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Messaggi pubblicato da pecos

  1. Altra storia nolittiana "leggendaria", quella del Sasquatch. Sfido chiunque l'abbia letta da bambino a dire di non ricordarsi dell'incontro con Tex e il Bigfoot!

     

    Nolitta riprende una diffusissima leggenda popolare della costa ovest e la contamina con elementi fantastico/soprannaturali, dotando il Sasquatch di poteri taumaturgici e telepatici. Trovo molto riuscita l'atmosfera di mistero che si inizia a respirare quando la storia decolla, dopo un lungo "prologo" come nel puro stile Nolitta. Nel rileggerla dopo tanti anni, l'ho trovata davvero affascinante, tanto da rimanere incollato alle pagine fino alla memorabile scena finale.

     

    Bella anche la scelta di utilizzare la coppia Tex-Tiger. Devo dire che qui Tex è piuttosto riconoscibile e trovo che non si allontani più di tanto dal modello glbonelliano, se non nella scena - questa sì, decisamente poco texiana - in cui non impedisce a Lacey di far secchi due o tre degli innocenti indiani sorpresi nella loro cerimonia, il quale anzi viene solo rimbrottato a cose fatte. Altro momento "sbagliato" è la battuta "Ai balordi come te, non si dovrebbe nemmeno concedere l'onore di un processo, ma solo il regalo di una solida corda pendente da un robusto ramo d'albero", che in bocca a Tex non si può sentire.

    Purtroppo, non so se consapevolmente o proprio per scarsa comprensione del personaggio, Nolitta scrive sempre un Tex con carattere e atteggiamenti lontani da quello di GLB; a volte con effetti tutto sommato trascurabili sul risultato finale, mentre in altre storie - come la successiva, che commenterò a breve - sono davvero irritanti. Credo che se ci fosse stato un curatore con la possibilità di correggere queste scene, avremmo avuto in questo caso una splendida storia veramente texiana.

     

    In ogni caso, qualunque sia il voto finale alla storia, per me non può essere meno di 8 grazie ai disegni del grande Nicolò :wub:

     

    Curiosità: piuttosto insolita la scena iniziale, quando il bandito ferito a morte finisce sul palco di un teatro dove si sta recitando l'Amleto :lol:

  2. Cose che mi piacerebbe rivedere su Tex:

     

    - le mappe di percorsi e territori disegnate direttamente dal disegnatore;

    - i segnali di fumo con le parole nelle nuvolette.

     

    Forse è solo una mia percezione, ma sono elementi che mancano da tanto tempo dalle storie di Tex. Avremo modo di rivederli o sono troppo “anacronistici” per il Tex del 2020?

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  3. <span style="color:red;">7 minuti fa</span>, Diablero dice:

    @pecos mi riferivo in generale alle storie di Tex di Nolitta, non solo a questa, che forse è quella dove, per gran parte della storia, è riuscito di più a rendere un Tex almeno "somigliante".  (ricordo che mentre la leggevo ci speravo, che finalmente Nolitta fosse riuscito a scrivere una versione accettabile di Tex... ma proprio alla fine, arriva la solita tragedia, con Tex che ha incasinato tutti e va via pieno di sensi di colpa e rimorsi...  molto drammatico e tragico, ma con Tex non c'entra una fava)

     

    [riguardandolo, fa ridere che Tex a pagina 10 del terzo albo, in un momento in cui ha l'emotività e la fragilità psicologica di Zagor, si dispera alla Zagor, e viene salvato alla Zagor, si mette a fare un grido di minaccia che sembra Ayaaaaak! :lol: ]

     

    Ah ok, ora è più è chiaro. In questa storia credo che di veramente anti-texiano ci sia solo il finale, per il resto secondo me è un Tex pienamente riconoscibile.

    Meno glbonelliani invece sono gli altri pard, con Carson alcolista anonimo e Kit che quasi ammazza di botte il figlio del contadino. Ma vabè, sempre di Nolitta stiamo parlando :laughing:

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  4. Storia che non riprendevo da tantissimo tempo e che avevo quasi dimenticato, se non fosse per l'aura mitica che evoca l'indimenticabile "ring" di Tucson.

