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Pedro Galindez

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Tutto il contenuto pubblicato da Pedro Galindez

  1. Pedro Galindez

    [Texone N. 22] Seminoles

    Ho appena finito di leggere questo texone fresco di stampa! Le mie impressioni di lettore "vergine" ( è il primo texone a finire in mio possesso, e non avevo la bench? minima conoscenza diretta dell'opera di D'Antonio e Filippucci ) sono.... estremamente positive: IMHO, se non si tratta di un capolavoro, poco ci manca. Il soggetto, all'apparenza, non è molto originale ( nelle linee generali somiglia abbastanza a quello della recente storia della serie regolare "Il fuggiasco" ); tuttavia, non solo la narrazione scorre fluida e ricca di avvenimenti, ma la maggior parte dei personaggi sono caratterizzati in maniera memorabile, ; l'unica eccezione ( almeno parziale ) è Carson, qui un po' troppo sofferente del complesso del "povero vecchio" Anche Tex è caratterizzato ( siparietti con Carson a parte ) in maniera al contempo incisiva, originale e rispettosa della tradizione: riflessivo, ma non irresoluto, coraggioso, ma non temerario, dignitoso, ma non altezzoso, duro, ma non vendicativo ;Lafarge potr? anche definirlo sprezzantemente "sbirro", ma il comportamento del ranger è quanto di meno "sbirresco" si possa immaginare dato che, come lui stesso dice, non è un burattino, ma un uomo capace di ragionare con la sua testa e capace ( aggiungiamo noi ) di anteporre la Giustizia all'astratta Legge ( specie se, come il nostro ranger apprende nel caso di Ochala, la Legge è stata invocata per interessi inconfessabili ). I disegni di Lucio Filippucci sono IMHO eccellenti: meravigliosa la resa dei vari ambienti e paesaggi ( con autentiche "chicche" come la splendida resa dei Seminole in tutta la storia e delle uniformi dei dragoni Usa nel flashback sul passato di Lafarge e Ochala ), mentre per quanto riguarda i volti di Tex e Carson posso ripetere quanto ho detto per la caratterizzazione del Tex di D'Antonio: originale, ma rispettosa del modello tradizionale ( in questo caso, come è già stato detto da Ymalpas, quello di Ticci e Villa )La mia valutazione personale ?:soggetto 9+sceneggiatura 9,5disegni 10
  2. "Gli uomini che uccisero Lincoln" non è la prima storia texiana che porta il nostro ranger a scontrarsi col mondo dei "politicanti di Washington", ma presenta ( almeno a mio giudizio ) indubbi caratteri di originalità. In primo luogo, la varietà e la successione delle ambientazioni: le precedenti storie legate a vicende politiche americane si svolgevano generalmente in un ristretto ambito cittadino ( anche "Intrigo a Santa Fe", che rappresenta il precedente cronologico e narrativo più vicino a questa storia, si concentrava soprattutto sugli avvenimenti in New Mexico, confinando in un paio di scene secondarie all'inizio e alla fine gli avvenimenti di Washington ), mentre questa è tutta giocata sugli spostamenti che avvicinano sempre più i personaggi a Washington, dove i nodi della vicenda verranno sciolti. Anche il modo in cui si arriva a Washington è abbastanza originale: generalmente, nelle storie in cui Tex e i suoi pards dovevano percorrere grandi distanze, il viaggio era pieno di incidenti, tranelli e assalti, che venivano affrontati con baldanza e ardimento dal ranger e mettevano in luce il valore suo e dei suoi compagni. Stavolta invece Tex e Carson finiscono per ritrovarsi nella situazione del protagonista di "Intrigo internazionale" di Hitchcock: quella di chi rischia di essere schiacciato da una forza più grande di lui, che è incapace non solo di fronteggiare, ma persino di percepire chiaramente . Per puro caso sono presenti nel luogo e nel momento in cui viene commesso un delitto che avrebbe dovuto seppellire definitivamente la verità sulla