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TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
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Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Leo

    Claudio Nizzi

    Diablero, sei perentorio nelle tue affermazioni. Dici che macinava pagine di pessima qualità: da come scrivi sembri un tipo davvero in gamba; possibile che non ti sfiori il dubbio che questa è una tua percezione personale, non condivisa da molti altri, in primis l'editore? Qualche post fa ho stilato un lungo elenco di storie tra il 400 e il 500 ancora molto buone, eppure non ti sei degnato di darmi una risposta. Forse ritenevi che il mio post non meritasse risposta, perché le storie da me citate erano altrettanto pessime. Ma resterebbe sempre una tua percezione, visto che io, e altri, le riteniamo buone se non ottime. Altro che soldato ferito, era ancora operativo e, pur non splendente come nel precedente decennio, svolgeva il suo lavoro ancora in maniera più che dignitosa. Ancora quella perentorietà. Ma chi ti assicura di essere nel giusto? Senza che nessuno glielo chiedesse? Ma davvero pensi che un signor editore come Sergio Bonelli non avesse alcuna voce in capitolo? C'erano fior di autori? Chi? L'esordiente Boselli, sulla cui tenuta non poteva esserci alcuna certezza (o pensi basti una grande storia come la sua d'esordio per rassicurare un editore per il futuro)? Il veterano Berardi, che lo stesso Bonelli volle far fuori dalla regolare perché non si fidava? Medda, il cui stile, sempre secondo Bonelli, mal si confaceva a Tex, tanto che per ben due volte su due aveva introdotto nelle sue storie dei bordelli? Canzio, che alla sua seconda storia ebbe bisogno dell'aiuto di Nizzi? Di chi e di cosa parli, Diablero? Soprattutto, accusi gli altri di onorare il loro poeta vate, ma poi sei tu che ti ergi a vate, e pontifichi di cose che nessuno di noi può conoscere a fondo. Dai una TUA versione dei fatti spacciandola come se fosse esatta a tutti i costi. Ma da dove ti viene tutta questa sicurezza? Frequentavi forse la redazione a quel tempo? Hai potuto vedere come il gran fagocitatore Nizzi si facesse prendere da una bulimia creativa al solo scopo di esautorare tutti i suoi possibili concorrenti? Ti ho fatto prima un elenco di storie, e non hai risposto. Adesso ti ho smantellato i Medda i Berardi i Canzio come autori alternativi, e lo stesso Boselli non poteva dare all'epoca ancora alcuna garanzia. Di cosa parliamo? Come a dire che gli altri sono ciechi. 😑 Questa tua risposta, poi, mi fa proprio cadere le braccia, scusa se te lo dico. Io ti chiedo se davvero pensi che il contributo di Nizzi possa banalizzarsi come hai detto tu, intendendo il suo contributo nel complesso, e tu mi rispondi con esempi della sola ultima storia, che peraltro io non ho nemmeno letto. Io ti ho fatto un altra domanda, Diablero.
  2. Leo

    Claudio Nizzi

    Ah ok, mai letta. Non amo El Morisco e quella storia non l'ho mai letta. Per me Nolitta ha un rapporto storie belle/storie totali molto molto alto: Il Colonnello Watson (o I Dominatori della valle che dir si voglia), Caccia all'uomo (non è Tex ma è una bella storia), A Carte scoperte, la fatidica El Muerto... Però ha scritto cose anche inaccettabili, come Il Segno di Cruzado o I Ribelli del Canada...
  3. Leo

    Claudio Nizzi

    Allora è per questo che Sergio Bonelli non lo censurò: lo aveva fatto anche lui con Giungla Crudele! E' una soluzione molto avventata, da utilizzare con parsimonia e solo in situazioni davvero disperate. Magari quella di Giungla Crudele lo era, quella di Nizzi proprio no. Ma qual è il polpettone di Nolitta? Non mi viene in mente...
  4. Leo

