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TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
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Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Non conoscevo Rauch, e devo dire di aver molto apprezzato questa sua fatica "breve" texiana. Spero che possa tornare sulle nostre pagine: è per caso previsto un suo arruolamento in pianta stabile? Disegni molto western, con ottima caratterizzazione dei personaggi, da Jane a Seth al capo del villaggio. Bravi a entrambi gli autori, che hanno confezionato un prodotto niente male. La seconda storia, invece, nonostante la sempre bella Dawn e il magico Nord di Font, non l'ho apprezzata a pieno...
  2. Ricordo Il Ragazzo Rapito come una delle storie più strampalate mai lette (e tuttavia piacevole da leggere, nonostante tutto). Vedremo se Ruju saprà correggere il tiro con questo personaggio, che ai tempi di Faraci voleva ammazzare il proprietario della sua ex fattoria non si sa per quale motivo...
  3. Leo

    [696/699] L'ombra del Maestro

    l'ho capito. infatti scrivo: "Ebbene, la scelta di recitare a teatro (per quanto forzata dall'espediente del ricatto del Maestro)". Beh, almeno Ned sarebbe morto o sarebbe rimasto vittima del morbo no? Detto ciò, sono situazioni narrative che capisco perfettamente, sono largamente usate da tutti i media nel genere avventuroso, e infatti io stesso le ho trovate molto divertenti. Forse è inappropriato parlare di epica. Provo a spiegarmi meglio: io tendo a considerare capolavori quelle storie che riescono a coniugare l'avventura con i grandi temi universali del Tempo, dell'Amicizia, del Tradimento, del Valore, magari incastonati all'interno di un contesto di guerra, o di lotta per un ideale, e incarnati da grandi personaggi eroici. Per me Gli Invincibili, La Grande Invasione e Fuga da Anderville sono capolavori; La Tigre Nera e questa storia sono delle gran belle storie d'avventura. Magari sono tecnicamente perfette (e quindi meriterebbero il rango di capolavoro) ma l'assenza degli elementi citati sopra le rendono ai miei occhi "solo" delle belle storie. Con un esempio tratto dal mondo dei feuilleton, sperando di far capire definitivamente cosa intendevo dire: I Miserabili sta a Gli Invincibili come Il Conte di Montecristo sta a L'Ombra del Maestro. Ciò non significa che non mi piaccia il Conte di Montecristo, o L'Ombra del Maestro.
  4. Leo