morte di Lincoln ( Nizzi riprende abilmente alcune ipotesi che attribuivano l'uccisione del presidente a un complotto dei suoi stessi compagni di partito ) e, come tante altre volte, si assumono l'incarico di punire il colpevole assicurandolo alla giustizia. Senonchè i loro avversari, anche se presi singolarmente non sono troppo significativi ( due presuntuosi agenti del servizio segreto e un gruppo di cowboy che sono messi a disposizione di questi ultimi; sullo sfondo un potente senatore e un ricco ranchero, non troppo diversi dai tanti subdoli uomini di potere affrontati da Tex in precedenza ), hanno dalla loro la potenza dello Stato cosicchè ( anche se Tex tiene la guardia abbastanza alta ) riescono senza eccessivi problemi a metterli in trappola e solo l'astuzia e l'imprevisto stoicismo di Carson salvano i due ranger da una brutta fine e fanno capire loro con chi hanno a che fare e perchè. Tenendo conto di ciò, Tex conduce nel secondo albo un magistrale gioco a rimpiattino coi servizi segreti e riesce a beffarli arrivando a Washington. Nello spazio relativamente ristretto della capitale Usa, però, lui e Carson si ritrovano subito nel mirino dei loro avversari e, malgrado tutto il loro coraggio e la loro abilità, verrebbero probabilmente eliminati se, come deus ex machina, non comparisse il presidente Grant a salvarli. Anche un eroe come Tex, insomma, sembra dirci Nizzi, non può fronteggiare la potenza dei poteri occulti dell'apparato statale e la sensazione di amarezza e scacco, malgrado il successo apparentemente ( e faticosamente ) raggiunto, viene riconfermata nelle ultime pagine della storia: infatti come Grant assicura a Tex e Carson, i congiurati che avevano armato la mano di Booth contro Lincoln verranno puniti, ma ufficialmente per altri motivi, in quanto rivelare la verità avrebbe riaperto le ferite della guerra di secessione;come compenso per quanto fatto, Tex chiede al presidente di prendere a cuore il miglioramento delle condizioni degli indiani, ma non si fa illusioni sulle possibilità che il pur beneintenzionato Grant possa ottenere grossi risultati in tal senso, perchè, come afferma, "gli indiani hanno perso". I disegni di Josè Ortiz sono abbastanza buoni: certo, come capita a tanti disegnatori di scuola iberica, vi è una certa tendenza al caricaturale ( che talora si sposa bene con la sceneggiatura, come nel caso del tratteggio del subdolo e servile sceriffo cui Tex consegna i due agenti segreti da lui catturati ) e una rappresentazione di Tex e Carson un po' troppo aguzza e tendente all'acido, nonostante che per il nostro eroe vi siano alcuni espliciti riferimenti al modello di Ticci; tuttavia, a differenza di altri casi, il risultato è complessivamente godibile. La mia valutazione personale è dunque: soggetto 9 sceneggiatura 8,5 disegni 7,5
  3. Sempre per quanto riguarda le incongruenze mi è parso molto strano che Il calo di tensione della seconda parte è innegabile, ma essa serve IMHO a far sè che Tex smantelli completamente l'organzizazione del traffico d'oppio, dando inoltre a Kit Willer e a Tiger l'occasione di recitare un ruolo di maggior rilievo.
  4. In effetti il finale può sembrare quello de "Il grande intrigo" ( nn. 141 - 145 ) ( l'arresto del grande burattinaio ), privato però della drammaticit? che c'era quella storia; a mio parere, tuttavia, l'idea di terminare tutto con i "buoni" felicemente riuniti non è poi da buttare, specie in una storia dall'intonazione più avventurosa che drammatica. Nizzi riprender? del resto questo tipo di finale poco dopo ne "La congiura" ( anche se l' ci sarà un po'più di pepe per la presenza nel gruppo dei "buoni" di un tipo come capitan Drake "Barbanera" ).
