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TWF - Tex Willer Forum

juanraza85

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Messaggi pubblicato da juanraza85

  1. <span style="color:red">11 minuti fa</span>, Gunny dice:
    30 minuti fa, juanraza85 dice:

    tuttavia sono e sarò sempre dell'avviso che tali collane debbano SEMPRE contenere storie non ordinarie e degne di essere ricordate (benché tali valutazioni siano in larga parte soggettive, per carità), altrimenti non hanno particolare ragion d'essere.

    Come i Texoni: che ragione di esistere hanno se vengono disegnati dai soliti noti?

     

    Sono d'accordo fino ad un certo punto: a me non pare che siano stati poi tanti i Texoni disegnati dai soliti noti. Assai più costruttivo sarebbe dibattere sulla qualità e sulla "specialità" delle storie che vi sono pubblicate, per quanto pur consapevole di essere ripetitivo ribadisco che tali considerazioni hanno sempre e comunque una fortissima connotazione soggettiva.

  2. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Loriano Lorenzutti dice:

    A loro non fregherà nulla ma qualcosa vorrà pur dire. 

    Sono contento nel vedere che siamo tutti d'accordo. 

     

    Credo sia impossibile negare l'evidenza, nel momento in cui su molti albi cosiddetti "Speciali" vengono pubblicate storie sin troppo ordinarie, o spesso di livello anche inferiore, talmente mediocri che non sarebbero degne di comparire nemmeno sulla regolare (basti pensare all'ultimo Maxi, o a quel mappazzone che fu La belva umana, per tacere di molte delle storie pubblicate sui Color estivi).

     

    Sia chiaro che qua e là qualche storia si è rivelata davvero speciale (basti citare la fantastica Nei territori del Nord Ovest, piuttosto che l'ormai ironica Nueces Valley, o se vogliamo anche l'ultimo Color estivi La gazza ladra), tuttavia sono e sarò sempre dell'avviso che tali collane debbano SEMPRE contenere storie non ordinarie e degne di essere ricordate (benché tali valutazioni siano in larga parte soggettive, per carità), altrimenti non hanno particolare ragion d'essere.

    • +1 1
  3. Interessante davvero, il sondaggio proposto dal pard @Poe. A mio parere, andrebbe posto un freno al proliferare delle uscite fuori serie, per il semplice motivo che quantità fa di rado davvero rima con qualità, e certo non nel caso di Tex.

     

    Le mie uscite ideali sarebbero la regolare e quella del Tex giovane, più un Texone, un cartonato ed il Color di storie brevi, in più al massimo uno Speciale Tex Willer. Di conseguenza, potrei anche fare a meno del Maxi (uno o due che siano) e del Color estivo.

     

    Mi rendo però conto che, con ogni probabilità, la mia è pura utopia.

    • +1 1
  4. <span style="color:red">9 minuti fa</span>, MacParland dice:

    Mangas Coloradas mi sembra giusto,  vedendo le poche foto che girano sembra un tappetto e non un marcantonio. 

     

    Di seguito, una foto di Mangas Coloradas.

     

    Mangas-Colorados1.jpg

     

    Effettivamente, non sembra altissimo. Ed in generale, almeno stando alle foto che circolano in rete, gli apaches non si sono mai distinti per altezza (in tal senso, è significativo come con i suoi 175 cm Apache Kid fosse considerato piuttosto alto).

  5. Non mi stancherò mai di rileggere, di tanto in tanto, questa pietra miliare dell'ultrasettantennale saga di Tex: il commovente ed avventuroso racconto del primo incontro, e della conseguente nascita di un innato affiatamento, tra Tex e Tiger Jack, destinato a diventare uno dei suoi due fratelli acquisiti. Una storia struggente e coinvolgente come pochissime altre, figlia di una sceneggiatura curata dal miglior Nizzi di sempre e dai disegni, come sempre estremamente evocativi, di un Ticci all'apice della propria carriera.

