e la cosa mi è parsa francamente eccessiva per il tipo di lettore che sono io. Mentre non mi è parsa ridicola la scena citata da @valerio circa Tex che riesce a rialzarsi nonostante lo stato di sedazione: forse questa è poco credibile quanto quelle altre sopra da me citate sull'ipnosi o sui ragni che escono dal nulla, ma a me quella non ha dato fastidio, a differenza di queste che mi paiono un po' troppo fantastiche per i miei gusti. Il finale: molto bella la sequenza del duello con i fratelli Fortune, con Kit che ne vedeva due ; d'impatto la scena nel tendone con il sacrificio del predicatore e dello sceriffo: è vero che poco fa ho scritto che mi fa storcere il naso che tutta la folla sia lì paralizzata da qualche ignota e poco credibile forza, ma è altrettanto vero che la scena ha una sua potenza ed è destinata a restare ben impressa nella mente del lettore. In conclusione, sono soddisfatto a metà, non tanto per la qualità della storia quanto per i miei personali gusti in tema di storie western. I disegni mi sono piaciuti molto.
  22. Leo

    [Tex Willer N. 18 / 23] L'agente federale

    Appunto, ma è un espediente come un altro. È chiaro che è più sostenibile che ci siano orecchie che ascoltino. Se Tex avesse solo ripensato a tutta la storia avresti trovato qualcun altro che non avrebbe apprezzato la cosa. La sostanza non è che Tex stia raccontando a Cochise, ma che Boselli sta raccontando a noi lettori. A noi sono destinate le sfumature, le donne e tutto il resto. Anche ciò che rimprovera dix circa il fatto che Tex racconta scene che non ha vissuto francamente mi sorprende: le storie in flashback hanno sempre funzionato così. Il flashback è un espediente per far vedere al lettore come sono andate le cose nel passato. E al lettore il narratore onnisciente racconta tutto, anche ciò che il personaggio che racconta non sa e non ha visto. Questo aspetto non lo si può contestare, significherebbe fare le pulci a tutti i romanzi e i film che hanno utilizzato questo espediente confidando sulla necessaria - ma quanto mai blanda, in questi casi - sospensione dell'incredulità del lettore.
  23. Leo

    [Tex Willer N. 18 / 23] L'agente federale

    Penso di essere stato frainteso. Io ho tirato in ballo Glb chiedendomi se gli piacerebbe questo Tex giovane (per me la risposta è sì), non certo per dire che avrebbe scritto lui qualcosa del genere. Il mio rimando a Glb era solo per esprimere la mia soddisfazione per questa nuova testata così insolita e ci ho aggiunto che probabilmente anche Glb l'avrebbe gradita. Ma il racconto a Cochise è solo un espediente narrativo. La storia non è tanto a beneficio suo quanto di noi lettori. Siamo noi i destinatari del racconto di Tex. Il fatto, del tutto ininfluente, che lui si trovi attorno a un fuoco serve solo a retrodatare la storia di qualche tempo rispetto alla "diretta" della collana. Davvero un particolare così insignificante, utilizzato come espediente per collocare l'avventura qualche tempo prima, può influire sul giudizio sulla storia?Cancellate dalla vostra mente le peraltro pochissime vignette in cui appare Cochise e il gioco è fatto.
  24. Leo

    [Tex Willer N. 18 / 23] L'agente federale

    "Inutili divagazioni" che per altri sono pura avventura, che è ciò che vogliamo leggere. E per altri ancora sono preparazione dei tanti ingredienti di una storia di ampio respiro che, come spesso accade nelle vicende umane, non è fatta di un solo elemento, di un solo problema da risolvere, di un solo nemico o amico. Qui ci sono i Seminoles, ora nemici ma per nulla considerati come tali da Tex, l'agente federale, ora tenace avversario ma in fin dei conti personaggio positivo, il Tenente Fairfax, vero vilain per ora di una storia ricca di insidie ma non di nemici veri, il Capitano Payne, sicuramente amico ma pur sempre rappresentante di un'istituzione (l'esercito) che probabilmente a Tex andrà stretta anche stavolta. Quello che tu chiami "feuilleton" io lo chiamo storia di ampio respiro. Forse perché a me sta divertendo e a te no: legittimo, per carità, non discuto su questo. Beh, considera una cosa: Boselli ci sta facendo vedere un Tex gambler, che sbarca il lunario in questo modo per sfuggire a una situazione complicata. Frequenta quindi donne da saloon, che per mestiere devono puntare sull'avvenenza. Non è quindi improbabile che gli esemplari femminili che incontra abbiano fattezze attraenti e siano a loro volta attratte da cotanto fusto.
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.