  5. Sono finalmente riuscito a leggere tutta questa storia, comprando pure il n. 345. Mi pare che sia piuttosto bella nella sua mescolanza di avventura e intrigo politico -affaristico; certo, non ha il respiro epico di "Sulle piste del Nord" ( del resto i personaggi indiani, "buoni" o "cattivi", hanno importanza puramente episodica ), ma mantiene un ritmo narrativo piuttosto incalzante, che le consente di catturare sempre l'attenzione e l'interesse del lettore. Tex è in ottima forma, specie come uomo d'azione; Carson fa faville nei siparietti ironici e anche Kit e Tiger fanno la loro parte, sebbene in misura minore. Per contro è piuttosto attivo il ruolo di Gros - Jean ( che ci si mostra nell'inedita veste di..... grande seduttore :D :D ) e di Jim Brandon ( anche se la maniera in cui , quando tutto sembra perduto, riesce a liberarsi e a liberare i pards è probabilmente un po' facile ). I "cattivi" sono pure caratterizzati in modo convincente, specialmente il venale uomo di mare greco Tanakis, il subdolo ma goffo taverniere Jean Morisse e il capo dei sicari al servizio di Jenkins e Fairbanks: il guercio Lou Caudill, feroce e sleale al punto giusto, ma anche dotato di capacità di commediante ( e di incassatore ) di prima grandezza ( nel n. 345 la sua interpretazione mette nel sacco non solo Tex, ma pure il lettore; il ranger, che in questa storia è piuttosto vendicativo, non gliela perdona e più avanti gli salda il conto quando fa saltare il deposito delle armi che doveva fornire ai Piedi Neri ribelli, tenendo volutamente la miccia un po'troppo lunga, in modo che Caudill e il suo scherano Stuart giungano in tempo per esplodere con le armi, condendo il tutto con un sulfureo scambio di battute con Carson ); un "vilain" piuttosto interessante ( e con una faccia che si ricorda, non solo per la benda all'occhio ma anche perchè i lineamenti che Fusco gli fornisce a mio parere ricordano, menomazione fisca a parte, quelli di Tex, non si sa se per caso o volutamente; ad ogni modo, la cosa aggiunge un po' di pepe alla vicenda ) , anche se privo della capacità di tessitore d'intrighi di Martin Stingo o dell'eleganza nel male di "Cobra" Galindez. Fusco si mostra piuttosto a suo agio nell'ambientazione canadese, da lui tante volte affrontata, e ne viene fuori una prova di grande rilievo ( sebbene la faccia del faccendiere Jenkins, forse per involontario ricordo dell'altra location preferita dal disegnatore, abbia un aspetto più da messicano che da canadese; la cosa del resto capiter? anche in seguito, se è vero che pure Joe Larkin, uno dei "cattivi" di "Athabasca Lake", presenterà , e in misura maggiore, lo stesso problema ). In sintesi ( e IMHO ): Soggetto 8,5 sceneggiatura 9,5 disegni 9
  6. QUOTE (Kerzhakov91 @ 20-marzo-2008, 00:33) In realtà Wong non è un vero e proprio complice della banda di Crandall, ma si limita a mettere a sua disposizione la fumeria d'oppio; di conseguenza, una volta che Tex lo ha rassicurato sulla salvezza personale, l'accordo con il ranger è per lui semplice e naturale; d'altra parte, anche a Tex l'accordo con Wong fa gioco ( e lo induce a chiudere un occhio sui crimini passati del cinese e ad accontentarsi da parte sua di una promessa di rigare dritto in futuro ), visto che gli fornisce la testimonianza necessaria per incastrare Crandall. Infatti, il filo narrativo sul quale si regge questa storia "quasi poliziesca" ( come, a mio parere giustamente, l'ha definita Kerzhakov ) è proprio costituito dagli sforzi di Tex per inchiodare la banda e scoprire la maniera in cui conseguiva i suoi scopi..... sforzi regolarmente frustrati dai banditi che, pur non riuscendo a togliere di mezzo i pards e Linda Dayton, riescono sempre a chiudere la bocca ai possibili testimoni. La mia valutazione personale ?: soggetto 8,5sceneggiatura 8,5disegni 9 ( l'ho letta, è vero, nella versione "colorata di Repubblica, ma Nicol' in genere mi piace molto e questa storia non fa eccezione )
  7. Pedro Galindez