     

    Il filo conduttore della storia, fondamentalmente, risiede nella densità e nell'estremizzazione di tanti sentimenti, anche contrapposti tra loro, necessari però perché un individuo scopra fino in fondo il proprio Io: amore, rabbia, vendetta, dolore, infine amicizia. Proprio questo, in sintesi, il viaggio - sia effettivo e materiale che metaforico ed interiore - che Tiger Jack compie dal momento in cui la sua promessa sposa Taniah viene rapita dai comancheros al soldo di Liborio Torres fin quando, passando attraverso una spietata vendetta, apprende del suicidio della ragazza e piomba nel più avuto dolore. Da brividi la scena in cui il fiero navajo viene a conoscenza della tragica decisione presa dall'amata, come è estremamente commovente la sequenza del suo esilio volontario sui monti Navajos in pieno inverno, al fine di superare il dolore che lo attanaglia dovendo provvedere alla propria sopravvivenza.

     

    Pazienza se, una volta tanto (insieme a Il passato di Carson), Tex deve "accontentarsi" di lasciare il ruolo di protagonista ad uno dei suoi pards, ruolo che Tiger Jack ricopre in maniera impeccabile nella tragicità degli eventi. Il Ranger, del resto, lascia comunque il segno spalleggiando al meglio Tiger tramite la propria esperienza e la propria audacia (da incorniciare i suoi siparietti con lo sceriffo di Santa Fe), e soprattutto fornendogli amicizia ed assistenza incondizionata per aiutarlo a superare il trauma della morte di Taniah.

    • Mi piace (+1) 1
  6. <span style="color:red">2 ore fa</span>, LedZepp dice:

    Insomma, ok il realismo, il rispetto della storia, ma ok anche la poesia e la possibilità di romanzare, senza però mettere un piede in fallo con eventi esageratamente improbabili. 

     

    In un fumetto che di tanto in tanto prende in prestito spunti dalla Storia con la S maiuscola, credo sia pressoché inevitabile che gli autori al contempo si concedano licenze più o meno poetiche nel riportare tali eventi. Del resto, credo sia questa l'essenza del fumetto e la novità che esso porta, altrimenti parleremmo di una mera, ennesima narrazione di un fatto storico ;)

     

    Ciò detto, devo confessare di non conoscere molto bene Pearl Hart, il che costituirà sicuramente una curiosità e, soprattutto, uno stimolo in più in fase di approccio alla lettura del cartonato. Del resto, come abbiamo più volte constatato, il Bos è una garanzia in fatto di mix tra Storia e fantasia, senza sottovalutare il fatto che i disegni siano stati affidati alla bravissima Laura Zuccheri (personalmente, sono felice di tornare a vederla all'opera), che a giudicare dalla copertina e dalle tavole in anteprima sembra aver davvero svolto un ottimo lavoro.

  7. Letto avidamente anche il secondo albo, ben più improntato all'azione rispetto al primo. Oltre ad una delle sue sempre apprezzabili ed apprezzate incursioni nella Storia, Boselli ripropone il suo classico schema della narrazione su binari paralleli: da una parte Tex che si ritrova ad indagare sul misterioso don Santiago Querquer, dall'altra Cochise impegnato a fronteggiare il caso di un ragazzo bianco che si crede rapito dalla sua tribù. Come di consueto accade in questi casi, mi aspetto che anche nel prosieguo di questa vicenda le piste di Tex e Cochise finiranno in qualche modo con l'incrociarsi, parallelamente alla drammaticità degli eventi.

     

    Ed ho altresì la fondata sensazione che anche il livello narrativo sia destinato a salire. 

  8. Senza dubbio alcuno, questa storia che si svolge nell'inedita location di Vancouver - e già questo, di per sé, è per quanto mi riguarda un punto a favore - è una delle migliori e più convincenti prove di Ruju sulle pagine di Tex, in primis per merito della validità della trama, in cui sono mixati con sapienza elementi western ed elementi più prettamente "cittadini"; miscuglio favorito, va da sé, dalla prossimità di una città in crescita ed in rapido sviluppo come Vancouver ad una natura ancora piuttosto selvaggia.