    [696/699] L'ombra del Maestro

    A distanza di alcuni mesi, sono tornato a leggere Tex, ultimando la storia del Maestro. Ho letto che qualcuno ha tirato in ballo i feuilleton, e credo che il paragone sia azzeccato, perché la storia è rocambolesca e infarcita (anche troppo) di personaggi e di situazioni forti (e magari improbabili) prefiggendosi (e riuscendovi) innanzitutto lo scopo di divertire il lettore. Come il grosso dei feuilleton, che per l'appunto miravano soprattutto ad intrattenere un vasto pubblico, questa opera a mio parere non è un capolavoro. Primo: perché personalmente ritengo capolavori le storie con un respiro epico; secondo: perché credo che la storia chieda al lettore un grosso sforzo e una forte complicità, nell'accettare alcune situazioni poco credibili e troppo prone alle esigenze della trama. Tra queste: - l'eccessiva arrendevolezza delle gangs of New York: non ho digerito la facilità con cui le formidabili gangs si sono fatte soggiogare dal Maestro. In particolare, ho trovato poco credibile la sottomissione immediata di Low Yet e delle altre tong cinesi; - per la stessa ragione di cui sopra, ho trovato altrettanto poco verosimile il doppio gioco di Low Yet: nonostante sia a capo di una presumibilmente forte organizzazione, subisce l'assassinio di uno dei capi delle tong senza reagire (anche solo per orgoglio), per poi passare dalla parte del ranger confidando in lui (che in fin dei conti è un uomo solo): non proprio il comportamento di un "cazzuto" boss mafioso newyorchese, che pare piuttosto un agnellino in cerca di protezione dal lupo cattivo; - le scelte dei ranger 1: Tex e Carson, oltre che Byrnes, sono uomini di legge. Possono prendersi dei rischi, ma non possono essere avventati quando di mezzo c'è la vita di tanti innocenti. Ebbene, la scelta di recitare a teatro (per quanto forzata dall'espediente del ricatto del Maestro) con la consapevolezza di fare da esca per una "azione dimostrativa" del loro avversario è a dir poco avventata. E infatti, senza la "botta" di fortuna del cappello di Ned Buntline, la frittata sarebbe stata gigantesca, e avrebbe coinvolto tanti innocenti oltre che magari anche i nostri. Per non parlare di quando Carson e Annie si mettono a sparare sulla folla: è vero che i nostri hanno una mira perfetta, però ragazzi, qui si mettono a sparare su un mucchio di gente che potrebbe muoversi per sbaglio, senza contare che Carson e la Oakley non conoscono le fisionomie dei Dusters e potrebbero quindi sbagliarsi. Scena adrenalinica, ma anche un tantino esagerata. - le scelte dei ranger 2: la trappola per Castle, che prevede l'avvelenamento di alcune cisterne. Anche qui, è sufficiente che Nick modifichi il piano di un nonnulla per mettere a repentaglio la vita di tanti innocenti, che devono essere salvati quasi uno per uno, e piano per piano di un affollato palazzo: altra scelta per me discutibile. - alcune scelte narrative: per giustificarsi e tornare pulito agli occhi del Maestro, Low Yet e i nostri inscenano il finto omicidio di Lee: l'escamotage della prigione inaccessibile eppure così vulnerabile mi è piaciuto poco. Da buon feuilleton, però, la storia diverte, eccome se lo fa. Le scene del teatro e dell'avvelenamento delle cisterne, che sopra ho criticato, sono tuttavia estremamente appassionanti, le si legge tutte d'un fiato, e non mancano gli intermezzi umoristici, soprattutto ad opera di un Carson in grande spolvero. Ma dire che la storia è "solo" divertente è riduttivo. Durante la lettura, non si può non apprezzare la cura dei dettagli: la ricostruzione di New York, le sue tecnologie (telefono e fonografo), i suoi ambienti, il ponte ancora in costruzione. Non si può non apprezzare l'ispettore Byrnes, un personaggio per nulla edulcorato e buonista, ma autentico nei suoi metodi brutali, in una sua certa animosità nei confronti dei rangers, nelle sue "incazzature" verso Tex e Carson per i loro piani spericolati. C'è una sorta di dualismo, di competizione, che Byrnes da padrone di casa sente al cospetto dei rangers, che è resa davvero bene e che non può non essere messa in risalto: i grandi personaggi funzionano per queste loro caratteristiche, e Byrnes senz'altro un grande personaggio lo è. Nei canoni invece Castle e il Maestro, con il primo che buca lo schermo più del secondo: trovo inoltre azzeccato il paragone che un forumista ha fatto tra il Maestro e il Joker, ho avuto anch'io a volte la sensazione di star leggendo "Batman", indubbiamente anche per via dell'ambientazione ("Gotham"). Tirando le fila, una gran bella storia, succulenta, ricca. Non sempre credibile, ed anzi in alcuni snodi narrativi IMHO troppo forzata, ma ad ogni modo divertente, atipica nell'ambientazione, curatissima nella ricostruzione e nella resa dei personaggi. Una gran bella prova d'autore.
  5. Leo

    [365/369] L' Uomo Con La Frusta

    Concordo. La scena ha il giusto pathos anche secondo me. Tra le più belle della storia.
  6. Leo