    Claudio Nizzi

    E meno male! Visto che ha lavorato con Marcello, con cui ha scritto i suoi capolavori, e con un Letteri già in fase calante ma sempre efficace, per storie meno ambiziose ma che restano gioiellini di Tex (una per tutte, La lunga pista). Però attenzione a parlare di abuso, perché dai tuoi post Carlo anch'io avevo avuto la sensazione che stessi dicendo che Nizzi ha strumentalizzato la sua posizione dominante per chiudere le porte a Boselli. Su L'Uomo senza passato: una grandissima storia, ideata da Villa ma con soggetto e sceneggiatura, a quanto pare, interamente ascrivibili a Nizzi. E' una storia da applausi del Nizzi post 400, del Nizzi per molti già bollito. Un'unghiata di una qualità pazzesca. Una cosa ho sempre rimproverato a Nizzi: la scena in cui Tex spara a Kit per disarmarlo. Una scena inaccettabile, intollerabile: come può un padre, da una posizione di svantaggio, per quanto di una bravura "sovrannaturale" come Tex, sparare al proprio figlio, rischiando di ucciderlo? Sarebbe da riscrivere, quella sequenza, Sergio Bonelli avrebbe dovuta censurarla già all'epoca. Detto questo, concordo con @lety: non è una singola storia che dimostra che Nizzi ci sapeva fare con Kit. Paradossalmente, le storie campali di Kit e Tiger le ha scritte Nizzi, a cui però non piaceva il quartetto e a cui soprattutto Kit non era congeniale. Vorrei poi invitare gli amici @andreadelussu74@gmail.com @valerio e @Diablero ad accogliere l'invito di @Barbanera e a stringersi la mano: sono altre le cose per cui incazzarsi. Dice bene @lety : il forum si ravviva con le discussioni, anche accese. E' il destino dei forum, sono tanto più vitali quanto più le discussioni si accendono. Ve l'immaginate un forum di discussione in cui tutti si trovano d'accordo su qualcosa? Si finisce di parlare ben presto e il forum non assolve più al suo ruolo. Era da tanto che non vivevo una discussione così accesa. Che bisogno c'è di infarcire i post con derisioni, domande retoriche polemiche, epiteti poco simpatici? EBBASTA SU, si continui a parlare anche incazzandosi ma civilmente. Ad esempio, comincio io : che razza di pretesa è quella di Diablero sulle 192 scene di patatine da trovare nelle 192 patatine di GLB? E' chiaro che quella di Valerio era un'iperbole. Due domande per @Diablero: 1) Davvero pensi che le bistecche e le patatine non fossero un simpatico tormentone di molte delle storie di GLB? 2) Davvero pensi che il contributo di Nizzi, o magari del solo secondo Nizzi, possa banalizzarsi solo con bistecche e patatine e spiegoni e origlioni? Non ti pare una posizione un po' oltranzista?
  5. Leo

    Claudio Nizzi

    Io invece mi riferivo a un'intervista rilasciata a UBC in cui diceva sostanzialmente le stesse cose (che poi avrebbe ribadito, con coerenza, anche nel libro di Guarino).
  6. Leo

    Claudio Nizzi

    Concordo. Infatti fu chiamato a dare un parere su Il Passato di Carson, e fu un parere positivo. Poi, però, non credo che abbia fatto, nemmeno informalmente, il curatore aggiunto: viste le sue idee, se fosse stato il curatore aggiunto avrebbe limitato notevolmente Boselli (a partire da Gli Invincibili). Se non lo ha fatto, è perché, probabilmente, non ha potuto farlo, non essendo di fatto alcunché.
  7. Leo

    Claudio Nizzi

    Ma non solo. Sbagliò nel dare un giudizio "tecnico" (passami il termine). L'errore più grave sta lì
  8. Leo

    Claudio Nizzi

    Esattamente, caro coetaneo...
  9. Leo

    Claudio Nizzi

    Valerio, l'intervista cui si riferiva lety (la prima, almeno) risale alla seconda metà degli anni 90, quando Nizzi era poco meno che sessantenne e ancora iper attivo su Tex. Già venticinque anni fa, a 60 anni non si era più "vecchi"; ma soprattutto, per gente che di mestiere fa il creativo, 60 anni non sono un'età in cui si debba essere sclerotizzati sulle proprie posizioni. Borden ha più di 60 anni, ad esempio... capirei se Nizzi avesse detto queste cose adesso, a ottanta anni, invece le disse allora, nel 97 o 98 (dopo Gli Invincibili, appunto).
  10. Leo