    Genitore Ingombrante

    Beh, ammazzare Tiger non è proprio la cosa più facile del mondo ( altrimenti anche i giorni del piccolo Kit potrebbero essere contati..... magari per rendere Tex protagonista di una storia di vendetta da far impallidire "Il giuramento", un po' come è avvenuto, anche se con lieto fine, ne "L'uomo senza passato" ). Anche Linda Colter ha salvato, è vero, la vita..... ma ha perso suo padre
  8. Pedro Galindez

    Genitore Ingombrante

    QUOTE(The Lord@martedì 17 giugno, 11: 58) S?, si riferisce proprio alla storia in questione ( nn. 423 - 425 di "Tex" ). Effettivamente Kit Willer è difficilmente gestibile in avventure ordinarie, un po' come Tiger, ma per motivi esattamente opposti ( almeno a mio parere ): il pard indiano di Tex ha infatti una personalit? nettamente definita, ma la esprime più con le azioni che con le parole ( ad esempio nel n. 369, "Chihuahua!", pronuncia una sola insignificante battuta, anche se in tutta quella storia ha avuto un ruolo abbastanza attivo ); Kit Willer, invece, parla molto, ma generalmente finisce per ricalcare in maniera un po'sbiadita il modello offerto da suo padre ( più raramente quello di Carson, come capita nel n. 407, quando Boselli ricava simpatici effetti umoristici dal fatto che il giovame Kit, in viaggio con Tex per raggiungere Carson in Montana, si lamenta della fatica e della scomodit? del viaggio in puro stile "vecchio cammello" ); solo il lato sentimentale ( amore e amicizia ) gli permetta generalmente di distaccarsi da questo clich? ( consolidando però, come ha scritto Claudio Paglieri in "Non son degno di Tex", la sua fama di menagramo, giacch? il 90 % dei suoi amici e fidanzate passano a miglior vita stando accanto a lui. )
  9. Pedro Galindez

    Genitore Ingombrante

    In realtà Nizzi ha messo Kit Willer al centro della vicenda ne "L'uomo senza passato" ( vero che il soggetto è di Villa, ma Nizzi poteva benissimo passare l'idea del disegnatore a Boselli o a chiunque altro... )
  10. Anche per me questa storia è bellissima, non tanto per la trama in sè ( che potrebbe essere descritta come una versione semplificata di "Sioux"), quanto per l'atmosfera crepuscolare e malinconica che la pervade. Nizzi compie, a mio avviso, un esperimento estremamente interessante ( anche se forse ci augureremmo di vederlo ripetuto raramente ): mostra al lettore la reale conclusione storica delle guerre indiane in una vicenda inventata e, di conseguenza, mette Tex in una condizione simile a quella in cui si trova nella vicenda ( storica davvero ) di Apache Kid, facendolo risultare sostanzialmente sconfitto ( anche se salva il salvabile ); stavolta però la sconfitta del ranger non è dovuta al puro e semplice rispetto del dato storico, ma all'intervento del destino che, inserendo minuscoli granelli di sabbia nell'ingranaggio narrativo già sperimentato in "Sioux" , lo spinge ad un esito tragico. Il ruolo che Tex assume è quello dello stratega e del mediatore ( come uomo d'azione, invece, non spicca troppo e delega tale funzione agli amici, come Carson, il capitano Orwell e Cervo Veloce ) e lo svolge molto bene ( riesce persino a tirare dalla sua parte gli emissari del governo ); la cosa però, riesce solo a farlo cozzare meglio contro la sorte e ad accentuare la frustrazione e l'amarezza del lettore e sua, una frustrazione e un'amarezza che contagiano anche molti dei protagonisti positivi della vicenda: l'onesto generale Davis, l'abile capitano Orwell e soprattutto l'eroico Nuvola Bianca. L'impostazione della trama fa sè che anche la caratterizzazione del principale "cattivo", il colonnello Drake, pur rifacendosi a un modello consolidato ( il militare nemico degli indiani perchè assetato di gloria ), lo interpreti con una certa originalità, giacch? il suo ottuso odio non lo rende monodimensionale e caricaturale I disegni di Monti, alla sua ultima storia completa, sono eccellenti, e talora persino migliori di quelli di Ticci in "Sioux" : sono privi infatti di quei piccoli cedimenti al caricaturale che il disegnatore toscano aveva avuto con uno dei personaggi principali di quest'ultima storia, il perfido scout Zanoby. In conclusione, la mia valutazione ?:soggetto 8sceneggiatura 9disegni 10
  11. A mio parere, ciò che conta è la gestione dei personaggi e, da questo punto di vista, tutte le possibili soluzioni hanno vantaggi e svantaggi e possono essere utilmente adottate. L'uso del quartetto dei pards al completo si adatta bene a storie lunghe ed epiche, ma, se lo sceneggiatore non è in forma, è facile che finisca per rendere puramente decorativo il ruolo di un paio di loro ( indovinate quali... ). La coppia Tex - Carson è perfettamente complementare e molto rodata, ma, proprio per questo, è la più esposta al luogo comune e al deja - vu. Tex in coppia con Tiger o con Kit Willer si trova ad agire in storie spesso molto belle, ma anche piuttosto atipiche e perciò non facili da realizzare; stesso discorso per Tex con un qualunque suo amico a fiancheggiarlo e per il Tex solitario. Insomma, tutto dipende dalle doti e dalle scelte degli sceneggiatori...
  12. QUOTE (Ymalpas @ Venerdì, 11-Aprile-2008, 17:14) Se vogliamo, anche in questa avventura Montales non si distingue particolarmente ( la sola vittima importante che fa è il capitano Ariende ); se poi consideriamo le successive storie citate da Ymalpas, in "Omicidio a Corpus Christi" Montales è in effetti il "motore immobile" dell'azione, ( sollecita l'intervento di Tex, ma è bloccato a letto); ne "L'uomo con la frusta" qualcosa comunque la fa ( la scena dell'attacco alla miniera di Corvada ). Probabilmente però, la sua migliore performance da uomo d'azione è ne "Il segreto del Morisco", dove fa da pard a Tex "che è solo ( in realtà c'è anche El Morisco, ma non è che gli si possa chiedere di impugnare un Winchester..... ), uccidendo diversi uomini - giaguaro.
  13. Pedro Galindez