     

    Emblema di questa natura selvaggia, che in parte coesiste ed in parte si oppone all'avanzata della civilizzazione, è Wes "Artiglio d'orso" Kircher: trapper selvatico e psicopatico, a capo di una masnada di elementi non da meno, feroce e del tutto privo di scrupoli, nel corso della vicenda diventa sempre più il vero avversario, di fatto andando a soppiantare colui che, sulla carta, sembrava dover essere il principale antagonista dei quattro pards, il dirigente della CPR Warberg. Del resto, pur non approfondendone più di tanto la psicologia, Ruju ne enfatizza al meglio la belluina ferocia, grazie anche al magistrale contributo di Mastantuono nel curarne l'aspetto grafico: piuttosto alto, ben piantato, vestito di pelli e dedito ad uccidere le malcapitate vittime con una zampa d'orso che si infila alla bisogna. Non vi è limite all'efferatezza di questo personaggio, che va di pari passo con la sua avidità: per denaro non esita a rapire Angela ed a fare strage della pacifica tribù di Squamish, sempre per denaro non si crea problemi ad appiccare un incendio che quasi distrugge l'intera Vancouver (fatto storico, avvenuto il 13 giugno 1886), fino ad essere sconfitto da un superbo Carson nel duello decisivo (benché sia Tex, di fatto, a dargli il colpo di grazia).

     

    Proprio il Vecchio Cammello, secondo me, rappresenta l'altro fiore all'occhiello di questa storia, splendidamente valorizzato da Ruju, che lo rende a tutti gli effetti coprotagonista (e non semplice spalla) insieme a Tex. Dopotutto, difficile potesse essere altrimenti, non foss'altro perché la trasferta in Canada dei Nostri si svolge in conseguenza della richiesta di aiuto della sua vecchia amica Angela, con cui vi è un evidente attrazione reciproca (seppur puramente platonica, almeno per quel che viene mostrato); per tale motivo, ma certo non solo in virtù di ciò, il sempreverde Carson si batte e si sbatte con la foga di un ventenne per tutto l'arco della vicenda, raggiungendo il proprio culmine nel duello vinto contro Kircher. Non che, in tutto ciò, Tex resti a guardare: l'indubbia efficacia dei suoi metodi di indagine gli guadagna presto la simpatia del simpatico e volenteroso John Stewart, capo - nonché unico agente - della polizia locale, e soprattutto lo fa pervenire piuttosto in fretta all'individuazione dei nemici, senza sottovalutare il contributo che, insieme ai tre pards ed al capo Squamish Joe Capilano (personaggio realmente esistito, ed altro elemento che ho assai apprezzato), dà per mettere in salvo larga parte degli abitanti della città dalle fiamme divoratrici del grande incendio.

     

    Chiosa finale, più che meritata, per i disegni di Mastantuono: inizialmente, devo confessarlo, ero scettico circa la sua capacità di rendere al meglio nel disegnare scene di vita cittadina, ma con lo scorrere degli albi e delle pagine ho dovuto totalmente ricredermi, non potendo non apprezzare al contrario la disinvoltura nell'alternare tavole immerse nella natura incontaminata della baia di Vancouver ed altre ambientate nel fervore cittadino.