    Claudio Nizzi

    Giudizio del tutto assurdo, detto peraltro in controtendenza rispetto a quello che già si vedeva, e cioè la preferenza dei lettori di Tex per le storie di Boselli. La frase che tu riporti la disse in particolare per stigmatizzare la grandezza del personaggio di Shane, a suo dire praticamente troppo "ruba-scena" nei confronti di Tex. Va bene una volta, diceva in soldoni Nizzi, ma se lo fai spesso snaturi il Tex di GLB. Non capiva, forse perché prevenuto e in malafede o forse sinceramente, che invece Tex aveva bisogno di una cura come quella che Boselli gli stava somministrando: che non si risolveva in belle storie nel solco della tradizione texiana, come spesso lo stesso Borden ha preteso anche in questo forum, ma in una vera e propria ventata di rinnovamento che passava per il tramite di trame più complesse, personaggi più caldi, Tex meno centrale. Checcé ne dica lo stesso Borden, lui a un certo punto e in molte sue storie (tutte le marcelliane, ad esempio) ha cambiato gli schemi di Tex, rendendolo meno protagonista di quanto facesse Nizzi o lo stesso GLB, ma in storie di maggior caratura, finendo in realtà, tramite quel lavoro di sottrazione abilmente operato sul personaggio Tex, per valorizzarlo ulteriormente. Questo Nizzi non lo ha mai capito e da qui venivano le sue parole, sbagliate all'epoca e sbagliate anche col senno di poi.
  11. Leo

    Claudio Nizzi

    In quel periodo Nizzi scriveva anche Nick Raider. E comunque: 1) tu stesso hai detto che la crisi potrebbe essere scaturita da un disagio nello scrivere Tex, e io di rimando ho parlato di "burnout" tardivo dopo una prima fase di studio matto e disperatissimo (per lui che appunto non conosceva Tex e ha dovuto studiarlo e non poteva quindi avere la naturalezza di Boselli che ci è cresciuto, accanto a Tex, nelle vesti di GLB) in cui non poteva nemmeno firmarsi le storie; 2) la crisi è venuta in un momento in cui la testata gravava SOLO ed ESCLUSIVAMENTE su di lui. Lui doveva stare nelle scadenze. Lui non doveva lasciare a becco asciutto i disegnatori. Lui doveva garantire la produzione mensile e l'uscita nelle edicole. Lui. Lui. Lui. Anche se ha prodotto meno tavole di sé stesso più tardi o di Boselli, è indubitabile che sia il Nizzi post 2000 che Boselli potevano lavorare con una relativa tranquillità sapendo che la macchina di stampa non si sarebbe fermata. Quanto conta, nel lavoro di ciascuno di noi, la tranquillità di poter lavorare senza pensare che se noi non ce la facciamo c'è qualcun altro pronto a subentrare? E quanto questa tranquillità può riflettersi sulla produttività? Quando Nizzi non si è sentito più da solo a tirare la carretta, ha anche aumentato la produttività, infatti. Con risultati alterni, non disastrosi come li dipingi tu. Qui Boselli potrebbe esserci d'aiuto, ma io concordo con Paco sul fatto che nessuno di noi ha elementi per giudicare questo aspetto e comunque, se anche fosse accaduto questo, la colpa è da attribuirsi in primis all'editore. Il Nizzi post 500 purtroppo era bollito. Non penso si trattasse di mancanza di impegno, ma di freschezza nella scrittura, che non c'era più. La sua verve di soggettista, soprattutto, era scomparsa e questo si riverberava sulla qualità delle sue stanche sceneggiature. Non è un caso che, per alcuni albi, Nizzi rivivrà una sorta di seconda giovinezza, in virtù dell'apporto - ai soggetti - di Mauro Traversa, grazie al quale abbiamo potuto leggere Puerta del Diablo, Documento d'accusa, Un treno per Redville, Dieci anni dopo, in cui Nizzi si ripropone in buonissima forma. E per non sembrare che io voglia difendere Nizzi a tutti i costi, non dimentico che questi anni sono anche quelli della Banda dei Tre, La rivolta dei Cheyenne, dell'indescrivibile ritorno di Cane Giallo... Qui Nizzi era irrispettoso, sono d'accordo con te. Colpa anche dell'editore che lo pubblicava.
  12. Leo