    Gran bella storia, molto riuscita soprattutto nella prima parte: nel primo albo ci troviamo di fronte a una classica storia "cittadina", ma chiaramente ambiziosa vista la portata dell'intrigo messo in piedi dai faccendieri del ring. Qui troviamo il Tex nel puro stile GLB, un vero ciclone, irruente e sopra le righe. Il ritmo cala un po' nei successivi albi, che diventano piuttosto verbosi (forse eccessivamente, anche per me che non sono uno che disdegna qualche parola in più nei fumetti), ma con continui cambi di scena e di ambiente: da una storia cittadina si trasforma in una classica avventura tra indiani e trafficanti, per poi spostarsi di nuovo fino a Washington, fino all'epilogo nella città morta. Ed entrano in gioco due pezzi da novanta come Cochise ed Ely Parker. Anche il finale è un gran classico di GLB, con la mano del destino che si abbatte sui principali antagonisti togliendo dalle mani di Tex la giusta punizione. Non siamo al livello dei grandi classici del centinaio d'oro, ma rimane una delle storie memorabili del terzo centinaio.

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  5. Non c'è niente da fare: più si va avanti, più rimango entusiasta della qualità di questa nuova collana. Non so quanto venda, ma spero che anche le cifre premino la scommessa di Boselli e della SBE, perché se lo meritano. Se non altro, mi pare che qui sul forum il giudizio positivo sia pressoché unanime.

     

    Mi piace da matti questo formato, snello ed agile. Mi piace un sacco l'idea di leggere una storia a puntate, episodio dopo episodio, mese dopo mese, in questi tempi di binge watching bulimico. E c'è sempre un bel riassunto, corposo, all'inizio dell'albo, che aiuta a non perdere il filo. Boselli è bravissimo nello scrivere sceneggiature che si interrompono sempre al momento giusto, che ti fanno chiudere l'albo con la giusta aspettativa di leggere il seguito, ma anche pienamente soddisfatto della lettura.

    Mi piacciono da matti anche le copertine di Dotti. Mi piacciono i disegni di altissimo livello; in questo caso Rubini è magistrale nel ricreare le paludi della Florida e i costumi dei Seminole. E, infine, mi piace la rubrica curata da Boselli, sempre estremamente piacevole da leggere (al contrario di quella della serie regolare...).

     

    Venendo all'albo in edicola - occhio agli SPOILER - si tratta di un episodio di transizione, in attesa dei fuochi d'artificio dell'episodio conclusivo. Tante chiacchiere, relativamente poca azione, se escludiamo il duello con Lou, e l'azione di guerriglia condotta da Tex nell'accampamento dei soldati. Ma la storia si mantiene interessante e coinvolgente: una parte iniziale didascalica, senza essere pedante, ci fa ambientare nel mondo dei Seminole, poco conosciuti al pubblico texiano; Tex si guadagna la fiducia dei suoi nuovi compagni, passando da nemico a condottiero e, forse, ad ambasciatore della pace; scopriamo che Fairfax è davvero una carogna, il vero "cattivo" di questa storia, e che l'agente federale comincia a nutrire qualche dubbio sulla colpevolezza di Tex: sarà il redivivo capitano Payne a fargli cambiare definitivamente idea?

    Insomma, nonostante la relativamente poca azione si tratta come sempre di un albo denso, ricco di personaggi, e preparatorio per un finale che mi aspetto scoppiettante.

  6. Lo sapevo che dicendo bene di un'altra storia di Nolitta rischiavo grosso :lol2:

     

    Che sia "sbagliata", l'ho scritto anch'io nel mio post. Di sbagliato, però, in questo caso trovo che ci sia solo la cantonata che prende Tex nel coinvolgere Ska-Wom-Dee nella battaglia contro i Wolfers, ed in particolare la sua scarsa preveggenza: se eliminiamo le ultime pagine della storia e scriviamo un epilogo in cui i Sioux sono felicemente accettati in Canada, a mio avviso diventa una storia "giusta" e perfettamente texiana.

     

    Stavolta non ho capito del tutto il @Diablero:

     

    <span style="color:red;">25 minuti fa</span>, Diablero dice:

    Sono personaggi opposti per:

    1) carattere

     

    Perché? In questa storia a mio avviso non si vede il Tex iroso e sempre in preda alle emozioni a cui Nolitta ci ha invece abituato in altre storie (se non nella scena iniziale del massacro, ma non dovrebbe esserlo in quel caso?)

     

    <span style="color:red;">25 minuti fa</span>, Diablero dice:

    2) atteggiamento

     

    Anche qui, perché l'atteggiamento di Tex in questa storia dovrebbe essere opposto al "vero" Tex?

    Timoroso e remissivo, scrivi più in basso - ti sembra timoroso e remissivo il Tex di questa storia?