  9. Di norma non amo affatto le iperboli e le esagerazioni, e le rifuggo con testardaggine, tuttavia in questo caso credo proprio di non esagerare nell'affermare che non avremmo potuto sperare in un epilogo migliore della lotta di Tex contro la sua nemesi Mefisto. Un epilogo maestoso sotto qualsiasi punto di vista, dall'ampio respiro della storia, alla riproposizione di vecchie conoscenze (nel bene e nel male), nonché dalla gestione quasi perfetta dei tanti personaggi curata da Boselli, ai disegni pressoché impeccabili di Civitelli, contraddistinti da una dinamicità che ben si è adattata ai ritmi di questa storia. A tal riguardo, devo invero ammettere che, personalmente, ho trovato il primo dei quattro albi un po' troppo infarcito di dialoghi e piuttosto compassato nello scorrere degli eventi, salvo poi essermi dovuto totalmente ricredere nel corso dei tre albi successivi, in cui Boselli non si è certo risparmiato nel dispensare azione e colpi di scena (il che, ça va sans dire, mi ha conseguentemente indotto a rivalutare il primo albo come introduttivo e propedeutico a quel che era in serbo per noi lettori).

     

    Una particolare nota di merito, come ho già accennato, va individuata nella gestione dei tanti personaggi che, nel bene o nel male, hanno preso parte alla storia: era tutt'altro che scontato riuscire a dare il giusto spazio a ciascuno di loro senza rischiare di oscurare gli altri, eppure Boselli ha saputo da una parte valorizzare tutti e quattro i pards ed, insieme a loro, conferire ruoli decisivi a Padma e Narbas (senza dimenticare il contributo, pur limitato e fugace, del Morisco), e dall'altra ha avuto il vero colpo di genio di non banalizzare i tre Dickart ed i loro alleati come una affiatata ed unita famigliola di lestofanti senza scrupoli, ma piuttosto rimarcando la strisciante e crescente rivalità tra Mefisto ed il figlio Yama, con Lily terza incomoda che ha seguito con perplessità le mosse del fratello ed ha sempre diffidato del nipote.

     

    Inutile, infine, sottolineare la bellezza e la genialità del finale, che dà un degno titolo all'ultimo albo - Il trionfo di Mefisto - e, soprattutto, conferisce una volta per tutte a Steve Dickart la palma di Nemico per antonomasia di Tex, ed al contempo gli concede una sorta di "onore delle armi": nel drammatico confronto decisivo nel cratere del vulcano spento, la presenza di Narbas e la formula magica che egli pronuncia privano letteralmente Mefisto del suo involucro umano, impedendogli una volta per tutte nell'oltretomba; il tutto mentre, nella sua mente, i démoni suoi alleati fanno scempio di Tex e dei pards, consegnandogli un illusorio trionfo che sa di parziale "risarcimento" per la definitiva sconfitta. Una nuova resurrezione del negromante credo sarebbe infatti assai dura da digerire anche per i suoi fan più accaniti (senza contare che, di fatto, anche Narbas ne ha beneficiato), ed una sua ulteriore riproposizione andrebbe a vanificare il capolavoro che si è compiuto con quest'ultima sfida.

     

    Discorso diverso per Yama, nuovamente (e chissà se definitivamente) precipitato negli abissi della follia, l'infermiera Ruth ferita ma viva e, soprattutto, Lily Dickart, fuggita a nuoto prima della resa dei conti; i primi due, a mio modesto giudizio, non trovo che ormai abbiano altro da dare (anche Yama, del resto, ha in un certo senso avuto una sua parziale rivincita nell'illusione di aver raggiunto padronanza delle arti oscure), mentre ho la vaga sensazione che, preso o tardi, Lily tornerà (secondo me, ha tutto per poter essere antagonista in solitaria e senza scomodare le arti magiche, occorrerebbe solamente l'idea giusta).

     

    Merita altresì di essere lodata a parte la riproposizione di Padma, il lama tibetano che a suo tempo fu decisivo per la definitiva "crescita" di Mefisto. Esiliato in America dal suo Tibet per espiare la propria tracotanza e prepotenza, non ha mai cessato di tentare di rimediare al suo "peccato originale" ed ha dato tutto sé stesso per contribuire alla definitiva sconfitta di Mefisto, risultando la vera e propria arma decisiva nella lotta contro il nemico, sia per la sua profonda conoscenza delle arti oscure (quasi pari a quella di Steve Dickart), sia per aver indottrinato il redivivo Narbas nel dare a sua volta il proprio decisivo contributo alla causa. Anche per il lama tibetano vale lo stesso discorso riguardante Mefisto: il mio auspicio è che non torni più, sia perché forse ormai ha dato tutto quel che poteva, sia perché una sua eventuale ulteriore riproposizione rischierebbe di vanificare la portata della sua impresa. 