    ③ La storia più bella della fascia 600 - 699

    Ho votato: Luna Insanguinata: storia bellissima, con Tex finalmente in vera difficoltà, anche psicologica (memorabile la scena in cui digrigna i denti credendo che Charvez lo stia guardando). Voglio sempre storie così. Voglio Tex in difficoltà. Voglio Tex che batte avversari degni, non marionette o carne da macello. Tex è ingigantito da figure come Charvez, il valore del suo nemico accresce il suo. Voglio tante lune insanguinate. Oro nero: ricordo una storia teatrale e un cattivo alla Bethanie Marsh, che preferisce morire col suo business piuttosto che sopravvivere al naufragare del suo sogno. Tragica e con bei dialoghi, originale per Tex. L'Onore di un guerriero: altra storia con dialoghi intensi e personaggi di peso: il conflitto fratricida, l'amore per la stessa donna, la rendono tra le più belle di Ruju per il ranger. Il Faraci di questa sequenza non mi dispiacque. Ho invece francamente detestato la Winnipeg dell'infelicissimo ritorno di Jack Thunder e del Carson impazzito (ma vedo che in tanti l'avete votata, segno che le polemiche sulla votazione finale non hanno - e meno male - inciso sugli utenti del nostro forum) e l'assurda La Banda dei serpenti, la cui destinazione sulla regolare mi sorprese (forse non si voleva offendere Manfredi?).
  7. Leo

    [696/699] L'ombra del Maestro

    Ah OK. Io dico che Boselli ha privilegiato lo spettacolo a scapito della verosimiglianza. E in definitiva ha fatto pure bene.
  8. Leo

    [696/699] L'ombra del Maestro

    per l'Ultima Vendetta, mi avevano quasi accusato di aver riscritto la storia con un mio commento, ma io mi ero solo limitato ad esporre quello che la storia già diceva... tu invece dici quello che non c'è, supponendo (ma è una supposizione tua) che quelli siano solo i fedelissimi. Nella stanza della trappola, quando si comincia a parlare di tregua, c'erano tutti i suoi sgherri, anche quello che aveva partecipato alla trappola, li si vede nelle vignette... Io credo che l'incoerenza possa essere sanata solo con un repentino cambio di idea da parte di Low Yet. Boselli voleva giustamente rendere adrenalinica la scena della trappola e la ha imbastita in quel modo. Però, se qualche piccolo difettuccio c'è, non è che dobbiamo a tutti i costi non vederlo. La scena è bella e diverte, ma ad un'analisi più attenta qualcosa sembra non funzionare, per quello che ci viene fatto vedere. E ci vengono fatti vedere i cinesi che assistono alla tregua, tanto che uno di loro restituisce la pistola a Tex. Poi, ripeto, la scena è bella, va bene così. Ma qui si parla della storia (della storia che leggiamo, non delle interpretazioni che ne facciamo supponendo che quelli siano pochi fedelissimi: dove lo vedi? )
  9. Leo

    [696/699] L'ombra del Maestro

    Ma come chi l'ha detto? La tregua viene siglata davanti a tutti, prima nel luogo della trappola e poi comodamente seduti davanti a un the. Low Yet non è mai da solo con Tex, è sempre contornato dai suoi. E' più facile quest'altra versione (chiedo scusa per l'auto-quote): El Supremo è uscito cinque anni fa, e della faccia d'angelo di Nick Castle, capace di ucciderti col sorriso sulle labbra, ce ne ricordiamo praticamente tutti...
  10. Leo

    [696/699] L'ombra del Maestro

    E quando si è accordato con Tex, il timore dei suoi uomini verso il Maestro è cessato di botto?
  11. Leo