    [384/387] Furia Rossa

    QUOTE (Jim Davis @ Domenica, 15-Giu-2008, 22:41) IMHO Tex è sè uno spettatore, ma non è uno spettatore qualunque: non solo è il migliore amico di Tiger, ma, quando narra la storia, ha attraversato un'esperienza analoga a quella dell'amico; la scelta di Tex consente alla narrazione di mantenere un minimo di distacco, combinato però con la capacità del narratore di condividere il dolore di Tiger perchè in seguito lo ha provato.
  14. Pedro Galindez

    [384/387] Furia Rossa

    (Cheyenne @ oggi, 18:51) Sono completamente d'accordo sulla sostanza del ragionamento di Cheyenne ( anche se in realtà è stato Tiger a dare l'esempio della vendetta a Tex: "Furia Rossa" si svolge prima della morte di Lilyth ) ; è possibile anzi aggiungere che Tiger si assume pienamente ( anche se implicitamente ) la responsabilità delle feroci uccisioni da lui compiute per vendetta, mentre Tex, nel caso di Brennan ( ma anche altre volte: pensiamo al suo comportamento con Fraser in "Massacro" o con gli avidi assassini de "L'oro del Colorado ) indulge un po' ad atteggiamenti da "giustiziere"( IMHO lievemente fastidiosi, anche se desunti dalla tradizione del romanzo di cappa e spada carissima a GLB ), che mirano a far apparire come manifestazione della giustizia divina quella che è in ultima analisi una vendetta personale.(Cheyenne @ oggi, 18:51) IMHO sarebbe stato difficile per Nizzi ( ma anche per chiunque altro ) far narrare la storia a Tiger in maniera adeguata: se Tiger avesse adottato il suo consueto modo di esprimersi concreto, conciso e disadorno la storia ci avrebbe perso sul piano della varietà di toni assicurata dall'uso di Tex come voce narrante; se invece Tiger avesse dato pieno sfogo ai suoi stati d'animo di allora sarebbe stato difficile non cadere nel sentimentalismo. Una narrazione del proprio passato di questo tipo sarebbe stata più semplice se l'avesse fatta Carson , dato che il "vecchio cammello" non parla certo meno o in maniera meno varia e colorita di quanto agisca; ad ogni modo, quando si è arrivati a raccontare i più importanti avvenimenti passati della vita di Carson, anche Boselli ha scelto di dare la parola a Tex.
  15. Pedro Galindez