     

    <span style="color:red;">25 minuti fa</span>, Diablero dice:

    3) efficacia

     

    Qui siamo d'accordo, ma solo nel non aver previsto che le cose non sarebbero andate come pensava per i Sioux. Questo non vuol dire che Tex "fallisce sempre".

     

    <span style="color:red;">25 minuti fa</span>, Diablero dice:

    4) ambientazione

     

    Cosa intendi?

     

    <span style="color:red;">25 minuti fa</span>, Diablero dice:

    5) relazioni con gli altri.

     

    Di nuovo, cosa intendi?

     

  7. Quasi ogni estate amo passare qualche ora a rileggermi questa lunga, epica storia, e quest'anno non fa eccezione. La rileggo spesso perché è una storia che amo, nonostante quel finale amaro che fa chiudere l'ultimo albo con rabbia e tristezza; ma proprio qui si vede la gran capacità di Nolitta di coinvolgere anche emotivamente il lettore, con scene come il massacro iniziale, la morte del figlio di Ska-Wom-Dee o, appunto, il finale stesso. Questo è per me un valore aggiunto ad una trama già molto complessa ed appassionante.

    Come già sottolineato da molti forumisti, la cosa che inevitabilmente colpisce di questa storia è che Tex qui prende una gran cantonata. Alla fine della storia Ska-Wom-Dee non avrà molta volta di rivedere l'amico Aquila della Notte, che in fin dei conti non gli ha portato che sventure. Basta questo per dire che è una storia sbagliata? Certamente sì, se Tex deve essere sempre e comunque l'eroe infallibile, capace di prevedere ogni situazione ed ogni possibilità. Quindi c'è un errore di fondo, un errore da matita rossa; temo che un soggetto del genere non sarebbe mai approvato dal curatore che abbiamo oggi... Ma, dico io, per fortuna che questa storia è stata scritta e pubblicata :lol:

     

    Riprendo il bel commento lungo e articolato del Condor, che a mio avviso è un po' ingeneroso con il voto finale:

     

    On 26/6/2019 at 18:49, Condor senza meta dice:

    Il soggetto come di consueto non è male, però a mio modesto parere viene dilungato all'esasperazione per raggiungere il ragguardevole numero di pagine finale. Troppe scene evitabili, lungaggini inopportune, dialoghi troppo verbosi e a tratti noiosi disturbano non poco lo sviluppo della trama.

     

    Questa, lo sappiamo bene, è una cifra stilistica di Nolitta, ma a differenza di altre occasioni trovo che in questo caso non ci siano lungaggini o allungamenti di brodo: ogni scena qui è funzionale alla trama, che nonostante la linearità dello sviluppo è molto complessa e ha tanti elementi di interesse; per me il sergione era in stato di grazia nello scrivere questa sceneggiatura. Nonostante la rilegga quasi ogni anno, non mi annoio mai.

     

    On 26/6/2019 at 18:49, Condor senza meta dice:

    da orticaria il continuo richiamo all'alcool del vecchio Carson, che sembra per l'occasione essere fuggito da una clinica di recupero di alcolisti anonimi.

     

    Uno degli aspetti certamente negativi della sceneggiatura. Un paio di battutine ci stanno, ma qui siamo davvero a un livello esagerato. Peccato, perché alla lunga questi "siparietti" finiscono per diventare irritanti.

     

    On 26/6/2019 at 18:49, Condor senza meta dice:

    Alcuni passaggi risultano forzati, vedi il costume indiano di Tex indossato all'inizio che, nell'intenzione dell'autore, dovrebbe servire a non farlo riconoscere dal perfido Jason,  ma solo un miope poteva far peggio del villain.

     

    Nella confusione del massacro, per me non è così inverosimile che Tex non venga riconosciuto. 

     

    On 26/6/2019 at 18:49, Condor senza meta dice:

    Pure la scelta di Tex di far assaltare il forte dai Sioux di Ska - Wom Dee, con il senno di poi risulta deleteria per i poveri indigeni. Dopo aver praticamente tolto le castagne dal fuoco ai due pards che si limitano a gingillarsi col cannoncino sugli spalti, pagheranno cara la brillante azione, con ingenti perdite umane e infine il foglio di ben servito dalle autorità canadesi, che li rispediscono indietro come un indesiderato pacco postale

     

    Certamente, come scritto sopra, è una grande errore di valutazione da parte di Tex quello di coinvolgere i Sioux nell'assalto al forte. Ma la scena è di grande epicità, non direi proprio che Tex e Carson si limitano a gingillarsi col cannoncino: i due mantengono la promessa fatta a Ska-Wom-Dee di aprirgli la porta del forte, poi si lanciano nella mischia a combattere a fianco degli indiani. Nota che non sappiamo nemmeno quanto ingenti siano le perdite umane, in fin dei conti una volta penetrati nel forte gli indiani hanno vita facile negli scontri corpo a corpo: certo è che chi ci rimette le penne è proprio il figlio del capo indiano, e in questo caso Nolitta scrive una delle scene più commoventi della storia.