  10. <span style="color:red">3 ore fa</span>, ciro dice:

    Copertina evocativa, non so perché ma mi rimanda alle copertine galeppiniane  degli anni 70.

     

    Di primissimo acchito, a me la copertina aveva rimandato all'avventura di Tex e pards - con Morisco che li aveva indirizzati - contro Tulac ed il Signore nell'Abisso.

  11. Mi accodo al nostro Condor nell'esprimere la mia felicità per il debutto di Rubini sulla regolare. Felicità che, ovviamente, è mista ad una certa curiosità, data anche dell'attesa di leggere una storia che nei fatti costituisce il seguito di una breve (il che, di per sé, costituisce un precedente di rilievo), e sulla quale le aspettative non sono di poco conto.

     

    La presenza sempre gradita del Morisco e l'atmosfera impregnata di mistero sono i migliori presupposti possibili perché ci si possa attendere un ottimo risultato.

  12. Eccezionalmente uscito oggi ed addirittura con un giorno di anticipo, non ho perso tempo nel papparmi con avidità il terzo e conclusivo albo di questa storia. Dal mio punto di vista, gli eventi in quest'ultimo capitolo si succedono in maniera un po' più affrettata rispetto ai due precedenti, ma resta la sensazione di aver comunque letto un'ottima tripla, uno dei migliori lavori di Ruju sulle pagine di Tex.

     

    Senza entrare troppo nei dettagli come mio costume, mi limito a rimarcare la grande performance di Kit Carson, superbamente valorizzato da Ruju, vero e proprio coprotagonista della vicenda.

  13. Le cosiddette patacche celebrative in sé potrebbero anche avere ragion d'essere, tutto sta a saperle contestualizzare in una copertina, evitando di farle risultare troppo "invadenti", quando non veri e propri pugni nell'occhio.

     

    L'ultimo arrivo fra i bollini, ovvero questo che celebra i 75 anni della collana, personalmente lo trovo meno peggio di tanti altri - tutti o quasi - che lo hanno preceduto (mi preme però al contempo rimarcare come, comunque, io certo non avvertissi il bisogno che la SBE mi rammentasse il 75esimo anniversario di Tex).

     

    Ma, del resto, è una questione di marketing.

  14. Conobbi Marco Foderà ed i suoi disegni leggendo Saguaro, di cui per l'appunto egli realizzò diversi albi, e rimasi molto ben impressionato dal suo lavoro. Va da sé che non mi dispiacerebbe affatto se, prima o poi, dovesse essergli affidata una storia di Tex; secondo me sarebbe ampiamente nelle sue corde.

  15. Il Tex Magazine 2023 si preannuncia portatore di due storie più che interessanti e di certo non banali, dal momento che promettono di mettere a confronto il Nostro con il lato più oscuro della Frontiera. Termine riguardo il cui significato, del resto, mai come in questa circostanza viene da presumere non stia ad indicare il solo confine - più o meno netto, più o meno esplicito - tra due aree geografiche (quali l'Est e l'Ovest o il Nord ed il Sud del continente nordamericano, nel caso in esame), ma anche il confine, spesso ancor più sottile, tra razionale ed irrazionale.

     

    Per ovvi motivi che ritengo superfluo specificare, con grande probabilità tra le due storie quella che noi texiani attendiamo di leggere con maggior trepidazione è quella in cui Boselli ed i Cestaro ci illustreranno un ulteriore e fondamentale tassello del passato di Mefisto, ma anche la storia curata dal sempre più convincente Rauch e dalla garanzia Mastantuono, la cui impostazione dalle anteprime mi ricorda non poco un'avventura di Magico Vento (collana della quale, forse non a caso, Mastantuono fu una delle colonne portanti), pare avere tutte le carte in regola per lasciare il segno.