    [696/699] L'ombra del Maestro

    Per la verità, l'ingaggio ricevuto da Low Yet era di prendere Tex vivo. Poi, tutto può essere, anche la tua versione, ma se hai sia pure un minimo intento di parlamentare, non fai lanciare dardi avvelenati ai tuoi. A questo punto, ipotesi per ipotesi, preferisco pensare che Low Yet abbia cambiato idea dopo aver catturato il ranger: sapendo che Tex non lo risparmierebbe (la prima pallottola è per te, gli dice il ranger), vedendoselo davanti, tutta quella forza, quella determinazione, quello sguardo vincente; ricordandosi le gesta leggendarie contro i suoi connazionali e contro lo stesso maestro; ecco, di fronte all'incarnazione, davanti ai suoi occhi, di quella leggenda di cui aveva sempre sentito parlare, Low Yet ne resta, in qualche modo, soggiogato, e comincia a sperare che davvero Tex possa risolvergli il problema dell'ingombrante Maestro. E lì, in quel momento, cambia idea. In quel momento, non prima: i dardi avvelenati escludono la tua ipotesi (ribadisco che Tex doveva comunque essere preso vivo, peraltro). In realtà, il fatto che Low Yet e le altre potenti gangs di New York si siano fatte soggiogare dal Maestro mi è comunque poco comprensibile: possibile che gangs così feroci si facciano mettere sotto da uno storpio e da due suoi uomini (per quanto in gamba come Castle e Muggs)? Possibile che il terrore che indubbiamente incute il Maestro riesca a impressionare gente ben poco impressionabile quali dovevano essere i malavitosi della futura "Grande Mela"? Mi piacerebbe capire cosa tu intenda per "altra cosa". Castle è un criminale efferato, astuto, pronto ad ammazzare con il sorriso sulle labbra. Una faccia aperta, un viso pulito in superficie a dissimulare l'animo di un criminale ambizioso e intelligente. E' talmente un bel personaggio che non mi stupirei - conoscendo Boselli - se un domani lo rendesse grigio, o temporaneamente alleato del nostro. Io non so se quello di Castle sia carisma (il carisma è altra cosa, ma cosa? ), ma senza dubbio è un personaggio che funziona.
  12. Ci credo. Speriamo comunque di rileggerti (e anche di rivedere i tuoi disegni) più spesso
  13. Leo

    [696/699] L'ombra del Maestro

    Mi autoquoto, perché questa era una domanda che mi ponevo dopo la lettura del secondo albo. Non sia mai che Tex sia stato attirato lì per parlamentare, non sarebbe coerente con tutta l'architettura della trappola, in cui i cinesi cercano di far fuori Tex, tanto che l'irlandese e un cinese muoiono, colpiti dal terribile veleno. E invece alla fine si finisce per parlamentare! Non mi torna molto, francamente. Anzi, non mi torna affatto. Ma non si fa in tempo a fermarsi lì a riflettere, che già si è catturati dal duro confronto verbale tra Byrnes e Carson: c'è quasi un voluttuoso compiacimento, nelle parole dell'ispettore capo, quando rimprovera a Carson che Tex si è infilato nel labirinto di Chinatown e che sicuramente non potrà più tornare con lui nel Sud Ovest; quasi a dire: cari vaccari, ve l'avevo detto che qui le regole del gioco sono diverse, avevo ragione io. Byrnes è decisamente un signor personaggio, non già un partner caramelloso e cordiale, ma un autentico, rude, brusco uomo di legge in quell'inferno che era la New York di fine ottocento, la città delle gangs. Ho apprezzato tantissimo questa sua asperità del carattere, che ne fanno un personaggio vero, non già una banale e zuccherosa comparsa quale temporaneo pard dei nostri. Ma alla fine non ha ragione lui no, perché Tex è Tex. La scena successiva è magnifica, con doppi, tripli, quadrupli salti mortali: Tex frega Nick, poi Nick frega Tex, e infine di nuovo Tex frega l'avversario biondo, con l'intervento di Carson e della polizia newyorchese. Qui Nick capisce che Low Yet ha fatto il doppio gioco: non è un caso, dice, che la polizia sia intervenuta in quel luogo. Eppure, poco dopo, nella scena del finto assassinio di Tom Lee, sembra nuovamente fidarsi di lui. Anche qui, non mi torna che un uomo astuto come Castle nuovamente si fidi dei cinesi: potrebbe però trattarsi di un escamotage, non di una reale fiducia. Staremo a vedere. Sequenza del teatro: ho trovato un po' "farraginosa" la parte che coinvolge Ned Buntline. Una forzatura il ricatto nei suoi confronti; scontato che il giornalista non tradisse i nostri. Peraltro, mi è parsa una scelta troppo azzardata, quella di accettare la sfida del Maestro per un "incontro" a teatro: sono coinvolti troppi innocenti perché un capo della polizia - ma anche i due rangers - si prendano un simile rischio. E infatti il rischio è massimo, ed è un puro caso (troppo puro, forse...) che la boccetta cada nella bombetta di Buntline. Il fatto che il teatro fosse già mezzo vuoto non emenda Tex e company da colpe, perché la gente è scappata via per puro panico, non certo perché i nostri abbiano ben concertato le loro mosse. Insomma, la scena a teatro - peraltro un classico della fiction avventurosa - è molto azzardata, ma Boselli non ci rinuncia e probabilmente fa bene, perché lui si diverte un mondo e fa divertire anche noi: intanto ci regala un Carson grande attore, tanto che è osannato anche da una ragazza del pubblico che, tra tanti, grida "Viva Kit Carson"; poi, c'è il tirassegno - da brividi - sul pubblico; e infine c'è la scena del Maestro appollaiato sul lampadario: ammetto che sulle prime ho storto un po' il naso nel vedere questa sorta di Joker redivivo (o ante litteram) minacciare dall'alto (ma come ci è arrivato?) l'intero teatro, e mi è quasi venuta la nostalgia delle grinte del West alla Waco Dolan, ma quando ho capito che si trattava non del vero Maestro ma di un "duster" drogato ho ritenuto la cosa più accettabile, e mi sono rituffato in una lettura sempre coinvolgente (nonostante le tante parole, e questo è un grosso pregio!) e purtroppo bruscamente interrotta da un quanto mai inopportuno "continua".
  14. Dispiace che un utente di peso come te, Pallino, non posti più nulla sul forum, luogo virtuale che come hai detto tu è più congeniale di Facebook ad ospitare discussioni più strutturate. Io ho chiesto di essere ammesso al gruppo Facebook e mi avete accettato; ogni tanto verrò a trovarvi, anche se per il tipo di utente che sono preferisco intervenire nel forum mentre non amo tantissimo Facebook. Intanto, sono contento di averti riletto qui, sperando che non sia solo una comparsata.
  15. Leo