     

    On 26/6/2019 at 18:49, Condor senza meta dice:

    Ho curiosamente notato che alcune tavole di Ticci sono state inserite nella parte ancora illustrata dal disegnatore romano; non credo siano state ridisegnate per carenza di esito, suppongo invece che Nolitta abbia aggiunto delle correzioni in corsa alla sua sceneggiatura, dopo il passaggio di consegna per fini narrativi. Sembrerebbe che la fibbia navajo serva solo a far riconoscere Brandon ai nostri durante la spedizione mascherata al deposito dei mercanti; chissà forse inizialmente l'autore aveva altre idee in proposito. Pure la sequenza in cui i nostri apprendono dai due indiani salvati l'arrivo di Ska-Wom Dee in Canada, sembra essere stata aggiunta in secondo momento. Prova ne è il siparietto troppo allungato di Carson alle prese con il liquoraccio distillato dai wolfers. Che Nolitta abbia rivoluzionato la trama in corsa con l'innesto dei Sioux?

     

    Mi sono sempre chiesto la stessa cosa. In particolare la scena che menzioni, con le tavole aggiunte a posteriori in cui Tex dialoga con la coppia di indiani, sembrano indicare che forse l'entrata in scena di Ska-Wom-Dee non era prevista fin dall'inizio.

     

    Per me, complici i magistrali disegni di Giolitti e Ticci, il voto finale è 9.

     

  8. 4 ore fa, Diablero dice:

     

    Sicuro? Perché la sottoveste che appare e scompare mette dei dubbi...

    Per me ci sono solo queste possibilità:

    1) Si è sbagliato Boselli, descrivendo prima la sottoveste e poi descrivendola nuda. Però in questo caso non solo non se ne sarebbe accorto nessuno durante i controlli, ma non se ne sarebbe accorto nemmeno Seijas disegnandola, è possibile ma mi sembra abbastanza improbabile.

    2) Si è sbagliato Seijas, e in questo caso probabilmente l'errore è stato dimenticarsi della sottoveste nelle tavole successive.

    3) Si è sbagliato chi ha corretto le tavole: in quelle di Seijas lei era sempre nuda, in redazione hanno detto di "correggerle" e per un disguido chi ha aggiunto la sottoveste l'ha aggiunta solo in poche pagine, creando il pasticcio (poi anche qui l'errore può essere stato di chi ha dato le istruzioni oppure di chi le ha eseguite).

     

    Fra le tre, la più probabile mi pare la terza, anche perchè la sottoveste è appena accennata con due righe, potrebbe benissimo essere una correzione fatta in fretta all'ultimo momento.

     

    In effetti il dettaglio della sottoveste sembra indicare che ci sia stato qualche ripensamento in corso d'opera, ma chissà come è andata davvero...

     

    Cita

     

    In ogni caso... se si fosse voluto mettere un nudo "per vendere di più" (ipotesi secondo me ridicola, è da un pezzo ormai che il nudo non vende più niente, non sono più gli anni 80 e ormai anche i produttori di film porno stanno andando a fallire perché si trova tutto online gratis, e guarda quanti fumetti erotici stanno sopravvivendo in edicola...), non si spiegherebbe la sottoveste...

     

    Non credo proprio che qualcuno in Bonelli pensi che mettere un fondoschiena in evidenza su Tex faccia vendere di più, sarebbe davvero ridicolo, come dici. Semplicemente, sono tempi in cui una donnina nuda di qua, una scena un po' pepata di là si mettono dappertutto. Non c'è nulla di scandaloso, ma rimango dell'idea che in un fumetto di avventura classica come Tex, con una tradizione settantennale, questo sia di cattivo gusto. E qui mi ricollego con la tua chiosa, con cui sono perfettamente d'accordo:

     

    Cita

    Anche il discorso "si vede di peggio in TV" regge poco, passiamo il tempo leggendo Tex invece di guarda la TV PROPRIO PERCHÈ IN TV C'È DI PEGGIO, non mi sembra il caso di imitarla... 

     

     

    1 ora fa, Tim Birra dice:

    Non avrei mai pensato che una vignetta del genere potesse far parlare tanto.