    [n.100] Supertex

    In realtà Gros - Jean si era già rivisto ne "La bufera" ( nn. 75 - 76 ), in cui era stato mostrato in flash - back anche Jim Brandon; di qui, probabilmente, la scelta di GLB di usarli per questa avventura centenaria ( anche se il vestito in pelle da trapper e la giubba rossa non è che siano fatti per non dare nell'occhio in Messico... ) incalzante e ricca di eventi ( anche troppo, visto che alla fine si desiderebbe durasse almeno due albi, tanta e tale è la carne al fuoco, che in un albo solo non riesce sempre a cuocere a dovere )La mia valutazione personale ?:soggetto 7sceneggiatura 8disegni 9.
  16. Probabilmente GLB lo aveva inizialmente chiamato Harding, mutando per errore il cognome alla sua successiva comparsa. Le ristampe hanno verosimilmente cercato di correggere l'incongruenza senza riuscirci del tutto; ad ogni modo, nell'edizione a colori di Repubblica ( grazie alla quale conosco la storia ) anche sulla porta dell'ufficio è stato scritto "Tom Devlin". Il sito della Bonelli ( non privo peraltro di minute inesattezze nel riassunto di diversi albi ) è evidentemente restato fedele alla prima edizione.
  17. Pedro Galindez

    Galleria Di Marco Santucci

    Niente male la rappresentazione di Tex da parte di Santucci, che è al tempo stesso personale, inserita nella tradizione grafica del nostro ranger e molto gradevole.
  18. Pedro Galindez

    [78/80] Incubo

    Effettivamente diversi dei particolari citati da Cheyenne ( ma se ne potrebbe anche aggiungere qualche altro, come la scena iniziale carica di tensione ) sono parecchio azzeccati ( e valorizzati dalla grande maestria verbale di GLB ); ciò spiega la grande popolarit? di cui "Incubo!" ha goduto e gode tra i lettori di "Tex". A mio avviso, però, altri passaggi della vicenda non sono troppo riusciti, mentre la struttura narrativa presenta alcuni seri buchi. In primo luogo, il personaggio di Padma, fondamentale nell'avvio e nell'evolversi della trama, è caratterizzato da una estrema inverosimiglianza e incoerenza psicologica;il lama tibetano, infatti Quando poi il trionfo di Mefisto pare assicurato Un altro dei punti deboli di "Incubo!" è l'uso dei poteri magici di Mefisto, non sempre bene integrato nel divenire della trama: se infatti la scena iniziale e la morte del gambler sono molto valide in questo senso, la cattura dei tre pards è in realtà ben poco merito di Mefisto ( solo nel caso di Kit Willer, ); Carson, invece, si va a mettere in trappola da solo ( una "nizzata" ante litteram a firma di GLB?), mentre, per quanto riguarda Tiger, Mefisto si giova di un immeritato colpo di fortuna. Vi sono altre minori incongruenze ma, prese da sole, non sarebbero tali da minare seriamente la coerenza della narrazione. I disegni di Galep sono molto buoni, anche se, a quanto pare, ha dovuto ricorrere all'aiuto di alcuni collaboratori. In sintesi, si tratta a mio parere di una storia con grandi ambizioni e potenzialità, ricca di felici particolari, ma non priva di fastidiose imperfezioni e, soprattutto, piuttosto debole sul piano della coerenza narrativa. La mia valutazione:soggetto 5sceneggiatura 7disegni 7,5
  19. Pedro Galindez

    [76/77] Il Tesoro Del Tempio

    Si riferisce alla valutazione della storia, che può essere espressa in decimi o in sesti, e alle equivalenze delle due scale: 9/ 10 equivale a 5,5 /6, 8/10 a 5/6 e così via.
  20. La copertina con Tex e Tiger legati al palo della tortura potrebbe anche riferirsi a "Sasquatch" ( sebbene Kit Willer non ci sia ). Quella invece in cui Tex si abbevera a un ruscello e vede un indiano nel riflesso dell'acqua mi ricorda tanto "Grido di guerra".
  21. Pedro Galindez

    Un Nuovo Galep?