     

    Non rimane che attendere con pazienza l'uscita dell'albo, confidando anche nella validità dei contenuti extra.

  16. Non ha decisamente deluso le mie aspettative, questo primo albo della storia con coprotagonista Cochise. In realtà, in questa prima parte il giovane Tex riveste solamente il ruolo di ascoltatore, ma comunque sia un ascoltatore che ha il raro privilegio di ascoltatore dalla voce del capo dei Chiricahuas Tsokanende il ricordo delle sue gesta giovanili, per terminare col racconto del vile massacro di una cinquantina di apaches.

     

    Non solo un racconto che chiunque ascolterebbe con il massimo desiderio, ma soprattutto il pretesto (anche se, forse, può essere ritenuto tale fino ad un certo punto) che, verosimilmente sin dal prossimo albo, condurrà Tex in una nuova avventura all'insegna dell'azione e della lotta ad un'ingiustizia, in primissima persona.

     

    Come sempre rimarchevole la capacità di Boselli di mescolare sapientemente le gesta immaginifiche del Nostro con fatti che affondano nella Storia con la S maiuscola, in questa circostanza illustrati da un De Angelis in grande spolvero, il cui tratto pulito ma al contempo estremamente evocativo ben si presta ad una storia del genere.

  17. <span style="color:red">3 minuti fa</span>, Letizia dice:
    3 ore fa, juanraza85 dice:

    sempre affascinante Carson

    Carson affascinante?

    Stagionato com'è?

    Preferisco Tex.

     

    Carson ha dalla sua il fascino dell'uomo maturo. O, se vuoi, "particolarmente maturo", se posto a paragone con il meno anziano Tex :D.

  18. A mesi dall'uscita e dalla conclusione, ho deciso di reimmergermi nelle atmosfere gotiche ed esoteriche di questa prima parte del ritorno di Mefisto. Bravissimo Boselli, che ci ha riportato un Mefisto "relativamente rinsavito" rispetto al suo ritorno in vita di diversi anni addietro (è sempre il solito folle, ma ha evidentemente ritrovato lucidità e relativo metodo nel suo agire), ed altrettanto saggia si è rivelata la sua decisione di affidare i disegni di questa storia ai fratelli Cestaro, che sono riusciti a rendere impeccabilmente le atmosfere ed il contesto in cui "il fu" Steve Dickart tesse le sue folli trame criminose.

     

    Di primissimo acchito, devo ammettere di aver provato non poca sorpresa nel constatare come, rispetto ai trascorsi, in questa circostanza non è Mefisto ad attirare più o meno esplicitamente a sé Tex ed i suoi pards, ma al contrario di come il negromante, trasferitosi a San Francisco sotto l'identità fittizia dello psichiatra Stephen Weyland, apprenda in maniera assolutamente casuale della presenza in città dei suoi acerrimi nemici; e questo aspetto, analizzandolo un po' più a freddo, oltre a rappresentare un evidente segno di rottura rispetto al passato credo possa essere considerato una delle chiavi dell' ottima riuscita della storia e, in senso più stretto, della perfetta resa del Mefisto "boselliano": non più, dunque, un individuo condotto nell'abisso della follia dalle forze oscure che evoca e bazzica ormai da una quarantina d'anni, frustrato dalle ripetute sconfitte subìte ad opera di Tex e, quindi, perennemente ansioso di ottenere la propria vendetta, tanto da finire vittima di un circolo vizioso da egli stesso creato ed alimentato (sconfitta, propositi di vendetta, affinamento delle arti magiche, nuova sconfitta, e si riparte da capo), bensì un criminale ormai non più del tutto umano, ma piuttosto ormai un tutt'uno con le forze oscure, che ha acquisito una tale lucidità da anteporre i propri progetti criminali al proprio desiderio di vendetta, comunque tutt'altro che sopita.