     

    Beh, è normale che se ne parli. Siamo in un forum di Tex e questa è tutto sommato una novità per la testata, logico che se ne discuta.

    Anche perché la sceneggiatura di Boselli fila che è un piacere, onestamente sul resto c'è poco da dire se non che attendiamo il gran finale :lol:

    • +1 1
  9. Non c’è nessuno scandalo nel mostrare un fondoschiena (lo scandalo ci sarebbe stato per quella cultura degli anni ‘50 che metteva in atto le censure di cui parli).

    Semplicemente sarebbe stato più elegante e di buon gusto vestire la signora del rancho verde di una sottoveste. Invece c’è stata una precisa scelta di mostrare qualche nudità, sarà perché oggi va di moda e lo fanno tutti.

    • +1 2
  10. <span style="color:red;">5 ore fa</span>, Dix Leroy dice:

    Io questo albo non riesco ancora ad affrontarlo, perché visto quanto letto negli scorsi numeri annuso un intero albo di lungaggini messe apposta.

     

    Puoi leggere tranquillamente: la storia fila che è un piacere, è un gran bel western, classico e senza fronzoli. Anche la scena “incriminata” non è fine a se stessa, ma perfettamente integrata nella trama, anzi funzionale alla storia.

     

    Sono invece d’accordo con te e con Grande Proteus sul discorso nudità. Se nella sua storia Tex non ha mai avuto scene di nudo, vuol dire che può ben farne a meno; in questo caso una sottoveste sarebbe stata certamente più elegante. Ma sai com’è, al giorno d’oggi la regola è di infilare un po’ di erotismo dappertutto; evidentemente anche Boselli non sa resistere alla moda.

    • +1 2
  11. <span style="color:red;">3 ore fa</span>, Carlo Monni dice:

    Io intanto mi chiedo cosa penseranno quelli che dicono che le storie devono durare quanto serve

     

    E come mai la storia finisce a metà albo? Boselli poteva tranquillamente allungarla di mezzo albo, no?

    Forse, a volte, la lunghezza "giusta" di una storia non si misura a multipli di 110.

  12. Il 10/8/2020 at 15:04, Loriano Lorenzutti dice:

    È incredibile anche per me. Ma forse ce ne siamo accorti solo noi due perchè quella rubrica non la legge nessuno. :P

     

    Dev'essere questa la spiegazione :rolleyes::lol:

     

    Il 10/8/2020 at 17:52, Carlo Monni dice:

    Vi aspettate sempre un capolavoro? Beh, non l'avrete. Vi aspettate una storia epocale e sconvolgente? Beh, non avrete nemmeno quella.

    I capolavori non arrivano a comando ma nascono quando e come meno te li aspetti.

    Quello che io cerco , che io pretendo possiamo dire  è che una storia abbia un minimo standard qualitativo e non c'è una sola storia del Color che mi abbia deluso in questo senso.

     

    Se volessi leggere solo capolavori non andrei in edicola tutti i mesi. Ci sono buone letture che svolgono alla perfezione il loro lavoro di intrattenimento - l'esordio di Rauch sulla regolare per me era una di queste. La storia di Borden in edicola è tutt'altro che epocale, ma è divertente, fresca, non sai mai cosa aspettarti da una pagina all'altra. Qui invece è tutto scontato (e ci si mette anche il Frediani...). Per me questa è una storia da minimo sindacale, non ha mordente. Ma non pretendo certo che le mie impressioni valgano per tutti i lettori.

  13. Per me, invece, storia pressoché priva di interesse. Non c'è nulla di sbagliato nella sceneggiatura di Rauch, ma rimaniamo nel solco della tradizione del color tex d'agosto: una pubblicazione che già da diversi anni propone storie che non sono né carne né pesce, che si leggono così come si beve un bicchier d'acqua nella calura estiva. Una storia che non mi lascia niente. Come al solito, non è la storia che sia sbagliata, in fondo credo che sia quello che il lettore texiano cerca. Probabilmente sono sbagliato io, che non mi accontento più di letture così, ma vorrei leggere qualcosa di più elaborato. O anche solo di più frizzante. Il giochino di riconoscere le fattezze di attori hollywoodiani non vale il prezzo del biglietto, il prossimo anno ci penserò due volte prima di spendere quasi 7 euro per questa pubblicazione.