    E' più che comprensibile che la ripresa del volto di Tex galleppiniano da parte di un disegnatore esordiente possa essere quasi come una profanazione; condivido però in sostanza quanto detto da Jim Brandon e Wasted Years: sarà molto piacevole e apprezzabile anche per me rivedere quel tipo di Tex ( almeno nell'impostazione generale, perchè Torricelli, come ammette la stessa Segnali, inserisce nel suo stile anche qualche elemento desunto da altri disegnatori ). In ogni modo ( e la cosa rassicurer? The Lord ) si tratter? anche di qualcosa di episodico: dati i tempi lunghi del lavoro dei disegnatori attuali, sarà difficile che Torricelli si occupi di più di una storia ogni due anni circa ( nel migliore dei casi ).
  22. Questa storia, che ha le dimensioni di un riempitivo ( 156 pagine, meno di un albo e mezzo ) si rivela all'atto pratico un piccolo capolavoro ( almeno a mio parere ). E' una tipica storia western, ricca di elementi tradizionali ( la caccia ai banditi, lo sceriffo corrotto ecc. ) , ma trattati in maniera originale e piuttosto convincente. Stavolta Tex non è fiancheggiato, come da consuetudine, dal solo Carson, ma anche da Tiger Jack ( e non da Kit Willer ) ; la cosa non manca di precedenti ( la storia della banda dei lupi dei nn. 81 - 82 e, caso infinitamente più celebre, "Gilas!" ) , ma in nessuno di questi era mai capitato che l'azione ruotasse intorno a uno dei pards, nel caso specifico Tiger, che ha modo di dimostrare coraggio, astuzia e stoicismo in una situazione estremamente difficile; il ruolo coprotagonistico del guerriero navajo , tuttavia, non va a scapito n° di Tex n° di Carson, che ( soprattutto il primo )fanno interamente la loro parte; la cosa è del resto necessaria perchè i "cattivi", pur appartenendo ad un tipo di antagonisti piuttosto consueto per Tex e i pards ( sono un gruppo di feroci rapinatori ), dimostrano di poter dare loro moltissimo filo da torcere, determinando un finale pieno di colpi di scena e di grande tensione narrativa. I disegni di Alberto Giolitti sono , come molti hanno sostenuto, bellissimi per quanto riguarda gli sfondi paesaggistici e la resa dei personaggi minori ( spesso desunti dal mondo cinematografico, come del resto capita anche con altri disegnatori di "Tex" ); il suo Tex e il suo Carson ( Tiger pone meno problemi in questo senso ) si differenziano parecchio da quelli a cui siamo abituati ( Tex in particolare, più anziano e dai lineamenti più da comune americano anglosassone del solito ) e la cosa ha suscitato critiche; a mio avviso tuttavia, una volta che il lettore ci si sia avvezzato, può apprezzare anche in questi casi la grande tecnica del disegnatore romano e ritenere il risultato raggiunto stilisticamente originale e anche gradevole ( IMHO molto più gradevole di quello di altri grandi disegnatori come Aldo Capitanio e Alfonso Font )La mia personale valutazione della storia ?, in sintesi:soggetto 9sceneggiatura 10disegni 10
  23. Soggetto e sceneggiatura : Claudio Nizzi Disegni: Alberto Giolitti (Gilbert) Periodicità mensile: novembre 1991 - dicembre 1991 Inizia nel numero 373 a pag. 69 e finisce nel numero 374 In Arizona, i pards si dividono per rintracciare quattro sanguinari rapinatori. Tiger Jack li scova a Wickenburg e per difendersi deve uccidere lo sceriffo, complice dei gaglioffi, e fuggire! Si forma subito un gruppo di inseguitori volontari, sulla pista del quale si accoda più tardi Carson. Tiger Jack fa sparire i cavalli dei suoi inseguitori. Carson viene catturato da uno dei partecipanti alla caccia all'uomo e racconta tutta la storia, smascherando i banditi. L'arrivo di Tex, la ricomparsa di Tiger Jack e l'atto di coraggio di un mite dottore sbloccano la rovente situazione e sull'infame quartetto cala il sipario! © Sergio Bonelli Editore