    [Texone N. 10] L'uomo Di Atlanta

    La storia io l'ho apprezzata di più solo ad una seconda lettura. Ricordo ancora il senso di meraviglia che mi colse mentre, leggendo la storia, pensavo a quanto mi stesse piacendo, contrariamente al ricordo che ne avevo. Oggi ormai lo considero una dei più bei Texoni. I disegni danno in effetti la sensazione di esser tirati via, ma ciononostante li trovo estremamente affascinanti.
  16. Leo

    [Texone N. 10] L'uomo Di Atlanta

    Nizzi, che ammirava Bernet, rimase inizialmente perplesso di fronte all'estrema sintesi del tratto del disegnatore spagnolo sul Texone; poi, a ben rifletterci, si disse convinto di aver visto, in quei tratti troppo stilizzati, comunque la zampata del vecchio leone. Io ci ho visto più di una zampata: nonostante in alcuni passi i personaggi siano effettivamente più schizzati che disegnati, questi emanano un vigore, una forza, una grinta e un fascino grandissimi. Mi è dispiaciuto non aver mai più rivisto Bernet su Tex, anche se sembra che lo stesso Sergio Bonelli in qualche modo temesse di proporre un simile tratto sulla regolare. Peccato.
  17. Leo

    [Texone N. 15] Il Cavaliere Solitario

    Non la rileggo da tanto, ma io ricordo un Tex cupo, in una storia dalle tinte molto fosche. L'assassinio di una famiglia, con lo stupro di una ragazzina, sono premesse pesantissime che minano la serenità di Tex che durante tutta la storia sarà concentrato solo sull'obiettivo finale, senza darsi tregua. Se mi dici così,mi fai venire il dubbio sulla bontà dei miei ricordi: la rileggero'.
  18. Ma infatti è la storia di un flirt, incastonata in una trama classicamente western. La particolarità è il flirt; si tratta di una storia "omaggio" al Vecchio Cammello. Io l'ho gradita.
  19. Leo

    [438/440] Gli Invincibili

    Anche a me ricorda Giù la testa, ma Boselli si è ispirato per questa storia a Il mucchio selvaggio, la cui scena finale è ripresa quasi di peso da Borden per la lunghissima sequenza del fortilizio di Carrasco. La stessa "processione di sangue" è ripresa dal film di Peckinpah. Ti consiglio, quindi, Grande Tex, di vedere quest'ultimo, che è la vera fonte di ispirazione di Borden. Questa storia è stupenda. Vorrei ricordare anche i dialoghi dell'incontro tra Tex e pards e la banda degli irlandesi nel villaggio messicano, una scena scritta benissimo. La scena finale, l' "incontro" di Shane con Shan van Vocht, è a mio parere la scena più lirica di tutta la saga, un picco - tuttora ineguagliato - di poesia.
  20. Leo