     

    C'è anche da dire che ho iniziato la lettura già piuttosto infastidito. Motivo? Il Frediani, nella rubrica del mensile, pensa bene di riempire la sua mezza paginetta spiattellando per filo e per segno la trama del color tex. Ma davvero non c'è niente di meglio da scrivere in quella rubrica? Meglio mettere l'elenco degli arretrati a questo punto. Già la storia non brilla, se poi mi racconti pure in anticipo cosa succede mi cadono le braccia.

     

    Bravo Scascitelli - non mi è mai piaciuto il suo tratto a dir la verità, ma è solo questione di gusti, qui riconosco l'ottimo valore del suo lavoro. Bravo anche Celestini ai colori.

    • +1 1
  14. Si rischia grosso a parlar bene di questa storia :lol2:

    Intanto aspetto che ci arrivi anche @Leo con la sua rilettura del centinaio, a vedere se conferma il suo giudizio entusiasta di qualche tempo fa :lol:

     

    ps: che per molti aspetti il personaggio che compare in questa storia non sia Tex, non lo metto in dubbio, è evidente. Così come è evidente che la storia è agli antipodi dall'estetica glbonelliana. Quello su cui continuo a non essere d'accordo è la visione di "Tex sbirro" e la lettura politicizzata di Diablero (affascinante, ma a mio avviso tirata per i capelli).

  15. On 23/4/2020 at 23:12, Diablero dice:

    Soprattutto, provai un indicibile DISGUSTO per il protagonista. Perché il problema principale, di questo Tex, è che è DISGUSTOSO. E lo era SPECIALMENTE negli anni 70! Oggi, un sacco di lettori anche di Tex tendono molto a "legge e ordine", votano a destra, vorrebbero molta più polizia nelle strade. Ma quella storia è uscita nel 1976! Quando l'argomento di punta nei dibattiti era la brutalità della polizia. Era stata appena istituita la Legge Reale, era stato introdotto il fermo di polizia, solo due mesi prima dell'uscita in edicola un diciottenne era stato ucciso dalle revolverate della polizia durante una manifestazione di sinistra, e due mesi prima ancora un ventiseienne era stato travolto e ucciso da una camionetta dei carabinieri. C'erano manifestazioni praticamente tutti i giorni contro la brutalità della polizia!

     

    Io all'epoca ero troppo giovane per seguire la politica e la cronaca, probabilmente se mi avessero chiesto cos'era la legge Reale non avrei saputo rispondere, ma ero influenzato dal clima culturale come tutti: oggi, forse qualcuno potrebbe pensare che Nolitta descrivendo Tex in quel modo volesse rappresentarlo come "integerrimo", ma è una lettura che non trova riscontro in come è scritta la storia: è chiarissimo, e all'epoca lo era ancora di più, che Tex è descritto come un personaggio NEGATIVO, Uno SBIRRO ODIOSO CHE ABUSA DEL SUO POTERE PORTANDO ALLA MORTE UN GIOVANE INNOCENTE. Il disprezzo dell'autore tracima da ogni pagina, nella maniera arrogante di parlare, accentuata dal fatto che subito dopo venga piccionato. Dal disprezzo che TUTTI in questa storia provano per lui, con tutto un primo albo in cui tutti quanti (non solo i delinquenti) quando lo vedono gli augurano di morire ammazzato al più presto.

     

    Davvero, non capisco come qualcuno, leggendolo all'epoca, non avvertisse come venga posto in "negativo" il personaggio. Il TEMA della storia è che questo personaggi, alla fine, PRENDE COSCIENZA DELLA SUA IMPOTENZA, DEL FATTO CHE NON SERVE A NIENTE E FA SOLO DANNI! (`e questo viene ribadito anche nel "cappello" finale con il commerciante,)

     

    Non sono d'accordo con questa lettura della storia. Non sono per nulla d'accordo con l'immagine del "Tex sbirro" che ormai è comunemente associata a "Caccia all'uomo" - io in tutta onestà questo Tex sbirro non ce lo vedo proprio. Tex è "disgustoso" e "abusa del suo potere" perché si mette sulle tracce di un uomo che HA SPARATO AL SUO AMICO SCERIFFO, RIDUCENDOLO IN FIN DI VITA proprio davanti a lui??? Qui partite tutti dal presupposto che Andy Wilson sia innocente e che Tex, dotato di chissà quale capacità di preveggenza e gran conoscitore di uomini, dovrebbe intuirlo PRIMA DI CONOSCERLO DAVVERO!