    Claudio Nizzi

    Non è un caso, Valerio. Quel signore lì ha scritto Ken Parker, ed è solo per una cantonata pazzesca dell'editore che non pote' continuare a scrivere Tex.
  13. Leo

    Claudio Nizzi

    È stato un buon esordio, anche se più in sordina rispetto ai boom di Boselli e Berardi (e ci metto pure Medda). Il Presagio è di Civitelli per il soggetto, confermo, ma la sceneggiatura è robusta, con bei dialoghi e bei personaggi. Merito di Nizzi. Mamma mia, che texone. Superlativo.
  14. Leo

    Claudio Nizzi

    Qualche tempo fa, lessi che uno di voi (Diablero?) non apprezzava nemmeno la rilettura di Fuga da Anderville, perché in questa storia cominciavano a intravedersi le nizzate che sarebbero venute dopo. Addirittura ci si fa guastare la lettura di quella che era sempre apparsa una bella storia perché lì, in nuce, c'erano già i peccati originali che in seguito si sarebbero disprezzati tanto erano intollerabili. Qui francamente ci vedo idiosincrasia. Ci vedo voler mettere in discussione a tutti i costi l'intera opera di un autore nel suo complesso, per bollarlo definitivamente come inadatto a Tex o magari al fumetto o anche alla letteratura (io invece apprezzo anche i suoi romanzi). Mi sembra eccessivo. Il sottoscritto ha vissuto periodi di pregiudizio con Nizzi. A un certo punto, quando vedevo il suo nome sul tamburino storcevo il naso. In qualche caso non ho nemmeno acquistato l'albo: "ancora fanno scrivere Nizzi", pensavo, "ma alla Bonelli sono ciechi?". Addirittura la cosa mi successe anche con Le colline dei Sioux. Ero rinfrancato da Il Presagio, pubblicata qualche mese prima. Solo che dopo questa storia, venne pubblicata Montagne maledette, che mi entusiasmò: che autore, sto Boselli! Non sbaglia un colpo. Ha portata una ventata di freschezza, speriamo scriva sempre più spesso. Il mese dopo, trovo in edicola Le colline dei Sioux, di Claudio Nizzi. Ebbene, non l'acquistai. Non potevo sapere che si trattasse di una buonissima storia, l'avrei scoperto solo molto tempo dopo. Eppure, già non ce la facevo più a leggerlo, e non perché fosse in crisi seria (era in fase calante, ma il quinto centinaio è ancora buonino in fin dei conti), ma perché semplicemente ormai volevo il Tex di Boselli; quello di Nizzi mi sembrava ripetitivo, stanco, un déjà vu. Questo per dire cosa ho pensato di Nizzi nel corso della mia carriera di lettore di Tex. Ma mai, mai, mai, mi sono e mi sarei sognato di mettere in discussione Fuga da Anderville. E' un'esagerazione, ingenerosa nei confronti di quello che resta un grande autore.
  15. Leo

    Claudio Nizzi

    Ho fatto qualche post fa una lista di belle storie di Nizzi risalenti al decennio a cavallo tra gli anni 90 e 2000
  16. Leo