    [Texone N. 15] Il Cavaliere Solitario

    Epperò non è una storia di Tex. Quel duro, granitico, cupo ranger con due fessure al posto degli occhi, con la bocca serrata, la mascella contratta tutto è fuorché il nostro Tex. D'altronde la storia fu pensata per il mercato americano, tanto che non si volle introdurre nemmeno Carson, la cui omonimia con il Carson storico sarebbe stata difficile da spiegare al pubblico Usa. A parte questo, resta una storia molto bella
  21. Leo

    Tex fa schifo?!

    Credo che un po' di prudenza non guasti, nel trattare casi simili. Per non incorrere in topiche clamorose, sarebbe il caso di non esprimere giudizi tranchantes. Abbiamo troppo poco in mano per valutare il nuovo utente e le sue intenzioni. Tuttavia, il titolo non è maldestro, è "maleducato". Una domanda provocatoria la puoi fare in mille altri modi, senza usare una parola cacofonica e offensiva come "schifo". Prima di mettere in discussione un personaggio, io lo farei innanzitutto mio, cercherei di conoscerlo e comprenderlo, di farmene un'idea un minimo approfondita. Iniziare mettendo in discussione un personaggio di cui non so nulla è come iniziare dalla fine, come fare le cose al contrario. Non ci si approccia così a una nuova lettura. La stessa cosa scritta su Cico sulla shoutbox mi sembra la boutade di un burlone, venuto a divertirsi (?) su questi lidi. Da ultimo, parlare di "logica del branco", in un forum in cui sei un neo-iscritto, è nuovamente provocatorio e guerrafondaio, non certo maldestro o naif. Solitamente io non sono in malafede, e consiglio prudenza, anche ai pards che in questo topic sono stati particolarmente sanguigni. Ma la puzza di bruciato si sente.
  22. Leo

    [618/620] Gli Schiavisti

    quindi il commento è di sei anni fa? Ho visto che in effetti il commento lo avevi pubblicato sei anni fa sull'altro forum. Significa che tieni più a quello che a questo, mi sa... Ah no, ho capito: a questo ti sei iscritto dopo e stai recuperando terreno.
  23. Leo

    [618/620] Gli Schiavisti

    Ma... hai scritto il commento a parte, in due momenti differenti? Per poi congiungerlo in un secondo momento e postarlo sul forum? Non capisco il perché di questo commento in due parti francamente... E poi, leggi Tex con sei anni di ritardo? Detto questo, è destino che in questo periodo debba leggere commenti su storie che ho detestato (di questa non mi è piaciuto solo il terzo albo, che però inevitabilmente ha compromesso gli altri due...).
  24. Leo

    [203/207] I Ribelli Del Canada

    AAAAARRRGHHHHHH Per me questa è una bestemmia Su questo siamo d'accordissimo, l'ho detto anch'io nel mio post. Brindisi condiviso, pard Caccia all'uomo non è una storia di Tex, infatti. O meglio, Tex non è lui. Ma Andy è un gran personaggio, e la storia fila che è un piacere. E' una grande storia western, con un West sporco, cattivo e malvagio, dove non c'è posto per le facce d'angelo. L'ancora acerbo Fusco non pare nemmeno lui, tanto si è evoluto il suo stile successivamente, ma i disegni di questa storia mi piacquero comunque moltissimo. Caccia all'Uomo è, come I Ribelli del Canada, una storia con un Tex molto annacquato. Solo che I Ribelli del Canada non funziona proprio come storia, mentre Caccia all'uomo sì. Sempre parer mio, eh! El Muerto è una grande storia (anche qui Tex è abbastanza nolittiano), ma per me il più grande capolavoro di Nolitta, oltre che una delle storie più belle della saga, è Cheyenne Club, o Il Colonnello Watson che dir si voglia.
  25. Leo

    [203/207] I Ribelli Del Canada

    Andy Wilson, co-protagonista di Mingo il Ribelle, quella sì una grande storia, tra l'altro proprio dell'accoppiata Nolitta-Fusco.
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