     

    Non a caso, del resto, non appena viene a sapere della presenza a Frisco dei quattro pards, Mefisto non si lascia sfuggire l'occasione di regolare i conti con le proprie nemesi e non lascia nulla di intentato pur di riuscire nell'intento, senza però per questo porre in stand-by - a prova suprema della "maturità" raggiunta dal personaggio - la sua "grande opera" criminosa, consistente in rapine efferate e, al contempo, nell'internamento più o meno coatto di facoltosi individui presso il manicomio del quale esercita il ruolo di direttore dietro il nome di Stephen Weyland. Piccolo particolare non irrilevante, per portare avanti la propria opera il dottor Weyland si avvale della collaborazione di alcuni dei suoi pazienti, assassini e/o psicopatici della peggior risma (tutti caratterizzati ad hoc da Boselli) che ha chiesto ed ottenuto di poter sottoporre a cure psichiatriche, oltre che della perfida infermiera Ruth Wilson. Come non bastasse, parallelamente Mefisto si adopera per ridestare nell'abisso di follia in cui è precipitato il figlio Yama, mai ripresosi dal suo ultimo scontro con Tex. Un quadro quanto mai contorto ma tutt'altro che confuso, che ci mostra un Mefisto palesemente più pericoloso rispetto al passato, inevitabilmente molto più ostico da affrontare per Tex e compagni, i quali rischiano la sanità mentale e la vita come forse mai prima, finendo prigionieri presso il Black Mountain Asylum, ma venendone fuori con la consueta determinazione, un pizzico di buona sorte e grazie anche al supporto fornito dagli amici di Frisco, da Tom Devlin (che più di tutti rischia di perdere il senno) ai frequentatori della palestra Hercules. 

     

    Fermo restando che tutta la storia, dalla prima all'ultima pagina, merita scroscianti applausi, la parte migliore in assoluto è a mio giudizio rappresentata dall'epilogo presso il Black Mountain Asylum, dai ritmi ben cadenzati e dunque non affrettato, in cui tutti gli equilibri vengono meno: Yama riacquista - o, almeno, sembra riacquistare - un minimo di padronanza di sé (salvo dimostrarsi ancora una volta non all'altezza del padre, e venendo quindi messo ancora una volta alla berlina da Tex), la polizia con Kit e Tiger fa irruzione nel manicomio e si scontra con la masnada agli ordini di Mefisto, Tex e Carson riescono a liberarsi dalla prigionia ed a liberare Tom Devlin dal diabolico influsso di Mefisto, senza però evitare che questi all'ultimo riesca ad eclissarsi, in compagnia del redivivo Yama, dell'infermiera Wilson e di un pugno di altri fedelissimi. Una vittoria di Pirro, forse, quella conseguita da Tex e compagni in questa circostanza, in linea di principio non facilissima da accettare ma estremamente funzionale in termini narrativi.

  19. <span style="color:red">28 minuti fa</span>, Condor senza meta dice:
    1 ora fa, LedZepp dice:

    Sarebbe bello semmai se nascesse qualcosa tra Kit e Angela, che lasciasse una porta aperta per il futuro. Ed in realtà mi pare evidente che qualcosa ci sia. 

    Povera Lena Parker: costretta da sola a crescere la figlia e pure "cornuta" :P:D

     

    Che anche la bella Angela sia attratta dal sempre affascinante Carson credo sia evidente, così come mi sembra evidente che sinora si stia trattenendo anche perché fresca vedova. Ma io non escluderei che tra i due possa effettivamente succedere qualcosa di concreto, ne sarei felice e non ci troverei alcunché di male.

     

    Quanto a Lena Parker, credo sia abbastanza "donna di mondo" per non credere di essere la sola privilegiata ad essere stata sedotta da Carson :D (del resto, la prova lampante di ciò l'abbiamo avuta nel Color Tex autunnale 2019 :P).