    Claudio Nizzi

    Non si può escludere che questa lettura sia quella corretta. Che Nizzi non leggesse Tex è risaputo, probabilmente non gli piaceva. Ha anche ammesso però che, leggendolo, si è reso conto di quanto il vecchio Bonelli fosse in gamba, e si è appuntato mentalmente quelli che riteneva essere i punti di forza della scrittura di GLB e quindi di Tex. Senz'altro sarà stato uno sforzo doversi adeguare allo stile di un altro, e sarà stato altrettanto frustrante non potersi firmare. Forse questi primi anni, queste continue frustrazioni, hanno inciso, alla lunga, nella resa del Nostro; forse queste insoddisfazioni iniziali si sono palesate solo molto più tardi, quando ormai era più libero e firmava i suoi lavori. All'inizio tiene botta, deve affermarsi, è teso e concentrato sull'obiettivo. Dopo diversi anni, saturato dalle tensioni dei primi periodi, ha un crollo, una sorta di burnout. Può starci. Mi piacciono molto, come a quasi tutti, i tuoi commenti sul forum. Per mancanza di tempo è un periodo che sono poco assiduo, ma quando mi capita di leggerti apprezzo (quasi) sempre. Qui invece non apprezzo, per niente. Dopo la crisi del '93, secondo la tua lettura Nizzi scriverebbe quasi col pilota automatico: origlioni, Tex che spiega e rispiega, poi patatine ed eccoci arrivati a 2000 pagine. Poi però scorro le sue opere del periodo post crisi e ci trovo: L'Uomo di Atlanta, L'Ultima frontiera, il buon ritorno della Tigre Nera, la bellissima storia di Lincoln, il bel Texone di Milazzo, la storia di Alison, la classica ma molto bella l'Ultimo Ribelle, il tragico ritorno di Nuvola Rossa, il bel Texone di Kubert e altre ancora. Sei un indubbio grande conoscitore di Tex e in genere del fumetto. Hai competenza e capacità espositive e di analisi notevoli. Ma non vorrei che, qualche volta, tu incappassi nell'errore che attribuisci ai feroci nizziani, cioè parlare per "partito preso": non pretendo che tutte le storie da me elencate sopra ti piacciano, ma ammetterai che la qualità di tali sceneggiature - almeno di alcune - è ben lontana dalla descrizione pesantemente ingenerosa che ne fai.
  17. Leo

    Claudio Nizzi

    Io ci tolgo il "quasi". Dei texoni di quel periodo non se ne parla mai infatti. Io li ho trovati tutti buoni o ottimi. La storia di Custer, invece, a mio parere a Nizzi non riuscì. E mi dispiace perché so che ci teneva. Io credo che Nizzi, il miglior Nizzi, a livello di dialoghi e nelle storie classicamente western, sia imbattibile. Non è un grande soggettista, ma nelle avventure classiche è semplicemente un Maestro. Boselli invece è poliedrico, ha una creatività che Nizzi, francamente, se la sogna. Il suo Tex è originale, "caldo", ricco di personaggi di spessore. Nizzi non ci avrebbe mai dato uno Shane, o una Colorado Belle; ci ha dato pero' un western puro e da applausi, e tanto mi basta.
  18. Leo

    [606/607/608]Caccia Infernale

    Qui Laredo non esiste, Borden se ne infischia di lui e secondo me fa anche male a farlo partecipare, visto che non prova per lui alcun interesse. Questa è la storia di Parkman, rileggila e non ne sarai deluso. Assolutamente sì
  19. Leo

    [606/607/608]Caccia Infernale

    Mi rifaccio alla mia descrizione dell'epoca, evidenziando in grassetto le caratteristiche che attribuii a Parkman: frustrazione, amarezza, conflitti interiori e ricordi dolorosi generano empatia (i tuoi flashbacks sono impareggiabili). Poi senso dell'onore e coraggio: destano ammirazione. Infine senso di colpa: Parkman compie il massacro inconsapevolmente, non si accorge di infierire su degli inermi, non lo fa volontariamente. Quello che rimproveravo era in effetti che un militare navigato come lui non potesse non accorgersi, sia pure nella concitazione della "battaglia", di star combattendo uno scontro fasullo. In questo senso, sì, il suo riscatto è macchiato. Ma Parkman resta un bel personaggio.
  20. Leo

    [606/607/608]Caccia Infernale

    Ma infatti era una persona normale. Soprattutto, era evidente che tu "gli volessi bene", lo hai tratteggiato (bene) per creare empatia nel lettore. Da qui il dispiacere per un massacro evitabile.
  21. Leo