  24. Soggetto e sceneggiatura : Claudio Nizzi Disegni: Aurelio Galleppini Periodicità mensile: ottobre 1986 è dicembre 1986 Inizia nel numero 312 a pag. 22 e finisce nel numero 314 a pag. 61 Una feroce banda di Thugs, fuggita da Bombay al seguito del crudele Raymangan, terrorizza la foresta di Brazoria e le coste statunitensi del Golfo del Messico, rapendo fanciulle da sacrificare alla dea Kalì e attirando le navi sugli scogli per depredarle, dopo averne strangolato i passeggeri. I pards, giunti a Galveston per le indagini, vengono tallonati dalla ciurmaglia del capitano McMurdo, un losco contrabbandiere in combutta con gli strangolatori. Recitando un'abile commedia, i pards fanno credere al capitano McMurdo di essere arsi vivi nella casa dello sceriffo di Galveston, così da poterlo seguire di nascosto nella foresta di Brazoria, covo dei sanguinari Thugs di Raymangan. In un tempio sotterraneo consacrato alla dea Kalì, gli strangolatori tengono prigioniera una fanciulla, in attesa di sacrificarla alla divinità. I rangers, avanzando verso la tana degli indù, vengono individuati dalle sentinelle e sopraffatti. Soltanto Tex riesce a sfuggire agli assassini! Tex penetra nel covo degli strangolatori e libera Carson, Kit e Tiger Jack, destinati a morire sbranati dalle tigri! Di nuovo insieme, i pards eliminano il vile McMurdo, strappano la ragazza rapita dalle grinfie dei Thugs e allagano la caverna degli ind' facendola saltare con la dinamite. © Sergio Bonelli Editore
  25. La storia è a mio parere di buon livello in sè e di livello medio nel quadro della saga di Mefisto e Yama: non è priva di limiti e certo non arriva alle vette de "Il figlio di Mefisto", "La gola della morte" e "Terrore sulla savana", ma non presenta nemmeno le pesanti incongruenze narrative di "Incubo!", la giustapposizione forzata e poco convincente di filoni narrativi eterogenei de "L'ombra di Mefisto" e nemmeno la sceneggiatura tendenzialmente piatta e poco brillante di "Mefisto!". Ritroviamo molti degli elementi che avevano conquistato a questo ciclo di storie il favore dei lettori: l'ambientazione esotica, qui probabilmente più fascinosa e certo più sottolineata di quella delle precedenti vicende ambientate in Florida ( le foreste dello Yucatan, i templi e i riti religiosi Maya ); l'elemento magico - occultistico, ancora molto presente, anche se ( a parte forse nella magnifica scena iniziale ) non giunge ai vertici horror della storia precedente , e soprattutto il recupero di Mefisto come "ispiratore" di Yama. La riapparizione del defunto mago diviene necessaria per GLB giacch? il personaggio di Yama inizia qui la sua parabola discendente: ha perso completamente sicurezza e fiducia in sè stesso, oscillando tra momenti di isterica esaltazione e crisi di non meno isterica depressione, che finiscono per renderlo succube del padre e per privarlo del carisma necessario per conservare l'incondizionata obbedienza dei Maya, spianando la strada al riuscito tentativo di Tex di alienarglieli. A differenza della storia precedente, il ranger stavolta non si trova mai in situazioni apparentemente senza sbocco; gli basta poter parlare con Matias e Manuela per tirarli dalla sua parte, mentre solo Tiger si trova a rischiare seriamente la pelle a causa delle stregonerie di Yama I personaggi minori sono in genere ben caratterizzati e talora ( come Montales e Matias ) hanno anche apprezzabile influenza sul dipanarsi dell'azione; il confronto coi capolavori precedenti fa però rilevare alcuni limiti: Manuela rimane per quasi tutta la vicenda evanescente e passiva, sicch? il suo finale sacrificio a favore di Tex appare imprevisto e immotivato. Anche l'epilogo della storia non sottolinea tanto la fine tragica che apparentemente fa Yama quanto la sua goffaggine . Per quanto riguarda la parte grafica, Galep fornisce ancora una prestazione di altissimo livello, anche se non tocca ( n° gli è richiesto di farlo ) le vette de "Il figlio di Mefisto". In sintesi ( e IMHO ):soggetto 8,5sceneggiatura 7,5disegni 9+
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