    Quali elementi ha a disposizione Tex per formarsi un giudizio sul giovane faccia d'angelo? 1) Gli è stato detto che è un assassino, e non da una persona qualunque, ma da un suo vecchio amico sceriffo che si è messo sulle sue tracce. 2) Il giovane stesso non esita a sparare al vecchio sceriffo, quasi ammazzandolo. Stop. Cosa c'è di strano nel fatto che si metta in caccia del giovane assassino, forse anche con un impeto maggiore del solito (è stato toccato sul personale, d'altra parte)?

     

    Qui la capacità di Nolitta è quella di COSTRUIRE il rapporto tra il ranger e il fuggiasco. C'è chi dice che l'albo centrale è del tutto inutile, un allungamento del brodo in puro stile Nolitta che non serve a niente ai fini della trama. Al contrario: è una serie di episodi che fanno nascere un sospetto in Tex, che via via diventa certezza che il ragazzo che ha di fronte non sia un assassino. Da questo punto di vista, è una storia costruita bene; ed è anche meglio narrata di tutti quegli episodi in cui Tex si rende conto al primo sguardo se un uomo è un dritto o un farabutto, solo perché è un infallibile "giudice di uomini".

     

    Le manette. È vero, sono strane, antitexiane. Ma non vi è venuto in mente che forse Nolitta ha inserito il dettaglio delle manette per costruire la scena ad effetto in cui Tex LIBERA DALLE MANETTE il giovane Wilson, una volta capito di che pasta è fatto? E questo sarebbe uno "sbirro odioso che abusa del suo potere"? Uno che LIBERA DALLE MANETTE un delinquente che si porta dietro perché ha capito che è innocente (e di nuovo, non dimentichiamo che faccia d'angelo ha comunque sparato su uno sceriffo...). Sarebbe uno "sbirro odioso che abusa del suo potere" uno che presenta Wilson come un "suo amico", che dorme con lui nella stalla lasciandogli una pistola? No, la trovo una lettura sbagliata.

     

    Che poi siamo lontani anni luce dalle storie di GLB, siamo d'accordo; che sia una storia poco "texiana", è palese; che sia una storia di merda, proprio no. È uno spaghetti-western con un Tex iroso, lontana anni luce dalle storie di GLB, questo sì.

    Ma non venitemi a dire che Tex è uno sbirro in questa storia.

     

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  16. On 24/6/2020 at 14:44, valerio dice:

    Francamente, rileggendola, non capisco certi giudizi estremamente negativi su questa storia.

     

    Incuriosito da questo commento, sono andato a rileggermela.

    Francamente, rileggendola, non capisco certi giudizi positivi su questa storia :lol:

     

    Punti deboli? Qui la sceneggiatura fa acqua da tutte le parti!

     

    Mi approprio di alcuni passi del commento del Condor che mette in luce i buchi (voragini) della sceneggiatura nizziana;

     

    On 30/4/2020 at 21:52, Condor senza meta dice:

    La trama già parte con un vizio di fondo non indifferente: un uomo della risma dello sceriffo Daves è illogico che, dopo l’uccisione della moglie a opera dei banditi, attenda quindici anni per seguire la pista della doverosa vendetta.

     

    E vabè, pazienza; un punto di partenza ci vuole. Però, impostando così la storia, c'è subito un problema: cosa ci inventiamo per permettere a Tex di ritrovare una pista vecchia di quindici anni? Qui ci vuole un'idea! Ecco la soluzione:

     

    On 30/4/2020 at 21:52, Condor senza meta dice:

    In primis dopo tutto questo tempo trovare utili tracce per l’individuazione dei killers è quasi paragonabile a ritrovare un bracciale perso anni prima in mare durante un bagno estivo [...] 

    a me onestamente fa venire l’orticaria lo snodo narrativo dell’eremita stalliere che indirizza i nostri sulle giuste tracce dopo un’eternità di tempo. Il simpatico vecchietto è in grado di snocciolare nomi e indirizzo, meglio di così Tex non poteva aspettarsi.

     

    :azz:

    No comment. Ma andiamo avanti:

     

    On 30/4/2020 at 21:52, Condor senza meta dice:

    Nizzi in evidente difficoltà di montare una degna impalcatura di sceneggiatura, continua confusamente la narrazione con ulteriori passaggi poco convincenti, quali la scelta dei banditi di mettere radici a pochi passi dal luogo della rapina compiuta anni prima e l’ulteriore prezioso alleato, il giornalista della “Gazzette” che, neanche fosse un agente Pinkerton in incognito, scartabella una lunga pila d’informazioni sui malfattori che praticamente chiude di fatto l’indagine e conferma ai nostri i loro sospetti. Quindici anni di attesa risolti in poche “vignette”, non il massimo come pathos in un’avventura fumettistica.