    [576/578] Omicidio In Bourbon Street

    Io non l'avevo capito. Comunque sì, Borden di lusso.
  22. Leo

    Miglior Personaggio del 2019

    A me è piaciuta molto la Etzli manfrediana, ma alla fine propendo per la più carina Big Nose Kate
  23. Leo

    [113/115] Tra Due Bandiere

    Esattamente. Ma magari a Carlo e a Loriano fa troppa paura l'ipotesi (irrealistica) di cent'anni con Nizzi Intanto io auguro all'autore di Fiumalbo di arrivarci, a cent'anni
  24. Leo

    [Maxi Tex N. 06] Rio Hondo

    Anch'io la ritengo una delle storie più belle apparse sulla collana dei Maxi, un vero gioiello western, bellissimo per dialoghi, personaggi e disegni. Le altre due di Segura che hai citato non so se stanno sopra o meno a questa storia, ma anch'esse sono un gran bel leggere! Oklahoma, invece, è fuori concorso...
  25. Leo

    [712/713] I forzati di Dryfork

    Il "club" degli sceneggiatori di Tex è ben poco frequentato, potendosene contare all'incirca una decina in più di settant'anni di vita editoriale. L'albo di questo mese è quindi storico, posto che segna l'esordio sulla regolare di un nuovo sceneggiatore di Tex. Preoccupa un po', dal punto di vista della scaramanzia, che la storia parli di un'evasione, come accadde per l'esordio di Faraci, che partì bene ma si è perso per strada nel corso degli anni. D'altronde, essere uno sceneggiatore di Tex è cosa quantomai complicata, e per resistere a lungo devi avere un gran fiato e un cuore grosso grosso, sennò alla distanza ti perdi. E' difficile scrivere ancora un western originale e interessante dopo tanti decenni e, a mio parere, nonostante la buona qualità delle storie in edicola, Tex ha bisogno che la squadra di sceneggiatori venga rafforzata. Oggi si propone Rauch, ed è un gran bel modo di proporsi: subito un grande Carson, protagonista assoluta nella prima sequenza in paese. E se è vero che il secondo uomo gli sfugge, è per l'appunto il secondo, mentre nella storia di Nizzi il Vecchio Cammello si fa fregare da un solo avversario. Quindi non è il metro ad essere diverso, ma le situazioni: Nizzi fa fregare Carson da un solo uomo, qui invece deve vedersela con due e fa un buon lavoro. Piuttosto, ciò che mi è piaciuto poco è il Carson che ha bisogno di chiedere tutto al chiaroveggente papà Tex, un aspetto che ho sempre odiato in Nizzi e che qui Rauch sembra purtroppo aver fatto suo abbastanza pesantemente. Spero che in futuro riveda questo elemento. Sono invece d'accordo con tutti i pards che mi hanno preceduto sull'eccessiva facilità con cui un intero penitenziario si fa mettere in scacco da un pugno di fuorilegge. La sequenza è poco credibile e non concordo con Natural quando dice che è comunque solo un fumetto: la storia deve essere verosimile, l'autore non deve barare con situazioni poco plausibili per fare andare avanti la vicenda. Però la storia è bella. Il tema della fuga è solo un pretesto, è evidente. La storia si concentra sui personaggi, che paiono tutti convincenti e solidi. Decker e la sua banda da un lato, Ray Cooper e il ragazzo dall'altra, con quest'ultimo che sconta il limite di essere un personaggio purtroppo scontato, nonostante le intenzioni dell'autore: non è un caso che l'uomo da lui colpito con la pistola non sia morto. Non morirà, perché il ragazzo non è un criminale e deve quindi salvarsi, senza avere omicidi sulla coscienza. Un po' troppo telefonato, per lettori texiani scafati. Insomma, una bella storia per ora, che fa ben sperare. Peccato solo per la sequenza poco credibile dell'evasione, ma i personaggi intrigano non poco. Disegni promossi. Western sporco, scampaforche con la grinta giusta.
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