  20. Storia piuttosto scialba, almeno del mio punto di vista. GLB imbastisce la sceneggiatura intorno ad un meraviglioso e semileggendario stallone nero con una stella biancastra sulla fronte - da cui, appunto, il nome di Silver Star - che si aggira nei territori navajos, finito nelle mire di Frank Bishop, mercante ambizioso e senza scrupoli.

     

    Di fatto, se si escludono la "visita di cortesia" - leggasi sonoro sbatacchiamento ed annesso incendio del locale - che Tex, Carson e Tiger riservano a Bishop (dopo che costui, in principio della vicenda, si illude di potersi impossessare di Silver Star semplicemente mandando il Ranger sulla falsa pista di un traffico di whisky) e l'epilogo, allorquando i tre pards ed i navajos affrontano ed eliminano Bishop ed i suoi, Tex e company altro non fanno che correre dietro agli avversari di turno, talmente inconsistenti e superficiali da morire in un fiume - il rinnegato apache Shayas ed i suoi compari messicani - o infilarsi in trappola da soli (Bishop e la banda di tagliato le assoldata per uccidere Tex).

     

    Proprio Bishop rappresenta, a mio parere, la più grossa delusione della storia, probabilmente per effetto di una caratterizzazione non curata al meglio da GLB: non solo non impara alcunché dalla ripassata di Tex, ma si ostina ciecamente nel voler far suo Silver Star al punto da tentare di convincere i suoi uomini a catturarlo nonostante l'assedio dei navajos ed infine, convinto di non poter realizzare il suo progetto, di provare ad uccidere lo stallone poiché nessun altro possa impadronirsene in futuro. Ovviamente fallisce nel tentativo per l'intervento di Tex, ed a mo' di contrappasso dantesco perisce proprio per effetto di una zoccolata del cavallo (che poi fugge maestoso alla testa del suo branco, in quella che è l'unica scena degna di menzione dell'intera storia).

     

    Di buona fattura anche i disegni di Erio Nicolò, comunque abbastanza funzionali ad una trama di tale tenore.

  21. Ho appreso con grande piacere che questa storia poggia il proprio contesto sulla Storia con la S maiuscola. Non solo l'incendio che, il 13 giugno 1886, effettivamente distrusse Vancouver, ma anche e soprattutto per via del fatto che la CPR ebbe un ruolo molto importante nella nascita e nello sviluppo della città.

     

    Complimenti a Ruju ed a tutto lo staff, è sempre un'ottima cosa vedere Tex confrontarsi con la Storia.

  22. Il 5/12/2022 at 10:58, San Antonio Spurs dice:

    L'ultima vignetta rende la conclusone dell'albo la più allucinante in 74 anni di Tex.

     

    Io l'ho trovata simpatica, per quanto forse un po' inusuale per una storia di Tex, e magari più adatta per un fumetto dal tono più "leggero".

     

    Certo, su quel che poi potrebbe avvenire - Il cosiddetto "non narrato, ma sottinteso" - possono fioccare diverse congetture :P

     

    Ma non aggiungo altro, chi vuole intendere intenda :D.

  23. Anche io ho riscontrato una netta salita di livello della storia nel secondo albo, contraddistinto da ritmi ben più incalzanti rispetto al primo, perlopiù introduttivo ed esplicativo del contesto in cui Tex ed i pards si stavano apprestando ad entrare in azione.

     

    Intrigante e promettente il gran cattivone di turno, Wes "Artiglio d'orso" Kircher: la caratterizzazione del rude trapper non lascia presagire particolari sfumature psicologiche, ma comunque lo presenta come un avversario che sembra poter essere un osso duro.

     

    Allo stesso modo, mi ha colpito positivamente l'evoluzione che Ruju sta riservando al buon John Stewart, rimarcandone l'integrità ma al contempo evidenziandone i punti deboli.

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