     

    Aggiungo poi che è ridicola la paura dei "tre" della famigerata banda, che si mettono a organizzare i soliti agguati a ripetizione per mettere a tacere Tex ed il vecchio sceriffo. Che, ovviamente, non hanno uno straccio di prova contro di loro.

    Il culmine delle assurdità, per me, arriva nel momento in cui Tex arresta lo sceriffo corrotto e l'ultimo sopravvissuto della banda, per portarli a processo. Ma come?!? Sulla base di cosa i due vengono arrestati, se non hanno in mano niente per incriminarli?!? In base a cosa dovrebbe essere processato il bandito, senza un solo testimone, una prova qualsiasi della sua colpevolezza sui fatti di 15 anni prima? Vabè, inutile porsi questi problemi: tanto lo facciamo fuori prima di arrivare al processo.

     

    On 30/4/2020 at 21:52, Condor senza meta dice:

    La presenza di Charles Bronson sfregiato, ehm… il killer misterioso che agisce nell’ombra e praticamente compie lui la vendetta uccidendo i due banditi superstiti della rapina di Silver Bell, nell’intenzione dell’autore dovrebbe aggiungere un tocco di giallo alla vicenda ma l’arcano è molto telefonato, poiché è facile intuire quali mani tengono i fili.

     

    Al di là del colpo di scena telefonato, le ultime pagine della sceneggiatura sono uno dei punti più ridicoli.

    Tex se ne torna in città ed incontra, guarda un po', il governatore che se ne va a spasso per i boschi. Che c'è di male, si sarà fatto una cavalcata mattutina; invece no, è sospetto! Un governatore non fa cavalcate mattutine! Qui c'è puzza di bruciato! Non si sa come, Tex annusa che c'è qualcosa che non va e arriva ad assistere all'incontro tra il governatore e l'uomo dalla cicatrice. E dopo che il ranger fa fuori il killer, il governatore di sua iniziativa decide di raccontare tutto a Tex. Fino a due minuti prima non aveva avuto alcuno scrupolo a pagare un killer prezzolato per coprire le tracce; e ora crolla miseramente, di sua iniziativa racconta tutta la storia. :azz:

     

    Peccato per i disegni di Civitelli, che avrebbero meritato ben altro.

     

  17. <span style="color:red;">11 minuti fa</span>, virgin dice:

    Ti consiglio anche "Cronache marziane", il suo capolavoro sci-fi, e "Morte a Venice", dalle atmosfere davvero molto, molto suggestive.

     

    Sì. Nel frattempo ho fatto un po' di confronti, l'antologia che posseggo raccoglie quasi tutti i racconti pubblicati in "Dark Carnival", ed altri ancora. Quindi per quanto riguarda il lato weird/horror direi che con questa sono a posto :lol:

    Mi manca il lato sci-fi, appena possibile mi procuro le cronache marziane.

     

    Uffa, a stare sul forum non si finisce mai di trovare cose nuove da leggere. Poi quando la leggo tutta 'sta roba???

     

    <span style="color:red;">11 minuti fa</span>, virgin dice:

    Io adoro Bradbury, forse uno dei più grandi statunitensi del Novecento.

     

    Eh, di più grandi statunitensi del '900 per me ce ne sono tanti....

  18. <span style="color:red;">1 ora fa</span>, Ulzana dice:

    Echi di questo libro si trovano pure in Fantasmi di Sabbia (Dampyr numero 3 serie inedita), soprattutto nelle pagine iniziali ambientate nel parco dei divertimenti.

     

    Esatto, mi ha ricordato anche quella gran storia di Borden.

     

    <span style="color:red;">1 ora fa</span>, Ulzana dice:

    Per quanto riguarda il buon vecchio Bradbury, di cui proprio quest'anno ricorre il centenario della nascita, ti consiglio, qualora tu non li abbia letti, ma mi rivolgo anche agli altri utenti, gli imperdibili volumi di racconti di questo mitico autore: L'uomo Illustrato, Paese d'Ottobre, Le auree mele del sole, Cronache Marziane, Omicidi d'annata e La fine del principio. Oltre al romanzo Fahrenheit 451. 

     

    Grazie! Avevo letto solo Fahrenheit 451. Per il momento mi sono comprato un'antologia di racconti weird (principalmente perché conteneva "Il popolo dell'autunno", appunto), ma temo che non contenga i titoli che hai citato :( Cercherò comunque di recuperare almeno anche un po' di racconti di fantascienza!

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